Psoriasi: sintomi, diagnosi e terapia

Psoriasi: sintomi, diagnosi e terapia

La psoriasi è una patologia ad etiologia ancora sconosciuta, con implicazioni importanti sulla qualità di vita del paziente, legate soprattutto ad una alterata percezione dell’immagine corporea.

Semplicemente fastidiosa quando si presenta in modo lieve, nelle forme moderate e gravi ha un forte impatto emotivo sul paziente, conducendolo ad evitare alcuni luoghi di svago, determinando frequenti episodi di assenteismo ed una scarsa resa produttiva in ambito lavorativo, oltre a costituire fonte di enorme imbarazzo nelle relazioni sessuali.

Spesso porta all`isolamento sociale dei soggetti che ne sono affetti perché erroneamente considerata “contagiosa”.

Tutto questo rende la psoriasi un problema sociale oltre che medico, tanto da risultare invalidante quanto altre malattie comunemente considerate più gravi come il diabete, il cancro e lo scompenso cardiaco.

La psoriasi non è solo una malattia della pelle, ma una patologia sistemica che coinvolge molteplici organi e apparati (articolazioni, sistema cardiovascolare, metabolismo dei grassi e degli zuccheri).

Imprevedibile per quanto riguarda la storia naturale e la sua eventuale progressione, si può presentare in varie forme cliniche con l’insorgenza di lesioni che possono essere classificate per gravità o per tipologia.

Non esiste ad oggi una cura risolutiva, ma esistono molte opzioni terapeutiche con cui è possibile tenere sotto controllo la malattia.

Grazie a “Psocare”, un programma di ricerca sulla psoriasi nato nel 2004, promosso e coordinato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e condotto in collaborazione con le società scientifiche dermatologiche SIDeMaST e ADOI e l’associazione di pazienti ADIPSO, sono stati istituiti 154 centri specializzati, pubblici e distribuiti su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza dei pazienti con psoriasi ma anche di promuovere interventi educativi e lo sviluppo di linee-guida condivise.

Definizione

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle ad andamento recidivante e remittente.

Il termine “psoriasi” deriva dal greco (ψωρίασης) che significa “condizione di prurito”.

Non è infettiva né contagiosa. Generalmente è caratterizzata da chiazze arrossate, ricoperte da squame biancastre, che si localizzano in alcune sedi tipiche come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto. Le lesioni sono stabili e persistono a lungo.

E’ una malattia ad eziologia a tutt’oggi sconosciuta, sicuramente multifattoriale, in cui entrano in gioco fattori genetici di tipo ereditario ma anche fattori ambientali e psico-emotivi scatenanti.

Epidemiologia

La psoriasi è una fra le malattie dermatologiche più frequenti: interessa in media il 3% della popolazione generale con una prevalenza che, in Italia, raggiunge il 3,1%.

Può presentarsi a qualunque età anche se, più comunemente, si manifesta in una fascia di età compresa tra i 10 e i 40 anni, con picchi di maggiore frequenza al momento della pubertà e della menopausa.

Nei soggetti di razza caucasica colpisce il sesso maschile e quello femminile con uguale frequenza mentre negli orientali, in particolare nei giapponesi, il sesso maschile è colpito più spesso rispetto al femminile, con un rapporto di 2 a 1.

Dagli studi epidemiologici risulta che circa un terzo dei pazienti è affetto da forme definite moderate/severe della malattia, con un interessamento della superficie cutanea superiore al 10% e coinvolgimento di vaste aree del tronco, del volto, delle mani e dei piedi.

Si stima, inoltre, che in una percentuale che va dal 5 al 42% dei casi si associ alla psoriasi artropatica (PsA), che necessita di essere riconosciuta e trattata precocemente ed efficacemente al fine di prevenire esiti invalidanti.

Eziologia

L’eziologia della psoriasi rimane ancora sconosciuta sebbene sia ormai chiaro che la tendenza a sviluppare tale patologia sia legata principalmente ad una predisposizione genetica.

Questa ipotesi è supportata dal fatto che circa la metà dei soggetti colpiti proviene da famiglie in cui sono presenti altri casi di psoriasi; in particolare nei gemelli monozigoti (con identico patrimonio genetico e con caratteristiche fisiche uguali) la psoriasi colpisce entrambi i fratelli nel 65-70% dei casi presi in esame.

Di recente un gruppo di ricercatori dell’Università Tor Vergata di Roma, è riuscito a dimostrare l’origine poligenica, dovuta cioè al coinvolgimento di più geni, della malattia.

Questi geni, detti di “suscettibilità”, sono stati localizzati a livello del braccio corto del cromosoma 6 e del braccio lungo dei cromosomi 17 e 1.

Tra questi un ruolo di particolare rilievo è svolto da geni appartenenti al sistema maggiore di istocompatibilità di classe I e II (sistema HLA) supportando l’ipotesi più accreditata che vede la psoriasi come una malattia auto-immune su base genetica, in cui un’alterata attività del sistema immunitario, in particolare dei linfociti T, provoca un’attivazione incontrollata di questi ultimi diretta contro le celllule epidermiche.

I linfociti T attivati infatti, mediante la produzione di numerose citochine, tra le quali il Tumor Necrosis Factor-alpha (TNF-α), l’Interferon-gamma (IFN-γ) e le interleuchine (IL) 12, 17, 22 e 23, determinerebbero un processo infiammatorio in grado di automantenersi e di provocare iperplasia cheratinocitaria a livello cutaneo.

Tali acquisizioni hanno costituito la base per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie che, grazie ai progressi nel campo della bioingegneria, hanno portato alla produzione di nuove categorie di farmaci sistemici definiti “biologici”.

Tali farmaci, frutto di sofisticati processi di sintesi, sono caratterizzati dalla capacità di bloccare in modo selettivo alcune citochine chiave nella cascata immunologica che porta alla formazione delle lesioni psoriasiche.

La predisposizione genetica tuttavia non è sufficiente da sola a spiegare l’insorgenza della malattia.

Infatti poichè questa si manifesti devono essere presenti dei fattori “scatenanti”, per lo più ambientali, tra i quali ricordiamo:

Stress Emotivi (divorzi, cambiamenti di lavoro ed altri)
Fisici Per “stress” si intende un insieme di reazioni che il cervello innesca nell’organismo a fronte di un evento drammatico o che valuta pericoloso per l’incolumità psico-fisica dell’individuo. Questo riveste un ruolo importante nello scatenamento della psoriasi sia per quanto riguarda la prima manifestazione, sia  dell’aggravamento di una forma già esistente.
Traumi Trauma locale (fenomeno di Koebner); psoriasi a placche)
Irritazione (variante del fenomeno di Koebner; psoriasi a placche)
Scottatura solare o da UV  (psoriasi a placche o pustolosa) Qualsiasi trauma di tipo fisico, come il grattamento, le ustioni, le cicatrici chirurgiche o i colpi accidentali, possono provocare, in persone predisposte, anche a distanza di una o due settimane, la comparsa di chiazze psoriasiche, esattamente nelle sedi  interessate dall’evento. Sembra che non solo l’intensità di un colpo accidentale, ma anche la frequenza del trauma, sia determinante per lo sviluppo della psoriasi.
Farmaci Litio = utilizzato per trattare patologie maniaco-depressive ed altre patologie psichiatriche, aggrava la psoriasi in circa metà dei pazienti affetti da psoriasi che lo assumono.

Antimalarici = quali la chinacrina, la clorochina o  l’idrossiclorochina possono causare una riaccensione della psoriasi di solito due o tre settimane dopo che il farmaco è stato assunto. E’ da notare che l’idrossiclorochina ha il più basso indice di effetti collaterali.

Betabloccanti = impiegati nell’ipertensione peggiorano la psoriasi in circa il 25-30% dei pazienti che li assumono regolarmente.

Tuttavia non è noto se tutti i farmaci impiegati nell’ipertensione, che utilizzano tale meccanismo farmacodinamico (beta-bloccanti), peggiorino la psoriasi o se possano avere un potenziale in tal senso.

A volte essi possono essere sostituiti con altri farmaci che hanno un risultato simile.

Indometacina = un farmaco antiinfiammatorio non steroideo impiegato nel trattamento dell’artrite, è stato osservato peggiorare la psoriasi.

Anche in questo caso possono essere scelti farmaci alternativi;  sebbene gli effetti benefici che essa produce sono di gran lunga superiori ai suoi effetti collaterali, che possono essere minimizzati da un uso corretto.

Corticosteroidi sistemici e topici = possono indurre un’eruzione psoriasica acuta al momento della sospensione o della riduzione del dosaggio.

L’assunzione di alcuni farmaci può rappresentare un fattore scatenante
per la psoriasi o peggiorarla, se già presente.

Etilismo L’abuso di alcool si nota spesso nelle psoriasi gravi, soprattutto
nell’uomo, ma si ritiene che sia una conseguenza depressiva della
malattia senza una relazione diretta dell’alcool con lo scatenamento
della psoriasi.
Fumo di Sigaretta
Alterazioni Metaboliche L’obesità ma anche modificazioni ormonali come quelle che
avvengono in corrispondenza della pubertà e della menopausa, periodi in cui l’equilibrio biologico viene profondamente modificato.
Infezioni Candida albicans
– Viremia (psoriasi guttata)
– Streptococco (psoriasi guttata)
– Staphilococcus Aureus
– Infezioni delle alte vie respiratorie (psoriasi guttata nel bambino)
– Malassezia ovalis (psoriasi del cuoio capelluto)
– Infezione da virus dell’imunodeficienza umana (HIV)
Le infezioni non solo a carico della cute, ma anche degli organi interni rappresentano degli importanti elementi che possono scatenare una psoriasi latente.Un esempio per tutti è l’infezione tonsillare che, in una percentuale non trascurabile di soggetti, porta allo scatenamento o contribuisce al mantenimento della psoriasi.Tale infezione, causata dallo streptococco beta-emolitico, è spesso collegata alla comparsa di eruzioni psoriasiche nei bambini.Per gli adulti, in occasione di questo tipo di infezione, si verifica una generale acutizzazione della patologia, accompagnata da una maggiore resistenza ai farmaci.
Fattori Ambientali Il clima più o meno secco, può ripercuotersi sullo stato di idratazione della cute.In genere il sole e il clima caldo migliorano la psoriasi, talvolta però si assiste a peggioramenti a seguito dell’esposizione al sole o a lampade UV soprattutto nei soggetti con pelle chiara che si scotta facilmente.
Dieta Un’alimentazione povera di calcio può rappresentare un fattore
scatenante. Inoltre è stato notato un giovamento quando sono migliorate alcune abitudini alimentari.

Clinica della psoriasi

Sintomatologia

La psoriasi può manifestarsi in una molteplicità di modi per cui molto spesso la sintomatologia varia da paziente a paziente così come anche la forma clinica che assume la malattia.

Le manifestazioni più comuni sono papule e placche eritematose ben delimitate ricoperte di scaglie argentee o opalescenti.

Le lesioni sono di varie dimensioni e la severità può variare da pochi punti di desquamazione di tipo forforoso a dermatosi generali con artrite artrite psoriasica), esfoliazioni ed eruzioni debilitanti.

Il 30-50% dei soggetti presenta degenerazioni delle unghie.

Altri sintomi comprendono:

  • prurito
  • bruciore (psoriasi pustolosa)
  • desquamazione cutanea
  • formazione di pustole bianco-rossastre e/o squamose
  • deformazioni delle unghie (ipercheratosi, deformazione, ispessimento, onicolisi, alterazioni della pigmentazione)
  • rigidità, dolore, deformazione articolare (artrite psoriasica)

Nonostante il nome significhi “condizione pruriginosa” il prurito non è sempre presente; in alcuni casi tale sintomo è presente nelle vulviti psoriasiche dove le lesioni da grattamento possono essere simili a quelle da lichen simplex.

In caso sia presente, comunque, è importante non grattarsi per evitare di accentuare le lesioni cutanee.

La secchezza cutanea può essere contrastata con l’impiego di emolienti cheratolinici, mentre sono da evitare saponi, detergenti, cosmetici e profumi.

Localizzazione delle lesioni

Le sedi di localizzazione più comuni delle lesioni sono lo scalpo (inclusa la zona retroauricolare), le zone estensorie di gomito e ginocchio e la zona lombo-sacrale, ma in alcune sue forme si trovano nelle zone di flessione, sui genitali e sulla pianta dei piedi e il palmo delle mani.

Le lesioni guariscono senza lasciare cicatrici e senza disturbare la crescita dei peli.

Modalità di presentazione

Le presentazioni cliniche più comuni sono 5, ognuna caratterizzata da lesioni cutanee con caratteristiche differenti:

Psoriasi a Placche

Detta anche “psoriasi vulgaris”, rappresenta l’ 80% delle forme di psoriasi.

Le lesioni sono eritematose, di forma e dimensione variabile, delimitate da un bordo ben definito e coperte da scaglie biancastre, segno dell’iperproliferazione dei cheratinociti.

Le lesioni si presentano frequentemente a livello di ginocchia, gomiti, natiche, cuoio capelluto; meno frequentemente a livello delle pieghe cutanee.

Le placche psoriasiche si presentano a livello istologico come zone di epidermide ispessita caratterizzate da duplicazione o triplicazione dello strato basale.

Questa iperproliferazione determina un turnover epidermico accelerato di circa 10 volte rispetto alla pelle normale, una incompleta maturazione dei cheratinociti con conservazione dei nuclei nello strato corneo (paracheratosi), neovascolarizzazione tortuosa, aumento del flusso ematico, essudato proteico, vasi linfatici immaturi e infiltrazione di neutrofili polimorfi.

Anche la pelle non lesionata dei pazienti psoriasici presenta delle anormalità: infatti anche in queste zone la psoriasi viene indotta più facilmente, in risposta a vari fattori, in particolare traumatici (Fenomeno di Koebner).

Per quanto riguarda i meccanismi strettamente in grado di determinare la chiazza psoriasica essi sono suddivisi in:

  • extracheratinocitari : rappresentati da alcune citochine, esercitanti effetto mitogeno sui cheratinociti, liberate da linfociti CD4+ attivati
  • cheratinocitari: rappresentati da anomalie di trasmissione dei segnali di membrana al nucleo cheratinocitarioRisultano inoltre aumentati i recettori per l’EGF-alfa, alterata l’espressione di alcuni fattori di crescita e di differenziamento dei cheratinociti come il TGF-alfa,oncogeni, e l’interleuchina 6

E’ possibile infine la concomitante anomalia dei geni implicati nella risposta alla vitamina A e D che svolgono un ruolo importante nel processo di proliferazione e differenziamento epidermico.

 

Psoriasi Guttata

Costituisce il 10% di tutte le forme di psoriasi.

Le lesioni cutanee sono minute a forma di piccole gocce, da cui il nome appunto “guttata“.

Sono presenti soprattutto a livello del tronco e delle estremità prossimali.In genere in questa forma sono risparmiati il volto, i palmi delle mani e le piante dei piedi.

 

Psoriasi Inversa

Forma più rara di psoriasi, rappresenta il 4% di tutte le presentazioni della malattia.

Si tratta di una forma che ha una localizzazione speculare rispetto alla forma classica: predilige le pieghe dell’inguine e delle ascelle, la zona dell’ombelico e della zona sotto-mammaria.

Le chiazze sono molto arrossate e la pelle è liscia ed asciutta; la desquamazione è molto ridotta, se non completamente assente.

 

Psoriasi Eritrodermica

La psoriasi si presenta in questa forma solamente nel 3% dei casi.

Elemento distintivo di questa forma è l’eritema, mentre la componente squamosa è ridotta.

E’ la forma più grave di psoriasi, ma fortunatamente rara.

Di solito rappresenta una generalizzazione di una psoriasi preesistente, scatenata da diversi fattori, quali una dermatite atopica associata, terapie mal condotte o ancora reazioni tossi-allergiche e traumi psichici rilevanti.

Le manifestazioni cutanee si associano, in questa forma , a malessere generale, febbre, squilibri elettrolitici (iposodiemia), ipoalbuminuria, iposideremia, fino allo scompenso circolatorio.

 

Psoriasi Pustolosa

Rappresenta il 3% di tutte le forme di psoriasi.

È caratterizzata da vaste chiazze eritematose-desquamative, prevalentemente al tronco, circondate da pustole biancastre,sterili, dolorose.

L’interessamento della cute può essere localizzato oppure possiamo avere una diffusione generalizzata (psoriasi pustolosa di von Zumbusch) nelle forme di malattia ingravescente.

In questi casi più gravi alle manifestazioni cutanee si associano sintomi sistemici quali malessere generale, febbre, anoressia.

 

Tra le forme più rare troviamo:

 

Psoriasi del cuoio capelluto

Il cuoio capelluto è frequentemente coinvolto nelle persone colpite da psoriasi volgare mentre raramente può rappresentare l’unica sede.

Si presenta come una corona eritematosa a margini netti, coperta da squame bianco-argentee secche, localizzata all’attaccatura dei capelli, che interessa anche la cute della fronte e della zona auricolare.

 

Psoriasi pustolosa palmare e plantare

In questa forma, le chiazze insorgono in corrispondenza delle mani e dei piedi e non sono necessariamente simmetriche.

La pelle si presenta in forma disidratata con squame biancastre di aspetto lamellare, che tendono a sollevarsi, lasciando scoperte diverse zone della pelle.

In alcuni casi può degradare associandosi a forme gravi di artrite, generando l'”artrite psoriasica“.

 

Onicopsoriasi

È una forma abbastanza rara, che coinvolge soprattutto le unghie.

Nelle persone colpite da artropatia psoriasica, rappresenta spesso l’unica manifestazione cutanea.

Nella lamina dell’unghia si possono originare strie trasversali o longitudinale.

 

Altre forme di psoriasi sono:

  • Psoriasi oculare
  • Psoriasi nummulare (a moneta)
  • Psoriasi delle mucose
  • Psoriasi seborroica

Gravità della psoriasi

La gravità della malattia viene definita in base all’estensione sulla superficie corporea come:

  • leggera: interessante meno del 3% della superficie cutanea, in presenza
    di un numero limitato di placche.
  • moderata: quando le placche occupano dal 3 al 10% della superficie
    cutanea.
  • grave: con coinvolgimento di oltre il 10% della superficie corporea.

Tuttavia la gravità della malattia può basarsi anche su altri fattori: ad esempio il grado di attività della malattia (grado di arrossamento della placca, spessore), la risposta a precedenti terapie, e l’impatto emotivo e sociale della malattia sulla persona.

Nella pratica clinica, esistono diverse scale di valutazione per definire la gravità di malattia.

Tra queste, il “Psoriasis Area Severity Index” (PASI) è lo strumento di misura più utilizzato.

Questo indice combina la valutazione della gravità delle lesioni, prendendone in considerazione le principali caratteristiche (l’eritema, la desquamazione, l’ispessimento) e la percentuale di superficie corporea interessata, in un unico punteggio compreso tra 0 (assenza di malattia) e 72 (massima malattia).

Viene definita: lieve una psoriasi con un indice PASI < 10.
Moderata con PASI compreso tra 10 e 20.
Severa o grave con un PASI > 20.

Esistono poi sedi particolari quali le mani, il volto e i genitali che, nonostante la limitata estensione, per il notevole disagio vissuto dal paziente, vengono comunque considerate nelle forme più gravi.

L’indice PASI è ufficialmente adottato nei principali trial clinici quale parametro di valutazione del risultato di un trattamento.

Una terapia viene considerata efficace quando si ottiene il cosiddetto PASI 75, ovvero il miglioramento del 75% delle lesioni rispetto alle condizioni di valutazione basali.

Generalmente, nella pratica clinica quotidiana, le forme lievi di psoriasi (PASI < 10), in assenza di comorbidità particolari, sono ben controllate dalle terapie topiche disponibili (analoghi della vitamina D, retinoidi, corticosteroidi, cheratolitici) e pertanto gestibili dal medico di famiglia con l’eventuale collaborazione dallo specialista.

Nei casi dove è associata artrite o nelle forme moderate/ severe (PASI > 10), spesso è necessario un approccio terapeutico sistemico.

Il punteggio PASI, tuttavia, molto utilizzato negli studi scientifici, ha trovato una scarsa possibilità di applicazione in ambito ambulatoriale e ciò ha portato allo sviluppo di versioni semplificate tra cui il “Simplified Psoriasis Area Severity Index” (SPASI) e versioni autosomministrabili quali il “Self-Administered Psoriasis Area and Severity Index” (SAPASI).

Un altro metodo pratico per valutare la gravità della psoriasi è il Body Surface Area (BSA), che semplicemente considera la percentuale di cute interessata dalla malattia rispetto alla superficie corporea totale.

Con un BSA > 10 può essere preso in considerazione un approccio terapeutico sistemico.

Anche i casi con artrite ma con indici PASI o BSA < 10 vengono considerati più gravi in quanto necessitano di un controllo delle manifestazioni articolari che, come è noto, tendono ad avere un’evoluzione invalidante se non efficacemente trattate.

Oltre a questi parametri clinici, esistono scale di valutazione di gravità della malattia che prendono in considerazione l’impatto di questa patologia sulla qualità della vita dei pazienti.

Il Dermatology Life Quality Index (DLQI) e lo Skindex 29 prevedono una serie di domande mirate a valutare come la presenza della malattia incida negativamente sulle normali attività quotidiane, compresi gli aspetti sociali, affettivi e lavorativi.

È evidente che si tratta di metodi di valutazione con dei limiti, in quanto dipendono dall’esperienza dell’operatore ed esprimono comunque interpretazioni soggettive.

Risultano, tuttavia, rapidi e, quindi, pratici soprattutto nell’uso quotidiano.

Comorbidità della psoriasi

La psoriasi può essere considerata una patologia multifattoriale e multisistemica in cui l’organo cute è coinvolto assieme ad altri organi e tessuti.

Conoscere le comorbidità, che si possono presentare in corso di questa malattia, è fondamentale in quanto ci permette di valutare meglio il “peso” della malattia psoriasica, adottare strategie gestionali multidisciplinari, e predisporre scelte terapeutiche con profili di sicurezza ottimali.

La psoriasi è, ad oggi, considerata una malattia infiammatoria cronica sistemica
– “Chronic Inflammatory Systemic Disease” (CISD)
– poichè presenta molte caratteristiche in comune con le altre malattie infiammatorie croniche quali:

diabete, sindrome metabolica, IBD (Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa), bronchite cronica, aterosclerosi, vasculopatie etc.

Lo stato di flogosi persistente, infatti, mediante la secrezione di citochine proinfiammatorie, sembra favorire lo sviluppo di resistenza insulinica, disfunzione endoteliale, aterosclerosi ecc rappresentando quindi il meccanismo etiopatogenetico comune a tutte queste malattie e rendendole un’unica entità clinica.

Inoltre studi epidemiologici, hanno da tempo dimostrato tra i pazienti affetti da psoriasi un’elevata prevalenza di altre condizioni morbose quali: i tumori, le malattie autoimmunitarie e psichiatriche.

In particolare il forte impatto psicologico di questa malattia, legato alla significativa compromissione della qualità della vita, induce un’ampia gamma di disturbi dell’umore fino alla depressione (presente fino al 60 % dei pazienti) che può in alcuni casi portare all’ideazione del suicidio.

Tali comorbidità si rendono clinicamente manifeste a distanza di anni dall’esordio della malattia cutanea e la loro presenza influenza negativamente l’approccio terapeutico, in quanto le stesse costituiscono in molti casi una controindicazione ai trattamenti sistemici e spesso ne pregiudicano l’efficacia ottimale.

Diagnosi di psoriasi

La diagnosi di psoriasi è generalmente basata sul caratteristico aspetto delle chiazze.

Non sempre però è facile diagnosticare tale patologia dal momento che vi sono altre malattie il cui quadro clinico presenta diverse similitudini.

La diagnosi differenziale viene posta generalmente con: eczema, dermatite atopica, sifilide secondaria , dermatite seborroica, dermatofitosi, pitiriasi rosea, lupus eritematoso cutaneo, lichen ruber planus e alcune patologie neoplastiche come il carcinoma squamocellulare.

Un importante obiettivo della diagnosi è quello di individuare la forma di psoriasi dal momento che l’approccio terapeutico è diverso a seconda del tipo di variante clinica.

Generalmente l’esame obiettivo e la raccolta dei dati anamnestici sono sufficienti a porre la diagnosi di psoriasi, ma, nel caso sussistano ancora dubbi, è possibile ricorrere a indagini di laboratorio quali la biopsia della cute e la tipizzazione linfocitaria.

Gli esami disponibili per diagnosticare la psoriasi sono:

  1. Anamnesi: permette la valutazione di parametri importanti quali la familiarità, la durata e l’andamento attuale della malattia, la presenza di prurito e l’eventuale presenza di fattori che possano aver scatenato il processo patologico.
  2. Esame obiettivo della cute: prende in considerazione l’aspetto e l’estensione del rash cutaneo, con particolare attenzione al colore, dimensioni, morfologia e distribuzione delle lesioni nelle diverse regioni corporee interessate. Nel corso della valutazione fisica deve essere dedicata una particolare attenzione al cuoio capelluto, alla regione ombelicale, alle unghie ed ai glutei.
  3. Grattamento metodico di Brocq: determina l’imbiancamento repentino della placca psoriasica (“segno della goccia di cera”) con la formazione di una polverina biancastra, dovuto alla penetrazione di aria fra una squama e l’altra. Proseguendo nel grattamento si giunge alla membrana lucida di Duncan. Asportando quest’ultima, con un colpo d’unghia, si decapitano le papille dermiche causando rottura delle anse capillari ectasiche e quindi piccoli punti emorragici, uguali, equidistanti e non confluenti (Segno di Auspitz).
  4. Segno di Auspitz: o segno della “rugiada sanguigna“ consiste nella formazione di piccoli puntini rossi da cui si vedono fuoriuscire piccole goccioline di sangue dopo aver grattato la lesione ed eliminato la componente squamosa. Il segno di Auspitz è dovuto all’alterazione dello strato epidermico della pelle e al conseguente posizionamento, più superficiale, rispetto alla cute integra delle papille dermiche, ricche in vasi capillari (il derma è lo strato sottostante l’epidermide)
  5. Scraping cutaneo: consiste nello strofinare con un tampone il fondo della lesione cutanea per verificare l’eventuale presenza di microrganismi patogeni. Il tampone infatti viene lasciato a contatto con un terreno di cultura idoneo allo sviluppo dei microrganismi per un determinato periodo di tempo. Il test viene utilizzato per la diagnosi differenziale della psoriasi rispetto a patologie della pelle di origine infettiva.
  6. Biopsia della cute: consiste nel prelievo di una porzione di tessuto cutaneo per l’analisi istologica. In genere l’esame del tessuto rivela degli elementi caratteristici che permettono di confermare o escludere la presenza di psoriasi.
  7. Fenomeno di Koebner: (clicca per tornare alla tabella) detto anche “isomorfismo reattivo”, è tipico delle dermatosi in fase acuta eruttiva. Questo fenomeno è caratterizzato dalla comparsa, in sede di traumi (anche lievi) e di processi infiammatori, di tipiche lesioni della dermatosi in atto. Si può riscontrare in diverse patologie come nella psoriasi, nel lichen e nelle verruche piane.

Terapia della psoriasi

A tutt’oggi non esiste una cura definitiva per la psoriasi e, sfortunatamente, le cure a medio-lungo termine hanno talvolta effetti collaterali anche pesanti.

La scelta del trattamento deve essere personalizzata per ogni paziente in base alla gravità ed alla forma clinica di malattia, ma anche in base alla risposta individuale del paziente ai vari trattamenti nonchè alla tollerabilità di questi.

Tabella I: Valutazione della gravità della psoriasi ed approccio terapeutico:

Valore PASI, BSA, DLQI Gravità della psoriasi Approccio terapeutico
< 10 Lieve Topici (analoghi Vit. D, steroidi ecc.)
> 10 Moderata/Grave Sistemica tradizionale (Ciclosporina A, Metotressato, Fototerapia
> 10 con controindicazioni o mancata risposta ai farmaci sistemici tradizionali Moderata/Grave Farmaci biologici (adalimumab, etanercept, infliximab, ustekinumab)
* Anche in caso di PsA.
PASI: Psoriasis Area Severity Index; BSA: Body Surface Area; DLQI: Dermatology Life Quality Index.

Misure generali: prevedono una adeguata idratazione topica mediante uso di sostanze emollienti (soprattutto l’urea al 5-10% in creme o unguenti e il glicole propilenico), una adeguata esposizione alla radiazione solare e l’utilizzo di sostanze catramose ed oli minerali.

In generale la forma lieve tende a rispondere alle misure topiche mentre la forma moderata richiede trattamenti fototerapici.

Più complesso il trattamento della forma grave che spesso necessita di misure ed agenti di tipo sistemico.

Tra le modalità di trattamento ricordiamo:

  • Trattamenti Topici
  • Fototerapia
  • Terapie Biotecnologiche
  • Trattamenti Sistemici
  • Terapie Naturali

 

Esenzione Ticket

Le forme della psoriasi esenti dal Ticket sanitario sono tre: artropatica, pustolosa ed eritrodermica, secondo la Gazzetta Ufficiale n.226 del 25 sett.1999, ottenuta tramite domanda all’ASL di appartenenza (Cod. esenzione 045).

Si ha diritto alle seguenti prestazioni:

  • Anamnesi ed esame obiettivo
  • prelievo sangue venoso
  • emocromo
  • VES
  • Ciclo di fototerapie con UVA-UVB a banda stretta pari a 6 sedute.

Il passaggio in fascia A della terapia corticosteroidea topica si può ottenere per alcune preparazioni indicando la Nota 88.

Prevenzione

La psoriasi è una malattia cronica, a carattere autoimmunitario, multifattoriale.

Non è possibile pertanto “prevenire“ la psoriasi, ma dato il suo andamento cronico-recidivante, è possibile limitare o circoscrivere i fattori che possono scatenare una recrudescenza della malattia.

E’ possibile cioè attuare quella che viene chiamata “prevenzione terziaria“ mediante norme igienico-comportamentali che possono ridurre l’entità delle manifestazioni cutanee.

  • Indossare indumenti leggeri per stare freschi ed evitare la pressione della stoffa che sfrega la vostra pelle. A questo proposito esistono materiali idonei a base di teflon che garantiscono la funzionalità del tessuto.
  • Evitate gli abiti troppo stretti, con elastici e bottoni che possono creare piccoli traumi o irritazioni.
  • Attenzione ai traumi fisici: rasature, tatuaggi, escoriazioni, ferite da taglio etc. possono indurre o riacutizzare la psoriasi.
  • Mantenere la pelle il più possibile pulita e ben idratata con creme emollienti allo scopo di prevenire prurito e arrossamenti.
  • Non grattare le lesioni, alleviando il prurito mediante l’applicazione di creme e oli idonei.
  • Per asciugarsi tamponare con un asciugamano senza strofinare.
  • Usare detergenti adeguati, che non favoriscano l’insorgere della psoriasi.
  • Seguire un regime alimentare equilibrato e mantenere il peso-forma.
  • Diffidare delle cure “miracolose”, soprattutto quelle proposte su internet, che promettono la guarigione.
  • Non vergognarsi mai della vostra condizione e non sentirsi mai in colpa.

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