Bifril: a cosa serve e come si usa

Bifril (Zofenopril Calcio): indicazioni e modo d’uso

Bifril (Zofenopril Calcio) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Ipertensione

BIFRIL è indicato nel trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale da lieve a moderata.

Infarto miocardico acuto

BIFRIL è indicato nel trattamento, iniziato entro le prime 24 ore, di pazienti con infarto miocardico acuto, con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca,

emodinamicamente stabili, che non sono stati sottoposti a terapia con trombolitici.

Bifril: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Bifril è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se però non ricordate come prendere Bifril ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Bifril

BIFRIL può essere assunto prima, durante o dopo i pasti. La dose deve essere titolata in base alla risposta terapeutica del paziente.

Ipertensione:

La necessità di un aggiustamento della dose terapeutica viene determinata con la misurazione della pressione arteriosa immediatamente prima di una nuova somministrazione. La dose va aumentata a intervalli di quattro settimane.

Pazienti non ipovolemici e senza deplezione salina:

Il trattamento deve iniziare con 15 mg una volta al dì, aumentando la dose fino a raggiungere un controllo ottimale della pressione arteriosa.

La dose efficace solitamente è 30 mg una volta al giorno.

La dose massima è 60 mg al giorno da somministrare in una dose singola o in due dosi separate.

In caso di inadeguata risposta terapeutica possono essere aggiunti altri farmaci antiipertensivi, come i diuretici (vedere paragrafì 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).

Pazienti con sospetta ipovolemia o deplezione salina:

Con la prima somministrazione del prodotto in pazienti ad alto rischio possono verificarsi episodi di ipotensione (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze specìalì e precauzìonì d’ìmpìego”).

L’inizio della terapia con ACE-inibitori richiede la correzione dell’ipovolemia e/o della deplezione salina, l’interruzione di una preesistente terapia diuretica per due o tre giorni prima dell’ACE-inibizione, e una dose iniziale di 15 mg al giorno. Nel caso non sia possibile quanto sopra, la dose deve essere di 7,5 mg al giorno.

I pazienti ad alto rischio di ipotensione grave acuta devono essere attentamente monitorati, preferibilmente in ospedale, dopo la somministrazione della prima dose, per tutto il periodo necessario al raggiungimento del massimo effetto terapeutico, e ogni volta che si aumenti la dose terapeutica degli ACE-inibitori e/o dei diuretici. Quanto precedentemente detto deve applicarsi anche a pazienti con angina pectoris o malattie cerebrovascolari per i quali una eccessiva ipotensione potrebbe causare un infarto miocardico o accidenti cerebrovascolari.

Posologia in pazienti con insufficienza renale e pazienti sottoposti a dialisi:

In pazienti ipertesi con lieve insufficienza renale (clearance della creatinina >45 ml/min) può essere impiegato BIFRIL con la stessa dose e con lo stesso regime posologico di una volta al giorno, come per i pazienti con funzione renale normale. I pazienti con insufficienza renale da moderata a grave (clearance della creatinina <45 ml/min) devono essere trattati con la metà della dose terapeutica di BIFRIL; il regime posologico di una volta al giorno non richiede modifica.

La dose iniziale e il regime posologico di BIFRIL per i pazienti ipertesi sottoposti a dialisi deve essere un quarto rispetto a quanto indicato nei pazienti con funzione renale normale.

Recenti osservazioni cliniche hanno mostrato un’alta incidenza di reazioni simil- anafilattoidi in pazienti in trattamento con ACE-inibitori durante emodialisi eseguite con membrane ad alto flusso o durante LDL aferesi (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze e specìalì precauzìonì d’ìmpìego”).

Persone anziane (di età superiore ai 65 anni):

Non sono necessari aggiustamenti posologici nelle persone anziane con clearance

normale della creatinina.

Nelle persone anziane con clearance ridotta della creatinina (inferiore a 45 ml/min), si raccomanda la somministrazione di metà della dose giornaliera.

La clearance della creatinina può essere calcolata a partire dalla creatinina sierica in base alla seguente formula:

Clearance creatinina ( ml / min) ?

?      ?140 ?

età

??

peso

?

Kg

?      

Creatinina sierica ( mg / dl) ? 72

Tale formula fornisce la clearance della creatinina nell’uomo. Nella donna il valore ottenuto deve essere moltiplicato per 0,85.

Posologia in pazienti con insufficienza epatica:

Nei pazienti ipertesi affetti da insufficienza epatica da lieve a moderata, la dose iniziale di BIFRIL è la metà rispetto a quella prevista nei pazienti con funzione epatica normale. BIFRIL è controindicato in pazienti ipertesi affetti da insufficienza epatica grave.

Popolazione pediatrica (di età inferiore ai 18 anni):

Non sono state stabilite efficacia e sicurezza di BIFRIL nei bambini. L’uso del farmaco pertanto non è raccomandato.

Infarto miocardico acuto

Il trattamento con BIFRIL deve essere iniziato entro 24 ore dopo l’insorgenza dei sintomi di infarto miocardico acuto e continuato per sei settimane.

La posologia è la seguente:

1° e 2° giorno: 7,5 mg ogni 12 ore

3° e 4° giorno: 15 mg ogni 12 ore

dal 5° giorno in poi: 30 mg ogni 12 ore.

In caso di bassa pressione sistolica (? 120 mmHg) all’inizio del trattamento o durante i primi tre giorni successivi all’infarto miocardico, la dose giornaliera non deve essere aumentata. In caso di ipotensione (? 100 mmHg) il trattamento può essere continuato con l’ultima dose tollerata. In caso di ipotensione grave (valori inferiori a 90 mmHg rilevati in due misurazioni consecutive a distanza di almeno un’ora l’una dall’altra) il trattamento con BIFRIL deve essere interrotto.

Dopo 6 settimane di trattamento i pazienti devono essere rivalutati e il trattamento deve essere sospeso nei casi in cui non vi siano più segni di disfunzione ventricolare sinistra o insufficienza cardiaca. In presenza di tali sintomi, il trattamento può essere protratto a lungo termine.

Ai pazienti vanno anche somministrate, qualora appropriato, terapie standard, quali nitrati, aspirina o beta-bloccanti.

Posologia nelle persone anziane:

Nei pazienti con infarto miocardico di età superiore a 75 anni BIFRIL deve essere usato con cautela.

Posologia in pazienti con insufficienza renale e dializzati:

L’efficacia e la sicurezza di BIFRIL non sono state definite in pazienti con infarto miocardico affetti da insufficienza renale o che si sottopongono a dialisi. Pertanto BIFRIL non deve essere usato in tali pazienti.

Posologia in pazienti con insufficienza epatica

L’efficacia e la sicurezza di BIFRIL non sono state definite in pazienti con infarto miocardico affetti da insufficienza epatica. Pertanto non deve essere usato in questi pazienti.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Bifril seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarà poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Bifril per quanto riguarda la gravidanza:

Bifril: si può prendere in gravidanza?

L’uso degli ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafì 4.3 e 4.4).

Evidenze epidemiologiche sul rischio di teratogenesi in seguito all’esposizione ad ACE- inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non hanno dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un lieve aumento del rischio. A meno che non sia ritenuta necessaria una terapia continuativa a base di ACE-inibitori, le pazienti che pianificano una gravidanza dovrebbero essere sottoposte a un trattamento antipertensivo alternativo per il quale sia stato stabilito un profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE- inibitori dovrebbe essere immediatamente sospeso e, se ritenuto appropriato, dovrebbe essere iniziata una terapia alternativa. È noto che l’esposizione a una terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza può indurre fetotossicità nell’uomo (diminuzione della funzione renale, oligoidroamnios, ritardo nell’ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Nel caso di esposizione agli ACE-inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda di eseguire un controllo ecografico della funzione renale e delle ossa craniche. I neonati le cui madri hanno assunto ACE- inibitori dovrebbero essere attentamente monitorati per l’ipotensione (vedere paragrafì 4.3 e 4.4).

Allattamento:

Poiché non sono disponibili informazioni sull’uso di BIFRIL durante l’allattamento, l’uso del farmaco non è raccomandato ed è preferibile ricorrere a trattamenti alternativi per i quali sia dimostrato un buon profilo di sicurezza durante l’allattamento, particolarmente quando si allatta un neonato o un bambino prematuro.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantità di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Bifril?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantità eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Bifril in caso di sovradosaggio.

Bifril: sovradosaggio

I sintomi di sovradosaggio sono: ipotensione grave, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici e insufficienza renale.

In caso di assunzione di una dose eccessiva, il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione clinica, preferibilmente presso un’unità di terapia intensiva. È necessario controllare frequentemente la creatinina e gli elettroliti sierici. Le misure terapeutiche da adottare dipendono dalla natura e dalla gravità della sintomatologia. Se l’ingestione è avvenuta di recente, possono essere intraprese misure volte a prevenirne l’assorbimento quali lavanda gastrica e somministrazione di agenti adsorbenti e di solfato di sodio. In caso di insorgenza di ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione antishock e deve essere preso in considerazione l’uso di plasma expanders e/o un trattamento con angiotensina II. La bradicardia o le reazioni vagali estese devono essere trattate mediante somministrazione di atropina. Può inoltre essere preso in considerazione l’applicazione di un pacemaker. Gli ACE-inibitori possono essere eliminati dalla circolazione mediante emodialisi. Evitare l’uso di membrane di poliacrilonitrile ad alto flusso.

Bifril: istruzioni particolari

Nessuna istruzione particolare.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco