Duavive: effetti collaterali e controindicazioni

Duavive: effetti collaterali e controindicazioni

Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale (Estrogeni Coniugati + Bazedoxifene Acetato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

DUAVIVE è indicato per il trattamento dei sintomi da deficit di estrogeni nelle donne postmenopausali, non isterectomizzate (dopo almeno 12 mesi dall’ultimo ciclo mestruale) per le quali la terapia contenente progestinici non sia appropriata.

L’esperienza nel trattamento di donne di età superiore ai 65 anni è limitata.

Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale: controindicazioni

Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Cancro della mammella accertato, sospetto o pregresso.

Tumori maligni estrogeno-dipendenti accertati, pregressi o sospetti (ad es. cancro dell’endometrio).

Sanguinamento genitale non diagnosticato.

Iperplasia dell’endometrio non trattata.

Tromboembolia venosa in atto o pregressa (ad es. trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi della vena retinica).

Disturbi trombofilici accertati (ad es. deficit di proteina C, di proteina S o di antitrombina, vedere paragrafo 4.4).

Malattia tromboembolica arteriosa in atto o pregressa (ad es. infarto miocardico, ictus).

Epatopatia acuta o anamnesi di epatopatia nel caso in cui le prove di funzionalità epatica non siano tornate alla normalità.

EC/BZA non deve essere assunto da donne in età fertile o in allattamento (vedere paragrafì 4.6 e 5.3).

Porfiria.

Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale: effetti collaterali

Riepilogo del profilo di sicurezza

La reazione avversa segnalata più comunemente è stato il dolore addominale, che si è presentato in oltre il 10% delle pazienti degli studi clinici.

Raramente (meno di 1 caso ogni 1.000 pazienti) possono verificarsi eventi tromboembolici venosi seri. Elenco in formato tabulare delle reazioni avverse

La tabella che segue riporta le reazioni avverse osservate con EC/BZA (n = 3.168) durante studi clinici controllati con placebo. Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (? 1/10); comuni (? 1/100, < 1/10), non comuni (? 1/1.000, < 1/100) o rare (? 1/10.000, <1/1.000).

Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Molto comune Comune Non comune Rara
Infezioni ed infestazioni Candidiasi vulvovaginale
Patologie vascolari Eventi tromboembolici venosi (comprese embolia polmonare, trombosi della vena retinica, trombosi venosa profonda e tromboflebite).
Patologie gastrointestinali Dolore addominale Costipazione; diarrea; nausea
Patologie epatobiliari Colecistite
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari
Esami diagnostici Trigliceridi ematici aumentati

Descrizione di determinate reazioni avverse
Rischio di cancro della mammella
Il rischio di cancro della mammella associato all’impiego di soli estrogeni è segnalato in diversi studi.
Qualsiasi aumento di rischio per coloro che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni è notevolmente inferiore rispetto a quello che si osserva in coloro che impiegano associazioni di estrogeno-progestinico.
Il livello del rischio dipende dalla durata di utilizzo (vedere paragrafo 4.4).
Sono presentati i risultati del maggiore studio randomizzato controllato con placebo (studio WHI) e del maggiore studio epidemiologico (Million Women Study, MWS).
Braccio con trattamento con soli estrogeni (ET) dello studio WHI negli Stati Uniti – rischio aggiuntivo di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo

Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET in un periodo di 5 anni (IC al 95%)
Solo estrogeni coniugati equini
50-79 21 0,8 (0,7-1,0) -4 (-6-0)*

*Studio WHI in donne isterectomizzate, che non hanno mostrato un aumento del rischio di cancro della mammella

Studio MWS (braccio di trattamento con solo estradiolo) – rischio aggiuntivo stimato di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo

Intervallo di età (anni) Casi aggiuntivi su 1.000 donne mai trattate con terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni* Rapporto di rischio# Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET in un periodo di 5 anni (IC al 95%)
Solo estradiolo
50-65 9-12 1,2 1-2 (0-3)

*Dato preso dai tassi basali di incidenza nei paesi sviluppati

#Rapporto di rischio globale. Il rapporto di rischio non è costante, ma aumenta in funzione della durata di utilizzo.

Rischio di cancro dell’endometrio

Donne postmenopausali non isterectomizzate

Il rischio di cancro dell’endometrio è di circa 5 casi su 1.000 donne non isterectomizzate che non utilizzano una terapia ormonale sostitutiva.

Nelle donne non isterectomizzate, l’impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni non è raccomandata perché determina un aumento del rischio di cancro dell’endometrio (vedere paragrafo 4.4). A seconda della durata della terapia con solo estrogeno e della dose impiegata, l’aumento del rischio di cancro dell’endometrio negli studi epidemiologici variava tra i 5 e i 55 casi supplementari diagnosticati ogni 1.000 donne di età compresa tra 50 e 65 anni.

EC/BZA contiene bazedoxifene, che riduce il rischio di iperplasia dell’endometrio, che si può presentare con l’impiego di soli estrogeni (vedere paragrafo 4.4). L’iperplasia dell’endometrio potrebbe essere un precursore del cancro dell’endometrio.

Cancro dell’ovaio

L’impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni è stato associato a un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro dell’ovaio (vedere paragrafo 4.4).

Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro dell’ovaio nelle donne in trattamento con una terapia ormonale sostitutiva rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56). Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni, l’assunzione di un trattamento ormonale sostitutivo di 5 anni determina circa 1 diagnosi aggiuntiva su

2.000 donne trattate. Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una terapia ormonale sostitutiva, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell’ovaio nell’arco di 5 anni.

Rischio di tromboembolia venosa

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi con bazedoxifene (età media = 66,5 anni), il tasso di TEV su 1.000 anni-donna durante il periodo dello studio della durata di 3 anni è stato di 2,86 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,76 nel gruppo del placebo; durante il periodo dello studio della durata di 5 anni è stato di 2,34 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e 1,56 nel gruppo del placebo. Dopo 7 anni il tasso di TEV su 1.000 anni-donna è stato di 2,06 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,36 nel gruppo del placebo.

È noto che gli estrogeni determinano un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.4). La comparsa di tale reazione è più probabile nel primo anno di trattamento. Di seguito sono riassunti i dati provenienti dai maggiori studi randomizzati:

Studi WHI, braccio di trattamento con soli estrogeni – rischio aggiuntivo di TEV su 5 anni di utilizzo

Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su
1.000 donne nel braccio ET
Solo estrogeni orali*
50-59 7 1,2 (0,6-2,4) 1 (-3-10)

*studio su donne isterectomizzate

Rischio di ictus ischemico

La terapia a base di soli estrogeni è associata a un rischio relativo di ictus ischemico fino a 1,5 volte superiore. Tale rischio relativo non è dipendente dall’età o dalla durata di utilizzo, ma poiché il rischio al basale dipende fortemente dall’età, il rischio globale di ictus nelle donne che assumono una terapia a base di estrogeni aumenterà con l’età (vedere paragrafo 4.4). Il rischio aggiuntivo di ictus ischemico su un periodo di cinque anni di utilizzo è stato valutato nel corso del più grande studio randomizzato su donne isterectomizzate (WHI) di età compresa tra 50 e 59 anni.

Studi WHI combinati – rischio aggiuntivo di ictus ischemico* in 5 anni di utilizzo

Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su
1.000 utilizzatrici di terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni
50-59 8 1,3 (1,1-1,6) 3 (1-5)

*non è stata effettuata alcuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico.

Reazioni avverse segnalate durante il trattamento con EC e/o bazedoxifene in monoterapia

Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (? 1/10), comuni (? 1/100, < 1/10), non comuni (? 1/1.000, < 1/100), rare (? 1/10.000, < 1/1.000), molto rare (< 1/10.000), non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Reazioni avverse osservate durante il trattamento con EC in monoterapia

Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Comune Non comune Rara Molto rara
Infezioni ed infestazioni Vaginite
Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi) Potenziamento della crescita di meningioma benigno; mastopatia fibrocistica Ingrandimento di emangioma epatico
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità Angioedema; reazioni anafilattiche/ana filattoidi; orticaria
Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Comune Non comune Rara Molto rara
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Intolleranza al glucosio Esacerbazione della porfiria; ipocalcemia (in pazienti con malattia che può predisporre a grave ipocalcemia)
Disturbi psichiatrici Demenza; depressione; umore alterato; variazioni della libido Irritabilità
Patologie del sistema nervoso Emicrania; cefalea; capogiro; nervosismo Esacerbazione dell’epilessia Esacerbazione della corea
Patologie dell’occhio. Intolleranza a lenti a contatto
Patologie cardiache Infarto miocardico
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Esacerbazione dell’asma
Patologie gastrointestinali Nausea Pancreatite; colite ischemica; vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia Irsutismo; eruzione cutanea; prurito; cloasma Eritema multiforme; eritema nodoso
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto
connettivo
Artralgia; crampi alla gamba
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Dolore, dolorabilità, ingrandimento e secrezioni mammarie; leucorrea Variazioni dell’ectropion e delle secrezioni della cervice Dolore pelvico
Esami diagnostici Variazioni ponderali (aumento o diminuzione) Aumenti della pressione arteriosa

Reazioni avverse osservate durante il trattamento con bazedoxifene in monoterapia

Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Molto comune Comune Non comune Non nota
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità
Patologie del sistema nervoso Sonnolenza
Patologie dell’occhio. Trombosi della vena retinica Acuità visiva ridotta, visione offuscata, fotopsia, riduzione del campo visivo, alterazione della vista, secchezza oculare, edema delle palpebre, blefarospasmo, dolore oculare e tumefazione oculare
Patologie cardiache Palpitazioni
Patologie vascolari Vampata di calore Trombosi venosa profonda, tromboflebite superficiale
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Embolia polmonare
Patologie gastrointestinali Bocca secca
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Orticaria, eruzione cutanea, prurito
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari (compresi crampi alla gamba)
Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Molto comune Comune Non comune Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico
Esami diagnostici Trigliceridi ematici aumentati, alanina amminotransferas i aumentata, aspartato amminotransferas i aumentata

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Duavive 5 mg 20 mg compressa a ril modificato uso orale: avvertenze per l’uso

Nel trattamento dei sintomi postmenopausali, la terapia con EC/BZA deve essere iniziata esclusivamente per sintomi che influenzano negativamente la qualità della vita. In tutti i casi, dovrà essere effettuata un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici almeno una volta all’anno e il trattamento dovrà essere proseguito solo nel caso in cui i benefici superino i rischi.

Le donne che assumono EC/BZA non devono assumere progestinici, altri estrogeni o modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM, selective oestrogen receptor modulator).

DUAVIVE (EC/BZA) non è stato studiato nel trattamento della menopausa precoce. Esame medico/follow up

Prima di iniziare o riprendere il trattamento con EC/BZA, si deve raccogliere un’anamnesi personale e familiare completa. L’esame obiettivo (comprendente pelvi e mammelle) deve essere guidato dall’anamnesi e dalle controindicazioni e precauzioni per l’impiego. Durante il trattamento, si raccomanda di effettuare controlli periodici di natura e frequenza modulate sulle necessità della singola paziente. Le donne devono essere informate circa le modificazioni delle mammelle da segnalare al medico o all’infermiere (vedere dì seguìto ‘Cancro della mammella’). Dovranno essere effettuati esami diagnostici, compresi opportuni esami di imaging quali la mammografia, in conformità alle procedure di screening attualmente accettate, modificate in funzione delle necessità cliniche della singola paziente.

Condizioni che necessitano di monitoraggio

Se è presente una qualsiasi delle seguenti condizioni, se si è verificata in precedenza e/o si è aggravata durante la gravidanza o trattamenti ormonali precedenti, la paziente dovrà essere monitorata attentamente. Si deve tenere presente che queste condizioni potrebbero ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento con EC/BZA, in particolare:

Leiomioma (fibromi dell’utero) o endometriosi

Fattori di rischio per disturbi tromboembolici (vedere dì seguìto)

Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, ad esempio ereditarietà di 1° grado per il cancro della mammella

Ipertensione

Patologie epatiche (ad esempio adenoma del fegato)

Diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare

Colelitiasi

Emicrania o (grave) cefalea

Lupus eritematoso sistemico

Anamnesi di iperplasia dell’endometrio (vedere dì seguìto)

Epilessia

Asma

Otosclerosi Motivi per un’immediata sospensione della terapia

La terapia deve essere interrotta nel caso in cui venga scoperta una controindicazione (ad esempio tromboembolia venosa, ictus e gravidanza) e nelle seguenti situazioni:

Ittero o deterioramento della funzionalità epatica

Aumento significativo della pressione arteriosa

Nuova insorgenza di cefalea tipo emicrania Iperplasia e carcinoma dell’endometrio

Nelle donne con utero intatto, il rischio di iperplasia e di carcinoma dell’endometrio aumenta in seguito alla somministrazione di soli estrogeni per periodi prolungati. L’aumento del rischio di cancro dell’endometrio segnalato tra le utilizzatrici di soli estrogeni è da 2 a 12 volte superiore rispetto alle non utilizzatrici, a seconda della durata del trattamento e della dose degli estrogeni. Dopo l’interruzione del trattamento il rischio può restare elevato per almeno 10 anni. Le donne che

assumono EC/BZA non devono assumere altri estrogeni perché questo potrebbe aumentare il rischio di iperplasia dell’endometrio e di carcinoma dell’endometrio.

L’aggiunta di bazedoxifene in EC/BZA riduce il rischio di iperplasia dell’endometrio, che può essere un precursore del carcinoma dell’endometrio.

Durante il trattamento si potrebbero verificare metrorragie da interruzione o perdite. Se le metrorragie da interruzione o le perdite si presentano dopo qualche tempo dall’inizio della terapia o continuano dopo che la terapia è stata interrotta, se ne dovrà accertare la causa, con esami che potrebbero comprendere una biopsia dell’endometrio per escludere la presenza di tumore maligno endometriale.

Cancro della mammella

L’evidenza generale suggerisce un possibile aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne che assumono una terapia a base di soli estrogeni; l’aumento del rischio dipende dalla durata della terapia.

Lo studio Women’s Health Initiative (WHI) non ha riscontrato nessun aumento del rischio di cancro della mammella in donne isterectomizzate che assumono una terapia a base di soli estrogeni.

Gli studi osservazionali hanno segnalato principalmente un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro della mammella, che è significativamente inferiore rispetto a quello riscontrato nelle donne che assumono associazioni di estrogeno-progestinico (vedere paragrafo 4.8). L’aumento del rischio diventa evidente entro qualche anno di impiego, ma ritorna a livelli basali entro alcuni anni (al massimo cinque) dall’interruzione del trattamento.

L’effetto di EC/BZA sul rischio di cancro della mammella non è noto. Cancro dell’ovaio

Il cancro dell’ovaio è molto più raro del cancro della mammella.

L’evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un leggero aumento del rischio nelle donne che assumono una terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni, che si manifesta entro 5 anni di utilizzo e si riduce con il tempo dopo l’interruzione.

Alcuni altri studi, incluso lo studio WHI, suggeriscono che l’uso di una terapia ormonale sostitutiva combinata può essere associato a un rischio simile o leggermente inferiore (vedere paragrafo 4.8).

L’effetto di EC/BZA sul rischio di cancro dell’ovaio non è noto. Tromboembolia venosa (TEV)

Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, condotti in donne postmenopausali con EC/BZA, sono stati segnalati casi di TEV (vedere paragrafo 4.8). Se si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente.

I SERM (compreso il bazedoxifene) e gli estrogeni determinano individualmente un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.8).

La terapia ormonale è associata a un aumento di 1,3-3 volte del rischio di sviluppo di TEV. La comparsa di un tale evento è più probabile nel primo anno di terapia ormonale sostitutiva che successivamente (vedere paragrafo 4.8).

Le pazienti affette da condizioni trombofiliche sono soggette a un rischio maggiore di TEV e la terapia ormonale può aumentare tale rischio. L’impiego di EC/BZA è controindicato in queste pazienti

(vedere paragrafo 4.3).

I fattori di rischio generalmente riconosciuti per la TEV comprendono impiego di estrogeni, età avanzata, intervento chirurgico maggiore, immobilizzazione prolungata, obesità (IMC > 30 kg/m2), periodo della gravidanza/postparto, lupus eritematoso sistemico (LES) e cancro. Non esiste unanimità relativamente al possibile ruolo delle vene varicose nella TEV. Come per tutti i pazienti postoperatori, devono essere prese in considerazione misure profilattiche per prevenire l’insorgenza di TEV in seguito a un intervento chirurgico. Se si prevede un’immobilizzazione prolungata a seguito di chirurgia elettiva, si raccomanda di sospendere temporaneamente l’impiego di EC/BZA da 4 a 6 settimane prima. Il trattamento non dovrà ricominciare fino a quando la paziente non avrà riacquistato una completa mobilità. Inoltre, alle donne che assumono EC/BZA deve essere consigliato di fare periodicamente del movimento durante i viaggi che comportino un’immobilizzazione prolungata.

Alle donne che non presentano anamnesi personale di TEV, ma che hanno un parente di primo grado con anamnesi di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo un attento counselling sulle limitazioni dello stesso (solo una parte dei difetti trombofilici viene identificata dallo screening). Se si identifica un difetto trombofilico correlato alla trombosi in membri della famiglia o se il difetto è “grave” (ad esempio deficit di antitrombina, di proteina S, di proteina C o una combinazione di difetti) la terapia ormonale è controindicata.

Per le donne che seguono già una terapia anticoagulante cronica è necessaria un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici della terapia ormonale.

Se dopo l’inizio della terapia si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente. Le donne devono essere avvisate di contattare immediatamente il medico se avvertono un potenziale sintomo tromboembolico (ad es. tumefazione dolorosa di una gamba, improvviso dolore al torace, dispnea).

Malattia coronarica

Studi controllati randomizzati non hanno mostrato evidenza di protezione dall’infarto miocardico nelle donne affette o meno da malattia coronarica, trattate con terapia a base di soli estrogeni. Dati randomizzati controllati non hanno indicato un aumento del rischio di malattia coronarica nelle donne isterectomizzate che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni.

Ictus ischemico

La terapia a base di soli estrogeni è associata a un aumento fino a 1,5 volte del rischio di ictus ischemico. Il rischio relativo non cambia con l’età o il tempo trascorso dalla menopausa. Tuttavia, poiché il rischio di ictus al basale è fortemente dipendente dall’età, il rischio complessivo per le donne che assumono una terapia ormonale aumenterà con l’età (vedere paragrafo 4.8).

L’effetto di EC/BZA sul rischio di ictus non è noto.

Se si dovesse verificare o sospettare un ictus, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente (vedere paragrafo 4.3).

Altre condizioni

Gli estrogeni possono causare ritenzione di liquidi e quindi le pazienti affette da disfunzione cardiaca o renale devono essere monitorate attentamente durante il trattamento con EC/BZA.

Le pazienti affette da insufficienza renale terminale devono essere strettamente controllate perché ci si aspetta che il livello dei componenti estrogenici circolanti di EC/BZA sarà maggiore. L’impiego in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafì 4.2 e 5.2).

Le donne con ipertrigliceridemia pre-esistente dovranno essere seguite attentamente durante il trattamento con estrogeni perché sono stati segnalati rari casi di forti aumenti dei trigliceridi plasmatici, che hanno portato a sviluppo di pancreatite con la terapia

estrogenica in presenza di questa condizione. L’associazione EC/BZA non è stata studiata in donne con livelli basali di trigliceridi >300 mg/dl (>3,4 mmol/l). Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, l’uso di EC/BZA è stato associato a un aumento della concentrazione di trigliceridi sierici di circa il 16% al mese 12 e del 20% al mese 24 rispetto al basale. Di conseguenza, occorre prendere in considerazione l’effettuazione del monitoraggio annuale dei livelli di trigliceridi sierici.

L’uso di EC/BZA non è stato studiato in pazienti con funzionalità epatica ridotta (vedere paragrafì 4.2 e 5.2) o anamnesi di ittero colestatico. Gli estrogeni potrebbero essere scarsamente metabolizzati nelle donne con funzionalità epatica ridotta. Nelle donne con anamnesi di ittero colestatico associato a uso pregresso di estrogeni o a gravidanza si dovrà prestare cautela e, in caso di recidiva, EC/BZA dovrà essere interrotto.

È stato segnalato un aumento da 2 a 4 volte del rischio di colecistopatia con necessità di intervento chirurgico in donne postmenopausali che assumevano estrogeni (vedere paragrafo 4.8). Monitorare attentamente le pazienti trattate con EC/BZA per identificare i segni di sviluppo di malattia della colecisti.

Gli estrogeni determinano un aumento della globulina di legame tiroidea (TBG, thyroid binding globulin), che causa un incremento dell’ormone tiroideo totale circolante, misurato in termini di iodio legato alle proteine (PBI, protein-bound iodine), livelli di T4 (mediante colonna o dosaggio radioimmunologico) o livelli di T3 (mediante dosaggio radioimmunologico). La captazione di T3 su resina è ridotta e riflette l’elevata globulina di legame tiroidea. Le concentrazioni di T4 e di T3 liberi sono inalterate. Possono risultare elevati i livelli sierici di altre proteine di legame, quali la globulina legante i corticosteroidi (CBG, corticoid binding globulin) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG, sex-hormone-binding globulin), che determinano un aumento rispettivamente dei corticosteroidi e degli ormoni sessuali circolanti. Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente attivi sono invariate. Altre proteine plasmatiche possono risultare aumentate (angiotensinogeno/substrato della renina, alfa-1 antitripsina, ceruloplasmina).

L’impiego di una terapia a base di estrogeni non migliora le funzioni cognitive. Esistono alcune evidenze di un aumento del rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano l’impiego di una terapia continuata a base di soli estrogeni a un’età superiore ai 65 anni.

L’effetto di EC/BZA sul rischio di demenza non è noto. Contenuto di eccipienti

Questo medicinale contiene lattosio, saccarosio, glucosio (in polidestrosio e maltitolo liquido) e sorbitolo (in polidestrosio).

Lattosio, saccarosio e glucosio

Le pazienti che soffrono di rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficit totale di lattasi, di intolleranza al fruttosio, di malassorbimento di glucosio-galattosio o di deficit della sucrasi- isomaltasi non devono assumere questo medicinale.

Sorbitolo

Questo medicinale contiene sorbitolo, che può influire sulla biodisponibilità di altri medicinali somministrati in concomitanza. Si deve tenere in considerazione l’effetto additivo di tutte le fonti di sorbitolo da altri medicinali somministrati in contemporanea e dall’alimentazione.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco