Rabeprazolo Arrow: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Rabeprazolo Arrow

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Rabeprazolo Arrow: ultimo aggiornamento pagina: 14/11/2020 (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Rabeprazolo Arrow

01.0 Denominazione del medicinale

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Rabeprazolo Arrow 10 mg compresse gastroresistenti Rabeprazolo Arrow 20 mg compresse gastroresistenti

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa gastroresistente contiene 10 mg di rabeprazolo sodico, equivalenti a 9,42 mg di rabeprazolo.

Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di rabeprazolo sodico, equivalenti a 18,85 mg di rabeprazolo.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa gastroresistente

Compresse gastroresistenti da 10 mg: compresse gastroresistenti rosa, rotonde, biconvesse con diametro di circa 6 mm.

Compresse gastroresistenti da 20 mg: compresse gastroresistenti gialle, rotonde, biconvesse

con diametro di circa 7,5 mm.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Le compresse Rabeprazolo Arrow sono indicate per il trattamento di:

ulcera duodenale attiva

ulcera gastrica benigna attiva

malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) erosiva o ulcerativa sintomatica.

gestione a lungo termine della malattia da reflusso gastroesofageo (mantenimento MRGE)

trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo da moderata a molto grave (MRGE sintomatica)

sindrome di Zollinger-Ellison

in associazione a regimi terapeutici antibatterici adeguati per l’eradicazione di Helicobacter pylori nei pazienti con ulcera peptica (Vedere paragrafo 4.2).

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Adulti/anziani

Ulcera duodenale attiva e ulcera gastrica benigna attiva: la dose orale raccomandata sia per l’ulcera duodenale attiva, sia per l’ulcera gastrica benigna attiva, è di 20 mg da assumersi una volta al giorno al mattino.

La maggior parte dei pazienti con ulcera duodenale attiva guarisce entro quattro settimane. Tuttavia, in alcuni pazienti possono essere necessarie altre quattro settimane di trattamento per

ottenere la guarigione. La maggior parte dei pazienti con ulcera gastrica benigna attiva guarisce entro sei settimane. Anche in questo caso, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere necessarie altre sei settimane di trattamento per ottenere la guarigione.

Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) erosiva o ulcerativa: la dose orale raccomandata per questa condizione è di 20 mg da assumersi una volta al giorno per quattro-otto settimane.

Gestione a lungo termine della malattia da reflusso gastroesofageo (mantenimento MRGE): per la gestione a lungo termine può essere utilizzata una dose di mantenimento di Rabeprazolo Arrow da 20 mg o 10 mg una volta al giorno, in base alla risposta del paziente.

Trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo da moderata a molto grave (MRGE sintomatica): nei pazienti senza esofagite, 10 mg una volta al giorno. Se i sintomi non sono sotto controllo entro quattro settimane, il paziente deve essere sottoposto a ulteriori analisi. Una volta regrediti, i sintomi possono essere tenuti sotto controllo con un regime al bisogno di 10 mg una volta al giorno, secondo necessità.

Sindrome di Zollinger-Ellison: la dose iniziale raccomandata per gli adulti è di 60 mg una volta al giorno. La dose può essere titolata fino a 120 mg/die in base al fabbisogno individuale del paziente. Possono essere somministrate singole dosi giornaliere massime di 100 mg/die. Può essere necessario suddividere le dosi da 120 mg in dosi da 60 mg due volte al giorno. Il trattamento deve proseguire fintanto che sia indicato dal punto di vista clinico.

Eradicazione di H. pylori:
i pazienti con infezione da H. pylori devono essere trattati con una terapia di eradicazione. Si consiglia la combinazione seguente, da somministrarsi per 7 giorni.

Rabeprazolo Arrow 20 mg due volte al giorno + claritromicina 500 mg due volte al giorno e amoxicillina lg due volte al giorno

Nelle indicazioni che prevedono la somministrazione una volta al giorno, le compresse di Rabeprazolo Arrow devono essere assunte al mattino, prima di colazione; benché né l’orario, né l’assunzione di cibo abbiano mostrato di avere alcun effetto sull’attività di rabeprazolo sodico, questo regime facilita l’aderenza alla terapia.

I pazienti devono essere istruiti a non masticare o frantumare le compresse di Rabeprazolo Arrow e a deglutirle intere.

Compromissione renale ed epatica: non sono necessari adattamenti posologici nei pazienti con compromissione renale o epatica. Vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego” per l’uso di Rabeprazolo Arrow nel trattamento dei pazienti con grave compromissione epatica.

Bambini: L’uso di Rabeprazolo Arrow non è raccomandato nei bambini a causa della mancanza di esperienza in questo gruppo.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al rabeprazolo, ai benzimidazoli sostituiti o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Rabeprazolo Arrow è controinidcato durante la gravidanza e l’allattamento.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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La risposta sintomatica alla terapia con rabeprazolo sodico non preclude la presenza di una patologia maligna gastrica o esofagea, che deve quindi essere esclusa prima di iniziare il trattamento con Rabeprazolo Arrow. I pazienti trattati a lungo termine (in particolare se trattati per oltre un anno) devono essere sottoposti a controlli periodici.

Il rischio di reazioni di ipersensibilità crociata con i benzimidazoli sostituiti non può essere escluso. I pazienti devono essere istruiti a non masticare o frantumare le compresse di Rabeprazolo Arrow e a deglutirle intere.

L’uso di Rabeprazolo Arrow non è raccomandato nei bambini a causa della mancanza di esperienza in questo gruppo.

Nell’esperienza post-marketing sono state segnalate discrasie ematiche (trombocitopenia e neutropenia). Nella maggior parte dei casi, in assenza di un’eziologia alternativa, gli eventi non hanno presentato complicanze e si sono risolti dopo l’interruzione del trattamento con rabeprazolo.

Negli studi clinici sono state osservate anomalie degli enzimi epatici, che sono state segnalate anche dopo l’immissione in commercio. Nella maggior parte dei casi, in assenza di un’eziologia alternativa, gli eventi non hanno presentato complicanze e si sono risolti dopo l’interruzione del trattamento con rabeprazolo.

In uno studio condotto con pazienti affetti da compromissione epatica da lieve a moderata, in confronto con controlli sani di età e sesso corrispondenti, non sono stati osservati problemi significativi di sicurezza correlati al farmaco. Tuttavia, a causa della mancanza di dati clinici sull’uso di rabeprazolo nel trattamento di pazienti con grave disfunzione epatica, il medico che lo prescrive deve procedere con cautela quando inizia per la prima volta il trattamento con Rabeprazolo Arrow in questi pazienti.

Non è raccomandata la somministrazione congiunta di atazanavir con Rabeprazolo Arrow (vedere paragrafo 4.5).

Il trattamento con inibitori della pompa protonica, incluso Rabeprazolo Arrow, potrebbe aumentare il rischio di infezione gastrointestinale da Salmonella, Campylobacter e Clostridium difficile (vedere paragrafo 5.1).

Gli inibitori della pompa protonica, in particolare se usati a dosi elevate e per lunghi periodi (>1 anno), possono aumentare in maniera modesta il rischio di fratture all’anca, al polso e alla colonna vertebrale, principalmente nei pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio totale di fratture del 10-40%. Questo aumento può essere dovuto in parte ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono essere trattati in base alle linee guida cliniche in vigore e devono assumere un adeguato apporto di vitamina D e calcio.

Ipomagnesiemia

In pazienti trattati con gli IPP come il rabeprazolo per almeno tre mesi, e nella maggior parte dei casi per un anno, è stata riferita grave ipomagnesiemia. Possono insorgere gravi manifestazioni di ipomagnesiemia quali affaticamento, tetania, delirio, convulsioni, capogiro e aritmia ventricolare, ma possono iniziare in maniera ingannevole e sfuggire ai controlli. In gran parte

dei pazienti colpiti, l’ipomagnesiemia è migliorata dopo l’integrazione di magnesio e la sospensione dell’IPP.

Nei pazienti per i quali è previsto un trattamento prolungato o che assumono IPP con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad es. diuretici), i professionisti sanitari devono prendere in considerazione la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con l’IPP e periodicamente durante il trattamento.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Rabeprazolo sodico produce un’inibizione intensa e prolungata della secrezione acida gastrica. Possono verificarsi interazioni con sostanze il cui assorbimento è dipendente dal pH. La somministrazione congiunta di rabeprazolo sodico e ketoconazolo o itraconazolo può ridurre in misura significativa i livelli di antifungini nel plasma. È quindi possibile che singoli pazienti debbano essere sottoposti a monitoraggio, per poter stabilire se sia necessario un adattamento posologico in caso di somministrazione congiunta di ketoconazolo o itraconazolo con Rabeprazolo Arrow.

In studi clinici sono stati utilizzati antiacidi congiuntamente alla somministrazione di rabeprazolo e, in uno studio di interazione farmacologica specifico, non sono state osservate interazioni con gli antiacidi liquidi.

La somministrazione congiunta di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg e omeprazolo (40 mg una volta al giorno), o di atazanavir 400 mg e lansoprazolo (60 mg una volta al giorno) a volontari sani ha ridotto in misura sostanziale l’esposizione all’atazanavir. L’assorbimento dell’atazanavir è dipendente dal pH. Benché non siano stati studiati, ci si attendono risultati analoghi con altri inibitori della pompa protonica. Per questo, gli inibitori della pompa protonica, incluso rabeprazolo, non devono essere somministrati congiuntamente all’atazanavir (vedere paragrafo 4.4).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza:

Non esistono dati relativi alla sicurezza di rabeprazolo in donne in gravidanza. Gli studi di riproduzione condotti nel ratto e nel coniglio non hanno mostrato segni di compromissione della fertilità o di effetti dannosi sul feto dovuti a rabeprazolo sodico, sebbene nel ratto esista una bassa trasmissione feto-placentare. Rabeprazolo Arrow è controindicato durante la gravidanza.

Allattamento:

Non è noto se rabeprazolo sodico sia escreto nel latte materno. Non sono stati condotti studi in donne durante l’allattamento. Rabeprazolo sodico è però escreto nelle secrezioni mammarie del ratto. Pertanto, Rabeprazolo Arrow non deve essere usato durante l’allattamento al seno.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Sulla base delle proprietà farmacodinamiche e del profilo di eventi avversi, è improbabile che Rabeprazolo Arrow comprometta la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Tuttavia, se la sonnolenza compromette la vigilanza, si raccomanda di evitare di guidare veicoli e usare macchinari complessi.

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse da farmaci segnalate più comunemente negli studi clinici condotti con rabeprazolo sono state cefalea, diarrea, dolore addominale, astenia, flatulenza, eruzione cutanea e bocca secca. La maggior parte degli eventi avversi osservati negli studi clinici è stata di entità lieve o moderata e di natura transitoria.

I seguenti eventi avversi sono stati osservati negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing. Le frequenze sono definite come segue:

– Comune (≥1/100, <1/10)

– Non comune (≥1/1.000, <1/100)

– Raro (≥1/10.000, <1/1.000)

– Molto raro (<1/10.000)

– Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Classificazione
per sistemi e organi
Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
Infezioni ed
infestazioni
Infezione
Patologie del sistema emolinfopoietic
o
Neutropenia Leucopenia Trombocitopenia
Leucocitosi
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità1,2
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia Iponatriemia Ipomagnesiem ia (vedere il paragrafo 4.4, Avvertenze speciali e precauzioni
d’impiego)
Disturbi
psichiatrici
Insonnia Nervosismo Depressione Confusione
Patologie del
sistema nervoso
Cefalea
Capogiro
Sonnolenza
Patologie
dell’occhio
Disturbi della
vista
Patologie
vascolari
Edema
periferico
Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
Tosse Faringite Rinite Bronchite Sinusite
Patologie gastrointestinali Diarrea Vomito Nausea Dolore addominale Costipazione
Flatulenza
Dispepsia Bocca secca Eruttazione Gastrite Stomatite Disturbi del gusto
Patologie epatobiliari Epatite Ittero
Encefalopatia
epatica3
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea Eritema2 Prurito Sudorazione Reazioni bollose2 Eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica (NET),
sindrome di Stevens- Johnson
(SSJ)
Patologie del sistema muscoloscheletr ico e del tessuto connettivo Dolore non specifico Dolore dorsale Mialgia Crampi alle gambe Artralgia Fratture all’anca, al polso o alla colonna vertebrale (vedere
paragrafo 4.4)
Patologie renali
e urinarie
Infezione delle
vie urinarie
Nefrite
interstiziale
Patologie dell’apparato riproduttivo e
della mammella
Ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazio
ne
Astenia Malattia simil- influenzale Dolore toracico Brividi Piressia
Esami
diagnostici
Aumento degli
enzimi epatici3
Aumento
ponderale

1 Comprende tumefazione della faccia, ipotensione e dispnea.

2 L’eritema, le reazioni bollose e le reazioni di ipersensibilità si sono generalmente risolte dopo l’interruzione della terapia.

3 Sono stati segnalati casi rari di encefalopatia epatica in pazienti con cirrosi concomitante. Nel trattamento di pazienti con grave disfunzione epatica, il medico che lo prescrive deve procedere con cautela quando inizia per la prima volta il trattamento con Rabeprazolo Arrow in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).

04.9 Sovradosaggio

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L’esperienza con un sovradosaggio deliberato o accidentale è attualmente limitata. L’esposizione massima accertata non ha superato i 60 mg due volte al giorno o 160 mg una volta al giorno. Gli effetti sono in genere minimi, tipici del profilo noto di eventi avversi e reversibili senza ulteriori misure mediche. Non è noto alcun antidoto specifico. Rabeprazolo sodico è ampiamente legato alle proteine e quindi non è dializzabile. Come in qualsiasi caso di sovradosaggio, il trattamento deve essere sintomatico e devono essere adottate misure di supporto generali.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa protonica, codice ATC: A02BC04.

Meccanismo d’azione: Rabeprazolo sodico appartiene alla classe di sostanze antisecretorie, i benzimidazoli sostituiti, che non presentano proprietà anticolinergiche o antagoniste H2 dell’istamina, ma che sopprimono la secrezione acida gastrica tramite inibizione specifica dell’enzima H/K-ATPasi (la pompa acida o protonica). L’effetto è correlato alla dose e inibisce la secrezione acida sia basale, sia indotta, indipendentemente dallo stimolo. Gli studi sugli animali indicano che, dopo la somministrazione, rabeprazolo sodico scompare rapidamente sia dal plasma, sia dalla mucosa gastrica. Come base debole, rabeprazolo viene rapidamente assorbito dopo ogni somministrazione e si concentra nell’ambiente acido delle cellule parietali. Rabeprazolo viene convertito nella forma attiva sulfenamidica tramite protonazione e successivamente reagisce con le cisteine disponibili della pompa protonica.

Attività antisecretoria: Dopo la somministrazione orale di una dose di 20 mg di rabeprazolo sodico, l’effetto antisecretorio inizia entro un’ora e l’effetto massimo si verifica entro due- quattro ore. L’inibizione della secrezione acida basale e indotta da cibo 23 ore dopo la prima dose di rabeprazolo sodico è, rispettivamente, del 69% e 82% e dura fino a 48 ore. L’effetto inibitorio di rabeprazolo sodico sulla secrezione acida aumenta leggermente con dosaggi giornalieri ripetuti e raggiunge lo stato stazionario dopo tre giorni. Al termine dell’assunzione del farmaco, l’attività secretoria si normalizza in 2-3 giorni.

Una riduzione dell’acidità gastrica dovuta a qualsiasi mezzo, compresi gli inibitori della pompa protonica come rabeprazolo, aumenta la carica batterica normalmente presente nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con inibitori della pompa protonica potrebbe aumentare il rischio di infezioni gastrointestinali da Salmonella, Campylobacter e Clostridium difficile.

Effetti sulla gastrina sierica: in studi clinici, i pazienti sono stati trattati una volta al giorno con 10 o 20 mg di rabeprazolo sodico per un massimo di 43 mesi. I livelli sierici di gastrina sono aumentati nelle prime 2-8 settimane, segno dell’effetto inibitorio sulla secrezione acida, e sono rimasti stabili durante il trattamento. I valori di gastrina sono ritornati ai livelli precedenti il trattamento, in genere entro 1-2 settimane dall’interruzione della terapia.

In campioni bioptici gastrici umani, prelevati dall’antro e dal fondo gastrico di oltre 500 pazienti trattati con rabeprazolo o con un trattamento di confronto per un massimo di 8 settimane, non sono stati osservati cambiamenti dell’istologia delle cellule ECL, del grado di gastrite, dell’incidenza di atrofia gastrica, della metaplasia intestinale o della distribuzione dell’infezione da H. pylori. In oltre 250 pazienti seguiti per 36 mesi di terapia continua non sono stati osservati cambiamenti significativi dei referti presenti al basale.

Altri effetti: ad oggi non sono stati riscontrati effetti sistemici di rabeprazolo sodico su SNC, sistema cardiovascolare e sistema respiratorio. Rabeprazolo sodico, somministrato a dosi orali di

20 mg per 2 settimane, non ha avuto effetti sulla funzione tiroidea, sul metabolismo dei carboidrati o sui livelli circolanti di ormone paratiroideo, cortisolo, estrogeno, testosterone, prolattina, colecistochinina, secretina, glucagone, ormone stimolante il follicolo (FSH), ormone luteinizzante (LH), renina, aldosterone o ormone somatotropo.

Gli studi condotti su soggetti sani hanno dimostrato che rabeprazolo sodico non interagisce in misura clinicamente significativa con amoxicillina. Rabeprazolo non si ripercuote negativamente sulle concentrazioni plasmatiche di amoxicillina o claritromicina in caso di somministrazione congiunta per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori nel tratto gastrointestinale superiore.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento: Rabeprazolo Arrow è una formulazione in compresse con rivestimento enterico (gastroresistenti) di rabeprazolo sodico. Questa formulazione è necessaria perché rabeprazolo è acido-labile. L’assorbimento di rabeprazolo inizia quindi solo quando la compressa lascia lo stomaco. L’assorbimento è rapido e il picco dei livelli plasmatici di rabeprazolo si osserva circa 3,5 ore dopo una dose da 20 mg. Il picco di concentrazione plasmatica (Cmax) di rabeprazolo e l’AUC sono lineari nell’intervallo di dose compreso tra 10 mg e 40 mg. La biodisponibilità assoluta di una dose orale di 20 mg (in confronto con la somministrazione endovenosa) è del 52% circa e dovuta in gran parte al metabolismo presistemico. Inoltre, la biodisponibilità non sembra aumentare con la somministrazione ripetuta. Nei soggetti sani, l’emivita plasmatica è di circa un’ora (compresa tra 0,7 e 1,5 ore) e la clearance totale stimata è di 283 ± 98 ml/min. Non vi sono state interazioni clinicamente significative con il cibo. Né il cibo, né l’ora di somministrazione compromettono l’assorbimento di rabeprazolo sodico.

Distribuzione: Rabeprazolo è legato alle proteine plasmatiche umane per il 97% circa.

Metabolismo ed escrezione: Rabeprazolo sodico, come altri membri della classe degli inibitori della pompa protonica (IPP), è metabolizzato dal sistema epatico di metabolizzazione dei farmaci del citocromo P450 (CYP450). Gli studi condotti in vitro con microsomi epatici umani indicano che rabeprazolo sodico è metabolizzato da isoenzimi del CYP450 (CYP2C19 e CYP3A4). In questi studi, alle concentrazioni plasmatiche previste nell’uomo, rabeprazolo non induce né inibisce CYP3A4; e, benché gli studi in vitro non siano sempre predittivi della situazione in vivo, questi dati indicano che non ci si attendono interazioni tra rabeprazolo e ciclosporina. Nell’uomo, il tioetere (M1) e l’acido carbossilico (M6) sono i metaboliti plasmatici principali, mentre i metaboliti minori sulfone (M2), desmetil tioetere (M4) e coniugato con acido mercapturico (M5) si osservano a livelli inferiori. Solo il metabolita desmetil (M3) possiede una lieve attività antisecretoria, ma non è presente nel plasma.

Dopo una singola dose orale di 20 mg di rabeprazolo sodico marcato con 14C, la sostanza immodificata non è stata escreta nelle urine. Circa il 90% della dose è stato eliminato nelle urine soprattutto in forma di due metaboliti: un coniugato con acido mercapturico (M5) e un acido carbossilico (M6), oltre a due metaboliti sconosciuti. La parte rimanente della dose è stata recuperata nelle feci.

Sesso: Se aggiustati per massa corporea e altezza, non sono state riscontrate differenze significative dei parametri farmacocinetici tra i sessi dopo una singola dose di 20 mg di rabeprazolo.

Disfunzione renale: Nei pazienti con insufficienza renale stabile in stadio terminale, che necessitano di emodialisi di mantenimento (clearance della creatinina ≤ 5 ml/min/1,73m2), la disposizione di rabeprazolo è stata molto simile a quanto osservato nei volontari sani. L’AUC e la Cmax in questi pazienti sono state più basse del 35% in confronto ai corrispondenti parametri riscontrati nei volontari sani. L’emivita media di rabeprazolo è stata di 0,82 ore nei volontari sani, 0,95 ore nei pazienti durante l’emodialisi e 3,6 ore dopo la dialisi. La clearance del farmaco nei pazienti con patologia renale e necessità di emodialisi di mantenimento è stata approssimativamente doppia in confronto ai volontari sani.

Disfunzione epatica: Dopo una singola dose di 20 mg nei pazienti con compromissione epatica cronica da lieve a moderata, l’AUC è raddoppiata e l’emivita di rabeprazolo è aumentata di 2-3 volte in confronto ai volontari sani. Tuttavia, dopo una dose giornaliera di 20 mg per 7 giorni, l’AUC è aumentata solo di 1,5 volte e la Cmax solo di 1,2 volte. L’emivita di rabeprazolo nei pazienti con compromissione epatica è stata di 12,3 ore, in confronto con 2,1 ore nei volontari sani. La risposta farmacodinamica (controllo del pH gastrico) nei due gruppi è stata clinicamente paragonabile.

Anziani: L’eliminazione di rabeprazolo è stata leggermente ridotta negli anziani. Dopo 7 giorni di somministrazioni giornaliere di 20 mg di rabeprazolo sodico, l’AUC è approssimativamente raddoppiata, la Cmax è aumentata del 60% e il t½ è aumentato del 30% circa in confronto a giovani volontari sani. Tuttavia, non vi è stata evidenza di un accumulo di rabeprazolo.

Polimorfismo CYP2C19: Dopo dosi giornaliere di 20 mg di rabeprazolo per 7 giorni, nei metabolizzatori lenti CYP2C19 l’AUC e il t½ sono aumentati di circa 1,9 e 1,6 volte in confronto ai corrispondenti parametri osservati nei metabolizzatori rapidi, mentre la Cmax è aumentata solo del 40%.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Effetti non clinici sono stati osservati soltanto a esposizioni considerate sufficientemente in eccesso rispetto all’esposizione umana massima, il che rende trascurabili le problematiche di sicurezza nell’uomo in confronto ai dati negli animali.

Gli studi di mutagenesi hanno fornito risultati equivoci. I test in linee cellulari di linfoma murino sono stati positivi, ma il test in vivo del micronucleo e i test in vivo e in vitro di riparazione del DNA sono stati negativi. Gli studi di carcinogenesi non hanno rivelato rischi particolari per l’uomo.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa:

Mannitolo (E421)

Magnesio ossido, leggero (E530) Idrossipropilcellulosa

Povidone (E1201) Magnesio stearato

Rivestimento:

Etilcellulosa (E462)

Magnesio ossido, leggero (E530) Ipromellosa ftalato Monogliceridi diacetilati

Talco (E553b)

Titanio diossido (E171)

Ossido di ferro giallo (E 172) (per 20 mg)

Ossido di ferro rosso (E 172) (per 10 mg)

Cera di carnauba

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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12 mesi

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Le compresse gastroresistenti sono disponibili in confezioni blister in OPA/Alu/PVC/Alu. Confezioni:7, 14, 28, 56 e 98 compresse

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Arrow Generics Limited

Unit 2, Eastman Way, Stevenage, Hertfordshire, SG1 4SZ Regno Unito

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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10 mg compresse gastroresistenti, 7 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776016 10 mg compresse gastroresistenti, 14 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776028 10 mg compresse gastroresistenti, 28 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776030 10 mg compresse gastroresistenti, 56 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776042 10 mg compresse gastroresistenti, 98 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776055 20 mg compresse gastroresistenti, 7 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776067 20 mg compresse gastroresistenti, 14 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776079 20 mg compresse gastroresistenti, 28 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776081 20 mg compresse gastroresistenti, 56 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776093 20 mg compresse gastroresistenti, 98 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL, AIC n. 041776105

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Determina n. 619/2012 del 19 ottobre 2012

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-