Mirtazapina Zen: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Mirtazapina Zen

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Mirtazapina Zen: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Mirtazapina Zentiva 30 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa rivestita con film di Mirtazapina Zentiva contiene 30 mg di mirtazapina. Eccipienti ad effetto noto:

Ogni compressa rivestita con film contiene 198 mg di lattosio (come monoidrato).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa rivestita con film.

Compressa rivestita con film,oblunga, biconvessa, di colore beige, con una linea di frattura su un lato. La compressa può essere divisa in due dosi uguali.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Mirtazapina Zentiva è indicato per il trattamento di episodi di depressione maggiore negli adulti.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Adulti

La dose giornaliera efficace è generalmente compresa tra 15 (pari a mezza compressa di Mirtazapina Zentiva) e 45 mg (pari a 1 compressa e mezza di Mirtazapina Zentiva; la dose iniziale è di 15 o 30 mg.

Mirtazapina comincia a esercitare la sua azione generalmente dopo 1-2 settimane di trattamento. Il trattamento con una dose adeguata dovrebbe determinare una risposta positiva entro 2-4 settimane. In presenza di una risposta insufficiente, si può aumentare la dose fino a raggiungere la dose massima. Se non si osserva alcuna risposta nell’arco di ulteriori 2-4 settimane, si deve interrompere il trattamento.

I pazienti affetti da depressione devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente di almeno 6 mesi per assicurare che siano esenti da sintomi.

Si raccomanda di interrompere il trattamento con mirtazapina in modo graduale per evitare sintomi da sospensione (vedere paragrafo 4.4).

Persone anziane

La dose raccomandata è la stessa degli adulti. Nei pazienti anziani un aumento della dose deve essere attuato

sotto stretta supervisione per provocare una risposta soddisfacente e sicura.

Pazienti con compromissione renale

La clearance della mirtazapina può risultare ridotta nei pazienti con compromissione renale da moderata a grave (clearance della creatinina < 40 ml/min). Di ciò si deve tenere conto quando si prescrive Mirtazapina Zentiva a questa categoria di pazienti (vedere paragrafo 4.4).

Pazienti con compromissione epatica

La clearance della mirtazapina può risultare ridotta nei pazienti con compromissione epatica. Di ciò si deve tenere conto quando si prescrive Mirtazapina Zentiva a questa categoria di pazienti, in particolare in presenza di grave compromissione epatica, poiché i pazienti con grave compromissione epatica non sono stati oggetto di studio (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Mirtazapina Zentiva non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età perché non ne è stata dimostrata l’efficacia in due studi clinici a breve termine (vedere paragrafo 5.1) e per motivi di sicurezza (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1).

Modo di somministrazione

Mirtazapina ha un’emivita di eliminazione di 20-40 ore e pertanto Mirtazapina Zentiva è adatta alla singola somministrazione giornaliera. La dose unica deve essere assunta preferibilmente la sera prima di coricarsi. Mirtazapina Zentiva può essere somministrata anche frazionata in due dosi (una al mattino e una la sera, la dose maggiore deve essere presa la sera).

Le compresse devono essere assunte per via orale, se necessario con un po’ di liquido, e ingerite senza essere masticate.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Uso concomitante di mirtazapina ed inibitori delle monoaminossidasi (MAO) (vedere paragrafo 4.5).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Popolazione pediatrica

Mirtazapina non deve essere usato per trattare bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, debba essere presa la decisione di effettuare comunque il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per escludere la comparsa di sintomi suicidari. Inoltre, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti relativi a crescita, maturazione e sviluppo cognitivo e comportamentale.

Suicidio/pensieri suicidari o peggioramento clinico

La depressione è associata ad un aumento del rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a quando si verifica una remissione significativa. Poiché il miglioramento può non avvenire durante le primissime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere seguiti attentamente fino al miglioramento. Secondo l’esperienza clinica generale, il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.

Pazienti con anamnesi positiva di eventi correlati al suicidio, o con un livello significativo di ideazioni suicidarie antecedente l’inizio del trattamento, presentano un rischio maggiore di pensieri suicidari o di tentativi suicidari e devono essere seguiti attentamente durante il trattamento. Una meta-analisi di studi clinici controllati con placebo condotti sull’impiego di farmaci antidepressivi in pazienti adulti affetti da disturbi psichiatrici ha mostrato un aumento del rischio di comportamenti suicidari con gli antidepressivi

rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore ai 25 anni.

La terapia con antidepressivi deve essere accompagnata da un’attenta supervisione dei pazienti, in particolare di quelli a rischio elevato, specialmente nelle prime fasi del trattamento e in seguito a correzioni della dose. I pazienti (e coloro che li assistono) devono essere informati riguardo la necessità di monitorare la comparsa di qualsiasi peggioramento clinico, di comportamenti o ideazioni suicidari e di cambiamenti insoliti del comportamento e di chiedere immediatamente il consiglio medico se questi sintomi dovessero presentarsi.

Per quanto riguarda la possibilità di suicidio, in particolare all’inizio del trattamento, deve essere dato al paziente solo il più piccolo quantitativo di compresse di mirtazapina conformemente alla buona gestione del paziente, al fine di ridurre il rischio di sovradosaggio.

Depressione midollare

Durante il trattamento con mirtazapina è stata segnalata depressione midollare, che si manifesta, di solito, sotto forma di granulocitopenia o agranulocitosi. Agranulocitosi reversibile è stata segnalata, raramente, nel corso degli studi clinici con mirtazapina. Nel periodo successivo alla commercializzazione di mirtazapina sono stati riferiti casi rarissimi di agranulocitosi, la maggior parte reversibili, ma in alcuni casi fatali. Casi fatali hanno interessato prevalentemente pazienti di età superiore a 65 anni. Il medico deve prestare attenzione a sintomi quali febbre, mal di gola, stomatite o altri segni di infezione; quando questi si presentano, il trattamento deve essere interrotto e deve essere eseguito un esame emocromocitometrico completo.

Ittero

Il trattamento deve essere interrotto se compare ittero.

Condizioni che richiedono supervisione

È necessario dosare accuratamente il farmaco e porre sotto stretto e regolare controllo i pazienti con:

epilessia e sindrome cerebrale organica: benché l’esperienza clinica evidenzi che raramente si verificano attacchi epilettici durante il trattamento con mirtazapina, cosi come con altri antidepressivi, Mirtazapina deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con una storia di attacchi epilettici. Il trattamento deve essere sospeso nei pazienti che manifestano attacchi epilettici, o quando si verifica un aumento nella frequenza degli attacchi epilettici.

compromissione epatica: dopo somministrazione di una singola dose orale da 15 mg di mirtazapina,

la clearance della mirtazapina è risultata ridotta del 35 % circa in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata rispetto ai pazienti con una funzione epatica nella norma. La concentrazione plasmatica media di mirtazapina è risultata aumentata del 55 % circa.

compromissione renale: dopo somministrazione di una singola dose orale da 15 mg di mirtazapina,

nei pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina < 40 ml/min) e grave (clearance della creatinina < 10 ml/min), la clearance della mirtazapina è risultata ridotta rispettivamente del 30 e del 50 % circa rispetto ai pazienti con funzione renale nella norma. La concentrazione plasmatica media di mirtazapina è risultata aumentata rispettivamente del 55 e del 115 % circa. Non sono state rilevate differenze significative nei pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina < 80 ml/min) rispetto al gruppo di controllo.

malattie cardiache quali difetti della conduzione, angina pectoris, infarto del miocardio recente; in

questi casi debbono essere adottate le normali precauzioni e la somministrazione concomitante di medicinali deve essere attuata con accortezza.

ipotensione.

diabete mellito: nei pazienti con diabete, gli antidepressivi possono alterare il controllo glicemico. Il dosaggio dell’insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali potrebbe avere bisogno di essere modificato ed è raccomandato un monitoraggio stretto.

Inoltre, come con altri antidepressivi, si deve tenere conto delle seguenti circostanze:

Quando gli antidepressivi sono somministrati a pazienti con schizofrenia o altri disturbi psicotici, si può verificare un peggioramento dei sintomi psicotici; l’ideazione paranoide si può intensificare.

Quando si tratta la fase depressiva di un disturbo bipolare, può verificarsi il passaggio alla fase

maniacale. I pazienti con un’anamnesi di mania/ipomania devono essere monitorati attentamente. Mirtazapina deve essere sospesa in tutti i pazienti che entrano nella fase maniacale.

Sebbene mirtazapina non provochi dipendenza, l’esperienza successiva alla commercializzazione mostra che la brusca sospensione della somministrazione, dopo un lungo periodo di trattamento, può provocare talvolta sintomi da sospensione. La maggior parte delle reazioni da sospensione è lieve e autolimitante. Tra i vari sintomi da sospensione segnalati, i più frequenti sono capogiri, agitazione, ansia, cefalea, nausea. Benché siano stati riferiti come sintomi da sospensione, questi sintomi possono essere correlati alla malattia di base. Come consigliato nel paragrafo 4.2, si raccomanda di sospendere il trattamento con mirtazapina gradualmente.

Cautela deve essere osservata nei pazienti con disturbi della minzione come ipertrofia prostatica e nei pazienti con glaucoma acuto ad angolo chiuso e ipertensione oculare (sebbene la possibilità che si evidenzino problemi con mirtazapina è scarsa, poiché esso è dotato di un’attività anticolinergica molto debole).

Acatisia/irrequietezza psicomotoria: l’uso di antidepressivi è stato associato allo sviluppo di acatisia,

caratterizzata da irrequietezza soggettivamente spiacevole o stressante e necessità di muoversi spesso accompagnata da incapacità a rimanere seduti o fermi. Questo si verifica più probabilmente nelle primissime settimane di trattamento. Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, un aumento del dosaggio potrebbe peggiorare la sintomatologia.

Casi di prolungamento del QT, torsione di punta, tachicardia ventricolare e morte improvvisa, sono

stati segnalati durante l’uso post-marketing di mirtazapina. La maggior parte delle segnalazioni si è verificata in associazione con sovradosaggio o in pazienti con altri fattori di rischio per il prolungamento del QT, compreso l’uso concomitante di medicinali che prolungano il QTc (vedere paragrafi 4.5 e 4.9). Si deve usare cautela quando mirtazapina è prescritto a pazienti con malattia cardiovascolare nota o una storia familiare di prolungamento del QT, e che fanno uso concomitante di altri medicinali ritenuti in grado di prolungare l’intervallo QTc.

Iponatriemia

Molto raramente con l’uso di mirtazapina è stata segnalata iponatriemia, probabilmente dovuta ad inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH).

Deve essere adottata cautela nei pazienti a rischio come i pazienti anziani o i pazienti trattati contemporaneamente con medicinali noti per provocare iponatriemia.

Sindrome serotoninergica

Interazione con sostanze attive serotoninergiche: può presentarsi sindrome serotoninergica quando gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) vengono somministrati in concomitanza con altri farmaci serotoninergici (vedere paragrafo 4.5). Sintomi della sindrome serotoninergica possono essere ipertermia, rigidità, mioclono, instabilità autonomica e possibili fluttuazioni rapide dei segni vitali, cambiamenti dello stato mentale che comprendono confusione, irritabilità ed estrema agitazione che progredisce in delirio e coma. Si deve prestare cautela ed è richiesto uno stretto monitoraggio clinico quando si somministrano queste sostanze attive in concomitanza con mirtazapina. Se si presentano tali eventi, il trattamento con mirtazapina deve essere interrotto e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto.

Dall’esperienza successiva alla commercializzazione, sembra che la sindrome serotoninergica si verifichi molto raramente in pazienti trattati con mirtazapina da sola (vedere paragrafo 4.8).

Persone anziane

Le persone anziane sono spesso più sensibili, soprattutto nei confronti degli effetti indesiderati degli antidepressivi. Durante gli studi clinici condotti con mirtazapina non sono stati segnalati effetti indesiderati più frequenti negli anziani rispetto ai pazienti appartenenti alle altre fasce di età.

Eccipienti

Questo medicinale contiene lattosio. Pazienti che presentano rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Interazioni farmacodinamiche

Mirtazapina non deve essere somministrata in concomitanza con inibitori delle MAO o entro due settimane dalla sospensione della terapia con inibitori delle MAO. Al contrario, devono passare circa due settimane prima di trattare con gli inibitori delle MAO i pazienti in terapia con mirtazapina (vedere paragrafo 4.3).

Inoltre, come con gli SSRI, la somministrazione concomitante di altre sostanze attive serotoninergiche (L-triptofano, triptani, tramadolo, linezolide, blu di metilene, SSRI, venlafaxina, litio e preparati a base di erba di S. Giovanni – Hypericum perforatum) può determinare un’incidenza di effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninegica: vedere paragrafo 4.4).

Deve essere raccomandata cautela ed è richiesto uno stretto monitoraggio clinico, quando queste sostanze attive sono somministrate in combinazione con mirtazapina.

Mirtazapina può aumentare le proprietà sedative delle benzodiazepine e di altri sedativi (in particolare della maggior parte degli antipsicotici, degli antistaminici H1 antagonisti, degli oppioidi). Bisogna fare attenzione qualora questi medicinali siano prescritti insieme a mirtazapina.

Mirtazapina può aumentare gli effetti deprimenti dell’alcool sul sistema nervoso centrale. Pertanto, ai pazienti si deve consigliare di evitare l’assunzione di bevande alcoliche durante la terapia con mirtazapina.

Mirtazapina, alla dose di 30 mg una volta al giorno, provoca un aumento lieve, ma statisticamente significativo del rapporto internazionale normalizzato (INR) nei soggetti trattati con warfarin. Poiché a dosaggi più alti di mirtazapina non si può escludere un effetto più pronunciato, è consigliabile il monitoraggio dell’INR in caso di trattamento concomitante con warfarin e mirtazapina.

Il rischio di prolungamento del QT e / o di aritmie ventricolari (ad es. torsioni di punta) può essere aumentato con l’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QTc (ad es. alcuni antipsicotici e antibiotici).

Interazioni farmacocinetiche

La carbamazepina e la fenitoina, induttori del CYP3A4, hanno aumentato di circa due volte la clearance della mirtazapina, provocando una riduzione rispettivamente del 60 % e del 45 % della concentrazione plasmatica media della mirtazapina. Quando la carbamazepina o un qualsiasi altro induttore del metabolismo epatico (quale rifampicina) viene aggiunto alla terapia con mirtazapina, può essere necessario aumentare la dose di mirtazapina. Se il trattamento con un medicinale di questo tipo viene interrotto, può essere necessario ridurre la dose di mirtazapina.

La somministrazione concomitante del ketoconazolo, potente inibitore del CYP3A4, ha aumentato i livelli di picco plasmatici e dell’area sottesa alla curva (AUC) di mirtazapina rispettivamente del 40

% e del 50 % circa.

Quando la cimetidina (debole inibitore di CYP1A2, CYP2D6 e CYP3A4) viene somministrata assieme alla mirtazapina, la concentrazione plasmatica media di mirtazapina può aumentare di oltre il 50%. Deve essere adottata cautela e può essere necessario ridurre la dose, quando mirtazapina è somministrata contemporaneamente a potenti inibitori del CYP3A4, inibitori dell’HIV proteasi, antifungini azolici, eritromicina, cimetidina o nefazodone.

Dagli studi sulle interazioni non sono emersi effetti farmacocinetici di rilievo associati al trattamento contemporaneo di mirtazapina con paroxetina, amitriptilina, risperidone o litio.

Popolazione pediatrica

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

I limitati dati riguardanti l’uso di mirtazapina in donne in gravidanza non indicano un rischio aumentato di malformazioni congenite.

Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti teratogeni di rilevanza clinica, tuttavia è stata osservata tossicità dello sviluppo (vedere paragrafo 5.3).

I dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di SSRI in gravidanza, soprattutto nella tarda gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN).

Sebbene nessun studio abbia analizzato l’associazione del PPHN al trattamento con mirtazapina, questo

rischio potenziale non può essere escluso, tenendo in considerazione il relativo meccanismo d’azione (aumento delle concentrazioni di serotonina).

Deve essere esercitata cautela quando viene prescritta a donne in gravidanza.

Se mirtazapina è usata fino a, o poco prima del parto è raccomandato un monitoraggio del neonato tenendo conto di possibili effetti da astinenza.

Allattamento

Gli studi condotti su animali e limitati dati rilevati sull’uomo hanno evidenziato un’escrezione molto contenuta di mirtazapina nel latte materno. La decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con mirtazapina deve basarsi sulla valutazione del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia con mirtazapina per la donna.

Fertilità

Studi non–clinici di tossicità riproduttiva negli animali non hanno evidenziato alcun effetto sulla fertilità.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Mirtazapina influenza in modo lieve o moderato la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Mirtazapina può ridurre la capacità di concentrazione e lo stato di vigilanza (in particolare nelle fasi iniziali del trattamento). In tal caso, i pazienti devono evitare lavori potenzialmente pericolosi che richiedano vigilanza e buona concentrazione, come guidare un veicolo a motore o usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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I pazienti depressi manifestano un certo numero di sintomi che sono dovuti alla malattia stessa. È pertanto difficile, talvolta, accertare quali sintomi siano espressione della malattia e quali il risultato del trattamento con mirtazapina.

Le reazioni avverse segnalate più comunemente, che si sono verificate in più del 5 % dei pazienti trattati con mirtazapina negli studi randomizzati e controllati con placebo (vedere sotto) sono sonnolenza, sedazione, bocca secca, aumento di peso, aumento dell’appetito, capogiri e affaticamento.

Le reazioni avverse di mirtazapina sono state valutate in tutti gli studi randomizzati controllati con placebo condotti sui pazienti (compresi quelli con indicazioni diverse dalla depressione maggiore). La meta-analisi ha riguardato 20 studi, con una durata pianificata di trattamento di un massimo di 12 settimane, con 1501 pazienti (134 anni persona) trattati con dosi di mirtazapina fino a 60 mg e 850 pazienti (79 anni persona) trattati con placebo. Le fasi di estensione di questi studi sono state escluse per mantenere la raffrontabilità con il trattamento con placebo.

Nella tabella 1 è riportata l’incidenza per categoria delle reazioni avverse che negli studi clinici si sono manifestate con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, durante il trattamento con mirtazapina rispetto al trattamento con placebo, in aggiunta alle reazioni avverse riferite spontaneamente. La frequenza delle reazioni avverse emerse dalle segnalazioni spontanee è basata sul tasso di segnalazione di tali eventi negli studi clinici. La frequenza delle reazioni avverse da segnalazione spontanea per le quali non siano stati osservati casi con mirtazapina negli studi randomizzati controllati verso placebo è stata classificata come “non nota”.

Tabella 1. Reazioni avverse di Mirtazapina

Classificazione per sistemi e organi Molto comune ( 1/10) Comune ( 1/100, < 1/10 ) Non comune ( 1/1.000,
< 1/100 )
Raro
( 1/10.000,
< 1/1.000 )
Frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla
base dei dati disponibili)
Patologie del sistema emolinfopoietico
Patologie endocrine – Secrezione
inappropriata di ormone
antidiuretico
Disturbi del metabolismo e della nutrizione – Iponatriemia
Disturbi
psichiatrici
Insonnia3, 5 acatisia, ipercinesia) – Aggressività suicidarie6
Patologie del sistema nervoso – Mioclono
Patologie vascolari – Ipotensione
ortostatica
– Ipotensione2
Patologie gastrointestinali – Bocca secca – Ipoestesia orale Pancreatiti
Patologie epatobiliari – Aumento delle attività delle
transaminasi sieriche

Depressione midollare (granulocitope- nia, agranulocitosi, anemia aplastica, trombocitope- nia)

Eosinofilia

Aumento di peso

1

Aumento dell’appetito1

Sogni anomali

Confusione

Ansia2, 5

Incubi2

Mania

Agitazione2

Allucinazioni

Irrequietezza psicomotoria (incluse

Ideazioni

Comportamento suicidario6

Sonnolenza1, 4

Sedazione1, 4

Cefalea2

Letargia1

Capogiri

Tremore

Parestesia2

Sindrome delle gambe senza riposo

Sincope

Convulsioni

Sindrome serotoninergica

Parestesia orale

Disartria

Nausea3

Diarrea2

Vomito2

Costipazione

Edema orale

Aumento della salivazione

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo – Esantema2 -Sindrome di Stevens-Johnson
-Dermatite bollosa
-Eritema multiforme
-Necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletri- co e del tessuto
connettivo
Rabdomiolisi
Patologie renali e
urinarie
Ritenzione urinaria
Patologie sistemiche e condizioni relative
alla sede di somministrazione
– Sonnambulismo
-Edema generalizzato
-Edema localizzato
Esami diagnostici Aumento della
creatinchinasi

Atralgia

Mialgia

Dolore dorsale1

Edema periferico1

Affaticamento

Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, nel corso del trattamento con mirtazapina rispetto al trattamento con placebo.

Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, ma non statisticamente significativa, nel corso del trattamento con placebo rispetto al trattamento con mirtazapina.

Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, nel corso del trattamento con placebo rispetto al trattamento con mirtazapina.

N.B. la riduzione del dosaggio generalmente non determina una minore sonnolenza/sedazione, ma può compromettere l’efficacia antidepressiva.

Il trattamento con antidepressivi in genere può determinare l’insorgenza o il peggioramento di ansia e insonnia (che possono essere sintomi di depressione). Nel corso del trattamento con mirtazapina sono stati riferiti sviluppo o peggioramento di ansia e insonnia.

Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati segnalati durante la terapia con mirtazapina o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

Nelle analisi di laboratorio condotte negli studi clinici sono stati osservati innalzamenti transitori delle transaminasi e della gamma-glutamiltransferasi (tuttavia, gli eventi avversi associati non sono stati riferiti con una frequenza statisticamente superiore con mirtazapina rispetto al placebo).

Popolazione pediatrica

I seguenti eventi avversi sono stati osservati comunemente negli studi clinici in bambini: aumento di peso, orticaria e ipertrigliceridemia (vedere anche paragrafo 5.1).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

04.9 Sovradosaggio

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L’attuale esperienza relativa al sovradosaggio con mirtazapina da sola indica che i sintomi sono di solito lievi. Sono stati riportati depressione del sistema nervoso centrale con disorientamento e sedazione prolungata, insieme a tachicardia e lieve iper- o ipotensione. Tuttavia, esiste la possibilità di conseguenze più gravi (incluse fatalità) a dosaggi più alti rispetto alla dose terapeutica, specialmente con sovradosaggi misti. In questi casi sono stati segnalati anche prolungamento del QT e torsioni di punta.

I casi di sovradosaggio devono essere trattati con appropriata terapia sintomatica e di sostegno delle funzioni vitali. Deve essere effettuato un monitoraggio ECG. Si deve inoltre considerare la somministrazione di carbone attivo o la lavanda gastrica.

Popolazione pediatrica

Le azioni appropriate, cosi come descritte per gli adulti, devono essere intraprese nel caso di sovradosaggio in pazienti pediatrici.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: altri antidepressivi, codice ATC: N06AX11 Meccanismo d’azione/effetti farmacodinamici

Mirtazapina è un α2-antagonista presinaptico attivo a livello centrale, capace di indurre un aumento della neurotrasmissione noradrenergica e serotoninergica centrale. L’aumento della neurotrasmissione serotoninergica è specificatamente mediato dai recettori 5-HT1, poiché i recettori 5-HT2 e 5-HT3 vengono bloccati da mirtazapina. Si presume che entrambi gli enantiomeri di mirtazapina contribuiscano all’attività antidepressiva, l’enantiomero S(+) blocca i recettori α2 e 5-HT2 e l’enantiomero R(-) blocca i recettori 5- HT3.

Efficacia e sicurezza clinica

L’attività antagonista di mirtazapina verso i recettori H1-istaminergici è associata alle sue proprietà sedative. Mirtazapina è pressoché priva di attività anticolinergica e, alle dosi terapeutiche, ha solamente effetti limitati (es. ipotensione ortostatica) sul sistema cardiovascolare.

Popolazione pediatrica

Due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo in bambini di età compresa tra i 7 e i 18 anni con disturbi di depressione maggiore (n=259) che hanno usato una dose flessibile per le prime 4 settimane (15 – 45 mg) seguita da una dose fissa (15, 30 o 45 mg di mirtazapina) per ulteriori 4 settimane non è riuscito a dimostrare differenze significative tra mirtazapina e placebo verso l’endpoint primario e secondario. Un significativo aumento di peso (> 7%) è stato osservato nel 48,8% dei soggetti trattati con mirtazapina rispetto al 5,7% dei soggetti trattati con placebo. Sono stati comunemente osservati anche orticaria (11,8% vs 6,8%) e ipertrigliceridemia (2,9% vs 0,0%).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Dopo la somministrazione orale di mirtazapina, il principio attivo mirtazapina viene assorbito bene e rapidamente (biodisponibilità = 50 %); il picco dei livelli plasmatici viene raggiunto dopo circa due ore. L’assunzione di cibo non influenza la farmacocinetica di mirtazapina.

Distribuzione

Il legame di mirtazapina con le proteine plasmatiche è dell’85 % circa.

Biotrasformazione

La biotrasformazione avviene essenzialmente per demetilazione ed ossidazione, seguite da coniugazione. Dati in vitro ottenuti studiando microsomi di fegato umano indicano che gli enzimi citocromo P450, CYP2D6 e CYP1A2 sono coinvolti nella formazione dell’8-idrossi-metabolita di mirtazapina, mentre CYP3A4 è considerato responsabile della formazione dei metaboliti N-demetil e N-ossido. Il metabolita demetilato è farmacologicamente attivo e sembra avere lo stesso profilo farmacocinetico del composto originario.

Eliminazione

Mirtazapina è ampiamente metabolizzata ed eliminata attraverso le urine e le feci in pochi giorni. L’emivita media di eliminazione è di 20-40 ore; occasionalmente sono state osservate emivite più lunghe, fino a 65 ore, e nei giovani emivite più brevi. L’emivita di eliminazione è sufficiente a giustificare il trattamento con

dosaggio unico giornaliero. Lo stato stazionario è raggiunto dopo 3-4 giorni, dopo i quali non vi è ulteriore accumulo.

Linearità/Non linearità

Nell’intervallo di dosi raccomandato, mirtazapina mostra una farmacocinetica lineare.

Popolazioni speciali

La clearance della mirtazapina può risultare ridotta come conseguenza di insufficienza renale o epatica.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo.

Negli studi di tossicità riproduttiva condotti nel ratto e nel coniglio non è stato osservato alcun effetto teratogeno. Ad un livello di esposizione sistemica doppio rispetto all’esposizione terapeutica massima nell’uomo, è stato osservato un aumento dell’aborto dopo l’impianto, una riduzione del peso del neonato e una riduzione della sopravvivenza dei neonati di ratti nei primi tre giorni di lattazione.

In una serie di test di mutazione genica, di danno cromosomico e del DNA, mirtazapina non si è rivelata genotossica. I tumori della tiroide riscontrati in uno studio di carcinogenesi nel ratto e le neoplasie epatocellulari rilevate in uno studio di carcinogenicità nel topo sono considerati risposte specie-specifiche e non genotossiche associate al trattamento a lungo termine con dosi elevate di induttori degli enzimi epatici.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa:

lattosio monoidrato amido di mais idrossipropilcellulosa silice colloidale anidra magnesio stearato

Rivestimento della compressa:

ipromellosa

titanio diossido (E171) macrogol 8000

ferro ossido giallo (E172) ferro ossido rosso (E172) ferro ossido nero (E172)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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3 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo prodotto medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Mirtazapina Zentiva 30 mg compresse rivestite con film sono confezionate in blister, costituito da una pellicola di polivinilcloruro/ polivinilidenecloruro e da un foglio di alluminio con un rivestimento termosaldato sul lato a contatto con le compresse rivestite con film.

Sono disponibili le seguenti confezioni in blister: 14, 20, 28, 30, 50, 56, 60, 70, 90, 100, 200 e 500 compresse rivestite con film.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Zentiva Italia s.r.l. – Viale Bodio 37/b – 20158 Milano (Italia)

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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14 compresse rivestite con film AIC n. 037094099 20 compresse rivestite con film AIC n. 037094101 28 compresse rivestite con film AIC n. 037094113 30 compresse rivestite con film AIC n. 037094125 50 compresse rivestite con film AIC n. 037094137 56 compresse rivestite con film AIC n. 037094149 60 compresse rivestite con film AIC n. 037094152 70 compresse rivestite con film AIC n. 037094164 90 compresse rivestite con film AIC n. 037094176100 compresse rivestite con film AIC n. 037094188200 compresse rivestite con film AIC n. 037094190500 compresse rivestite con film AIC n. 037094202

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data di prima autorizzazione: 22.01.2007

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 20/04/2021