Roferon A 18 Mui: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Roferon A 18 Mui

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Roferon A 18 Mui: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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ROFERON-A 18 MUI

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Roferon-A è disponibile in cartucce come soluzione iniettabile pronta all’uso. Ogni cartuccia contiene 18 milioni di Unità Internazionali di interferone alfa-2a per 0,6 millilitri* (18 MUI/0,6 ml).

*Contiene sovradosaggi di volume.

Interferone alfa-2a ricombinante prodotto mediante tecniche di ingegneria genetica da Escherichia coli.

Per gli eccipienti, vedere 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Cartucce contenenti soluzione iniettabile.

La soluzione è chiara, da incolore a leggermente gialla.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Roferon-A è indicato per il trattamento di:

Leucemia a cellule capellute.

Pazienti affetti da AIDS con sarcoma di Kaposi asintomatico progressivo con una conta di CD4 > 250/mm³.

Leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica. Roferon-A non è un trattamento alternativo per pazienti con LMC che hanno un parente HLA identico e per coloro per i quali è possibile o è programmato nell’immediato futuro un trapianto di midollo osseo allogenico. Non è ancora noto se per questa indicazione Roferon-A possa essere considerato trattamento potenzialmente curativo.

Linfoma cutaneo a cellule T. L’interferone alfa-2a (Roferon-A) può dimostrarsi attivo in pazienti con malattia progressiva e che siano non responsivi o non sottoponibili alla terapia convenzionale.

Pazienti in età adulta affetti da epatite cronica B comprovata istologicamente, con marcatori sierici di replicazione virale, cioè pazienti che risultino positivi per HBV-DNA o HBeAg.

Pazienti in età adulta con epatite cronica C comprovata istologicamente, positivi per gli anticorpi anti-HCV o per HCV-RNA e con elevati livelli sierici di alanino amino transferasi (ALT) senza scompenso epatico.

L’efficacia dell’interferone alfa-2a nel trattamento dell’epatite C aumenta quando somministrato in associazione con ribavirina. Roferon-A deve essere somministrato in monoterapia principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina.

Linfoma non Hodgkin follicolare.

Carcinoma renale avanzato.

Pazienti con melanoma maligno di stadio II secondo la classificazione AJCC (spessore del tumore secondo Breslow maggiore di 1,5 mm, assenza di interessamento linfonodale o diffusione cutanea), che risultano liberi da malattia dopo resezione chirurgica.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Non tutti i dosaggi disponibili di Roferon-A possono essere utilizzati per tutte le indicazioni riportate nel paragrafo 4.1 Indicazioni terapeutiche. Il dosaggio prescritto deve corrispondere alla dose raccomandata per ogni singola indicazione.

Leucemia a cellule capellute:

Dosaggio Iniziale:

Tre milioni di UI al giorno, somministrati con iniezione sottocutanea per 16-24 settimane. Se compare intolleranza, occorre ridurre la dose giornaliera a 1,5 milioni di UI oppure portare la somministrazione a tre volte la settimana, o effettuare entrambe le cose.

Dosaggio di mantenimento:

Tre milioni di UI, somministrati tre volte alla settimana con iniezione sottocutanea. Se compare intolleranza, occorre ridurre il dosaggio a 1,5 milioni UI tre volte alla settimana.

Durata del trattamento:

I pazienti devono essere trattati per circa sei mesi prima che il medico possa decidere se continuare il trattamento per i pazienti responsivi o sospenderlo in quelli non responsivi. Alcuni pazienti sono stati trattati anche per 20 mesi consecutivi. La durata ottimale del trattamento con Roferon-A nella leucemia a cellule capellute non è ancora stata determinata.

La minima dose efficace di Roferon-A nella leucemia a cellule capellute non è stata stabilita.

Sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS:

Roferon-A è indicato per il trattamento di pazienti affetti da AIDS con sarcoma di Kaposi asintomatico progressivo con una conta di CD4 > 250/mm³. I pazienti affetti da AIDS con conta di CD4 < 250/mm³, o quelli con storia di infezioni opportunistiche o sintomi costituzionali, hanno minori probabilità di rispondere alla terapia con Roferon-A e pertanto non devono essere trattati. La posologia ottimale non è ancora stata definitivamente stabilita.

Roferon-A non deve essere utilizzato in associazione con inibitori della proteasi. Ad eccezione della zidovudina, non esistono dati di sicurezza relativamente alla combinazione di Roferon-A con gli inibitori della trascrittasi inversa.

Dosaggio iniziale:

Roferon-A deve essere somministrato per iniezione sottocutanea con dosaggio crescente fino ad almeno 18 milioni UI al giorno e, se possibile, fino a 36 milioni UI al giorno per un totale di dieci-dodici settimane in pazienti di 18 anni o più di età. Lo schema consigliato per l’aumento del dosaggio è il seguente:

giorni 1-3 3 milioni UI al giorno

giorni 4-6 9 milioni UI al giorno

giorni 7-9 18 milioni UI al giorno e, se tollerato, incremento a:

giorni 10-84 36 milioni UI al giorno

Dosaggio di mantenimento:

Roferon-A deve essere somministrato per iniezione sottocutanea tre volte alla settimana alla dose massima tollerata dal paziente, ma senza superare i 36 milioni UI.

I pazienti affetti da sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS trattati con 3 milioni UI di Roferon-A al giorno hanno mostrato un tasso di risposta inferiore rispetto a quelli trattati con i dosaggi raccomandati.

Durata del trattamento:

È necessario documentare l’evoluzione delle lesioni allo scopo di determinare la risposta alla terapia. I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di 10 settimane e preferibilmente per almeno dodici settimane prima che il medico possa decidere se proseguire il trattamento per i pazienti responsivi o sospenderlo per quelli non responsivi. I pazienti hanno generalmente mostrato segni di risposta dopo circa tre mesi di terapia. Alcuni pazienti sono stati trattati anche per 20 mesi consecutivi. Se si verifica risposta al trattamento, esso deve proseguire almeno fino a quando non resta nessun segno di neoplasia. La durata ottimale del trattamento con Roferon-A del sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS non è stata determinata.

Nota:

Le lesioni del sarcoma di Kaposi recidivano frequentemente quando il trattamento con Roferon-A è sospeso.

Leucemia mieloide cronica:

Roferon-A è indicato per il trattamento di pazienti affetti da leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica. Roferon-A non è un trattamento alternativo per pazienti con LMC che hanno un parente HLA identico e per coloro per i quali è possibile o è programmato nell’immediato futuro un trapianto di midollo osseo allogenico.

Roferon-A determina remissione ematologica nel 60% dei pazienti con LMC in fase cronica, indipendentemente dai precedenti trattamenti. Due terzi di questi pazienti hanno risposte ematologiche complete che si verificano entro 18 mesi dall’inizio del trattamento.

Contrariamente alla chemioterapia citotossica, l’interferone alfa-2a è in grado di determinare prolungate risposte citogenetiche di durata superiore ai 40 mesi. Non è ancora noto se Roferon-A possa essere considerato trattamento potenzialmente curativo per questa indicazione.

Dosaggio:

Si raccomanda di somministrare Roferon-A per via sottocutanea per 8-12 settimane nei pazienti di 18 anni o più di età. Lo schema raccomandato è il seguente:

giorni 1-3 3 milioni UI al giorno

giorni 4-6 6 milioni UI al giorno

giorni 7-84 9 milioni UI al giorno

Durata del trattamento:

I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di otto settimane, preferibilmente per almeno dodici settimane, prima che il medico possa decidere se continuare o meno il trattamento nei pazienti responsivi o sospenderlo in quelli che non mostrano modificazioni dei parametri ematologici. I pazienti responsivi devono essere trattati fino al conseguimento della risposta ematologica completa o per un periodo massimo di 18 mesi. Tutti i pazienti che ottengono una risposta ematologica completa devono proseguire il trattamento con 9 milioni UI al giorno (ottimale) o 9 milioni UI tre volte alla settimana (minimo) allo scopo di ottenere una risposta citogenetica nel minor tempo possibile. La durata ottimale del trattamento con Roferon-A per la leucemia mieloide cronica non è stata determinata anche se sono state osservate risposte citogenetiche due anni dopo l’inizio del trattamento.

La sicurezza, l’efficacia e il dosaggio ottimale di Roferon-A nei bambini affetti da LMC non sono stati ancora stabiliti.

Linfoma cutaneo a cellule T (LCCT):

L’interferone alfa-2a (Roferon-A) può essere attivo in pazienti affetti da linfoma cutaneo a cellule T in progressione che siano refrattari o non elegibili alla terapia convenzionale.

Il dosaggio ottimale non è stato stabilito.

Dosaggio iniziale:

Roferon-A deve essere somministrato per iniezione sottocutanea a dosi crescenti fino ad arrivare a 18 milioni UI al giorno per un totale di 12 settimane in pazienti di 18 anni o più di età. Lo schema raccomandato per l’aumento di dosaggio è il seguente:

giorni 1-3 3 milioni UI al giorno

giorni 4-6 9 milioni UI al giorno

giorni 7-84 18 milioni UI al giorno

Dosaggio di mantenimento:

Roferon-A deve essere somministrato per iniezione sottocutanea tre volte alla settimana al dosaggio massimo tollerato dal paziente, che non deve comunque superare i 18 milioni UI.

Durata del trattamento:

I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di otto settimane e, preferibilmente, per almeno dodici settimane prima che il medico possa decidere se continuare il trattamento nei pazienti responsivi o se sospenderlo in quelli non responsivi. La durata minima del trattamento nei pazienti responsivi deve essere di 12 mesi allo scopo di rendere massime le possibilità di ottenere risposte complete e di migliorare la possibilità di una risposta prolungata. Alcuni pazienti sono stati trattati anche per 40 mesi consecutivi. La durata ottimale del trattamento con Roferon-A per il linfoma cutaneo a cellule T non è stata determinata.

Avvertenza:

Non sono state osservate risposte tumorali obiettive nel 40% circa dei pazienti con LCCT. Le risposte parziali compaiono abitualmente entro 3 mesi e quelle complete entro 6 mesi anche se occasionalmente è possibile che sia necessario più di un anno per ottenere la risposta migliore.

Epatite cronica B:

Roferon-A è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da epatite cronica B comprovata istologicamente con markers della replicazione virale, cioè quelli positivi per HBV-DNA o HBeAg.

Raccomandazioni per il dosaggio:

Lo schema ottimale di trattamento non è ancora stato stabilito. La dose è abitualmente compresa tra 2,5 milioni UI e 5,0 milioni UI/m² di superficie corporea somministrati per iniezione sottocutanea tre volte alla settimana per un periodo di 4-6 mesi.

Il dosaggio può essere aggiustato in base alla tolleranza del paziente nei confronti del farmaco. Se non si osserva alcun miglioramento dopo 3-4 mesi di trattamento, deve essere presa in considerazione l’ipotesi di sospendere la terapia.

Bambini: sono state somministrate, senza pericolo, dosi fino a 10 milioni UI/m² a bambini affetti da epatite cronica B. Tuttavia, non è stata dimostrata una efficacia della terapia.

Epatite cronica C:

ROFERON-A IN ASSOCIAZIONE CON RIBAVIRINA:

Pazienti con recidiva:

Roferon-A viene somministrato in associazione con ribavirina in pazienti adulti con epatite cronica C che hanno precedentemente risposto alla monoterapia con interferone alfa, ma che hanno recidivato dopo la fine del periodo di trattamento.

Dosaggio:

Roferon-A: 4,5 MUI 3 volte alla settimana per iniezione sottocutanea per un periodo di 6 mesi.

Dosaggio di Ribavirina:

Dose di ribavirina: da 1000 a 1200 mg/die divisi in due somministrazioni (una al mattino con la colazione e una con il pasto serale). Fare riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto della ribavirina per ulteriori dettagli sulla posologia e sul modo di somministrazione della ribavirina.

Pazienti naive:

L’efficacia dell’interferone alfa-2a nel trattamento dell’epatite C aumenta in associazione con ribavirina. Roferon-A deve essere somministrato in monoterapia principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina.

Dosaggio:

Roferon-A: da 3 a 4,5 MUI 3 volte alla settimana per iniezione sottocutanea per un periodo di almeno 6 mesi. Nei pazienti con HCV-RNA negativo dopo 6 mesi di terapia e con genotipo 1 e alta carica virale pre-trattamento, il trattamento deve essere proseguito per ulteriori 6 mesi.

Dosaggio di Ribavirina: vedi sopra

Altri fattori prognostici negativi (età > 40 anni, sesso maschile, fibrosi a ponte) devono essere presi in considerazione per il proseguimento della terapia fino a 12 mesi.

I pazienti che non hanno ottenuto una risposta virologica dopo 6 mesi di trattamento (HCV-RNA al di sotto dei limiti di determinazione) generalmente non raggiungono una risposta virologica sostenuta (HCV-RNA al di sotto dei limiti di determinazione sei mesi dopo la sospensione del trattamento).

Roferon-A in monoterapia:

Roferon-A in monoterapia deve essere somministrato principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina.

Dosaggio iniziale:

Roferon-A deve essere somministrato come terapia di induzione ad una dose da 3 a 6 milioni UI per iniezione sottocutanea tre volte la settimana per sei mesi, se tollerato dal paziente. Nei pazienti che non rispondono dopo tre o quattro mesi di trattamento, deve essere presa in considerazione la sospensione di Roferon-A.

Dosaggio di mantenimento:

I pazienti che hanno ottenuto la normalizzazione dei livelli sierici di ALT e/o nei quali l’HCV-RNA non è più rilevabile, richiedono una terapia di mantenimento alla dose di 3 milioni UI di Roferon-A tre volte la settimana per ulteriori sei mesi o più a lungo, al fine di consolidare la risposta completa. La durata ottimale del trattamento non è stata ancora stabilita, ma è consigliata una terapia di almeno 12 mesi.

Nota:

Dopo un adeguato trattamento con Roferon-A in monoterapia, la comparsa di una eventuale recidiva avviene, nella maggior parte dei pazienti, entro quattro mesi dal termine del ciclo terapeutico.

Linfoma non Hodgkin follicolare:

Roferon-A prolunga la sopravvivenza libera da malattia e da progressione della malattia quando viene utilizzato come trattamento addizionale a regimi chemioterapici di tipo CHOP in pazienti con linfoma non Hodgkin follicolare avanzato (massa tumorale elevata). Tuttavia, l’efficacia del trattamento additivo con interferone alfa-2a sulla sopravvivenza complessiva a lungo termine di questi pazienti non è stata ancora definita.

Dosaggio raccomandato:

Roferon-A deve essere somministrato contemporaneamente ad un regime chemioterapico convenzionale (quale la combinazione di ciclofosfamide, prednisone, vincristina e doxorubicina) alla dose di 6 milioni UI/m² per via sottocutanea dal giorno 22 al giorno 26 di ciascun ciclo di 28 giorni.

Carcinoma renale avanzato:

La terapia con Roferon-A in combinazione con vinblastina induce una percentuale di risposte globali di circa il 17-26%, ritarda la progressione della malattia e prolunga la sopravvivenza complessiva in pazienti con carcinoma renale avanzato.

Dosaggio raccomandato:

Roferon-A deve essere somministrato per iniezione sottocutanea alla dose di 3 milioni UI tre volte la settimana per una settimana, 9 milioni UI tre volte la settimana per la settimana seguente e 18 milioni UI tre volte la settimana successivamente.

La vinblastina deve essere somministrata contemporaneamente per via endovenosa secondo le modalità di impiego raccomandate, alla dose di 0,1 mg/kg una volta ogni tre settimane.

Se il Roferon-A alla dose di 18 milioni UI tre volte la settimana non è tollerato la dose può essere ridotta a 9 milioni UI tre volte la settimana.

Il trattamento deve essere effettuato da un minimo di tre mesi fino ad un massimo di 12 mesi o fino a comparsa di segni di progressione della malattia. I pazienti che raggiungono una risposta completa possono interrompere il trattamento tre mesi dopo la stabilizzazione della risposta.

Melanoma maligno trattato chirurgicamente:

La terapia adiuvante con bassi dosaggi di Roferon-A prolunga l’intervallo libero da malattia in pazienti con linfonodi indenni o assenza di metastasi a distanza dopo resezione chirurgica di melanoma (spessore del tumore > 1,5 mm).

Dosaggio raccomandato:

Roferon-A deve essere somministrato per via sottocutanea alla dose di 3 milioni UI tre volte la settimana per 18 mesi, iniziando il trattamento non più tardi di sei settimane dopo l’intervento chirurgico. In caso di intolleranza al trattamento, la dose deve essere ridotta a 1,5 milioni UI tre volte la settimana.

04.3 Controindicazioni

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Roferon-A è controindicato in pazienti con:

Storia di ipersensibilità all’interferone alfa-2a ricombinante o ad uno qualsiasi degli eccipienti,

Pazienti con gravi cardiopatie pre-esistenti o con storia di cardiopatia. Non è stato dimostrato alcun effetto cardiotossico diretto, ma è probabile che tossicità acute, auto-limitanti (cioè febbre, brividi) frequentemente associate alla somministrazione di Roferon-A possano esacerbare patologie cardiache pre-esistenti,

Gravi disfunzioni renali, epatiche o mieloidi,

Sindromi convulsive non controllate e/o compromissione della funzione del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.4),

Epatite cronica con forme di grado avanzato e scompensate di malattia epatica o cirrosi,

Epatite cronica che sia in trattamento o sia stata trattata di recente con agenti immunosoppressivi,

L’alcool benzilico, che è un eccipiente del Roferon-A soluzione iniettabile, è stato raramente associato ad eventi tossici potenzialmente fatali e reazioni anafilattoidi nei bambini fino a 3 anni. Pertanto, la soluzione iniettabile di Roferon-A non deve essere usata nei bambini prematuri, nei neonati, negli infanti o nei bambini piccoli. La soluzione di Roferon-A contiene 10 mg/ml di alcool benzilico.

Terapia di associazione con ribavirina: vedere anche le informazioni specifiche della ribavirina se l’interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Roferon-A deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico qualificato che abbia esperienza nella gestione della rispettiva indicazione. L’appropriata gestione della terapia e delle sue complicazioni è possibile solo quando siano facilmente disponibili adeguate strutture diagnostiche e terapeutiche.

I pazienti devono essere informati non solo dei benefici della terapia ma anche del fatto che probabilmente andranno incontro a reazioni avverse.

Ipersensibilità: se si verifica una reazione di ipersensibilità durante il trattamento con Roferon-A o nella terapia di associazione con ribavirina, il trattamento deve essere interrotto e deve essere istituita immediatamente una terapia medica appropriata. Episodi di rash transitori non necessitano di interruzione del trattamento.

In pazienti trapiantati (ad es. trapianti renali o di midollo osseo) l’immunosoppressione terapeutica può risultare indebolita in quanto gli interferoni esercitano anche una azione immunostimolante.

Infezioni: mentre la febbre può essere associata alla sindrome simil-influenzale comunemente riportata durante la terapia con interferone, altre cause di febbre persistente, in particolare infezioni gravi (di origine batterica, virale o micotica), devono essere escluse, specialmente nei pazienti con neutropenia. Infezioni gravi (batteriche, virali, fungine) sono state descritte durante il trattamento con alfa-interferoni, tra cui Roferon-A. In questi casi deve essere iniziata immediatamente una terapia anti-infettiva appropriata e deve essere presa in considerazione la sospensione della terapia.

Psichiatriche: nei pazienti sottoposti a terapia con interferoni, incluso Roferon-A, si possono manifestare gravi reazioni avverse di natura psichiatrica. Nei pazienti possono verificarsi depressione, idea di suicidio, tentativo di suicidio e suicidio, sia in presenza che in assenza di una precedente malattia psichiatrica. I medici devono monitorare tutti i pazienti trattati con Roferon-A per verificare l’insorgenza di depressione. I medici, prima dell’inizio della terapia, devono informare i pazienti della possibile insorgenza di stati depressivi e i pazienti devono segnalare immediatamente ogni segno o sintomo di depressione. In questi casi è necessario prendere in considerazione una cura psichiatrica e/o l’interruzione della somministrazione del farmaco.

Oftalmiche: come con altri interferoni, dopo trattamento con Roferon-A sono stati riportati casi di retinopatia, inclusa emorragia retinica, essudati cotonosi, papilledema, trombosi della vena o dell’arteria retinica e neuropatia ottica, che possono portare ad una perdita dell’acuità visiva. Ogni paziente con diminuzione o perdita dell’acuità visiva deve sottoporsi ad un esame oftalmologico. Poichè questi eventi a livello oculare possono essere associati ad altri stati patologici, si raccomanda di eseguire, nei pazienti affetti da diabete mellito o ipertensione, un esame della vista prima dell’inizio della monoterapia con Roferon-A o nella terapia di associazione con ribavirina. La monoterapia con Roferon-A o la terapia di associazione con ribavirina devono essere interrotte in pazienti che sviluppino nuovi disturbi oftalmici o loro peggioramenti.

Endocrine: in pazienti trattati con Roferon-A raramente è stata osservata iperglicemia. Tutti i pazienti che sviluppano sintomi di iperglicemia devono essere conseguentemente monitorati e seguiti per mezzo di misurazioni periodiche dei livelli circolanti di glucosio. Pazienti con diabete mellito possono necessitare di aggiustamenti del trattamento anti-diabetico.

Nel caso in cui sia presente una disfunzione renale, epatica o mieloide di grado da lieve a moderato, è necessario un attento monitoraggio di queste funzioni.

Funzionalità epatica: in rari casi l’interferone alfa è stato sospettato di causare un’esacerbazione di una malattia autoimmune sottostante in pazienti con epatite. Pertanto, occorre cautela quando vengono trattati pazienti affetti da epatite con storia di malattia autoimmune. Se in questi soggetti si sviluppa un’alterazione della funzionalità epatica, si deve prendere in considerazione la determinazione degli anticorpi autoimmuni. Se necessario si deve interrompere il trattamento.

Soppressione midollare: particolare cautela deve essere posta nel somministrare Roferon-A a pazienti con grave mielosoppressione in quanto esso possiede effetto soppressivo sul midollo, che porta ad una caduta della conta leucocitaria, in particolare dei granulociti, della conta piastrinica e, meno frequentemente, della concentrazione di emoglobina. Questo può portare ad un aumentato rischio di infezione o di emorragie. È importante monitorare attentamente questi eventi nei pazienti con l’esecuzione periodica di emocromi completi nel corso del trattamento con Roferon-A sia prima che ad opportuni intervalli durante la terapia.

Autoimmunitarie: è stato riportato lo sviluppo di diversi auto-anticorpi nel corso del trattamento con interferoni alfa. Le manifestazioni cliniche della patologia autoimmunitaria durante la terapia con interferone si verificano con frequenza maggiore in soggetti predisposti allo sviluppo di disturbi autoimmunitari. In pazienti con storia clinica di disturbi autoimmuni o disturbi autoimmuni sottostanti, si raccomanda sia il monitoraggio dei sintomi caratterizzanti tali disturbi sia la determinazione dei livelli di auto-anticorpi e di TSH.

L’impiego di Roferon-A nei bambini non è raccomandato in quanto non sono state stabilite sicurezza ed efficacia del Roferon-A nei bambini.

L’efficacia in pazienti con epatite cronica B o C in emodialisi o affetti da emofilia o coinfettati dal virus dell’immunodeficienza umana non è stata dimostrata.

Questo prodotto contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per 0,6 ml ed è quindi essenzialmente privo di sodio.

Terapia di associazione con ribavirina: vedere anche le informazioni specifiche della ribavirina se l’interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C.

I pazienti coinfetti con HIV e trattati con terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) presentano un aumentato rischio di sviluppare acidosi lattica. Si deve esercitare cautela quando si aggiungono Roferon-A e ribavirina alla terapia HAART (vedere l’RCP della ribavirina).

I pazienti coinfetti con un grado avanzato di cirrosi e trattati con terapia HAART presentano un aumentato rischio di scompenso epatico e morte. L’aggiunta del trattamento con interferoni alfa da soli o in combinazione con ribavirina può aumentare il rischio in questo gruppo di pazienti.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Poichè gli interferoni alfa alterano il metabolismo cellulare, esiste la possibilità che venga modificata l’attività di altri farmaci. In un piccolo studio, è stato dimostrato che Roferon-A ha un effetto su specifici sistemi enzimatici microsomiali. La rilevanza clinica di queste osservazioni non è nota.

Gli interferoni alfa possono interferire con i processi metabolici ossidativi; questo fatto deve essere tenuto presente quando si prescrivono terapie concomitanti a base di farmaci metabolizzati secondo questa via metabolica. Tuttavia, non sono ad oggi disponibili informazioni specifiche.

È stato dimostrato che Roferon-A riduce la clearance della teofillina.

Poichè Roferon-A può interferire con le funzioni del sistema nervoso centrale, possono verificarsi interazioni in seguito alla somministrazione concomitante di farmaci ad azione centrale. Gli effetti neurotossici, ematotossici o cardiotossici di farmaci somministrati in precedenza o contemporaneamente possono essere potenziati dagli interferoni.

Terapia di associazione con ribavirina: vedere anche le informazioni specifiche della ribavirina se l’interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Uomini e donne che assumono Roferon-A devono mettere in atto una contraccezione efficace. Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso di Roferon-A in donne in gravidanza. Quando sono state somministrate dosi largamente in eccesso rispetto alla dose raccomandata a scimmie rhesus gravide dall’inizio sino a metà gravidanza, è stato osservato un effetto abortivo (vedere paragrafo 5.3). Sebbene gli studi su animali non indicano che Roferon-A è teratogeno, non è possibile escludere un danno al feto in seguito all’impiego del farmaco in gravidanza. In gravidanza, Roferon-A deve essere somministrato solo se il beneficio per la donna giustifica il rischio potenziale per il feto.

Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte umano. È necessario decidere se sospendere l’allattamento al seno o sospendere il farmaco, tenendo presente l’importanza del farmaco per la madre.

Terapia di associazione con ribavirina: vedere anche le informazioni specifiche della ribavirina se l’interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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A seconda della dose e dello schema di somministrazione come anche della sensibilità del singolo paziente, Roferon-A può avere un effetto sulla velocità di reazione e questo può inficiare alcune operazioni quali la guida, l’impiego di macchinari, ecc.

04.8 Effetti indesiderati

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Terapia di associazione con ribavirina: vedere anche le informazioni specifiche della ribavirina se l’interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C.

I seguenti dati riguardanti le reazioni avverse si basano sulle informazioni ottenute dal trattamento di pazienti affetti da un’ampia gamma di tumori maligni e spesso resistenti alla precedente terapia ed affetti dalla malattia avanzata, pazienti con epatite cronica B e pazienti con epatite cronica C.

Circa due terzi dei pazienti affetti da tumore hanno sofferto di anoressia e metà dei pazienti ha lamentato episodi di nausea. In circa un quinto dei pazienti affetti da tumore sono stati osservati disturbi cardiovascolari e polmonari del tipo ipotensione transitoria, ipertensione, edemi, cianosi, aritmie, palpitazioni e dolore toracico. La maggior parte dei pazienti affetti da tumore ha ricevuto dosi significativamente più elevate della dose oggi raccomandata, il che può spiegare la maggiore frequenza e gravità delle reazioni avverse in questo gruppo di pazienti rispetto ai pazienti con epatite B in cui le reazioni avverse sono di solito transitorie ed i pazienti ritornano allo stato precedente il trattamento entro 1-2 settimane dopo la conclusione della terapia. Disturbi cardiovascolari sono stati osservati molto raramente in pazienti affetti da epatite B, in cui le variazioni dei livelli di transaminasi di solito segnalano un miglioramento delle condizioni cliniche del paziente.

La maggioranza dei pazienti ha lamentato sintomi simil-influenzali, come stanchezza, piressia, brividi, diminuzione dell’appetito, mialgia, cefalea, artralgia e diaforesi. Questi effetti indesiderati acuti di solito possono essere ridotti o eliminati mediante la somministrazione concomitante di paracetamolo e tendono a diminuire continuando la terapia o modificando la dose sebbene la continuazione della terapia possa provocare letargia, astenia e stanchezza.

Infezioni e infestazioni:

Rari: polmonite, herpes simplex (incluso il peggioramento dell’herpes labialis).

Patologie del sistema emolinfopoietico:

Molto comuni: leucopenia.

Comuni: trombocitopenia, anemia.

Rari: agranulocitosi, anemia emolitica.

Molto rari: porpora trombocitopenica idiopatica.

Nei pazienti mielosoppressi, la trombocitopenia e la diminuzione dell’emoglobina si sono verificate con maggiore frequenza. Il ritomo delle gravi deviazioni ematologiche ai livelli pre-trattamento si è solitamente ottenuto da sette a dieci giorni dopo l’interruzione del trattamento con Roferon-A.

Raramente gli interferoni alfa, incluso il Roferon-A, utilizzati in monoterapia o in combinazione con ribavirina, possono associarsi a pancitopenia, e molto raramente, è stata riscontrata anemia aplastica.

Disturbi del sistema immunitario:

Rari: disturbi auto-immunitari, reazioni di ipersensibilità acuta (ad esempio orticaria, angioedema, broncospasmo ed anafilassi).

Molto rari: sarcoidosi.

Patologie endocrine:

Rari: ipertiroidismo, ipotiroidismo, disfunzione tiroidea.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Molto comuni: anoressia, nausea, ipocalcemia inconsequenziale.

Non comuni: squilibrio elettrolitico, disidratazione.

Rari: iperglicemia.

Molto rari: diabete mellito, ipertrigliceridemia.

Disturbi psichiatrici:

Non comuni: depressione, ansia, alterazioni dello stato mentale, stato confusionale, comportamento anormale, nervosismo, alterazione della memoria, disturbi del sonno.

Rari: suicidio, tentativo di suicidio, idea di suicidio.

Patologie del sistema nervoso:

Molto comuni: cefalea.

Non comuni: neuropatia, stordimento, sonnolenza, disgeusia, parestesie, ipoestesie, tremore.

Rari: coma, accidente cerebrovascolare, convulsioni, disfunzione erettile transitoria.

Patologie dell’occhio:

Non comuni: congiuntivite, disturbi visivi.

Rari: retinopatia ischemica.

Molto rari: neuropatia ottica, trombosi dell’arteria retinica, trombosi della vena retinica, retinopatia, emorragia retinica, papilledema, essudati retinici.

Patologie dell’orecchio e del labirinto:

Non comuni: vertigini.

Patologie cardiache:

Non comuni: aritmia, incluso il blocco atrioventricolare, palpitazioni.

Rari: arresto cardiorespiratorio, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca congestizia, edema polmonare, cianosi.

Patologie vascolari:

Non comuni: ipertensione, ipotensione.

Rari: vasculite.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

Rari: dispnea, tosse.

Patologie gastrointestinali:

Molto comuni: diarrea.

Comuni: nausea/vomito.

Non comuni: dolore addominale, bocca secca.

Rari: ipermotilità intestinale, stitichezza, dispepsia, flatulenza, pancreatite.

Molto rari: riattivazione di ulcere peptiche, emorragia gastrointestinale senza pericolo di vita.

Patologie epatobiliari:

Rari: insufficienza epatica, epatite, disfunzione epatica.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Molto comuni: alopecia (reversibile alla sospensione del trattamento; un aumento della perdita di capelli può continuare per parecchie settimane dopo la fine del trattamento), aumentata sudorazione.

Non comuni: peggioramento o provocazione di psoriasi, prurito.

Rari: eruzione cutanea, pelle secca, epistassi, secchezza delle mucose, rinorrea.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

Molto comuni: mialgia, artralgia.

Rari: lupus eritematoso sistemico, artrite.

Patologie renali e urinarie:

Non comuni: proteinuria e aumento della conta cellulare nelle urine.

Rari: insufficienza renale acuta (principalmente in pazienti affetti da tumori con malattia renale), compromissione renale.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:

Molto comuni: malattia simil-influenzale, stanchezza, piressia, brividi, diminuzione dell’appetito.

Non comuni: dolore toracico, edema.

Molto rari: necrosi nella sede dell’iniezione, reazione nella sede dell’iniezione.

Esami diagnostici:

Non comuni: aumento delle ALT, aumento dei livelli ematici della fosfatasi alcalina, aumento delle transaminasi, diminuzione di peso.

Rari: aumento dei livelli ematici di LDH, bilirubina, creatinina, acido urico ed urea.

Anticorpi neutralizzanti anti-interferone possono formarsi in alcuni pazienti. In certe affezioni cliniche (tumori, lupus eritematoso sistemico, herpes zoster) anticorpi contro l’interferone umano leucocitario possono formarsi anche spontaneamente in pazienti che non hanno mai ricevuto interferoni esogeni. Il significato clinico dello sviluppo di anticorpi non è stato completamente chiarito.

Nel corso di studi clinici nei quali è stato utilizzato Roferon-A liofilizzato conservato a 25°C, sono stati rilevati anticorpi neutralizzanti Roferon-A in circa un quinto dei pazienti. In pazienti con epatite C è stata osservata, nei soggetti responsivi che sviluppavano anticorpi neutralizzanti, una tendenza alla perdita della risposta nel corso del trattamento e alla perdita della risposta anticipata rispetto ai pazienti che non sviluppavano tali anticorpi. Non è stata documentata nessun’altra correlazione clinica associata alla presenza di anticorpi verso Roferon-A. Il significato clinico dello sviluppo di anticorpi non è stato completamente chiarito.

Non sono ancora disponibili dati relativi agli anticorpi neutralizzanti ottenuti da studi clinici nei quali sia stato utilizzato Roferon-A liofilizzato o in soluzione iniettabile, conservato a 4°C. In un modello murino, è stato osservato che l’immunogenicità relativa di Roferon-A liofilizzato aumenta con il passare del tempo quando il materiale è conservato a 25°C, mentre non si rileva tale incremento di immunogenicità quando Roferon-A liofilizzato è conservato a 4°C, modalità di conservazione raccomandata.

04.9 Sovradosaggio

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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio, ma dosi di interferone ripetute ed elevate possono essere associate a grave letargia, affaticabilità, prostrazione e coma. Questi pazienti devono essere ospedalizzati per osservazione e per la somministrazione di adeguate terapie di supporto.

I pazienti che sperimentano reazioni gravi a Roferon-A si riprendono abitualmente entro qualche giorno dalla sospensione della terapia in seguito ad adeguate terapie di supporto. Il coma è stato osservato nello 0,4% dei pazienti neoplastici inseriti negli studi clinici.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: citochine ed immunomodulatori, Interferoni

codice ATC: L03AB04

È stato dimostrato che Roferon-A possiede numerose delle attività proprie delle preparazioni di interferone alfa umano cosiddetto naturale. Roferon-A esercita i suoi effetti antivirali inducendo uno stato di resistenza alle infezioni virali nelle cellule e modulando il braccio effettore del sistema immunitario per neutralizzare i virus o eliminare le cellule infettate da virus. Il meccanismo essenziale dell’azione antitumorale di Roferon-A non è ancora noto. Tuttavia, vengono descritte diverse modificazioni nelle cellule tumorali umane trattate con Roferon-A: le cellule HT 29 mostrano una significativa riduzione della sintesi di DNA, RNA e proteine. È stato dimostrato che Roferon-A esercita attività antiproliferativa nei confronti di una varietà di tumori umani in vitro e inibisce la crescita di alcuni xenotrapianti di neoplasie umane nel ratto nudo. Un numero limitato di linee cellulari tumorali umane sviluppate in vivo in topi nudi immunocompromessi è stato studiato per quanto riguarda la suscettibilità a Roferon-A. L’attività antiproliferativa in vivo di Roferon-A è stata studiata in varie neoplasie tra cui il carcinoma mammario a cellule mucoidi, l’adenocarcinoma del cieco, il carcinoma del colon ed il carcinoma prostatico. Il grado di attività antiproliferativa è variabile.

A differenza di altre proteine umane, numerosi effetti dell’interferone alfa-2a vengono soppressi parzialmente o completamente quando esso venga impiegato in altre specie animali. Tuttavia, è stata indotta una rilevante attività antivirus vaccinici in scimmie rhesus pretrattate con interferone alfa-2a.

Studi clinici:

Leucemia a cellule capellute:

L’efficacia terapeutica del Roferon-A nel trattamento della leucemia a cellule capellute è stata dimostrata in un ampio studio con 218 pazienti, di cui 174 valutabili per efficacia dopo 16-24 settimane di terapia. Risposte sono state osservate nell’88% dei pazienti (risposte complete 33%, risposte parziali 55%).

Sarcoma di Kaposi correlato ad AIDS:

L’efficacia del Roferon-A nel trattamento del sarcoma di Kaposi è stata valutata in 364 pazienti che hanno ricevuto dosi da 3 a 54 MUI/die. La percentuale di risposte obiettive è risultata essere dose-correlata. Si sono ottenute risposte nel 14%-50% dei casi. Il beneficio terapeutico migliore si è ottenuto con una dose giornaliera di 36 MUI (13,3% di risposte complete, 12,2% di risposte parziali). Un fattore prognostico favorevole per l’ottenimento della risposta è stato l’elevato valore dei linfociti CD4 al basale: il 46% di pazienti con CD4 > 400/mm³ ha risposto a Roferon-A. La risposta alla terapia con Roferon-A è risultata essere il più importante fattore prognostico in termini di sopravvivenza.

Leucemia mieloide cronica (LMC):

L’efficacia del Roferon-A è stata valutata in 226 pazienti con LMC in fase cronica e confrontata con 109 pazienti che hanno ricevuto chemioterapia (idrossiurea o busulfan). Entrambi i gruppi presentavano caratteristiche prognostiche favorevoli alla diagnosi (meno del 10% di blasti nel sangue) ed il trattamento con interferone è stato iniziato nei 6 mesi successivi alla diagnosi. Il trattamento di pazienti con LMC in fase cronica permette di raggiungere una risposta ematologica alla stessa percentuale di pazienti (85%-90%) trattati con il regime standard di chemioterapia. In aggiunta, nei pazienti trattati con Roferon-A si ottiene l’8% di risposte citogenetiche complete e il 38% di risposte citogenetiche parziali rispetto al 9% di risposte citogenetiche parziali evidenziate con il trattamento chemioterapico. Nel gruppo di pazienti trattati con Roferon-A il tempo di progressione dalla fase cronica della leucemia alla fase accelerata o blastica è stato più lungo (69 mesi) di quello del gruppo di trattamento con chemioterapia convenzionale (46 mesi) (p < 0,001), così come la mediana della sopravvivenza globale (72,8 mesi rispetto a 54,5 mesi, p = 0,002).

Linfoma cutaneo a cellule T (LCCT):

L’efficacia del Roferon-A è stata valutata in 169 pazienti con LCCT. La maggior parte dei pazienti (78%) era resistente o ricaduta dopo terapia standard. Tra gli 85 pazienti valutabili, la percentuale di risposte globali al trattamento è stata del 58% (20% risposte complete, 38% risposte parziali). I pazienti hanno risposto al trattamento ad ogni stadio di malattia. La mediana della durata della risposta completa, valutata dall’inizio del trattamento, è stata di 22 mesi, con il 94% dei pazienti con risposta completa che hanno mantenuto la remissione per 9 mesi.

Epatite cronica B:

L’efficacia del Roferon-A nel trattamento dell’epatite cronica B è stata valutata in studi clinici che hanno coinvolto più di 900 pazienti. In uno studio controllato principale, 238 pazienti sono stati randomizzati in quattro gruppi: i pazienti hanno ricevuto o 2,5 MUI/m² o 5,0 MUI/m² o 10 MUI/m² di Roferon-A tre volte alla settimana o nessun trattamento. La durata del trattamento è stata di 12-24 settimane sulla base della risposta ottenuta: clearance dell’HBeAg e dell’HBV-DNA nel siero. I pazienti sono stati seguiti fino a 12 mesi dopo l’interruzione del trattamento. C’è stata una differenza statisticamente significativa nella risposta sostenuta [clearance dell’antigene e dell’epatite B (HBeAg) e del DNA virale dell’epatite B (HBV-DNA)] tra i pazienti trattati e quelli non trattati (37% contro 13%). Le differenze nella risposta tra i gruppi trattati con i diversi dosaggi non hanno raggiunto la significatività statistica (33%, 34% e 43% per i gruppi trattati con 2,5, 5,0 e 10,0 MUI/m² ). Le risposte sierologiche e virologiche sono state associate ad un marcato miglioramento nell’istologia epatica dopo 12 mesi di follow-up senza trattamento.

Epatite cronica C:

L’efficacia del Roferon-A nel trattamento dell’epatite cronica C è stata valutata in 1701 pazienti, dei quali 130 non trattati o controllati solo con placebo. Alle dosi raccomandate, Roferon-A induce una risposta biochimica completa fino all’85% dei pazienti, con una percentuale di risposta mantenuta per almeno 6 mesi dopo il trattamento che varia dall’11 al 44% in funzione delle caratteristiche della malattia prima del trattamento, della dose di IFN e della durata del trattamento. La risposta biochimica a Roferon-A è stata associata ad un significativo miglioramento della malattia epatica come dimostrato dalla valutazione della biopsia epatica pre e post trattamento. Per quei pazienti che hanno avuto una risposta sostenuta 3-6 mesi dopo la fine del trattamento, è stato riportato che la risposta si è mantenuta fino a 4 anni.

L’efficacia terapeutica dell’interferone alfa-2a in monoterapia e in associazione con ribavirina è stata confrontata in uno studio clinico in doppio cieco randomizzato in pazienti naive (non trattati precedentemente) e in pazienti con recidiva con epatite cronica C documentata dal punto di vista virologico, biochimico e istologico. La risposta sostenuta biochimica e virologica e il miglioramento istologico sono stati valutati sei mesi dopo la fine del trattamento.

È stato osservato nei pazienti con recidiva un aumento di 10 volte (da 4% a 43%; p < 0,01), statisticamente significativo, nella risposta sostenuta virologica e biochimica. Gli effetti favorevoli della terapia di associazione si sono confermati anche nei tassi di risposta relativi al genotipo HCV o alla carica virale basale. Sebbene la percentuale di risposta sostenuta nei pazienti con genotipo 1 HCV sia risultata più bassa rispetto a tutta la popolazione (approssimativamente 30% contro 0% nel braccio in monoterapia) il beneficio della ribavirina in associazione con interferone alfa-2a è particolarmente significativo in questo gruppo di pazienti. In aggiunta il miglioramento istologico ha favorito la terapia di associazione.

Sono stati riportati dati favorevoli di supporto in un piccolo studio condotto su pazienti naive trattati con interferone alfa-2a (3 MUI 3 volte alla settimana) più ribavirina.

Per ulteriori informazioni relative alle proprietà farmacodinamiche, fare riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto della ribavirina.

Linfoma non Hodgkin follicolare:

L’efficacia del Roferon-A in associazione alla chemioterapia citotossica (regimi di tipo CHOP di ciclofosfamide, vincristina, prednisone e doxorubicina) è stata valutata in 122 pazienti affetti da linfoma non Hodgkin clinicamente aggressivo di grado basso o intermedio in uno studio di confronto con 127 pazienti di controllo a cui era stato somministrato lo stesso regime di chemioterapia. I due trattamenti hanno prodotto la stessa percentuale di risposte obiettive, ma il regime con Roferon-A ha evidenziato migliore efficacia in termini di prolungamento del tempo alla ricaduta (p < 0,001) e della durata della risposta completa (p < 0,003).

Carcinoma renale:

L’efficacia del Roferon-A impiegato in associazione con vinblastina è stata confrontata con la sola vinblastina. L’efficacia dell’associazione di Roferon-A con vinblastina è maggiore di quella della sola vinblastina nel trattamento di pazienti con carcinoma renale localmente avanzato o metastatico. La mediana della sopravvivenza è stata di 67,8 settimane per i 79 pazienti che hanno ricevuto Roferon-A in associazione a vinblastina e di 37,8 settimane per gli 81 pazienti trattati con la sola vinblastina (p = 0,0049). Le percentuali di risposte globali sono state di 16,5% nei pazienti trattati con Roferon-A in associazione a vinblastina e di 2,5% nei pazienti trattati con la sola vinblastina (p = 0,0025).

Melanoma maligno trattato chirurgicamente:

L’efficacia del Roferon-A impiegato in pazienti con melanoma cutaneo primario di spessore maggiore di 1,5 mm e con assenza di metastasi linfonodali clinicamente rilevabili, è stata valutata in un ampio studio randomizzato in cui sono stati coinvolti 253 pazienti che hanno ricevuto Roferon-A alla dose di 3 MUI tre volte la settimana per 18 mesi. 246 pazienti non trattati hanno costituito il gruppo di confronto. Dopo una mediana di follow-up di 4,4 anni, un significativo aumento dell’intervallo libero da ricaduta (p = 0,035) ma nessuna differenza statisticamente significativa nella sopravvivenza globale (p = 0,059) sono stati evidenziati nei pazienti trattati con Roferon-A rispetto al gruppo di controllo. L’effetto globale del trattamento è stato una riduzione del rischio di ricaduta del 25%.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Le concentrazioni seriche di interferone alfa-2a riflettono una notevole variabilità intersoggettiva sia nei volontari sani sia nei pazienti con neoplasie disseminate. La farmacocinetica di Roferon-A negli animali (scimmia, cane e topo) è simile a quella osservata nell’uomo. La farmacocinetica di Roferon-A nell’uomo è di tipo lineare in un range di dosaggio compreso tra 3 milioni e 198 milioni UI. Nell’uomo sano, l’interferone alfa-2a ha mostrato una emivita di eliminazione di 3,7-8,5 ore (media: 5,1 ore), un volume di distribuzione allo stato stazionario di 0,223-0,748 l/kg (media: 0,4 l/kg) ed una clearance corporea totale di 2,14-3,62 ml/min/kg (media: 2,79 ml/min/kg) dopo infusione endovenosa di 36 milioni UI. Dopo somministrazione intramuscolare di 36 milioni UI, le concentrazioni di picco sierico erano comprese tra 1500 e 2580 pg/ml (media: 2020 pg/ml) con un tempo medio di picco di 3,8 ore e, dopo somministrazione sottocutanea di 36 milioni UI, esse erano comprese tra 1250 e 2320 pg/ml (media: 1730 pg/ml) con un tempo medio di picco di 7,3 ore.

La frazione apparente di dose assorbita dopo iniezione intramuscolare o sottocutanea era superiore all’80%.

La farmacocinetica dell’interferone alfa-2a dopo singole somministrazioni intramuscolari a pazienti con neoplasie disseminate ed epatite cronica B era simile a quella osservata in volontari sani. Aumenti proporzionali alla dose delle concentrazioni sieriche sono stati osservati dopo singole dosi fino a 198 milioni UI. Non si verificavano modificazioni della distribuzione o dell’eliminazione di interferone alfa-2a nel corso di regimi che prevedevano somministrazioni due volte al giorno (0,5-36 milioni UI), una volta al giorno (1-54 milioni UI) o tre volte alla settimana (1-136 milioni UI) per periodi fino a 28 giorni. Il catabolismo renale rappresenta la via principale di eliminazione di Roferon-A. Escrezione biliare e metabolismo epatico vengono considerate vie minori di eliminazione di Roferon-A.

La somministrazione intramuscolare di Roferon-A una o più volte al giorno per periodi fino a 28 giorni a pazienti con neoplasie disseminate determinava concentrazioni di picco plasmatico da due a quattro volte superiori a quelle osservate dopo singole dosi. Tuttavia, somministrazioni multiple non hanno determinato modificazioni della distribuzione o dei parametri di eliminazione nel corso di diversi studi su regimi di dosaggio.

Per ulteriori informazioni relative alle proprietà farmacocinetiche, fare riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto della ribavirina.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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A causa della specie-specificità dell’interferone umano, sono stati condotti studi tossicologici limitati con Roferon-A. La tossicità parenterale acuta di Roferon-A è stata studiata in topi, ratti, conigli e furetti a dosi fino a 30 milioni UI/kg per via endovenosa e 500 milioni UI/kg per via intramuscolare. Non è stata notata mortalità correlata al trattamento in nessuna delle specie studiate per nessun tipo di somministrazione di Roferon-A. Con dosi largamente eccedenti il dosaggio raccomandato in clinica non sono stati osservati effetti avversi significativi fatta eccezione per un effetto abortivo osservato quando il farmaco veniva somministrato a scimmie rhesus gravide dall’inizio sino a metà gravidanza e per transitorie irregolarità del ciclo mestruale comprendenti prolungati periodi mestruali in scimmie non gravide. La validità di questi risultati non è stata stabilita per l’uomo.

Non sono stati osservati effetti mutageni di Roferon-A in sede sperimentale.

Per ulteriori informazioni relative ai dati preclinici di sicurezza, fare riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto della ribavirina.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Ammonio acetato;

sodio cloruro;

alcool benzilico;

polisorbato 80;

acido acetico glaciale;

soluzione di sodio idrossido;

acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

Dopo la prima dose, le cartucce di Roferon-A possono essere conservate a temperatura ambiente (inferiore a 25°C) fino a 28 giorni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare le cartucce in frigorifero (a temperatura compresa tra 2aC e 8°C). Non congelare. Tenere il contenitore nell’imballaggio esterno.

La soluzione iniettabile da 18 MUI/0,6 ml è utilizzabile per dosi multiple.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Cartuccia (0,6 ml) con corpo in vetro neutro tipo I Ph.Eur., tappo dello stantuffo laminato con PTFE, tappo a vite di alluminio con sigillo interno di gomma butilica laminato con PTFE.

Confezioni da 1, 2, 3, 5 e 6.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Le cartucce di Roferon-A sono utilizzabili per dosi multiple e sono destinate ad un singolo paziente solamente; devono essere utilizzate esclusivamente con Roferon-Pen. Per ogni iniezione deve essere utilizzato un ago nuovo e sterile.

Ogni Roferon-Pen è provvisto di un manuale con le istruzioni per l’uso che descrive in dettaglio l’uso della combinazione penna/cartuccia. Per l’utilizzo con Roferon-Pen si raccomanda l’uso di aghi Penfine. Tuttavia può essere usata anche una serie limitata di altri tipi di aghi.

Dopo ogni iniezione la combinazione Roferon-Pen/cartuccia deve essere riposta in frigorifero. Tuttavia le cartucce possono essere conservate ininterrottamente a temperature inferiori a 25°C per un periodo massimo di 28 giorni senza deterioramento della qualità.

Scartare sempre le cartucce contenenti farmaco residuo dopo la scadenza della validità durante l’uso. Dopo l’uso gli aghi devono essere eliminati in modo sicuro.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Roche S.p.A. – Piazza Durante 11 – 20131 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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18 MUI/0,6 ml 1 cartuccia di soluzione iniettabile AIC n. 025839313/M

18 MUI/0,6 ml 2 cartucce di soluzione iniettabile AIC n. 025839325/M

18 MUI/0,6 ml 3 cartucce di soluzione iniettabile AIC n. 025839337/M

18 MUI/0,6 ml 5 cartucce di soluzione iniettabile AIC n. 025839349/M

18 MUI/0,6 ml 6 cartucce di soluzione iniettabile AIC n. 025839352/M

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: marzo 2004

Data dell’ultimo rinnovo: luglio 2004

10.0 Data di revisione del testo

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01/11/2007

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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