Maxipril: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Maxipril 25 e 50 mg compresse (Captopril): sicurezza e modo d’azione

Maxipril 25 e 50 mg compresse (Captopril) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ipertensione: Maxipril è indicato per il trattamento dell’ipertensione.

Insufficienza cardiaca: Maxipril è indicato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con riduzione della funzione ventricolare sistolica, in combinazione con diuretici e, quando necessario, con digitale e beta-bloccanti.

Infarto del miocardio:

Trattamento a breve termine (4 settimane): Maxipril è indicato in qualunque paziente stabile, entro le 24 ore da un infarto.

Prevenzione a lungo termine dell’insufficienza cardiaca sintomatica: Maxipril è indicato in pazienti clinicamente stabili con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica (frazione di eiezione ≤ 40%).

Nefropatia diabetica di Tipo I: Maxipril è indicato per il trattamento della nefropatia diabetica macroproteinurica nei pazienti con diabete di tipo I.

(Vedi 5.1).

Maxipril 25 e 50 mg compresse: come funziona?

Ma come funziona Maxipril 25 e 50 mg compresse? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Maxipril 25 e 50 mg compresse

Categoria farmacoterapeutica: ACE-Inibitori semplici, codice ATC: C09AA01.

Il captopril è un inibitore altamente specifico e competitivo dell’enzima di conversione dell’angiotensina I (ACE-Inibitori).

Gli effetti benefici degli ACE-Inibitori sembrano provenire principalmente dalla soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone plasmatico. La renina è un enzima endogeno sintetizzato dai reni e rilasciato in circolo dove converte l’angiotensinogeno in angiotensina I, un decapeptide relativamente inattivo. L’angiotensina I viene quindi convertita dall’enzima di conversione, una peptidildipeptidasi, in angiotensina II. L’angiotensina II è un potente vasocostrittore responsabile della costrizione arteriosa e dell’aumento della pressione del sangue, così come della stimolazione delle ghiandole surrenali a secernere aldosterone. L’inibizione dell’of ACE risulta in una diminuzione del livello plasmatico di angiotensina II, che porta ad una diminuita attività vasopressoria e ad una ridotta secrezione di aldosterone. Sebbene la riduzione di quest’ultimo sia modesta, si possono manifestare lievi aumenti delle concentrazioni sieriche di potassio, di pari passo con perdite di sodio e liquidi. L’interruzione del feed-back negativo dell’angiotensina II sulla secrezione di renina risulta in un aumento dell’attività retinica plasmatica.

Un’altra funzione dell’enzima di conversione è la degradazione in metabolici inattivi di un potente peptide ad azione vasodepressiva, la bradichinina. Perciò l’inibizione dell’ACE si manifesta con un’aumentata attività del sistema callicreina-chinina, sia circolante che locale, che contribuisce alla vasodilatazione periferica attraverso l’attivazione del sistema prostaglandinico; è possibile che questo meccanismo sia coinvolto nell’effetto ipotensivo degli ACE-Inibitori e che sia responsabile di certi effetti indesiderati.

Le riduzioni della pressione arteriosa risultano massime da 60 a 90 minuti dopo somministrazione orale di una dose singola di captopril. La durata dell’effetto è correlata alla dose. La riduzione della pressione arteriosa può essere progressiva, cosicché possono essere necessarie diverse settimane di terapia per raggiungere l’effetto terapeutico massimo. Gli effetti ipotensivi del captopril e dei diuretici tiazidici sono additivi.

Nei pazienti con ipertensione, il captopril determina una riduzione della pressione sia in posizione supina che eretta, senza indurre alcun aumento compensatorio della frequenza cardiaca né della ritenzione di acqua e sodio.

Negli studi emodinamici, il captopril ha prodotto una marcata riduzione delle resistenze periferiche arteriose.

In generale non ci sono state modificazioni clinicamente rilevanti a carico del flusso plasmatico renale o del tasso di filtrazione glomerulare. Nella maggior parte dei pazienti, l’effetto antipertensivo è iniziato circa 15-30 minuti dopo una somministrazione orale di captopril; l’effetto di picco è stato raggiunto dopo 60-90 minuti. La massima riduzione nei valori di pressione arteriosa di una specifica dose di captopril e si è generalmente manifestata dopo tre o quattro settimane.

Nell’ambito del dosaggio giornaliero raccomandato, l’effetto antipertensivo del captopril persiste anche durante il trattamento a lungo termine. Una sospensione temporanea del captopril non causa nessun repentino innalzamento della pressione arteriosa (rebound). Il trattamento dell’ipertensione con captopril porta anche ad una diminuzione dell’ipertrofia ventricolare sinistra.

Gli studi di emodinamica nei pazienti con insufficienza cardiaca, hanno dimostrato che il captopril ha prodotto una diminuzione nelle resistenze sistemiche periferiche e un aumento della capacità venosa. Questo ha comportato una riduzione del pre-carico e del post-carico cardiaco (riduzione della pressione di riempimento ventricolare). Inoltre, durante il trattamento con captopril sono stati osservati aumenti della portata cardiaca, dell’indice di lavoro cardiaco e della capacità di esercizio.

In un vasto studio clinico, controllato con placebo in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra (LVEF ≤ 40%) a seguito di infarto del miocardio, è stato dimostrato che il captopril (iniziato tra il 3° e il 16° giomo successivo all’infarto) ha prolungato il periodo di sopravvivenza e ha ridotto la mortalità cardiovascolare. Quest’ultimo obiettivo si è estrinsecato come un ritardo nello sviluppo di insufficienza cardiaca sintomatica e una riduzione nella necessità di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca in confronto al placebo. Si è inoltre manifestata una riduzione del reinfarto e della necessità di procedure di rivascolarizzazione e/o nella necessità di farmaci addizionali come diuretici e/o digitale e/o dell’aumento del loro dosaggio in confronto al placebo.

Un’analisi retrospettiva ha mostrato che il captopril ha ridotto le recidive di infarto e la necessità di ricorrere a procedure di rivascolarizzazione (entrambi non erano obiettivo specifico dello studio).

Un altro studio di vaste proporzioni, controllato con placebo, in pazienti con infarto del miocardio ha mostrato che il captopril (somministrato entro 24 ore dall’evento e per un mese) ha ridotto significativamente la mortalità totale dopo 5 settimane in confronto al placebo. L’effetto favorevole di captopril sulla mortalità totale era ancora misurabile anche dopo un anno. Non è stata trovata alcuna indicazione di effetti sfavorevoli in relazione alla mortalità precoce nel primo giomo di trattamento.

Gli effetti cardioprotettivi del captopril sono stati osservati a prescindere dall’età del paziente o dal suo sesso, dalla localizzazione dell’infarto e dei trattamenti concomitanti di provata efficacia durante il periodo post-infartuale (trombolitici, beta-bloccanti, acido acetilsalicilico).

Nefropatia diabetica di tipo I

In uno studio clinico multicentrico in doppio cieco, controllato con placebo, in pazienti diabetici insulino-dipendenti (Tipo I) con proteinuria, con o senza ipertensione (era permessa la somministrazione contemporanea di altri antipertensivi per il controllo della pressione arteriosa), il captopril ha ridotto significativamente (del 51%) il tempo necessario al raddoppio della concentrazione della creatinina basale se confrontato con il placebo; anche l’incidenza di insufficienza renale terminale (dialisi, trapianti) o morte è stata significativamente meno comune in corso di terapia con captopril rispetto al placebo (51%). Nei pazienti con diabete e microalbuminuria, il trattamento con captopril ha ridotto l’escrezione di albumina entro due anni.

Gli effetti del trattamento con captopril sulla conservazione della funzione renale sono additivi a quelli che possono derivare dalla riduzione della pressione arteriosa.


Maxipril 25 e 50 mg compresse: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Maxipril 25 e 50 mg compresse, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Maxipril 25 e 50 mg compresse

Il captopril è una sostanza attiva per via orale che non richiede biotrasformazione per essere attiva. L’assorbimento minimo è generalmente del 75%. Le concentrazioni plasmatiche di picco si raggiungono in 60-90 minuti. La presenza di cibo nel tratto gastrointestinale riduce l’assorbimento di circa il 30-40%

Approssimativamente il 25-30% del farmaco circolante si lega alle proteine plasmatiche.

L’emivita apparente di eliminazione del captopril immodificato nel sangue è di circa 2 ore. Più del 95% della dose assorbita viene eliminata nelle urine entro 24 ore; il 40-50% è farmaco immodificato e il rimanente è costituito da metaboliti inattivi sotto forma di disulfidi (captopril disulfide e captopril cisteina disulfide). Una disfunzione renale può produrre accumulo del farmaco. Perciò in pazienti con disfunzione renale il dosaggio deve essere ridotto e/o prolungato l’intervallo tra le dosi (vedi 4.2).

Studi negli animali indicano che il captopril non attraversa la barriera ematoencefalica in misura significativa.


Maxipril 25 e 50 mg compresse: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Maxipril 25 e 50 mg compresse agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Maxipril 25 e 50 mg compresse è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Maxipril 25 e 50 mg compresse: dati sulla sicurezza

Gli studi animali condotti con captopril durante organogenesi non hanno mostrato alcun effetto teratogeno ma il captopril ha prodotto tossicità fetale in varie specie, inclusa la mortalità fetale durante le fasi tardive della gravidanza, ritardi nella crescita, e mortalità postatale nei ratti. I dati preclinici non rivelano altri specifici pericoli per l’uomo, sulla base di studi farmacologici convenzionali di sicurezza, di tossicologia dopo dosi ripetute, genotossicità e carcinogenicità.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Maxipril 25 e 50 mg compresse: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Maxipril 25 e 50 mg compresse

Maxipril 25 e 50 mg compresse: interazioni

Diuretici risparmiatori di potassio o supplementi del potassio: gli ACE inibitori attenuano la perdita di potassio indotta dal diuretico. I diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene, o amiloride), supplementi di potassio, o sostituti salini contenenti potassio possono portare ad un incremento significativo della potassiemia. Se l’uso concomitante è indicato a causa di una manifesta ipopotassiemia, devono essere usati con cautela e con frequenti controlli del potassio sierico (vedi 4.4).

Diuretici (tiazidi o diuretici dell’ansa) un precedente trattamento con alte dosi di diuretici può portare ad una deplezione di volume e al rischio di ipotensione al momento di iniziare una terapia con captopril (vedi 4.4). Gli effetti ipotensivi possono essere attenuati dalla sospensione del diuretico, da un aumento del volume o dell’introito di sale, e iniziando la terapia con basse dosi di captopril. Tuttavia non sono state osservate interazioni farmacologiche di significato clinico negli studi specifici con idroclorotiazide o furosemide.

Altri ipertensivi: il captopril è stato somministrato con sicurezza insieme ad altri antipertensivi di comune impiego (β-bloccanti e calcio-antagonisti a lunga durata d’azione). L’uso concomitante di questi farmaci può aumentare gli effetti ipotensivi del captopril. Il trattamento con nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori deve essere attuato con cautela.

Trattamento dell’infarto acuto del miocardio: captopril può essere usato insieme ad acido acetilsalicilico (a dosi cardiologiche), trombolitici, β-bloccanti e/o nitrati in pazienti con infarto del miocardio.

Litio: aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della sua tossicità sono state riportate durante la contemporanea somministrazione di litio e ACE-Inibitori. L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità da litio e aumenta già il già elevato rischio di tossicità quando il litio è impiegato con ACE-Inibitori. La somministrazione di litio e captopril non è raccommandata ma, se la combinazione fosse giudicata necessaria, deve essere effettuato un attento controllo dei livelli sierici di litio.

Antidepressivi triciclici/Antipsicotici: gli ACE-Inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni antidepressivi triclicici e antipsicotici (vedi 4.4). Si può manifestare ipotensione posturale.

Allopurinolo, procainamide, citostatici o agenti immunosoppressivi: la contemporanea somministrazione di ACE-Inibitori può portare ad un rischio aumentato di leucopenia specialmente quando questi ultimi sono impiegati a dosi maggiori di quelle attualmente raccomandate.

Antinfiammatori non steroidei: è stato riportato che gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli ACE-Inibitori esercitino un effetto additivo nel determinare aumento del potassio sierico, mentre la funzione renale può diminuire. Questi effetti sono, in linea di principio, reversibili. Raramente, si può manifestare insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con funzione renale compromessa come gli anziani e i pazienti disidratati. La somministrazione cronica di FANS può ridurre gli effetti antipertensivi di un ACE-Inibitore.

Simpaticomimetici: possono risurre gli effetti antipertensivi degli ACE Inibitori; i pazienti dovrebbero essere controllati con attenzione.

Antidiabetici: studi di farmacologia hanno mostrato che gli ACE-Inibitori, compreso il captopril, possono potenziare gli effetti ipoglicemizzanti dell’ insulina e degli antidiabetici orali come la sulfanilurea nei diabetici. Nel raro caso si manifestasse tale interazione, può essere necessario ridurre la dose dell’antidiabetico durante il trattamento simultaneo con ACE-Inibitori.

Chimica clinica

Il captopril può causare risultati falsi positivi al test urinario per l’acetone.


Maxipril 25 e 50 mg compresse: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Maxipril 25 e 50 mg compresse: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Come con altri antipertensivi, la capacità di guidare veicoli e l’uso di macchinari può essere ridotta, specialmente all’inizio del trattamento, o quando la posologia viene modificata, e anche in combinazione con l’uso di alcool, ma dipende dalla suscettibilità individuale.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco