Morfina Solfato Sun: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Morfina Solfato Sun

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Morfina Solfato Sun: ultimo aggiornamento pagina: 18/06/2023 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Morfina Solfato SUN 1 mg/ml – soluzione per infusione in siringa preriempita Morfina Solfato SUN 2 mg/ml – soluzione per infusione in siringa preriempita

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Morfina Solfato SUN 1 mg/ml:

Ogni ml della soluzione per infusione contiene 1 mg di morfina solfato equivalente a 0,75 mg di morfina. Ogni siringa pre-riempita da 50 ml contiene 50 mg di morfina solfato equivalente a 37,5 mg di morfina.

Eccipiente con effetti noti:

Una siringa preriempita da 50 ml contiene 178 mg (7,75 mmol) di sodio. Ogni ml contiene 3,57 mg (0,155 mmol) di sodio.

Morfina Solfato SUN 2 mg/ml:

Ogni ml della soluzione per infusione contiene 2 mg di morfina solfato equivalenti a 1,5 mg di morfina. Ogni siringa preriempita da 50 ml contiene 100 mg di morfina solfato equivalenti a 75 mg di morfina.

Eccipiente con effetti noti:

Una siringa preriempita da 50 ml contiene 179 mg (7,81 mmol) di sodio. Ogni ml contiene 3,59 mg (0,156 mmol) di sodio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, cfr. il paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione per infusione Soluzione chiara incolore pH compreso tra 2,5 e 6,5, osmolalità tra 265 e 325 mOsm/kg.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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La morfina è indicata per il sollievo sintomatico del dolore acuto nei soggetti adulti che può essere adeguatamente gestito esclusivamente con analgesici oppioidi.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La dose di morfina deve essere adattata in base alla gravità del dolore e alla risposta individuale e alla tolleranza del paziente.

Adulti

La dose iniziale è di 1-2 mg di morfina solfato all’ora. La dose e l’intervallo tra le somministrazioni devono essere titolati in base alla risposta del paziente. Dovranno inoltre essere effettuati aggiustamenti fino al raggiungimento dell’analgesia.

In generale, non bisogna superare la dose massima giornaliera di 100 mg di morfina solfato. In caso di cure palliative, tuttavia, potrebbero essere necessarie dosi più elevate per i dolori in forma più acuta.

Istruzioni speciali per la regolazione della dose

In generale, la dose massima necessaria somministrata dovrà corrispondere alla dose minima in corrispondenza della quale il dolore può essere tenuto sotto controllo. Nei pazienti sottoposti a un’altra terapia del dolore (ad es. intervento chirurgico, blocco del plesso), la dose dovrà essere regolata dopo la procedura.

La morfina non deve essere utilizzata più a lungo del necessario. Qualora si rendesse necessario una terapia del dolore di maggiore durata, verificare periodicamente e a brevi intervalli (se necessario a causa di interruzioni dell’applicazione) se e in quali dosi è possibile somministrare morfina. Se necessario, passare a una forma farmaceutica più adatta.

Interruzione della terapia

Se la somministrazione di oppioidi viene interrotta improvvisamente, potrebbe scatenarsi una sindrome da astinenza. Pertanto, la dose dovrà essere ridotta gradualmente prima dell’interruzione.

Popolazioni speciali

Insufficienza epatica

Nei pazienti con insufficienza epatica grave, sarà opportuno valutare un raddoppio dell’intervallo tra le somministrazioni. Si consiglia cautela quando si somministra morfina a pazienti con insufficienza epatica.

Insufficienza renale

La morfina è uno degli oppioidi il cui dosaggio è fortemente influenzato dall’insufficienza renale. A causa della ridotta clearance renale, l’accumulo dei metaboliti può determinare gravi effetti indesiderati. Le dosi di morfina devono essere attentamente titolate nei pazienti con ridotta funzionalità renale o insufficienza renale. Per malattie/patologie concomitanti in cui può essere appropriata una riduzione della dose, cfr. il paragrafo 4.4 Anziani

Gli anziani (≥ 75 anni) e i pazienti in cattive condizioni fisiche potrebbero essere più sensibili alla morfina. Per questo motivo, la regolazione della dose dovrà essere più accurata e/o si dovranno selezionare intervalli di somministrazione più lunghi.

Se necessario, passare a dosaggi inferiori.

Popolazione pediatrica

Non si raccomanda l’uso del farmaco nei bambini e negli adolescenti.

Modo di somministrazione

Morfina Solfato SUN è per uso endovenoso.

Morfina Solfato SUN non deve essere diluito prima dell’uso.

La soluzione dovrà essere esaminata visivamente prima della somministrazione. Si potranno utilizzare solo soluzioni senza particelle visibili.

Va utilizzata una siringa preriempita per singolo paziente.

Quando si utilizza Morfina Solfato SUN, si raccomanda di utilizzare sempre apparecchiature come pompe a siringa o pompe per infusione volumetriche per controllare le velocità di infusione.

Gli utilizzatori dovranno avere dimestichezza con il manuale d’uso della pompa per infusione e con un utilizzo corretto del sistema di identificazione della siringa.

In caso di utilizzo di una siringa preriempita e confezionata in una pompa a siringa, è necessario assicurarsi di un’adeguata compatibilità. In particolare, la pompa dovrebbe essere appositamente studiata per prevenire il sifonamento e dovrebbe essere provvista di un allarme antiocclusione. Quando si programma la pompa per l’infusione, selezionare "BD Plastipak" come impostazione della siringa.

 

04.3 Controindicazioni

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ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 ileo

depressione respiratoria

grave malattia polmonare ostruttiva cronica

addome acuto

grave malattia epatica acuta

trauma cranico acuto e ipertensione endocranica in assenza di ventilazione controllata

epilessia incontrollata

uso concomitante di agonisti-antagonisti morfonici (ad es. buprenorfina, nalbufina, pentazocina), antagonisti parziali morfonici (ad es. naltrexone, nalmefene) o sodio oxibato.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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I seguenti casi richiedono un monitoraggio molto attento ed eventualmente una riduzione della dose: dipendenza da oppiacei

riduzione dello stato di coscienza

disturbi che comportano una compromissione dei centri respiratori e della funzione respiratoria o disturbi per i quali tale compromissione deve essere evitata cuore polmonare cronico

disturbi in cui la pressione cerebrale è elevata, se il paziente non riceve ventilazione artificiale ipotensione in pazienti con ipovolemia

iperplasia prostatica che coinvolge l’urina residua post minzionale (rischio di rottura della vescica a causa della ritenzione urinaria) restringimento delle vie urinarie o colica ureterale

disturbi delle vie biliari

disturbi ostruttivi e infiammatori dell’intestino crasso

feocromocitoma

pancreatite

ipotiroidismo

crisi epilettiche o aumento della suscettibilità alle convulsioni

stipsi.

La depressione respiratoria è il rischio più significativo derivante da un sovradosaggio di oppiacei.

Abuso di droghe

La morfina ha un potenziale di abuso simile ad altri oppioidi agonisti forti e deve essere usata con particolare cautela nei pazienti con precedenti di abuso di alcol o droghe.

Rischio derivante dall’uso concomitante di sedativi come benzodiazepine o medicinali correlati L’uso concomitante di morfina solfato e sedativi come le benzodiazepine o medicinali correlati può provocare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante con questi sedativi dovrà essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili opzioni terapeutiche alternative. Se si decide di prescrivere morfina solfato in concomitanza con sedativi, si dovrà utilizzare la dose efficace più bassa e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.

I pazienti dovranno essere seguiti attentamente per rilevare eventuali segnali e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A questo proposito, si raccomanda vivamente di informare i pazienti e i loro operatori sanitari di fare attenzione a questi sintomi (cfr. il paragrafo 4.5).

Sindrome da dipendenza e astinenza

L’uso di analgesici oppioidi può essere associato allo sviluppo di una dipendenza o tolleranza fisica e/o psicologica. Il rischio aumenta con la durata di utilizzo del medicinale e con dosi più elevate. I sintomi possono essere ridotti al minimo con aggiustamenti della dose o della forma farmaceutica e la graduale sospensione della morfina. Per i sintomi individuali, cfr. il paragrafo 4.8.

Se utilizzato in pazienti con dolore cronico, il rischio di dipendenza psicologica sarà significativamente ridotto o differenziato.

La morfina deve essere usata con cautela prima, durante e dopo un intervento chirurgico a causa del maggior rischio di ileo o depressione respiratoria rispetto ai pazienti non operati nel periodo postoperatorio.

A causa dell’effetto analgesico della morfina, gravi complicazioni intra-addominali come una disfunzione intestinale vengono mascherate.

A causa delle proprietà mutagene della morfina, questo medicinale deve essere somministrato a uomini e donne in età fertile o potenzialmente fertili solo se viene garantita una contraccezione efficace (cfr. il paragrafo 4.6).

Iperalgesia

L’iperalgesia che non risponde a un ulteriore aumento della dose di morfina può verificarsi in particolare a dosi elevate. Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di morfina o una variazione degli oppioidi Insufficienza surrenalica

Gli analgesici oppioidi possono causare insufficienza surrenalica reversibile che richiede monitoraggio e una terapia sostitutiva con glucocorticoidi. I sintomi dell’insufficienza surrenalica possono includere ad esempio nausea, vomito, perdita di appetito, affaticamento, debolezza, vertigini o bassa pressione sanguigna.

Diminuzione degli ormoni sessuali e aumento della prolattina

L’uso a lungo termine di analgesici oppioidi può essere associato a livelli ridotti di ormoni sessuali e aumento della prolattina. Tra i sintomi figurano una diminuzione della libido, impotenza o amenorrea.

Sindrome toracica acuta (ACS) in pazienti con anemia falciforme (SCD)

A causa di una possibile associazione tra ACS e uso di morfina nei pazienti con SCD trattati con morfina durante una crisi vaso-occlusiva, è giustificato un attento monitoraggio dei sintomi di ACS Contenuto di sodio

Morfina Solfato SUN 1 mg/ml – soluzione per infusione in siringa preriempita.

Questo medicinale contiene 7,75 mmol (o 178 mg) di sodio per siringa preriempita, equivalente all’8,9% della dose massima giornaliera raccomandata dall’OMS di 2 g di sodio per un adulto.

Morfina Solfato SUN 2 mg/ml – soluzione per infusione in siringa preriempita

Questo medicinale contiene 7,81 mmol (o 179 mg) di sodio per siringa preriempita, equivalente al 9% della dose massima giornaliera raccomandata dall’OMS di 2 g di sodio per un adulto.

Avviso sull’antidoping

L’utilizzo di Morfina Solfato SUN può produrre risultati positivi nei controlli antidoping.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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È opportuno tenere in considerazione la seguente interazione di questo medicinale:

l’uso concomitante di morfina e altri depressivi del sistema nervoso centrale come tranquillanti, anestetici, ipnotici e sedativi, neurolettici, barbiturici, antidepressivi, antistaminici, antiemetici e altri oppiacei o alcol può aumentare gli effetti negativi di una normale dose di morfina. Ciò vale in particolare per il possibile verificarsi di depressione respiratoria, sedazione, ipotensione e persino coma.

Sedativi come le benzodiazepine o medicinali correlati

L’uso concomitante di oppioidi con sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati fa aumentare il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo additivo sul SNC. La dose e la durata dell’uso concomitante dovranno essere limitate (cfr. il paragrafo 4.4).

I medicinali con effetti anticolinergici (ad es. psicotropi, antistaminici, antiemetici, medicinali per il morbo di Parkinson) possono aumentare gli effetti anticolinergici avversi degli oppioidi (ad es. costipazione, secchezza delle fauci o disturbi della minzione).

La cimetidina e altri medicinali che possono influenzare negativamente il metabolismo epatico possono aumentare i livelli plasmatici di morfina inibendone la degradazione.

Sono state riscontrate interazioni potenzialmente mortali con la petidina con effetti sul sistema nervoso centrale e sul funzionamento respiratorio/circolatorio nei pazienti trattati con alcuni antidepressivi (MAO- inibitori) 14 giorni o meno prima della somministrazione di oppioidi.

La morfina può aumentare l’effetto dei miorilassanti.

Agonisti/antagonisti della morfina combinati (buprenorfina, nalbufina, pentazocina) riducono l’effetto analgesico attraverso l’inibizione competitiva dei recettori, che aumentano il rischio di sintomi da astinenza.

L’uso concomitante di antagonisti parziali morfinici (es. naltrexone, nalmefene) può causare una riduzione dell’effetto analgesico.

L’uso concomitante di sodio oxibato fa aumentare il rischio di depressione respiratoria, che può essere fatale in caso di sovradosaggio.

L’uso concomitante di rifampicina e morfina può determinare la perdita dell’effetto analgesico della morfina.

Le concentrazioni plasmatiche di morfina possono essere ridotte dalla rifampicina. L’effetto analgesico della morfina deve essere monitorato e le dosi di morfina adeguate durante e dopo il trattamento con rifampicina.

Gabapentin

Occorre prestare attenzione al rischio di sintomi a carico del SNC nella scelta del trattamento. Se i due medicinali vengono somministrati in concomitanza, valutare l’eventuale riduzione della dose di gabapentin. I pazienti dovranno quindi essere attentamente monitorati per individuare eventuali segnali di depressione del SNC come la sonnolenza e la dose di gabapentin o morfina dovrà essere ridotta di conseguenza.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Non sono disponibili dati adeguati per consentire una valutazione di un eventuale rischio teratogeno negli essere umani. È stato segnalato un possibile collegamento a un aumento dell’incidenza di ernie inguinali. La morfina attraversa la barriera placentare. Da alcuni studi condotti su animali, è emerso un potenziale danno nella prole per l’intera durata della gestazione (cfr. il paragrafo 5.3). Per questo motivo, la morfina dovrà essere utilizzata in gravidanza solo nei casi in cui il beneficio materno superi chiaramente il rischio per il nascituro.

A causa delle proprietà mutagene della morfina, non deve essere somministrata a uomini e donne in età fertile o potenzialmente fertili a meno che non venga assicurata una contraccezione efficace.

I neonati le cui madri hanno assunto analgesici oppioidi in gravidanza dovranno essere monitorati per individuare eventuali segnali di sindrome da astinenza neonatale. Il trattamento potrà includere un oppioide e cure di supporto.

Parto

La morfina può prolungare o accorciare la durata del travaglio. I neonati le cui madri hanno assunto analgesici oppioidi durante il parto dovranno essere monitorati per individuare eventuali segnali di depressione respiratoria o sindrome da astinenza e, se necessario, trattati con un antagonista degli oppioidi specifico.

Allattamento

La morfina viene escreta nel latte materno, dove raggiunge concentrazioni più elevate rispetto al plasma materno. Poiché nei lattanti si possono raggiungere concentrazioni clinicamente rilevanti, si sconsiglia l’allattamento al seno.

Fertilità

Studi su animali hanno dimostrato che la morfina può ridurre la fertilità (cfr. il paragrafo 5.3 "Dati preclinici di sicurezza").

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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La morfina può influenzare il livello di vigilanza e la reattività a tal punto da compromettere la capacità di partecipare attivamente al traffico stradale o di utilizzare macchinari o di farla venire meno.

Ciò deve essere previsto in particolare all’inizio del trattamento, quando si aumenta la dose o si cambia il medicinale o se associato all’uso concomitante di alcol o altri sedativi. La valutazione della rispettiva situazione individuale dovrà essere effettuata dal medico curante. Con una terapia stabile, non è obbligatorio un divieto generico di guida.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse elencate di seguito sono state classificate in base alla frequenza e alla classificazione per sistemi e organi (SOC) MEdDRA. Le classi di frequenza sono state definiti secondo le seguenti convenzioni: Molto comuni (≥1/10); Comuni (≥1/100, <1/10); Non comuni (≥1/1.000, <1/100); Rari (≥1/10.000, <1/1.000); Molto rari (<1/10.000), non noti (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie endocrine

Molto rari: sindrome da inadeguata secrezione di ADH (SIADH, sintomo principale: iponatriemia) Disturbi psichiatrici

La morfina ha un gran numero di effetti avversi a livello psichiatrico che possono manifestarsi in varie forme e gradi di gravità e possono variare da individuo a individuo (a seconda della personalità e della durata del trattamento).

Molto comuni: cambiamenti di umore, principalmente euforia ma anche disforia

Comuni: cambiamenti nel livello di attività (per lo più soppresso, ma anche elevato o uno stato di eccitazione), insonnia e cambiamenti nelle prestazioni cognitive e sensoriali (ad es. disturbi del pensiero, disturbi della percezione/allucinazioni, confusione) Molto rari: dipendenza (cfr. anche paragrafo il 4.4), diminuzione della libido o ridotta potenza Patologie del sistema nervoso

La morfina determina depressione respiratoria dose-dipendente e sedazione, che varia da un lieve affaticamento alla sonnolenza.

Comuni: cefalee, capogiri

Molto rari: tremore, contrazioni muscolari involontarie, crisi epilettiche (in particolare dopo somministrazione epidurale o intratecale) In particolare, in risposta a dosi elevate possono verificarsi iperalgesia o allodinia (cfr. anche il paragrafo 4.4), che non reagiscono a un ulteriore aumento della dose di morfina (eventualmente sarà necessaria una riduzione della dose o una rotazione degli oppioidi!).

I seguenti effetti avversi possono verificarsi anche in risposta alla somministrazione epidurale e intratecale di morfina: Rari: riattivazione delle infezioni da herpes labiale

Molto rari: sintomi neurologici gravi come la paresi, che può essere attribuita alla formazione di granulomi nell’area di retrazione della punta del catetere (cfr. anche il paragrafo 4.4) arresto respiratorio ritardato (fino a 24 ore) Patologie dell’occhio

Molto rari: visione offuscata, diplopia e nistagmo. La miosi è un tipico effetto consequenziale.

Patologie cardiache

Rari: aumento o calo clinicamente significativo della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca Possono verificarsi eritema del viso, palpitazioni, astenia generale (che a volte determina una sincope) e insufficienza cardiaca Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Rari: broncospasmi

Molto rari: dispnea

In alcuni pazienti in terapia intensiva è stata riscontrata la presenza di edema polmonare non cardiogeno.

Patologie gastrointestinali

Possono verificarsi nausea e secchezza delle fauci, a seconda della dose.

La stitichezza è un tipico effetto consequenziale in caso di trattamento permanente.

Comuni: vomito (soprattutto all’inizio del trattamento), perdita di appetito, dispepsia e alterazioni del gusto Rari: aumento degli enzimi pancreatici o pancreatite Molto rari: ostruzione intestinale, dolore addominale Patologie epatobiliari

Rari: spasmo delle vie biliari Molto rari: aumento degli enzimi epatici

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comuni: sudorazione, reazioni di ipersensibilità come orticaria, prurito

Molto rari: altri tipi di eruzioni cutanee come esantema ed edema periferico (reversibili dopo l’interruzione della terapia) Può determinare reazioni anafilattiche o anafilattoidi.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Molto rari: crampi muscolari, rigidità muscolare

Patologie renali e urinarie

Comuni: minzione difficoltosa

Rari: coliche renali

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Può svilupparsi tolleranza.

Rari: sintomi di astinenza*

Molto rari: astenia, malessere, brividi, amenorrea. Cambiamenti nella dentatura; non è stato tuttavia stabilito alcun nesso causale con il trattamento con morfina.

* Dipendenza da sostanze e sindrome da astinenza

L’uso di analgesici oppioidi può essere associato allo sviluppo di dipendenza o tolleranza fisica e/o psicologica. Può scatenarsi una sindrome da astinenza quando la somministrazione di oppioidi viene interrotta improvvisamente o vengono somministrati antagonisti degli oppioidi. Talvolta può manifestarsi tra una dose e l’altra. Per sapere come gestirla, cfr. il paragrafo 4.4.

Tra i sintomi fisiologici dell’astinenza figurano: dolori muscolari, tremori, sindrome delle gambe senza riposo, diarrea, coliche addominali, nausea, sintomi simil-influenzali, tachicardia e midriasi.

Tra i sintomi psicologici figurano umore disforico, ansia e irritabilità. Nella dipendenza da sostante, è frequente il "desiderio di droga".

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

 

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi di intossicazione

Dato che la sensibilità alla morfina varia notevolmente da individuo a individuo, i sintomi di intossicazione negli adulti possono manifestarsi dopo una singola dose equivalente a circa 30 mg somministrata per via sottocutanea o endovenosa. Nei pazienti affetti da carcinoma, questi valori vengono spesso superati senza provocare reazioni avverse gravi.

L’avvelenamento da oppiacei si manifesta attraverso la triade, ovvero miosi, depressione respiratoria e coma: le pupille hanno inizialmente le dimensioni di una capocchia di spillo. Nell’ipossia grave, tuttavia, si dilatano.

La respirazione è notevolmente ridotta (tranne che per 2-4 respiri al minuto). Il paziente diventa cianotico. Un sovradosaggio di morfina determina sonnolenza e stupore fino al coma.

La pressione sanguigna inizialmente rimane normale, ma diminuisce rapidamente con il progredire dell’intossicazione. Il calo persistente della pressione sanguigna può determinare uno stato di shock.

Potrebbero inoltre verificarsi tachicardia, bradicardia, rabdomiolisi e

polmonite ab ingestis. Si verifica un calo della temperatura corporea. La muscolatura scheletrica è rilassata, occasionalmente possono verificarsi crampi generalizzati, soprattutto nei bambini. La morte avviene solitamente a causa di un’insufficienza respiratoria o complicazioni come un edema polmonare.

Terapia per le intossicazioni

Nei pazienti in stato di incoscienza con arresto respiratorio, sono raccomandate la ventilazione, l’intubazione e la somministrazione endovenosa di un antagonista degli oppiacei (ad es. 0,4 mg di naloxone EV). Qualora l’insufficienza respiratoria dovesse persistere, sarà necessario ripetere 1-3 volte una singola dose di antagonista a intervalli di tre minuti fino all’avvenuta normalizzazione della frequenza respiratoria alla reazione da parte del paziente agli stimoli dolorosi.

È necessario un monitoraggio rigoroso (per almeno 24 ore), poiché l’effetto dell’antagonista degli oppiacei è più breve di quello della morfina, per cui si deve prevedere una recidiva dell’insufficienza respiratoria. Potrebbe anche essere necessario adottare misure di protezione contro la perdita di calore e la terapia volumetrica.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: analgesici, oppioidi, alcaloidi naturali dell’oppio Codice ATC: N02AA01 La morfina è un alcaloide fenantrene del papavero da oppio (Papaver somniferum) con proprietà oppiacei-agoniste. Mostra una chiara affinità con i recettori μ.

Effetti principali

La morfina ha un effetto analgesico, antitosse, sedativo, calmante, soppressore della respirazione, miotico, antidiuretico, emetico e antiemetico tardivo. Ha anche un lieve effetto ipotensivo e contribuisce a ridurre leggermente la frequenza cardiaca.

Effetti secondari

Costipazione, contrazione degli sfinteri nelle vie biliari, aumento del tono muscolare del muscolo vescicale e dello sfintere vescicale, svuotamento ritardato del contenuto dello stomaco a causa della contrazione del piloro, eritema cutaneo, orticaria e prurito a seguito del rilascio di istamine e broncospasmi nei pazienti con asma, un effetto sull’asse ipotalamo-ipofisi che a sua volta ha un effetto sull’effetto ormonale dei corticosteroidi, degli ormoni sessuali, della prolattina e dell’ormone antidiuretico. A causa di questi cambiamenti ormonali, possono verificarsi sintomi clinici.

Per la somministrazione epidurale o intratecale, l’effetto analgesico viene già raggiunto a concentrazioni plasmatiche inferiori a 10 ng/ml.

In determinati studi in vitro e su animali sono stati osservati diversi effetti degli oppioidi naturali come la morfina sui componenti del sistema immunitario. L’importanza clinica di questi risultati non è nota.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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A seguito di somministrazione orale, gli effetti si manifestano nel giro di 30-90 minuti. La durata dell’effetto è di circa 4-6 ore e può essere notevolmente prolungata in caso di rilascio ritardato del principio attivo.

A seguito di somministrazione intramuscolare o sottocutanea, gli effetti si verificano nel giro di 15-30 minuti, entro pochi minuti in caso di somministrazione endovenosa. La durata degli effetti è di circa 4-6 ore, indipendentemente dalla via di somministrazione. A seguito di somministrazione epidurale e intratecale, si notano effetti analgesici localizzati nel giro di pochi minuti. La durata dell’effetto è di circa 12 ore a seguito di somministrazione epidurale ed è persino superiore in caso di somministrazione intratecale.

Assorbimento

La morfina viene assorbita in tempi relativamente brevi dopo la somministrazione orale, principalmente dall’intestino tenue superiore e in misura minore dallo stomaco. La bassa biodisponibilità assoluta (20- 40%) è dovuta a un pronunciato effetto di primo passaggio.

Si lega per circa il 20-35% alle proteine plasmatiche, preferibilmente alla frazione di albumina. Distribuzione Dopo una singola dose endovenosa di 4-10 mg, il volume di distribuzione è compreso tra 1 e 4,7 l/kg. Elevate concentrazioni tissutali si trovano nel fegato, nei reni, nel tratto gastrointestinale e nei muscoli. La morfina supera la barriera ematoencefalica.

Biotrasformazione

La morfina viene metabolizzata principalmente nel fegato ma anche nell’epitelio intestinale. Il passaggio essenziale è la glucuronidazione del gruppo ossidrile fenolico mediante UDP-glucuroniltransferasi epatica e N-demetilazione.

Due metaboliti principali sono la morfina-3-glucuronide e, in misura minore, la morfina-6-glucuronide. Si possono inoltre formare coniugati di solfato e metaboliti ossidativi come normorfina, morfina N-ossido e una morfina 2-idrossilata. L’emivita dei glucuronidi è significativamente più lunga rispetto a quella della morfina libera. La morfina-6-glucuronide è biologicamente attiva. L’effetto più lungo nei pazienti con insufficienza renale è attribuito a questo metabolita.

Eliminazione

A seguito di somministrazione orale o parenterale, circa l’80% della morfina somministrata viene escreta nelle urine (il 10% sotto forma di morfina libera, il 4% come normorfina e il 65% come glucuronidi con un rapporto morfina-3-glucuronide: morfina-6-glucuronide = 10:1). L’emivita di eliminazione della morfina è soggetta ad ampie variazioni interindividuali che vanno da 1,7 a 4,5 ore dopo la somministrazione parenterale. Sono stati registrati anche dei valori di circa 9 ore.

Fino al 10% dei glucuronidi della morfina può essere escreto attraverso la bile nelle feci.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati non clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology e tossicità a dosi ripetute. Negli studi non clinici sono stati osservati effetti sulla genotossicità e sulla tossicità per la riproduzione e lo sviluppo.

Potenziale mutageno e tumorigeno

Sono disponibili risultati chiaramente positivi per quanto riguarda la mutagenicità, che indicano che la morfina ha un effetto clastogenico e che, inoltre, questo effetto esercita un’influenza sui gameti. Pertanto, la morfina deve essere considerata una sostanza mutagena e un tale effetto può essere ipotizzato anche nell’uomo.

Non sono stati effettuati studi a lungo termine sugli animali relativi al potenziale tumorigeno della morfina.

Tossicità nella riproduzione

Da alcuni studi condotti su animali, è emerso un potenziale danno nella prole per l’intera durata della gestazione (malformazioni del sistema nervoso centrale, ritardo della crescita, atrofia testicolare, cambiamenti nei sistemi di neurotrasmettitori e nei modelli comportamentali, dipendenza). Nei ratti maschi sono stati segnalati riduzione della fertilità e danni cromosomici nei gameti.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Disodio edetato Sodio cloruro Acido cloridrico 0,1% (per aggiustare il pH) Sodio idrossido 0,1% (per aggiustare il pH) Acqua per preparazioni iniettabili

 

06.2 Incompatibilità

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La morfina solfato è fisicamente incompatibile con aciclovir sodico, aminofillina, amobarbital sodico, cefepime cloridrato, clorotiazide sodica, dolasetron mesilato, floxacillina sodica, furosemide, nitrato di gallio, eparina sodica, meperidina cloridrato, meperidina sodica, meticillina sodiocloridrato, pentobarbital sodico, fenitoina sodica, sargramostim, carbonato di sodio, tiopental sodico.

Sono state dimostrate incompatibilità fisico-chimiche (formazione di precipitazioni) tra soluzioni con solfato di morfina e 5-fluorouracile.

 

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

Periodo di validità dopo la prima apertura della sacca: questo medicinale deve essere utilizzato immediatamente.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservi il medicinale nella confezione originale per proteggerlo dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura, cfr. il paragrafo 6.3.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Una siringa preriempita da 50 ml in copolimero olefinico ciclico (COP) dotata di tappo a vite in elastomero clorobutilico sul cappuccio protettivo con un tappo a stantuffo in bromobutile contenente 50 ml di soluzione per infusione.

La sacca di alluminio contiene uno stantuffo PP e un deossigenante oltre a una siringa preriempita.

Morfina Solfato SUN è confezionata in scatole contenenti ciascuna 1 o 5 sacche di alluminio sigillate contenenti ognuna una siringa preriempita, uno stantuffo e un deossigenante.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Morfina Solfato SUN è compatibile i set d’estensione sia in PVC che non in PVC.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Sun Pharmaceutical Industries Europe B.V. Polarisavenue 87 2132 JH Hoofddorp Paessi Bassi

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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049154014 – "1 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE IN SIRINGA PRERIEMPITA" 1 SIRINGA PRERIEMPITA IN COP DA 50 ML 049154026 – "1 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE IN SIRINGA PRERIEMPITA" 5 SIRINGHE PRERIEMPITE IN COP DA 50 ML 049154038 – "2 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE IN SIRINGA PRERIEMPITA" 1 SIRINGA PRERIEMPITA IN COP DA 50 ML 049154040 – "2 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE IN SIRINGA PRERIEMPITA" 5 SIRINGHE PRERIEMPITE IN COP DA 50 ML

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione:

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 28/04/2023