Perindopril: effetti collaterali e controindicazioni

Perindopril: effetti collaterali e controindicazioni

Perindopril e indapamide sandoz compresse (Perindopril Erbumina + Indapamide) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg compresse

Ipertensione essenziale.

Perindopril e Indapamide Sandoz 4 mg/1,25 mg compresse

Trattamento dell’ipertensione essenziale. Perindopril e Indapamide Sandoz 4 mg/1,25 mg compresse è indicato nei pazienti la cui pressione sanguigna non è adeguatamente controllata con il perindopril in monoterapia.

Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse

Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse è indicato come terapia sostitutiva per il trattamento dell’ipertensione essenziale in pazienti la cui pressione è già controllata con il perindopril e l’indapamide somministrati contemporaneamente alla stessa dose.

Perindopril e indapamide sandoz compresse: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Perindopril e indapamide sandoz compresse ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Perindopril e indapamide sandoz compresse, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Perindopril e indapamide sandoz compresse: controindicazioni

Correlate al perindopril:

IpersensibilitĂ  al perindopril o a qualsiasi altro ACE inibitore

Anamnesi di angioedema (edema di Quincke) associato a una precedente terapia con ACE inibitori;

Angioedema ereditario o idiopatico;

Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafì 4.4 e 4.6).

L’uso concomitante di Perindopril e Indapamide Sandoz con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocitĂ  di filtrazione glomerulare GFR <60 ml / min / 1,73 m2) (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Correlate all’indapamide:

Ipersensibilità all’indapamide o a qualsiasi altro sulfonamidico.

Compromissione renale grave (clearance della creatinina inferiore ai 30 ml/min);

Encefalopatia epatica;

Grave compromissione epatica;

Ipopotassiemia;

Come norma generale, questo farmaco non è consigliabile in associazione con agenti non antiaritmici che causano torsioni di punta (vedere paragrafo 4.5).

Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Correlate a Perindopril e Indapamide Sandoz :

IpersensibilitĂ  a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1

Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse

Compromissione renale grave e moderata (clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min)

A causa della mancanza di esperienza terapeutica sufficiente, Perindopril e Indapamide Sandoz compresse non deve essere usato in:

pazienti in dialisi

pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata.

Perindopril e indapamide sandoz compresse: effetti collaterali

La somministrazione di perindopril inibisce il sistema renina-angiotensina- aldosterone e tende a ridurre la perdita di potassio indotta dall’indapamide.

Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg compresse

Il 2% dei pazienti trattati con Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg compresse ha riportato ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).

Perindopril e Indapamide Sandoz 4 mg/1,25 mg compresse

Il 6% dei pazienti trattati con Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg

compresse ha riportato ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).

Il 4 % dei pazienti trattati con Perindopril e Indapamide Sandoz 4 mg/1,25 mg

compresse ha riportato ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l). Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse

Il 6% dei pazienti trattati con Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg

compresse ha riportato ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).

Il 4 % dei pazienti trattati con Perindopril e Indapamide Sandoz 4 mg/1,25 mg

compresse ha riportato ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l). Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse

I seguenti effetti indesiderati possono verificarsi durante il trattamento, divisi per classe di frequenza come segue:

Molto comune (?1/10) comune (?1/100, <1/10)

non comune (?1/1000, <1/100) raro (?1/10000, <1/1000) molto raro (<1/10000)

non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Molto raro:

Trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica.

L’anemia (vedere paragrafo 4.4) è stata riportata in circostanze specifiche a seguito di somministrazione di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (in pazienti che avevano subito un trapianto di rene o sottoposti ad emodialisi).

Disturbi psichiatrici

Non comune:

Disturbi dell’umore o del sonno.

Patologie del sistema nervoso

Comune:

– Parestesia, cefalea, astenia, capogiri, vertigini.

Molto raro:

– Confusione. Non nota:

Sincope

Patologie dell’occhio

Comune:

Disturbi visivi.

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Comune:

Tinnito.

Patologie vascolari Comune:

Ipotensione, ortostatica e non (vedere paragrafo 4.4).

Patologie cardiache

Molto raro:

– Aritmia, inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale, angina pectoris ed infarto miocardico, eventualmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4).

Non nota:

Torsioni di punta (potenzialmente fatali) (vedere paragrafì 4.4 e 4.5)

Patologie vascolari Comune:

– Ipotensione ortostatica o meno (vedere paragrafo 4.4)

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Comune:

Con l’utilizzo degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è stata riportata la comparsa di tosse secca, caratterizzata da persistenza e da scomparsa alla sospensione del trattamento. In presenza di questi sintomi, deve essere presa in considerazione una eziologia iatrogena. Dispnea.

Non comune:

Broncospasmo.

Molto raro:

Polmonite eosinofila, rinite.

Patologie gastrointestinali

Comune:

Stipsi, secchezza della bocca , nausea, dolore epigastrico, anoressia, vomito, dolore addominale, disturbi del gusto, dispepsia, diarrea.

Molto raro:

Pancreatite.

Patologie epatobiliari

Molto raro:

-Epatite, sia citolitica che colestatica (vedere paragrafo 4.4). Non nota:

In caso di insufficienza epatica, esiste la possibilità di comparsa di encefalopatia epatica (vedere paragrafì 4.3 e 4.4).

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune:

Rash, prurito, eruzioni maculopapulose. Non comune:

Angioedema del viso, alle estremitĂ , alle labbra, alle membrane mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe, orticaria (vedere paragrafo 4.4).

Reazioni di ipersensibilitĂ , prevalentemente a livello dermatologico, in soggetti con predisposizione a manifestazioni allergiche ed asmatiche.

Porpora.

Possibile peggioramento di lupus eritematoso acuto sistemico preesistente. Raro:

Aggravamento della psoriasi.

Molto raro:

Eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Steven Johnson.

Sono stati riportati casi di fotosensibilitĂ  (vedere paragrafo 4.4).

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Comune:

Crampi muscolari.

Patologie renali e urinarie

Non comune:

Insufficienza renale. Molto raro:

Insufficienza renale acuta.

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Non comune:

Impotenza.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune:

Astenia. Non comune:

Sudorazione.

Esami diagnostici

Non nota:

Elettrocardiogramma con QT prolungato (vedere paragrafì 4.4 e 4.5)

Innalzamento dei livelli di uricemia e glicemia durante il trattamento.

Aumento dei livelli degli enzimi epatici

Lieve aumento dell’urea e della creatinina plasmatica, reversibile alla sospensione del trattamento. Questo aumento è piĂ¹ frequente in caso di stenosi dell’arteria renale, ipertensione arteriosa trattata con diuretici, insufficienza renale.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Raro:

Ipercalcemia. Non nota

Deplezione di potassio con riduzione particolarmente grave dei livelli di potassio in alcune popolazioni a rischio (vedere paragrafo 4.4).

Aumento dei livelli di potassio, generalmente transitorio

Iponatremia con ipovolemia che provoca disidratazione e ipotensione ortostatica.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione- avversa

Perindopril e indapamide sandoz compresse: avvertenze per l’uso

Avvertenze speciali

Comuni al perindopril e all’indapamide:

Esclusivamente per Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg compresse

Per la combinazione a bassa dose Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg non è stata dimostrata una significativa riduzione delle reazioni avverse al farmaco rispetto alle dosi piĂ¹ basse approvate dei mono-componenti individuali ad eccezione che per l’ipopotassiemia (vedere paragrafo 4.8). Non puĂ² essere escluso un aumento della frequenza di reazioni idiosincratiche se il paziente viene esposto simultaneamente a due agenti antipertensivi per lui nuovi. Per minimizzare questo rischio il paziente deve essere attentamente monitorato.

Litio:

L’associazione di litio con la combinazione di perindopril/indapamide non è solitamente raccomandata (vedere paragrafo 4.5.)

Correlate al perindopril:

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciĂ² deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalitĂ  renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Neutropenia/agranulocitosi:

Sono state riferite neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia in pazienti che ricevono ACE inibitori. In pazienti con normale funzione renale e nessun altro fattore di complicazione, la neutropenia si verifica raramente. Il perindopril deve essere utilizzato con estrema cautela in pazienti con malattia vascolare del collagene, terapia immunodepressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide o una combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto in caso di una pre- esistente funzionalitĂ  renale ridotta. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni che in pochi casi non hanno risposto ad una terapia antibiotica intensiva. Se il perindopril viene usato in questi pazienti, si consiglia il monitoraggio frequente della conta dei globuli bianchi e i pazienti devono essere istruiti a segnalare qualsiasi segno di infezione (ad es. mal di gola, febbre).

IpersensibilitĂ /angioedema

Ăˆ stato raramente riferito angioedema del volto, delle estremitĂ , delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso il perindopril. CiĂ² puĂ² avvenire in qualsiasi momento nel corso del trattamento. In questi casi il perindopril deve essere prontamente interrotto e deve essere istituito un appropriato monitoraggio per assicurare una completa risoluzione dei sintomi prima di dimettere il paziente. In quei casi in cui il gonfiore è limitato al volto e alle labbra la condizione si è risolta generalmente senza trattamento, anche se gli antistaminici sono stati utili nel dare sollievo ai sintomi.

Angioedema associato ad edema laringeo puĂ² essere fatale. Laddove c’è un coinvolgimento di lingua, glottide o laringe, con probabilitĂ  di causare ostruzione delle vie aree, deve essere somministrata prontamente una terapia appropriata, che puĂ² includere epinefrina sottocutanea soluzione 1:1000 (da 0,3 a 0,5 ml) e/o misure che assicurino la pervietĂ  delle vie aree.

Ăˆ stato riferito che i pazienti neri trattati con ACE inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti non neri.

Nei pazienti con un’anamnesi di angioedema non collegata alla terapia con ACE inibitori puĂ² esserci un aumento del rischio di angioedema durante l’assunzione di un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).

Raramente è stato riscontrato angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c’era precedente edema facciale e i livelli di C-1 esterasi erano normali. L’angioedema era stato diagnosticato tramite procedure che includono tomografia computerizzata dell’addome o ultrasuoni, o durante chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo l’interruzione dell’ACE inibitore. L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in terapia con ACE inibitori che presentano dolore addominale.

Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es. sirolimus, everolimus, temsirolimus)

I pazienti che assumono come terapia concomitante inibitori di mTOR (ad esempio sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono presentare un aumento del rischio di angioedema (ad es. gonfiore del tratto respiratorio o della lingua, con o senza insufficienza respiratoria) (vedere paragrafo 4.5).

Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione:

Ci sono stati casi isolati di pazienti trattati con ACE inibitori che hanno manifestato reazioni anafilattoidi gravi e potenzialmente letali durante il trattamento di desensibilizzazione con veleno di imenotteri (api, vespe). Gli ACE inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti allergici trattati con desensibilizzazione ed evitato nei pazienti sottoposti a immunoterapia contro il veleno. Tuttavia queste reazioni possono essere evitate con la temporanea sospensione dell’ACE inibitore per almeno 24 ore prima del trattamento in pazienti che richiedono sia gli ACE inibitori che la desensibilizzazione.

Reazioni anafilattoidi durante la LDL-aferesi:

Raramente, i pazienti trattati con ACE inibitori hanno manifestato reazioni anafilattoidi potenzialmente letali durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano solfato. Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE inibitore prima di ciascuna aferesi.

Pazienti in emodialisi:

Reazioni anafilattoidi sono state riferite in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso (ad es. AN 69®) e trattati in concomitanza con un ACE inibitore. In questi pazienti deve essere preso in considerazione l’uso di un diverso tipo di membrana per dialisi o di una diversa classe di agenti antipertensivi.

Diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio

La combinazione di perindopril e diuretici risparmiatori di potassio e sali di potassio non è solitamente raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

Gravidanza

La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafì 4.3 e 4.6).

Correlate all’indapamide:

In caso di compromissione della funzione epatica, i diuretici tiazidici e correlati alle tiazidi possono provocare un’encefalopatia epatica. Se ciĂ² accade, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente interrotta.

FotosensibilitĂ :

Con i diuretici tiazidici e correlati alle tiazidi sono state riportate reazioni di fotosensibilitĂ  (vedere paragrafo 4.8). Se la reazione di fotosensibilitĂ  si verifica durante il trattamento, si raccomanda di sospendere la terapia. Qualora si ritenga necessario somministrare di nuovo il diuretico, si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.

Precauzioni per l’uso

Comuni a perindopril e indapamide:

Danno renale:

Il trattamento è controindicato in caso di danno renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).

Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse Il trattamento è controindicato in caso di danno renale moderato e grave (clearance della creatinina < 60 ml/min).

In alcuni pazienti ipertesi senza preesistenti lesioni renali apparenti, ma con conclamata insufficienza renale funzionale, il trattamento deve essere sospeso ed eventualmente ripreso utilizzando un dosaggio inferiore oppure uno solo dei componenti.

I controlli di follow-up devono includere per questi pazienti un monitoraggio frequente del potassio e della creatinina, dopo due settimane di trattamento e successivamente ogni due mesi nel periodo di stabilità terapeutica. L’insufficienza renale è stata riscontrata principalmente in pazienti con grave insufficienza cardiaca o insufficienza renale sottostante, compresa stenosi dell’arteria renale.

Solitamente il farmaco non è raccomandato in presenza di stenosi dell’arteria renale bilaterale o di un solo rene funzionante.

Ipotensione e squilibrio idroelettrolitico:

Esiste il rischio di ipotensione improvvisa in presenza di preesistente deplezione sodica (in particolare in pazienti con stenosi dell’arteria renale). Pertanto i segni clinici di squilibrio idroelettrolitico, che puĂ² manifestarsi in occasione di un episodio intercorrente di diarrea o di vomito, devono essere sistematicamente esaminati. In questi pazienti deve essere effettuato un regolare controllo degli elettroliti plasmatici.

Una ipotensione marcata puĂ² richiedere una infusione endovenosa di soluzione salina isotonica.

Una ipotensione transitoria non costituisce una controindicazione al proseguimento del trattamento. Una volta ristabilita una volemia ed una pressione arteriosa soddisfacenti, è possibile riprendere il trattamento a posologia ridotta o utilizzando uno solo dei componenti.

Potassiemia:

L’associazione perindopril e indapamide non esclude l’insorgenza di ipopotassiemia, soprattutto nei pazienti diabetici o con insufficienza renale. Come per ogni altro antiipertensivo associato ad un diuretico, deve essere effettuato un regolare controllo dei livelli plasmatici di potassio.

Lattosio:

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non dovrebbero prendere questo medicinale.

Correlate al perindopril:

Tosse:

É stata riportata la comparsa di tosse secca a seguito di somministrazione di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Questa tosse è caratterizzata da persistenza e scomparsa dopo interruzione del trattamento. In presenza di questo sintomo si deve considerare una eziologia iatrogena. Qualora la prescrizione di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina sia comunque preferibile, si puĂ² prendere in considerazione la prosecuzione del trattamento.

Popolazione pediatrica:

L’efficacia e la tollerabilità del perindopril, da solo o in associazione, nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.

Rischio di ipotensione arteriosa e/o insufficienza renale (in caso di insufficienza cardiaca, deplezione idroelettrolitica, ecc…):

Soprattutto nel corso di marcate deplezioni idroelettrolitiche (stretto regime iposodico o trattamento diuretico prolungato) è stata osservata una notevole stimolazione del sistema renina-angiotensina- aldosterone in pazienti con pressione inizialmente bassa, in casi di stenosi dell’arteria renale, di insufficienza cardiaca congestizia o di cirrosi edemato-ascitica.

Il blocco di questo sistema da parte di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina puĂ² perciĂ² causare, soprattutto alla prima assunzione e nel corso delle prime due settimane di trattamento, un brusco calo pressorio e/o un aumento della creatinina plasmatica, segno di una insufficienza renale funzionale. Quest’ultima puĂ² essere occasionalmente ad insorgenza acuta, benchĂ© si verifichi raramente e dopo un intervallo di tempo variabile.

In questi casi, il trattamento deve essere iniziato ad un dosaggio piĂ¹ basso, con incrementi progressivi.

Persone anziane :

Prima dell’inizio del trattamento devono essere controllate la funzionalità renale e la potassiemia. Il dosaggio iniziale deve essere adattato successivamente in base alla risposta pressoria, specialmente in caso di deplezione idroelettrolitica, per evitare la comparsa di improvvisa ipotensione.

Pazienti con aterosclerosi nota:

Il rischio di ipotensione sussiste in tutti i pazienti, ma una cautela particolare è richiesta nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o insufficienza circolatoria cerebrale, che devono pertanto iniziare il trattamento ad un basso dosaggio.

Ipertensione nefrovascolare:

Il trattamento dell’ipertensione nefrovascolare è la rivascolarizzazione. Tuttavia, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono risultare utili nei pazienti affetti da ipertensione nefrovascolare in attesa di un intervento chirurgico correttivo o quando la soluzione chirurgica non è praticabile.

Perindopril e Indapamide Sandoz 2 mg/0,625 mg e 4 mg/1,25 mg compresse

Qualora Perindopril e Indapamide Sandoz venga prescritto a pazienti con stenosi dell’arteria renale accertata o sospetta, il trattamento deve essere iniziato in ambiente ospedaliero e a basso dosaggio, monitorando la funzione renale ed i livelli di potassio, poiché alcuni pazienti hanno sviluppato un’insufficienza renale funzionale rivelatasi reversibile con l’interruzione della terapia.

Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg compresse

Il trattamento con Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg non è appropriato in pazienti con stenosi dell’arteria renale accertata o sospetta poichĂ© il trattamento deve essere in ambiente ospedaliero e a un dosaggio piĂ¹ basso rispetto a Perindopril e Indapamide Sandoz 8 mg /2,5 mg.

Altri pazienti a rischio:

Nei pazienti con insufficienza cardiaca grave (stadio IV) o nei pazienti affetti da diabete mellito insulino-dipendenti (tendenza spontanea all’innalzamento dei livelli di potassio), il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico con una dose iniziale ridotta, pertanto Perindopril e

Indapamide Sandoz 8 mg/2,5 mg non è adatto per il dosaggio iniziale

. Il trattamento con beta-bloccanti nei pazienti ipertesi con insufficienza coronarica non deve essere interrotto: l’ACE inibitore deve essere associato al beta-bloccante.

Pazienti diabetici:

I livelli glicemici devono essere attentamente monitorati nei pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali o insulina, e piĂ¹ precisamente durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore.

Differenze etniche:

Come per altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, l’azione antiipertensiva del perindopril sembra essere apparentemente meno efficace nei pazienti di colore rispetto ai soggetti non di colore, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di stati di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di colore.

Chirurgia/anestesia:

Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono causare ipotensione in caso di anestesia, specie se l’anestetico somministrato possiede un potenziale ipotensivo.

Si raccomanda pertanto, se possibile, di interrompere il trattamento con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina a lunga durata d’azione, come il perindopril, un giorno prima dell’intervento chirurgico.

Stenosi della valvola aortica o mitrale / cardiomiopatia ipertrofica:

Gli ACE inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con ostruzione del tratto d’efflusso del ventricolo sinistro.

Insufficienza epatica:

Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che si manifesta prima come ittero colestatico per progredire poi in necrosi epatica fulminante e (talvolta) decesso. Il meccanismo d’azione di questa sindrome non è noto. I pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o con un marcato innalzamento degli enzimi epatici, devono interrompere l’assunzione dell’ACE inibitore ed essere seguiti appropriatamente nel periodo di follow-up (vedere paragrafo 4.8).

Iperpotassiemia:

É stato osservato un innalzamento dei livelli sierici di potassio in alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso il perindopril. I fattori di rischio per la comparsa di iperpotassiemia include insufficienza renale, aggravamento della funzionalitĂ  renale, etĂ  (> 70 anni), diabete mellito, eventi intercorrenti – in particolare stati di disidratazione – scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica ed uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (per es. spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio, oppure in pazienti che assumono altri farmaci associati ad un aumento dei livelli di potassio sierico (per es. eparina, cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo). L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti salini contenenti potassio, specie in pazienti con funzione renale compromessa, puĂ² portare ad un significativo incremento del potassio sierico. L’iperpotassiemia puĂ² causare aritmia grave, talvolta fatale. Se l’uso concomitante degli agenti sopra riportati viene ritenuto appropriato, è necessario utilizzarli con cautela, monitorando frequentemente la potassiemia (vedere paragrafo 4.5).

Correlate all’indapamide:

Squilibrio idroelettrolitico:

Natriemia:

La natriemia deve essere controllata prima di iniziare il trattamento, e successivamente ad intervalli regolari. Tutti i trattamenti diuretici possono causare una riduzione dei livelli di sodio che puĂ² avere serie conseguenze. La riduzione della natriemia puĂ² essere inizialmente asintomatica, perciĂ² è indispensabile eseguire dei controlli regolari. Questi controlli devono essere ancora piĂ¹ frequenti nei pazienti anziani e cirrotici (vedere paragrafì 4.8 e 4.9).

Potassiemia:

La deplezione potassica con ipopotassiemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici e correlati alle tiazidi. La possibile insorgenza di ipopotassiemia (<3,4 mmol/l) deve essere prevenuta in alcuni pazienti ad alto rischio quali gli anziani e/o i soggetti denutriti – politrattati o meno, i cirrotici con edema e ascite, i coronaropatici ed i pazienti con insufficienza cardiaca.

In questi casi, infatti, l’ipopotassiemia aumenta la tossicità cardiaca dei glicosidi cardiaci ed il rischio di turbe del ritmo cardiaco.

Anche i soggetti con intervallo QT lungo, di origine sia congenita che iatrogena, sono a rischio. L’ipopotassiemia, come pure la bradicardia, agiscono da fattori che favoriscono la comparsa di gravi disturbi del ritmo cardiaco, in particolare torsioni di punta, che possono avere esiti fatali.

Tutti questi casi richiedono controlli piĂ¹ frequenti dei livelli di potassio. Il primo controllo del potassio plasmatico deve essere effettuato nel corso della prima settimana di trattamento.

L’accertamento di ipopotassiemia richiede la sua immediata correzione.

Calcemia:

I diuretici tiazidici e correlati alle tiazidi possono ridurre l’escrezione urinaria del calcio e provocare un aumento leggero e transitorio dei livelli plasmatici del calcio. Una marcata ipercalcemia puĂ² essere correlata ad un iperparatiroidismo non diagnosticato. In questo caso il trattamento deve essere interrotto prima di esplorare la funzione paratiroidea.

Glicemia:

Nei pazienti diabetici è importante controllare i livelli ematici di glucosio, specie in presenza di ipopotassiemia.

Acido urico:

Nei pazienti iperuricemici puĂ² aumentare la tendenza agli attacchi di gotta.

Funzione renale e diuretici:

I diuretici tiazidici e correlati alle tiazidi sono pienamente efficaci solo se la funzione renale è normale o solo leggermente alterata (livelli di creatinina inferiori approssimativamente a 25 mg/l, ovvero 220

µmol/l nell’adulto).

Nei soggetti anziani, il valore della creatininemia deve essere aggiustato in relazione all’età, al peso e al sesso del paziente, secondo la formula di Cockroft:

clcr = (140 – etĂ ) x peso corporeo / 0,814 x livello plasmatico di creatinina con: etĂ  espressa in anni

peso corporeo in kg

livello plasmatico di creatinina espresso in micromol/l

Questa formula è valida per i soggetti anziani di sesso maschile, e deve essere corretta per le donne moltiplicando il risultato per 0,85.

L’ipovolemia, dovuta alla perdita di acqua e di sodio causate dal diuretico all’inizio del trattamento, provoca una riduzione della filtrazione glomerulare. CiĂ² puĂ² comportare a sua volta un aumento dell’urea ematica e dei livelli di creatinina. Questa insufficienza renale funzionale transitoria non induce conseguenze negative nei pazienti con funzione renale normale, ma puĂ² perĂ² aggravare una compromissione renale preesistente.

Sportivi:

Gli sportivi devono essere informati del fatto che questo medicinale contiene un principio attivo che puĂ² indurre una reazione positiva ai test di controllo antidoping.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco