Gladexa: effetti collaterali e controindicazioni

Gladexa: effetti collaterali e controindicazioni

Gladexa (Dexlansoprazolo) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

GLADEXA è indicato negli adulti e negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni per:

Il trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva

La terapia di mantenimento dell’esofagite da reflusso erosiva cicatrizzata e mantenimento della riduzione del bruciore gastrico

Il trattamento a breve termine del bruciore gastrico e del rigurgito acido associato a malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) non erosiva sintomatica

Gladexa: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Gladexa ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Gladexa, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Gladexa: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Gladexa: effetti collaterali

Sintesi del profilo di sicurezza

Adulti

La sicurezza di GLADEXA alle dosi di 30, 60 o 90 mg è stata valutata in studi clinici condotti su pazienti trattati fino a 1 anno. In questi studi clinici, le reazioni avverse associate al trattamento con GLADEXA sono state generalmente lievi o moderate, con un’incidenza complessiva simile al placebo e a lansoprazolo. Le reazioni avverse più comunemente riferite sono state diarrea, dolore addominale, cefalea, nausea, disagio addominale, flatulenza e stipsi. Sull’incidenza di tali reazioni avverse non hanno influito sesso, età o razza.

Elenco tabellare delle reazioni avverse

Di seguito sono elencate le reazioni avverse riportate per GLADEXA (30 mg, 60 mg o 90 mg) negli studi clinici e nell’esperienza post-commercializzazione, secondo la terminologia MedDRA per classe sistemica organica e frequenza assoluta. La frequenza è stata definita come: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.

Classificazione per sistemi e organi Comune Non comune Raro Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia emolitica autoimmune1,2, Porpora trombocitopenica idiopatica²
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattica², Ipersensibilità1,2, Sindrome di Stevens-Johnson², Necrolisi epidermica tossica², Shock anafilattico²
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipomagnesiemia² [vedere Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego (4.4)]
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4)
Disturbi psichiatrici Insonnia, Depressione Allucinazioni uditive
Patologie del sistema nervoso Cefalea Capogiri, Alterazione del gusto Convulsioni, Parestesia
Patologie dell’occhio Disturbi visivi Visione offuscata²
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini Sordità²
Patologie vascolari Ipertensione, Vampate di calore
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse
Patologie gastrointestinali Diarrea¹, Dolore addominale¹, Nausea, Disagio addominale, Flatulenza, Stipsi Vomito, Secchezza delle fauci Candidosi
Patologie epatobiliari Anomalie nei test di funzionalità epatica Epatite farmaco-indotta²
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Orticaria, Prurito, Eruzione cutanea Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, Alterazioni dell’appetito

¹ Vedere paragrafo "Descrizione di reazioni avverse selezionate"

² Reazioni avverse osservate dopo l’approvazione di dexlansoprazolo (poiché si tratta di reazioni riferite spontaneamente da una popolazione di dimensione incerta, la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Diarrea e dolore addominale

Negli studi clinici di fase 3, la reazione avversa più comunemente riferita è stata la diarrea (esclusa diarrea infettiva), che nella maggior parte dei casi è stata di entità non grave. Complessivamente pochi soggetti (2,4%) hanno interrotto anticipatamente il trattamento a causa di una reazione avversa durante la terapia con dexlansoprazolo. Le reazioni avverse più comuni (≥ 0,5%) che hanno portato ad un’interruzione precoce del trattamento sono state diarrea e dolori gastrointestinali e addominali. L’esordio iniziale della diarrea e del dolore addominale è stato indipendente dalla durata dell’esposizione e la maggior parte di questi eventi è stata di entità da lieve a moderata. Non è stata osservata un’evidente correlazione con la dose di dexlasoprazolo nell’incidenza di questi eventi.

Ipersensibilità

Vi sono stati casi di gravi reazioni di ipersensibilità segnalati nel periodo post-commercializzazione. Le reazioni di ipersensibilità sono state più frequenti nei pazienti di sesso femminile (74%). La maggior parte dei casi gravi è stata gestita con steroidi e/o antistaminici e con la sospensione del medicinale. In pochi pazienti sono state riferite reazioni gravi di sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN).

Anemia emolitica

Vi sono state poche segnalazioni post-commercializzazione di gravi casi di anemia emolitica dopo approssimativamente quattro-sette mesi di terapia con dexlansoprazolo alla dose di 60 mg.

Popolazione pediatrica

Il profilo di sicurezza per gli adolescenti di età compresa tra12 e 17 anni è simile a quello degli adulti. Negli studi clinici di 166 pazienti adolescenti, l’unica reazione avversa che si è verificatain più di umpaziente era dolore addominale. Ulteriori reazioni avverse, che si sono verificate ciascuna in un paziente,includevano diarrea, orticaria, secchezza della bocca e mal di testa.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web: www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.

Gladexa: avvertenze per l’uso

Quando si utilizza GLADEXA si deve escludere la possibilitĂ  di una neoplasia gastrica, poichĂ© il dexlansoprazolo puĂ² mascherarne i sintomi e ritardare la diagnosi.

Non è raccomandata la co-somministrazione di dexlansoprazolo e inibitori della proteasi dell’HIV, il cui assorbimento dipende dal pH acido intragastrico, come atazanavir o nelfinavir, a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).

Il dexlansoprazolo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con una disfunzione epatica moderata. L’uso del dexlansoprazolo non è raccomandato nei pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafì 4.2 e 5.2).

La riduzione dell’aciditĂ  gastrica dovuta a qualsiasi causa, incluso l’utilizzo di inibitori della pompa protonica (PPI) come dexlansoprazolo, aumenta la conta gastrica dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con PPI puĂ² provocare un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali, come Salmonella, Campylobacter e Clostridium difficile.

In considerazione dei limitati dati sulla sicurezza per i pazienti in trattamento da piĂ¹ di 1 anno, in questi pazienti è necessaria una revisione regolare del trattamento e un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.

E’ stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come dexlansoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia.

Gravi sintomi di ipomagnesiemia come stanchezza, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare possono manifestarsi in modo insidioso ed essere trascurati.

L’ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica.

Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).

Molto raramente sono stati riferiti casi di colite in pazienti trattati con lansoprazolo. Effetti analoghi potrebbero prevedersi per il dexlansoprazolo. Pertanto, in caso di diarrea grave e/o persistente, si deve valutare la sospensione del trattamento.

Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se usati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal

10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.

Quando somministrato insieme ai PPI, in alcuni pazienti è stato riferito un aumento dei livelli di metotrexato. Quando il metotrexato deve essere somministrato ad alte dosi, potrebbe essere necessario valutare una sospensione temporanea di dexlansoprazolo.

Poiché GLADEXA contiene saccarosio, i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio o deficit di saccarasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.

Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)

Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunitĂ  di interrompere il trattamento con GLADEXA. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica puĂ² accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.

Interferenza con esami di laboratorio

Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) puĂ² interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Gladexa deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco