Clorisip: effetti collaterali e controindicazioni

Clorisip: effetti collaterali e controindicazioni

Clorisip 20 mg + 12,5 mg (Lisinopril Diidrato + Idroclorotiazide) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Clorisip è indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa primaria in pazienti per i quali è appropriata una terapia di associazione.

Clorisip 20 mg + 12,5 mg: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Clorisip 20 mg + 12,5 mg ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Clorisip 20 mg + 12,5 mg, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Clorisip 20 mg + 12,5 mg: controindicazioni

p è controindicato

in pazienti ipersensibili al lisinopril, ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, o ad altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).

in pazienti ipersensibili all’idroclorotiazide o ad altri farmaci sulfamidico- derivati.

in pazienti con anuria.

in pazienti con storia di angioedema correlato ad un trattamento precedente con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina

in pazienti con angioedema ereditario o idiopatico.

nel secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafì 4.4 e 4.6).

in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina

< 30 ml/min).

in pazienti con grave compromissione epatica.

L’uso concomitante di Clorisip con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocitĂ  di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Clorisip 20 mg + 12,5 mg: effetti collaterali

Studi clinici

Clorisip è generalmente ben tollerato. Negli studi clinici, gli effetti indesiderati sono stati in genere di natura lieve e transitoria; nella maggior parte dei casi non è stato necessario interrompere la terapia. Gli effetti indesiderati che sono stati osservati sono stati limitati a quelli riferiti precedentemente con lisinopril o idroclorotiazide.

Gli effetti indesiderati (ADRs) piĂ¹ comunemente riportati sono capogiro, che in genere ha risposto alla riduzione del dosaggio e raramente ha reso necessaria l’interruzione della terapia, cefalea, tosse e ipotensione inclusa l’ipotensione ortostatica che possono verificarsi nel 1-10% dei pazienti trattati.

Ancora meno comuni sono stati: diarrea, nausea, vomito, secchezza della bocca, eruzione

cutanea gotta, palpitazioni, disturbi toracici, crampi muscolari e debolezza, parestesia, astenia, impotenza, insufficienza renale acuta e sincope.

Post Marketing

Durante il trattamento con lisinopril/idroclorotiazide sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati con le seguenti frequenze: molto comuni (?1/10), comuni (?1/100, <1/10), non comuni (?1/1.000, <1/100), rari (?1/10.000, <1/1.000), molto rari (<1/10.000) inclusi casi singoli, non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Rari: anemia.

Molto rari: depressione midollare ossea, trombocitopenia, leucopenia, agranulocitosi, anemia emolitica.

Patologie endocrine

Rari: secrezione inappropriata di ormone antidiuretico.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Non comuni: gotta.

Rari: iperglicemia, ipopotassiemia, iperuricemia, iperpotassiemia.

Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici

Comuni: capogiri, cefalea, parestesia.

Rari: disturbi olfattivi.

Non comuni: sintomi depressivi.

Patologie cardiache e patologie vascolari

Comuni: effetti ortostatici (inclusa ipotensione), sincope.

Non comuni: palpitazioni.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Comuni: tosse.

Patologie gastrointestinali

Comuni: diarrea, nausea, vomito.

Non comuni: secchezza della bocca.

Rari: pancreatite.

Molto rari: angioedema intestinale.

Patologie epatobiliari

Molto rari: epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero, insufficienza epatica. Molto raramente è stato riportato che in alcuni pazienti i casi di epatite sono progrediti in insufficienza epatica. I pazienti che ricevono Clorisip nei quali si manifestano ittero o aumento marcato degli enzimi epatici, devono interrompere il trattamento con Clorisip e ricevere un appropriato controllo medico.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comuni: eruzione cutanea.

Non comuni: ipersensibilitĂ /edema angioneurotico: edema angioneurotico della faccia, estremitĂ , labbra, lingua, glottide e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4).

Molto rari: pseudolinfoma cutaneo.

Ăˆ stata riportata una sintomatologia complessa che puĂ² includere uno o piĂ¹ dei seguenti: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positivitĂ  degli anticorpi antinucleari (ANA), aumento della velocitĂ  di eritrosedimentazione (VES), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilitĂ  e altre manifestazioni dermatologiche.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Comuni: crampi muscolari.

Rari: debolezza muscolare.

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Comuni: impotenza.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comuni: affaticamento, astenia.

Non comuni: oppressione toracica.

Esami di laboratorio

Comuni: aumento dell’urea nel sangue, aumento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, diminuzione dell’emoglobina.

Non comuni: diminuzione dell’ematocrito.

Rari: aumento della bilirubina sierica.

Altri effetti indesiderati che sono stati riportati con i singoli componenti e che possono essere potenziali effetti indesiderati di Clorisip sono:

Idroclorotiazide (frequenze non note):

Infezioni e infestazioni Scialoadenite
Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, anemia
emolitica, depressione del midollo osseo
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia, iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (incluse
iponatriemia, ipopotassiemia, alcalosi ipocloremica e ipomagnesemia), aumenti dei
livelli di colesterolo e trigliceridi, gotta
Disturbi psichiatrici Irrequietezza, depressione, disturbi del sonno
Patologie del sistema nervoso Perdita dell’appetito, parestesia, stordimento
Patologie dell’occhio Xantopsia, visione offuscata transitoria
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini
Patologie cardiache Ipotensione posturale
Patologie vascolari Angioite necrotizzante (vasculite, vasculite
cutanea)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Sofferenza respiratoria (inclusi polmonite ed
edema polmonare)
Patologie gastrointestinali Irritazione gastrica, diarrea, stipsi, pancreatite
Patologie epatobiliari Ittero (ittero colestatico intraepatico)
Patologie della cute e del Reazioni di fotosensibilitĂ , eruzione
tessuto sottocutaneo cutanea,
reazioni cutanee simili a lupus eritematoso,
riattivazione di lupus eritematoso cutaneo,
orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi
epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolare muscolari, debolezza
Patologie renali e urinarie Disfunzione interstiziale renale, nefrite
Patologie sistemiche Febbre, debolezza

Altri effetti indesiderati: porpora, lupus eritematoso sistemico, esantema. In rarissimi casi puĂ² insorgere sindrome di Stevens-Johnson.

In casi isolati: ipercalcemia, quest’ultima che rende necessari accertamenti diagnostici per evidenziare un possibile iperparatiroidismo. Sono possibili aritmie cardiache, miopia acuta e glaucoma acuto ad angolo chiuso.

Lisinopril

Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari Diminuzione dell’emoglobina, diminuzione
dell’ematocrito
Molto rari Depressione del midollo osseo, anemia,
trombocitopenia, leucopenia, neutropenia,
agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia
emolitica, linfadenopatia, malattia autoimmune
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto raro Ipoglicemia
Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici
Comuni Capogiri, cefalea, sincope
Non comuni Parestesie, vertigini, alterazione del gusto,
disturbi del sonno, alterazioni dell’umore,
disturbi olfattivi.
Rari Confusione mentale
Frequenza non nota Sintomi depressivi
Patologie cardiache e vascolari
Comuni Effetti ortostatici (inclusa ipotensione ortostatica)
Non comuni Infarto miocardico o accidente cerebrovascolare, talora secondari a ipotensione eccessiva nei pazienti ad alto
rischio (vedere ìl paragrafo 4.4), palpitazioni,
tachicardia, sindrome di Raynaud
Frequenza non nota Vampate di calore
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comuni Tosse (vedere paragrafo 4.4)
Non comuni Rinite
Molto rari Broncospasmo, sinusite, alveolite allergica/polmonite eosinofila
Patologie gastrointestinali
Comuni Diarrea, vomito
Non comuni Nausea, dolore addominale ed indigestione
Raro Bocca secca
Molto rari Pancreatite, angioedema intestinale
Patologie epatobiliari
Non comuni Enzimi epatici e bilirubina elevati
Molto rari Epatite epatocellulare o colestatica, ittero,
insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4)*
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni Eruzione cutanea, prurito
Rari IpersensibilitĂ /edema angioneurotico, edema
angioneurotico di viso, estremitĂ , labbra,
lingua, glottide e/o laringe (vedere paragrafo
4.4), orticaria, alopecia, psoriasi.
Molto rari Diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica,
sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pseudolinfoma cutaneo**
Patologie renali e urinarie
Comuni Disfunzione renale
Rari Uremia, insufficienza renale acuta
Molto rari Oliguria/anuria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della
mammella
Non comini Impotenza
Rari Ginecomastia
Patologie endocrine
Rari Sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH)
Patologie sistemiche e condizioni relative
alla sede di somministrazione
Non comuni Astenia, affaticamento
Esami diagnostici
Non comuni Aumenti dell’urea ematica, aumenti della
creatinina sierica, iperpotassiemia
Raro Iponatriemia

* Molto raramente, è stato riportato che in alcuni pazienti lo sviluppo indesiderato di epatite è progredito sino all’insufficienza epatica. I pazienti che ricevono lisinopril/idroclorotiazide e che sviluppano ittero o un marcato innalzamento degli enzimi epatici devono interrompere lisinopril/idroclorotiazide e ricevere un appropriato trattamento medico. ** E’ stato segnalato un complesso di sintomi che puĂ² includere uno o piĂ¹ dei seguenti sintomi:

febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positivitĂ  per gli anticorpi antinucleo (ANA), elevata

velocitĂ  di sedimentazione dei globuli rossi (VES), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea,

fotosensibilitĂ  o altre manifestazioni dermatologiche.

Come con altri ACE-inibitori sono state riscontrate allucinazioni visive e/o uditive.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

Clorisip 20 mg + 12,5 mg: avvertenze per l’uso

Ipotensione sintomatica

Ipotensione sintomatica è stata osservata raramente in pazienti con ipertensione non complicata, ma è piĂ¹ probabile che si verifichi nel paziente che ha subito una riduzione della volemia o ipomagnesemia a causa di una precedente terapia diuretica, per restrizione salina nella dieta, per dialisi, diarrea o vomito, o con una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafì 4.5 e 4.8). In tali pazienti si devono effettuare controlli regolari degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

In pazienti maggiormente a rischio di ipotensione sintomatica, l’inizio della terapia e l’adattamento della dose devono essere attentamente monitorati.

Particolare considerazione si deve applicare a pazienti con cardiopatia o cerebropatia ischemica, dato che un’eccessiva caduta della pressione arteriosa potrebbe provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare.

Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in clinostatismo e, se necessario, infuso con soluzione fisiologica per via endovenosa. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione ad ulteriori dosi di farmaco. Con il ripristino di un volume ematico efficace e della pressione arteriosa si puĂ² ristabilire la terapia ad un dosaggio ridotto; altrimenti è possibile usare singolarmente l’uno o l’altro componente dell’associazione.

In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca e normali o bassi valori di pressione arteriosa, si

puĂ² verificare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa con lisinopril. Questo

effetto è previsto e non costituisce di solito una ragione per interrompere il trattamento. Se

l’ipotensione diviene sintomatica, puĂ² essere necessaria una riduzione del dosaggio o

l’interruzione di Clorisip.

Stenosi della valvola aortica o mitralica/cardiomiopatia ipertrofica

Come per gli altri ACE inibitori, Clorisip deve essere somministrato con cautela nei pazienti con stenosi della valvola mitralica ed ostruzione dell’efflusso dal ventricolo sinistro come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione,

iperpotassiemia e riduzione della funzionalitĂ  renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE- inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciĂ² deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalitĂ  renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Chirurgia/anestesia

In pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante anestesia con agenti che producono ipotensione, lisinopril puĂ² bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Qualora si verifichi ipotensione attribuibile a tale meccanismo, questa puĂ² essere corretta mediante espansione della volemia.

Compromissione della funzione renale

I tiazidici possono non essere i diuretici appropriati nel trattamento di pazienti con compromissione renale e sono inefficaci a valori di clearance della

creatinina di 30 ml/min o meno (cioè in presenza di insufficienza renale moderata o grave).

Clorisip non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina ? 80 ml/min) finchĂ© la titolazione dei singoli componenti non abbia prima dimostrato la necessitĂ  dei dosaggi presenti nella compressa dell’associazione.

Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione che segue l’inizio della terapia con ACE inibitori puĂ² portare ad un’ulteriore compromissione della funzionalitĂ  renale. In questa

situazione è stata riportata insufficienza renale acuta, di solito reversibile.

In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in monorene, sono stati osservati, con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), incrementi dell’azotemia e della creatininemia di solito reversibili dopo la sospensione della terapia. Questo è vero soprattutto in pazienti con insufficienza renale. Qualora sia presente anche ipertensione renovascolare, vi è un aumentato rischio di insorgenza di grave ipotensione e di insufficienza renale. In questi pazienti il trattamento dovrebbe essere iniziato sotto stretto controllo medico a basse dosi e dopo adeguata titolazione della dose. PoichĂ© il trattamento con diuretico puĂ² contribuire all’instaurarsi di quanto sopra, la funzione renale dovrebbe essere monitorata durante le prime settimane di terapia con Clorisip.

Alcuni pazienti ipertesi senza apparenti malattie renali di tipo vascolare hanno sviluppato aumenti solitamente lievi e transitori dell’azotemia e della creatininemia quando lisinopril è stato somministrato in concomitanza ad un diuretico. CiĂ² è piĂ¹ probabile che accada in pazienti con preesistente compromissione renale. PuĂ² essere necessario ridurre il dosaggio e/o sospendere il diuretico e/o lisinopril.

In pazienti con grave insufficienza cardiaca la cui funzione renale puĂ² dipendere dal sistema renina-angiotensina-aldosterone il trattamento con ACE- inibitori puĂ² essere associato ad oliguria e/o azotemia progressiva e, raramente, a insufficienza renale acuta e/o morte. In questi pazienti, il trattamento con ACE-inibitori deve essere introdotto con particolare cautela.

Epatopatia

I tiazidici devono essere usati con cautela in pazienti con funzione epatica compromessa o un’epatopatia progressiva, in quanto minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono precipitare in coma epatico (vedere paragrafo 4.3). Raramente, gli ACE-inibitori sono stati

associati a una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e progredisce fino a

necrosi fulminante e (talvolta) decesso. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. I pazienti

trattati con lisinopril/idroclorotiazide che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi

epatici devono sospendere il trattamento con lisinopril/idroclorotiazide ed essere sottoposti a

un adeguato follow-up medico.

IpersensibilitĂ /angioedema

Angioedema del viso, delle estremitĂ , delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe è stato riscontrato non comunemente in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso lisinopril. CiĂ² puĂ² avvenire in un qualunque momento durante la terapia. In tali casi, la somministrazione di lisinopril deve essere interrotta prontamente e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente. Anche in quei casi in cui il gonfiore interessasse unicamente la lingua senza distress respiratorio, i pazienti devono essere osservati per un periodo prolungato poichĂ© il trattamento con antistaminici e corticosteroidi potrebbe non essere sufficiente.

Molto raramente sono stati riportati eventi fatali dovuti ad angioedema associato a edema della laringe o della lingua. Nei pazienti con coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe puĂ² verificarsi ostruzione delle vie aeree, specialmente nei soggetti con precedenti di interventi chirurgici alle vie aeree. In questi casi deve essere prontamente somministrata una terapia d’emergenza. CiĂ² puĂ² includere la somministrazione di adrenalina e/o misure per il mantenimento della pervietĂ  delle vie aeree. Il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione medica fino a completa e persistente risoluzione dei sintomi.

Gli inibitori dell’enzima di conversione (ACE-inibitori) causano angioedema con maggior frequenza nei pazienti neri rispetto a quelli non neri.

Pazienti con storia di angioedema non correlato a terapia con ACE-inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE-inibitore (vedere anche paragrafo 4.3).

In pazienti che assumono tiazidici, possono verificarsi reazioni di ipersensibilitĂ  con o senza anamnesi positiva per gli episodi allergici o asma bronchiale. Con l’uso di tiazidici è stata riportata esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.

Effetti metabolici ed endocrini

Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, i livelli della glicemia

devono essere attentamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore.

La terapia tiazidica puĂ² alterare la tolleranza al glucosio; puĂ² quindi rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio degli agenti antidiabetici, compresa l’insulina.

Aumenti dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati alla terapia diuretica con tiazidici.

In alcuni pazienti il trattamento con tiazidici puĂ² precipitare in un’iperuricemia e/o gotta. Lisinopril puĂ², tuttavia, indurre un aumento dell’acido urico nelle urine e di conseguenza attenuare l’effetto iperuricemico dell’idroclorotiazide.

Desensibilizzazione

Pazienti che hanno ricevuto ACE-inibitori durante un trattamento desensibilizzante (es. hymenoptera venom) hanno sofferto di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti queste reazioni sono state evitate quando

l’ACE-inibitore era stato temporaneamente sospeso, ma sono ricomparse dopo che il farmaco era stato inavvertitamente risomministrato.

Reazioni anafilattoidi in pazienti emodializzati

L’uso di lisinopril-idroclorotiazide non è indicato nei pazienti che richiedono dialisi per insufficienza renale.

Sono state segnalate reazioni anafilattotidi in pazienti soggetti a certe procedure emodialitiche (es. con membrane ad alto flusso AN 69 e durante aferesi delle lipoproteine a bassa densitĂ  (LDL) eseguite con colonne di destran-solfato) trattati in concomitanza con ACE-inibitori. Per questi pazienti deve essere considerata la possibilitĂ  di utilizzare differenti tipi di membrana da dialisi o differenti tipi di agenti antipertensivi.

Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) In rare occasioni, i pazienti che assumono ACE inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a

bassa densitĂ  (LDL) con destrano solfato hanno sviluppato reazioni anafilattoidi tali da

risultare in pericolo di vita. Tali sintomi potrebbero essere evitati sospendendo

temporaneamente il trattamento con ACE inibitori prima di ogni seduta di aferesi.

EtniaGli inibitori dell’enzima di conversione (ACE-inibitori) causano angioedema con maggior frequenza nei pazienti neri rispetto a quelli non neri.

Come con altri ACE inibitori, il lisinopril puĂ² essere meno efficace nel ridurre la pressione

sanguigna nei pazienti neri rispetto a quelli non neri, probabilmente a causa di una maggiore

prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione nera ipertesa.

Tosse

Con l’uso di ACE-inibitori è stata riportata tosse. Questa è caratteristicamente non produttiva, persistente e si risolve con l’interruzione della terapia. La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse.

Neutropenia e agranulocitosi

Nei pazienti in trattamento con ACE inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, raramente compare neutropenia. La neutropenia e l’agranulocitosi scompaiono dopo l’interruzione del trattamento con ACE inibitori.

Il lisinopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatia, in quelli in terapia con immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in caso di pregressa

compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva.

Se questi pazienti vengono trattati con lisinopril si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi e si devono istruire i pazienti a segnalare qualunque episodio di infezione.

Gravidanza

La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.

Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.

Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafì 4.3 e 4.6).

Terapia diuretica precedente

La terapia diuretica deve essere sospesa per 2-3 giorni prima di iniziare il trattamento con lisinopril/idroclorotiazide. Se ciĂ² non è possibile, il trattamento deve essere iniziato con lisinopril da solo, alla dose di 5 mg.

Pazienti sottoposti a trapianto renale

Poiché non esiste nessuna esperienza con pazienti che hanno subito di recente un trapianto di reni, questa associazione non deve essere usata.

Squilibrio elettrolitico

Come per qualsiasi paziente in terapia con diuretici, si deve eseguire la determinazione periodica degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono causare squilibrio idrico e elettrolitico (ipopotassiemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica). I segni indicatori dello squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza della bocca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, crampi o dolore muscolare, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastro-intestinali tipo nausea e vomito. Iponatremia da diluizione puĂ² verificarsi in pazienti edematosi nella stagione calda. Un deficit di cloruro è generalmente lieve e non richiede trattamento. I tiazidici hanno dimostrato di aumentare l’escrezione urinaria di magnesio, che puĂ² risultare in ipomagnesiemia.

I tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e causare aumenti lievi ed intermittenti della calcemia. Un’ipercalcemia marcata puĂ² svelare un iperparatiroidismo asintomatico. La terapia tiazidica deve essere sospesa prima che vengano effettuati i test di funzionalitĂ  paratiroidea.

Iperpotassiemia

In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso lisinopril, sono stati osservati innalzamenti del potassio sierico. I pazienti a rischio di sviluppare iperpotassiemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito o quelli in trattamento concomitante con diuretici risparmiatori di potassio, con integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, o quei pazienti in trattamento con altri farmaci ai quali è associato un incremento del potassio sierico (es. eparina). Se l’uso concomitante dei sopraccitati agenti viene

considerato necessario, si raccomanda un monitoraggio regolare del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti diabetici

Nei pazienti diabetici in trattamento con farmaci antidiabetici orali o insulina, deve essere attentamente monitorato il controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).

Litio

L’associazione di ACE-inibitori, litio e lisinopril è generalmente non raccomandata (vedere ìl

paragrafo 4.5).

Test antidoping

L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale puĂ² dare un risultato positivo delle analisi

nel test antidoping.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco