Coaprovel: รจ un farmaco sicuro? Come funziona?

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse (Irbesartan + Idroclorotiazide): sicurezza e modo d’azione

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse (Irbesartan + Idroclorotiazide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento dellโ€™ipertensione arteriosa essenziale.

La terapia di associazione a dosaggio fisso รจ indicata nei pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dallโ€™irbesartan o dallโ€™idroclorotiazide da soli (vedere paragrafo 5.1).

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: come funziona?

Ma come funziona Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse? Qual รจ il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse

Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dellโ€™angiotensina-II, associazioni Codice ATC: C09DA04.

Meccanismo dโ€™azione

CoAprovel รจ unโ€™associazione di un antagonista dei recettori dellโ€™angiotensina-II, l’irbesartan e un diuretico tiazidico, l’idroclorotiazide. L’associazione di questi principi attivi determina un effetto antipertensivo additivo, riducendo la pressione arteriosa in misura maggiore dei singoli componenti.

Lโ€™irbesartan รจ un antagonista, potente e selettivo, dei recettori dellโ€™angiotensina-II (sottotipo AT1), attivo per somministrazione orale. Il farmaco si ritiene che blocchi tutti gli effetti dellโ€™angiotensina-II mediati dai recettori AT1, e ciรฒ indipendentemente dallโ€™origine o dalla via di sintesi dellโ€™angiotensina-

II. L’antagonismo selettivo per i recettori dellโ€™angiotensina-II (AT1) provoca un aumento dei livelli plasmatici di renina e angiotensina-II ed una riduzione nella concentrazione plasmatica dellโ€™aldosterone. In pazienti non a rischio di squilibrio elettrolitico (vedere paragrafรฌ 4.4 e 4.5) la potassiemia non viene invece sostanzialmente modificata da irbesartan in monoterapia, ai dosaggi raccomandati. L’irbesartan non inibisce l’ACE (chininasi-II), un enzima che genera angiotensina-II e degrada la bradichinina con produzione di metaboliti inattivi. L’irbesartan non richiede unโ€™attivazione metabolica per esercitare la propria attivitร  farmacologica.

Lโ€™idroclorotiazide รจ un diuretico tiazidico. Il meccanismo tramite il quale i diuretici tiazidici esplicano i loro effetti antipertensivi non รจ completamente noto. I tiazidici agiscono sui meccanismi tubulari renali del riassorbimento degli elettroliti, aumentando in modo diretto l’escrezione di sodio e cloruro in quantitร  sostanzialmente equivalenti. L’azione diuretica di idroclorotiazide riduce il volume plasmatico, aumenta l’attivitร  della renina plasmatica, e aumenta la secrezione di aldosterone, con il conseguente aumento di perdita di potassio e bicarbonato urinari e diminuzione del potassio sierico.

Presumibilmente bloccando il sistema renina-angiotensina-aldosterone, la somministrazione concomitante di irbesartan tende a correggere la perdita di potassio associata a questi diuretici. Con idroclorotiazide, la diuresi ha inizio entro 2 ore, il picco si presenta circa alla quarta ora, e l’effetto dura 6-12 ore circa.

Allโ€™interno del range terapeutico, l’associazione di idroclorotiazide e irbesartan determina una riduzione additiva dose-dipendente della pressione arteriosa. L’aggiunta di 12,5 mg di idroclorotiazide a 300 mg di irbesartan in monosomministrazione giornaliera in pazienti non adeguatamente controllati con irbesartan 300 mg in monoterapia ha determinato una ulteriore riduzione di 6,1 mmHg della pressione arteriosa diastolica rispetto al placebo (24 ore dopo la somministrazione). L’associazione di irbesartan 300 mg e idroclorotiazide 12,5 mg determina una riduzione complessiva della pressione arteriosa sistolica/diastolica, rispetto al placebo, fino a 13,6/11,5 mmHg.

Dati clinici limitati (7 su 22 pazienti) suggeriscono che i pazienti non controllati con la combinazione 300 mg/12,5 mg possono rispondere quando trattati con la combinazione 300 mg/25 mg. In questi

pazienti รจ stato osservato un effetto ipotensivo superiore sia sulla pressione arteriosa sistolica (PAS) che sulla pressione arteriosa diastolica (PAD) (rispettivamente 13,3 e 8,3 mmHg).

In pazienti con ipertensione lieve-moderata la monosomministrazione giornaliera di 150 mg irbesartan e 12,5 mg di idroclorotiazide ha prodotto una riduzione media di 12,9/6,9 mmHg nella pressione arteriosa sistolica/diastolica rispetto al placebo (24 ore dopo la somministrazione). Il picco antipertensivo viene raggiunto dopo 3-6 ore. Il monitoraggio continuo nelle 24 ore della pressione arteriosa evidenzia che l’associazione 150 mg di irbesartan e 12,5 mg di idroclorotiazide in monosomministrazione giornaliera produce una simile riduzione nei valori pressori nelle 24 ore, con una media di riduzione sistolica/diastolica, rispetto al placebo, nelle 24 ore di 15,8/10,0 mmHg.

Misurato con monitoraggio continuo nelle 24 ore l’effetto valle/picco di CoAprovel 150 mg/12,5 mg รจ stato del 100%. Misurato col bracciale durante visita ambulatoriale l’effetto valle/picco รจ stato del 68% e del 76% per CoAprovel 150 mg/12,5 mg e CoAprovel 300 mg/12,5 mg, rispettivamente. Questi effetti sono stati osservati durante le 24 ore senza eccessivo abbassamento della pressione arteriosa al picco e sono coerenti con gli abbassamenti sicuri ed efficaci ottenuti con somministrazione unica giornaliera. In pazienti non sufficientemente controllati con 25 mg di idroclorotiazide in monoterapia, l’aggiunta di irbesartan ha prodotto una ulteriore riduzione media nei valori sistolici/diastolici, rispetto al placebo, di 11,1/7,2 mmHg.

Lโ€™effetto antipertensivo di irbesartan in associazione con idroclorotiazide si manifesta dopo la prima dose ed รจ evidente entro 1-2 settimane, con un massimo dellโ€™effetto ottenibile entro 6-8 settimane. Negli studi a lungo termine, l’effetto di irbesartan e idroclorotiazide risulta costante per piรน di un anno. Sebbene non specificatamente studiato con CoAprovel l’ipertensione rebound non รจ stata osservata nรฉ con irbesartan nรฉ con idroclorotiazide.

Lโ€™effetto della combinazione di irbesartan ed idroclorotiazide sulla morbilitร  e la mortalitร  non รจ stato studiato. Studi epidemiologici hanno mostrato che il trattamento a lungo termine con idroclorotiazide riduce il rischio di mortalitร  e morbilitร  cardiovascolare.

Lโ€™efficacia di CoAprovel non รจ influenzata dallโ€™etร  o dal sesso. Come avviene con altri medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina, pazienti neri ipertesi rispondono notevolmente meno ad irbesartan in monoterapia. Quando irbesartan viene somministrato insieme a basse dosi di idroclorotiazide (es. 12,5 mg/die), la risposta antipertensiva nei pazienti neri si approssima a quella dei pazienti non neri.

Efficacia e sicurezza clinica

Lโ€™efficacia e la sicurezza di CoAprovel come terapia iniziale per l’ipertensione grave (definita come SeDBP ? 110 mmHg) รจ stata valutata in uno studio multicentrico, randomizzato, doppio-cieco, con controllo attivo, di 8 settimane e a bracci paralleli. Un totale di 697 pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2 a 1 a ricevere o irbesartan/idroclorotiazide 150 mg/12,5 mg o irbesartan 150 mg che veniva titolato sistematicamente (prima di trovare la risposta alla dose minima) e dopo una settimana di irbesartan/idroclorotiazide 300 mg/25 mg o irbesartan 300 mg, rispettivamente.

Lo studio ha reclutato 58% pazienti di sesso maschile. L’etร  media dei pazienti era di 52,5 anni, il 13% era ? 65 anni di etร  e solo il 2% era ? 75 anni di etร . Il dodici percento (12%) dei pazienti era diabetico, il 34% era dislipidemico e la patologia cardiovascolare piรน frequente era l’angina pectoris stabile presente nel 3,5% dei soggetti studiati.

Lโ€™obiettivo primario di questo studio era confrontare la percentuale di pazienti in cui la SeDBP raggiungeva il controllo (SeDBP < 90 mmHg) dopo 5 settimane di trattamento. Nel quarantasette percento (47,2%) dei pazienti in terapia combinata si raggiungeva una SeDBP < 90 mmHg rispetto al 33,2% dei pazienti del gruppo irbesartan (p = 0,0005). La pressione media di base era approssimativamente di 172/113 mmHg in ciascun gruppo di trattamento e si verificava una riduzione dellโ€™ SeSBP/SeDBP a 5 settimane di 30,8/24,0 mmHg e 21,1/19,3 mmHg rispettivamente per il gruppo irbesartan/idroclorotiazide e irbesartan in monoterapia (p < 0,0001).

La qualitร  e l’incidenza degli effetti avversi registrata per i pazienti trattati con la terapia combinata era simile al profilo degli eventi avversi per i pazienti in monoterapia. Durante le 8 settimane di trattamento, non sono stati riportati casi di sincope in entrambi i gruppi trattati. Si sono verificati 0,6% e 0% di casi di ipotensione e 2,8% e 3,1% casi di capogiro come eventi avversi riportati nel gruppo di pazienti in terapia combinata e in monoterapia, rispettivamente.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dellโ€™angiotensina II. ONTARGET รจ stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato allโ€™evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D รจ stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalitร  renale e/o cardiovascolare, mentre รจ stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia. Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietร  farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) รจ stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio รจ stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente piรน frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati piรน frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

Cancro cutaneo non melanoma:

sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, รจ stata osservata unโ€™associazione tra HCTZ e NMSC correlata alla dose cumulativa assunta. Uno studio ha incluso una popolazione comprendente 71 533 casi di BCC e 8 629 casi di SCC confrontati rispettivamente con 1 430 833 e 172 462 soggetti nella popolazione di controllo. Un elevato utilizzo di HCTZ (dose cumulativa

?50000 mg) รจ stato associato a un OR (odds ratio) aggiustato per confondenti pari a 1,29 (95 % CI: 1,23-1,35) per il BCC e pari a 3,98 (95 % CI: 3,68-4,31) per lโ€™SCC. รˆ stata osservata unโ€™evidente relazione tra dose cumulativa assunta e risposta sia per il BCC che per lโ€™SCC. Un altro studio ha dimostrato una possibile associazione tra il cancro delle labbra (SCC) e lโ€™esposizione allโ€™HCTZ: 633 casi di cancro delle labbra confrontati con 63 067 soggetti nella popolazione di controllo, utilizzando una strategia di campionamento dei soggetti a rischio (risk-set sampling). รˆ stata dimostrata una relazione tra la risposta e la dose cumulativa con un OR aggiustato di 2,1 (95 % CI: 1,7-2,6), aumentato fino a 3,9 (3,0-4,9) in caso di un utilizzo elevato (~25 000 mg) e fino a 7,7 (5,7-10,5) con la massima dose cumulativa assunta (~100 000 mg) (vedere anche รฌl paragrafo 4.4).


Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual รจ il meccanismo d’azione di Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse, ma รจ altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherร  ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo piรน il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse

La somministrazione concomitante di idroclorotiazide e irbesartan non ha alcuna influenza sulla farmacocinetica di entrambi.

Assorbimento

Irbesartan e idroclorotiazide sono attivi per via orale come tali e non richiedono biotrasformazione per essere attivi. Dopo somministrazione orale di CoAprovel la biodisponibilitร  orale assoluta รจ del 60-

80% per l’irbesartan e 50-80% per l’idroclorotiazide. Il cibo non influenza la biodisponibilitร  di CoAprovel. La concentrazione plasmatica massima viene raggiunta dopo 1,5-2 ore dalla somministarzione orale per l’irbesartan e 1-2,5 ore per l’idroclorotiazide.

Distribuzione

Il legame proteico รจ approssimativamente pari al 96% con una quota di legame alle cellule ematiche del tutto trascurabile. Il volume di distribuzione dellโ€™irbesartan รจ di 53-93 litri. Il legame proteico per l’idroclorotiazide รจ del 68%, con volume di distribuzione apparente di 0,83-1,14 l/kg.

Linearitร / non linearitร 

Irbesartan, nellโ€™intervallo di dosaggio da 10-600 mg, mostra una farmacocinetica lineare e proporzionale al dosaggio. รˆ stato osservato un incremento meno che proporzionale nellโ€™assorbimento orale alle dosi superiori ai 600 mg; il meccanismo con cui ciรฒ si determina risulta sconosciuto. La clearance corporea totale e quella renale sono rispettivamente di 157-176 e 3,0-3,5 ml/min. L’emivita di eliminazione terminale di irbesartan รจ di 11-15 ore. Le concentrazioni plasmatiche allo steady-state sono raggiunte entro 3 giorni dallโ€™inizio delle monosomministrazioni giornaliere. Un ridotto accumulo di irbesartan (< 20%) viene osservato nel plasma dopo ripetute monosomministrazioni giornaliere. In uno studio, sono state osservate concentrazioni plasmatiche leggermente superiori nelle pazienti ipertese. In ogni caso, non sono emerse differenze nellโ€™emivita nรฉ nellโ€™accumulo di irbesartan. Non sono necessari aggiustamenti del dosaggio nelle pazienti. I valori di AUC e Cmax dellโ€™irbesartan sono risultati leggermente superiori anche in pazienti anziani (? 65 anni) rispetto ai soggetti giovani (18-

40 anni). Comunque l’emivita finale non รจ risultata significativamente modificata. Non sono necessari, nella popolazione anziana, aggiustamenti del dosaggio. L’emivita plasmatica media di idroclorotiazide varia tra 5-15 ore.

Biotrasformazione

Eliminazione

L’irbesartan e i suoi metaboliti vengono eliminati sia per via biliare sia renale. Dopo somministrazione orale o endovenosa di irbesartan 14C, il 20% circa della radioattivitร  puรฒ essere rinvenuto nelle urine, mentre il rimanente รจ rilevabile nelle feci. Meno del 2% della dose assunta viene escreta nelle urine come irbesartan immodificato. L’idroclorotiazide non viene metabolizzata ma viene eliminata rapidamente per via renale. Almeno il 61% della dose orale viene eliminata immodificata nelle 24 ore. L’idroclorotiazide attraversa la placenta, ma non รจ in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, ed รจ escreta nel latte materno.

Insufficienza renale

In soggetti con insufficienza renale o in pazienti emodializzati, i parametri di farmacocinetica di irbesartan non risultano significativamente modificati. Irbesartan non viene rimosso durante il processo di emodialisi. Viene riportato che nei pazienti con clearance della creatinina < 20 ml/min, l’emivita di eliminazione dellโ€™idroclorotiazide aumenta a 21 ore.

Insufficienza epatica

In soggetti con cirrosi di grado lieve-moderato, i parametri di farmacocinetica di irbesartan non risultano significativamente modificati. Non sono stati condotti studi su pazienti con insufficienza epatica grave.


Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: รจ un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse รจ un farmaco sicuro?

Prima di tutto รจ necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: dati sulla sicurezza

Irbesartan/idroclorotiazide

La potenziale tossicitร  dellโ€™associazione irbesartan/idroclorotiazide dopo somministrazione orale รจ stata valutata in ratti e macachi in studi fino a 6 mesi. Non ci sono state osservazioni tossicologiche di rilevanza per l’uso terapeutico umano.

Le seguenti modificazioni, osservate in ratti e macachi trattati con l’associazione irbesartan/idroclorotiazide a 10/10 e a 90/90 mg/kg/die sono state anche osservate con uno dei due medicinali in monoterapia e/o erano secondarie a diminuzioni della pressione arteriosa (non sono state osservate interazioni tossicologiche significative):

modificazioni renali, caratterizzate da lievi aumenti dellโ€™uricemia e della creatininemia, e da iperplasia/ipertrofia dellโ€™apparato juxtaglomerulare, che sono una conseguenza diretta dellโ€™interazione di irbesartan col sistema renina-angiotensina;

lievi diminuzioni dei parametri eritrocitari (eritrociti, emoglobina, ematocrito);

discolorazioni gastriche, ulcere e necrosi focali della mucosa gastrica sono state osservate in pochi ratti in uno studio di tossicitร  a 6 mesi con irbesartan somministrato alla dose di

90 mg/kg/die, idroclorotiazide 90 mg/kg/die e irbesartan/idroclorotiazide 10/10 mg/kg/die. Queste lesioni non sono state osservate nei macachi;

diminuzioni della potassiemia dovute allโ€™idroclorotiazide e parzialmente prevenute quando questa era somministrata insieme con irbesartan.

La maggior parte degli effetti sopra riportati sembra sia dovuta allโ€™attivitร  farmacologica di irbesartan (blocco dellโ€™inibizione del rilascio di renina indotto dallโ€™angiotensina-II, con stimolazione delle cellule produttrici di renina) e si verifica anche con gli inibitori dellโ€™enzima di conversione dellโ€™angiotensina. Queste osservazioni sembrano non avere rilevanza sui dosaggi terapeutici di irbesartan/idroclorotiazide impiegati nellโ€™uomo.

Nessun effetto teratogeno รจ stato osservato in ratti trattati con l’associazione di irbesartan e di idroclorotiazide alle dosi che producono tossicitร  materna. Gli effetti dellโ€™associazione ibersartan/idroclorotiazide sulla fertilitร  non sono stati ancora valutati in studi sugli animali, dato che non si hanno evidenze di effetti sulla fertilitร  negli animali o nellโ€™uomo sia con l’irbesartan sia con l’idroclorotiazide, se somministrati da soli. Tuttavia, un altro antagonista dellโ€™angiotensina-II ha influenzato i parametri di fertilitร  quando somministrato da solo, in studi sugli animali. Queste evidenze sono state osservate anche con basse dosi di questo antagonista dellโ€™angiotensina-II quando รจ stato somministrato insieme allโ€™idroclorotiazide.

Non cโ€™รจ evidenza di mutagenicitร  o clastogenicitร  con l’associazione irbesartan/idroclorotiazide. Il potenziale carcinogenico di irbesartan e idroclorotiazide in associazione non รจ stato valutato in studi sugli animali.

Irbesartan

Ai dosaggi utilizzati in clinica non si riscontrano segni di tossicitร  sistemica o dโ€™organo bersaglio. In studi di sicurezza non-clinica, alte dosi di irbesartan (? 250 mg/kg/die nei ratti e ? 100 mg/kg/die nei macachi) hanno causato una riduzione di alcuni parametri eritrocitari (eritrociti, emoglobina, ematocrito). A dosi molto elevate (? 500 mg/kg/die) sono stati indotti da irbesartan, nel ratto e nel macaco alterazioni degenerative nei reni (come nefrite interstiziale, dilatazione tubulare, tubuli basofili, aumentate concentrazioni plasmatiche di urea e creatinina). Tali effetti vengono considerati secondari allโ€™effetto ipotensivo del medicinale, che comporta una diminuita perfusione renale. Inoltre, l’irbesartan ha indotto iperplasia/ipertrofia delle cellule juxtaglomerulari (? 90 mg/kg/die nei ratti e

? 10 mg/kg/die nei macachi). Si considera che tutte queste alterazioni siano state indotte dallโ€™azione

farmacologica di irbesartan. L’iperplasia/ipertrofia delle cellule renali juxtaglomerulari non sembra avere rilevanza alle dosi terapeutiche di irbesartan utilizzate nellโ€™uomo.

Non sono stati rilevati effetti di mutagenicitร , clastogenicitร  o carcinogenicitร .

Fertilitร  e capacitร  riproduttiva non sono state influenzate in studi su ratti maschi e femmine anche a dosi di irbesartan che causano qualche tossicitร  parentale (da 50 a 650 mg/kg/giorno), inclusa mortalitร  alla dose piรน alta. Non sono stati osservati effetti significativi sul numero di corpi lutei, impianti, o feti vivi. Irbesartan non ha influenzato sopravvivenza, sviluppo, o riproduzione della prole. Studi negli animali indicano che irbesartan radiomarcato รจ rilevato nei feti di ratto e coniglio.

Irbesartan รจ escreto nel latte di ratti in allattamento.

Gli studi con irbesartan condotti su animali evidenziano effetti tossici transitori (dilatazione della pelvi renale, idrouretere e edema sottocutaneo) nei feti di ratto, che regrediscono dopo la nascita. Nei conigli ai dosaggi in grado di determinare tossicitร  materna, compresa la morte, sono stati riscontrati aborto o precoce riassorbimento dellโ€™embrione. Non sono stati osservati effetti teratogeni nรฉ nel ratto nรฉ nel coniglio.

Idroclorotiazide

Sebbene evidenze non certe di genotossicitร  e carcinogenicitร  siano state osservate in alcuni modelli sperimentali, la vasta esperienza di impiego nellโ€™uomo con idroclorotiazide non ha evidenziato una correlazione tra il suo impiego e un aumento di neoplasie.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: si puรฒ prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco รจ sicuro o no, รจ quello delle interazioni con altri farmaci.

Puรฒ infatti capitare che un farmaco, di per sรฉ innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo รจ vero anche per i prodotti erboristici: classico รจ l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: interazioni

Altri antipertensivi: l’effetto antipertensivo di CoAprovel puรฒ aumentare con l’uso concomitante di altri antipertensivi. Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide) sono stati somministrati con sicurezza con altri antipertensivi, compresi calcio- antagonisti e beta-bloccanti adrenergici. Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici puรฒ determinare ipovolemia e, se questa non viene corretta prima, puรฒ comportare il rischio di ipotensione allโ€™inizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici (vedere paragrafo 4.4).

Medicinali contenenti aliskiren o ACE-inibitori:i dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, รจ associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalitร  renale (inclusa lโ€™insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafรฌ 4.3, 4.4 e 5.1).

Litio:

รจ stato riscontrato un aumento reversibile delle concentrazioni sieriche e della tossicitร  del litio quando questo sia somministrato in concomitanza con inibitori dellโ€™enzima di conversione dellโ€™angiotensina. Simili effetti sono stati finora riportati molto raramente con irbesartan. Inoltre, la clearance renale del litio รจ ridotta dai tiazidici con aumento del rischio di tossicitร  da litio con CoAprovel. Perciรฒ, la combinazione di litio e CoAprovel non รจ raccomandata (vedere paragrafo 4.4). In caso di reale necessitร  della combinazione si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio.

Medicinali che influenzano i livelli di potassio: la deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide รจ attenuata dallโ€™effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan. Tuttavia, questo effetto dellโ€™idroclorotiazide sul potassio sierico sarebbe potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia (altri potassiuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica). Di contro, in base allโ€™esperienza con altri medicinali che riducono l’attivitร  del sistema renina-angiotensina, l’uso concomitante dei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti salini che contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio (es. eparina sodica) puรฒ causare incrementi della potassiemia. Si raccomanda un controllo adeguato del potassio sierico nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4).

Medicinali influenzati da alterazioni della potassiemia: quandoCoAprovel รจ somministrato in associazione con altri medicinali potenzialmente pericolosi in caso di alterazioni del potassio sierico (es. glicosidi digitalici, antiaritmici), si raccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia.

Medicinali antinfiammatori non-steroidei: quando gli antagonisti dell’angiotensina-II sono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (cioรจ inibitori selettivi

COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e farmaci antinfiammatori non steroidei non selettivi), si puรฒ verificare attenuazione dell’effetto antipertensivo.

Come con gli ACE-Inibitori, l’uso simultaneo di antagonisti dell’angiotensina-II e di farmaci antinfiammatori non steroidei puรฒ portare ad un maggiore rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico particolarmente in pazienti con preesistente modesta funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e dopo l’inizio della terapia combinata si deve considerare il monitoraggio della funzione renale, da effettuare periodicamente in seguito.

Ulteriori informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide: quando somministrati in concomitanza, i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici:

Alcool: si puรฒ verificare il potenziamento dellโ€™ipotensione ortostatica;

Medicinali antidiabetici (antidiabetici orali e insulina): puรฒ essere richiesto un aggiustamento posologico dellโ€™antidiabetico (vedere paragrafo 4.4);

Colestiramina e colestipol: l’assorbimento di idroclorotiazide รจ alterato in presenza delle resine a scambio anionico. CoAprovel deve essere assunto almeno un’ora prima o 4 ore dopo questi medicinali;

Corticosteroidi, ACTH: puรฒ essere aumentata la deplezione degli elettroliti, in particolare del potassio;

Glicosidi digitalici: l’ipopotassiemia e l’ipomagnesiemia indotta dai tiazidici favoriscono la comparsa di aritmie cardiache da digitale (vedere paragrafo 4.4);

Farmaci antinfiammatori non steroidei: in alcuni pazienti la somministrazione di un farmaco antinfiammatorio non steroideo puรฒ ridurre gli effetti diuretici, sodiuretici e antipertensivi dei diuretici tiazidici;

Amine pressorie (es. noradrenalina): l’effetto delle amine pressorie puรฒ essere diminuito, ma non tanto da precluderne l’uso;

Miorilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (es. tubocurarina): l’effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti puรฒ essere potenziato dallโ€™idroclorotiazide;

Medicinali antigottosi: potrร  essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l’idroclorotiazide puรฒ aumentare i livelli sierici di acido urico. Un aumento nel dosaggio di probenecid o sulfinpirazone puรฒ essere necessario. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici puรฒ aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilitร  allโ€™allopurinolo;

Sali di calcio: i diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della ridotta escrezione. Se รจ necessario somministrare supplementi di calcio o medicinali risparmiatori di calcio (es. terapia con vitamina D), la calcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato di conseguenza;

Carbamazepina: l’uso concomitante di carbamazepina e idroclorotiazide รจ stato associato con il rischio di iponatremia sintomatica. Gli elettroliti devono essere controllati durante l’uso concomitante. Se possibile, deve essere utilizzata un’altra classe di diuretici.

Altre interazioni: i tiazidici possono aumentare l’effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido. I farmaci anticolinergici (es. atropina, beperiden), possono aumentare la biodisponibilitร  dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una diminuzione della motilitร  gastrointestinale e della velocitร  di svuotamento gastrico. I tiazidici possono aumentare il rischio di effetti indesiderati da amantidina. I tiazidici possono ridurre l’escrezione renale di medicinali citotossici (es. ciclofosfamide, metotressato) e potenziare il loro effetto mielodepressivo.


Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato รจ quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacitร  di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacitร  di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacitร  fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Coaprovel 150 mg/12,5 mg compresse: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

In relazione alle sue proprietร  farmacodinamiche รจ improbabile che CoAprovel influenzi la capacitร  di guidare veicoli e di usare macchinari. In caso di guida di veicoli o uso di macchinari, รจ da tener presente che occasionalmente vertigini o stanchezza possono verificarsi durante il trattamento dellโ€™ipertensione.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco