Sabril: effetti collaterali e controindicazioni

Sabril: effetti collaterali e controindicazioni

Sabril (Vigabatrin) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Trattamento in associazione con altri medicinali antiepilettici per pazienti con epilessia parziale resistente con o senza generalizzazione secondaria e cioè in quei pazienti in cui tutte le altre associazioni siano risultate inadeguate o non siano state tollerate.

Monoterapia nel trattamento di spasmi infantili (Sindrome di West).

Sabril: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Sabril ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Sabril, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Sabril: controindicazioni

Ipersensibilità al vigabatrin o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Sabril: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

Sono stati segnalati frequentemente difetti del campo visivo da lievi a gravi in pazienti trattati con il vigabatrin. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. La comparsa avviene di solito dopo mesi o anni di terapia con il vigabatrin. I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con il vigabatrin sviluppi difetti del campo visivo (vedere anche paragrafo 4.4).

Circa il 50% dei pazienti in studi clinici controllati ha avuto effetti indesiderati durante il trattamento con vigabatrin. Negli adulti, essi erano per la maggior parte a carico del sistema nervoso centrale, ad esempio: sedazione, stordimento, stanchezza e diminuita capacità di concentrazione. Tuttavia, nei bambini è frequente l’eccitazione o l’agitazione. L’incidenza di questi effetti indesiderati è generalmente più elevata all’inizio del trattamento e diminuisce con l’andar del tempo.

Come avviene con altri antiepilettici, alcuni pazienti possono avere un aumento della frequenza di convulsioni, compreso lo “status epilepticus” (stato epilettico), con vigabatrin. I pazienti con convulsioni miocloniche possono essere particolarmente soggetti a questo effetto. In casi rari possono verificarsi mioclono di nuova insorgenza ed esacerbazione del mioclono esistente.

Elenco tabulato delle reazioni avverse

Di seguito vengono elencati gli effetti indesiderati classificati secondo la loro frequenza, usando la seguente convenzione:

molto comune: (>1/10); comune (da >1/100 a <1/10); non comune (da >1/1000 a <1/100); raro (da >1/10.000 a

<1/1000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico anemia
Disturbi psichiatrici* agitazione, aggressività, nervosismo, depressione, reazioni paranoidi, insonnia ipomania, mania, disturbi psicotici tentato suicidio allucinazioni
Patologie del sonnolenza disordini del coordinazione encefalopatia* neurite sono stati
sistema nervoso linguaggio, anormale * ottica segnalati casi
cefalea, (atassia) di risonanza
capogiri, magnetica
parestesia, cerebrale
disturbi anormale
dell’attenzione e (vedere
compromissione paragrafo
della memoria, 4.4).
compromissione Sono stati
mentale segnalati
(disturbi del disturbi del
pensiero), movimento
tremori che
comprendono
distonia,
discinesia e
ipertonia, sia
da soli che
associati a
risonanza
magnetica
anormale
(vedere
Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
paragrafo 4.4)
Patologie dell’occhio difetti del campo visivo visione offuscata, diplopia, nistagmo patologie retiniche (come atrofia periferica della retina) atrofia ottica
Patologie gastrointestinali nausea, vomito, dolore addominale
Patologie epatobiliari epatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo alopecia rash angioedema, orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletric o e del tessuto connettivo artralgia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione fatica edema, irritabilità
Esami diagnostici*** aumento di peso

* Sono state segnalate reazioni psichiatriche durante la terapia con il vigabatrin. Queste reazioni si sono manifestate in pazienti con o senza anamnesi psichiatrica e sono risultate, di solito, reversibili con la riduzione o la sospensione graduale del vigabatrin (vedere paragrafo 4.4). La depressione è risultata una reazione psichiatrica comune negli studi clinici ma raramente ha richiesto l’interruzione del vigabatrin.

** Nelle prime fasi del trattamento con il vigabatrin, sono stati descritti rari casi di sintomi encefalopatici come sedazione marcata, stupore e confusione associati a un’attività aspecifica a onde lente nell’elettroencefalogramma.

Tali reazioni si sono dimostrate completamente reversibili dopo la riduzione della dose o la sospensione del vigabatrin (vedere paragrafo 4.4).

*** Dati di laboratorio indicano che il trattamento con il vigabatrin non conduce a tossicità renale. Sono state osservate diminuzioni nei valori di ALT e AST, tali diminuzioni sono considerate essere il risultato dell’inibizione di queste aminotransferasi da parte del vigabatrin.

Popolazione pediatrica Disturbi psichiatrici

Molto comune: eccitazione, agitazione.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzohttp://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa..

Sabril: avvertenze per l’uso

Tranne che per il trattamento degli spasmi infantili, il SABRIL non deve essere iniziato come monoterapia.

Sono stati segnalati difetti del campo visivo (DCV) con elevata prevalenza (circa 1/3 dei pazienti) in pazienti trattati con vigabatrin. Le frequenze riscontrate, in uno studio clinico aperto, sono state inserite nel paragrafo 5.1. L’insorgenza generalmente si verifica dopo un periodo che varia da mesi ad anni di terapia con il vigabatrin. Il grado di restrizione del campo visivo può essere grave, il che può avere conseguenze pratiche per il paziente. La maggior parte dei pazienti con difetti confermati dalla misurazione del campo visivo (perimetria) era priva di sintomi. Quindi questo effetto indesiderato può essere riconosciuto in maniera attendibile solo mediante perimetria sistematica che di solito è possibile solo in pazienti con età dello sviluppo di oltre 9 anni. Il produttore fornisce su richiesta un metodo messo a punto appositamente, basato sui “Potenziali Evocati Visivi” (Visual Evoked Potentials = VEP), per controllare la presenza della visione periferica in bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non è stato validato nel riconoscimento di difetti visivi attribuiti al vigabatrin. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere impiegata solo in adulti che non siano in grado di collaborare con la perimetria o in soggetti molto giovani (vedere “Dìfettì del campo vìsìvo DCV”).

I dati attualmente disponibili fanno ritenere che i difetti del campo visivo siano irreversibili anche dopo la sospensione di vigabatrin. Non può essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento.

Pertanto, il vigabatrin deve essere impiegato solo dopo un’accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio rispetto alle alternative terapeutiche disponibili.

Non è raccomandato l’uso del vigabatrin in pazienti con difetti del campo visivo preesistenti clinicamente significativi.

I pazienti devono essere sottoposti ad un esame di screening sistematico quando si inizia la terapia con vigabatrin e a intervalli regolari per diagnosticare difetti del campo visivo. Gli esami del campo visivo devono continuare a intervalli di 6 mesi per l’intera durata del trattamento. (Vedere “Dìfettì del campo vìsìvo”).

Sono stati segnalati difetti del campo visivo (DCV) con elevata prevalenza (circa 1/3 dei pazienti) in pazienti trattati con vigabatrin. Le frequenze riscontrate, in uno studio clinico aperto, sono state inserite nel paragrafo 5.1. L’insorgenza generalmente si verifica dopo un periodo che varia da mesi ad anni di terapia con il vigabatrin. Il grado di restrizione del campo visivo può essere grave, il che può avere conseguenze pratiche per il paziente. La maggior parte dei pazienti con difetti confermati dalla misurazione del campo visivo (perimetria) era priva di sintomi. Quindi questo effetto indesiderato può essere riconosciuto in maniera attendibile solo mediante perimetria sistematica che di solito è possibile solo in pazienti con età dello sviluppo di oltre 9 anni. Il produttore fornisce su richiesta un metodo messo a punto appositamente, basato sui “Potenziali Evocati Visivi” (Visual Evoked Potentials = VEP), per controllare la presenza della visione periferica in bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non è stato validato nel riconoscimento di difetti visivi attribuiti al vigabatrin. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere impiegata solo in adulti che non siano in grado di collaborare con la perimetria o in soggetti molto giovani (vedere “Dìfettì del campo vìsìvo DCV”).

I dati attualmente disponibili fanno ritenere che i difetti del campo visivo siano irreversibili anche dopo la sospensione di vigabatrin. Non può essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento.

Pertanto, il vigabatrin deve essere impiegato solo dopo un’accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio rispetto alle alternative terapeutiche disponibili.

Non è raccomandato l’uso del vigabatrin in pazienti con difetti del campo visivo preesistenti clinicamente significativi.

I pazienti devono essere sottoposti ad un esame di screening sistematico quando si inizia la terapia con vigabatrin e a intervalli regolari per diagnosticare difetti del campo visivo. Gli esami del campo visivo devono continuare a intervalli di 6 mesi per l’intera durata del trattamento. (Vedere “Dìfettì del campo vìsìvo”).

Difetti del campo visivo (DCV)

In base ai dati disponibili, l’andamento abituale è costituito da una restrizione concentrica del campo visivo di entrambi gli occhi, che generalmente è più marcata a livello nasale che a livello temporale. Nel campo visivo centrale (entro 30° di eccentricità), si osserva spesso un difetto nasale anulare. Tuttavia i DCV segnalati in pazienti trattati con vigabatrin andavano da lievi a gravi. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti.

La maggior parte dei pazienti con difetti del campo visivo confermati mediante perimetria non aveva notato in precedenza spontaneamente alcun sintomo, neppure in casi in cui si osservava un grave difetto alla perimetria. I dati disponibili fanno ritenere che il DCV sia irreversibile anche dopo sospensione di vigabatrin. Non può essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento.

I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con vigabatrin presenti DCV. I pazienti di sesso maschile possono essere esposti a un rischio maggiore dei pazienti di sesso femminile. Le frequenze riscontrate, in uno studio clinico aperto, sono state inserite nel paragrafo 5.1. In questo studio è stata evidenziata una possibile relazione tra il rischio di difetti del campo visivo e l’esposizione prolungata al vigabatrin, sia in termini di dose giornaliera (da 1 g a più di 3 g), sia in termini di durata del trattamento (il massimo è durante i primi tre anni).

Tutti i pazienti devono essere sottoposti a consulto oftalmologico con l’esame del campo visivo prima di iniziare il trattamento con vigabatrin.

Prima di iniziare il trattamento e a intervalli di sei mesi per l’intera durata dello stesso devono essere eseguiti esami del campo visivo appropriati (perimetria) usando una perimetria statica standardizzata (Humphrey oppure Octopus) o una perimetria cinetica (Goldmann). La perimetria statica è il metodo preferito per riconoscere i difetti del campo visivo associati al vigabatrin.

L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere usata solo in pazienti adulti che non siano in grado di collaborare durante la perimetria. In base ai dati disponibili, il primo potenziale oscillatorio e le risposte di flicker a 30 Hz dell’elettroretinogramma sembrano correlate a un DCV associato a vigabatrin. Queste risposte sono ritardate e ridotte al di là dei limiti normali. Queste modificazioni non sono state osservate in pazienti trattati con vigabatrin senza DCV.

Il paziente e/o coloro che se ne prendono cura devono ricevere una descrizione approfondita della frequenza e delle

implicazioni dello sviluppo di DCV durante il trattamento con vigabatrin. I pazienti devono essere istruiti a segnalare eventuali nuovi problemi e sintomi visivi che possano essere associati a una limitazione del campo visivo. Se si sviluppano dei sintomi visivi, il paziente deve essere inviato a consulto da un oculista.

Se si osserva una restrizione del campo visivo durante il follow-up, occorre prendere in considerazione una sospensione graduale del vigabatrin. Se si decide di continuare il trattamento, occorre prendere in considerazione un follow-up più frequente (perimetria) per riconoscere la progressione del difetto o difetti che mettano in pericolo la vista del paziente.

Il vigabatrin non deve essere impiegato in concomitanza con altri farmaci retinotossici.

Popolazione pediatrica

La perimetria è raramente possibile in bambini di età inferiore a 9 anni nell’età dello sviluppo. I rischi del trattamento devono essere ponderati accuratamente in confronto a un possibile vantaggio nei bambini. Attualmente non esiste alcun metodo affermato per diagnosticare o escludere difetti del campo visivo in bambini in cui non si possa eseguire una perimetria standardizzata. Un metodo messo a punto appositamente, basato su Potenziali Evocati Visivi (PEV) specifici è messo a disposizione dal produttore su richiesta per controllare la presenza della visione periferica di bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non è stato validato nel riconoscimento dei difetti del campo visivo attribuiti al vigabatrin. Se il metodo rivela una risposta normale del campo visivo centrale, ma una risposta periferica assente, il rapporto rischio/beneficio del vigabatrin deve essere passato in rassegna e bisogna prendere in considerazione una sospensione graduale del farmaco. La presenza della visione periferica non esclude la possibilità che si sviluppi un DCV. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere impiegata solo in bambini di età inferiore ai 3 anni.

Condizioni neurologiche e psichiatriche

Tenendo conto dei risultati degli studi sulla sicurezza del farmaco nell’animale (vedere paragrafo 5.3), si consiglia di tenere sotto stretta osservazione i pazienti trattati con il vigabatrin per accertare eventuali effetti avversi sulla funzione neurologica.

Poco dopo l’inizio del trattamento con il vigabatrin sono stati descritti rari rapporti di sintomi encefalopatici, come marcata sedazione, stupore e confusione in associazione con un’attività aspecifica a onde lente nell’elettroencefalogramma. I fattori di rischio di sviluppo di queste reazioni comprendono una dose iniziale più elevata di quella raccomandata, un aumento della dose più rapida di quella raccomandata e insufficienza renale. Questi eventi erano reversibili dopo una riduzione della dose o dopo la sospensione di vigabatrin. (vedere ìl paragrafo 4.8).

Sono stati segnalati casi di risonanza magnetica cerebrale anormale, in particolare nei bambini piccoli, trattati per spasmi infantili con alte dosi di vigabatrin. Allo stato attuale il significato clinico di questi risultati non è noto.

In pazienti trattati per spasmi infantili sono stati segnalati disordini del movimento che comprendono distonia, discinesia e ipertonia. Il rischio/beneficio del vigabatrin deve essere valutato su base individuale. Se durante il trattamento con il vigabatrin si presentano nuovi disordini del movimento, si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o una graduale interruzione del trattamento.

Come avviene con altri medicinali antiepilettici, in alcuni pazienti si possono verificare un aumento della frequenza delle convulsioni o la comparsa di nuovi tipi di convulsioni con il vigabatrin (vedere paragrafo 4.8). Questi fenomeni possono essere anche la conseguenza di un sovradosaggio, di una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di un trattamento antiepilettico concomitante o di un effetto paradosso.

Come avviene con altri medicinali antiepilettici, un’improvvisa sospensione può determinare convulsioni di rimbalzo. Nel caso di sospensione del trattamento con il vigabatrin, si consiglia una graduale riduzione della dose nel corso di un periodo di 2-4 settimane.

Il vigabatrin deve essere usato con cautela in pazienti con anamnesi di psicosi, depressione o problemi comportamentali. Eventi psichiatrici (ad es. agitazione, depressione, pensieri anormali, reazioni paranoidi) sono stati riferiti durante il trattamento con il vigabatrin. Questi eventi si sono verificati in pazienti con e senza un’anamnesi psichiatrica e, di solito, erano reversibili quando le dosi di vigabatrin venivano ridotte o gradualmente sospese.

Idea/comportamento suicida

Sono stati segnalati casi di idea e comportamento suicida nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di trials clinici con medicinali antiepilettici, randomizzati controllati con placebo ha, inoltre, evidenziato un modesto incremento del rischio di idea e comportamento suicida.

Il meccanismo di tale effetto non è noto e i dati disponibili non escludono la possibilità di un incremento di rischio con il vigabatrin.

Pertanto, i pazienti devono essere monitorati per eventuali segni di idea e comportamento suicida e in tal caso deve essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) devono essere istruiti ad avvertire il medico qualora emergano segni di idea o comportamento suicida.

Anziani o pazienti con compromissione renale

Dato che il vigabatrin viene eliminato per via renale, si deve usare cautela in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min e in pazienti anziani. Questi pazienti devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza per accertare eventuali effetti indesiderati, come sedazione e confusione. (vedere paragrafo 4.2).


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco