Rxulti: effetti collaterali e controindicazioni

Rxulti: effetti collaterali e controindicazioni

Rxulti (Brexpiprazolo) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

RXULTI è indicato per il trattamento della schizofrenia nei pazienti adulti.

Rxulti: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Rxulti ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Rxulti, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Rxulti: controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Rxulti: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse da farmaci (ADR, adverse drug reactions) più spesso osservate sono state acatisia (5,6 %) e aumento ponderale (3,9 %).

Elenco tabellare delle reazioni avverse

Di seguito sono indicate le incidenze delle ADR associate alla terapia con brexpiprazolo. La tabella si basa sulle reazioni avverse segnalate nelle sperimentazioni cliniche a breve termine, controllate con placebo, di Fase 2 e 3, con le pertinenti dosi terapeutiche (2-4 mg).

Tutte le ADR sono elencate in base alla classificazione per sistemi e organi (CSO) e per frequenza:

molto comune (? 1/10), comune (? 1/100, < 1/10), non comune (? 1/1.000, < 1/100), raro

(? 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni classe di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.

CSO Molto comune Comune Non comune Non nota
Disturbi del sistema immunitario Eruzione cutanea Angioedema Orticaria
Tumefazione del viso
Disturbi del
metabolismo e della nutrizione
Aumento ponderale
Disturbi psichiatrici Tentato suicidio Idea suicida
Patologie del sistema nervoso Acatisia Capogiro
Tremore Sedazione
Parkinsonismo Crisi convulsive Sindrome maligna
da neurolettici (SMN)
Patologie cardiache QT
dell’elettrocardiog ramma, prolungato
Patologie vascolari Tromboembolia venosa (incluse
embolia polmonare e
trombosi venosa profonda) Ipotensione
ortostatica
Patologie respiratorie,
toraciche e mediastiniche
Tosse
Patologie gastrointestinali Diarrea Nausea
Dolore
Carie dentaria Flatulenza
CSO Molto comune Comune Non comune Non nota
addominale
superiore
Patologie del
sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore dorsale
Dolore agli arti
Mialgia Rabdomiolisi
Condizioni di
gravidanza, puerperio e perinatali
Sindrome da
astinenza da sostanza d’abuso neonatale (vedere paragrafo 4.6)
Esami diagnostici Prolattina
ematica aumentata1
Creatina
fosfochinasi ematica aumentata
Pressione
arteriosa aumentata Trigliceridi ematici aumentati Enzimi epatici aumentati

1 La classificazione della prolattina ematica aumentata si basa sui criteri della potenziale rilevanza clinica

PCR, Potentially Clinically Relevant

), cioè > 1 × ULN.

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Sintomi extrapiramidali (SEP)

L’acatisia è stata la ADR correlata ai SEP segnalata più spesso nel gruppo con brexpiprazolo

2-4 mg/die (5,6 %) rispetto al 4,5 % nel gruppo con placebo, seguito dal tremore (2,7 %) rispetto all’ 1,2 % nel gruppo con placebo.

Le incidenze delle altre ADR correlate ai SEP segnalate nelle sperimentazioni cliniche controllate a breve termine, sono state discinesia (0,4 %), disturbo extrapiramidale (1,8 %) e parkinsonismo

(0,4 %).

Acatisia

In base alle sperimentazioni a dosi fisse sembra esserci una correlazione dose-risposta per l’acatisia nei pazienti trattati con brexpiprazolo, con una frequenza che aumenta con le dosi più elevate.

L’incidenza di acatisia nei gruppi con brexpiprazolo 1, 2 e 4 mg/die è stata rispettivamente del 3,0 %, 4,6 % e 6,5 %, rispetto al 5,2 % dei soggetti nel gruppo con placebo.

Nelle sperimentazioni cliniche controllate a breve termine, l’incidenza di acatisia (5,4 %) è stata simile a quella osservata nelle sperimentazioni in aperto a lungo termine (5,7 %).

Suicidalità

Nelle sperimentazioni cliniche controllate a breve termine, sono stati segnalati eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE, Treatmente Emergent Adverse Events) correlati alla suicidalità per 8 soggetti (0,5 %, 2 eventi gravi, di cui 1 che ha determinato l’interruzione) in tutti i gruppi trattati con brexpiprazolo e 3 soggetti (0,4 %, di cui nessuno grave) nel gruppo con placebo. Nelle sperimentazioni cliniche in aperto, a lungo termine, sono stati segnalati TEAE correlati alla suicidalità per 23 soggetti (1,6 %). Complessivamente, nel programma di sviluppo clinico di brexpiprazolo per la schizofrenia, si è verificato un decesso per suicidio, considerato non correlato al farmaco da parte dello sperimentatore. Nello scenario post-commercializzazione sono stati segnalati casi di segnalazione spontanea di suicidio riuscito e tentato suicidio.

Prolungamento dell’intervallo QT

Nelle sperimentazioni cliniche controllate a breve termine con brexpiprazolo, sono stati segnalati 3 TEAE correlati al prolungamento dell’intervallo QT nel gruppo con 2-4 mg (0,3 %), rispetto ai 3 TEAE (0,5 %) segnalati nei soggetti trattati con placebo. L’incidenza degli TEAE nelle sperimentazioni cliniche a lungo termine è stata simile a quella delle sperimentazioni cliniche a breve termine.

Gli effetti di brexpiprazolo alle dosi terapeutiche (4 mg) e sovraterapeutiche (12 mg) sull’intervallo QT sono stati valutati in soggetti con schizofrenia o disturbo schizoaffettivo in una sperimentazione randomizzata, in doppio cieco, controllata con placebo e con controllo positivo (moxifloxacina), a bracci paralleli. Le analisi dei sottogruppi di questa sperimentazione clinica hanno suggerito che il prolungamento dell’intervallo QT corretto (QTc) fosse maggiore nei soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile (vedere paragrafo 5.1).

Aumento ponderale

Nelle sperimentazioni controllate a breve termine, la percentuale di soggetti con aumento ponderale clinicamente significativo (aumento ? 7 % del peso corporeo rispetto al basale) è stato del 9,1 % nel gruppo con brexpiprazolo da 2 a 4 mg/die, rispetto al 3,8 % nel gruppo placebo. Nella sperimentazione in aperto a lungo termine, la percentuale di soggetti con aumento ponderale clinicamente significativo (aumento ? 7 % del peso corporeo) in qualunque visita è stata del 20,7 % e lo 0,4 % dei soggetti ha interrotto a causa dell’aumento ponderale. Nei soggetti con aumento ponderale ? 7 % rispetto al basale, il peso è aumentato nel tempo, con un aumento medio fino a 10,2 kg alla Settimana 52. La variazione media del peso corporeo complessiva per il gruppo con brexpiprazolo nella sperimentazione in aperto, a lungo termine è stata di 2,1 kg alla settimana 52.

Prolattina

Nelle sperimentazioni controllate a breve termine, l’incidenza dell’ aumento della prolattina ematica è stata dello 0,9 % nel gruppo con brexpiprazolo da 2-4 mg, rispetto allo 0,5 % del gruppo placebo.

Nelle sperimentazioni a breve termine, le femmine hanno mostrato frequenze più elevate di aumento della prolattina ematica rispetto ai maschi (1,5 % contro 0,60 %). Inoltre, le frequenze di innalzamento della prolattina > 1 × ULN nel gruppo con brexpiprazolo da 2-4 mg sono state del 13,7 % nelle femmine rispetto al 6,4 % nel gruppo con placebo, e dell’11,1 % nei maschi rispetto al 10,3 % nel gruppo con placebo.

Sindrome neurolettica maligna

In associazione con brexpiprazolo è stato segnalato un complesso di sintomi potenzialmente fatali denominato sindrome neurolettica maligna (SNM) (vedere paragrafo 4.4).

Nausea

Per la nausea, l’incidenza nelle sperimentazioni a breve termine è stata complessivamente del 2,3 % nel gruppo con brexpiprazolo 2-4 mg, rispetto al 2,0 % con il placebo; per il vomito, queste incidenze sono state dell’1,0 % nel gruppo trattato con brexpiprazolo rispetto all’1,2 % nel gruppo placebo.

In termini di differenze di genere, le frequenze osservate per la nausea (4,8 % contro 2,8 %) e per il vomito (4,6 % contro 1,4 %) sono state superiori nelle donne rispetto agli uomini tra i soggetti trattati con brexpiprazolo nelle sperimentazioni a breve termine; nei soggetti che assumevano placebo la frequenza della nausea è stata del 2,8 % per i maschi rispetto al 3,2 % per le donne, e la frequenza del vomito del 3,0 % per i maschi rispetto al 2,6 % per le donne (vedere paragrafo 5.2).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il

sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Rxulti: avvertenze per l’uso

Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento delle condizioni cliniche del paziente può richiedere da diversi giorni ad alcune settimane. I pazienti devono essere strettamente monitoratiper l’intero periodo.

Idea e comportamento suicida

Il verificarsi di un comportamento suicida è insito nelle malattie psicotiche e nei disturbi dell’umore e in alcuni casi è stato segnalato subito dopo l’inizio o il cambio di una terapia antipsicotica, incluso il trattamento con brexpiprazolo (vedere paragrafo 4.8). Il trattamento antipsicotico deve essere accompagnato da una stretta supervisione dei pazienti ad alto rischio.

Disturbi cardiovascolari

Brexpiprazolo non è stato valutato nei pazienti con anamnesi di infarto miocardico/cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare clinicamente significativa, poiché tali pazienti sono stati esclusi dalle sperimentazioni cliniche.

Brexpiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti con malattia cardiovascolare documentata (anamnesi di infarto miocardico o cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca o anomalie della conduzione), malattia cerebrovascolare, condizioni che potrebbero predisporre i pazienti all’ipotensione (disidratazione, ipovolemia e trattamento con medicinali antipertensivi) o all’ipertensione (comprese le forme accelerate o maligne).

Prolungamento dell’intervallo QT

Nei pazienti trattati con antipsicotici può svilupparsi il prolungamento dell’intervallo QT. Nelle

sperimentazioni cliniche, sono stati segnalati solo pochi casi non gravi di prolungamenti dell’intervallo QT associati a brexpiprazolo. Prestare cautela quando si prescrive brexpiprazolo in pazienti con malattia cardiovascolare documentata, con anamnesi familiare di prolungamento dell’intervallo QT, squilibrio elettrolitico o uso concomitante con altri medicinali che si ritiene prolunghinol’intervallo QT (vedere paragrafì 4.8 e 5.1).

Tromboembolia venosa

Casi di tromboembolia venosa (TEV) sono stati riportati con farmaci antipsicotici. Dal momento che i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per TEV, tutti i possibili fattori di rischio per TEV devono essere identificati prima e durante il trattamento con brexpiprazolo e devono essere adottate misure preventive.

Ipotensione ortostatica e sincope

Le reazioni avverse correlate all’ipotensione ortostatica possono includere capogiro, leggera confusione mentale e tachicardia. Generalmente questi rischi sono massimi all’inizio del trattamento con antipsicotici e durante l’aumento della dose. I pazienti a maggiore rischio di queste reazioni avverse (ad es. anziani) o a maggiore rischio di sviluppare complicanze ipotensive, comprendono soggetti con disidratazione, ipovolemia, trattamento con medicinali antipertensivi, anamnesi di malattia cardiovascolare (es. insufficienza cardiaca, infarto miocardico, ischemia, o anomalie della conduzione), anamnesi di malattia cerebrovascolare, nonché i pazienti che sono naïve agli antipsicotici. In questi pazienti, deve essere valutata una dose iniziale più bassa e una titolazione più lenta e vanno monitorati i segni vitali ortostatici (vedere paragrafo 4.2).

Sindrome neurolettica maligna (SNM)

In associazione al trattamento antipsicotico è stato segnalato un complesso di sintomi potenzialmente fatali denominato sindrome neurolettica maligna (SNM). Le manifestazioni cliniche della SNM sono iperpiressia, rigidità muscolare, stato mentale alterato ed evidenza di instabilità autonomica (polso o pressione arteriosa irregolare, tachicardia, diaforesi e disritmia cardiaca). Ulteriori segni possono includere aumento della creatinfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) e insufficienza renale acuta. Se un paziente sviluppa segni e sintomi indicativi di SNM, o presenta febbre alta inspiegabile senza ulteriori manifestazioni cliniche di SNM, è necessario interrompere immediatamente brexpiprazolo.

Sintomi extrapiramidali (SEP)

I sintomi extrapiramidali (compresa la distonia acuta) sono effetti noti della classe degli antipsicotici. Brexpiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi documentata di SEP.

Discinesia tardiva

Nei pazienti trattati con antipsicotici può svilupparsi una sindrome caratterizzata da movimenti discinetici involontari e potenzialmente irreversibili. Sebbene la prevalenza della sindrome sembri essere massima tra gli anziani, specialmente le donne anziane, è impossibile affidarsi alle stime di prevalenza per prevedere, all’inizio del trattamento antipsicotico, quali pazienti potrebbero sviluppare la sindrome. Se in un paziente sotto trattamento con brexpiprazolo compaiono segni e sintomi di discinesia tardiva si deve valutare la riduzione della dose o l’interruzione della somministrazione.

Questi sintomi possono peggiorare temporaneamente o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento.

Reazioni avverse cerebrovascolari

Le sperimentazioni cliniche controllate con placebo su alcuni antipsicotici in pazienti anziani con demenza hanno mostrato un’incidenza maggiore di reazioni avverse cerebrovascolari (accidenti cerebrovascolari e attacchi ischemici transitori), inclusi casi fatali, rispetto ai soggetti trattati con placebo.

Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza

Brexpiprazolo non è stato studiato nei pazienti anziani con demenza e non è raccomandato per il trattamento dei pazienti anziani con demenza dato il rischio aumentato di mortalità complessiva.

Iperglicemia e diabete mellito

Nei pazienti trattati con antipsicotici atipici è stata segnalata iperglicemia, in alcuni casi estrema e associata a chetoacidosi, a coma iperosmolare oppure al decesso. I fattori di rischio che possono predisporre i pazienti alle complicanze gravi includono obesità e anamnesi familiare di diabete.

I pazienti trattati con qualsiasi tipo di antipsicotici, incluso brexpiprazolo, devono essere tenuti sotto osservazione per eventuali segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza). Prima o subito dopo l’inizio del trattamento antipsicotico deve essere valutata la glicemia a digiuno. Durante il trattamento a lungo termine devono essere monitorati regolarmente i livelli glicemici per identificare l’eventuale peggioramento del controllo glicemico.

Aumento ponderale e dislipidemia

Gli antipsicotici, incluso brexpiprazolo, sono stati associati ad alterazioni metaboliche come aumento ponderale e dislipidemia. All’aumentare della durata del trattamento con brexpiprazolo è stato osservato un aumento della frequenza dell’aumento ponderale (vedere paragrafo 4.8). All’inizio del trattamento deve essere valutato il profilo lipidico. Durante il trattamento, si raccomanda il monitoraggio clinico del peso e del profilo lipidico.

Crisi convulsive

Brexpiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi documentata di disturbo convulsivo o di altre condizioni che possono abbassare la soglia per le crisi convulsive.

Regolazione della temperatura corporea

Agli antipsicotici è stato attribuito l’effetto di compromettere la capacità del corpo di ridurre la temperatura corporea interna. Si consiglia di prestare adeguata attenzione nel prescrivere brexpiprazolo a pazienti che andranno incontro a situazioni che possono contribuire all’innalzamento della temperatura corporea interna; ad esempio, esercizio fisico intenso, esposizione a calore estremo, assunzione di medicinali concomitanti con attività anticolinergica o predisposizione alla disidratazione.

Disfagia

L’uso degli antipsicotici è stato associato a dismotilità esofagea e aspirazione. Brexpiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti a rischio di polmonite da aspirazione.

Disturbi del controllo degli impulsi

I pazienti con disturbi del controllo degli impulsi all’anamnesi possono essere a rischio aumentato e devono essere monitorati attentamente. Va notato che i sintomi dei disturbi del controllo degli impulsi possono essere associati al disturbo di base.

Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi

Durante il trattamento con antipsicotici sono stati segnalati casi di leucopenia, neutropenia e agranulocitosi (compresi casi fatali). I possibili fattori di rischio per la leucopenia/neutropenia includono bassa conta leucocitaria (WBC, White Blood Cell) preesistente e anamnesi di leucopenia/neutropenia iatrogena. I pazienti con bassi livelli di WBC preesistenti o anamnesi di leucopenia/neutropenia iatrogena devono ricevere un monitoraggio frequente dell’esame

emocromocitometrico completo (CBC, Complete Blood Count) nei primi mesi di terapia interrompendo brexpiprazolo al primo segno di declino dei livelli di WBC, in assenza di altri fattori causali. I pazienti con neutropenia devono essere attentamente monitorati per rilevare l’eventuale febbre o altri segni o sintomi di infezione e trattati tempestivamente in presenza di tali segni o sintomi. Nei pazienti con neutropenia grave (conta assoluta dei neutrofili < 1.000/mm3) si deve interrompere brexpiprazolo e monitorare i livelli di WBC fino al recupero.

Prolattina

Brexpiprazolo può aumentare i livelli di prolattina. Gli aumenti associati al trattamento con brexpiprazolo sono generalmente lievi e possono ridursi durante la somministrazione; tuttavia, in alcuni casi rari, l’effetto può persistere durante la somministrazione (vedere paragrafo 4.8).

Lattosio

RXULTI compresse rivestite con film contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

La co-somministrazione di una singola dose orale di brexpiprazolo da 2 mg con la chinidina

Potenziale di brexpiprazolo di influenzare altri medicinali

In base ai risultati degli studi in vitro, è improbabile che brexpiprazolo determini interazioni farmacocinetiche clinicamente importanti con i medicinali metabolizzati dagli enzimi del

Prestare particolare cautela se brexpiprazolo viene somministrato insieme a medicinali che notoriamente causano prolungamento dell’intervallo QT o squilibrio elettrolitico.

Se brexpiprazolo viene somministrato insieme a medicinali noti per aumentare la creatina fosfochinasi (CPK), deve essere valutato il possibile effetto additivo con l’aumento della CPK indotto da brexpiprazolo.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco