Moderiba: effetti collaterali e controindicazioni

Moderiba: effetti collaterali e controindicazioni

Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a (Ribavirina) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

La ribavirina è indicata per il trattamento dell’epatite cronica C e deve essere utilizzata solo nell’ambito di un regime di associazione con peginterferone alfa-2a o con interferone alfa-2a. La ribavirina non deve essere utilizzata in monoterapia.

L’associazione di ribavirina con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a è indicata in pazienti adulti che sono positivi per l’HCV-RNA del siero, compresi i pazienti con cirrosi compensata (vedere paragrafo 4.4). L’associazione con peginterferone alfa-2a è indicata anche nei pazienti che presentano una co-infezione da HIV clinicamente stabile, compresi i pazienti con cirrosi compensata (vedere paragrafo 4.3). La ribavirina, in associazione con peginterferone alfa-2a, è indicata nei pazienti mai trattati precedentemente e nei pazienti che hanno fallito la terapia precedente con interferone alfa (pegilato o non-pegilato) in monoterapia o in associazione con ribavirina.

Fare riferimento al Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) del peginterferone alfa-2a o dell’interferone alfa-2a per le informazioni relative alla prescrizione specifiche dell’uno o dell’altro di questi medicinali.

Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a: controindicazioni

Vedere le informazioni relative alla prescrizione del peginterferone alfa-2a o dell’interferone alfa-2a per le controindicazioni relative all’uno o all’altro medicinale.

ipersensibilitĂ  alla ribavirina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

donne in gravidanza (vedere paragrafo 4.4). La ribavirina non deve essere iniziata fino a quando non è stato ottenuto un test di gravidanza negativo immediatamente prima dell’inizio della terapia.

donne che stanno allattando con latte materno (vedere paragrafo 4.6).

un’anamnesi di grave cardiopatia pre-esistente, compresa la cardiopatia instabile o non controllata, nei sei mesi precedenti.

grave disfunzione epatica o cirrosi epatica scompensata.

emoglobinopatie (ad es. talassemia, anemia falciforme).

L’inizio di peginterferone alfa-2a è controindicato nei pazienti con co- infezione da HIV-HCV con cirrosi e un punteggio di Child-Pugh ? 6, tranne nel caso in cui sia dovuto soltanto a iperbilirubinemia indiretta causata da medicinali come atazanavir e indinavir.

Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a: effetti collaterali

Vedere le informazioni relative alla prescrizione del peginterferone alfa-2a o dell’interferone alfa-2a per ulteriori effetti indesiderati relativi ad ognuno di questi medicinali.

Gli eventi avversi segnalati nei pazienti trattati con ribavirina in associazione con interferone alfa-2a sono essenzialmente uguali a quelli segnalati con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a.

All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.

Epatite C cronica

Gli eventi avversi segnalati più frequentemente con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a 180 mcg sono risultati prevalentemente di gravità da lieve a moderata. La maggior parte sono risultati gestibili senza il bisogno di interrompere la terapia.

Epatite C cronica in pazienti precedentemente non-responsivi

Complessivamente, il profilo di sicurezza della ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a in pazienti precedentemente non-responsivi è risultato simile a quello nei pazienti mai sottoposti al trattamento. In uno studio clinico condotto su pazienti non-responder alla terapia precedente con interferone alfa-2b/ribavirina, che ha esposto i pazienti a 48 o a 72 settimane di trattamento, la frequenza di interruzione della terapia per eventi avversi o anormalità dei valori di laboratorio derivanti dal trattamento con peginterferone alfa-2a e dal trattamento con ribavirina è risultata pari al 6% e al 7%, rispettivamente, nei bracci di trattamento per 48 settimane e al 12% e al 13%, rispettivamente, nei bracci di trattamento per 72 settimane. Analogamente, per i pazienti con cirrosi o transizione a cirrosi, le frequenze di interruzione del trattamento con peginterferone alfa-2a e del trattamento con ribavirina sono risultate più elevate nei bracci di trattamento per 72 settimane (13% e 15%) che nei bracci di trattamento per 48 settimane (6% e 6%). I pazienti che si erano ritirati dalla terapia precedente con peginterferone alfa-2b/ribavirina a causa di tossicità ematologica sono stati esclusi da questo studio clinico.

In un altro studio clinico, i pazienti non-responder con fibrosi avanzata o cirrosi (punteggio di Ishak compreso tra 3 e 6) e basse conte piastriniche al basale di 50.000/mm³ sono stati trattati per 48 settimane. Le anomalie ematologiche degli esami di laboratorio osservate durante le prime 20 settimane dello studio clinico comprendevano anemia (il 26% dei pazienti ha avuto un livello di emoglobina < 10 g/dl), neutropenia (il 30% ha avuto una conta assoluta dei neutrofili (CAN) < 750/mm³), e trombocitopenia (il 13% ha avuto una conta piastrinica <50.000/mm³) (vedere paragrafo 4.4).

Co-infezione da epatite cronica C e virus dell’immunodeficienza umana

Nei pazienti con co-infezione da HIV-HCV, i profili degli eventi avversi clinici segnalati per il peginterferone alfa-2a, in monoterapia o in associazione con ribavirina, sono risultati simili a quelli osservati nei pazienti con mono-infezione da HCV. Per i pazienti con co-infezione da HIV-HCV che ricevono ribavirina e peginterferone alfa-2a in associazione sono stati riferiti altri effetti indesiderati in ≥ 1% fino a ≤ 2% dei pazienti: iperlattacidemia/acidosi lattica, influenza, polmonite, labilità affettiva, apatia, tinnito, dolore faringolaringeo, cheilite, lipodistrofia acquisita e cromaturia. Il trattamento con peginterferone alfa-2a, entro le prime 4 settimane, è risultato associato a diminuzioni delle conte assolute delle cellule CD4+ senza una riduzione della percentuale delle cellule CD4+. La diminuzione delle conte delle cellule CD4+ è risultata reversibile alla riduzione della dose o al termine di terapia. L’utilizzo di peginterferone alfa-2a non ha avuto un impatto negativo osservabile sul controllo della viremia da HIV durante la terapia o il follow-up. Sono disponibili dati limitati sulla sicurezza nei pazienti con co-infezione con conte delle cellule CD4+ < 200/mcl (vedere il Riassunto delle caratteristiche del prodotto del peginterferone alfa-2a).

La Tabella 5 mostra gli effetti indesiderati segnalati nei pazienti che hanno ricevuto la terapia con ribavirina e peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a.

Tabella 5: Effetti indesiderati segnalati con la terapia con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a per i pazienti con HCV

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Frequenza non nota*
≥ 1/10 Da ≥ 1/100 a < 1/10 Da ≥ 1/1.000 a < 1/100 Da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000 < 1/10.000
Infezioni ed infestazioni Infezione delle vie respiratorie superiori, bronchite, candidiasi orale, herpes simplex Infezione delle vie respiratorie inferiori, polmonite, infezione delle vie urinarie, infezione cutanea Endocardite, otite esterna
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Neoplasia epatica maligna
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia neutropenia Trombocitopenia, linfadenopatia Pancitopenia Anemia aplastica Aplasia pura delle cellule della serie rossa
Disturbi del sistema immunitario Sarcoidosi, tiroidite Anafilassi, lupus sistemico eritematoso, artrite reumatoide Porpora trombocitopenica idiopatica o trombotica Rigetto di impianto di fegato e rene, malattia di Vogt-Koyanagi-Harada
Patologie endocrine Ipotiroidismo, ipertiroidismo Diabete
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia Disidratazione
Disturbi psichiatrici Depressione, insomnia Alterazione dell’umore, disturbi emotivi, ansia, aggressività, nervosismo, riduzione di libido Ideazione di suicidio, allucinazioni, rabbia Suicidio, disturbo psicotico Mania, disturbi bipolari, ideazione omicida
Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiri, compromissione della concentrazione Compromissione della memoria, sincope, debolezza, emicrania, ipoestesia, iperestesia, parestesia, tremore, alterazione del gusto, incubi, sonnolenza Neuropatia periferica Coma, convulsioni, paralisi facciale
Patologie dell’occhio Vista annebbiata, dolore oculare, infiammazione oculare, xeroftalmia Emorragia retinica Neuropatia ottica, papilloedema, disturbo vascolare retinico, retinopatia, ulcera corneale Perdita della vista Distacco sieroso della retina
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini, mal d’orecchio Perdita dell’udito
Patologie cardiache Tachicardia, palpitazioni, edema periferico Infarto del miocardio, insufficienza cardiaca congestizia, angina, aritmia tachicardia sopraventricolare, fibrillazione atriale, pericardite
Patologie vascolari Rossore Ipertensione Emorragia cerebrale
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea, tosse Dispnea da sforzo, epistassi, nasofaringite, congestione dei seni nasali, congestione nasale, rinite, mal di gola Sibilo Polmonite interstiziale con esito fatale, embolia polmonare
Patologie gastrointestinali Diarrea, nausea, dolore addominale Vomito, dispepsia, disfagia, ulcerazione orale, sanguinamento gengivale, glossite, stomatite, flatulenza, stipsi, secchezza della bocca Sanguinamento gastrointestinale, cheilite, gengivite Ulcera peptica, pancreatite Colite ischemica, colite ulcerosa
Patologie epatobiliari Disfunzione epatica Insufficienza epatica, colangite, steatosi epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia, dermatite, prurito, pelle secca Eruzione cutanea, aumento della sudorazione, psoriasi, orticaria, eczema, disturbo cutaneo, reazione di fotosensibilità, sudorazione notturna Necrosi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, eritema multiforme
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia, artralgia Mal di schiena, artrite, debolezza muscolare, dolore osseo, dolore al collo, dolore muscolo scheletrico, crampi muscolari Miosite Rabdomiolisi
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale, sindrome nefrotica
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Impotenza
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Piressia, irrigidimenti, dolore, astenia, affaticamento, reazione nella sede di iniezione, irritabilità Dolore al torace, malattia similinfluenzale, malessere, letargia, vampate di calore, sete
Esami diagnostici Riduzione del peso
Traumatismo, avvelenamento e complicanze da procedura Sovradosaggio

* Identificati nell’esperienza post-marketing

Valori di laboratorio: Negli studi clinici di ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a, la maggior parte dei casi di valori di laboratorio anomali è stata gestita con modifiche della dose (vedere paragrafo 4.2). Con il trattamento con l’associazione di peginterferone alfa-2a e ribavirina, fino al 2% dei pazienti ha avuto un aumento dell’alanina-aminotransferasi (ALT) che ha portato alla modifica della dose o all’interruzione del trattamento.

L’emolisi è la tossicità dose-limitante della terapia con ribavirina. Una diminuzione dei livelli di emoglobina a < 10 g/dl è stata osservata fino nel 15% dei pazienti trattati per 48 settimane con ribavirina 1000/1200 mg in associazione con peginterferone alfa-2a e fino nel 19% dei pazienti trattati in associazione con interferone alfa-2a. Quando ribavirina alla dose di 800 mg è stata associata al peginterferone alfa-2a per 24 settimane, il 3% dei pazienti ha avuto una riduzione dei livelli di emoglobina a < 10 g/dl. Nella maggior parte dei casi la diminuzione dell’emoglobina si è verificata inizialmente nel periodo di trattamento e si è stabilizzata contemporaneamente ad un aumento compensatorio dei reticolociti.

La maggior parte dei casi di anemia, leucopenia e trombocitopenia è stata di grado lieve (grado 1 secondo l’OMS). Alterazioni dei valori di laboratorio di grado 2 secondo l’OMS sono state segnalate per l’emoglobina (4% dei pazienti), i leucociti (24% dei pazienti) e i trombociti (2% dei pazienti). Una neutropenia moderata (conta assoluta dei neutrofili (CAN): 0,749-0,5×109/L) e una neutropenia grave (CAN: < 0,5×109/L) sono state osservate nel 24% (216/887) e nel 5% (41/887) dei pazienti trattati per 48 settimane con 1000/1200 mg di ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a.

Un aumento dei valori dell’acido urico e della bilirubina indiretta associati all’emolisi è stato osservato in alcuni pazienti trattati con ribavirina utilizzata in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a e i valori sono ritornati ai livelli basali entro 4 settimane dopo il termine della terapia. In casi rari (2/755) questo era associato alla manifestazione clinica (gotta acuta).

Valori di laboratorio per pazienti con co-infezione da HIV-HCV

Anche se le tossicità ematologiche di neutropenia, trombocitopenia e anemia si sono verificate più frequentemente nei pazienti con HIV-HCV, è stato possibile gestire la maggior parte mediante la modifica della dose e l’uso di fattori di crescita e ha richiesto raramente l’interruzione prematura del trattamento. La riduzione dei valori della conta assoluta dei neutrofili (CAN) al di sotto delle 500 cellule/mm³ è stata osservata rispettivamente nel 13% e nell’11% dei pazienti trattati con peginterferone alfa-2a in monoterapia e in associazione. La riduzione delle piastrine al di sotto di 50.000/mm³ è stata osservata rispettivamente nel 10% e nell’8% dei pazienti trattati con peginterferone alfa-2a in monoterapia e in associazione. L’anemia (emoglobina < 10 g/dL) è stata segnalata rispettivamente nel 7% e nel 14% dei pazienti trattati con peginterferone alfa-2a in monoterapia o in associazione.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

Moderiba 600 mg cp riv film 56 cp in fl hdpe chiusura a: avvertenze per l’uso

Effetti psichiatrici e sul sistema nervoso centrale (SNC): Durante la terapia con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a, e persino dopo l’interruzione del trattamento soprattutto durante il periodo di follow-up di 6 mesi, sono stati osservati in alcuni pazienti effetti gravi a carico del sistema nervoso centrale (SNC), in particolare depressione, ideazione di suicidio e tentativo di suicidio. Altri effetti a carico del sistema nervoso centrale (SNC), tra cui comportamento aggressivo (talvolta diretto contro gli altri, come l’ideazione omicida), disturbi bipolari, mania, confusione e alterazioni dello stato mentale sono stati osservati con gli interferoni alfa. I pazienti devono essere attentamente monitorati per qualsiasi segno o sintomo di disturbi psichiatrici. Se insorgono questi sintomi, la potenziale gravità di questi effetti indesiderati deve essere tenuta in considerazione dal medico prescrittore e deve essere considerata la necessità di un’adeguata gestione terapeutica. Se i sintomi psichiatrici persistono o peggiorano, o si identifica l’ideazione suicidaria, si raccomanda di interrompere la terapia con ribavirina e peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a, e di monitorare il paziente, con un intervento psichiatrico appropriato.

Pazienti con gravi patologie psichiatriche in atto o pregresse: Se è ritenuto necessario nei pazienti con gravi patologie psichiatriche in atto o pregresse, il trattamento con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a deve essere iniziato solo dopo aver effettuato un’ appropriata gestione diagnostica e terapeutica individualizzata della patologia psichiatrica.

Fare riferimento al Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) del peginterferone alfa-2a o dell’interferone alfa-2a per ulteriori informazioni sulle avvertenze speciali e precauzioni per l’uso relative ad ognuno di questi medicinali.

Tutti i pazienti inclusi negli studi sull’epatite C cronica sono stati sottoposti a una biopsia epatica prima dell’inclusione, ma in certi casi (cioè pazienti con genotipo 2 o 3), il trattamento puĂ² essere possibile senza la conferma istologica. Le attuali linee guida di trattamento devono essere consultate per verificare se sia necessaria una biopsia epatica prima di iniziare il trattamento.

Nei pazienti con valori normali di alanina-aminotransferasi (ALT), la progressione della fibrosi si verifica in media ad una velocitĂ  piĂ¹ lenta rispetto ai pazienti con valori di ALT elevati. Questo deve essere considerato con altri fattori che influenzano la decisione di trattare o meno, quali genotipo HCV, etĂ , manifestazioni extraepatiche, rischio di trasmissione, ecc.

Rischio teratogeno: vedere paragrafo 4.6.FertilitĂ , gravidanza, e allattamento

Prima dell’inizio del trattamento con ribavirina il medico deve informare in modo approfondito il paziente del rischio teratogeno della ribavirina, della necessità di una contraccezione efficace e continua, della possibilità che i metodi contraccettivi

possano fallire e delle possibili conseguenze della gravidanza qualora si dovesse verificare durante il trattamento con ribavirina. Per il monitoraggio della gravidanza tramite test di laboratorio fare riferimento a Esami di laboratorio.

Cancerogenicità: La ribavirina è mutagena in alcuni test di genotossicità in vivo e in vitro. Non è possibile escludere un potenziale effetto cancerogeno della ribavirina (vedere paragrafo 5.3).

Emolisi e sistema cardiovascolare: Una riduzione dei livelli di emoglobina fino a < 10 g/dl è stata osservata fino al 15% dei pazienti trattati per 48 settimane con 1000/1200 mg di ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a e fino al 19% dei pazienti in associazione con interferone alfa-2a. Quando 800 mg di ribavirina sono stati associati a peginterferone alfa-2a per 24 settimane, il 3% di pazienti ha avuto una riduzione dei livelli di emoglobina fino a < 10 g/dl. Il rischio di sviluppare anemia è piĂ¹ elevato nella popolazione femminile. Sebbene la ribavirina non abbia effetti cardiovascolari diretti, l’anemia associata alla ribavirina puĂ² avere come conseguenza un deterioramento della funzionalitĂ  cardiaca, o un’esacerbazione dei sintomi di malattia coronarica, o entrambi. Di conseguenza, la ribavirina deve essere somministrata con cautela ai pazienti con malattia cardiaca pre-esistente. Lo stato cardiaco deve essere valutato prima dell’inizio della terapia e monitorato clinicamente durante la terapia; se si verifica qualsiasi peggioramento, interrompere la terapia (vedere paragrafo 4.2). I pazienti con anamnesi di insufficienza cardiaca congestizia, infarto miocardico, e/o disturbi aritmici pregressi o in atto, devono essere strettamente monitorati. Si raccomanda di sottoporre ad un elettrocardiogramma i pazienti con pre-esistenti anomalie cardiache prima e durante il corso del trattamento. In genere le aritmie cardiache (soprattutto sopraventricolari) rispondono alla terapia convenzionale, ma possono richiedere l’interruzione della terapia.

Ăˆ stato riferito nella letteratura che la pancitopenia e la soppressione midollare si verificano entro 3-7 settimane dopo la somministrazione di ribavirina e peginterferone contemporaneamente ad azatioprina. Questa mielotossicitĂ  è risultata reversibile entro 4-6 settimane all’interruzione della terapia antivirale HCV e dell’azatioprina concomitante e non si è verificata nuovamente alla reintroduzione di uno dei due trattamenti in monoterapia (vedere paragrafo 4.5).

L’uso dell’associazione di ribavirina e peginterferone alfa-2a nei pazienti affetti da epatite cronica C nei quali è fallito il trattamento precedente non è stato adeguatamente studiato nei pazienti che hanno interrotto la terapia precedente a causa di eventi avversi ematologici. I medici che prendono in considerazione il trattamento in questi pazienti devono valutare attentamente i rischi rispetto ai benefici del ri- trattamento.

Ipersensibilità acuta: Se si sviluppa una reazione acuta di ipersensibilità (ad es. orticaria, angioedema, broncocostrizione, anafilassi), la ribavirina deve essere interrotta immediatamente e la terapia medica appropriata deve essere istituita. Le eruzioni cutanee transitorie non rendono necessaria l’interruzione del trattamento.

FunzionalitĂ  epatica: Nei pazienti che sviluppano evidenza di scompenso epatico durante il trattamento, la ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o

interferone alfa-2a deve essere interrotta. Quando l’aumento dei livelli di alanina- aminotransferasi (ALT) è progressivo e clinicamente significativo, nonostante la riduzione della dose, o è accompagnato da un aumento della bilirubina diretta, la terapia deve essere interrotta.

Compromissione renale: La farmacocinetica della ribavirina è alterata nei pazienti con disfunzione renale a causa della riduzione della clearance apparente in questi pazienti. Pertanto, si raccomanda di valutare la funzione renale di tutti i pazienti prima di iniziare la somministrazione di ribavirina, preferibilmente stimando la clearance della creatinina del paziente. Si osservano aumenti sostanziali delle concentrazioni plasmatiche della ribavirina al regime posologico raccomandato nei pazienti con creatininemia > 2 mg/dl o con clearance della creatinina < 50 mL/minuto. Sono disponibili dati insufficienti riguardanti la sicurezza, l’efficacia e la farmacocinetica della ribavirina in questi pazienti per supportare le raccomandazioni specifiche per le titolazioni della dose (vedere paragrafo 5.2). La terapia con ribavirina non deve essere iniziata (o continuata se la compromissione renale si verifica durante il trattamento) in questi pazienti, sia in emodialisi che non, a meno che non sia considerata essenziale. Ăˆ necessaria estrema cautela. Le concentrazioni di emoglobina devono essere monitorate intensivamente durante il trattamento e devono essere adottate le necessarie misure correttive (vedere paragrafo 4.2).

Alterazioni oculari: La ribavirina è utilizzata in associazione con gli interferoni alfa. In casi rari con la terapia di associazione con gli interferoni alfa, sono stati segnalati retinopatia, comprese emorragie retiniche, essudati cotonosi, papilloedema, neuropatia ottica e ostruzione dell’arteria o della vena retinica, che possono avere come conseguenza la perdita della vista. Tutti i pazienti devono essere sottoposti a visita oculistica basale. Qualsiasi paziente che riferisce la diminuzione o la perdita della vista deve essere sottoposto a un esame oculare immediato e completo. I pazienti con disturbi oftalmologici pre-esistenti (ad es. retinopatia diabetica o ipertensiva) devono essere sottoposti a esami oftalmologici periodici durante la terapia di associazione con gli interferoni alfa. La terapia di associazione con gli interferoni alfa deve essere interrotta nei pazienti che sviluppano nuovi disturbi oftalmologici o peggioramento dei disturbi.

Trapianto: La sicurezza e l’efficacia del trattamento con peginterferone-alfa-2a e ribavirina non sono state stabilite nei pazienti con trapianti di fegato e di altro tipo. Rigetti degli impianti di fegato e di rene sono stati segnalati con peginterferone-alfa- 2a, in monoterapia o in associazione con ribavirina.

Co-infezione da HIV/HCV: Fare riferimento ai rispettivi Riassunti delle caratteristiche del prodotto dei medicinali antiretrovirali che devono essere assunti contemporaneamente alla terapia per l’HCV, per la consapevolezza e la gestione delle tossicità specifiche di ciascun medicinale e il potenziale per le tossicità sovrapponibili con peginterferone alfa-2a con o senza la ribavirina. Nello studio NR15961, nei pazienti trattati contemporaneamente con la terapia con stavudina e interferone con o senza ribavirina, l’incidenza di pancreatite e/o acidosi lattica è risultata pari al 3% (12/398).

Nei pazienti con epatite cronica C e co-infezione da HIV e che ricevono la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART, Highly Active Anti-Retroviral Therapy),

puĂ² essere maggiore il rischio di effetti avversi gravi (ad es. acidosi lattica, neuropatia periferica, pancreatite).

Nei pazienti coinfettati con cirrosi avanzata che ricevono la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) puĂ² essere anche maggiore il rischio di scompenso epatico e possibilmente di morte, se sono trattati con ribavirina in associazione con interferoni. Le variabili basali che possono essere associate allo scompenso epatico nei pazienti cirrotici coinfettati comprendono: aumento di bilirubina sierica, riduzione di emoglobina, aumento di fosfatasi alcalina o riduzione della conta piastrinica, e trattamento con didanosina (ddI). Ăˆ perciĂ² necessario esercitare cautela quando si aggiunge il peginterferone alfa-2a e la ribavirina alla terapia HAART (vedere paragrafo 4.5).

L’uso concomitante di ribavirina e zidovudina non è raccomandato a causa di un aumento del rischio di anemia (vedere paragrafo 4.5).

Durante il trattamento i pazienti coinfettati devono essere attentamente monitorati, per i segni e i sintomi di scompenso epatico (compresi asciti, encefalopatia, sanguinamento variceale, funzionalitĂ  sintetiche epatiche compromesse ad es. punteggio di Child-Pugh di 7 o superiore). Il punteggio di Child-Pugh puĂ² essere affetto da fattori correlati al trattamento (cioè iperbilirubinemia indiretta, diminuzione di albumina) e non necessariamente attribuibili allo scompenso epatico. Il trattamento con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a deve essere interrotto immediatamente nei pazienti con scompenso epatico.

La somministrazione concomitante di ribavirina e didanosina non è raccomandata a causa del rischio di tossicità mitocondriale (vedere paragrafo 4.5). Inoltre, la somministrazione concomitante di ribavirina e stavudina deve essere evitata per limitare il rischio di sovrapposizione di tossicità mitocondriale.

Esami di laboratorio: Prima di iniziare la terapia, in tutti i pazienti devono essere eseguiti gli esami ematologici ed ematochimici standard (emocromo completo [CBC] con conta differenziale, conta piastrinica, elettroliti, glucosio, creatininemia, esami della funzionalitĂ  epatica, acido urico). Valori basali accettabili che possono essere considerati come una linea guida prima di iniziare la terapia con ribavirina in associazione con peginterferone alfa-2a o interferone alfa-2a:

Emoglobina ? 12 g/dl (femmine); ? 13 g/dl (maschi) Piastrine ? 90.000/mm3

Conta dei neutrofili ? 1.500/mm3

Nei pazienti con co-infezione da HIV-HCV, sono disponibili dati limitati sull’efficacia e sulla sicurezza in soggetti con conte dei CD4 inferiori a 200 cellule/?L. Cautela è pertanto necessaria nel trattamento dei pazienti con una bassa conta dei CD4.

Le valutazioni di laboratorio devono essere eseguite alla 2a e alla 4a settimana di terapia, e in seguito periodicamente nel modo clinicamente appropriato.

Per le donne in etĂ  fertile: le pazienti devono essere sottoposte ad un test di gravidanza di routine effettuato ogni mese durante il trattamento e nei 4 mesi successivi. Le partner femminili dei pazienti di sesso maschile devono essere sottoposte ad un test di gravidanza di routine effettuato ogni mese durante il trattamento e nei 7 mesi successivi.

L’acido urico puĂ² aumentare con la ribavirina a causa dell’emolisi e pertanto i pazienti predisposti devono essere attentamente monitorati per lo sviluppo di gotta.

Disturbi dentali e periodontali: Disturbi dentali e periodontali, che possono portare alla perdita dei denti, sono stati segnalati in pazienti trattati con l’associazione di ribavirina e peginterferone alfa-2a. Inoltre, durante il trattamento a lungo termine con l’associazione di ribavirina e peginterferone alfa-2a, la secchezza della bocca potrebbe avere un effetto dannoso sui denti e sulle membrane mucose orali. I pazienti devono lavare i denti accuratamente due volte al giorno e sottoporsi a regolari visite dentistiche. Inoltre, alcuni pazienti possono essere affetti dal vomito. Se si verifica questa reazione, si deve consigliare ai pazienti di sciacquare accuratamente la bocca dopo il vomito.

Lattosio: Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco