Naligram: effetti collaterali e controindicazioni

Naligram: effetti collaterali e controindicazioni

Naligram (Acido Nalidixico) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Il Naligram è indicato nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie prodotte da germi Gram negativi sensibili all’acido nalidissico, ivi compresa la maggior parte dei ceppi di Proteus mirabilis, P. morganii, P. vulgaris e P. rettgeri, la Klebsiella, l’Aerobacter (o Enterobacter) e l’Escherichia coli.

Naligram: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Naligram ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Naligram, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Naligram: controindicazioni

Naligram è controindicato nei pazienti che presentano ipersensibilità all’acido nalidissico ed in quelli che hanno una storia di attacchi convulsivi.

Naligram: effetti collaterali

Sul sistema nervoso centrale – sonnolenza, astenia, cefalea, stordimento, vertigini, transitori disturbi soggettivi della vista (quali sensibilità alle luci, percezione alterata dei colori, difficoltà di accomodamento, diminuzione dell’acuità visiva e diplopia). In genere scompaiono prontamente riducendo la posologia o interrompendo il trattamento. Raramente sono stati segnalati casi di psicosi tossiche o episodi convulsivi di breve durata, in genere causati da dosi eccessive, ed in pazienti con fattori predisponenti. In lattanti e in bambini si è osservato occasionalmente aumento della pressione intracranica con sporgenza della fontanella anteriore, edema papillare e cefalea, in un caso paresi del VI nervo cranico. La sintomatologia è però di solito scomparsa rapidamente senza reliquati dopo interruzione del trattamento.

Gastrointestinali – dolori addominali, nausea, vomito, diarrea.

Allergici – esantemi, prurito, orticaria, edema angioneurotico, eosinofilia, artralgie e, raramente, reazioni anafilattoidi. Reazioni di fotosensibilità a carico delle superfici cutanee esposte sono scomparse dopo la interruzione del trattamento.

Altri – raramente parestesia, colestasi, acidosi metabolica, piastrinopenia, leucopenia, anemia emolitica in qualche caso associata a deficiente attività delle glucosio-6-fosfato deidrogenasi.

Naligram: avvertenze per l’uso

Prima della somministrazione del farmaco e, qualora la risposta clinica lo giustifichi, durante il trattamento si dovrebbe eseguire un antibiogramma con dischi da 30 mcg.

In caso di trattamento prolungato oltre le due settimane è opportuno eseguire l’emocromo e le prove di funzionalità epatica e renale.

La resistenza batterica al Naligram può svilupparsi rapidamente. In caso di risposta clinica insoddisfacente è necessario ripetere l’antibiogramma.

In caso di effetti sul SNC quali brevi episodi convulsivi, aumento della pressione intracranica e psicosi tossiche, in lattanti e bambini o in pazienti geriatrici con fattori predisponenti o a seguito di superdosaggio, il trattamento con Naligram deve essere sospeso e devono essere attuate appropriate contromisure.

I pazienti sotto trattamento con Naligram non devono esporsi indebitamente alla luce solare diretta. In caso di fotosensibilità si deve interrompere il trattamento.

Interferenze sugli esami di laboratorio: l’acido nalidissico determina iperglicemia. Tuttavia non è ancora chiarito se detta iperglicemia è reale o se si tratta di un’interazione con i metodi di determinazione. L’acido nalidissico, inoltre, determina la comparsa di livelli falsamente elevati dei 17-chetosteroidi urinari, per la interferenza con alcuni metodi di dosaggio, e inoltre interferisce con la valutazione del tasso plasmatico degli 11-idrossicorticosteroidi. Infine l’acido nalidissico può interferire con il dosaggio dell’acido vanilmandelico delle urine, dando falsi risultati.

Naligram deve essere usato con cautela negli epatopazienti, nei soggetti con grave insufficienza renale, negli epilettici e negli arteriosclerotici cerebrali gravi. Il preparato, comunque, non deve essere somministrato a bambini al di sotto di 3 mesi di vita.

Naligram non produce né assuefazione né dipendenza.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco