Dulxetenon: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Dulxetenon

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Dulxetenon: ultimo aggiornamento pagina: 18/06/2023 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Dulxetenon 90 mg capsule rigide gastroresistenti Dulxetenon 120 mg capsule rigide gastroresistenti

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Dulxetenon 90 mg capsule rigide gastroresistenti

Ogni capsula contiene 90 mg di duloxetina (come cloridrato).

Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene approssimativamente 154,81mg di saccarosio.

Dulxetenon 120 mg capsule rigide gastroresistenti

Ogni capsula contiene 120 mg di duloxetina (come cloridrato).

Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene approssimativamente 206,41mg di saccarosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Capsula rigida gastroresistente.

Dulxetenon 90 mg capsule rigide gastroresistenti Capsula rigida di gelatina N°0E con corpo bianco opaco e cappuccio verde opaco.

Dulxetenon 120 mg capsule rigide gastroresistenti Capsula rigida di gelatina N°00 con corpo blu opaco e cappuccio blu opaco.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del disturbo d’ansia generalizzato.

Duloxetina è indicata negli adulti.

Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 5.1.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Disturbo depressivo maggiore:

Il dosaggio di partenza e di mantenimento raccomandato è 60 mg una volta al giorno indipendentemente dall’assunzione di cibo. Dosaggi superiori a 60 mg una volta al giorno, fino ad una dose massima di 120 mg al giorno, sono stati valutati in studi clinici dal punto di vista della sicurezza. Tuttavia, non c’è evidenza clinica che suggerisca che i pazienti che non rispondono al dosaggio iniziale raccomandato possano beneficiare di ulteriori innalzamenti della dose.

La risposta terapeutica si osserva abitualmente dopo 2 – 4 settimane di trattamento.

Dopo consolidamento della risposta antidepressiva, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare la ricaduta. Nei pazienti con una storia di ripetuti episodi di depressione maggiore e che rispondono alla duloxetina, può essere preso in considerazione un ulteriore trattamento a lungo termine con dosaggio da 60 a 120 mg al giorno.

Disturbo d’ansia generalizzato:

Il dosaggio di partenza raccomandato nei pazienti con disturbo d’ansia generalizzato è 30 mg una volta al giorno indipendentemente dall’assunzione di cibo. Nei pazienti che presentano una risposta insufficiente il dosaggio deve essere aumentato a 60 mg, che è la dose di mantenimento abituale nella maggior parte dei pazienti.

Nei pazienti con co-morbilità per il disturbo depressivo maggiore, il dosaggio di partenza e di mantenimento è 60 mg una volta al giorno (vedere anche le raccomandazioni sul dosaggio sopra riportate).

Negli studi clinici, dosaggi fino a 120 mg al giorno hanno dimostrato di essere efficaci e sono stati valutati da un punto di vista della sicurezza. Nei pazienti con risposta insufficiente a 60 mg, può pertanto essere considerato un aumento fino a 90 mg o a 120 mg. Un aumento del dosaggio deve essere effettuato in base alla risposta clinica ed alla tollerabilità.

Dopo il consolidamento della risposta, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare una ricaduta.

Popolazioni speciali Anziani

Nei pazienti anziani non è raccomandato un aggiustamento del dosaggio solamente in base all’età. Tuttavia, come con qualsiasi medicinale, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani, specialmente nel disturbo depressivo maggiore o nel disturbo d’ansia generalizzato con Duloxetina 120 mg al giorno, per il quale i dati sono limitati (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica

Duloxetina non deve essere usato nei pazienti con malattia epatica con conseguente compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

Compromissione renale

Nei pazienti con lieve o moderata disfunzione renale (clearance della creatinina da 30 a 80 ml/min) non è necessario un aggiustamento del dosaggio. Duloxetina non deve essere usato nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min; vedere paragrafo 4.3).

Popolazione pediatrica

Duloxetina non deve essere usata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni per il trattamento del disturbo depressivo maggiore per motivi di sicurezza ed efficacia (vedere ai paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1).

La sicurezza e l’efficacia di duloxetina per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato nei pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni non sono state stabilite. I dati attualmente disponibili sono descritti ai paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2.

Sospensione del trattamento

La sospensione brusca deve essere evitata. Quando si interrompe il trattamento con Duloxetina la dose deve essere gradualmente ridotta in un periodo di almeno una-due settimane allo scopo di ridurre il rischio di comparsa di reazioni da sospensione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Se a seguito della riduzione della dose o della sospensione del trattamento si presentino sintomi intollerabili, è da tenere in considerazione la possibilità di riprendere il trattamento con la dose precedentemente prescritta. Successivamente, il medico può decidere di continuare a ridurre la dose in maniera più graduale. Se viene prescritta una dose di 30 mg o di 60 mg, devono essere usati altri medicinali contenenti duloxetina aventi questo dosaggio.

Modo di somministrazione Per uso orale.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

L’uso contemporaneo di Duloxetina con gli Inibitori irreversibili e non selettivi della Monoamino Ossidasi (IMAO) è controindicato (vedere paragrafo 4.5).

Epatopatia con conseguente compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).

Duloxetina non deve essere usato in associazione con fluvoxamina, ciprofloxacina o enoxacina (potenti inibitori del CYP1A2) poiché tale associazione determina concentrazioni plasmatiche elevate di duloxetina (vedere paragrafo 4.5).

Grave compromissionerenale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.4).

L’inizio del trattamento con Duloxetina è controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, che potrebbe esporre i pazienti ad un potenziale rischio di crisi ipertensiva (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Mania e Convulsioni

Duloxetina deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni.

Midriasi

In associazione con duloxetina è stata riportata midriasi, perciò deve essere usata cautela quando Duloxetina viene prescritto a pazienti con aumentata pressione intraoculare, o a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso.

Pressione arteriosa e frequenza cardiaca

In alcuni pazienti duloxetina è stata associata ad un aumento della pressione arteriosa e ad ipertensione clinicamente significativa. Questo può essere dovuto all’effetto di duloxetina sul sistema noradrenergico. Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente. Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio pressorio, soprattutto durante il primo mese di trattamento. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche potrebbero risultare compromesse da patologie che comportano un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. Deve inoltre essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo (vedere paragrafo 4.5). Per i pazienti che durante terapia con duloxetina presentano un aumento della pressione arteriosa persistente nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose, o una graduale sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). La terapia con duloxetina non deve essere iniziata nei pazienti con ipertensione arteriosa non controllata (vedere paragrafo 4.3).

Compromissione renale

Nei pazienti con grave compromissione renale in emodialisi (clearance della creatinina < 30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate. Per i pazienti con grave compromissione renale, vedere paragrafo 4.3. Per informazioni sui pazienti con lieve o moderata disfunzione renale, vedere paragrafo 4.2.

Sindrome serotoninergica

Come con altri medicinali ad azione serotoninergica, la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, può verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con il contemporaneo uso di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che alterano il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).

I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (ad es. tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperriflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea).

Se un trattamento concomitante con duloxetina e altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici è clinicamente giustificato, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose.

Erba di S. Giovanni Le reazioni avverse possono essere più comuni durante l’uso di Duloxetina in associazione con preparazioni a base di piante medicinali contenenti Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum).

Suicidio

Disturbo depressivo maggiore e disturbo d’ansia generalizzato:

La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a che non si verifica una remissione significativa della malattia. Poiché il miglioramento dei sintomi può non verificarsi sia durante le prime settimane di trattamento che nelle settimane successive, in tale periodo i pazienti devono essere strettamente monitorati fino a che non avvenga tale miglioramento. É esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del processo di guarigione.

Altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Duloxetina possono essere associate anche con un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio. Inoltre, queste situazioni patologiche possono coesistere con il disturbo depressivo maggiore. Pertanto le stesse precauzioni adottate durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore devono essere osservate durante il trattamento di pazienti con altri disturbi psichiatrici.

I pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio o che presentano pensieri suicidari prima dell’inizio del trattamento, sono noti per avere un rischio più elevato di sviluppare pensieri suicidari o tentativi di suicidio, e pertanto devono essere attentamente monitorati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di età inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo.

Durante la terapia con duloxetina o entro poco tempo dalla sospensione del trattamento sono stati riportati casi di pensieri suicidari e comportamenti suicidari (vedere paragrafo 4.8).

Una stretta sorveglianza dei pazienti, e in particolare di quelli ad alto rischio, deve accompagnare la terapia farmacologica, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvisati della necessità di controllare e di riferire immediatamente al medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di insoliti cambiamenti comportamentali, qualora questi sintomi si manifestano.

<.. image removed ..> Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni

Duloxetina non deve essere usato nel trattamento di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni. Comportamenti correlati al suicidio (tentativi di suicidio e pensieri suicidari) ed atteggiamento ostile (soprattutto comportamento aggressivo, oppositivo e ira) sono stati osservati più frequentemente in studi clinici su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Se, in base alla necessità clinica, il trattamento viene comunque iniziato, il paziente deve essere attentamente monitorato per la comparsa di sintomi suicidari (vedere paragrafo 5.1). Inoltre, nei bambini e negli adolescenti non esistono dati di sicurezza a lungo termine relativi alla crescita, alla maturità ed allo sviluppo cognitivo e comportamentale (vedere paragrafo 4.8).

Emorragie

Con l’assunzione di Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) e di Inibitori della Ricaptazione della Serotonina/Noradrenalina (SNRI), duloxetina inclusa, sono state segnalate manifestazioni emorragiche come ecchimosi, porpora ed emorragia gastrointestinale. La duloxetina può aumentare il rischio di emorragia post-parto (vedere paragrafo 4.6). Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo anticoagulanti e/o medicinali noti per avere effetti sulla funzionalità piastrinica [ad es. Farmaci anti-infiammatori Non Steroidei (FANS) o l’Acido Acetilsalicilico (ASA)], e nei pazienti con accertate tendenze al sanguinamento.

Iposodiemia

Durante la somministrazione di Duloxetina è stata riportata iposodiemia, inclusi casi con valori di sodiemia inferiore a 110 mml/l. L’iposodiemia può essere dovuta ad una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH). La maggioranza dei casi di iposodiemia sono stati riportati negli anziani, soprattutto se collegati ad una storia recente di, o ad una condizione predisponente ad alterazioni dell’equilibrio elettrolitico. Si richiede cautela nei pazienti ad aumentato rischio di iposodiemia, cosi come nei pazienti anziani, cirrotici o disidratati, o nei pazienti in trattamento con farmaci diuretici.

Sospensione del trattamento

I sintomi da sospensione sono comuni dopo interruzione del trattamento soprattutto se ciò avviene in modo rapido (vedere paragrafo 4.8). In studi clinici, eventi avversi osservati alla sospensione brusca del trattamento si sono verificati in circa il 45 % dei pazienti trattati con Duloxetina e nel 23 % dei pazienti trattati con placebo. Il rischio di sintomi da sospensione osservati con gli SSRI e gli SNRI possono dipendere da molteplici fattori, inclusi la durata e la dose del trattamento e la velocità di riduzione della dose. Le reazioni più comunemente riportate sono elencate al paragrafo 4.8. Generalmente questi sintomi sono di intensità variabile da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti possono essere di intensità grave. Abitualmente questi sintomi si manifestano entro i primi giorni dalla sospensione del trattamento, ma ci sono state segnalazioni piuttosto rare di sintomi comparsi dopo mancata assunzione di una singola dose. Generalmente si tratta di sintomi auto-limitanti che abitualmente si risolvono entro 2 settimane, anche se talvolta possono essere prolungati (2-3 mesi o più). Si consiglia pertanto che la duloxetina venga gradualmente ridotta in un periodo non inferiore alle 2 settimane prima della sospensione del trattamento, secondo le necessità del paziente (vedere paragrafo 4.2).

Anziani

Ci sono dati limitati sull’uso di Duloxetina 120 mg nei pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore e con disturbo d’ansia generalizzato. Pertanto, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani con il massimo dosaggio (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Acatisia/Irrequietezza psicomotoria

L’uso di duloxetina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un’irrequietezza soggettivamente spiacevole o penosa e dal bisogno di muoversi, spesso accompagnato da un’incapacità a stare seduto o immobile. Questo è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannoso.

Medicinali contenenti duloxetina

Duloxetina viene usata con diversi nomi commerciali per differenti indicazioni (trattamento del dolore neuropatico diabetico, disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato e incontinenza urinaria da sforzo). L’uso contemporaneo di più di uno di questi prodotti deve essere evitato.

Epatite/aumentati valori degli enzimi epatici

Con duloxetina sono stati riportati casi di danno epatico, con marcati aumenti dei valori degli enzimi epatici (> 10 volte il limite normale superiore), epatite ed ittero (vedere paragrafo 4.8). La maggior parte dei casi si è verificata durante i primi mesi di trattamento. Il tipo di danno epatico è stato essenzialmente epatocellulare. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con altri medicinali che possono provocare un danno epatico.

Disfunzione sessuale

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) / inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8) – Sono stati riportati casi di disfunzione sessuale di lunga durata in cui i sintomi sono continuati nonostante la sospensione di SSRI / SNRI.

Saccarosio

Le capsule rigide gastroresistenti di Dulxetenon contengono saccarosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi- isomaltasi non devono assumere questo medicinale.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Inibitori della Monoamino Ossidasi (IMAO): a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica, duloxetina non deve essere usata in associazione con gli IMAO non selettivi ed irreversibili, o almeno entro i 14 giorni immediatamente successivi alla sospensione del trattamento con un IMAO. In base all’emivita di duloxetina, si devono attendere almeno 5 giorni dopo la sospensione di duloxetina prima di iniziare il trattamento con un IMAO (vedere paragrafo 4.3).

L’uso di Duloxetina in concomitanza con un IMAO selettivo e reversibile, come moclobemide, non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4). L’antibiotico linezolid è un IMAO reversibile non selettivo e non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con duloxetina (vedere paragrafo 4.4).

Inibitori del CYP1A2: poiché il CYP1A2 è coinvolto nel metabolismo di duloxetina, è probabile che l’uso di duloxetina in associazione con potenti inibitori del CYP1A2 determini concentrazioni più alte di duloxetina. La fluvoxamina (100 mg una volta al giorno), un potente inibitore del CYP1A2, ha diminuito la clearance plasmatica apparente di duloxetina di circa il 77 % ed ha aumentato di 6 volte l’AUC0-t. Pertanto, la duloxetina non deve essere somministrata in associazione con potenti inibitori del CYP1A2, come la fluvoxamina (vedere paragrafo 4.3).

Medicinali per il SNC: il rischio di assunzione di duloxetina in associazione con altri medicinali attivi sul SNC non è stato valutato in maniera sistematica, ad eccezione dei casi descritti in questo paragrafo. Pertanto, si consiglia cautela quando la duloxetina viene assunta in associazione con altri medicinali od altre sostanze che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, inclusi alcool ed medicinali sedativi (ad esempio benzodiazepine, morfinomimetici, antipsicotici, fenobarbitale, antistaminici sedativi).

Medicinali serotoninergici: in rari casi, nei pazienti che assumono SSRI/SNRI in associazione con medicinali serotoninergici, è stata riportata sindrome serotoninergica. Si consiglia cautela se la duloxetina viene usata contemporaneamente con medicinali serotoninergici come SSRI, SNRI, antidepressivi triciclici come clomipramina o amitriptilina, IMAO come moclobemide o linezolid, Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) o triptani, tramadolo, petidina e triptofano (vedere paragrafo 4.4).

Effetti di duloxetina su altri medicinali

Medicinali metabolizzati dal CYP1A2: La farmacocinetica della teofillina, un substrato del CYP1A2, non è risultata significativamente alterata dalla somministrazione contemporanea con duloxetina (60 mg due volte al giorno).

Medicinali metabolizzati dal CYP2D6: La duloxetina è un inibitore moderato del CYP2D6. Quando duloxetina è stata somministrata ad un dosaggio di 60 mg due volte al giorno in associazione con una singola dose di desipramina, un substrato del CYP2D6, l’AUC di desipramina è aumentata di 3 volte. La somministrazione contemporanea di duloxetina (40 mg due volte al giorno), aumenta l’AUC allo stato stazionario di tolterodina (2 mg due volte al giorno) del 71%, ma non influenza le farmacocinetiche del suo metabolita attivo 5-idrossile, e non si raccomanda un aggiustamento del dosaggio.

Si consiglia cautela se duloxetina è somministrato in associazione con medicinali che sono prevalentemente metabolizzati dal CYP2D6 (risperidone, antidepressivi triciclici [TCA] come nortriptilina, amitriptilina ed imipramina) in particolare se questi hanno un basso indice terapeutico (come flecainide, propafenone e metoprololo).

Contraccettivi orali ed altri agenti steroidei: I risultati di studi in vitro dimostrano che duloxetina non induce l’attività catalitica del CYP3A. Non sono stati effettuati studi specifici sull’interazione del farmaco in vivo.

Anticoagulanti ed agenti antipiastrinici: Deve essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in associazione con anticoagulanti orali o con agenti antipiastrinici, a causa di un potenziale aumento del rischio di sanguinamento attribuibile ad una interazione farmacodinamica. Inoltre, quando duloxetina è stata somministrata a pazienti in trattamento con warfarin sono stati riportati aumenti dei valori INR. Tuttavia, la somministrazione di duloxetina in associazione a warfarin allo stato stazionario, in volontari sani, come parte di uno studio di farmacologia clinica, non ha dato luogo ad una variazione clinicamente significativa del valore INR rispetto al basale o della farmacocinetica di R- o S-warfarin.

Effetti di altri medicinali su duloxetina

Antiacidi ed antagonisti dei recettori H2: La somministrazione di duloxetina in associazione con antiacidi contenenti alluminio e magnesio, o di duloxetina con famotidina, non ha avuto un effetto significativo sulla velocità o entità dell’assorbimento di duloxetina dopo somministrazione di una dose orale di 40 mg.

Induttori del CYP1A2: Studi di analisi della farmacocinetica di popolazione hanno evidenziato che i fumatori presentano concentrazioni plasmatiche di duloxetina quasi del 50 % più basse rispetto ai non fumatori.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Fertilità

In studi su animali, duloxetina non ha avuto effetti sulla fertilità maschile, e gli effetti nelle femmine sono stati evidenti solo a dosi che hanno causato una tossicità materna.

Gravidanza

Non vi sono dati adeguati sull’uso di duloxetina in donne in gravidanza. Studi effettuati su animali hanno mostrato tossicità riproduttiva a livelli diesposizionesistemica (AUC) di duloxetina inferiori rispetto alla massima esposizione clinica (vedere paragrafo 5.3).

Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.

Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso degli SSRI in gravidanza, specialmente nelle fasi avanzate della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN). Sebbene nessuno studio abbia investigato l’associazione di PPHN al trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non può essere escluso con duloxetina, considerando il meccanismo d’azione (inibizione della ricaptazione della serotonina).

Come con altri medicinali serotoninergici, sintomi da sospensione possono verificarsi nel neonato dopo un uso materno di duloxetina in prossimità del parto. Sintomi da sospensione osservati con duloxetina possono includere ipotonia, tremore, stato di agitazione, difficoltà nell’allattamento, difficoltà respiratoria e convulsioni. La maggior parte dei casi si sono verificati sia alla nascita sia entro pochi giorni dalla nascita.

Dati osservazionali hanno fornito evidenza di un aumentato rischio (meno di due volte) di emorragia postparto a seguito di esposizione alla duloxetina nel mese precedente la nascita.

La duloxetina deve essere usato in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto. Le donne devono essere informate di riferire al loro medico dell’inizio di una gravidanza o dell’intenzione di intraprendere una gravidanza durante la terapia.

Allattamento

Sulla base di uno studio effettuato su 6 donne in periodo di allattamento, che non allattavano al seno i loro bambini, è emerso che duloxetina viene scarsamente eliminata nel latte materno. Calcolata in mg/kg, la dose infantile giornaliera stimata corrisponde circa allo 0,14 % della dose materna (vedere paragrafo 5.2). Poiché la sicurezza di duloxetina nei neonati non è nota, l’uso di Duloxetina durante l’allattamento al seno non è raccomandato.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. L’assunzione di Duloxetina può associarsi a sedazione e capogiro. I pazienti devono essere avvertiti di evitare di svolgere compiti potenzialmente pericolosi come guidare veicoli o usare macchinari nel caso in cui presentino sedazione o capogiro.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Sommario del profilo di sicurezza

Nei pazienti trattati con Duloxetina le reazioni avverse più comunemente riportate sono state nausea, cefalea, secchezza della bocca, sonnolenza e capogiro. Tuttavia, la maggior parte delle reazioni avverse comuni era di entità variabile da lieve a moderata, generalmente esse sono iniziate precocemente durante la terapia e la maggior parte di esse tendeva a ridursi con il proseguimento della terapia.

Tabella riassuntiva delle reazioni avverse

La Tabella 1 mostra le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo.

Tabella 1: Reazioni avverse

Valutazione della frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000).

Per ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro
Infezioni e infestazioni
Laringite
Disturbi del Sistema Immunitario
Reazione anafilattica Disturbo di
ipersensibilità
Patologie endocrine
Ipotiroidismo
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Diminuzione dell’appetito Iperglicemia (riportata specialmente nei pazienti diabetici) Disidratazione Iposodiemia SIADH6
Disturbi psichiatrici
Insonnia Agitazione
Diminuzione della libido
Ansia
Orgasmo anormale Sogni anormali
Ideazione suicida5,7 Disturbo del sonno Bruxismo
Disorientamento Apatia
Comportamento suicida5,7
Mania Allucinazioni Comportamento aggressivo e ira4
Patologie del sistema nervoso
Cefalea Sonnolenza Capogiro Letargia Tremore Parestesia Mioclono Acatisia7 Nervosismo
Disturbo dell’attenzione Disgeusia
Discinesia
Sindrome delle gambe senza riposo
Scarsa qualità del sonno
Sindrome serotoninergica6 Convulsioni1 Irrequietezza psicomotoria6
Sintomi extra- piramidali6
Patologie dell’occhio
Visione offuscata Midriasi
Compromissione della visione
Glaucoma
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Tinnito1 Vertigini
Dolore auricolare
Patologie cardiache
Palpitazioni Tachicardia
Aritmia sopraventricolare, principalmente fibrillazione atriale
Patologie vascolari
Aumento della pressione sanguigna3 Vampata Sincope2 Ipertensione3,7
Ipotensione ortostatica2 Estremità fredde
Crisi ipertensive 3,6
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Sbadiglio Costrizione Epistassi alla gola Malattia polmonare interstiziale 10
Polmonite eosinofila 6
Patologie gastrointestinali
Nausea Secchezza bocca della Stipsi Diarrea
Dolore addominale Vomito
Dispepsia
Flatulenza
Emorragia gastrointestinale7 Gastroenterite Eruttazione Gastrite
Disfagia
Stomatite Ematochezia Alitosi
Colite microscopica9
Patologie epatobiliari
Epatite3
Enzimi epatici elevati (ALT, AST, fosfatasi alcalina)
Danno epatico acuto
Insufficienza epatica6 Ittero6
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Aumentata sudorazione Eruzione cutanea Sudorazioni notturne Orticaria
Dermatite da contatto Sudorazione fredda Reazioni di fotosensibilità Aumentata tendenza a
sviluppare lividi
Sindrome di Stevens- Johnson6
Edema
angioneurotico6
Vasculite cutanea
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore muscolo- scheletrico
Spasmo muscolare
Rigidità muscolare Contrazione muscolare Trisma
Patologie renali e urinarie
Disuria Pollachiuria Ritenzione urinaria
esitazione minzionale Nicturia
Odore urine alterato delle
Poliuria
Ridotto flusso urinario
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Disfunzione erettile Disturbi
dell’eiaculazione Eiaculazione ritardata
Emorragia a carico dell’apparato riproduttivo femminile
Disturbo mestruale Disfunzioni di natura sessuale
Dolore testicolare
Sintomi della menopausa Galattorrea Iperprolattinemia Emorragia post parto6
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Cadute8 Affaticamento Dolore toracico7 Sensazione di anormalità Sensazione di freddo
Sete
Brividi di freddo Malessere
Sensazione di caldo Disturbo della
deambulazione
Esami diagnostici
Riduzione di peso Aumento di peso
Aumento della creatina fosfochinasi ematica Aumento della potassiemia
Aumento della colesterolemia

1 Casi di convulsione e casi di tinnito sono stati inoltre riportati dopo la sospensione del trattamento.

2 Casi di ipotensione ortostatica e sincope sono stati riportati soprattutto all’inizio del trattamento.

3 Vedere paragrafo 4.4.

4 Casi di comportamento aggressivo e ira sono stati riportati specialmente nelle fasi precoci del trattamento o dopo la sua sospensione. 5 Casi di ideazione suicida e comportamenti suicida sono stati riportati durante la terapia con duloxetina o nelle fasi precoci dopo la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.4). 6 Frequenza stimata delle reazioni avverse riportate durante il periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione; non osservate negli studi clinici controllati con placebo. 7 Differenza non statisticamente significativa dal placebo.

8 Le cadute sono state più comuni nei soggetti anziani (65 anni di età) 9 Frequenza stimata in base a tutti i dati degli studi clinici.

10 Frequenza stimata in base agli studi clinici controllati con placebo.

Descrizione di reazioni avverse selezionate

La sospensione della terapia con duloxetina (specialmente quando avviene in maniera brusca) porta comunemente alla comparsa di sintomi da sospensione. Le reazioni più comunemente riportate sono capogiro, disturbi del sensorio (incluse parestesie o sensazioni tipo scossa elettrica, con particolare localizzazione cranica), disturbi del sonno (insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilità, diarrea, iperidrosi e vertigini.

Generalmente, per gli SSRI e gli SNRI, questi eventi sono di entità da lieve a moderata ed auto- limitanti, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non è più necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Nei pazienti trattati con duloxetina l’intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca non è risultato diverso da quello osservato nei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati con duloxetina e in quelli trattati con placebo non sono state osservate differenze clinicamente significative per le misurazioni del QT, PR, QRS, o QTcB.

Popolazione pediatrica

In studi clinici, 509 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo depressivo maggiore e 241 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo d’ansia generalizzato, sono stati trattati con duloxetina. In generale, il profilo delle reazioni avverse con duloxetina in bambini e adolescenti è stato simile a quello osservato negli adulti.

Un totale di 467 pazienti pediatrici inizialmente randomizzati a duloxetina in studi clinici, hanno presentato una diminuzione media di peso di 0,1 kg alla decima settimana rispetto ad un aumento medio di 0,9 kg nei 353 pazienti trattati con placebo. Nella fase successiva, durante il periodo di 4-6 mesi di estensione dello studio, i pazienti hanno presentato mediamente la tendenza al recupero del percentile atteso per il loro peso basale previsto sulla base dei dati di popolazione di soggetti sani di pari età e sesso.

In studi della durata fino a 9 mesi nei pazienti pediatrici trattati con duloxetina (vedere paragrafo 4.4) è stata osservata una diminuzione media complessiva dell’1% del percentile altezza [una diminuzione del 2% nei bambini (di età compresa tra 7 e 11 anni) ed un aumento dello 0,3% negli adolescenti (di età compresa tra 12 e 17 anni)].

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del prodotto. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse .

 

04.9 Sovradosaggio

Indice

Sono stati riportati casi di sovradosaggio di duloxetina con dosi di 5.400 mg, in monoterapia o in combinazione con altri medicinali. Si sono verificati alcuni decessi, essenzialmente in associazione al sovradosaggio di vari medicinali, ma anche con duloxetina in monoterapia ad una dose di circa 1.000 mg. Segni e sintomi di sovradosaggio (con duloxetina in monoterapia o in associazione con altri medicinali) comprendono sonnolenza, coma, sindrome serotoninergica, convulsioni, vomito e tachicardia.

Non è noto alcun antidoto specifico per duloxetina, ma in caso di comparsa di segni e sintomi di sindrome serotoninergica può essere preso in considerazione un trattamento specifico (come quello con ciproeptadina e/o il controllo della temperatura). In tal caso deve essere assicurata la pervietà delle vie respiratorie. Si raccomanda un monitoraggio dei segni cardiaci e vitali, insieme con appropriate terapie di supporto e sintomatiche. Il lavaggio gastrico può essere indicato se viene effettuato poco dopo l’ingestione di duloxetina o in pazienti sintomatici. Il carbone attivo può essere utile nel ridurne l’assorbimento. Duloxetina ha un ampio volume di distribuzione e la diuresi forzata, l’emoperfusione e la perfusione a scambio è improbabile che diano beneficio.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: Altri antidepressivi. Codice ATC: N06AX21.

Meccanismo d’azione

Duloxetina è un inibitore combinato della ricaptazione di serotonina (5-HT) e noradrenalina (NA). Duloxetina inibisce debolmente la ricaptazione della dopamina con nessuna affinità significativa per i recettori istaminergici, dopaminergici, colinergici ed adrenergici. Duloxetina aumenta in maniera dose- dipendente i livelli extracellulari di serotonina e noradrenalina in varie aree cerebrali degli animali.

Efficacia e sicurezza clinica Disturbo depressivo maggiore:

Duloxetina è stato studiato in un programma clinico comprendente 3.158 pazienti (esposizione di 1.285 pazienti all’anno) che rispondevano ai criteri del DSM-IV per la depressione maggiore. L’efficacia di duloxetina al dosaggio raccomandato di 60 mg una volta al giorno, in acuto a dosaggio fisso, è stata dimostrata in tutti e tre gli studi clinici, randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, effettuati su pazienti ambulatoriali adulti con disturbo depressivo maggiore. Complessivamente, l’efficacia di duloxetina è stata dimostrata con dosaggi giornalieri tra 60 e 120 mg in cinque su sette studi clinici condotti in acuto a dosaggio fisso, randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, effettuati su pazienti ambulatoriali adulti con disturbo depressivo maggiore.

Duloxetina ha dimostrato una superiorità statistica rispetto al placebo misurata come miglioramento del punteggio totale alla Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D) a 17 item (che comprende sia i sintomi somatici sia quelli emotivi della depressione). Anche i tassi di risposta e di remissione furono statisticamente e significativamente più alti con duloxetina rispetto al placebo. Solo una piccola parte dei pazienti arruolati negli studi clinici pivotal aveva una grave depressione (HAM-D di base > 25).

In uno studio di prevenzione delle ricadute, i pazienti che rispondevano ad un trattamento acuto di 12 settimane con duloxetina in aperto a 60 mg una volta al giorno, sono stati randomizzati a ricevere Duloxetina 60 mg una volta al giorno o placebo per un ulteriore periodo di 6 mesi. Duloxetina 60 mg una volta al giorno ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa in confronto al placebo (p = 0,004) per quanto concerne l’esito principale, la prevenzione della ricaduta depressiva, misurata come tempo intercorso per la ricaduta. L’incidenza della ricaduta durante il periodo di 6 mesi di follow-up in doppio cieco fu, rispettivamente, del 17 % e del 29 % per duloxetina e placebo.

Durante un trattamento di 52 settimane in doppio cieco controllato con placebo, i pazienti con disturbo depressivo maggiore (DDM) ricorrente trattati con duloxetina, avevano un periodo di tempo libero da sintomi, significativamente più lungo (p < 0.001) rispetto ai pazienti randomizzati con placebo. Tutti i pazienti avevano precedentemente risposto alla duloxetina durante un trattamento in aperto (da 28 a 34 settimane) a dose di 60- 120 mg al giorno. Durante la fase di trattamento di 52 settimane in doppio cieco controllato con placebo, il 14,4% dei pazienti trattati con duloxetina e il 33,1% dei pazienti trattati con placebo, presentavano una ricomparsa dei loro sintomi depressivi (p < 0.001).

L’effetto di duloxetina 60 mg una volta al giorno nei pazienti anziani (≥ 65 anni) depressi è stato specificamente verificato in uno studio che mostrava una differenza statisticamente significativa nella riduzione del punteggio della scala HAM-D 17 nei pazienti trattati con duloxetina rispetto a quelli con placebo. La tollerabilità di duloxetina 60 mg una volta al giorno nei pazienti anziani è stata paragonabile a quella osservata negli adulti più giovani. Tuttavia, i dati sui pazienti anziani trattati con la dose massima (120 mg al giorno) sono limitati e pertanto, si raccomanda cautela nel trattamento di questa popolazione di pazienti.

Disturbo d’ansia generalizzato:

La duloxetina ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa rispetto al placebo in cinque studi su cinque, inclusi 4 studi in acuto randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo ed uno studio di prevenzione delle ricadute in pazienti adulti con disturbo d’ansia generalizzato.

La duloxetina ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa rispetto al placebo misurata dal miglioramento del punteggio totale alla Hamilton Anxiety Scale (HAM-A) e del punteggio relativo al deficit di funzionamento globale alla Sheehan Disability Scale (SDS). Anche le percentuali di risposta e di remissione sono state più alte con duloxetina rispetto al placebo. La duloxetina ha mostrato risultati di efficacia comparabili a venlafaxina in termini di miglioramento del punteggio totale alla HAM-A.

In uno studio di prevenzione delle ricadute, i pazienti che rispondevano a 6 mesi di trattamento acuto in aperto con duloxetina ,sono stati randomizzati a ricevere duloxetina o placebo per un ulteriore periodo di 6 mesi. L’impiego di duloxetina da 60 mg fino a 120 mg una volta al giorno ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa in confronto al placebo (p < 0.001) per quanto concerne la prevenzione delle ricadute, misurata come tempo intercorso per la ricaduta. L’incidenza delle ricadute durante il periodo di 6 mesi di follow-up in doppio cieco è stata del 14% con duloxetina e del 42 % con placebo.

L’efficacia di duloxetina 30-120 mg (dosaggio flessibile) una volta al giorno nei pazienti anziani (oltre 65 anni) con disturbo d’ansia generalizzato è stata valutata in uno studio che ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nel punteggio totale della HAM-A nei pazienti trattati con duloxetina rispetto ai pazienti trattati con placebo. L’efficacia e la sicurezza di Duloxetina 30- 120 mg una volta al giorno nei pazienti anziani con disturbo d’ansia generalizzato è stato simile a quello osservato negli studi con pazienti adulti più giovani. Comunque, i dati sui pazienti anziani trattati con il massimo dosaggio (120 mg al giorno) sono limitati e, pertanto, si raccomanda cautela quando si usa questo dosaggio nella popolazione anziana.

Popolazione pediatrica

La duloxetina non è stata studiata in pazienti di età sotto ai 7 anni.

Due studi clinici in parallelo, randomizzati, in doppio cieco, sono stati effettuati su 800 pazienti pediatrici di età variabile da 7 a 17 anni con disturbo depressivo maggiore (vedere paragrafo 4.2). Questi due studi includevano una fase acuta di 10 settimane controllata con placebo eprincipio attivo (fluoxetina) seguita da un periodo di sei mesi di estensione del trattamento controllato con principio attivo. Né la duloxetina (30-120 mg) né il braccio di controllo con principio attivo (fluoxetina 20-40 mg) sono risultati statisticamente differenti dal placebo sul cambiamento dal basale all’endpoint nel punteggio totale della Children’s Depression Rating Scale-Rivisitata (CDRS-R). La sospensione a causa di eventi avversi è stata più alta nei pazienti che assumevano duloxetina rispetto a quelli trattati con fluoxetina, soprattutto per quanto riguarda la nausea. Durante il periodo di trattamento acuto di 10 settimane, sono stati riportati comportamenti suicidii (con duloxetina 0/333 [0%], con fluoxetina 2/225 [0,9%], con placebo 1/220 [0,5%]). Durante tutto il periodo di 36 settimane dello studio, 6 dei 333 pazienti inizialmente randomizzati a duloxetina e 3 dei 225 pazienti inizialmente randomizzati a fluoxetina, hanno manifestato un comportamento suicidario (il tasso regolato in base alll’esposizione è stato di 0.039 eventi per pazienti/anno con duloxetina e 0.026 con fluoxetina). Inoltre, un paziente che era passato da placebo a duloxetina aveva manifestato un comportamento suicidario durante il trattamento con duloxetina.

Uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, è stato effettuato su 272 pazienti di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo d’ansia generalizzato. Lo studio comprendeva una fase acuta controllata con placebo della durata di 10 settimane, seguita da un periodo di estensione del trattamento di 18 settimane. In questo studio è stato usato un dosaggio flessibile, per consentire un lento aumento del dosaggio da 30 mg una volta al giorno ai dosaggi più alti (fino a un massimo di 120 mg una volta al giorno). Il trattamento con duloxetina ha mostrato un miglioramento statisticamente e significativamente maggiore dei sintomi associati al disturbo d’ansia generalizzato, come è risultato dal punteggio di gravità PARS per il disturbo d’ansia generalizzato [con una differenza media tra duloxetina e placebo di 2.7 punti (95% CI 1.3-4.0)], dopo 10 settimane di trattamento. Il mantenimento dell’effetto non è stato valutato. Durante la fase acuta di trattamento di 10 settimane non c’è stata una differenza statisticamente significativa nella sospensione del trattamento a causa degli eventi avversi tra i gruppi duloxetina e placebo. Due pazienti che erano passati da placebo a duloxetina dopo la fase acuta hanno mostrato comportamenti suicidari con l’assunzione di duloxetina durante la fase di estensione. In questa fascia di età non è stata stabilita una conclusione sul complessivo rapporto beneficio/rischio (vedere anche paragrafi 4.2 e 4.8).

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Duloxetina in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento del disturbo depressivo maggiore, e del disturbo d’ansia generalizzato. Vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

La duloxetina viene somministrata come singolo enantiomero. La duloxetina è ampiamente metabolizzata dai sistemi enzimatici di ossidazione (CYP1A2 e il polimorfo CYP2D6), seguiti da quelli di coniugazione. La farmacocinetica di duloxetina dimostra un’ampia variabilità intersoggetto (generalmente del 50-60 %), in parte dovuta al genere, all’età, all’esposizione al fumo e alla condizione del metabolizzatore CYP2D6.

Assorbimento: la duloxetina è ben assorbita dopo somministrazione orale con una Cmax che viene raggiunta 6 ore dopo la somministrazione della dose. La biodisponibilità orale assoluta di duloxetina varia dal 32% all’80% (in media del 50 %). Il cibo ritarda il tempo necessario per raggiungere il picco di concentrazione di 6 -10 ore e diminuisce marginalmente l’entità dell’assorbimento (di circa l’11%). Queste variazioni non hanno alcuna rilevanza clinica.

Distribuzione: la duloxetina è legata alle proteine plasmatiche umane approssimativamente per il 96%. La duloxetina si lega sia all’albumina che all’alfa-1 glicoproteina acida. Il legame con le proteine non è influenzato dalla compromissione renale o epatica.

Biotrasformazione: la duloxetina viene estensivamente metabolizzata ed i metaboliti vengono eliminati principalmente tramite le urine. Entrambi i citocromi P450-2D6 e 1A2 catalizzano la formazione dei due maggiori metaboliti, il glucoronide coniugato di 4-idrossi duloxetina ed il solfato coniugato del 5-idrossi 6- metossi duloxetina. Sulla base di studi condotti in vitro, i metaboliti circolanti di duloxetina sono considerati farmacologicamente inattivi. La farmacocinetica di duloxetina in pazienti che sono metabolizzatori lenti del CYP2D6 non è stata studiata in maniera specifica. Dati limitati suggeriscono che in questi pazienti i livelli plasmatici di duloxetina sono più elevati.

Eliminazione: L’emivita di eliminazione di duloxetina varia da 8 a 17 ore (in media 12 ore). Dopo una dose per via endovenosa la clearance plasmatica di duloxetina varia da 22 l/ora a 46 l/ora (in media, 36 l/ora). Dopo una dose orale la clearance plasmatica apparente di duloxetina varia da 33 a 261 l/ora (in media, 101 l/ora).

Popolazioni speciali

Genere: Tra maschi e femmine sono state identificate differenze farmacocinetiche (la clearance plasmatica apparente è circa il 50 % più bassa nelle femmine). In base alla sovrapposizione nella variabilità della clearance, le differenze farmacocinetiche legate al genere non giustificano la raccomandazione di usare un dosaggio più basso nei pazienti di sesso femminile.

Età: Differenze farmacocinetiche sono state riscontrate tra le donne più giovani e quelle anziane (≥ 65 anni) (negli anziani l’AUC aumenta di circa il 25% e l’emivita è più lunga di circa il 25%), sebbene la grandezza di queste variazioni non sia sufficiente a giustificare aggiustamenti del dosaggio. Come raccomandazione generale, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Compromissione renale: I pazienti con nefropatia in stadio terminale(ESRD) in terapia dialitica hanno valori della Cmax e dell’AUC di duloxetina 2 volte più elevati rispetto ai soggetti sani. I dati di farmacocinetica della duloxetina sono limitati nei pazienti con compromissione renale di entità lieve o moderata.

Compromissione epatica: L’epatopatia di grado moderato (classe B secondo la classificazione di Child-Pugh) influenza le proprietà farmacocinetiche di duloxetina. Nei pazienti con epatopatia di grado moderato la clearance plasmatica apparente di duloxetina risulta essere più bassa del 79 %, l’emivita terminale apparente è 2,3 volte più lunga e l’AUC è 3,7 volte più elevata rispetto ai soggetti sani. La farmacocinetica di duloxetina e dei suoi metaboliti non è stata studiata nei pazienti con lieve o grave insufficienza epatica.

Donne durante l’allattamento: La distribuzione di duloxetina è stata studiata in 6 donne in allattamento che eranoad almeno 12 settimane dal parto. La duloxetina è stata ritrovata nel latte materno con concentrazioni allo steady-state di circa 1/4 di quelle presenti nel plasma. La quantità di duloxetina nel latte materno è stata circa 7 μg/die per un dosaggio giornaliero di 40 mg due volte al giorno. L’allattamento non ha mostrato influenza sulla farmacocinetica della duloxetina.

Popolazione pediatrica: La farmacocinetica di duloxetina in pazienti pediatrici di età variabile da 7 a 17 anni con disturbo depressivo maggiore, a seguito della somministrazione orale di un regime di dosaggio variabile da 20 a 120 mg una volta al giorno, è stata caratterizzata mediante un’analisi di modellizzazione della popolazione, basata sui dati provenienti da 3 studi. Nei pazienti pediatrici le concentrazioni plasmatiche di duloxetina allo steady-state come predette dal modello sono risultate per lo più essere all’interno dell’intervallo di concentrazione osservato nei pazienti adulti.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La duloxetina non si è rivelata genotossica in una batteria standard di test e non si è rivelata cancerogena nei ratti.

In studi di cancerogenesi su ratto, cellule multinucleate sono state osservate nel fegato in assenza di altre modificazioni istopatologiche. Il meccanismo sottostante e la rilevanza clinica sono sconosciuti. Le femmine di topo che hanno ricevuto duloxetina per 2 anni hanno presentato una maggiore incidenza di adenomi epatocellulari e carcinomi soltanto con il dosaggio più alto (144 mg/kg/die), ma questi sono stati ritenuti secondari all’induzione del sistema microsomiale epatico. La rilevanza per l’uomo di questi dati sul topo è sconosciuta. Le femmine di ratto che ricevevano duloxetina (45 mg/kg/die) prima e durante l’accoppiamento e le fasi iniziali di gravidanza hanno avuto una diminuzione del consumo di cibo materno e del peso corporeo, un’interruzione del ciclo di estro, una diminuzione degli indici di natalità e di sopravvivenza della progenie ed un ritardo di crescita della progenie per livelli di esposizione sistemica ritenuti essere almeno uguali ai livelli di esposizione clinica massima (AUC). In uno studio di embriotossicità effettuato nel coniglio, è stata osservata una più alta incidenza di malformazioni cardiovascolari e scheletriche per livelli di esposizione sistemica al di sotto dell’esposizione clinica massima (AUC). In un altro studio effettuato per testare una dose più alta di un sale diverso di duloxetina, non sono state osservate malformazioni. In studi di tossicità pre-natale e post-natale effettuati sul ratto, la duloxetina ha indotto effetti comportamentali avversi nella prole per livelli di esposizione sistemica inferiori all’esposizione clinica massima (AUC).

Studi su giovani ratti, rivelano transitori effetti neurocomportamentali, nonché una diminuzione significativa del peso corporeo e del consumo di cibo, induzione di enzimi epatici e vacuolizzazione epatocellulare con dosaggio pari a 45 mg/kg/die. Il profilo di tossicità generale di duloxetina nei ratti giovani è stato simile a quello riscontrato nei ratti adulti. Il NOAEL (la dose senza effetto avverso osservabile) è stato fissato a 20 mg/kg/die.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Contenuto della capsula: Ipromellosa Sfere di zucchero (saccarosio e amido di mais) Talco Saccarosio Ftalato ipromelloso Trietilcitrato Involucro della capsula: Gelatina Biossido di titanio (E171) Ossido di ferro giallo (E172) (presente solo in Dulxetenon 90 mg) Indigotina (E 132)

 

06.2 Incompatibilità

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Non applicabile

 

06.3 Periodo di validità

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2 anni

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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blister (PA/Al/PVC): Nessuna precauzione particolare per la conservazione.

Blister (PVC/PE/PVDC//Al): Non conservare a temperatura superiore ai 30º C. Conservare nella confezione originale.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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blister (PA/Al/PVC) o PVC/PE/PVDC//Al Dulxetenon 90 mg è disponibile in confezioni da 28 e 98 capsule. Dulxetenon 120 mg è disponibile in confezioni da 28 e 98 capsule.

É possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Neuraxpharm Italy S.p.A. Via Piceno Aprutina, 47 63100 Ascoli Piceno, Italia

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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049202017 – "90 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 28 CAPSULE IN BLISTER PA/AL/PVC/AL 049202029 – "90 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 98 CAPSULE IN BLISTER PA/AL/PVC/AL 049202031 – "90 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 28 CAPSULE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL 049202043 – "90 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 98 CAPSULE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL 049202056 – "120 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 28 CAPSULE IN BLISTER PA/AL/PVC/AL 049202068 – "120 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 98 CAPSULE IN BLISTER PA/AL/PVC/AL 049202070 – "120 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 28 CAPSULE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL 049202082 – "120 mg CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI" 98 CAPSULE IN BLISTER PVC/PE/PVDC/AL

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 09/05/2023