Gentamicina Solfato IFM 80mg
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Gentamicina Solfato IFM 80mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
GENTAMICINA SOLFATO L.F.M.80 mg/2 ml soluzione iniettabile
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
GENTAMICINA SOLFATO L.F.M.80 mg/2 ml soluzione iniettabile
1 fiala da 2 ml contiene
Principio attivo: Gentamicina solfato 96.9 mg (equivalente a 80 mg di gentamicina base) Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere par. 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Soluzione iniettabile.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Infezioni da germi sensibili alla gentamicina:
Forme pleuro-polmonari: bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi.
Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell’uretere, della vescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti.
Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali.
Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc.
Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche.
Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti.
Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelvi-peritoniti, mastiti, ecc.
Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e nei trapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica.
Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, Gentamicina solfato L.F.M. puĂ² essere considerato come farmaco di scelta.
Nelle infezioni gravi che mettono in pericolo la vita del paziente, Gentamicina solfato L.F.M. puĂ² essere somministrata in associazione ad un antibiotico betalattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Gentamicina solfato L.F.M. puĂ² essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia è identica.
La via endovenosa è consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non è attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di forme mieloproliferative).
La somministrazione endovenosa sarĂ effettuata, preferibilmente mediante infusione in 1-2 ore, alle stesse dosi previste per la via intramuscolare. Ogni singola dose dovrĂ essere diluita in 100-200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambini il volume del diluente sarĂ ridotto. In ogni caso la concentrazione di Gentamicina solfato L.F.M. non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%).
Gentamicina solfato L.F.M. è stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia è peraltro da limitarsi a casi eccezionali).
Pazienti con funzionalitĂ renale normale
Adulti
la dose consigliata per il trattamento delle infezioni sistemiche è di 3 mg/kg/die (1 mg/kg ogni 8 ore o 1,5 mg/kg ogni 12 ore).
Nelle infezioni che costituiscono un pericolo per la vita del paziente è consigliata una posologia fino a 5 mg/kg/die da somministrarsi in 3 o 4 dosi per i primi 2-3 giorni di trattamento; successivamente sarà ridotta a 3 mg/die/kg.
Per le infezioni urinarie e per le infezioni extra-urinarie di grado moderato possono essere sufficienti 2 mg/kg/die, in 2 dosi refratte.
Schema posologico orientativo per i pazienti di oltre 50 kg di peso:
80 mg, 3 volte al di.
80 mg, 2 volte al di nelle infezioni urinarie e nelle infezioni extra-urinarie di gravitĂ moderata. Bambini
Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessitĂ , sotto il diretto controllo del medico.
La dose consigliata varia in funzione dell’etĂ , secondo il seguente schema:
Prematuri e neonati a termine fino a 1 settimana di vita
Dose totale
5-6 mg/kg/die
Dose singola
2,5-3 mg/kg ogni 12 h
Lattanti e neonati
oltre 1 settimana di vita 7,5 mg/kg/die 2,5 mg/kg ogni 8 h
Bambini 6-7,5 mg/kg/die 2-2,5 mg/kg ogni 8 h
Schema pratico:
Neonati a termine (3,5 –5 Kg): 2,8 mg/kg – 2 mg/kg ogni 12 ore.
Bambini da 5 a 10 kg: 4 – 2 mg/kg ogni 8-12 ore.
Bambini da 11 a 20 kg: 40 mg ogni 8-12 ore.
L’adeguamento dei dosaggi deve essere fatto in funzione dell’etĂ del paziente, del tipo e della gravitĂ dell’infezione. Nei pazienti obesi, il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico.
La durata del trattamento è in genere di 7-10 giorni. Nelle infezioni gravi o complicate puĂ² rendersi necessario un
trattamento piĂ¹ prolungato. In tali casi puĂ² aumentare il rischio di effetti secondari, si dovrĂ perciĂ² rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalitĂ renale, uditiva e vestibolare. E’ comunque consigliabile continuare la terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento.
Pazienti con funzionalitĂ renale alterata.
Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati per via renale, la frequenza della somministrazione verrĂ stabilita in base alla funzionalitĂ renale, secondo il seguente schema:
Dose | Clearance creatinina (ml/min) | Creatinina sierica (mg %) | Azoto ureico ematico (BUN) | Frequenza somministrazioni | |
---|---|---|---|---|---|
ADULTI | 1-1,7 mg/kg | > 70 | < 1,4 | < 18 | ogni 8 ore |
35-70 | 1,4-1,9 | 18-29 | ogni 12 ore | ||
BAMBINI | 2-2,5 mg/kg | 24-34 | 2,0-2,8 | 30-39 | ogni 18 ore |
16-23 | 2,9-3,7 | 40-49 | ogni 24 ore | ||
10-15 | 3,8-5,3 | 50-74 | ogni 36 ore | ||
5-9 | 5,4-7,2 | 75-100 | ogni 48 ore |
La frequenza delle somministrazioni puĂ² essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema:
mg/100 ml creatinina sierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi. Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottoposti a emodialisi, la quantitĂ di gentamicina rimossa dal plasma puĂ² variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Un’emodialisi di 6 ore puĂ² ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%.
Le dosi consigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1-1,7 mg/kg in base al grado di severitĂ dell’infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantitĂ minore rispetto all’emodialisi.
04.3 Controindicazioni
IpersensibilitĂ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Anamnesi di ipersensibilitĂ o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi. Miastenia grave. Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressa sordità dell’orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solo se il suo uso è considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2).
L’insufficienza renale, come la riduzione della filtrazione glomerulare, si osserva nel 10% circa dei pazienti trattati con gentamicina ed è di solito reversibile. I principali fattori di rischio sono la dose totale elevata, la terapia prolungata, l’aumento del livello sierico (livello minimo alto); inoltre, altri possibili fattori di rischio sono l’etĂ , l’ipovolemia e lo shock. I segni clinici del danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche della creatinina e dell’urea. In casi isolati puĂ² verificarsi un’insufficienza renale acuta (vedere anche paragrafo 4.8).
Occorre effettuare una valutazione periodica della funzionalitĂ renale e degli elettroliti sierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono Gentamicina solfato L.F.M. per piĂ¹ di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piĂ¹ elevate di quelle consigliate per l’etĂ , il peso o la presunta funzionalitĂ renale.
Al pari degli altri aminoglicosidi, Gentamicina solfato L.F.M. soluzione iniettabile è potenzialmente nefrotossica. Il rischio di nefrotossicità aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalità renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata.
Pazienti anziani possono avere una riduzione della funzione renale, che puĂ² non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l’azotemia o la creatinina sierica. L’esame della clearance creatininica puĂ² risultare piĂ¹ utile. Ăˆ particolarmente importante in tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina, come con altri aminoglicosidi.
In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina è stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica.
Al fine di evitare gli eventi avversi si raccomanda di monitorare continuamente (prima, durante e dopo) la funzionalitĂ renale (creatinina sierica, clearance della creatinina), la funzionalitĂ vestibolare e della coclea come anche i parametri epatici e di laboratorio.
I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale tossicitĂ associata con il loro utilizzo.
Poiché i pazienti anziani e i bambini possono essere particolarmente a rischio, è consigliabile mantenerli sotto stretto controllo clinico.
Nei pazienti con significativa obesitĂ , si consiglia di monitorare le concentrazioni sieriche di gentamicina e di ridurne la dose.
E’ possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare (ottavo nervo cranico), con possibili effetti sull’equilibrio e sull’udito. La reazione ototossica piĂ¹ comune è il danno vestibolare. La perdita dell’udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell’acuitĂ uditiva alle alte frequenze ed è di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti sono preesistenti danni della funzione renale o un’anamnesi di danno a carico dell’ottavo nervo cranico; inoltre il rischio aumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall’associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici sono: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell’orecchio (tinnito), vertigine e meno comune la perdita dell’udito
Il meccanismo vestibolare puĂ² essere colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 µg/ml. E’ di solito reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose. (vedere anche paragrafo 4.8).
L’urina deve essere esaminata per l’eventuale riduzione del peso specifico, l’aumento dell’escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Occorre determinare periodicamente l’azoto ureico e l’azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Se fattibile, si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicitĂ (confusione, vertigini, tinnito, ronzii auricolari o perdita dell’udito) o nefrotossicitĂ occorre modificare la posologia o interrompere il farmaco.
Al pari degli altri aminoglicosidi, in rari casi modifiche della funzionalitĂ renale o dell’ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia.
Se possibile, le concentrazioni sieriche degli aminoglicosidi devono essere monitorate al fine di assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, occorre aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, occorre modificare le dosi in modo da evitare livelli sopra i 2 mcg/ml.
Picchi eccessivi e/o concentrazioni sieriche di aminoglicosidi troppo elevate possono aumentare il rischio di tossicitĂ renale o dell’ottavo nervo cranico.
In pazienti con ustioni estese, l’alterata farmacocinetica puĂ² comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come base per modificare il dosaggio.
Come per altri aminoglicosidi, si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici.
L’uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico o topico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossici deve essere evitato (vedere 4.5). Se l’utilizzo di queste associazioni è necessario, occorre sorvegliare strettamente le funzioni renali con test di laboratorio appropriati. L’etĂ avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicitĂ per i pazienti.
Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati nel gatto trattato con dosi elevate (40 mg/kg) di gentamicina. La possibilitĂ che tali fenomeni accadano nell’uomo va tenuta in considerazione se la gentamicina è somministrata per qualsiasi via a pazienti in trattamento con farmaci bloccanti neuromuscolari, quali succinilcolina, tubocurarina o decametonio, anestetici o trasfusioni massive di sangue contenente citrato come anticoagulante. In caso si manifesti blocco neuromuscolare, l’utilizzo di sali di calcio puĂ² rendere reversibile tale fenomeno.
Gli aminoglicosidi si devono utilizzare con cautela in pazienti con disturbi neuromuscolari, quali miastenia grave, parkinsonismo o botulismo infantile, poichè tali farmaci possono in via teorica
aggravare la debolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-simile sulle sinapsi neuromuscolari.
Ăˆ dimostrata una allergenicitĂ crociata fra aminoglicosidi. Durante il trattamento i pazienti devono essere ben idratati.
Il trattamento con gentamicina puĂ² comportare la crescita eccessiva di microorganismi insensibili al farmaco. Se questo accade, è indicata una terapia appropriata.
Molto raramente, a seguito dell’uso di aminoglicosidi, compresa gentamicina, sono stati riportati sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica.
Diarrea e colite pseudomembranosa sono state osservate quando la gentamicina è associata con altri antibiotici. Queste diagnosi devono essere considerate in ogni paziente che sviluppa diarrea durante o subito dopo il trattamento. Gentamicina solfato L.F.M. deve essere interrotto se una diarrea grave e/o diarrea sanguinosa si presenta durante il trattamento e deve essere iniziata la terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi (vedere paragrafo 4.8).
Informazioni importanti su alcuni eccipienti:
Questo medicinale contiene:
sodio metabisolfito. Raramente puĂ² causare gravi reazioni di ipersensibilitĂ e broncospasmo.
propile p-idrossi beanzoato e metile p-idrossi benzoato. PuĂ² causare reazioni allergiche (anche ritardate) e, eccezionalmente, broncospasmo.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
E’ stata dimostrata un’allergenicità crociata fra aminoglicosidi.
E’ stato riferito un aumento della nefrotossicità potenziale della gentamicina in seguito della somministrazione, susseguente o contemporanea, di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomicina, vancomicina e altri aminoglicosidi.
Un aumento della nefrotossicità è stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine.
L’uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicitĂ . Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicitĂ degli aminoglicosidi alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti.
In caso di farmaci contenenti cisplatino, si tenga presente che la nefrotossicitĂ di gentamicina puĂ² aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazione di queste sostanze.
Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantitĂ significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicitĂ di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.
Sebbene non sia stato riferito nella pratica clinica nessun caso di blocco neuromuscolare nĂ© con gentamicina nĂ© con altri aminoglicosidici, l’attivitĂ di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina o durante trasfusioni massive di sangue citrato. Qualora la gentamicina venga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare puĂ² essere amplificato e prolungato se si utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. In considerazione dell’aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione. Qualora si verificasse, il blocco puĂ² essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio.
La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, di altri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puĂ² accrescere il rischio di tali effetti.
Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci.
Gli aminoglicosidi possono aumentare l’effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato in concomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L’anestesista deve essere messo a conoscenza dell’uso di aminoglicosidi prima di un intervento chirurgico.
In vitro l’associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puĂ² causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillinosimile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si è verificata una riduzione dell’emivita o dei livelli plasmatici dell’aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed anche in alcuni soggetti con funzionalitĂ renale normale. E’ stata osservata una riduzione dell’emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina.
Nei neonati, l’indometacina potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di gentamicina. L’uso concomitante con i farmaci anticoagulanti orali puĂ² aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati puĂ² aumentare il rischio di ipocalcemia.
La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica puĂ² aumentare il rischio di tossicitĂ dovuto a blocco neuromuscolare.
Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l’effetto della gentamicina.
04.6 Gravidanza e allattamento
Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sorditĂ congenita bilaterale irreversibile in bambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi, incluso Gentamicina solfato L.F.M., durante la gravidanza.
Se Gentamicina solfato L.F.M. viene somministrato durante la gravidanza o se la paziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume Gentamicina solfato L.F.M., la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva del neonato.
In donne che allattano, Gentamicina solfato L.F.M. è escreto nel latte materno in piccole quantitĂ . Il neonato allattato al seno puĂ² sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l’interruzione dell’allattamento al seno. Tenere presente la possibilitĂ di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorre decidere se interrompere l’allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazione l’importanza del farmaco per la madre.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Il paziente deve essere informato che gentamicina solfato puĂ² alterare la capacitĂ di guidare veicoli o di usare macchinari, a causa di alcuni effetti indesiderati riscontrati, come ad esempio, capogiri, vertigini, riduzione della sensibilitĂ uditiva, torpore (vedere paragrafo 4.5).
04.8 Effetti indesiderati
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di gentamicina, organizzati secondo la
classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati.
Patologie renali ed urinarie
Proteinuria
Compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta, iperfosfaturia, aumento dell’azotemia (reversibile), Sindrome simil Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica in pazienti trattati con dosi elevate per un periodo prolungato. Le anormalitĂ nei valori dei test clinici di laboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica.
Patologie dell’orecchio
Ronzii, riduzione della sensibilitĂ uditiva che puĂ² essere irreversibile. Perdita irreversibile dell’udito, sorditĂ
Patologie del sistema nervoso
Convulsioni, allucinazioni, attacchi epilettici, vertigini, tinnito, torpore, parestesie, fascicolazioni, sindrome tipo miastenia gravis, febbre, cefalea, polineuropatie, encefalopatia, blocco neuromuscolare, capogiri.
Disturbi psichiatrici
Confusione, depressione, sindrome cerebrale organica acuta, allucinazioni.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Depressione respiratoria. Patologie dell’occhio Disturbi della visione.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Danno vestibolare, perdita dell’udito, malattia di Ménière, tinnito, vertigini.
Patologie gastrointestinali
Anoressia, perdita di peso, nausea, vomito, scialorrea, stomatite, stati transitori di epatomegalia, colite pseudomembranosa
Patologie vascolari Ipertensione, ipotensione. Disturbi del sistema immunitario
Reazioni di ipersensibilitĂ di gravitĂ variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilitĂ (anafilassi) fino allo shock anafilattico.
Esami diagnostici
Aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio; alterazioni dei tests di funzionalitĂ renale.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore alle articolazioni.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Febbre, cefalea. Dolore nel sito di iniezione, atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale.
Infezioni ed infestazioni
Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, porpora, alopecia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo
04.9 Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio o di reazioni tossiche, l’emodialisi consentirĂ una rapida rimozione della gentamicina dal plasma.
La percentuale di rimozione è considerevolmente inferiore con la dialisi peritoneale. Nei neonati possono essere effettuate trasfusioni di sangue. Queste procedure sono particolarmente importanti nei pazienti con insufficienza renale.
Trattamento del blocco neuromuscolare:
In caso di blocco neuromuscolare (normalmente causato da interazioni, vedere paragrafo 4.5), è consigliabile somministrare cloruro di calcio e, se necessario, ricorrere alla respirazione artificiale.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: antibatterici aminoglicosidici, codice ATC: J01GB03 AttivitĂ
antibatterica
Gentamicina solfato L.F.M. è un antibiotico che agisce alterando la sintesi proteica dei microrganismi sensibili. E’ attivo a basse concentrazioni su una vasta gamma di germi patogeni Gram-positivi e Gram-negativi, ivi compresi Pseudomonas aeruginosa, E. coli, batteri del gruppo Klebsiella– Enterobacter– Serratia, Citrobacter spp., Providencia spp., Proteus spp., indolo-positivi e indolo-negativi (P. mirabilis, P. morganii, P. rettgeri, P. vulgaris), Staphylococcus penicillinasi- produttore e non, inclusi i ceppi meticillino-resistenti. Gentamicina solfato L.F.M. è attivo in vitro su Salmonella spp., Shigella spp. e Neisseria gonorrhoeae.
Generalmente resistenti agli aminoglicosidi sono gli streptococchi, in particolare quelli del gruppo D e i germi anaerobi (Bacteroides, Clostridium spp). Sinergismo d’azione è stato osservato nei confronti della maggior parte dei ceppi di Streptococcus feacalis (Enterococcus) e di Pseudomonas aeruginosa, rispettivamente con l’associazione di Gentamicina solfato L.F.M. a penicillina G e di Gentamicina solfato L.F.M. a carbenicillina o ticarcillina.
L’associazione di Gentamicina solfato L.F.M. ad antibiotici betalattamici si è dimostrata sinergica anche su altri microrganismi Gram-negativi.
ProprietĂ
05.2 ProprietĂ farmacocinetiche
I livelli sierici battericidi dopo somministrazione intramuscolare di gentamicina si raggiungono molto rapidamente (30-90 minuti), le concentrazioni efficaci persistono mediamente per 6-8 ore.
La gentamicina viene escreta in forma immodificata quasi completamente attraverso il rene, per filtrazione glomerulare, con una clearance simile a quella della creatinina endogena: ne derivano concentrazioni urinarie dell’antibiotico dell’ordine del 70% o piĂ¹ della dose somministrata, entro le 24 ore.
Il picco sierico di gentamicina in mcg/ml corrisponde in genere a 4 volte la singola dose intramuscolare in mg/kg (4 mcg/ml per una dose di 1 mg/kg) per individui adulti di peso vicino al peso ideale.
Nei bambini le concentrazioni sieriche risultano proporzionalmente inferiori per il maggior volume
di distribuzione del farmaco.
L’emivita sierica di Gentamicina solfato L.F.M. è di 1-2 ore nei pazienti con funzionalitĂ renale normale ed è strettamente correlata alla clearance della creatinina e alla creatininemia. Il legame alle proteine sieriche è basso. La somministrazione di 1 mg/kg ogni 8 ore o di 1,5 mg/kg ogni 12 ore non determina accumulo nel siero di pazienti adulti con funzionalitĂ renale normale.
Non vi è evidenza di accumulo di gentamicina dopo 10 gg di trattamento.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Studi di tossicitĂ acuta nel topo, impiegando gentamicina in soluzione acquosa, hanno dato le seguenti DL50:
485 mg/kg sottocute
430 mg/kg endoperitoneo
75 mg/kg endovena
> 9050 mg/kg orale
La gentamicina non presenta analogie strutturali con composti di accertata azione cancerogena. Negli studi di tossicitĂ cronica e durante le sperimentazioni cliniche non ha mai evidenziato fenomeni atti a far supporre potenzialitĂ cancerogenetica.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Metile p-idrossi benzoato, propile p-idrossi benzoato, sodio edetato, sodio metabisolfito, sodio idrossido, acido cloridrico diluito come agente tamponante, acqua per preparazioni iniettabili q.b. a ml 2.
06.2 Incompatibilità
Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci
In vitro l’associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puĂ² causare una reciproca inattivazione.
E’ stata inoltre riportata incompatibilitĂ con dopamina cloridrato e, pertanto, miscele con questo medicinale devono essere evitate.
06.3 Periodo di validità
4 anni.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nella confezione originale per riparare il medicinale dalla luce.
06.5 Natura e contenuto della confezione
3 fiale di vetro confezionate in astuccio di cartone.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformitĂ alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
COMMERCIO LABORATORIO FARMACOLOGICO MILANESE S.r.1.- Via Monterosso 273, 21042 Caronno Pertusella (VA).
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
AIC n. 030211039.
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data di prima autorizzazione: 17 dicembre 1993. Data dell’ultimo rinnovo: giugno 2008
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-