Lenidolor: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Lenidolor

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Lenidolor: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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LENIDOLOR

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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LENIDOLOR 50 MG CAPSULE RIGIDE

Ogni capsula contiene:

Principio attivo: meclofenamato sodico monoidrato 56,75 mg pari a 50 mg di acido meclofenamico.

LENIDOLOR 100 MG CAPSULE RIGIDE

Ogni capsula contiene:

Principio attivo: meclofenamato sodico monoidrato 113,50 mg pari a 100 mg di acido meclofenamico.

LENIDOLOR 100 MG SUPPOSTE

Ogni supposta contiene:

Principio attivo: acido meclofenamico 100 mg.

LENIDOLOR 200 MG SUPPOSTE

Ogni supposta contiene:

Principio attivo: acido meclofenamico 200 mg.

LENIDOLOR 70 MG/ML GOCCE ORALI, SOLUZIONE

1 mL contiene:

Principio attivo: acido meclofenamico 70 mg.

03.0 Forma farmaceutica

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Capsule rigide,gocceorali, supposte.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Sindromi dolorose lievi e moderate. Dismenorrea primaria. Trattamento delle forme acute e croniche di artrite reumatoide. Osteoartrosi.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Lenidolor capsule: 1 capsula 2-3 volte al dì.

Lenidolor gocce: 30 gocce (100 mg) 2-3 volte al dì.

Lenidolor supposte: 1 supposta 2 volte al dì.

Uno schema posologico conveniente può combinare 1 capsula (da 100 mg) o 30 gocce al mattino, a stomaco pieno, e 1 supposta (da 100 o 200 mg) alla sera.

Tuttavia come norma generale, la posologia dovrebbe essere regolata individualmente adottando la dose minore efficace. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedi sezione 4.4)

Nell’anziano è conveniente adottare una posologia iniziale ridotta e controllare attentamente la terapia.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Per il rischio di sensibilità crociata dell’acido acetilsalicilico e ad altri antiinfiammatori non steroidei, il prodotto non deve essere somministrato a pazienti nei quali tali farmaci inducano sintomi di broncospasmo, rinite allergica od orticaria.

Ulcera gastroduodenale.

Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).

Severa insufficienza cardiaca.

Poiché l’esperienza acquisita con il prodotto in pediatria è ancora incompleta, si sconsiglia la prescrizione del LENIDOLOR a pazienti di età inferiore ai 14 anni.

Terzo trimestre di gravidanza

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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La terapia dovrà essere interrotta nel caso che un qualsiasi effetto collaterale (vedi sezione 4.8) si produca in forma grave. Non sono stati segnalati casi di assuefazione o dipendenza.

L’uso di LENIDOLOR, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi, è sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza.

La somministrazione di LENIDOLOR dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.

I pazienti trattati con antiinfiammatori non steroidei, quali LENIDOLOR, devono essere periodicamente controllati per assicurarsi che il farmaco sia ancora necessario e ben tollerato.

I pazienti affetti da epatopatie o nei quali un parametro epatico sia risultato non normale dovranno essere sorvegliati accuratamente e sottoposti periodicamente ad opportuni controlli.

La terapia dovrà essere sospesa in caso di peggioramento degli indici della funzione epatica, se si sviluppano segni clinici e sintomi caratteristici di una malattia epatica o se si verificano reazioni sistemiche (es. rash, eosinofilia). Con l’uso prolungato sono stati riportati casi di nefrite interstiziale acuta con ematuria, proteinuria e occasionalmente sindrome nefrosica. Pertanto i pazienti con preesistenti condizioni di riduzione del flusso ematico renale o del volume del sangue circolante nel rene (pazienti con menomata funzionalità renale, insufficienza cardiaca, alterata funzionalità epatocellulare, pazienti che assumono diuretici, pazienti anziani) devono essere attentamente monitorati, utilizzando sin dall’inizio una posologia giornaliera ridotta.

Nel caso di trattamenti prolungati sarà opportuno controllare periodicamente la crasi ematica e procedere inoltre ad esami oftalmici. In caso di eventuale comparsa di disturbi visivi la somministrazione del farmaco dovrà essere sospesa.

La comparsa di eventuali disturbi gastrointestinali potrà essere in gran parte evitata ingerendo il prodotto durante i pasti o con latte. In caso di diarrea, nausea, vomito e dolori addominali, potrà essere utile ridurre la posologia o interrompere il trattamento per qualche giorno.

L’uso di LENIDOLOR deve essere evitato in concomitanza di FANS, inclusi gli inibitori selettivi della COX-2.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere sezione 4.2 e i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari).

Anziani: i pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedi sezione 4.2).

Effetti gastrointestinali

Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali.

Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedi sezione 4.3), il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedi sotto e sezione 4.5).

Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.

Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’aspirina (vedi sezione 4.5).

Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono LENIDOLOR il trattamento deve essere sospeso.

I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedi sezione 4.8).

Effetti cutanei

Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedi sezione 4.8). Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. LENIDOLOR deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari

Un adeguato monitoraggio ed opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema.

Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus). Non ci sono dati sufficienti per escludere un rischio simile per l’acido meclofenamico.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con l’acido meclofenamico soltanto dopo attenta valutazione. Analoghe considerazioni devono essere effettuate prima di iniziare un trattamento di lunga durata in pazienti con fattori di rischio per malattia cardiovascolare (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).

Per l’uso leggere attentamente l’istruzione interna.

Non lasciare medicinali alla portata dei bambini.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Si dovrà escludere l’impiego contemporaneo di acido acetilsalicilico o altro antiinfiammatorio non steroideo per evitare sia la riduzione dei livelli ematici di acido meclofenamico sia il maggior rischio di disturbi gastrointestinali. L’uso concomitante di antiacidi non interferisce con l’assorbimento dell’acido meclofenamico.

Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale (vedi sezione 4.4).

Anticoagulanti: i FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin (vedi sezione 4.4).

Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedi sezione 4.4).

Diuretici, ACE inibitori e antagonisti dell’angiotensina II: i FANS possono ridurre l’effetto dei diuretici e di altri farmaci antiipertensivi. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della ciclo-ossigenasi può portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste alterazioni devono essere considerate in pazienti che assumono LENIDOLOR in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dell’angiotensina II. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani.

I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1.5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e con la durata della terapia.

Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre o post-impianto e di mortalità embrione-fetale.

Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’acido meclofenamico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.

Se l’acido meclofenamico è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre

il feto a:

• tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

• disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;

la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

• possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;

• inibizione delle concentrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio

Conseguentemente, l’acido meclofenamico è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza

Allattamento

Non somministrare durante l’allattamento.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono stati riportati effetti negativi sulla capacità di guidare né sull’uso di macchine.

04.8 Effetti indesiderati

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Gastrointestinali: gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedi sezione 4.4).

Dopo somministrazione di LENIDOLOR sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedi sezione 4.4).

Meno frequentemente sono state osservate gastriti.

Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono state riportate in associazione al trattamento con FANS.

Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus) (vedi sezione 4.4).

Reazioni bollose includenti sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica (molto raramente).

Più raramente possono verificarsi casi di anoressia e ittero colostatico.

Sebbene raramente, è possibile la comparsa di eruzioni cutanee, prurito, cefalea, vertigini, tinnitus, insufficienza renale.

Altrettanto scarsa è la possibilità di una diminuzione dei valori dell’emoglobina e dell’ematocrito o la comparsa di leucopenia (vedi sezione 4.4), e alterazioni della funzionalità epatica e sindrome lupus eritematoso-simile. Sporadicamente e senza un dimostrato rapporto di causalità con il trattamento, sono stati descritti disturbi visivi (vedi sezione 4.4).

04.9 Sovradosaggio

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Le informazioni disponibili circa casi di sovradosaggio di acido meclofenamico sono molto scarse.

Dopo un forte sovradosaggio una stimolazione del sistema nervoso centrale può manifestarsi mediante comportamento irrazionale, notevole agitazione e convulsioni generalizzate. Dopo questa fase può notarsi tossicità renale (diminuzione della diuresi, aumento della creatinina, modificazioni del sedimento urinario) con possibile oliguria o anuria e azotemia. Un caso di anuria si è protratto per circa una settimana prima della ripresa della diuresi e della guarigione.

Il trattamento consiste nello svuotamento dello stomaco mediante emesi o lavaggio e nella introduzione nello stomaco di una abbondante dose di carbone attivo. La dialisi o l’emoperfusione possono risultare meno efficaci a causa del legame con le proteine plasmatiche.

Le convulsioni devono essere controllate mediante un appropriato trattamento anticonvulsivante.

Permanente attenzione, mediante un accurato monitoraggio, deve essere prestata al mantenimento delle funzioni vitali e del bilancio elettrolitico. Per correggere gravi iperazotemie o squilibri elettrolitici può risultare necessaria la dialisi.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: farmaci antinfiammatori ed antireumatici

Codice ATC: M01AG04>

L’acido meclofenamico è un composto dotato di notevole attività analgesica, antinfiammatoria, ed antipiretica. Come per gli altri farmaci antinfiammatori, non si conosce esattamente il suo meccanismo d’azione. Gli studi sugli animali hanno escluso che la sua azione terapeutica sia mediata da una stimolazione dell’asse ipofisi-surrene.

L’acido meclofenamico inibisce la sintesi delle prostaglandine e compete con queste sui recettori, inibisce inoltre la conversione dell’acido arachidonico secondo la via lipoossigenasica. Pertanto tali proprietà possono essere responsabili della sua spiccata attività antalgica ed antiinfiammatoria. A differenza dell’acido acetilsalicilico e di molti altri antiinfiammatori non steroidei, l’acido meclofenamico non riduce l’aggregazione piastrinica e non prolunga il tempo di emorragia.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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La farmacocinetica e il metabolismo sono stati studiati nel ratto, nella scimmia, nel cane e nell’uomo, somministrando per via orale, rettale o parenterale il farmaco. Dopo una singola dose orale in capsule nell’uomo i livelli plasmatici massimali si raggiungono in 0,5-1 ora, con emivita plasmatica di 2 ore. Con la formulazione in gocce di acido meclofenamico livelli massimali vengono raggiunti più rapidamente. I livelli plasmatici sono proporzionali alla dose. Non c’è evidenza di accumulo del farmaco. Dopo somministrazione rettale di acido meclofenamico l’assorbimento è più lento e graduale, con un picco massimo alla seconda ora e con un’emivita plasmatica apparente di 4 ore, cosicché il tempo di permanenza plasmatica dell’acido meclofenamico somministrato per via rettale è superiore a quello del sale sodico somministrato per via orale. L’escrezione avviene per 2/3 nelle urine e per 1/3 nelle feci. Nelle urine il farmaco viene escreto per la massima parte metabolizzato e i metaboliti coniugati con l’acido glucuronico.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Gli studi di tossicità acuta del sale sodico dell’acido meclofenamico hanno dimostrato una DL50 per via orale di 355 mg/kg nel topo e 126 mg/kg nel ratto e per via intraperitoneale 69 mg/kg nel topo e 74-95 mg/kg nel ratto.

La DL50 dell’acido meclofenamico libero è risultata per via rettale di 210 mg/kg nel ratto e di 412 mg/kg nel coniglio e per via intraperitoneale di 309-339 mg/kg nel topo e di 135-166 mg/kg nel ratto. La somministrazione cronica del farmaco per via orale nel ratto e nel cane (per 12 mesi) ha evidenziato sintomi di tossicità soltanto a carico dell’apparato gastroenterico con l’insorgenza, alle dosi più elevate, di lesioni erosive e ulcera della mucosa soprattutto a livello dell’intestino. Nelle prove comparative di ulcerogenicità eseguite nel ratto, il margine di sicurezza del farmaco è risultato superiore a quello degli altri antiinfiammatori non steroidei di riferimento. Come altri farmaci antiinfiammatori non steroidei l’acido meclofenamico in studi di riproduzione su roditori ha determinato fetotossicità con lievi malformazioni scheletriche. L’acido meclofenamico non è risultato mutageno. Nel ratto non ha rivelato segni di cancerogenicità. Studi con somministrazioni ripetute di acido meclofenamico per via rettale nel cane e per via congiuntivale nel coniglio hanno confermato la buona tollerabilità a livello locale.

Non vi sono ulteriori informazioni su dati preclinici oltre a quelle già riportate in altre parti di questo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (vedere sezione 4.6).

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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LENIDOLOR 50 MG CAPSULE RIGIDE

Eccipienti: lattosio, silice precipitata, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Costituenti della capsula: gelatina, titanio diossido (E 171), ferro ossido (E 172).

LENIDOLOR 100 MG CAPSULE RIGIDE

Eccipienti: lattosio, silice precipitata, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Costituenti della capsula: gelatina, titanio diossido (E 171), ferro ossido (E 172).

LENIDOLOR 100 MG SUPPOSTE

Eccipienti: polietilenglicole 1.300-1.700, polietilenglicole 380-420, polisorbato 80.

LENIDOLOR 200 MG SUPPOSTE

Eccipienti: polietilenglicole 1.300-1.700, polietilenglicole 380-420, polisorbato 80.

LENIDOLOR 70MG/ML GOCCE ORALI, SOLUZIONE

Eccipienti: dietilenglicole monoetiletere, polietilenglicole 400 420, polisorbato 80, saccarina, aroma di arancio, aroma di menta.

06.2 Incompatibilità

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Non sono noti casi di incompatibilità.

06.3 Periodo di validità

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Capsule rigide: 5 anni.

Gocce orali, soluzione: 2 anni.

Supposte: 3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Nessuna.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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LENIDOLOR 50 MG CAPSULE RIGIDE: scatola di 30 capsule da 50 mg, in blister,

LENIDOLOR 100 MG CAPSULE RIGIDE: scatola di 30 capsule da 100 mg, in blister,

LENIDOLOR 100 MG SUPPOSTE: scatola di 10 supposte da 100 mg

LENIDOLOR 200 MG SUPPOSTE: scatola di 10 supposte da 200 mg

LENIDOLOR 70 MG/ML GOCCE ORALI, SOLUZIONE: flacone contagocce da 30 mL

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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A. Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite s.r.l., via Sette Santi, 3 – Firenze.

Su licenza Warner Lambert Co USA.

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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LENIDOLOR 50 MG CAPSULE RIGIDE – AIC n. 026410035

LENIDOLOR 100 MG CAPSULE RIGIDE – AIC n. 026410047

LENIDOLOR 100 MG SUPPOSTE – AIC n. 026410062

LENIDOLOR 200 MG SUPPOSTE – AIC n. 026410050

LENIDOLOR 70 MG/ML GOCCE ORALI, SOLUZIONE – AIC n. 026410074

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Maggio 2005

10.0 Data di revisione del testo

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ottobre 2009

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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