Perindopril Tev: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Perindopril Tev

Perindopril Tev è mutuabile (prescrivibile SSN)

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Perindopril Tev: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Perindopril teva italia

01.0 Denominazione del medicinale

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Perindopril Teva Italia 2,5 mg compresse rivestite con film Perindopril Teva Italia 5 mg compresse rivestite con film Perindopril Teva Italia 10 mg compresse rivestite con film

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Perindopril Teva Italia

2,5 mg Ogni compressa rivestita con film contiene 1,704 mg di perindopril corrispondenti a 2,5 mg di perindopril tosilato convertito in situ in perindopril sodio.

Eccipiente con effetto noto:

Ogni compressa rivestita con film contiene: 35,981 mg di lattosio monoidrato

5 mg Ognicompressa rivestita con film contiene 3,408 mg di perindopril corrispondenti a 5 mg di perindopril tosilato convertito in situ in perindopril sodio.

Eccipiente con effetto noto:

Ogni compressa rivestita con film contiene: 71,962 mg di lattosio monoidrato

10 mg Ognicompressa rivestita con film contiene 6,816 mg di perindopril corrispondenti a 10 mg di perindopril tosilato convertito in situ in perindopril sodio.

Eccipiente con effetto noto:

Ogni compressa rivestita con film contiene: 143,924 mg di lattosio monoidrato Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa rivestita con film

2,5 mg Compressa di colore bianco, rotonda, biconvessa, rivestita con film, di 5 mm circa di diametro, con inciso “T” su un lato e liscia sull’altro.

5 mg Compressa di colore verde chiaro, a forma di capsula, biconvessa, rivestita con film, di 4 mm circa di larghezza e 8 mm di lunghezza, con inciso “T” su un lato e liscia sull’altro, con linee di frattura su entrambi i bordi. La compressa può essere divisa in due dosi uguali.

10 mg Compressa di colore verde, rotonda, biconvessa, rivestita con film, di 8 mm circa di diametro, con inciso “10” su un lato e “T” sull’altro.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Ipertensione Trattamento dell’ipertensione.

[Dosaggi da 2,5 mg e 5 mg] Insufficienza cardiaca Trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica.

Coronaropatia stabile Riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con anamnesi di infarto miocardico e/o rivascolarizzazione.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

La dose deve essere personalizzata in base al profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e alla risposta pressoria.

Ipertensione

Perindopril Teva Italia può essere usato in monoterapia o in associazione con altre classi di antipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).

La dose iniziale raccomandata è di 5 mg da assumere una volta al giorno, al mattino.

Nei pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare, ipertensione renovascolare, deplezione salina e/o della volemia, scompenso cardiaco o ipertensione grave), può verificarsi una diminuzione eccessiva della pressione arteriosa in seguito all’assunzione della dose iniziale. In questi pazienti si raccomanda di iniziare il trattamento alla posologia di 2,5 mg e sotto stretto controllo medico.

Dopo un mese di trattamento, la dose può essere aumentata a 10 mg una volta al giorno.

Si può avere ipotensione sintomatica in seguito all’inizio della terapia con perindopril; ciò è più probabile che si verifichi in pazienti che sono al momento trattati con diuretici. Pertanto, si raccomanda cautela, dato che questi pazienti possono presentare deplezione salina e/o della volemia.

Se possibile, il diuretico deve essere interrotto 2 o 3 giorni prima di iniziare il trattamento con Perindopril Teva Italia (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti ipertesi nei quali l’assunzione del diuretico non può essere sospesa, il trattamento con Perindopril Teva Italia deve essere iniziato con una dose di 2,5 mg. Devono essere monitorati la funzionalità renale e il potassio sierico. La dose seguente di Perindopril Teva Italia deve essere adattata in funzione della risposta pressoria. Se richiesto, il trattamento diuretico può essere reintrodotto.

Nelle persone anziane, il trattamento deve essere iniziato alla dose di 2,5 mg che, se necessario, può essere progressivamente aumentata a 5 mg dopo un mese di trattamento e quindi, se necessario, a 10 mg in base alla funzionalità renale (vedere la tabella sottostante).

[Dosaggi da 2,5 mg e 5 mg]

Insufficienza cardiaca sintomatica

Si raccomanda che il trattamento con il perindopril, generalmente in associazione a un diuretico non risparmiatore di potassio e/o digossina e/o un betabloccante, sia introdotto sotto stretto controllo medico alla dose iniziale raccomandata di 2,5 mg assunti al mattino. La dose può essere aumentata dopo due settimane, se tollerata, a 5 mg una volta al giorno. Gli aggiustamenti posologici devono avvenire in base alla risposta clinica individuale del paziente.

Nell’insufficienza cardiaca grave e in altri pazienti considerati a rischio elevato (pazienti con funzionalità renale compromessa e che presentano una tendenza all’alterazione degli elettroliti, pazienti trattati contemporaneamente con diuretici e/o con vasodilatatori), il trattamento deve essere iniziato sotto attento controllo medico (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica, ad esempio pazienti con deplezione salina con o senza iponatriemia, pazienti ipovolemici o pazienti in trattamento con dosi massive di diuretici, si deve procedere, ove possibile, a una correzione di tali fattori prima di iniziare la terapia con Perindopril Teva Italia. La pressione arteriosa, la funzione renale e le concentrazioni sieriche di potassio devono essere controllate attentamente, sia prima che durante il trattamento con Perindopril Teva Italia (vedere paragrafo 4.4).

Coronaropatia stabile

Il trattamento con Perindopril Teva Italia deve essere iniziato alla dose di 5 mg una volta al giorno per due settimane, da aumentare fino a 10 mg una volta al giorno, in base alla funzionalità renale e a condizione che la dose da 5 mg sia ben tollerata.

Popolazioni speciali

Le persone anziane devono iniziare il trattamento con 2,5 mg una volta al giorno per una settimana, da aumentare a 5 mg una volta al giorno nella settimana successiva, prima di aumentare la dose fino a 10 mg una volta al giorno, in base alla funzionalità renale (vedere Tabella 1 “Aggiustamento della posologia nella compromissione della funzionalità renale”). Il dosaggio deve essere aumentato solo se la dose inferiore precedente è stata ben tollerata.

Compromissione della funzionalità renale

Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale la posologia deve essere adattata in base alla clearance della creatinina, come delineato nella seguente tabella 1.

Tabella 1: Aggiustamento della posologia nella compromissione della funzionalità renale

Clearance della creatinina (ml/min) Dose raccomandata
ClCR ≥ 60 5 mg al giorno
30 < ClCR < 60 2,5 mg al giorno
15 < ClCR < 30 2,5 mg a giorni alterni
Pazienti emodializzati*
ClCR < 15 2,5 mg il giorno della dialisi

*La clearance di dialisi del perindoprilato è di 70 ml/min.

Nei pazienti in emodialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi. Compromissione della funzionalità epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia del perindopril nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.

I dati attualmente disponibili sono descritti nella sezione 5.1, ma non è possibile formulare raccomandazioni sulla posologia.

Metodo di somministrazione

Si raccomanda di somministrare Perindopril Teva Italia una volta al giorno al mattino, prima del pasto.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo, a uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1 o ad un qualsiasi altro ACE-inibitore.

Anamnesi di angioedema associato a precedente terapia con ACE-inibitori.

Angioedema ereditario o idiopatico.

Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

L’uso concomitante di Perindopril Teva Italia con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

L’uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan: Perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Coronaropatia stabile

Se durante il primo mese di trattamento con perindopril si manifesta un episodio di angina pectoris instabile (maggiore o no), deve essere effettuata un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio prima di continuare il trattamento Ipotensione

Gli ACE-inibitori possono causare una rapida riduzione della pressione sanguigna. Raramente è stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata e tale evento è più probabile che si manifesti in pazienti ipovolemici, ad esempio in terapia diuretica, in regime dietetico a basso contenuto di sale, in dialisi, con diarrea o vomito, o in pazienti affetti da grave ipertensione renina- dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). È stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, associata o meno a insufficienza renale. Ciò è più probabile che si verifichi in quei pazienti affetti da insufficienza cardiaca di più grave entità, come dimostrato dall’uso di elevati dosaggi di diuretici dell’ansa, iponatriemia o compromissione della funzionalità renale. L’inizio del trattamento e gli adattamenti posologici devono essere accuratamente controllati nei pazienti a maggior rischio di ipotensione sintomatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Analoghe considerazioni devono essere fatte per i pazienti con cardiopatia ischemica o disturbi cerebrovascolari, nei quali un’eccessiva caduta della pressione arteriosa può portare a un infarto miocardico o a un accidente cerebrovascolare.

In caso di ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve ricevere un’infusione endovenosa di una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). La comparsa di un’ipotensione transitoria non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi, che generalmente può avvenire senza difficoltà dopo l’aumento della pressione arteriosa per espansione della volemia.

In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e pressione sanguigna normale o bassa, l’uso del perindopril può causare un’ulteriore abbassamento della pressione sanguigna sistemica. Questo effetto è previsto e di solito non costituisce un motivo valido per interrompere il trattamento. Qualora l’ipotensione diventi sintomatica, potrà rendersi necessaria una riduzione della posologia o un’interruzione della somministrazione di Perindopril Teva Italia.

Stenosi della valvola aortica e mitrale/cardiomiopatia ipertrofica

Come per gli altri ACE-inibitori, Perindopril Teva Italia deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitrale e ostruzione del tratto d’efflusso del ventricolo sinistro, quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.

Compromissione della funzionalità renale

Nei casi di compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina < 60 ml/min), la posologia iniziale del perindopril deve essere adattata in funzione della clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2) e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. Per questi pazienti, il monitoraggio di routine dei valori di potassio e creatinina rientra nella normale pratica medica (vedere paragrafo 4.8).

Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, l’ipotensione conseguente all’inizio della terapia con ACE-inibitori può determinare un’ulteriore compromissione della funzione renale. In tale situazione, è stata segnalata insufficienza renale acuta generalmente reversibile.

In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in rene unico trattati con ACE-inibitori, è stato osservato un aumento dell’azotemia e della creatinina sierica, generalmente reversibile alla sospensione del trattamento. Ciò è probabile che si verifichi soprattutto nei pazienti con insufficienza renale. La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare aumenta il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In questi pazienti, il trattamento deve essere iniziato sotto stretta supervisione medica a bassi dosaggi e con accurato aggiustamento graduale del dosaggio. Poiché un trattamento con diuretici può contribuire alla situazione di cui sopra, la somministrazione di diuretici va interrotta ed è necessario monitorare la funzione renale nel corso delle prime settimane di trattamento con Perindopril Teva Italia.

In alcuni pazienti ipertesi, senza apparente malattia renovascolare pregressa, è stato riscontrato un aumento generalmente lieve e transitorio dell’azotemia e della creatinina sierica, soprattutto quando il perindopril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con preesistente compromissione renale. Una riduzione del dosaggio e/o una sospensione del diuretico e/o di Perindopril Teva Italia potrebbero rendersi necessarie.

Pazienti in emodialisi

In pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati in concomitanza con un ACE-inibitore sono state segnalate reazioni anafilattoidi. In questi pazienti si deve considerare l’utilizzo di un tipo diverso di membrana per dialisi o di una diversa classe di agenti antipertensivi.

Trapianto renale

Non vi sono esperienze riguardo alla somministrazione di perindopril in pazienti che hanno subito un recente trapianto renale.

Ipersensibilità/angioedema

In pazienti trattati con ACE-inibitori, compreso il perindopril è stato raramente segnalato angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alle membrane mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe (vedere paragrafo 4.8). Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In questi casi, il perindopril deve essere immediatamente interrotto e deve essere avviato un monitoraggio adeguato, da continuare fino alla completa risoluzione dei sintomi. Nei casi in cui il gonfiore sia limitato al volto e alle labbra, il disturbo si è generalmente risolto senza trattamento, sebbene la somministrazione di antistaminici sia stata utile nell’alleviare i sintomi.

L’angioedema associato a un edema laringeo può essere fatale. Laddove è interessata la lingua, la glottide o la laringe, con probabile verificarsi di ostruzione delle vie respiratorie, deve essere intrapresa immediatamente una terapia di emergenza. Questa terapia può comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento di una via respiratoria pervia. Il paziente deve restare sotto stretta supervisione medica fino alla risoluzione completa e stabilizzata dei sintomi.

I pazienti con un’anamnesi di angioedema non collegato a terapia con ACE-inibitori possono correre un rischio maggiore di angioedema durante la terapia con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3).

Nei pazienti trattati con ACE-inibitori è stato segnalato raramente angioedema intestinale. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non si era verificato in precedenza angioedema del volto e i livelli della C1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato mediante TAC addominale o ecografia oppure con intervento chirurgico e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE-inibitore. L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE-inibitori che presentano dolore addominale.

L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato a causa dell’aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di perindopril. Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.

Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)

Raramente, in pazienti trattati con ACE-inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destran solfato sono stati segnalati casi di reazioni anafilattoidi a rischio di vita per il soggetto. Queste reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con l’ACE- inibitore prima di ogni aferesi.

Reazioni anafilattiche durante la desensibilizzazione

In pazienti in terapia con ACE-inibitori sottoposti a un trattamento desensibilizzante (ad esempio, veleno di imenotteri), sono stati segnalati casi di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti, tali reazioni sono state prevenute sospendendo temporaneamente il trattamento con ACE-inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale del paziente.

Insufficienza epatica

Raramente, il trattamento con ACE-inibitori è stato associato a una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. I pazienti trattati con ACE-inibitori che sviluppano ittero o marcato incremento degli enzimi epatici devono sospendere l’assunzione dell’ACE-inibitore e ricevere un follow-up medico appropriato (vedere paragrafo 4.8).

Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia/anemia

In pazienti trattati con ACE-inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, raramente compare neutropenia. Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatie vascolari, trattati con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di antecedente compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. In caso di utilizzo di perindopril su questi pazienti, si consiglia un monitoraggio periodico della conta dei globuli bianchi e i pazienti dovrebbero essere informati riguardo alla necessità di riferire ogni eventuale segno di infezione (ad es., mal di gola, febbre).

Etnia

Gli ACE-inibitori causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti di colore rispetto a quelli non di colore.

Al pari di altri ACE-inibitori, il perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in persone di colore rispetto a quelle non di colore, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di colore.

Tosse

È stata segnalata tosse durante l’uso degli ACE-inibitori. Solitamente la tosse è non produttiva, persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nell’ambito della diagnosi differenziale della tosse.

Intervento chirurgico/anestesia

Nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico importante o durante anestesia con agenti che producono ipotensione, il perindopril può inibire la formazione dell’angiotensina II conseguente al rilascio compensativo della renina. Il trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell’intervento. Se si manifesta ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta mediante espansione della volemia.

Potassio sierico

Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma. Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale compromessa e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, eparina, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti diabetici

Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, la glicemia deve essere attentamente controllata durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).

Litio

L’associazione di litio e perindopril è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

Gravidanza

La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.

Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica." Eccipienti

Lattosio

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da malassorbimento di glucosio– galattosio non devono assumere questo medicinale.

Sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Medicinali che aumentano il rischio di angioedema

L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).

Diuretici

I pazienti in trattamento con diuretici e specialmente quelli con deplezione salina e/o della volemia, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa dopo l’inizio di una terapia con un ACE-inibitore. La comparsa di effetti ipotensivi può essere diminuita sospendendo il diuretico, espandendo la volemia o aumentando l’assunzione di sale prima di iniziare una terapia con perindopril, a dosi basse e progressive.

Diuretici risparmiatori del potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con perindopril si può sviluppare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. Occorre prestare cautela anche nel somministrare perindopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride. L’associazione di perindopril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata. Se è indicato l’uso concomitante, occorre prestare cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.

Ciclosporina

Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Eparina

Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Litio

Sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni di litio nel siero e casi di tossicità durante la somministrazione concomitante del litio con ACE-inibitori. L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità del litio e potenziare la tossicità già aumentata del litio con ACE-inibitori. La somministrazione di perindopril in corso di trattamento con litio non è raccomandata, tuttavia, se ritenuta necessaria, deve essere eseguito un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) compresa aspirina ≥ 3 g/al giorno

Quando gli ACE-inibitori sono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (ad esempio, acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antinfiammatorio, inibitori della COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi un’attenuazione dell’effetto antipertensivo. L’uso concomitante di ACE- inibitori e FANS può portare a un maggiore rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, e un aumento del potassio sierico, specialmente in pazienti con preesistente funzionalità renale compromessa. L’associazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante e da allora in poi periodicamente.

Agenti antipertensivi e vasodilatatori

La somministrazione concomitante di questi agenti può aumentare l’effetto ipotensivo del perindopril. L’uso concomitante con nitroglicerina e altri nitrati o vasodilatatori può ulteriormente ridurre la pressione arteriosa.

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).

Agenti antidiabetici

Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) può provocare un maggiore effetto di riduzione del glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. La comparsa di tale fenomeno sembra essere più probabile durante le prime settimane di trattamento associato e in pazienti con insufficienza renale.

Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici

La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e taluni anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici può provocare un’ulteriore diminuzione della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).

Agenti simpaticomimetici

Gli agenti simpaticomimetici possono ridurre l’efficacia antipertensiva degli ACE-inibitori.

Acido acetilsaliclico, trombolitici, beta-bloccanti, nitrati

Il perindopril può essere somministrato contemporaneamente all’acido acetilsalicilico (se usato come trombolitico), trombolitici, beta-bloccanti e/o nitrati.

Oro Sono state segnalate raramente reazioni nitritoidi (i sintomi includono arrossamento del viso, nausea, vomito e ipotensione) in pazienti in terapia con oro iniettabile (aurotiomalato di sodio) e terapia concomitante con ACE-inibitori, perindopril incluso.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

L’uso di ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.

Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.

Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Allattamento

Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di perindopril durante l’allattamento, il perindopril non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

Fertilità

A dosi elevate, il perindopril può ridurre la fertilità dei ratti maschi. Gli effetti di perindopril sulla fertilità umana non sono noti (vedere paragrafo 5.3).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Il perindopril non ha o ha influenza trascurabile sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari, ma in alcuni pazienti possono verificarsi reazioni individuali legate alla pressione bassa, in particolare all’inizio del trattamento o in combinazione con altri farmaci antipertensivi.

Di conseguenza la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari può risultare compromessa.

 

04.8 Effetti indesiderati

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I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con perindopril, classificati con le seguenti frequenze: molto comuni (≥ 1/10); comuni (≥ 1/100 < 1/10); non comuni (≥ 1/1000 < 1/100); rari (≥ 1/10.000 e < 1/1000); molto rari (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Sono stati segnalati molto raramente riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, episodi di agranulocitosi o pancitopenia. In pazienti affetti da deficit congenito di G-6PDH, sono stati segnalati casi molto rari di anemia emolitica (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Non nota: ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Disturbi psichiatrici

Non comuni: disturbi dell’umore o del sonno.

Patologie del sistema nervoso

Comuni: cefalea, capogiro, vertigine, parestesia. Molto rari: confusione.

Patologie dell’occhio

Comuni: alterazioni della vista.

Patologie dell’orecchio e del labirinto Comuni: tinnito.

Patologie cardiache

Molto rari: aritmia, angina pectoris e infarto miocardico probabilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4).

Patologie vascolari

Comuni: ipotensione ed effetti correlati all’ipotensione.

Molto rari: ictus, probabilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4).

Non nota: vasculite, Fenomeno di Raynaud.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comuni: tosse, dispnea.

Non comuni: broncospasmo.

Molto rari: polmonite eosinofila, rinite.

Patologie gastrointestinali

Comuni: nausea, vomito, dolore addominale, disgeusia, dispepsia, diarrea, stipsi. Non comuni: secchezza del cavo orale.

Molto rari: pancreatite.

Patologie epatobiliari

Molto rari: epatite citolitica o colestatica (vedere paragrafo 4.4).

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comuni: eruzione cutanea, prurito.

Non comuni: angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, delle membrane mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, orticaria (vedere paragrafo 4.4).

Rari: aggravamento della psoriasi Molto rari: eritema multiforme.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comuni: crampi muscolari.

Patologie renali e urinarie

Non comuni: insufficienza renale. Molto rari: insufficienza renale acuta.

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comuni: impotenza.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comuni: astenia.

Non comuni: sudorazione.

Esami diagnostici

Si possono manifestare aumenti dell’azotemia e della creatinina plasmatica, iperpotassiemia reversibile alla sospensione del trattamento soprattutto in presenza di insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave e ipertensione renovascolare. Raramente è stato segnalato un aumento degli enzimi epatici e della bilirubina.

Studi clinici

Durante il periodo di randomizzazione dello studio EUROPA, sono stati raccolti solo gli eventi avversi seri. Pochi pazienti hanno segnalato eventi avversi seri: 16 dei 6122 pazienti (0,3%) trattati con perindopril e 12 dei 6107 pazienti (0,2%) trattati con placebo. Nei pazienti trattati con perindopril, è stata osservata ipotensione in sei pazienti, angioedema in tre e arresto cardiaco improvviso in uno. Più pazienti hanno sospeso il trattamento per tosse, ipotensione o altra intolleranza con perindopril rispetto ai trattati con placebo, rispettivamente il 6,0% (n = 366) contro il 2,1% (n = 129).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’ indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

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Sono disponibili dati clinici limitati relativi al sovradosaggio nell’uomo. I sintomi associati al sovradosaggio con ACE-inibitori possono includere ipotensione, shock circolatorio, alterazione degli elettroliti, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiri, ansia e tosse.

In caso di sovradosaggio il trattamento raccomandato è di un’infusione endovenosa di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Se si manifesta ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione antishock. Se disponibile, può essere preso in considerazione un trattamento con infusione di angiotensina II e/o catecolamine per via endovenosa. Il perindopril può essere rimosso dal circolo generale con l’emodialisi (vedere paragrafo 4.4). La terapia con pacemaker è indicata in caso di bradicardia resistente alla terapia. I segni vitali, gli elettroliti sierici e le concentrazioni della creatinina devono essere monitorati costantemente.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori, semplici, codice ATC: C09A A04

Meccanismo d’azione

Il perindopril è un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina I in angiotensina II (ACE). L’enzima di conversione, o chinasi, è un’esopeptidasi che consente la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II, agente vasocostrittore, e la degradazione della bradichinina, agente vasodilatatore, in un eptapeptide inattivo. L’inibizione dell’ACE provoca una riduzione dell’angiotensina II nel plasma, che conduce a un aumento di attività della renina plasmatica (per inibizione del meccanismo di feedback negativo del rilascio di renina) e una ridotta secrezione di aldosterone. Poiché l’ACE inattiva la bradichinina, l’inibizione dell’ACE determina altresi un aumento di attività del sistema callicreina-chinina a livello circolatorio e locale (e quindi anche una attivazione delle prostaglandine). È probabile che tale meccanismo contribuisca alla riduzione della pressione arteriosa da parte degli ACE-inibitori e che sia parzialmente responsabile di certi effetti indesiderati (ad esempio, la tosse).

Il perindopril agisce attraverso il suo metabolita attivo, il perindoprilato. Gli altri metaboliti non mostrano in vitro inibizione dell’attività dell’ACE.

Studi clinici e sicurezza:

Ipertensione

Il perindopril è attivo a tutti gli stadi dell’ipertensione: lieve, moderata, grave. È stata osservata una riduzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica in clinostatismo e in ortostatismo.

Il perindopril riduce le resistenze vascolari periferiche provocando una riduzione della pressione arteriosa. Di conseguenza, si verifica un aumento del flusso sanguigno periferico, senza alcun effetto sulla frequenza cardiaca.

Il flusso sanguigno renale di regola aumenta, mentre la velocità di filtrazione glomerulare (GFR) rimane generalmente immodificata.

Il picco dell’effetto antipertensivo sopraggiunge 4-6 ore dopo somministrazione singola e l’efficacia antipertensiva si mantiene per almeno 24 ore: l’efficacia al minimo è compresa tra l’87 e il 100% dell’effetto di picco.

La riduzione della pressione arteriosa avviene rapidamente. Nei pazienti che rispondono, la normalizzazione pressoria è raggiunta entro un mese di trattamento e si mantiene senza comparsa di tachifilassi.

L’interruzione del trattamento non è accompagnato da fenomeni di rebound. Il perindopril riduce l’ipertrofia ventricolare sinistra.

È stato clinicamente dimostrato che il perindopril possiede proprietà vasodilatatrici nell’uomo. Migliora l’elasticità dei grossi tronchi arteriosi e riduce il rapporto media/lume delle piccole arterie.

L’aggiunta di un diuretico tiazidico determina una sinergia di tipo additivo. L’associazione di un ACE- inibitore e di un tiazidico riduce inoltre il rischio di ipopotassiemia indotta dal trattamento diuretico.

Insufficienza cardiaca

Il perindopril riduce il lavoro del cuore attraverso una riduzione del pre-carico e del post-carico.

Gli studi condotti in pazienti affetti da insufficienza cardiaca hanno evidenziato:

una riduzione della pressione di riempimento ventricolare sinistro e destro;

una diminuzione delle resistenze vascolari periferiche totali;

un aumento della portata cardiaca e un miglioramento dell’indice cardiaco.

In studi di confronto, la prima somministrazione di 2,5 mg di perindopril arginina in pazienti affetti da insufficienza cardiaca da lieve a moderata non ha comportato alcuna riduzione significativa della pressione arteriosa rispetto al placebo.

Pazienti con coronaropatia stabile

Lo studio EUROPA è stato uno studio clinico multicentrico, internazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 4 anni.

Dodicimiladuecentodiciotto (12.218) pazienti di età superiore ai 18 anni sono stati randomizzati al trattamento con perindopril tert-butilamina 8 mg (equivalenti a 10 mg di perindopril tosilato) (n=6110) o placebo (n=6108).

La popolazione in studio aveva segni di coronaropatia senza segni clinici di insufficienza cardiaca. Nel complesso, il 90% dei pazienti aveva subito un precedente infarto miocardico e/o una precedente rivascolarizzazione coronarica. Gran parte dei pazienti ha ricevuto il farmaco oggetto di studio in aggiunta a una terapia convenzionale tra cui inibitori dell’aggregazione delle piastrine, agenti ipolipemizzanti e betabloccanti.

Il principale criterio di efficacia è stato un insieme composito di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico non fatale e/o arresto cardiaco con rianimazione efficace. Il trattamento con perindopril tert- butilamina 8 mg (equivalenti a 10 mg di perindopril tosilato) una volta al giorno ha avuto come risultato una significativa riduzione assoluta dell’endpoint primario dell’1,9% (pari a una riduzione del rischio relativo del 20%, IC 95% [9,4; 28,6] – p<0,001).

Nei pazienti con un’anamnesi di infarto miocardico e/o rivascolarizzazione, è stata osservata, in confronto con il placebo, una riduzione assoluta del 2,2% corrispondente a una RRR del 22,4% (IC 95% [12,0; 31,6] p<0,001) dell’endpoint primario.

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II.

ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia.

Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE- inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di perindopril nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite.

In uno studio clinico in aperto e non comparativo in 62 bambini ipertesi di età compresa tra 2 e 15 anni con una velocità di filtrazione glomerulare> 30 ml/min/1,73 m2, i pazienti hanno ricevuto perindopril ad una dose media di 0,07 mg/kg. La dose è stata individualizzata in base al profilo del paziente e alla risposta della pressione arteriosa, fino ad una dose massima di 0,135 mg/kg/die.

59 pazienti hanno completato il periodo di tre mesi e 36 pazienti hanno completato il periodo di estensione dello studio, cioè sono stati seguiti per almeno 24 mesi (durata media dello studio: 44 mesi).

Le pressioni arteriose sistolica e diastolica sono rimaste stabili dall’inclusione nello studio fino all’ultima valutazione nei pazienti precedentemente trattati con altri trattamenti antipertensivi, mentre sono diminuite nei pazienti naïve.

Più del 75% dei bambini aveva pressioni arteriose sistolica e diastolica inferiori al 95 ° percentile alla loro ultima valutazione.

La sicurezza era coerente con il noto profilo di sicurezza del perindopril.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Dopo la somministrazione orale, l’assorbimento del perindopril è rapido e il picco di concentrazione è completo entro un’ora. L’emivita plasmatica del perindopril è di un’ora.

Il perindopril è un pro-farmaco. Il 27% della dose di perindopril somministrata raggiunge il circolo sanguigno sottoforma del metabolita attivo, il perindoprilato. Oltre al perindoprilato attivo, il perindopril dà luogo a cinque metaboliti, tutti inattivi. La concentrazione plasmatica di picco del perindoprilato si raggiunge entro 3-4 ore.

Poiché l’assunzione di alimenti diminuisce la conversione a perindoprilato, e perciò la biodisponibilità, il perindopril arginina deve essere somministrato per via orale in una dose singola giornaliera al mattino prima del pasto.

È stata dimostrata una correlazione lineare tra la dose di perindopril e la sua esposizione plasmatica. Distribuzione Il volume di distribuzione è di circa 0,2 l/kg per il perindoprilato libero. Il legame alle proteine plasmatiche è del 20%, principalmente all’enzima di conversione dell’angiotensina, tuttavia è concentrazione- dipendente.

Eliminazione

Il perindoprilato viene eliminato nelle urine e l’emivita finale della frazione libera è di circa 17 ore, con il raggiungimento dello stato stazionario entro 4 giorni.

L’eliminazione del perindoprilato è ridotta nell’anziano, come anche nei pazienti con insufficienza cardiaca o renale. Nell’insufficienza renale è auspicabile una regolazione del dosaggio a seconda del grado di compromissione (clearance della creatinina).

La clearance di dialisi del perindoprilato è di 70 ml/min.

Nel paziente cirrotico, la cinetica di perindopril è modificata: la clearance epatica della molecola madre è ridotta della metà. Tuttavia, la quantità di perindoprilato formatasi non viene ridotta e non è pertanto necessaria alcuna regolazione della dose (vedere paragrafo 4.2 e 4.4).

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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In studi di tossicità cronica orale (ratti e scimmie), l’organo bersaglio è il rene, con danno reversibile. Non è stata osservata mutagenicità negli studi eseguiti in vitro o in vivo.

Negli studi di tossicità sulla riproduzione (ratti, topi, conigli e scimmie) non sono stati evidenziati segni di embriotossicità o teratogenicità. Tuttavia, la classe degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina ha mostrato di provocare effetti indesiderati sullo sviluppo tardivo del feto, che hanno condotto alla morte del feto e a difetti congeniti nei roditori e nei conigli: sono state osservate lesioni renali e un aumento della mortalità peri- e post-natale.

Negli studi a lungo termine in ratti e topi non è stata osservata carcinogenicità.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo: Lattosio monoidrato Amido di mais Sodio idrogeno carbonato Amido (mais), pregelatinizzato Povidone K30 Magnesio stearato Film di rivestimento: Poli(vinil alcool) – parzialmente idrolizzato Titanio biossido (E171) Macrogol 3350 Talco Indigo carmine E132 (non per 2,5mg) Blu brillante FCF E133 (non per 2,5mg) Ferro ossido giallo E172 (non per 2,5mg) Giallo di chinolina E104 (non per 2,5mg)

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

 

06.3 Periodo di validità

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28 mesi.

Dopo l’apertura, utilizzare entro 100 giorni.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare il contenitore ben chiuso per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità. Questo prodotto medicinale non richiede alcuna particolare temperatura di conservazione.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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5 mg – Contenitori in PP di colore bianco opaco con tappo in PE di colore bianco opaco con inserto di dissecante, dotato di riduttore di flusso in polietilene antimanomissione, contenenti 10, 30, 60, 90, 90 (3×30) o 100 compresse rivestite con film.

2,5 mg e 10 mg – Contenitori in PP di colore bianco opaco con tappo in PE di colore bianco opaco con inserto di dissecante, dotato di riduttore di flusso in polietilene antimanomissione, contenenti 30, 60, 90, 90 (3×30) o 100 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Teva Italia S.r.l.

Piazzale Luigi Cadorna, 4 20123 – Milano Italia

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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041788011 "2,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788023"2,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 60 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788035 "2,5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788047 "2,5 COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 (3X30) COMPRESSE IN CONTENITORE PP 041788050 "2,5 COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 100 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788163 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 10 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788062 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788074 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 60 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788086 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788098 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 (3X30) COMPRESSE IN CONTENITORE PP 041788100 "5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 100 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788112 "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788124 "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 60 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788136 "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

041788148 "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 (3X30) COMPRESSE IN CONTENITORE PP 041788151 "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 100 COMPRESSE IN CONTENITORE PP

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 30 Aprile2013 Data del rinnovo più recente: 21 Ottobre 2017

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 10/08/2023

 


 

PRESCRIVIBILITÀ ED INFORMAZIONI PARTICOLARI

Informazioni aggiornate al: 24/01/2024
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Perindopril te – 30 cp rivest 10 mg (Perindopril Tosilato)
Classe A: Rimborsabile dal SSN (gratuito o con ticket per il paziente) Nota AIFA: Nessuna   Ricetta: Ricetta Ripetibile Tipo: Generico Info: Nessuna ATC: C09AA04 AIC: 041788112 Prezzo: 7,14 Ditta: Teva Italia Srl


Perindopril te – 30 cp rivest 5 mg (Perindopril Tosilato)
Classe A: Rimborsabile dal SSN (gratuito o con ticket per il paziente) Nota AIFA: Nessuna   Ricetta: Ricetta Ripetibile Tipo: Generico Info: Nessuna ATC: C09AA04 AIC: 041788062 Prezzo: 7,14 Ditta: Teva Italia Srl


 


FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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