Naglazyme: effetti collaterali e controindicazioni

Naglazyme: effetti collaterali e controindicazioni

Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione (Galsulfase) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Naglazyme è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine in pazienti con una diagnosi confermata di Mucopolisaccaridosi VI (MPS VI; deficit di N-acetilgalattosammina-4-solfatasi; sindrome di Maroteaux-Lamy) (vedere paragrafo 5.1).

E’ un punto chiave trattare i pazienti giovani, di età <5 anni affetti da una forme grave della malattia, sebbene i bambini di questa fascia di età non siano stati compresi nello studio principale di fase 3.

Sono disponibili dati limitati riguardo a pazienti < 1 anno di età (vedere paragrafo 5.1).

Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione: controindicazioni

Ipersensibilità grave o potenzialmente fatale al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, se tale ipersensibilità non è controllabile.

Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione: effetti collaterali

Dato il basso numero di pazienti partecipanti agli studi clinici, tutti i dati riguardanti gli eventi avversi (AE) raccolti negli studi condotti su Naglazyme sono stati aggregati e valutati in un’unica, singola analisi sulla sicurezza negli studi clinici.

Tutti i pazienti trattati con NAGLAZYME (59/59) hanno segnalato almeno un AE. La maggioranza (42/59; 71%) dei pazienti ha subito almeno una Reazione Avversa da Farmaco (ADR). Le reazioni avverse più comuni sono state piressia, rash cutaneo, prurito, orticaria, brividi/rigidità, nausea, cefalea, dolore addominale, vomito e dispnea. Fra le reazioni avverse gravi vi sono stati edema laringeo, apnea, piressia, orticaria, distress respiratorio, angioedema, asma e reazione anafilattoide.

Le reazioni da infusione, definite come reazioni avverse verificatesi durante un’infusione di Naglazyme o entro il giorno in cui è stata praticata l’infusione, sono state osservate in 33 (56%) dei 59 pazienti trattati con Naglazyme nell’ambito di cinque studi clinici. Le reazioni all’infusione sono insorte già alla settimana 1 e fino alla settimana 146 del trattamento con Naglazyme, e si sono verificate nel corso di più infusioni, sebbene non sempre in settimane consecutive. I sintomi più comuni di tali reazioni da infusione sono stati piressia, brividi/rigidità, rash cutaneo, orticaria e dispnea. Sintomi comuni di reazione da infusione sono stati prurito, vomito, dolore addominale, nausea, ipertensione, cefalea, dolore toracico, eritema, tosse, ipotensione, angioedema, distress respiratorio, tremito, congiuntivite, malessere, broncospasmo ed artralgia.

Le reazioni avverse sono elencate nella Tabella 1 secondo la classificazione per sistemi e organi .

Le ADR sono elencate secondo la convenzione MedDRA della frequenza. Le reazioni avverse molto comuni sono quelle verificatesi con una frequenza ?1/10. Le reazioni comuni sono quelle verificatesi con una frequenza da ?1/100 a <1/10. Dato il basso numero di pazienti, una reazione avversa verificatasi in un solo paziente è classificata come comune.

All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.

Le reazioni avverse segnalate durante il periodo di post marketing sono comprese nella categoria di frequenza “non nota”.

In totale si è verificato un unico caso di apnea durante il sonno in tutti gli studi clinici.

Tabella 1: Frequenza di reazioni avverse da farmaco con Naglazyme

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Terminologia MedDRA Frequenza
Disturbi del sistema immunitario Anafilassi, shock Non nota
Infezioni ed infestazioni Faringite¹, gastroenterite¹ Molto comune
Patologie del sistema nervoso Areflessia¹, cefalea Molto comune
Tremore Comune
Parestesia Non nota
Patologie dell’occhio Congiuntivite¹, opacizzazione della cornea¹ Molto comune
Patologie cardiache Bradicardia, tachicardia, cianosi Non nota
Patologie dell’orecchio e del labirinto Otalgia¹, menomazione dell’udito¹ Molto comune
Patologie vascolari Ipertensione¹ Molto comune
Ipotensione Comune
Pallore Non nota
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea¹, congestione nasale¹ Molto comune
Apnea¹, tosse, stress respiratorio, asma, broncospasmo Comune
Edema laringeo, ipossia, tachipnea Non nota
Patologie gastrointestinali Dolore addominale¹, ernia ombelicale¹, vomito, nausea Molto comune
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Angioedema¹, rash cutaneo¹, orticaria, prurito Molto comune
Eritema Comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore¹, dolore toracico¹, rigidità¹, malessere¹, piressia Molto comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia Molto comune

1Reazioni segnalate più di frequente nel braccio attivo che nel braccio placebo dello studio controllato verso placebo; frequenza determinata sui 39 pazienti dello studio di fase 3 in cieco.

Altre reazioni con frequenza nota sono state segnalate da 59 pazienti trattati con Naglazyme nell’ambito di tutti i cinque studi clinici.

Le reazioni con frequenza non nota sono quelle segnalate nel periodo post-marketing.

In quattro pazienti <1 anno di età, il profilo di sicurezza generale di una dose maggiore

(2 mg/kg/settimana) non differiva in maniera clinicamente significativa da quello della dose raccomandata di 1 mg/kg/settimana, ed era coerente con il profilo di sicurezza di Naglazyme in bambini più grandi.

Immunogenicità

In 54 dei 59 pazienti trattati con Naglazyme negli studi clinici, sono stati testati gli anticorpi IgG. Cinquantatrè (53) pazienti su 54 (98%) sono risultati positivi agli anticorpi IgG verso galsulfase.

Un’analisi globale degli anticorpi, sulla base dei dati emersi da tre studi clinici, è stata eseguita su 48 pazienti.

Sebbene una maggiore percentuale di soggetti con valori elevati di anticorpi totali abbia manifestato ripetute reazioni alle infusioni, non è stato possibile, sulla base dei valori degli anticorpi verso galsulfase, prevedere la frequenza o la gravità di tali reazioni.

Similmente, lo sviluppo di anticorpi non è un predittore di una minore efficacia, sebbene i soggetti con una risposta limitata della resistenza o con valori ridotti dei glicosaminoglicani (GAG) urinari tendessero a presentare picchi più elevati dei valori di anticorpi verso galsulfase rispetto ai soggetti che rispondevano bene.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Naglazyme 1 mg/ml concentrato per soluzione per infusione: avvertenze per l’uso

Gestione di vie respiratorie compromesse

E’ necessario prestare particolare attenzione nel trattamento e nella cura di pazienti con compromissione della vie respiratorie, limitando o controllando attentamente l’uso degli antistaminici e di altri medicinali ad azione sedativa. Si deve anche considerare l’applicazione di una pressione positiva nelle vie aeree durante il sonno oltre all’esecuzione di una tracheotomia in situazioni clinicamente appropriate.

Può essere necessario ritardare le infusioni di Naglazyme nei pazienti che presentano una malattia acuta febbrile o respiratoria.

Gestione delle reazioni associate all’infusione

I pazienti trattati con Naglazyme hanno sviluppato reazioni associate all’infusione (IAR), definite come qualsiasi reazione avversa verificatasi durante un’infusione o entro la fine della giornata in cui è stata eseguita l’infusione stessa (vedere paragrafo 4.8).

Sulla base dei dati clinici ricavati durante le sperimentazioni cliniche con Naglazyme, è prevedibile che la maggior parte dei pazienti sviluppi anticorpi IgG verso galsulfase entro 4-8 settimane dall’inizio del trattamento. Nelle sperimentazioni cliniche con Naglazyme, le reazioni legate all’infusione sono generalmente state controllate interrompendo o rallentando la velocità dell’infusione e (pre-) trattando il paziente con antistaminici e/o antipiretici (paracetamolo), consentendo così la prosecuzione del trattamento.

Poiché l’esperienza sulla ripresa del trattamento dopo un’interruzione prolungata è limitata, è necessario prestare particolare cautela in questi casi a causa di un possibile aumentato rischio di una reazione da ipersensibilità.

Per ridurre al minimo la possibilità di reazioni legate all’infusione, con la somministrazione di Naglazyme si raccomanda di somministrare ai pazienti un pre-trattamento (antistaminici con o senza antipiretici) circa 30-60 minuti prima dell’inizio dell’infusione.

In caso di una reazione legata all’infusione di grado lieve o moderato, si deve considerare un trattamento con antistaminici e paracetamolo e/o una diminuzione della velocità di infusione in misura della metà della velocità d’infusione alla quale si è verificata la reazione.

In caso di una reazione grave singola, è necessario sospendere l’infusione fino alla risoluzione dei sintomi e si deve considerare un trattamento a base di antistaminici e paracetamolo. L’infusione potrà riprendere, diminuendo la sua velocità del 50% – 25% della velocità alla quale si è verificata la reazione.

In caso di una reazione ricorrente moderata o di ripresa della somministrazione dopo una reazione grave singola, si deve considerare la somministrazione di un pretrattamento (antistaminici e paracetamolo e/o corticosteroidi) ed una riduzione della velocità dell’infusione in misura del 50% – 25% della velocità alla quale si è verificata la precedente reazione.

Come per qualsiasi altro prodotto a base di proteine per uso endovenoso, esiste la possibilità che si manifestino gravi reazioni allergiche da ipersensibilità. In tale caso è necessario sospendere immediatamente la somministrazione di Naglazyme e iniziare una terapia medica appropriata. E’ necessario osservare gli standard medici correnti per la terapia d’emergenza. In pazienti che hanno già subito reazioni allergiche durante un’infusione con Naglazyme è necessario usare prudenza nel riprendere la somministrazione; durante le infusioni devono essere disponibili personale con addestramento adeguato e strumenti per la rianimazione di emergenza (inclusa l’epinefrina).

Un’ipersensibilità grave o potenzialmente fatale costituisce una controindicazione alla ripresa del trattamento, se tale ipersensibilità non è controllabile. Vedere anche paragrafo 4.3.

Questo medicinale contiene 0,8 mmol (18,4 mg) di sodio per flaconcino ed è somministrato in soluzione di cloruro di sodio da 9 mg/ml per iniezione (vedere paragrafo 6.6). Da prendere in considerazione in pazienti in dieta controllata per il sodio.

Compressione del midollo spinale o cervicale

La compressione del midollo spinale o cervicale ( Spinal/Cervical Cord Compression, SCC) con conseguente mielopatia è una complicanza nota e grave che può essere attribuita alla MPS VI. Vi sono state segnalazioni post-commercializzazione di pazienti trattati con Naglazyme che hanno manifestato insorgenza o peggioramento di SCC con necessità di chirurgia decompressiva. I pazienti devono essere monitorati per rilevare segni e sintomi di compressione del midollo spinale/cervicale (inclusi dolore dorsale, paralisi degli arti sotto il livello della compressione, incontinenza urinaria e fecale) e sottoposti a trattamenti clinici appropriati.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco