Lenizak 75/25: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Lenizak 75/25

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Lenizak 75/25: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Lenizak 75 mg/25 mg granulato per soluzione orale in bustina

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni bustina contiene: 75 mg di tramadolo cloridrato e 25 mg di dexketoprofene (come dexketoprofene trometamolo).

Eccipienti con effetti noti: saccarosio 2.7 g per bustina.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Granulato per soluzione orale in bustina.

I granuli sono di colore bianco o quasi bianco.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento sintomatico a breve termine del dolore acuto da moderato a grave in pazienti adulti il cui dolore è considerato idoneo a una combinazione di tramadolo e dexketoprofene.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

La dose raccomandata è una bustina (che corrisponde a 75 mg di tramadolo cloridrato e 25 mg di dexketoprofene). È possibile assumere altre dosi, secondo necessità, con un intervallo tra le assunzioni di almeno 8 ore. La dose giornaliera totale non deve superare le tre bustine (che corrispondono a 225 mg di tramadolo cloridrato e 75 mg di dexketoprofene).

Lenizak è indicato solo per un utilizzo a breve termine e il trattamento deve essere rigorosamente limitato al periodo sintomatico e in ogni caso per un periodo non superiore ai 5 giorni. Il passaggio ad un’analgesia basata su di un singolo agente deve essere considerato in base all’intensità del dolore e alla risposta del paziente.

È possibile ridurre al minimo gli effetti indesiderati utilizzando il minimo numero di dosi per il più breve periodo di tempo necessario per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Anziani:

Nei pazienti anziani la dose iniziale raccomandata è una bustina; è possibile assumere ulteriori dosi secondo necessità con un intervallo minimo tra le assunzioni di 8 ore e senza superare la dose giornaliera totale di 2 bustine (che corrisponde a 150 mg di tramadolo cloridrato e 50 mg di dexketoprofene). La dose può essere aumentata fino ad un massimo di 3 bustine giornaliere, come raccomandato per la popolazione generale, solo dopo che sia stata accertata una buona tolleranza.

Nei pazienti con più di 75 anni sono disponibili dati limitati, dunque Lenizak deve essere usato con cautela in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).

Insufficienza epatica:

I pazienti affetti da disfunzione epatica da lieve a moderata devono iniziare la terapia con un ridotto numero di dosi (dose giornaliera totale 2 bustine di Lenizak) ed essere monitorati con rigore.

Lenizak non deve essere usato nei pazienti affetti da disfunzione epatica grave (vedere paragrafo 4.3).

Danno renale:

La dose giornaliera totale iniziale deve essere ridotta a 2 bustine di Lenizak nei pazienti con compromissione della funzionalità renaledi grado lieve (clearance della creatinina 60 – 89 ml/min) (vedere paragrafo 4.4).

Lenizak non deve essere usato nei pazienti affetti da compromissione della funzionalità renale da moderata a grave (clearance della creatinina ≤59 ml / min) (vedere paragrafo 4.3).

Popolazione pediatrica:

La sicurezza e l’efficacia di Lenizak nei bambini e negli adolescenti non è stata stabilita. Non sono disponibili dati.

Quindi Lenizak non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti.

Modo di somministrazione Per uso orale.

Sciogliere l’intero contenuto di ciascuna bustina in un bicchier d’acqua; agitare/mescolare bene per aiutare la dissoluzione.

La soluzione ottenuta è incolore, opalescente. La soluzione ottenuta deve essere assunta immediatamente dopo ricostituzione.

La somministrazione concomitante con il cibo rallenta il tasso di assorbimento del farmaco (vedere paragrafo 5.2), di conseguenza, per un effetto più rapido, Lenizak può essere assunto almeno 30 minuti prima dei pasti.

04.3 Controindicazioni

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Si raccomanda di fare riferimento alle controindicazioni riportate per il dexketoprofene e il tramadolo come agenti singoli.

Il dexketoprofene non deve essere somministrato nei seguenti casi:

ipersensibilità al dexketoprofene, ad altri FANS o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;

pazienti nei quali sostanze con un’azione simile (ad es. acido acetilsalicilico o altri

FANS) provocano attacchi di asma, broncospasmo, rinite acuta o causano polipi nasali, orticaria o edema angioneurotico;

reazioni fotoallergiche o fototossiche note durante il trattamento con ketoprofene o

fibrati;

pazienti con ulcera peptica/emorragia gastrointestinale attiva o una storia di ulcerazione o perforazione con sanguinamento gastrointestinale;

pazienti con una storia di sanguinamento o perforazione gastrointestinale legata ad una

precedente terapia con FANS;

pazienti affetti da dispepsia cronica;

pazienti che hanno altri sanguinamenti attivi o disturbi emorragici;

pazienti affetti da morbo di Crohn o colite ulcerosa;

pazienti con insufficienza cardiaca grave;

pazienti con disfunzione renale da moderata a grave (clearance della creatinina <59 ml/min);

pazienti con funzione epatica gravemente compromessa (Child-Pugh C);

pazienti con diatesi emorragica e altri disturbi della coagulazione;

pazienti con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi).

Il tramadolo non deve essere somministrato nei seguenti casi:

ipersensibilità al tramadolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1;

nell’intossicazione acuta da alcol, ipnotici, analgesici, oppioidi o medicinali ad azione

psicotropa;

in pazienti che stanno assumendo inibitori MAO o che li hanno assunti negli ultimi 14 giorni (vedere paragrafo 4.5);

in pazienti affetti da epilessia non adeguatamente controllata mediante una terapia

(vedere paragrafo 4.4);

grave depressione respiratoria.

Lenizak è controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Si raccomanda di fare riferimento alle avvertenze speciali e alle precauzioni riportate per il dexketoprofene e per il tramadolo come agenti singoli.

Dexketoprofene

Somministrare con cautela in pazienti con una storia di condizioni allergiche.

L’uso del dexketoprofene in concomitanza con altri FANS, compresi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).

È possibile ridurre al minimo gli effetti indesiderati utilizzando la dose minima efficace per la più breve durata necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e “Rischi gastrointestinali e cardiovascolari” più avanti).

Sicurezza gastrointestinale

Emorragie, ulcerazioni o perforazioni gastrointestinali, anche fatali, sono state riportate in seguito all’utilizzo dei FANS in qualsiasi momento durante il trattamento, con o senza sintomi di avvertimento o una precedente storia di gravi episodi gastrointestinali. Quando si manifesta sanguinamento o ulcerazione gastrointestinale in pazienti sotto trattamento con dexketoprofene, la terapia deve essere interrotta.

Il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinale è maggiore con l’aumentare delle dosi di FANS , nei pazienti con una storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3), e negli anziani.

Come con tutti i FANS, occorre ricercare una eventuale storia di esofagite, gastrite e/o ulcera peptica per assicurarsi che siano totalmente guarite prima di iniziare una terapia con dexketoprofene. I pazienti che presentano sintomi gastrointestinali o che hanno una storia di patologia gastrointestinale devono essere monitorati per tenere sotto controllo eventuali disturbi digestivi, soprattutto il sanguinamento gastrointestinale.

I FANS devono essere usati con cautela in pazienti con una storia di patologia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn), perché la loro condizione può peggiorare (vedere paragrafo 4.8).

In questi pazienti si deve prendere in considerazione una terapia combinata con agenti protettivi (ad es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica), ma anche nei pazienti che necessitano di trattamento concomitante con basse dosi di acido acetilsalicilico o di altri medicinali passibili di aumentare il rischio gastrointestinale (vedere più avanti e paragrafo 4.5).

I pazienti che hanno una storia di tossicità gastrointestinale, soprattutto se anziani, devono segnalare eventuali sintomi addominali insoliti (in particolare il sanguinamento gastrointestinale), soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento.

Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo una terapia concomitante che può aumentare il rischio di ulcerazioni o sanguinamento, come i corticosteroidi orali, gli anticoagulanti come il warfarin, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o i farmaci antiaggreganti piastrinici come l’acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Sicurezza renale

Si consiglia cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale. In questi pazienti, l’uso di FANS può provocare un deterioramento della funzione renale, la ritenzione dei liquidi e la comparsa di edemi. Si consiglia cautela anche nei pazienti che assumono diuretici e in coloro che possono sviluppare ipovolemia, perché vi è un maggior rischio di nefrotossicità.

Durante la terapia va assicurato un adeguato apporto di liquidi per evitare la disidratazione e l’aumento della tossicità renale eventualmente associato.

Come tutti i FANS, questo medicinale può causare un aumento dell’azotemia e della creatinina. Come accade con altri inibitori della sintesi delle prostaglandine, anche questo medicinale può essere associato alla comparsa di effetti avversi a carico del rene che possono condurre a nefrite glomerulare, nefrite interstiziale, necrosi papillare renale, sindrome nefrosica e insufficienza renale acuta.

Sicurezza epatica

Si consiglia cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica. Come

con gli altri FANS, la compromissione della funzione epatica può causare piccoli incrementi transitori di alcuni parametri epatici e anche aumenti significativi delle aspartato transaminasi (AST), conosciuta anche come transaminasi glutammico- ossalacetica sierica (SGOT) e alanina aminotransferasi (ALT), nota anche come transaminasi sierica glutammico-piruvica (SGPT). In caso di un aumento significativo di tali parametri, interrompere la terapia.

Sicurezza cardiovascolare e cerebrovascolare

Nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata si raccomanda un attento monitoraggio e opportune istruzioni perché in associazione con le terapie a base di FANS sono stati osservati ritenzione dei liquidi e edema. Si consiglia particolare cautela nei pazienti con pregresse cardiopatie, in particolare in chi ha avuto precedenti episodi di insufficienza cardiaca, perché vi è un maggior rischio di scatenare un’insufficienza cardiaca.

Gli studi clinici ed epidemiologici suggeriscono che l’uso di certi FANS (soprattutto ad alte dosi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (come, ad esempio, infarto miocardico o ictus). I dati a disposizione non sono sufficienti per escludere tale rischio per il dexketoprofene.

I pazienti affetti da ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica accertata, patologia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con dexketoprofene solo dopo attenta valutazione . Considerazioni simili devono essere fatte prima di iniziare una terapia a lungo termine in pazienti con fattori di rischio per malattie cardiovascolari (come ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).

Tutti i FANS non selettivi possono inibire l’aggregazione piastrinica e prolungare il tempo di sanguinamento tramite l’inibizione della sintesi delle prostaglandine. Pertanto, l’uso del dexketoprofene in pazienti che stanno assumendo altri farmaci che interferiscono con l’emostasi, come il warfarin o altri cumarinici o eparine, non è raccomandato (vedere paragrafo 4.5).

Reazioni cutanee

Gravi reazioni cutanee , alcune delle quali letali, incluse dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso di FANS (vedere paragrafo 4.8). Sembra che i pazienti corrano un rischio maggiore di avere tali reazioni nelle prime fasi della terapia, con esordio della reazione nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. Il dexketoprofene deve essere sospeso alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Anziani

Nei pazienti anziani si osserva una maggiore frequenza di reazioni avverse ai FANS, soprattutto di sanguinamento e perforazione gastrointestinale, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.2). Questi pazienti devono iniziare il trattamento con il dosaggio più basso possibile.

Nell’anziano è anche più probabile che si verifichi una compromissione della funzione epatica, renale o cardiovascolare (vedere paragrafo 4.2).

Altre informazioni

Si consiglia particolare cautela nei pazienti con:

disturbi congeniti del metabolismo delle porfirine (come la porfiria intermittente acuta);

disidratazione;

subito dopo interventi di chirurgia maggiore.

Molto raramente sono state osservate reazioni di ipersensibilità acuta grave (come, per esempio, shock anafilattico). La terapia deve essere sospesa ai primi segni di reazioni da ipersensibilità gravi comparse in seguito ad assunzione di dexketoprofene. A seconda dei sintomi, tutte le procedure mediche necessarie devono essere avviate da operatori sanitari specializzati.

I pazienti affetti da asma combinata con rinite cronica, sinusite cronica e/o poliposi nasale presentano un maggior rischio di allergia all’acido acetilsalicilico e/o ai FANS rispetto al resto della popolazione. La somministrazione di questo medicinale può causare attacchi d’asma o broncospasmi, soprattutto in soggetti allergici all’acido acetilsalicilico o ai FANS (vedasi sezione 4.3).

In casi eccezionali, la varicella può essere all’origine di complicanze infettive serie a livello cutaneo e dei tessuti molli . Ad oggi non è possibile escludere un ruolo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni. Pertanto, si consiglia di evitare l’uso di dexketoprofene in caso di varicella.

Il dexketoprofene deve essere somministrato con cautela nei pazienti che soffrono di disturbi ematopoietici, lupus eritematoso sistemico o malattia mista del tessuto connettivo.

Come altri FANS, il dexketoprofene può mascherare i sintomi delle malattie infettive.

Questo medicinale contiene 2.7 g di saccarosio per dose, da tenere in considerazione in persone affette da diabete mellito. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di Lenizak nei bambini e negli adolescenti non è stata stabilita. Pertanto, Lenizak non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti.

Tramadolo

Il tramadolo deve essere usato con particolare cautela nei pazienti con tossicodipendenze, traumi cranici, shock, con ridotti livelli di coscienza di origine incerta, disturbi del centro o della funzione respiratoria e con incremento della pressione intracranica .

Il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti sensibili agli oppiacei.

Inoltre, si deve prestare particolare attenzione nel trattamento di pazienti affetti da depressione respiratoria o ai quali viene somministrata una terapia concomitante con medicinali che inducono depressione del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.5) o se la dose raccomandata è stata superata in modo significativo (vedere paragrafo 4.9), perché in queste situazioni non è possibile escludere l’insorgenza di depressione respiratoria.

Nei pazienti che assumevano tramadolo ai dosaggi raccomandati è stata riportata la comparsa di convulsioni. Il rischio può essere incrementato quando le dosi di tramadolo superano il limite superiore giornaliero raccomandato (400 mg).

Inoltre, il tramadolo può aumentare il rischio di convulsioni nei pazienti che assumono altri medicinali che abbassano la soglia convulsiva (vedere paragrafo 4.5.). I pazienti che soffrono di epilessia o che sono suscettibili a crisi epilettiche devono essere trattati con tramadolo solo in caso di assoluta necessità.

Possono svilupparsi tolleranza, dipendenza psichica e fisica, soprattutto a seguito di terapie a lungo termine. Nei pazienti con tendenza ad abusare dei medicinali o alla dipendenza, il trattamento a base di tramadolo deve essere somministrato solo per brevi periodi di tempo e sotto stretta sorveglianza medica.

Se un paziente non necessita più della terapia con tramadolo, può essere consigliabile ridurre gradualmente la dose onde prevenire i sintomi di astinenza.

Rischio derivante dall’uso concomitante di farmaci ad azione sedativa, come benzodiazepine o farmaci benzodiazepino-correlati

L’uso concomitante di Lenizak e farmaci ad azione sedativa come benzodiazepine o farmaci benzodiazepino-correlati può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di questi farmaci ad azione sedativa deve essere limitata ai pazienti per i quali non sono possibili trattamenti alternativi. Se Lenizak viene prescritto insieme a farmaci ad azione sedativa, deve essere utilizzata la più bassa dose efficace e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.

I pazienti devono essere attentamente monitorati per riconoscere segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tal proposito è fortemente raccomandato di mettere al corrente i pazienti e chi si prende cura di loro di questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).

Metabolismo del CYP2D6

Il tramadolo viene metabolizzato dall’enzima epatico CYP2D6. Se un paziente mostra una carenza di questo enzima o ne è completamente privo, potrebbe non ottenere un adeguato effetto analgesico. Le stime indicano che fino al 7 % della popolazione caucasica potrebbe presentare questa carenza. Tuttavia, se il paziente è un metabolizzatore ultra rapido, esiste il rischio di sviluppare tossicità da oppioidi anche a dosaggi comunemente prescritti.

Sintomi generali di tossicità da oppioidi comprendono confusione, sonnolenza, respiro superficiale, pupille contratte, nausea, vomito, stipsi e mancanza di appetito. Nei casi gravi, ciò può includere sintomi di depressione circolatoria e respiratoria, che possono mettere in pericolo la vita e molto raramente essere fatali. Le stime sulla prevalenza di metabolizzatori ultra rapidi in diverse popolazioni sono riassunte di seguito:

Popolazione Prevalenza %
Africana/Etiope 29 %
Afroamericana da 3,4 % a 6,5 %
Asiatica da 1,2 % a 2 %
Caucasica da 3,6 % a 6,5 %
Greca 6,0 %
Ungherese 1,9 %
Nordeuropea da 1 % a 2 %

Uso post-operatorio nei bambini

Nella letteratura pubblicata ci sono state segnalazioni relative al fatto che tramadolo somministrato in ambito post-operatorio nei bambini a seguito di tonsillectomia e/o adenoidectomia per apnea ostruttiva nel sonno, ha portato al verificarsi di eventi avversi rari ma pericolosi per la vita. Occorre adottare estrema cautela quando tramadolo viene somministrato ai bambini per alleviare il dolore post-operatorio e deve essere accompagnata da un attento monitoraggio dei sintomi di tossicità da oppioidi, inclusa la depressione respiratoria.

Bambini con funzione respiratoria compromessa

L’uso di tramadolo non è raccomandato nei bambini in cui la funzione respiratoria potrebbe essere compromessa, tra cui patologie neuromuscolari, gravi patologie cardiache o respiratorie, infezioni delle vie respiratorie superiori o polmonari, traumi multipli o procedure chirurgiche complesse. Questi fattori possono peggiorare i sintomi di tossicità da oppioidi.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non sono stati eseguiti studi clinici per valutare il possibile impatto delle interazioni farmacologiche sul profilo di sicurezza di Lenizak. Tuttavia, si consiglia di tenere conto di quelle riportate per il dexketoprofene e il tramadolo come agenti singoli.

Dexketoprofene

Le seguenti interazioni si riferiscono ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) in generale:

Uso concomitante non raccomandato:

altri FANS (tra cui gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2), comprese alte dosi di salicilati (≥ 3 g/die); la somministrazione concomitante di diversi FANS può aumentare il rischio di ulcere e sanguinamento gastrointestinali attraverso un effetto sinergico;

anticoagulanti; i FANS possono potenziare gli effetti degli anticoagulanti, come il

warfarin, a causa del forte legame alle proteine plasmatiche del dexketoprofene, dell’inibizione della funzione piastrinica e del danneggiamento della mucosa gastroduodenale; se non è possibile evitare la combinazione, si consiglia uno stretto monitoraggio clinico ed il controllo costante dei valori di laboratorio;

eparine; maggior rischio di emorragia, dovuto all’inibizione della funzione piastrinica e al danneggiamento della mucosa gastroduodenale; se non è possibile evitare la combinazione, si consiglia uno stretto monitoraggio clinico ed il controllo costante dei valori di laboratorio;

corticosteroidi; vi è un maggior rischio di ulcerazione o sanguinamento

gastrointestinale;

litio (descritto con alcuni FANS); i FANS aumentano i livelli ematici del litio, che possono raggiungere valori tossici (minore escrezione renale del litio); questo parametro, dunque, necessita di monitoraggio durante la fase iniziale, l’aggiustamento e la sospensione del trattamento con dexketoprofene;

metotressato, usato ad alte dosi di 15 mg/settimana o più; maggiore tossicità

ematologica del metotressato a causa della diminuzione della sua clearance renale ad opera degli agenti antinfiammatori in genere;

idantoine (compresa la fenitoina) e sulfonamidi, gli effetti tossici di queste sostanze

possono essere accresciuti.

Associazioni che richiedono precauzioni:

diuretici, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), aminoglicosidi antibatterici e antagonisti del recettore dell’angiotensina II; il dexketoprofene può ridurre l’effetto dei medicinali diuretici e anti-ipertensivi; in alcuni pazienti con una funzione renale compromessa (ad es. pazienti disidratati o pazienti anziani con una funzione renale compromessa), la co-somministrazione di agenti che inibiscono la ciclo-ossigenasi e di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aminoglicosidi antibatterici può risultare in un ulteriore deterioramento della funzione renale, in genere reversibile; in caso di prescrizione combinata di dexketoprofene e un diuretico, è essenziale garantire che il paziente sia adeguatamente idratato e occorre monitorare la funzione renale all’inizio della terapia e, in seguito, periodicamente. La co-somministrazione di dexketoprofene e diuretici risparmiatori di potassio può dare ipercalemia. E’ necessario monitorare le concentrazioni di potassio nel sangue (vedere paragrafo 4.4);

metotressato, usato a basse dosi, inferiori ai 15 mg/settimana: incremento della

tossicità ematologica del metotressato a causa della diminuzione della sua clearance renale ad opera degli agenti antinfiammatori in genere. E’ necessario il monitoraggio settimanale dell’emocromo durante le prime settimane della terapia di associazione ed una maggiore sorveglianza anche in presenza di una funzione renale lievemente compromessa, soprattutto nell’anziano;

pentossifillina; incremento del rischio di sanguinamento; è necessario un più attento

monitoraggio clinico ed il controllo più frequente del tempo di sanguinamento;

zidovudina; rischio di maggiore tossicità per i globuli rossi per la sua azione sui reticolociti, con comparsa di grave anemia una settimana dopo l’inizio della terapia con il FANS; è necessario eseguire emocromo completo e conta dei reticolociti da una a due settimane dopo l’inizio del trattamento con i FANS;

sulfoniluree; i FANS possono aumentare l’effetto ipoglicemico delle sulfoniluree per

spostamento dai siti di legame con le proteine plasmatiche.

Associazioni di cui tener conto

beta-bloccanti: il trattamento con un FANS può diminuire il loro effetto anti- ipertensivo inibendo la sintesi delle prostaglandine;

ciclosporina e tacrolimus: la nefrotossicità può essere potenziata dai FANS mediante

effetti mediati dalle prostaglandine renali. Durante la terapia di associazione è, pertanto, necessario monitorare la funzionalità renale;

trombolitici: maggior rischio di sanguinamento;

agenti antipiastrinici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): maggior rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4);

probenecid: le concentrazioni plasmatiche di dexketoprofene possono aumentare;

questa interazione può essere dovuta ad un meccanismo d’inibizione che coinvolge il sito della secrezione tubulare renale e della glucorono-coniugazione e richiede un aggiustamento della dose del dexketoprofene;

glicosidi cardiaci: i FANS possono aumentare la concentrazione plasmatica dei

glicosidi;

mifepristone: a causa di un rischio teorico che gli inibitori della sintetasi delle prostaglandine possano alterare l’efficacia di mifepristone, è sconsigliata la somministrazione di FANS per 8-12 giorni dopo aver assunto mifepristone. Esistono evidenze limitate che suggeriscono che la co-somministrazione di FANS il giorno della somministrazione della prostaglandina non influenza negativamente gli effetti del mifepristone o della prostaglandina sulla maturazione cervicale o sulla contrattilità uterina e non riduce l’efficacia clinica dell’interruzione medica della gravidanza;

antibiotici chinolonici: dati sugli animali indicano che alte dosi di chinoloni in associazione con FANS possono aumentare il rischio di convulsioni;

tenofovir: l’uso concomitante con FANS può aumentare l’azotemia e la creatinina, di

conseguenza va monitorata la funzione renale per tenere sotto controllo una possibile influenza sinergica sulla funzione renale;

deferasirox: l’uso concomitante con FANS può aumentare il rischio di tossicità

gastrointestinale. Quando si somministra deferasirox con queste sostanze è necessario effettuare un rigoroso monitoraggio clinico.

pemetrexed: l’uso concomitante con FANS può ridurre l’eliminazione del pemetrexed,

pertanto occorre esercitare cautela nel somministrare dosi più alte di FANS. Nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina compresa tra 45 e 79 ml/min), la somministrazione concomitante di pemetrexed con FANS deve essere evitata per 2 giorni prima e 2 giorni dopo la somministrazione di pemetrexed.

Tramadolo

L’uso concomitante non è raccomandato:

Tramadolo non va associato con gli inibitori della monoamino-ossidasi (MAO) (vedere paragrafo 4.3). Nei pazienti trattati con IMAO nei 14 giorni precedenti all’uso dell’oppioide petidina sono state osservate interazioni potenzialmente letali sul sistema nervoso centrale e sulla funzione respiratoria e cardiovascolare.Durante la terapia con tramadolo non è possibile escludere che si verifichino le stesse interazioni con gli inibitori IMAO;

si consiglia cautela nel trattamento concomitante con tramadolo e derivati della cumarina (es. warfarin) in quanto, in alcuni pazienti, sono stati riportati alti indici INR

(International Normalized Ratio) con sanguinamento importante ed ecchimosi;

l’associazione tra agonisti/antagonisti misti dei recettori oppioidi (come, ad es., buprenorfina, nalbufina, pentazocina) e tramadolo non è consigliabile poiché, in tali circostanze, l’effetto analgesico di un agonista puro può teoricamente essere ridotto.

Associazioni che richiedono precauzioni:

il tramadolo può indurre convulsioni e aumentare il rischio che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI), gli antidepressivi triciclici, gli antipsicotici e altri medicinali destinati ad abbassare la soglia epilettogena (come il bupropione, la mirtazapina, il tetraidrocannabinolo) causino convulsioni;

l’uso terapeutico concomitante di tramadolo e farmaci serotonergici, come gli inibitori

selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI), gli inibitori delle MAO (vedere paragrafo 4.3), gli antidepressivi triciclici e la mirtazapina, può causare tossicità da serotonina. Si può avere sindrome serotoninergica quando si osserva una delle seguenti condizioni: clono spontaneo, clono inducibile o oculare con agitazione o diaforesi, tremore e iperreflessia, ipertonia e temperatura corporea > 38˚C e clono oculare inducibile. Di solito, la sospensione dei medicinali serotoninergici porta ad un rapido miglioramento. Il trattamento dipende dal tipo e dalla gravità dei sintomi.

l’uso concomitante di oppioidi e farmaci ad azione sedativa come benzodiazepine o

farmaci benzodiazepino-correlati aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa di un effetto depressivo additivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento concomitante dovrebbero essere limitate (vedere paragrafo 4.4).

Associazioni di cui tener conto:

la somministrazione concomitante di tramadolo con altri medicinali che inducono depressione del sistema nervoso centrale o alcol può potenziare gli effetti sul sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.8);

i risultati degli studi farmacocinetici ad oggi hanno dimostrato che è improbabile che

si verifichino interazioni importanti dal punto di vista clinico con la somministrazione concomitante o precedente di cimetidina (inibitore enzimatico);

la somministrazione contemporanea o precedente di carbamazepina (induttore

enzimatico) può ridurre l’effetto analgesico e accorciare la durata dell’azione;

in un numero limitato di studi la somministrazione pre o postoperatoria dell’antagonista antiemetico 5-HT3 ondansetrone ha aumentato il fabbisogno di tramadolo in pazienti con dolore postoperatorio;

altre sostanze attive conosciute per la loro capacità di inibire il CYP3A4, come il

ketoconazolo e l’eritromicina, possono inibire il metabolismo del tramadolo (N- demetilazione) e probabilmente anche il metabolismo del metabolita attivo O- demetilato; l’importanza clinica di tale interazione non è stata studiata.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Durante lo sviluppo clinico del Lenizak non si sono verificati casi di gravidanza. Il profilo di sicurezza di Lenizak durante la gravidanza non è stato stabilito negli studi clinici inclusi in questa sezione. Si raccomanda di fare riferimento ai dati relativi al dexketoprofene e al tramadolo come agenti singoli.

Dexketoprofene

L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può avere effetti negativi sulla gravidanza e/o sullo sviluppo dell’embrione o del feto. I dati ottenuti dagli studi epidemiologici sollevano preoccupazioni relative ad un possibile maggior rischio di aborto e di malformazioni cardiache e gastroschisi in seguito all’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nei primi mesi di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazione cardiovascolare risultava aumentato da meno dell’1% fino circa all’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali è stato dimostrato che la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine è in grado di determinare un aumento della probabilità di perdita pre e post impianto e della mortalità embrio-fetale. Inoltre, negli animali a cui è stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo dell’organogenesi è stata osservata una maggiore incidenza di varie malformazioni, tra cui quelle cardiovascolari. Nonostante ciò, gli studi animali con dexketoprofene non hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:

tossicità cardiopolmonare (con la chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione

polmonare);

disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;

Alla fine della gravidanza la madre e il neonato possono essere esposti a:

possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antipiastrinico che può verificarsi anche a dosi molto basse del medicinale;

inibizione delle contrazioni uterine, con conseguente ritardo o prolungamento del

travaglio.

Tramadolo

Studi su animali di laboratorio condotti con tramadolo a dosi molto alte hanno messo in evidenza effetti sullo sviluppo degli organi, sull’ossificazione e sulla mortalità neonatale. Non sono stati osservati effetti teratogeni. Il tramadolo attraversa la placenta. Nell’uomo non sono diponibili evidenze sufficienti sulla sicurezza del tramadolo in gravidanza.

Il tramadolo- somministrato prima o durante il parto- non influenza la contrattilità uterina. Nei neonati può indurre alterazioni del ritmo respiratorio, in genere non clinicamente rilevanti. L’uso cronico durante la gravidanza può dare sintomi di astinenza neonatale.

Considerando quanto sopra, Lenizak è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Allattamento

Non sono stati condotti studi controllati sull’escrezione di Lenizak nel latte umano. Si raccomanda di fare riferimento ai dati relativi al dexketoprofene e al tramadolo come agenti singoli.

Dexketoprofene

Non è noto se il dexketoprofene viene escreto nel latte umano.

Tramadolo

Il tramadolo e i suoi metaboliti vengono trovati in piccole quantità nel latte materno. Circa lo 0,1 % della dose di tramadolo assunto dalla madre viene escreto nel latte materno. Nell’immediata fase puerperale, per un dosaggio giornaliero materno per via orale fino a 400 mg, ciò corrisponde a una quantità media di tramadolo ingerito dai neonati allattati al seno pari al 3 % della dose aggiustata per il peso della madre. Per questo motivo, tramadolo non deve essere usato durante l’allattamento o, in alternativa, l’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con tramadolo. L’interruzione dell’allattamento non è generalmente necessaria a seguito di una singola dose di tramadolo.

Considerando quanto sopra, Lenizak è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).

Fertilità

Come con altri FANS, l’uso di dexketoprofene può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato nelle donne che intendono concepire. Nelle donne che hanno difficoltà di concepimento o che si stanno sottoponendo ad indagini sull’infertilità si deve prendere in considerazione l’ipotesi di sospendere l’uso di dexketoprofene.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

Gli effetti noti per i singoli componenti di Lenizak valgono anche per l’associazione fissa.

Dexketoprofene

Il dexketoprofene ha un’influenza da lieve a moderata sulla capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari, a causa della possibile comparsa di vertigine o sonnolenza.

Tramadolo

Anche se assunto rispettando le istruzioni, il tramadolo può causare effetti come sonnolenza e vertigine, e dunque può compromettere le reazioni di autisti e operatori di macchinari.

Ciò vale soprattutto in congiunzione con altre sostanze psicotrope e alcol.

04.8 Effetti indesiderati

Indice

Gli eventi avversi che possono essere legati a questo medicinale segnalati negli studi clinici eseguiti con Lenizak e le reazioni avverse riportate nei Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto di dexketoprofene e tramadolo in formulazioni orali sono elencate nella tabella fornita qui di seguito, secondo la classificazione per sistemi e organi.

Le frequenze sono definite qui di seguito:

Molto comune (≥ 1/10) Comune (da ≥ 1/100 a <1/10)

Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100) Raro (da ≥ 1/10.000 a <1/1.000) Molto raro (< 1/10.000)

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

CLASSIFICAZIONE
PER SISTEMI E ORGANI MedDRA
Reazione avversa Frequenza
Lenizak Dexketoprofene Tramadolo
Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitosi Non
comune
Neutropenia, Molto raro
trombocitopenia Molto raro
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (ad es.
dispnea, broncospasmo,
sibilo, angioedema)
Molto raro Raro
Reazione anafilattica, compreso lo shock
anafilattico
Molto raro Raro
Edema laringeo Non
comune
Raro
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Disturbi
dell’appetito
Raro
Ridotto appetito Raro
Ipoglicemia Non nota
Ipokalemia Non
comune
Disturbi psichiatrici Ansia Non comune Raro
Disturbo cognitivo Raro
Stato confusionale Raro
Dipendenza Raro
Allucinazioni Raro
Insonnia Non comune
Alterazioni Raro
dell’umore
Incubo Raro
Disturbo psicotico Non
comune
Disturbi del sonno Raro
Patologie del sistema nervoso Coordinazione
anomala
Raro
Vertigini Comune Non comune Molto
comune
Epilessia Raro
Cefalea Non
comune
Non comune Comune
Contrazioni involontarie dei
muscoli
Raro
Parestesia Raro Raro
Disturbo sensoriale Raro
Sonnolenza Non
comune
Non comune Comune
Disturbo del
linguaggio
Non noto
Sincope Raro Raro
Tremore Raro
Patologie dell’occhio Disturbi della vista Molto raro Raro
Midriasi Non noto
Miosi Raro
Edema periorbitale Non
comune
Patologie dell’orecchio e del
labirinto
Tinniti Molto raro
Vertigini Non
comune
Non comune
Patologie cardiache Bradicardia Raro
Palpitazioni Non comune Non comune
Tachicardia Non
comune
Molto raro Non comune
Patologie vascolari Collasso circolatorio Non comune
Vampate di calore Non comune
Crisi ipertensiva Non
comune
Ipotensione Non
comune
Molto raro
Ipotensione
ortostatica
Non comune
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Bradipnea, Raro
Broncospasmo Molto raro
Dispnea Molto raro Raro
Depressione Non comune
respiratoria
Patologie gastrointestinali Fastidio addominale Non comune
Distensione
addominale
Non
comune
Non comune
Dolore addominale Comune
Costipazione Non
comune
Non comune Comune
Diarrea Comune Non comune
Secchezza delle
fauci
Non comune Comune
Dispepsia Non
comune
Comune
Flatulenza Non comune
Gastrite Non comune
Irritazione del tratto
gastrointestinale
Non comune
Nausea Comune Comune Molto
comune
Pancreatite Molto raro
Emorragia da ulcera
peptica
Raro
Perforazione da
ulcera peptica
Raro
Ulcera peptica, Raro
Conati di vomito Non comune
Vomito Comune Comune Comune
Patologie epatobiliari Epatite Raro
Traumatismo
epatocellulare
Raro
Aumento degli enzimi epatici compresi esami della funzionalità epatica anomali e gamma-glutamil
transferasi aumentata
Non comune Raro Molto raro
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Acne Raro
Edema facciale Non
comune
Molto raro
Iperidrosi Non
comune
Raro Comune
Reazione di
fotosensibilità
Molto raro
Prurito Molto raro Non comune
Eruzione
cutanea(rash)
Non comune Non comune
Sindrome di Stevens
Johnson
Molto raro
Necrolisi epidermica tossica (sindrome di
Lyell)
Molto raro
Orticaria Non
comune
Raro Non comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e
del tessuto connettivo
Mal di schiena Raro
Debolezza Raro
Patologie renali e urinarie Disuria Raro
Ematuria Non
comune
Disturbi della
minzione
Raro
Nefrite Molto raro
Sindrome nefrotica Molto raro
Poliuria Raro
Insufficienza renale
acuta
Raro
Ritenzione urinaria Raro
Patologie dell’apparato
riproduttivo e della mammella
Disturbi mestruali Raro
Patologie della prostata Raro
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Non
comune
Non comune
Brividi di freddo Non
comune
Non comune
Fastidio Non
comune
Sensazioni anomale Non
comune
Sindrome da astinenza da farmaci (agitazione, ansia, nervosismo, insonnia, ipercinesia, tremore e sintomi gastrointestinali: rari; attacchi di panico,
ansia grave, allucinazioni, parestesie, tinniti e sintomi insoliti del
Raro/molto raro
SNC come confusione, illusioni, depersonalizzazione,
derealizzazione, paranoia)
Affaticamento Non comune Comune
Malessere Non comune
Edema periferico Raro
Dolore Non comune
Esami diagnostici Aumento della
pressione sanguigna
Non
comune
Raro Raro
Aumento della fosfatasi alcalina nel
sangue
Non comune
Aumento della lattato deidrogenasi
nel sangue
Non comune

Dexketoprofene-tramadolo

Negli studi clinici le reazioni avverse osservate con maggior frequenza sono state nausea, sonnolenza, vomito e capogiro (3.8%, 3.6%, 3.0% e 2.8% dei pazienti, rispettivamente).

Dexketoprofene

Gastrointestinale: gli eventi avversi osservati con maggior frequenza sono di natura gastrointestinale.Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, a volte fatale, soprattutto negli anziani (vedere paragrafo 4.4). In seguito a somministrazione sono stati osservati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, esacerbazione della colite e del morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”). Meno frequentemente è stata osservata gastrite. In associazione con terapie a base di FANS sono stati osservati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca.

Come con altri FANS, possono comparire i seguenti effetti indesiderati: meningite asettica, che può verificarsi soprattutto nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico o malattia mista del tessuto connettivo; reazioni ematologiche (porpora, anemia aplastica ed emolitica, raramente agranulocitosi e ipoplasia midollare). Reazioni bollose, tra cui sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica (molto rare). I dati degli studi clinici ed epidemiologici suggeriscono che l’uso di certi FANS (soprattutto ad alte dosi e in terapie a lungo termine) può associarsi ad un rischio leggermente incrementato di eventi trombotici arteriosi (come, ad esempio, infarto miocardico o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

Tramadolo

Le reazioni avverse al tramadolo segnalate più frequentemente sono nausea ecapogiri, entrambe verificatesi in più del 10% dei pazienti.

Se le dosi raccomandate vengono superate abbondantemente e vengono somministrate

in concomitanza con altre sostanze che deprimono il sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.5), si può avere depressione respiratoria.

È stato riportato peggioramento dell’asma, anche se non è stata stabilita una relazione causale.

Si sono osservate crisi epilettiformi soprattutto in seguito alla somministrazione di alte dosi di tramadolo o con trattamento di associazione con medicinali che abbassano la soglia delle convulsioni o essi stessi suscettibili di indurre convulsioni cerebrali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

I sintomi che possono manifestarsi a seguito dell’interruzione del trattamento con il medicinale, simili a quelli che si verificano a seguito dell’interruzione di oppiacei, sono agitazione, ansia, nervosismo, insonnia, ipercinesia, tremore e sintomi gastrointestinali.

Altri sintomi osservati molto raramente in seguito a sospensione della terapia con tramadolo sono stati: attacchi di panico, ansia grave, allucinazioni, parestesie, tinnito e sintomi insoliti del SNC (come confusione, illusioni, depersonalizzazione, derealizzazione, paranoia).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema di segnalazione nazionale all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione- avversa.

04.9 Sovradosaggio

Indice

Negli studi clinici non si sono osservati casi di sovradosaggio. Si raccomanda di fare riferimento ai dati relativi al dexketoprofene e al tramadolo come agenti singoli.

Sintomi

Dexketoprofene

La sintomatologia conseguente a sovradosaggio di dexketoprofene non è nota.

I prodotti medicinali che contengono dexketoprofene hanno causato disturbi gastrointestinali (vomito, anoressia, dolore addominale) e neurologici (sonnolenza, vertigini, disorientamento, cefalea).

Tramadolo

Nel sovradosaggio da tramadolo, in linea di principio, si devono verificare gli stessi sintomi che si hanno con tutti gli altri analgesici ad azione centrale (oppioidi). In particolare, tali sintomi includono miosi, vomito, collasso cardiovascolare, disturbi della coscienza fino al coma, convulsioni e depressione respiratoria fino all’arresto respiratorio.

Gestione

Dexketoprofene

In caso di assunzione accidentale o eccessiva, iniziare immediatamente una terapia sintomatica in base alla condizione clinica del paziente.

Se sono stati ingeriti più di 5 mg/kg da un adulto o da un bambino, si deve somministrare carbone attivo entro un’ora dall’ingerimento. Il dexketoprofene può essere eliminato mediante dialisi.

Tramadolo

Tenere aperto il tratto respiratorio (evitando l’aspirazione), mantenere la respirazione e la circolazione a seconda dei sintomi. L’antidoto per la depressione respiratoria è il naloxone. Negli esperimenti su animali il naloxone non ha avuto effetto sulle convulsioni. In tal caso si inietti diazepam per via endovenosa.

In caso di intossicazione orale, si consiglia la decontaminazione gastrointestinale con carbone attivo entro due ore dall’assunzione del tramadolo.

Il tramadolo può essere rimosso tramite dialisi, ma viene eliminato in minima parte dal siero per emodialisi o emofiltrazione. Dunque, il trattamento dell’intossicazione acuta da tramadolo con la sola emodialisi o emofiltrazione non è idoneo per la detossificazione.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: Oppioidi in associazione con analgesici non oppioidi,

codice ATC:

N02AJ14

Meccanismo d’azione

Il dexketoprofene è il sale di trometamina dell’acido S-(+)-2-(3-benzoilfenil) propionico, un medicinale analgesico, antinfiammatorio e antipiretico appartenente alla classe dei farmaci antinfiammatori non steroidei (M01AE).

Il meccanismo d’azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei consiste nella riduzione della sintesi delle prostaglandine mediante inibizione dell’enzima ciclossigenasi. Più specificamente, si ha una inibizione della trasformazione dell’acido arachidonico negli endoperossidi ciclici PGG2 e PGH2, che producono le prostaglandine PGE1, PGE2, PGF e PGD2 ed anche la prostaciclina PGI2 e i trombossani (TxA2 e TxB2). Inoltre, l’inibizione della sintesi delle prostaglandine può influenzare anche altri mediatori dell’infiammazione come le chinine, che hanno un’azione indiretta che si aggiunge all’azione diretta.

In studi sperimentali sugli animali e sull’uomo è stato dimostrato che il dexketoprofene inibisce l’attività della COX-1 e della COX-2.

Il tramadolo cloridrato è un analgesico oppiaceo di natura sintetica che agisce a livello centrale. È un agonista parziale non selettivo dei recettori μ, δ e κ degli oppiacei con un’affinità maggiore per i recettori μ. L’attività degli oppiacei è dovuta sia alla bassa affinità di legame del composto progenitore che alla maggiore affinità di legame del metabolita O-demetilato M1 con i loro recettori µ. Nei modelli animali, l’M1 è fino a 6

volte più potente del tramadolo nel produrre analgesia e 200 volte più potente nel legame con i recettori oppioidi µ. L’analgesia indotta da tramadolo è stata antagonizzata solo parzialmente dall’antagonista oppiaceo naloxone in vari test su animali. Il relativo contributo sia del tramadolo che dell’M1 all’analgesia nell’uomo dipende dalle concentrazioni plasmatiche di ciascun composto.

È stato dimostrato che il tramadolo inibisce la ricaptazione della norepinefrina e della serotonina in vitro, cosi come altri analgesici oppioidi. Questi meccanismi possono contribuire in modo indipendente al profilo analgesico complessivo del tramadolo.

Il tramadolo ha un’azione antitussiva. Diversamente dalla morfina, un’ampia gamma di dosaggi analgesici di tramadolo non hanno un effetto depressivo sulla respirazione. Inoltre, la motilità gastrointestinale risente di meno dell’effetto. Gli effetti sul sistema cardiovascolare tendono ad essere leggeri. La potenza del tramadolo va da 1/10 (un decimo) ad 1/6 (un sesto) di quella della morfina.

Effetti farmacodinamici

Studi preclinici hanno mostrato un’interazione sinergica tra i principi attivi osservata in modelli di infiammazione sia acuta che cronica e suggeriscono che dosi minori di ogni principio attivo permettono di ottenere un’analgesia efficace.

Efficacia e sicurezza clinica

Studi clinici condotti su vari modelli di dolore nocicettivo da moderato a grave (tra cui dolore dentale, somatico e viscerale) hanno mostrato che Lenizak ha un’attività analgesica efficace.

In uno studio a dose multipla, in doppio cieco, randomizzato, a gruppi paralleli su 606 pazienti con dolore da moderato a grave in seguito ad isterectomia addominale, con un’età media di 47,6 anni (range da 25 a 73 anni), è stata valutata l’efficacia analgesica dell’associazione rispetto a quella dei singoli componenti sommando i valori della differenza dell’intensità del dolore in un intervallo di 8 ore (SPID8) dopo l’assunzione della prima dose del medicinale sperimentale, con valutazione dell’intensità del dolore su una scala analogica visiva di 100 mm (VAS). Un valore SPID più alto indicava un maggior sollievo dal dolore. Il trattamento con Lenizak ha dato un effetto analgesico significativamente maggiore di quello dei singoli componenti somministrati alla stessa dose (dexketoprofene 25 mg) o ad una dose più alta (tramadolo 100 mg), con i seguenti risultati: Lenizak (241,8), dexketoprofene 25 mg (184,5), tramadolo 100 mg (157,3).

Nelle prime 8 ore dopo l’assunzione di Lenizak i pazienti hanno riportato un’intensità del dolore significativamente più bassa (PI-VAS medio = 33,6) con una differenza statisticamente significativa (p< 0,0001) rispetto a quella ottenuta con 25 mg di dexketoprofene (PI-VAS medio = 42,6) e con 100 mg di tramadolo (PI-VAS medio = 42,9). È stata dimostrata un’analgesia superiore anche nelle successive 56 ore con somministrazione di altre dosi in base allo schema posologico per una popolazione ITT in cui sono stati esclusi i pazienti che non avevano ricevuto il trattamento attivo come prima dose singola, con una differenza statisticamente significativa (p< 0,0001) tra Lenizak e dexketoprofene 25 mg (-8,4) e tramadolo 100 mg (-5,5).

I pazienti trattati con Lenizak hanno avuto bisogno di meno medicinali di soccorso per il controllo del dolore [rispettivamente l’11,8% dei pazienti rispetto al 21,3% (p= 0,0104) e al 21,4% (p= 0,0097) dei pazienti sotto terapia con 25 mg di dexketoprofene e con 100 mg di tramadolo]. Se si considera l’impatto del medicinale di soccorso, l’effetto analgesico superiore di Lenizak con più somministrazioni nell’arco delle 56 ore diventa

più evidente e raggiunge una differenza del PI-VAS che favorisce Lenizak rispetto a dexketoprofene (-11,0) e a tramadolo (-9,1) con una significatività statistica di p=

<0,0001.

In uno studio a dose multipla, in doppio cieco, randomizzato, a gruppi paralleli su 641 pazienti con dolore da moderato a grave in seguito ad artroplastica totale dell’anca, con un’età media di 61,9 anni (range da 29 a 80 anni), è stata valutata l’efficacia analgesica dell’associazione rispetto a quella dei singoli componenti nell’arco di 8 ore dopo l’assunzione della prima dose del medicinale sperimentale (SPID8). Il trattamento con Lenizak ha dato un effetto analgesico significativamente maggiore di quello dei singoli componenti somministrati alla stessa dose (dexketoprofene 25 mg) o ad una dose più alta (tramadolo 100 mg); Lenizak (246,9), dexketoprofene 25 mg (208,8), tramadolo 100 mg (204,6). Nelle prime 8 ore dopo l’assunzione di Lenizak i pazienti hanno riportato un’intensità del dolore significativamente più bassa (PI-VAS medio = 26,3) con una differenza statisticamente significativa (p< 0,0001) rispetto a quella ottenuta con 25 mg di dexketoprofene (PI-VAS medio = 33,6) e con 100 mg di tramadolo (PI- VAS medio = 33,7).

È stata dimostrata un’analgesia superiore anche nelle successive 56 ore con somministrazione di altre dosi in base allo schema posologico per una popolazione ITT in cui sono stati esclusi i pazienti che non avevano ricevuto il trattamento attivo come prima dose singola, con una differenza statisticamente significativa (p< 0,0001) tra Lenizak e dexketoprofene 25 mg (-8,1) e tramadolo 100 mg (-6,3).

Il medicinale di soccorso per il controllo del dolore è stato chiesto dal 15,5% dei pazienti che stavano assumendo Lenizak rispetto al 28,0% (p=0,0017) e al 25,2% (p=0,0125) di quelli sotto terapia con 25 mg di dexketoprofene e con 100 mg di tramadolo, rispettivamente. Se si considera l’impatto del medicinale di soccorso, l’effetto analgesico superiore di Lenizak con più somministrazioni nell’arco delle 56 ore diventa più evidente e raggiunge una differenza statistica (p=<0,0001) del PI-VAS che favorisce Lenizak rispetto a dexketoprofene (-10,4) e a tramadolo (-8,3).

Popolazione pediatrica

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha tolto l’obbligo di presentare i risultati degli studi con Lenizak in tutte le sottoserie della popolazione pediatrica nel trattamento del dolore acuto da moderato a grave (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

La somministrazione concomitante di dexketoprofene e tramadolo non ha avuto effetti sui parametri farmacocinetici di entrambi i componenti nei soggetti sani.

È stato condotto uno studio di bioequivalenza in volontari sani allo scopo di comparare Lenizak 75mg/25 mg granulato per soluzione orale in bustina con le compresse rivestite con film. Per quanto riguarda il dexketoprofene, le due formulazioni sono risultate bioequivalenti in termini di valore della biodisponibilità (AUC); le concentrazioni di picco (Cmax) sono risultate approssimativamente del 15% più elevate per il granulato per soluzione orale rispetto alle compresse rivestite con film.

Per quanto riguarda il tramadolo, le due formulazioni sono risultate bioequivalenti in

termini sia di velocità che di entità di assorbimento. Dexketoprofene

Assorbimento

Il dexketoprofene è assorbito rapidamente a seguito di somministrazione orale. Quando viene dato come Lenizak 75 mg/25 mg granulato per soluzione orale in bustine, concentrazioni plasmatiche rilevabili sono raggiunte in meno di 5 minuti (848.5 ng/ml, SD=459.51 ng/ml) e la Cmax (3192.0 ng/ml) si ottiene dopo 17 minuti (in un range di 15

– 50 minuti).Se il farmaco viene assunto insieme al cibo, l’AUC non cambia, ma il Cmax del dexketoprofene diminuisce e il suo tasso di assorbimento viene ritardato (tmax maggiore).

Distribuzione

I valori dell’emivita di distribuzione e di eliminazione del dexketoprofene sono rispettivamente 0,35 e 1,65 ore. Come con altri medicinali con un alto legame con le proteine plasmatiche (99%), il suo volume di distribuzione ha un valore medio inferiore allo 0,25 l/kg.

Negli studi farmacocinetici a dose multipla, si è osservato che l’AUC successiva all’ultima somministrazione non era diversa da quella ottenuta dopo una singola dose, suggerendo dunque che non si ha accumulo del medicinale.

Biotrasformazione ed eliminazione

In seguito a somministrazione di dexketoprofene, nell’urina si ottiene solo l’enantiomero S-(+), a dimostrazione del fatto che nell’uomo non avviene la conversione nell’enantiomero R-(-).

La via di eliminazione principale del dexketoprofene è la coniugazione con glucoronide seguita da escrezione renale.

Tramadolo

Assorbimento

Nella somministrazione per via orale viene assorbito più del 90% del tramadolo. La biodisponibilità media assoluta è circa del 70%, indipendentemente dalla concomitante ingestione di cibo.

La differenza tra tramadolo assorbito e tramadolo non metabolizzato è probabilmente dovuta ad un basso effetto di primo passaggio. L’effetto di primo passaggio in seguito a somministrazione orale è al massimo del 30%.

Il tramadolo ha un’alta affinità con i tessuti (Vd,β=203±40l). Il legame con le proteine si aggira attorno al 20%.

Il tramadolo è somministrato come racemato ed entrambi gli enantiomeri [+] e [-] sono rilevati nella circolazione. Quando somministrato come Lenizak 75 mg/25 mg granulato per soluzione orale in bustine, le massime concentrazioni plasmatiche degli enantiomeri di tramadolo [+] e [-] sono rispettivamente di 158.9 e 142.0 ng/ml, e si ottengono entro 38 minuti (in un range di 15 minuti – 2 ore).

Distribuzione

Il tramadolo oltrepassa la barriera emato-encefalica e placentare. Nel latte materno si trovano quantità molto ridotte della sostanza e del suo derivato O-desmetile (rispettivamente lo 0,1% e lo 0,02% della dose applicata).

Biotrasformazione

Nell’uomo il tramadolo viene principalmente metabolizzato per N- e O-demetilazione e coniugazione dei prodotti dell’O-demetilazione con acido glucoronico. Solo l’O- desmetiltramadolo è farmacologicamente attivo. Vi sono notevoli differenze quantitative interindividuali tra gli altri metaboliti. Ad oggi sono stati trovati 11 metaboliti nell’urina. Esperimenti su animali hanno dimostrato che l’O-desmetil tramadolo è più potente della sostanza progenitrice per un fattore di 2–4. L’emivita t½β (6 volontari sani) è di 7,9 h (range 5,4 – 9,6 h) ed è circa come quella del tramadolo.

L’inibizione di uno o di entrambi gli isoenzimi del citocromo P450, il CYP3A4 e il CYP2D6, coinvolti nel metabolismo del tramadolo, può influenzare la concentrazione plasmatica del tramadolo o del suo metabolita attivo.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione t½β è di circa 6 h, indipendentemente dalla modalità di somministrazione. Nei pazienti con più di 75 anni di età può essere prolungata di un fattore di circa 1,4.

Il tramadolo e i suoi metaboliti sono quasi completamente escreti dai reni. L’escrezione urinaria cumulativa è del 90% della radioattività totale della dose somministrata. In casi di funzione renale ed epatica compromessa l’emivita può essere leggermente prolungata. Nei pazienti affetti da cirrosi epatica sono state determinate emivite di eliminazione rispettivamente di 13,3 ± 4,9 h (per il tramadolo) e di 18,5 ± 9,4 h (per l’O-dismetil tramadolo) e, in un caso estremo, di 22,3 h e di 36 h. In pazienti affetti da insufficienza renale (clearance della creatinina < 5 ml/min) sono stati rispettivamente rilevati valori di 11 ± 3,2 h e di 16,9 ± 3 h, in un caso estremo di 19,5 h e di 43,2 h.

Linearità/non linearità

Nel range delle dosi terapeutiche, il tramadolo ha un profilo farmacocinetico lineare.

Il rapporto tra concentrazioni sieriche ed effetto analgesico è dose-dipendente, ma varia notevolmente in casi isolati. Di solito è efficace una concentrazione sierica di 100 – 300 ng/ml.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Associazione tra tramadolo cloridrato e dexketoprofene

Dati preclinici sull’associazione non hanno rivelato alcun rischio particolare per l’uomo in base agli studi convenzionali sulla farmacologia della sicurezza e sulla tossicità delle dosi ripetute.

L’associazione di dexketoprofene e tramadolo non ha evidenziato effetti significativi sul sistema cardiovascolare, secondo prove eseguite in vitro e in vivo. È stato osservato un minor effetto sul transito gastrointestinale con l’associazione rispetto al tramadolo assunto da solo.

Uno studio di 13 settimane sulla tossicità cronica nel ratto non ha riscontrato alcun livello definibile come effetto avverso (NOAEL) con 6 mg/kg/giorno di dexketoprofene e 36 mg/kg/giorno di tramadolo (dosi più alte testate) somministrati sia singolarmente

che in associazione (dunque con esposizioni basate su AUC al NOAEL in seguito a singole dosi rispettivamente di 25,10 volte e 1,38 volte l’esposizione umana al dexketoprofene e al tramadolo ad una singola dose clinica di 25 mg di dexketoprofene e 75 mg di tramadolo).

Non sono state osservate nuove tossicità diverse da quelle descritte in precedenza per il dexketoprofene o il tramadolo.

Dexketoprofene

Dati preclinici sul dexketoprofene non hanno rivelato alcun rischio particolare per l’uomo in base a studi convenzionali sulla farmacologia della sicurezza, sulla tossicità delle dosi ripetute, sulla genotossicità, sulla tossicità per la riproduzione e sull’immunofarmacologia. Gli studi sulla tossicità cronica svolti sul topo e sulla scimmia non hanno mostrato alcun livello di effetto avverso (NOAEL) per la dose di 3 mg/kg/giorno. I principali effetti avversi osservati ad alte dosi sono stati erosione gastrointestinale e ulcere, che si sono manifestati in misura dipendente dalla dose.

Il principio attivo dexketoprofene trometamolo presenta un rischio ambientale per le alghe.

Tramadolo

In ripetute somministrazioni orali e parenterali di tramadolo per un periodo compreso tra le 6 e le 26 settimane nel ratto e nel cane e somministrazioni orali per 12 mesi nel cane, le indagini ematologiche, clinico-chimiche ed istologiche non hanno prodotto evidenze di alcuna modifica correlata alla sostanza. Solo in seguito ad alte dosi, molto al di sopra della gamma terapeutica, si sono avute manifestazioni a livello nervoso centrale come irrequietezza, salivazione, convulsioni e ridotto aumento del peso. I ratti e i cani hanno tollerato dosi orali rispettivamente di 20 mg/kg e 10 mg/kg di peso corporeo e i cani hanno tollerato dosi rettali di 20 mg/kg di peso corporeo senza reazioni.

Nel ratto il tramadolo in dosi che andavano dai 50 mg/kg/giorno in su ha dato effetti tossici nelle madri e aumentato la mortalità neonatale. Nella prole si sono avuti casi di ritardo nello sviluppo che hanno preso la forma di disturbi dell’ossificazione e ritardata apertura della vagina e degli occhi. La fertilità maschile non è risultata alterata. In seguito a dosi più alte (da 50 mg/kg/giorno in su) le femmine hanno presentato un ridotto tasso di gravidanze. Nel coniglio si sono osservati effetti tossici nelle madri a partire dai 125 mg/kg di dosaggio e anomalie dello scheletro nella prole.

In alcuni tests in vitro si sono osservati effetti mutageni. Gli studi in vivo non hanno invece mostrato tali effetti.

Sulla base delle conoscenze disponibili ad oggi, si può classificare il tramadolo come non mutageno.

Sono stati svolti studi sul potenziale tumorigenico del tramadolo cloridrato nel ratto e nel topo. Lo studio sul ratto non ha dato prova di alcun aumento nell’incidenza dei tumori in relazione alla sostanza. Nello studio sul topo invece si è vista una maggiore incidenza di adenomi delle cellule epatiche negli animali maschi (un aumento dose- dipendente non significativo a partire dai 15 mg/kg di dosaggio) e un aumento dei tumori polmonari nelle femmine di tutti i gruppi di dosaggio (significativo, ma non dose dipendente).

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Saccarosio Aroma limone

Acesulfame potassio (E-950)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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3 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione o temperatura particolare di conservazione.

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Bustine termosaldate di carta/alluminio/fogli di polietilene multistrato (come copolimero con vinilacetato) in una scatola di cartone.

Confezioni contenenti 2, 3, 10, 15, 20, 50, 100 e 500 bustine. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Menarini International Operations Luxembourg S.A. 1, Avenue de la Gare, L-1611 – Lussemburgo

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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quot;75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 2 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089290 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 3 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089302 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 10 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089314 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 15 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089326 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 20 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089338 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 50 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089340 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 100 bustine in Carta/AL/PE

AIC. n. 044089353 – "75 mg/25 mg granulato per soluzione orale" 500 bustine in Carta/AL/PE

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione:

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 09/07/2021