Enulid: effetti collaterali e controindicazioni

Enulid: effetti collaterali e controindicazioni

Enulid (Moexipril Cloridrato + Idroclorotiazide) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

ENULID è indicato per il trattamento dell’ipertensione essenziale, quando è richiesto un controllo della pressione arteriosa aggiuntivo rispetto alla monoterapia con moexipril cloridrato o idroclorotiazide. Questa combinazione fissa è indicata nei pazienti la cui pressione è stata stabilizzata con i singoli componenti somministrati nelle stesse proporzioni.

Enulid: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Enulid ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Enulid, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Enulid: controindicazioni

ENULID non deve essere usato in pazienti con:

ipersensibilitĂ  ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;

anamnesi di angioedema in corso di precedenti terapie con ACE-inibitori;

edema angioneurotico ereditario/idiopatico;

secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafì 4.4 e 4.6)

anuria e/o funzionalitĂ  renale gravemente compromessa (clearance della creatinina <40 ml/min);

recente trapianto renale;

proteinuria clinicamente significativa (>1g/giorno);

aldosteronismo primario;

ipokaliemia refrattaria, iponatriemia, ipercalcemia e iperuricemia sintomatica.

L’uso concomitante di ENULID con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti

affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1,73 m2) (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan

ENULID non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafì 4.4 e 4.5)

A causa della mancanza di sufficiente esperienza terapeutica, ENULID non deve essere usato in:

pazienti in dialisi;

pazienti affetti da epatopatia primaria o con alterata funzionalitĂ  epatica;

pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata;

bambini.

Enulid: effetti collaterali

Le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come: molto comune (? 1/10)

comune (? 1/100, < 1/10)

non comune (? 1/1.000, < 1/100) raro (? 1/10.000, < 1/1.000)

molto raro (<1/10.000)

non nota: la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili

Gli effetti indesiderati piĂ¹ comunemente riportati, che si considerano possibilmente o probabilmente correlati con moexipril cloridrato/HCTZ, e che si verificano in piĂ¹ dell’1% dei pazienti trattati negli studi clinici controllati, sono stati tosse (3%), capogiro (3%), cefalea (2%), affaticamento (2%) e iperuricemia (2%).

In generale, i seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in associazione con moexipril cloridrato/HCTZ, e sono di seguito dettagliati:

Patologie del sistema emolinfopoietico *vedere anche paragrafo d1)

Non comune: anemia, neutropenia, eosinofilia, trombocitopenia (specialmente in pazienti con funzionalitĂ  renale compromessa o collagenopatie, o in pazienti che ricevono trattamenti concomitanti con allopurinolo, procainamide o farmaci immunosoppressori)

Raro: emoconcentrazione (causata dal HCTZ) Molto raro: pancitopenia, agranulocitosi

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Non comune: perdita dell’appetito, calo ponderale

Disturbi psichiatrici:

Raro: confusione, depressione, ansia, nervosismo

Patologie del sistema nervoso: Comune: cefalea

Raro: convulsioni, intorpidimento, parestesia, disturbi dell’equilibrio, capogiro, sonnolenza, disturbi del sonno, sensazione di formicolio, alterazione o perdita del gusto, paresi (causata dall’ipokaliemia indotta da HCTZ)

Molto raro: attacco ischemico transitorio (TIA), stroke ischemico

Patologie dell’occhio:

Raro: disturbi della vista (es. visione offuscata), ridotta produzione di liquido lacrimale (causata da HCTZ)

Patologie dell’orecchio e del labirinto: Raro: tinnito

Patologie cardiache *vedere anche paragrafo c1)

Molto raro: infarto miocardico, angina pectoris, disordini del ritmo cardiaco, tachicardia, palpitazioni

Patologie vascolari *vedere anche paragrafi c2) e d2)

Comune: ipotensione Non comune: sincope

Raro: embolia (causata da dosi elevate di HCTZ che inducono emoconcentrazione, in special modo in pazienti anziani affetti da insufficienza venosa), trombosi, collasso vascolare

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche *vedere anche paragrafi c3) e d3)

Comune: tosse

Non comune: l’ostruzione delle vie aeree dovuta ad edema angioneurotico della lingua, della glottide o della laringe puĂ² essere fatale: per il trattamento, vedere anche il paragrafo c3), bronchite

Raro: disturbi respiratori quali sinusite, faringite, raffreddore comune (rinite)

Molto raro: infiltrati polmonari, asma, broncospasmo, edema polmonare (possibilmente causato da una reazione allergica all’HCTZ)

Patologie gastrointestinali *vedere anche paragrafo d4)

Non comune: disturbi digestivi, dolore all’addome superiore, dispepsia, diarrea, stipsi, meteorismo, vomito, nausea

Molto raro: pancreatite, ileo, stomatite, glossite, secchezza delle fauci

Patologie epatobiliari *vedere anche paragrafo c4)

Raro: aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica

Molto raro: epatite, ittero colestatico, disturbi della funzionalitĂ  epatica, innalzamento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo *vedere anche paragrafi c3), c5), d5)

Non comune: *edema angioneurotico (che coinvolge le labbra, il volto e/o le estremità), orticaria, prurito, *vedere anche il paragrafo c3) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: raccomandazioni per il trattamento dell’ostruzione delle vie aeree causata da edema angioneurotico; reazioni allergiche cutanee, ad es. esantema

Molto raro: sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, lupus eritematoso cutaneo (con HCTZ), necrolisi epidermica tossica, pemfigo, eritema multiforme, arrossamento della cute

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Raro: crampi muscolari (causati dall’ipokaliemia indotta da HCTZ), mialgia

Patologie renali ed urinarie Non comune: oliguria, azotemia

Raro: insufficienza renale acuta, deterioramento della funzionalitĂ  renale, proteinuria.

Insufficienza renale acuta è stata riportata in pazienti trattati con ACE inibitori incluso moexipril (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego)

Molto raro: nefrite interstiziale (abatterica)

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche ì paragrafì 4.4. e 5.1).

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Raro: impotenza

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: stanchezza

Raro: sensazione di debolezza Molto raro: sete

Esami diagnostici *vedere anche paragrafo c6)

Non comune: riduzione dell’emoglobina, dell’ematocrito, della conta leucocitaria e piastrinica (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa)

Raro: aumento dei livelli sierici di urea (azoto ureico nel sangue) e della creatinina sierica, iperkaliemia, iponatriemia (specialmente in pazienti con funzionalitĂ  renale compromessa), aumento della proteinuria

Molto raro: aumento della bilirubina, aumento degli enzimi epatici

c. Questa sezione include informazioni che caratterizzano singole reazioni avverse gravi e/o frequenti, o quelle per cui sono stati riportati casi particolarmente gravi.

In aggiunta, sono descritte le precauzioni da adottare al fine di evitare specifiche reazioni avverse o le modalitĂ  di azione in caso di specifiche reazioni avverse.

In aggiunta a quanto riportato nella sezione b., si dichiara a quale dei componenti dell’associazione moexipril cloridrato/HCTZ sono attribuibili le specifiche reazioni avverse:

c1) Patologie cardiache:

Alterazioni dell’ECG e disturbi del ritmo cardiaco possono essere conseguenti all’ipokaliemia indotta da idroclorotiazide.

c2) Patologie vascolari:

L’ipotensione causata da moexipril cloridrato/HCTZ si manifesta particolarmente in alcuni gruppi a rischio (vedere paragrafo 4.4. Avvertenze specìalì e precauzìonì d’ìmpìego). L’ipotensione sintomatica causata da moexipril cloridrato/HCTZ puĂ² essere associata a capogiro, sensazione di debolezza, sudorazione, disturbi visivi e, raramente, a perdita di coscienza (sincope).

Un attento monitoraggio della pressione arteriosa è raccomandato anche in pazienti con ischemia cardiaca, stenosi aortica (vedere anche paragrafo 4.3 Controìndìcazìonì) e patologie cerebrovascolari, in cui un’eccessiva ipotensione puĂ² provocare infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare. Nel caso si sviluppi eccessiva ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, si devono somministrare fluidi per via endovenosa. Il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ puĂ² essere solitamente continuato dopo aver ristabilito i valori normali di pressione arteriosa e volume dei fluidi.

c3) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

Edema angioneurotico è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso moexipril cloridrato/HCTZ. Se l’edema angioneurotico coinvolge lingua, glottide o laringe, si puĂ² verificare ostruzione delle vie aeree, che puĂ² essere fatale. La terapia di emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antagonisti dei recettori H1 e H2. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente adrenalina per via endovenosa con monitoraggio dell’ECG.

In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore.

Inoltre, va considerata la possibilitĂ  di procedere all’intubazione o alla tracheotomia. (Vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze specìalì e precauzìonì d’ìmpìego)

c4) Patologie epatobiliari:

In caso di incremento significativo degli enzimi epatici ed in caso di ittero, la terapia con ACE inibitore deve essere interrotta e i pazienti devono essere attentamente monitorati.

c5) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Le alterazioni cutanee causate dagli ACE inibitori possono associarsi a febbre, mialgia, artralgia, vasculite, sierosite ed alterazioni dei parametri di laboratorio (es. eosinofilia, leucocitosi e/o incremento della VES e/o del titolo di Anticorpi AntiNucleo). In caso di reazioni cutanee di grado severo è necessario consultare un medico e, se necessario, la somministrazione di moexipril cloridrato/HCTZ deve essere sospesa.

c6) Esami diagnostici:

In pazienti con diabete mellito conclamato è stato osservato un incremento dei livelli sierici di potassio.

Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio devono essere somministrati con cautela ai pazienti in terapia con ACE inibitori, e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati frequentemente.

Idroclorotiazide:

non comune: ipokaliemia, iponatriemia, ipocloremia, ipercalcemia (ulteriori procedure diagnostiche riguardanti l’iperparatiroidismo vanno prese in considerazione se necessario)

raro: iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperuricemia, aumento dei livelli di amilasi, ipomagnesiemia, alcalosi metabolica, ipermagnesiuria, glicosuria.

Nota importante: i suddetti valori di laboratorio devono essere monitorati prima e, ad intervalli regolari, durante il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ. Il monitoraggio degli elettroliti sierici, della creatinina sierica e dei parametri ematici è indicato per un breve periodo, in particolare all’inizio del trattamento ed in pazienti ad alto rischio (pazienti con funzionalitĂ  renale compromessa, con collagenopatie o pazienti trattati con allopurinolo, procainamide, glicosidi digitalici, corticosteroidi, lassativi o con medicinali immunosoppressori).

d. In questa sezione sono riportate le reazioni avverse di classe degli ACE inibitori, che non sono state ancora osservate in relazione a moexipril cloridrato/HCTZ:

d1) Patologie del sistema emolinfopoietico

Non è stata stabilita alcuna relazione causale tra la terapia con ACE inibitori e l’emolisi/anemia emolitica, raramente associata a carenza di G-6-PDH, durante il trattamento con ACE inibitori.

d2) Patologie vascolari

Un aumento del vasospasmo nella sindrome di Raynaud è stato osservato molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.

d3) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Casi molto rari di polmonite eosinofila sono stati riportati con l’uso di altri ACE inibitori

d4) Patologie gastrointestinali

Angioedema intestinale è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori. Non sono stati ancora riportati casi di angioedema intestinale con moexipril cloridrato/HCTZ

(vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

d5) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Alterazioni cutanee psoriasiformi, fotosensibilitĂ , alopecia ed onicolisi sono state riportate molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo

http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa

Enulid: avvertenze per l’uso

Ipotensione

ENULID puĂ² provocare una profonda caduta della pressione arteriosa specialmente dopo l’assunzione della prima dose, con sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza e disturbi visivi, raramente possono verificarsi casi di sincope. Nell’8% dei pazienti trattati con un’associazione di moexipril e idroclorotiazide è stata osservata ipotensione sintomatica, che ha indotto la sospensione della terapia in circa l’1% dei casi.

L’ipotensione sintomatica è rara in pazienti con ipertensione non complicata. Ăˆ piĂ¹ probabile che si verifichi in pazienti con deplezione di sale e/o volume come risultato di una prolungata terapia diuretica, di restrizione dell’assunzione di sale con la dieta, dialisi, diarrea o vomito. Ăˆ stata segnalata principalmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave con o senza insufficienza renale associata. Questi pazienti devono essere attentamente seguiti ogni qualvolta la dose di ENULID viene aumentata.

Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, trattato con somministrazione endovenosa di soluzione fisiologica. Il trattamento con ENULID puĂ² solitamente essere continuato in seguito al la normalizzazione della pressione arteriosa e della volemia.

Pazienti con ipertensione renovascolare / Pazienti con stenosi dell’arteria renale bilaterale o stenosi dell’arteria renale del singolo rene funzionante

Vi è maggior rischio di ipotensione grave e insufficienza renale quando vengono trattati con ENULID pazienti con ipertensione renovascolare e stenosi bilaterale preesistente dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in presenza di un rene solitario. La perdita della funzionalitĂ  renale puĂ² verificarsi, con soltanto lievi variazioni della creatininemia, anche in pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale. Questi pazienti devono essere seguiti attentamente ogni volta che la dose di ENULID viene aumentata.

Pazienti con insufficienza renale

In soggetti sensibili possono essere previste alterazioni della funzionalitĂ  renale a causa dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Di conseguenza, gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela in pazienti con insufficienza renale, poichĂ© per questi pazienti puĂ² essere richiesta la somministrazione di dosi ridotte o meno frequenti. In pazienti con insufficienza renale deve essere eseguito un attento monitoraggio della funzionalitĂ  renale durante la terapia. Casi di insufficienza renale sono stati segnalati in associazione con ACE inibitori, principalmente in pazienti con grave insufficienza cardiaca o nefropatia di fondo, inclusa la stenosi dell’arteria renale. Alcuni pazienti, senza apparente nefropatia preesistente, hanno sviluppato aumenti della concentrazione ematica di urea e creatinina in concomitanza alla somministrazione di un diuretico. Si raccomanda un appropriato monitoraggio della funzionalitĂ  renale.

Malattie epatiche

I diuretici tiazidici devono essere utilizzati con cautela in pazienti con funzionalità epatica ridotta o malattia epatica progressiva, in quanto alterazioni anche minori dell’equilibrio idro-elettrolitico possono precipitare il coma epatico. Gli ACE inibitori sono stati raramente associati con una sindrome che esordisce con ittero colestatico o epatite e progredisce con necrosi fulminante e (in taluni casi) morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o innalzamenti marcati dei livelli degli enzimi epatici devono sospendere il trattamento con l’ACE inibitore e ricevere un appropriato monitoraggio medico.

IpersensibilitĂ /angioedema

Angioedema del volto, delle estremitĂ , delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe si puĂ² manifestare in pazienti trattati con ACE-inibitori, soprattutto nelle prime settimane di trattamento. Tuttavia, in casi rari, si puĂ² sviluppare angioedema grave in seguito a un trattamento a lungo termine con un ACE-inibitore. Il trattamento deve essere prontamente sospeso e sostituito con un farmaco appartenente ad un’altra classe farmacologica.

In studi clinici controllati verso placebo, sintomi indicativi di angioedema o edema facciale si sono verificati in meno dello 0,5% dei pazienti trattati con ENULID. Nessuno dei casi è stato considerato tale da mettere in pericolo la vita del paziente.

L’angioedema a carico della lingua, della glottide o della laringe puĂ² essere fatale. Deve essere praticata la terapia d’emergenza che comprende, ma non deve essere necessariamente limitata all’immediata iniezione sottocutanea di adrenalina in soluzione 1:1000 (0,3-0,5 ml) o l’iniezione endovenosa lenta di adrenalina alla concentrazione di 1 mg/ml di adrenalina (seguire le istruzioni per la diluizione) con monitoraggio dell’ECG e della pressione arteriosa. Il paziente deve essere ricoverato in ospedale e tenuto in osservazione per almeno 12-24 ore e non deve essere dimesso fino alla completa risoluzione dei sintomi.

L’uso concomitante degli ACE-inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato a causa dell’aumentato rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose di ENULID. Il trattamento con ENULID non deve essere iniziato prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafì 4.3 e 4.5).

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin puĂ² determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento

delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.

Gravidanza

La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafì 4.3 e 4.6).

Tosse

Durante il trattamento con un ACE-inibitore si puĂ² manifestare tosse secca e non-produttiva, che scompare dopo la sospensione del trattamento. In studi clinici controllati con un’associazione di moexipril e idroclorotiazide la tosse era presente nel 5% dei pazienti trattati con l’associazione e nel 2% dei pazienti trattati con placebo.

Anziani

Alcuni pazienti anziani possono essere piĂ¹ sensibili a ENULID rispetto ai pazienti giovani. In soggetti maschi anziani (>65 anni di etĂ ) con funzionalitĂ  renale ed epatica clinicamente normale, l’AUC e la Cmax del moexiprilat sono superiori a quelle dei soggetti piĂ¹ giovani.

Squilibri elettrolitici sierici

Potassio sierico

In studi clinici con moexipril, si è verificata iperkaliemia persistente (potassio nel siero > 5,4 mEq/l) in circa l’1,3% dei pazienti ipertesi.

Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poichĂ© inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma. Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale e/o cardiaca compromessa, il diabete mellito e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si puĂ² verificare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).

Il trattamento con diuretici tiazidici è stato associato ad ipokaliemia, iponatriemia ed alcalosi ipocloremica. Il rischio di ipokaliemia è massimo in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti che hanno diuresi intensa, in pazienti che assumono insufficienti quantità di elettroliti per via orale e in pazienti sottoposti a terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH. In studi clinici con ENULID è stato dimostrato che moexipril e idroclorotiazide controbilanciano i rispettivi effetti sul potassio sierico, per cui non si osserva un effetto netto sul potassio sierico con questa associazione. Tuttavia, i pazienti devono essere informati di non assumere integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio senza consultare il medico.

Le riduzioni dei livelli di cloruri sono generalmente di lieve entitĂ  e richiedono un trattamento specifico solo in circostanze particolari (ad es. in presenza di malattie epatiche o renali). In pazienti edematosi puĂ² verificarsi iponatriemia da diluizione.

La terapia appropriata consiste nella restrizione dell’assunzione di acqua anzichĂ© nella somministrazione di sale, ad eccezione di casi rari in cui l’iponatriemia puĂ² mettere in pericolo la vita del paziente. Nella deplezione salina vera e propria la terapia di elezione consiste in un’appropriata reintegrazione.

L’escrezione di calcio è ridotta dalle tiazidi. In alcuni pazienti trattati a lungo termine con tiazidi sono state osservate alterazioni patologiche a carico delle paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia. Non

sono state osservate le complicanze piĂ¹ serie dell’iperparatiroidismo (litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcera peptica).

Le tiazidi potenziano l’escrezione urinaria di magnesio e puĂ² verificarsi ipomagnesiemia.

I pazienti ai quali vengono somministrati diuretici tiazidici devono essere tenuti sotto controllo per sintomi clinici di squilibrio idrico o elettrolitico. Segnali di squilibrio idrico o elettrolitico sono: secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolori muscolari o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito.

Effetti metabolici ed endocrini

La terapia con ACE inibitori e tiazidi puĂ² aggravare l’alterata tolleranza al glucosio. Potrebbe essere richiesto l’aggiustamento dei dosaggi di farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina. In pazienti diabetici precedentemente trattati con farmaci antidiabetici orali o insulina, i livelli di glicemia devono essere strettamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore. Il diabete mellito latente puĂ² diventare conclamato durante la terapia con tiazidi.

Altri disturbi metabolici

I diuretici tiazidici possono ridurre la tolleranza al glucosio e possono innalzare i livelli sierici di colesterolo e trigliceridi.

Questi effetti sono di solito di minore entità. I diuretici tiazidici sono stati associati allo sviluppo di iperuricemia e/o gotta in alcuni pazienti. Questo effetto è apparentemente dose-dipendente.

Anestesia chirurgica

In pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con preparati farmaci che provocano ipotensione, ENULID bloccherĂ  l’effetto del rilascio compensatorio di renina. L’ipotensione, che si manifesta come conseguenza di questo meccanismo, puĂ² essere corretta mediante espansione della volemia.

Stenosi aortica/Stenosi mitralica/Cardiomiopatia ipertrofica

Gli ACE-inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro e con stenosi mitralica.

Neutropenia/Agranulocitosi

Ăˆ stato dimostrato che un altro ACE-inibitore provoca agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti con ipertensione non complicata, e piĂ¹ frequentemente, invece, in pazienti ipertesi con insufficienza renale, specialmente se anche associata ad una collagenopatia, come il lupus eritematoso sistemico o sclerodermia. Anche se non vi sono stati casi di neutropenia grave (conta assoluta di neutrofili < 500/mm3) tra i pazienti trattati con moexipril, come con altri ACE-inibitori, deve essere preso in considerazione il monitoraggio della conta dei globuli bianchi in pazienti affetti da collagenopatia con interessamento vasculitico, specialmente se la malattia è associata a ridotta funzionalitĂ  renale. I dati disponibili dagli studi clinici su moexipril sono insufficienti per dimostrare che moexipril non provoca agranulocitosi con frequenza simile a quella rilevata con captopril. Sia la neutropenia che l’agranulocitosi sono reversibili dopo sospensione dell’ACE-inibitore.

Proteinuria

Proteinuria puĂ² verificarsi specialmente in pazienti con preesistente alterazione della funzionalitĂ  renale o trattati con dosi relativamente elevate di ACE-inibitori.

Aferesi delle LDL/Desensibilizzazione

Durante un’aferesi delle LDL (liproteine a bassa densità) nel trattamento dell’ipercolesterolemia grave, in pazienti in terapia con ACE-inibitori, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità che possono mettere in pericolo la vita del paziente.

Durante terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti (ad es. puntura di vespe o di api) in pazienti in trattamento concomitante con un ACE-inibitore, possono verificarsi reazioni di

ipersensibilitĂ  (ad es. caduta della pressione, difficoltĂ  a respirare, vomito, eruzioni cutanee allergiche) che in parte possono mettere in pericolo la vita del paziente.

In casi in cui sia necessario effettuare l’aferesi delle LDL o una terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti, l’ACE-inibitore deve essere temporaneamente sostituito con un altro farmaco antipertensivo.

Qualora, nel corso della terapia con ENULID, dovessero verificarsi sintomi, come febbre, gonfiore dei linfonodi e/o infiammazione della gola, deve essere consultato il medico curante e deve essere effettuata immediatamente la conta dei globuli bianchi.

Altri disturbi

I diuretici tiazidici possono aggravare o attivare il lupus sistemico eritematoso.

Litio

L’associazione di ACE inibitori e litio è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

Razza

Gli ACE inibitori causano angioedema con una frequenza piĂ¹ elevata in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera.

Analogamente ad altri ACE inibitori, moexipril potrebbe essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera, probabilmente a causa di una piĂ¹ elevata prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione di pazienti ipertesi di razza nera.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalitĂ  renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE- inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafì 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciĂ² deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalitĂ  renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Test antidoping

L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale puĂ² determinare positivitĂ  alle analisi condotte nei test antidoping.

Cancro della pelle non melanoma

In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all’aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta. L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.

I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette. Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata. Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie. PuĂ² essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).

ENULID contiene lattosio

Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco