Invirase: effetti collaterali e controindicazioni

Invirase: effetti collaterali e controindicazioni

Invirase 200 mg capsule rigide (Saquinavir Mesilato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Invirase è indicato per il trattamento di pazienti adulti con infezione da HIV-1. Invirase deve essere somministrato solo in associazione con ritonavir e altri medicinali antiretrovirali (vedere paragrafo 4.2).

Invirase 200 mg capsule rigide: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Invirase 200 mg capsule rigide ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Invirase 200 mg capsule rigide, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Invirase 200 mg capsule rigide: controindicazioni

Invirase è controindicato in pazienti affetti da:

ipersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 malattia epatica scompensata (vedere paragrafo 4.4) prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito e documentato squilibri elettrolitici, in particolare ipokaliemia non corretta bradicardia clinicamente rilevante

insufficienza cardiaca clinicamente rilevante con riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra anamnesi remota di aritmia sintomatica

terapia concomitante con uno qualsiasi dei seguenti medicinali che possono dare luogo ad interazioni farmacologiche e ad effetti indesiderati potenzialmente pericolosi per la vita (vedere paragrafì 4.4, 4.5 e 4.8):

– medicinali che prolungano l’intervallo QT e/o PR (vedere paragrafì 4.4 e 4.5)

midazolam somministrato per via orale (per le avvertenze relative a midazolam somministrato per via parenterale, vedere paragrafo 4.5), triazolam (potenziale effetto di sedazione prolungata o aumentata, depressione respiratoria)

simvastatina, lovastatina (aumentato rischio di miopatia, inclusa rabdomiolisi)

– alcaloidi della segale cornuta (ad es. ergotamina, diidroergotamina, ergonovina e metilergonovina) (possibilitĂ  di tossicitĂ  acuta provocata dalla segale cornuta)

rifampicina (rischio di tossicità epatocellulare grave) (vedere paragrafì 4.4, 4.5 e 4.8)

quetiapina (richio di coma, vedere paragrafo 4.5).

Invirase 200 mg capsule rigide: effetti collaterali

a. Riassunto del profilo di sicurezza :

Sono disponibili dati limitati provenienti da due studi clinici in cui, per almeno 48 settimane in 311 pazienti, è stata studiata la sicurezza di saquinavir capsule molli (1000 mg due volte al giorno) utilizzato in combinazione con ritonavir a basso dosaggio (100 mg due volte al giorno).

I seguenti eventi avversi con almeno una possibile relazione con saquinavir potenziato con ritonavir (quindi le reazioni avverse), sono stati quelli riportati più frequentemente: nausea, diarrea, astenia, vomito, flatulenza e dolore addominale.

Sono stati riportati i seguenti eventi avversi di gravità più elevata (grado 3 e 4): anemia, diabete mellito, diarrea, nausea, vomito, lipodistrofia acquisita e affaticamento.

Per raccomandazioni complete su aggiustamenti del dosaggio e reazioni avverse farmaco-associate per ritonavir ed altri medicinali utilizzati in associazione con saquinavir, i medici devono fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di ciascuno di questi medicinali.

b. Tabella delle reazioni avverse

Le reazioni avverse verificatesi in due studi registrativi di saquinavir capsule molli (1000 mg due volte al giorno), utilizzato in combinazione con ritonavir a basso dosaggio (100 mg due volte al giorno) per almeno 48 settimane sono riassunte nella Tabella 2. Inoltre sono incluse reazioni avverse gravi e non gravi provenienti dalle segnalazioni spontanee di post-marketing, per le quali non si può escludere una relazione causale a saquinavir.

Le reazioni avverse sono rappresentate in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. Le frequenze raggruppate in accordo alla classificazione MedDRA sono: Molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 a <1/10); non comune (≥1/1000 a < 1/100); raro (≥ 1/10.000 a < 1/1000); molto raro (<1/10.000) non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 2: Incidenza di reazioni avverse e marcate anomalie di laboratorio negli studi e nell’esperienza post-marketing in pazienti adulti.

Sistema corporeo Reazioni avverse
Frequenza dell’evento
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto Comune Diminuzione della conta piastrinica
Comune Anemia, emoglobina ridotta, diminuzione della conta dei linfociti, conta dei leucociti diminuita
Non comune Neutropenia
Patologie dell’occhio
Non comune Compromissione della visione
Disturbi del sistema immunitario
Comuni Ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune Aumento del colesterolo nel sangue, aumento dei trigliceridi nel sangue.
Comune Diabete mellito, anoressia, aumento dell’appetito
Non comune Riduzione dell’appetito
Disturbi psichiatrici
Comune Riduzione della libido, disturbi del sonno
Patologie del sistema nervoso
Comune Parestesia, neuropatia periferica, capogiro, disgeusia, cefalea
Non comune Sonnolenza, convulsioni
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune Dispnea
Disturbi gastrointestinali
Molto comune Diarrea, nausea
Comune Vomito, distensione addominale, dolore addominale, dolore nelle parti alte dell’addome, costipazione, bocca secca, dispepsia, eruttazioni, flatulenza, secchezza delle labbra, feci molli
Non comune Pancreatite
Patologie epatobiliari
Molto comune Aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento dell’aspartato aminotrasferasi, aumento delle lipoproteine a bassa densità
Comune Aumento della bilirubina nel sangue, aumento dell’amilasi nel sangue
Non comune Epatite, ittero
Patologie renali e urinarie
Comune Aumento della creatinina nel sangue
Non comune Compromissione renale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune Lipodistrofia acquisita, alopecia, secchezza della cute, eczema, lipoatrofia, prurito, rash
Non comune Sindrome di Stevens Johnson, dermatite bollosa
Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comune Spasmi muscolari
Patologie sistemiche e reazioni al sito di somministrazione
Comune Astenia, spossatezza, aumento della massa grassa, malessere
Non comune Ulcerazione della mucosa

c. Descrizione di reazioni avverse selezionate

Diabete mellito o iperglicemia, a volte associati con chetoacidosi sono stati riportati in pazienti trattati con inibitori della proteasi (vedere paragrafo 4.4).

la terapia antiretrovirale di associazione è stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti con infezione da HIV, inclusi la perdita di grasso sottocutaneo periferico e facciale, l’aumento del grasso addominale e viscerale, l’ipertrofia mammaria e l’accumulo di grasso dorsocervicale (gobba di bufalo).

La terapia antiretrovirale di associazione è stata associata ad anomalie metaboliche come ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino resistenza, iperglicemia e iperlattatemia (vedere paragrafo 4.4).

Sono stati riportati casi di aumento di episodi emorragici, comprendenti ematomi cutanei ed emartri spontanei, in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi (vedere paragrafo 4.4).

Sono stati riportati aumenti della CPK, mialgia, miosite e, raramente, rabdomiolisi con gli inibitori della proteasi, in particolare in associazione con analoghi nucleosidici.

Casi di osteonecrosi sono stati riportati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di associazione (CART). La frequenza di tali casi è sconosciuta (vedere paragrafo 4.4).

In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell’inizio della terapia antiretrovirale di associazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali. Nel contesto della riattivazione immunitaria è stato riportato anche il verificarsi di disturbi autoimmuni (come la malattia di Graves); tuttavia il tempo di insorgenza registrato è più variabile e questi eventi possono verificarsi anche molti mesi dopo l’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

d. Popolazione pediatrica

Sono disponibili dati limitati provenienti da uno studio pediatrico (NV20911, n=18) in cui è stata studiata la sicurezza di saquinavir capsule rigide (50 mg/kg due volte al giorno, non superare 1000 mg due volte al giorno) in combinazione con una bassa dose di ritonavir soluzione orale (3 mg/kg per peso corporeo dai 5 a < 15 kg, 2,5 mg/kg due volte al giorno per peso corporeo dai 15 ai 40 kg e 100 mg due volte al giorno per peso corporeo > 40 kg) in pazienti pediatrici di età compresa tra 4 mesi e 6 anni.

In questo studio, in quattro pazienti si sono manifestati cinque eventi avversi che sono stati correlati al trattamento in esame. Questi eventi sono stati: vomito (3 pazienti), dolore addominale (1 paziente), e diarrea (1 paziente). In questo studio non sono stati osservati eventi avversi inattesi.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Invirase 200 mg capsule rigide: avvertenze per l’uso

Aspetti da considerare prima di iniziare la terapia con Invirase: Invirase non deve essere utilizzato come unico inibitore della proteasi. Invirase deve essere usato solo in associazione con ritonavir (vedere paragrafo 4.2).

I pazienti devono essere informati che saquinavir non costituisce una cura dell’infezione da HIV e che essi possono continuare a sviluppare malattie associate all’infezione da HIV in fase avanzata, comprese le infezioni opportunistiche. BenchĂ© l’efficace soppressione virale ottenuta con la terapia antiretrovirale abbia dimostrato di ridurre sostanzialmente il rischio di trasmissione sessuale, non si puĂ² escludere un rischio residuo. Devono essere prese precauzioni per prevenire la trasmissione in conformitĂ  con le linee guida nazionali.

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I pazienti devono essere inoltre avvertiti che potrebbero manifestarsi effetti indesiderati associati alla somministrazione contemporanea di altri medicinali.

Anomalie della conduzione e della ripolarizzazione cardiache:

In volontari sani che hanno assunto Invirase potenziato con ritonavir (vedere paragrafo 5.1) sono stati osservati prolungamenti dose-dipendente degli intervalli QT e PR. Pertanto, l’utilizzo contemporaneo di Invirase potenziato con ritonavir e altri prodotti medicinali che prolungano l’intervallo QT e/o PR è controindicato (vedere paragrafo 4.3).

Dal momento che l’entità del prolungamento degli intervalli QT e PR aumenta con l’aumentare delle concentrazioni di saquinavir, non si devono superare le dosi raccomandate di Invirase potenziato con ritonavir. Invirase potenziato con ritonavir al dosaggio di 2000 mg una volta al giorno in associazione a ritonavir 100 mg una volta al giorno, non è stato studiato in relazione al rischio di prolungamento di QT e pertanto non è raccomandato. Si devono utilizzare con cautela altri medicinali noti per la loro capacità di aumentare le concentrazioni plasmatiche di Invirase potenziato con ritonavir.

Le donne ed i pazienti anziani possono essere piĂ¹ sensibili agli effetti farmaco-correlati sull’intervallo QT e/o PR.

•_Gestione clinica:

Deve essere considerata la possibilità di eseguire esami elettrocardiografici prima di iniziare la terapia ed in follow-up dopo l’inizio della terapia, ad esempio in pazienti che assumono contemporaneamente medicinali noti per aumentare l’esposizione a saquinavir (vedere paragrafo 4.5). Nel caso in cui insorgano segni o sintomi suggestivi di un’aritmia cardiaca, si deve eseguire un monitoraggio ECG continuo. Invirase potenziato con ritonavir deve essere interrotto se le aritmie vengono dimostrate, o se si verifica un prolungamento dell’intervallo QT o PR.

Pazienti che iniziano la terapia con Invirase potenziato con ritonavir:

– Prima dell’inizio della terapia deve essere eseguito un ECG: i pazienti con un intervallo QT > 450 msec non devono utilizzare Invirase potenziato con ritonavir.

– Per i pazienti con intervallo QT < 450 msec, si suggerisce di eseguire un ECG in corso di trattamento dopo circa 3-4 giorni di terapia. I pazienti che mostrano un successivo aumento dell’intervallo QT fino a > 480 msec o un prolungamento rispetto al valore pretrattamento > 20 msec devono interrompere Invirase potenziato con ritonavir.

Pazienti in terapia stabile con Invirase potenziato con ritonavir e che richiedono l’utilizzo contemporaneo di medicinali che possono incrementare l’esposizione di saquinavir o pazienti in terapia con medicinali che possono incrementare l’esposizione di saquinavir e necessitano di una contemporanea terapia con Invirase potenziato con ritonavir, quando non è disponibile una terapia alternativa e i benefici superano i rischi:

– Prima dell’inizio della terapia concomitante deve essere eseguito un esame ECG: i pazienti con intervallo QT > 450 msec non devono iniziare la terapia concomitante (vedere paragrafo 4.5).

– Per i pazienti con un valore basale di QT < 450 msec, deve essere eseguito un ECG in corso di trattamento. Per i pazienti che mostrano un successivo aumento dell’intervallo QT fino a > 480 msec o un aumento > 20 msec dopo l’inizio della terapia concomitante, il medico deve utilizzare il miglior giudizio clinico per interrompere o Invirase potenziato con ritonavir o la terapia concomitante oppure entrambi.

•_Informazioni essenziali per il paziente:

I medici prescrittori devono assicurarsi che i pazienti siano completamente informati relati^vamente alla seguenti informazioni sulle anomalie della conduzione e della ripolarizzazione cardiache:

– I pazienti che iniziano la terapia con Invirase potenziato con ritonavir devono essere avvertiti del rischio aritmogeno associato al prolungamento dell’intevallo QT e PR e deve essere chiesto loro di comunicare al medico curante qualsiasi segno o sintomo suggestivi di aritmia cardiaca (ad esempio palpitazioni toraciche, sincope, pre-sincope).

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– I medici devono chiedere informazioni relative a qualsiasi storia familiare nota di morte improvvisa in giovane etĂ , poichĂ© questa eventualitĂ  potrebbe essere suggestiva di un prolungamento di QT congenito.

– I pazienti devono essere ben informati dell’importanza di non superare la dose raccomandata.

– A ciascun paziente (o persona che si prende cura del paziente) deve essere ricordato di leggere il foglio illustrativo presente nella confezione di Invirase.

Patologia epatica: la sicurezza e l’efficacia di saquinavir/ritonavir non sono state stabilite nei pazienti con significative alterazioni epatiche concomitanti, quindi saquinavir/ritonavir deve essere usato con cautela in questa popolazione di pazienti. Invirase/ritonavir è controindicato in pazienti con malattia epatica scompensata (vedere paragrafo 4.3). Il rischio di reazioni avverse gravi e potenzialmente fatali a carico del fegato è aumentato nei pazienti con epatite cronica B o C trattati con terapia antiretrovirale di associazione. In caso di terapia antivirale di associazione per epatite B o C, fare riferimento anche alle informazioni contenute nel riassunto delle caratteristiche del prodotto degli altri medicinali.

Nel corso della terapia antiretrovirale di associazione la frequenza di alterazioni della funzionalità epatica nei pazienti con disfunzioni epatiche preesistenti, inclusa l’epatite cronica attiva, è aumentata e tali pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio secondo la pratica standard. In presenza di segni di deterioramento dell’epatopatia in questi pazienti, si deve prendere in considerazione la sospensione o l’interruzione del trattamento.

Nessun aggiustamento della dose sembra giustificato per pazienti con insufficienza epatica moderata sulla base dei pochi dati a disposizione. Si raccomanda un attento monitoraggio del profilo di sicurezza (compresi segni di aritmia cardiaca) e della risposta virologica, in seguito all’aumentata variabilità dell’esposizione in questa popolazione (vedere paragrafì 4.2 e 5.2). Vi sono stati casi di peggioramento della disfunzione epatica cronica, compresa l’ipertensione portale, in pazienti affetti da epatite latente B o C, cirrosi e altre anomalie epatiche latenti.

Compromissione renale: la clearance renale costituisce solo una via di eliminazione di minore importanza, in quanto la maggior parte del metabolismo ed eliminazione di saquinavir avviene per via epatica. PerciĂ² in pazienti con compromissione renale non è necessario nessun aggiustamento della dose iniziale. Comunque, non sono stati effettuati studi in pazienti con gravecompromissione renale e devono essere prese precauzioni durante la somministrazione di saquinavir/ritonavir in questa popolazione.

Pazienti con diarrea cronica o malassorbimento: in pazienti con diarrea cronica o malassorbimento non è disponibile nessuna informazione relativa al saquinavir potenziato e ci sono solo limitate informazioni sull’efficacia e sulla sicurezza di saquinavir non potenziato. Non è noto se i pazienti con tali condizioni possano ricevere livelli di saquinavir subterapeutici.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’attività di sequinavir potenziato con ritonavir non sono state stabilite nei pazienti con meno di 2 anni di età affetti da HIV. Per i pazienti pediatrici di età uguale o superiore a 2 anni non possono essere stabilite raccomandazioni sul dosaggio che assicurino l’efficacia e un livello di dose al di sotto del limite di attenzione per il prolungamento dell’intervallo QT e PR.

Adulti sopra i 60 anni:

L’esperienza con Invirase negli adulti sopra i 60 anni è limitata. I pazienti anziani potrebbero essere piĂ¹ suscettibili agli effetti associati ai medicinali sull’intervallo QT e/o PR.

Intolleranza al lattosio: le capsule da 200 mg di Invirase contengono lattosio. I pazienti con rare forme ereditarie di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

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Pazienti con emofilia: sono stati riportati casi di aumento di episodi emorragici, comprendenti ematomi cutanei ed emartri spontanei, in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. In alcuni pazienti si è reso necessario un incremento di dose del fattore VIII. In piĂ¹ della metĂ  dei casi riportati è stato possibile continuare il trattamento con inibitori della proteasi o riprenderlo nel caso fosse stato interrotto. Ăˆ stata ipotizzata una relazione causale, sebbene non sia stato chiarito il meccanismo d’azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa il possibile aumento di episodi emorragici.

Diabete mellito e iperglicemia: i pazienti che hanno assunto inibitori della proteasi hanno sviluppato diabete mellito, iperglicemia o esacerbazione del diabete mellito esistente. In alcuni di questi pazienti si è avuta iperglicemia grave, talora anche associata a chetoacidosi. Molti pazienti hanno presentato condizioni mediche fuorvianti, che in alcuni casi hanno richiesto la terapia con sostanze che sono state associate allo sviluppo di diabete mellito o iperglicemia.

Lipodistrofia: la terapia antiretrovirale combinata è stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) in pazienti con infezione da HIV. Le conseguenze a lungo termine di questi eventi sono attualmente sconosciute. La conoscenza del meccanismo è incompleta. É stata ipotizzata una associazione tra lipomatosi viscerale e PI e lipoatrofia e inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI’s). Un rischio maggiore di lipodistrofia è stato associato alla presenza di fattori individuali, quali l’età avanzata, e fattori legati al medicinale, come la maggior durata del trattamento antiretrovirale e dei disturbi metabolici associati. L’esame clinico deve includere la valutazione dei segni fisici di ridistribuzione del grasso. Occorre prendere in considerazione il dosaggio dei lipidi serici e della glicemia a digiuno. I disordini del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata (vedere paragrafo 4.8).

Osteonecrosi: sebbene l’eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l’impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l’immunosoppressione grave, un piĂ¹ elevato indice di massa corporea), sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di associazione (Combination Antiretroviral Therapy, CART). Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigiditĂ  alle articolazioni o difficoltĂ  nel movimento.

Sindrome da riattivazione immunitaria: in pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di associazione (CART), puĂ² insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall’inizio della CART. Esempi rilevanti di ciĂ² sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario.

Nel contesto della riattivazione immunitaria è stato riportato anche il verificarsi di disturbi autoimmuni (come la malattia di Graves); tuttavia il tempo di insorgenza registrato è piĂ¹ variabile e questi eventi possono verificarsi anche molti mesi dopo l’inizio del trattamento.

Interazione con ritonavir: la dose raccomandata di Invirase e ritonavir è 1.000 mg di Invirase piĂ¹ 100 mg di ritonavir due volte al giorno. Dosi piĂ¹ elevate di ritonavir sono risultate associate ad un aumento dell’incidenza di eventi avversi. La somministrazione concomitante di saquinavir e ritonavir ha provocato eventi avversi gravi, rappresentati principalmente da chetoacidosi diabetica e disordini epatici, specialmente in pazienti con malattia epatica pre-esistente.

Interazione con tipranavir: l’uso concomitante di saquinavir potenziato e di tipranavir, somministrati contemporaneamente con basse dosi di ritonavir in un regime doppiamente potenziato, determina una riduzione significativa delle concentrazioni plasmatiche di saquinavir (vedere paragrafo 4.5). Quindi, la somministrazione contemporanea di saquinavir potenziato e di tipranavir, somministrati contemporaneamente con basse dosi di ritonavir, non è raccomandata.

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Contraccettivi orali: poichĂ© la concentrazione di etinil estradiolo puĂ² essere diminuita quando somministrato insieme a Invirase/ritonavir, bisogna utilizzare misure contraccettive alternative o addizionali quando si somministrano contemporaneamente contraccettivi orali a base di estrogeni (vedere paragrafo 4.5).

Interazione con efavirenz: si è visto che la associazione di saquinavir e ritonavir con efavirenz è associata ad un aumento del rischio di tossicità epatica; la funzionalità epatica deve essere monitorata quando saquinavir e ritonavir sono somministrati contemporaneamente a efavirenz. Non sono state notate alterazioni clinicamente significative nella concentrazione sia di saquinavir che di efavirenz negli studi in volontari sani o in pazienti affetti da HIV (vedere paragrafo 4.5).


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco