Zaredrop: a cosa serve e come si usa

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale (Venlafaxina Cloridrato): indicazioni e modo d’uso

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale (Venlafaxina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Trattamento degli episodi di depressione maggiore.

Per la prevenzione delle recidive di episodi di depressione maggiore.

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale

Posologia

Episodi di depressione maggiore

La dose iniziale raccomandata di venlafaxina a pronto rilascio è di 75 mg/die in due dosi frazionate assunte a stomaco pieno. I pazienti che non rispondono alla dose iniziale di 75 mg/die possono trarre un beneficio aumentando la dose fino ad una dose massima di 375 mg/die. Aumenti della dose possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piĂ¹. Se clinicamente giustificato a causa della gravitĂ  dei sintomi, incrementi della dose possono essere effettuati ad intervalli piĂ¹ frequenti, ma non inferiori a 4 giorni.

A causa del rischio di effetti avversi correlati alla dose, gli aumenti della dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere ìl paragrafo 4.4). La dose minima efficace deve essere mantenuta.

I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito per parecchi mesi o piĂ¹. Il trattamento deve essere riesaminato regolarmente caso per caso. Un trattamento piĂ¹ prolungato puĂ² essere adatto anche per prevenire le recidive di episodi di depressione maggiore (MDE). Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandata nella prevenzione delle recidive di MDE è uguale a quella utilizzata durante l’episodio in corso.

L’assunzione degli antidepressivi deve continuare per almeno sei mesi dopo la remissione.

Uso in pazienti anziani

Nessun aggiustamento specifico della dose di venlafaxina è considerato necessario in base alla sola età del paziente. Tuttavia, bisogna usare cautela nel trattamento degli anziani (ad esempio, a causa della possibilità di insufficienza renale, di cambiamenti della sensibilità e dell’affinità ai neurotrasmettitori che si verificano con l’invecchiamento). Si deve sempre usare la dose minima efficace, e quando è necessario un aumento della dose i pazienti devono essere tenuti attentamente sotto controllo.

Popolazione pediatrica

Venlafaxina non è raccomandata per l’uso nei bambini e negli adolescenti.

Studi clinici controllati in bambini e adolescenti affetti da disturbo depressivo maggiore non sono riusciti a dimostrare l’efficacia del farmaco e non confermano l’utilità della venlafaxina in questi pazienti (vedere ì paragrafì 4.4 e 4.8).

L’efficacia e la sicurezza della venlafaxina per altre indicazioni in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state accertate.

Uso in pazienti con insufficienza epatica

In pazienti con insufficienza epatica lieve e moderata, in generale si deve considerare una riduzione della dose del 50%. Tuttavia, a causa della variabilitĂ  inter-individuale della clearance del farmaco, puĂ² essere opportuna un’individualizzazione della dose.

Sono disponibili dati limitati in pazienti con grave insufficienza epatica. Si consiglia cautela, e si deve prendere in considerazione una riduzione della dose di oltre il 50%. In tali pazienti il potenziale beneficio deve essere valutato in rapporto al rischio.

Uso in pazienti con insufficienza renale

Sebbene non sia necessario ridurre la dose in pazienti con velocitĂ  di filtrazione glomerulare (VFG) fra 30 e 70 ml/minuto, si consiglia di usare cautela. Nei pazienti sottoposti ad emodialisi e nei pazienti con grave insufficienza renale (VFG < 30 ml/min), la dose deve essere ridotta del 50%. A causa della variabilitĂ  inter-individuale dell’eliminazione renale del farmaco, in questi pazienti puĂ² essere opportuna l’individualizzazione della dose.

Sintomi da astinenza osservati all’interruzione del trattamento con venlafaxina

Si deve evitare una sospensione brusca del farmaco. Quando si sospende il trattamento con venlafaxina, la dose deve essere gradualmente ridotta nel corso di almeno 1-2 settimane per diminuire il rischio di reazioni da sospensione (vedere ì paragrafì 4.4 e 4.8). Se si manifestano sintomi intollerabili dopo una riduzione della dose oppure alla sospensione del trattamento, si puĂ² prendere in considerazione la ripresa della dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico puĂ² continuare a ridurre la dose, ma in misura piĂ¹ graduale.

I pazienti trattati con venlafaxina in forma a pronto rilascio possono passare alla venlafaxina a rilascio prolungato, somministrata alla dose giornaliera equivalente piĂ¹ vicina. Ad esempio, dalla venlafaxina a pronto rilascio in soluzione orale alla dose di 37,5 mg/ml due volte al giorno si puĂ² passare alla venlafaxina a rilascio prolungato in capsule/compresse da 75 mg una volta al giorno. Possono essere necessari aggiustamenti individuali della dose.

Modo di somministrazione

Il flacone è munito di una siringa-adattatore graduata ed è chiuso con un tappo a

vite a prova di bambino.

0,5 ml di soluzione corrispondono a 37,5 mg di venlafaxina base.

Per prelevare la dose prescritta di soluzione, la siringa deve essere inserita nell’adattatore. Tenendo la siringa attaccata al flacone, ruotare il flacone a testa in giĂ¹.

Abbassare lentamente il pistone e prelevare la dose prescritta.

Eliminare le eventuali bolle d’aria presenti battendo delicatamente sul corpo della siringa e premendo lentamente il pistone.

Si raccomanda di assumere la soluzione orale di venlafaxina a stomaco pieno, all’incirca alla stessa ora della giornata. La soluzione deve essere diluita in acqua prima della somministrazione.

Per uso orale.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale per quanto riguarda la gravidanza:

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale: si puĂ² prendere in gravidanza?

Gravidanza

Non sono disponibili dati adeguati sull’impiego di venlafaxina in donne in gravidanza.

Studi eseguiti nell’animale hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere ìl paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo è sconosciuto. Venlafaxina deve essere somministrata a donne gravide solo se i benefici previsti superino ogni possibile rischio.

Come avviene con altri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI/SNRI), nei neonati possono insorgere sintomi da sospensione se si usa venlafaxina fino al parto o poco prima del parto. Alcuni neonati esposti a venlafaxina verso il termine del III trimestre di gravidanza hanno sviluppato complicanze che hanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o prolungata ospedalizzazione. Queste complicanze possono insorgere immediatamente dopo il parto.

Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso degli SSRI in gravidanza, specialmente nella gravidanza avanzata, puĂ² aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (IPPN). Sebbene nessuno studio abbia indagato se tale fenomeno è associato anche all’impiego di SNRI, con Zaredrop non si puĂ² escludere questo potenziale rischio, tenendo conto del relativo meccanismo d’azione (inibizione della ricaptazione della serotonina).

I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se la madre ha utilizzato un SSRI/SNRI nelle fasi avanzate della gravidanza: irritabilitĂ , tremore, ipotonia, pianto

persistente e difficoltà a succhiare o a dormire. Questi sintomi possono essere dovuti ad effetti serotoninergici o legati all’esposizione al farmaco. Nella maggioranza dei casi, queste complicanze si osservano immediatamente o entro 24 ore dopo il parto.

Allattamento

Venlafaxina ed il suo metabolita attivo, O-desmetilvenlafaxina, sono escreti nel latte materno. Ci sono state segnalazioni post-marketing di neonati allattati al seno che hanno manifestato pianto, irritabilitĂ  e disturbi del sonno. Sintomi da sospensione del farmaco sono stati osservati nei neonati dopo l’interruzione dell’allattamento. Non si puĂ² escludere che ciĂ² costituisca un rischio per il lattante. Pertanto, bisogna decidere se continuare/sospendere l’allattamento al seno oppure se continuare/sospendere la terapia con Zaredrop, considerando il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia con Zaredrop per la donna.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale in caso di sovradosaggio.

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale: sovradosaggio

Nell’esperienza post-marketing, casi di sovradosaggio con venlafaxina sono stati segnalati prevalentemente in associazione con alcool e/o con altri medicinali. Gli eventi avversi riferiti piĂ¹ di frequente in caso di sovradosaggio sono: tachicardia, alterazioni della coscienza (che andavano dalla sonnolenza al coma), midriasi,

convulsioni e vomito. Altri eventi segnalati sono: alterazioni elettrocardiografiche (ad esempio: prolungamento dell’intervallo QT, blocco di branca, prolungamento del QRS), tachicardia ventricolare, bradicardia, ipotensione, vertigine e morte.

Studi retrospettivi pubblicati riferiscono che il sovradosaggio di venlafaxina puĂ² essere associato ad un aumentato rischio di esito fatale rispetto a quello osservato con antidepressivi SSRI, ma inferiore a quello degli antidepressivi triciclici. Studi epidemiologici hanno dimostrato che i pazienti trattati con venlafaxina hanno un maggior carico di fattori di rischio di suicidio, rispetto ai pazienti trattati con SSRI. Non è chiaro quanto il maggior rischio di esito fatale possa essere attribuito alla tossicitĂ  del sovradosaggio di venlafaxina, piuttosto che ad alcune delle caratteristiche dei pazienti trattati con venlafaxina. Nelle prescrizioni di venlafaxina, va indicata la quantitĂ  minima di medicinale adeguata al trattamento del paziente, per ridurre il rischio di sovradosaggio.

Trattamento raccomandato

Si raccomandano misure generali di sostegno e sintomatiche; si devono monitorare il ritmo cardiaco ed i segni vitali. Se si è in presenza di rischio di aspirazione ab ingestis, si sconsiglia di indurre il vomito. La lavanda gastrica puĂ² essere indicata, se eseguita poco dopo l’ingestione oppure in pazienti sintomatici. Anche la somministrazione di carbone attivo puĂ² limitare l’assorbimento del principio attivo. Ăˆ improbabile che la diuresi forzata, la dialisi, l’emoperfusione e l’exsanguino-trasfusione possano dare qualche beneficio. Non si conoscono antidoti specifici per la venlafaxina.

Zaredrop 75 mg/ml soluzione orale: istruzioni particolari

Qualsiasi prodotto inutilizzato o materiale di rifiuto deve essere smaltito in conformitĂ  ai requisiti locali.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco