Axagon Iniettabile
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Axagon Iniettabile: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
AXAGON 20 mg compresse gastroresistenti. AXAGON 40 mg compresse gastroresistenti.
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
1 compressa contiene: 20 mg o 40 mg di esomeprazolo (come magnesio triidrato).
Eccipienti: Axagon 20 mg: saccarosio 28 mg. Axagon 40 mg: saccarosio 30 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compressa gastroresistente.
20 mg: compressa rosa chiaro, allungata, biconvessa, rivestita con film. La compressa riporta da un
lato la scritta 20 mg e dall’altro la scritta A/EH.
40 mg: compressa rosa, allungata, biconvessa, rivestita con film. La compressa riporta da un lato la
scritta 40 mg e dall’altro la scritta A/EI.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Axagon compresse è indicato per:
Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva
mantenimento a lungo termine per la prevenzione delle recidive nei pazienti in cui si è ottenuta la
cicatrizzazione dell’esofagite
trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
In associazione ad antibatterici in un appropriato regime terapeutico per l’eradicazione
dell’Helicobacter pylori e
guarigione dell’ulcera duodenale associata a Helicobacter pylori e
prevenzione delle recidive delle ulcere peptiche nei pazienti con ulcere associate a Helicobacter
pylori.
Pazienti che richiedono un trattamento continuativo con FANS
guarigione delle ulcere gastriche associate alla terapia con FANS
prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali associate alla terapia con FANS nei pazienti a
rischio.
Trattamento prolungato del risanguinamento delle ulcere peptiche, dopo prevenzione indotta
dalla somministrazione endovenosa. Trattamento della sindrome di Zollinger Ellison.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Le compresse devono essere deglutite intere con l’aiuto di liquidi. Non masticare o frantumare le compresse.
Nei pazienti che hanno difficoltà a deglutire, le compresse possono anche essere disperse in mezzo
bicchiere di acqua non gasata. Non utilizzare altri liquidi in quanto si potrebbe dissolvere il
rivestimento gastroresistente. Mescolare fino a disperdere la compressa e bere il liquido con i granuli
immediatamente o entro 30 minuti. Sciacquare il bicchiere riempiendolo a metà con acqua e berne il
contenuto. I granuli non devono essere masticati o frantumati.
Per i pazienti che non possono deglutire, é possibile disperdere le compresse in acqua non gasata e
somministrarle mediante un sondino gastrico. E’ importante verificare attentamente l’appropriatezza
della siringa e del sondino.
Per le istruzioni sulla preparazione e somministrazione vedere paragrafo 6.6.
Adulti e adolescenti dai 12 anni di età
Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
trattamento dell’esofagite da reflusso erosiva
40 mg una volta al giorno per 4 settimane.
In caso di esofagite non cicatrizzata o di persistenza dei sintomi si raccomanda di prolungare il
trattamento per altre 4 settimane.
trattamento di mantenimento a lungo termine per la prevenzione delle recidive nei pazienti in cui
si è ottenuta la cicatrizzazione dell’esofagite 20 mg una volta al giorno.
trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
20 mg una volta al giorno nei pazienti che non sono affetti da esofagite.
Se il controllo
sintomatologico non dovesse essere raggiunto dopo 4 settimane di terapia, il paziente deve
eseguire ulteriori indagini cliniche. Una volta risolta la sintomatologia, il successivo controllo dei
sintomi può essere ottenuto assumendo 20 mg una volta al giorno. Negli adulti può essere
adottato un regime di assunzione di 20 mg una volta al giorno al bisogno, quando necessario. Nei
pazienti trattati con FANS a rischio di sviluppo di ulcere gastriche e duodenali, non è
raccomandato il successivo controllo dei sintomi adottando un regime di assunzione al bisogno.
Adulti
In associazione ad antibatterici in un appropriato regime terapeutico per l’eradicazione
dell’Helicobacter pylori e
guarigione dell’ulcera duodenale associata a Helicobacter pylori e
prevenzione delle recidive delle ulcere peptiche nei pazienti con ulcere associate a Helicobacter
pylori.
20 mg di Axagon con 1 g di amoxicillina e 500 mg di claritromicina, 2 volte al giorno per 7
giorni.
Pazienti che richiedono un trattamento continuativo con FANS Guarigione delle ulcere gastriche associate alla terapia con FANS: la dose usuale è di 20 mg una volta
al giorno per 4-8 settimane.
Prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali associate alla terapia con FANS nei pazienti a rischio:
20 mg una volta al giorno.
Trattamento prolungato del risanguinamento delle ulcere peptiche, dopo prevenzione indotta
dalla somministrazione endovenosa:
40 mg una volta al giorno per 4 settimane dopo prevenzione indotta dalla somministrazione e.v. del
risanguinamento delle ulcere peptiche.
Trattamento della sindrome di Zollinger Ellison.
Il dosaggio iniziale raccomandato è di 40 mg di Axagon due volte al giorno.
Il dosaggio deve essere adattato individualmente ed il trattamento proseguito sino a quando
clinicamente indicato. Sulla base dei dati clinici disponibili, la maggior parte dei pazienti può essere
controllata con dosi da 80 a 160 mg al giorno di esomeprazolo. Dosi superiori a 80 mg/die devono
essere suddivise in due somministrazioni giornaliere.
Bambini con meno di 12 anni di età
Axagon non deve essere impiegato nei bambini con meno di 12 anni di età, in quanto non sono
disponibili dati a riguardo.
Pazienti con funzionalità renale ridotta
Nei pazienti con ridotta funzionalità renale non sono necessari adattamenti di dosaggio. In
considerazione della limitata esperienza clinica, i pazienti con grave insufficienza renale devono essere trattati con cautela (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con funzionalità epatica ridotta
Nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata non è richiesto nessun adattamento della
dose. Nei pazienti con compromissione epatica grave non deve essere superata la dose massima di 20
mg di Axagon (vedere paragrafo 5.2).
Anziani
Negli anziani non sono necessari adattamenti della dose.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità nota verso l’esomeprazolo, verso i sostituti benzimidazolici o verso qualunque altro
componente della formulazione.
L’esomeprazolo non deve essere usato in concomitanza con nelfinavir (vedere paragrafo 4.5).
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (per esempio significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di un’ulcera gastrica, la natura maligna dell’ulcera deve essere esclusa in quanto la terapia con Axagon potrebbe alleviare i sintomi e ritardare una diagnosi.
Pazienti trattati per un lungo periodo (in particolare quelli sottoposti a trattamento per più di un anno)
devono essere controllati regolarmente.
I pazienti in regime terapeutico di trattamento al bisogno devono essere istruiti a contattare il loro
medico qualora i sintomi avvertiti dovessero assumere un carattere diverso.
Nei pazienti che seguono
questo regime terapeutico devono essere tenute in considerazione le implicazioni dovute alle
fluttuazioni delle concentrazioni plasmatiche di esomeprazolo per le interazioni con altri farmaci
(vedere paragrafo 4.5).
Nei pazienti a cui viene prescritto esomeprazolo per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori devono
essere tenute in considerazione le possibili interazioni con tutti i componenti della triplice terapia. La
claritromicina è un potente inibitore del CYP3A4, quindi controindicazioni ed interazioni della
claritromicina devono essere prese in considerazione qualora la triplice terapia venga instaurata in
pazienti già in trattamento con altri farmaci metabolizzati attraverso il CYP3A4, come cisapride.
Questo medicinale contiene saccarosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al
fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio o da insufficienza di sucrasi-isomaltasi, non
devono assumere questo medicinale.
Il trattamento con gli inibitori di pompa protonica puo’ portare ad un lieve aumento del rischio di
infezioni gastrointestinali, come ad esempio quelle da Salmonella e
Campylobacter (vedere paragrafo 5.1).
La co-somministrazione di esomeprazolo e atazanavir non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Se
l’associazione di atazanavir con un inibitore di pompa protonica è inevitabile, si raccomanda uno
stretto monitoraggio clinico in associazione ad un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100
mg di ritonavir; la dose di esomeprazolo non deve superare i 20 mg.
Esomeprazolo, come tutti i farmaci acido-bloccanti, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12
(cianocobalamina) a causa di ipo-o acloridria. Questo deve essere preso in considerazione in pazienti
in terapia a lungo termine con riserve corporee ridotte o con fattori di rischio per ridotto assorbimento
della vitamina B12.
L’esomeprazolo è un inibitore del CYP2C19. All’inizio o alla fine del trattamento con esomeprazolo
deve essere considerata la potenziale interazione con farmaci metabolizzati dal CYP2C19. È stata
osservata un’interazione tra clopidogrel e esomeprazolo (vedere paragrafo 4.5). La rilevanza clinica di
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
so concomitante di
esomeprazolo e clopidogrel.
È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come esomeprazolo, in pazienti trattati per
almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di
ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare.
Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia
nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione
dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione
dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento
nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono
causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con Axagon. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati
(> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della
colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti.
Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica possono aumentare il rischio
complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento può essere in parte dovuto ad altri fattori
di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di
pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.
Interferenza con gli esami di laboratorio
Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Axagon deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione Influenza di esomeprazolo sulla farmacocinetica di altri farmaci Prodotti medicinali con assorbimento dipendente dal pH
La soppressione dell’acidità gastrica correlata al trattamento con esomeprazolo e con altri inibitori
della pompa protonica può diminuire o aumentare l’assorbimento di prodotti medicinali con
assorbimento gastrico pH dipendente. Come osservato con altri medicinali che riducono l’acidità
intragastrica, l’assorbimento di prodotti medicinali come ketoconazolo, itraconazolo ed erlotinib può
diminuire e l’assorbimento di digossina può aumentare durante il trattamento con esomeprazolo. Il
trattamento concomitante con omeprazolo (20 mg al giorno) e digossina in soggetti sani ha aumentato
la biodisponibilità di digossina del 10% (fino al 30% in due dei dieci soggetti).
É stata raramente
segnalata tossicità per la digossina. Tuttavia, occorre cautela quando l’esomeprazolo è somministrato
ad alte dosi ai pazienti anziani. Il monitoraggio dell’uso terapeutico di digossina deve quindi essere
rinforzato.
Sono state riportate interazioni tra omeprazolo e alcuni inibitori della proteasi.
La rilevanza clinica e i
meccanismi di tali interazioni non sono sempre noti. Un aumento del pH gastrico durante il
trattamento con omeprazolo può modificare l’assorbimento degli inibitori della proteasi. Altri possibili
meccanismi di interazione avvengono attraverso inibizione del CYP2C19. È stata segnalata una
diminuzione dei livelli sierici di atazanavir e nelfinavir quando somministrati con omeprazolo e
pertanto la somministrazione concomitante non è raccomandata.
La somministrazione concomitante di omeprazolo (40 mg/die) con atazanavir 300 mg/ritonavir 100
mg nei volontari sani determina una sostanziale riduzione dell’esposizione ad atazanavir (una
diminuzione di circa il 75% dell’AUC, Cmax e Cmin). Un aumento della dose di atazanavir a 400 mg
non compensa l’impatto dell’omeprazolo sull’esposizione ad atazanavir. La co- somministrazione di
omeprazolo (20 mg/die) con atazanavir 400 mg/ritonavir 100 mg in volontari sani è risultata in una
diminuzione di circa il 30% nell’esposizione ad atazanavir rispetto all’esposizione osservata con
atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg/die senza omeprazolo 20 mg/die. La co- somministrazione di
omeprazolo (40 mg/die) ha ridotto l’AUC, la Cmax e la Cmin medi di nelfinavir del 36–39% e l’AUC, la
Cmax e la Cmin medi del metabolita farmacologicamente attivo M8 del 75–92%.
Sono stati riportati
aumentati livelli sierici (80-100%) di saquinavir (in co-somministrazione con ritonavir) durante il
trattamento concomitante con omeprazolo (40 mg/die). Il trattamento con omeprazolo 20 mg/die non
ha avuto effetti sull’esposizione di darunavir (in co-somministrazione con ritonavir) e amprenavir (in
co-somministrazione con ritonavir). Il trattamento con esomeprazolo 20 mg/die non ha avuto effetti
sull’esposizione di amprenavir (con e senza co-somministrazione di ritonavir).
Il trattamento con
omeprazolo 40 mg/die non ha avuto effetti sull’esposizione di lopinavir (in co- somministrazione con
ritonavir). La co-somministrazione di esomeprazolo e atazanavir non è raccomandata e la co-somministrazione di esomeprazolo e nelfinavir è controindicata a causa degli effetti farmacodinamici e
delle proprietà farmacocinetiche simili di omeprazolo ed esomeprazolo.
Farmaci metabolizzati dal CYP2C19
Esomeprazolo inibisce il suo principale enzima metabolizzante, CYP2C19.
Quando l’esomeprazolo è
associato ad altri farmaci metabolizzati attraverso il CYP2C19, come diazepam, citalopram,
imipramina, clomipramina, fenitoina, ecc., le concentrazioni plasmatiche di questi farmaci potrebbero
essere aumentate e potrebbe rendersi necessaria una riduzione delle dosi. Ciò va tenuto in particolare
considerazione quando esomeprazolo viene prescritto al bisogno. La somministrazione concomitante
di esomeprazolo 30 mg promuove una riduzione del 45% della clearance del diazepam, substrato del
CYP2C19. La somministrazione concomitante di 40 mg di esomeprazolo promuove nei pazienti
epilettici un innalzamento dei livelli plasmatici minimi della fenitoina del 13%.
Si raccomanda di
monitorare le concentrazioni plasmatiche di fenitoina quando si inizia o si sospende il trattamento con
esomeprazolo. Omeprazolo (40 mg/die) aumenta la Cmax e l’AUCτ del voriconazolo (substrato del
CYP2C19) rispettivamente del 15% e del 41%.
La somministrazione concomitante di 40 mg di esomeprazolo a pazienti in trattamento con warfarin ha
evidenziato, in uno studio clinico, che i tempi di coagulazione rimanevano entro un intervallo di
normalità. Tuttavia, dopo la commercializzazione del prodotto, durante il trattamento concomitante,
sono stati riportati alcuni casi isolati di innalzamento dei valori di INR di rilevanza clinica.
Il monitoraggio viene raccomandato all’inizio ed al termine del trattamento concomitante con
esomeprazolo durante la terapia con warfarin o altri derivati cumarinici.
Omeprazolo come pure esomeprazolo agiscono da inibitori del CYP2C19. Omeprazolo,
somministrato a dosi di 40 mg in soggetti sani in uno studio incrociato, ha aumentato la Cmax e
l’AUC di cilostazolo del 18% e 26% rispettivamente, e di uno dei suoi metaboliti attivi del 29% e 69%
rispettivamente.
Nei volontari sani, la somministrazione concomitante di esomeprazolo 40 mg e cisapride promuove un
innalzamento del 32% dell’area sotto la curva concentrazione plasmatica/tempo (AUC) e un
prolungamento del 31% dell’emivita di eliminazione (t 1/2), ma non un aumento significativo dei picchi
di concentrazione plasmatica della cisapride. Il lieve prolungamento dell’intervallo QTc osservato
dopo somministrazione di cisapride da sola non è ulteriormente allungato con l’associazione di
cisapride ed esomeprazolo (vedere anche paragrafo 4.4).
E’ stato dimostrato che l’esomeprazolo non ha effetti clinici rilevanti sulla farmacocinetica di
amoxicillina e chinidina.
Non sono state evidenziate interazioni farmacocinetiche clinicamente rilevanti negli studi a breve
termine in cui è stata valutata la somministrazione concomitante di esomeprazolo con naprossene o
con rofecoxib.
I risultati ottenuti da studi su soggetti sani hanno mostrato un’interazione farmacocinetica (PK)/ farmacodinamica (PD) tra clopidogrel (dose di carico 300 mg / dose di mantenimento 75 mg al giorno) ed esomeprazolo (40 mg
p.o. al giorno), risultante in una diminuzione media del 40% dell’esposizione al metabolita attivo del clopidogrel ed in una diminuzione media del 14% dell’inibizione massima (ADP indotta) dell’aggregazione piastrinica.
Uno studio su soggetti sani ha mostrato che l’esposizione al metabolita attivo del clopidogrel è diminuita quasi del 40% quando clopidogrel viene somministrato in concomitanza con una dose fissa della combinazione esomeprazolo 20 mg + ASA 81 mg rispetto a quando somministrato da solo. Tuttavia, in questi soggetti, il livello massimo d’inibizione (ADP indotta) dell’aggregazione piastrinica è stata la stessa nei gruppi trattati con clopidogrel e con clopidogrel + combinazione (esomeprazolo + ASA).
Sono stati riportati dati divergenti, provenienti da studi osservazionali e clinici, sulle implicazioni cliniche di una interazione PK/PD di esomeprazolo in termini di eventi cardiovascolari maggiori. A titolo precauzionale, deve essere scoraggiato l’uso concomitante di clopidogrel.
Meccanismo sconosciuto
E’ stato riportato che i livelli sierici di tacrolimus aumentano se somministrato insieme ad esomeprazolo.
In alcuni pazienti è stato riportato che i livelli di metotressato aumentano se somministrato insieme a
inibitori della pompa protonica. In presenza di alte dosi di metotressato, può essere necessario
prendere in considerazione la sospensione temporanea di esomeprazolo.
Influenza di altri farmaci sulla farmacocinetica dell’esomeprazolo L’esomeprazolo è metabolizzato attraverso il CYP2C19 e il CYP3A4. Il trattamento concomitante con
esomeprazolo e un inibitore del CYP3A4, claritromicina (500 mg b.i.d.) comporta un raddoppio
dell’esposizione (AUC) all’esomeprazolo. La somministrazione concomitante di esomeprazolo ed un
inibitore combinato del CYP2C19 e del CYP3A4 può portare ad un’esposizione di esomeprazolo più
che raddoppiata. Voriconazolo, inibitore del CYP2C19 e del CYP3A4, innalza l’AUCτ
dell’omeprazolo del 280%. Un adattamento della dose di esomeprazolo non è regolarmente richiesto
in entrambe le sopra menzionate situazioni, tuttavia, deve essere preso in considerazione nei pazienti
con compromissione epatica grave e nei casi in cui è indicato un trattamento a lungo termine.
I farmaci noti per l’induzione di CYP2C19 o CYP3A4 o entrambi (come la rifampicina e l’erba di S.
Giovanni) possono portare ad una diminuzione dei livelli sierici di esomeprazolo per l’aumento del
metabolismo dell’esomeprazolo.
04.6 Gravidanza e allattamento
Per Axagon i dati clinici sull’esposizione in gravidanza sono insufficienti. Con omeprazolo, miscela
racemica, non sono state osservate malformazioni o effetti fetotossici negli studi epidemiologici
condotti su un vasto numero di donne in gravidanza. Studi condotti negli animali con esomeprazolo
non indicano effetti dannosi diretti o indiretti a carico dello sviluppo embriofetale. Studi condotti negli
animali con la miscela racemica non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla gravidanza, il parto
e lo sviluppo postnatale. La prescrizione del farmaco a donne in gravidanza deve avvenire con cautela.
Non è noto se l’esomeprazolo sia escreto nel latte materno. Non sono stati condotti studi nelle donne
che allattano, pertanto Axagon non deve essere usato durante l’allattamento.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non è stato osservato nessun effetto.
04.8 Effetti indesiderati
Le seguenti reazioni avverse sono state identificate o sospettate durante gli studi clinici condotti con
esomeprazolo e dopo la commercializzazione. Nessuna di queste è risultata dose-correlata. Le reazioni
sono state classificate in base alla frequenza (Molto comune ≥ 1/10; Comune
≥1/100, <1/10; Non
comune ≥1/1.000, <1/100; Raro ≥1/10.000, <1/1.000; Molto raro < 1/10.000; non nota (la frequenza
non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Raro: leucopenia, trombocitopenia Molto raro: agranulocitosi, pancitopenia
Disturbi del sistema immunitario
Raro: reazioni di ipersensibilità quali ad esempio febbre, angioedema e reazione/shock anafilattico
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comune: edema periferico Raro: iponatriemia
Non nota: ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4); grave ipomagnesiemia può essere correlata ad
ipocalcemia. Ipomagnesiemia può anche essere associata a ipopotassiemia.
Disturbi psichiatrici
Non comune: insonnia
Raro: agitazione, confusione, depressione Molto raro: aggressività, allucinazioni
Patologie del sistema nervoso
Comune: cefalea
Non comune: capogiri, parestesia, sonnolenza Raro: disturbi del gusto
Patologie dell’occhio
Raro: offuscamento della vista
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Non comune: vertigini
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Raro: broncospasmo
Patologie gastrointestinali
Comune: dolore addominale, costipazione, diarrea, flatulenza, nausea/vomito, polipi della ghiandola fundica (benigni)
Non comune: secchezza della bocca
Raro: stomatite, candidosi gastrointestinale Non nota: colite microscopica
Patologie epatobiliari
Non comune: innalzamento dei valori degli enzimi epatici Raro: epatiti con o senza ittero
Molto raro: insufficienza epatica, encefalopatia nei pazienti con malattia epatica preesistente
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune: dermatiti, prurito, eruzione cutanea, orticaria Raro: alopecia, fotosensibilità
Molto raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica (TEN)
Non nota: Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere paragrafo 4.4)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune: frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4)
Raro: artralgia, mialgia
Molto raro: debolezza muscolare
Patologie renali e urinarie
Molto raro: nefrite interstiziale; in alcuni pazienti è stata riportata in concomitanza insufficienza renale.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto raro: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Raro: malessere, aumentata sudorazione
04.9 Sovradosaggio
L’esperienza sul sovradosaggio intenzionale è attualmente molto limitata. Sintomi gastrointestinali e
debolezza sono stati descritti in relazione all’assunzione di 280 mg. Dosi singole di 80 mg di
esomeprazolo non hanno causato conseguenze. Non è noto un antidoto specifico. L’esomeprazolo è
ampiamente legato alle proteine plasmatiche e pertanto non è velocemente dializzabile. Come in tutti i
casi di sovradosaggio, il trattamento deve essere sintomatico, adottando misure di supporto generiche.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa acida. Codice ATC: A02BC05.
L’esomeprazolo è l’isomero S dell’omeprazolo e riduce la secrezione acida gastrica mediante un
meccanismo di azione specifico e selettivo. L’esomeprazolo è un inibitore specifico della pompa acida
a livello della cellula parietale. Entrambi gli isomeri dell’omeprazolo, R e S, hanno attività
farmacodinamica simile.
Sito e meccanismo di azione
L’esomeprazolo è una base debole ed è concentrato e convertito nella forma attiva nell’ambiente
fortemente acido dei canalicoli intracellulari della cellula parietale, dove inibisce l’enzima H+K+-
ATPasi – pompa acida promuovendo un’inibizione della secrezione acida basale e stimolata.
Effetti sulla secrezione acida gastrica
Dopo la somministrazione orale di esomeprazolo 20 mg e 40 mg l’effetto sulla secrezione acida si
manifesta entro 1 ora. Dopo somministrazioni ripetute con esomeprazolo 20 mg una volta al giorno
per 5 giorni, il picco medio di secrezione acida dopo stimolazione con pentagastrina risulta ridotto del
90% quando valutato 6-7 ore dopo la dose del quinto giorno.
Dopo 5 giorni di somministrazione orale con esomeprazolo 20 mg e 40 mg il pH intragastrico viene
mantenuto a valori superiori a 4 rispettivamente per un tempo medio di 13 e 17 ore su 24 nei pazienti
con malattia da reflusso gastroesofageo sintomatica.
La proporzione dei pazienti che mantiene il pH intragastrico a valori superiori a 4 per almeno 8, 12 e
16 ore è rispettivamente del 76%, 54% e 24% per esomeprazolo 20 mg, e del
97%, 92% e 56% per
esomeprazolo 40 mg.
E’ stata dimostrata una correlazione tra l’esposizione al farmaco e l’inibizione della secrezione acida
usando l’AUC come parametro surrogato della concentrazione plasmatica.
Effetti terapeutici sull’inibizione acida
L’esomeprazolo 40 mg promuove la guarigione dell’esofagite da reflusso in circa il 78% dei pazienti
dopo 4 settimane e nel 93% dopo 8 settimane.
Una settimana di trattamento con esomeprazolo 20 mg b.i.d. in associazione con appropriati antibiotici
promuove l’eradicazione dell’Helicobacter pylori in circa il 90% dei pazienti. Dopo aver eseguito il trattamento di eradicazione per 1 settimana non è necessario proseguire la
monoterapia con farmaci antisecretori per la guarigione dell’ulcera e la risoluzione dei sintomi in
pazienti con ulcera duodenale non complicata.
In uno studio clinico randomizzato, controllato versus placebo, in doppio cieco, pazienti con ulcera
peptica sanguinante, endoscopicamente confermata, classificata come Forrest Ia, Ib, IIa o IIb
(rispettivamente 9%, 43%, 38% e 10%) sono stati randomizzati per essere trattati con esomeprazolo
soluzione per infusione (n=375) o con placebo (n=389). A seguito dell’emostasi endoscopica, i
pazienti sono stati trattati con 80 mg di esomeprazolo come infusione endovenosa in bolo per 30
minuti, seguita da infusione continua di 8 mg/ora di esomeprazolo o di placebo per 72 ore. Dopo il
periodo iniziale di 72 ore, tutti i pazienti sono stati trattati in aperto con esomeprazolo 40 mg per via
orale per 27 giorni per la soppressione acida. Il risanguinamento entro 3 giorni è stato osservato nel
5,9% dei pazienti nel gruppo trattato con esomeprazolo rispetto al 10,3% nel gruppo trattato con
placebo. 30 giorni dopo il trattamento, il risanguinamento si è verificato nel 7,7% dei pazienti nel
gruppo trattato con esomeprazolo contro il 13,6% di pazienti nel gruppo trattato con placebo.
Altri effetti correlati all’inibizione acida
Durante il trattamento con prodotti medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida.Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gliinibitori dellapompa protonica devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.
Un aumento del numero delle cellule ECL, possibilmente correlato ad un aumento dei livelli della
gastrinemia, è stato osservato sia nei bambini che negli adulti durante il trattamento a lungo termine con esomeprazolo. I risultati sono considerati di non rilevanza clinica.
Durante il trattamento a lungo termine con farmaci antisecretori, è stato osservato un aumento della
frequenza di comparsa di cisti ghiandolari gastriche che rappresentano la fisiologica conseguenza della
pronunciata inibizione della secrezione acida. Dette formazioni sono di natura benigna e appaiono
reversibili.
La riduzione dell’acidità gastrica dovuta a qualsiasi motivo, compreso gli inibitori di pompa protonica,
innalza la carica batterica gastrica, di batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il
trattamento con gli inibitori di pompa protonica puo’ portare ad un lieve aumento del rischio di
infezioni gastrointestinali, come ad esempio quelle da Salmonella e
Campylobacter e possibilmente
anche da Clostridium difficile nei pazienti ospedalizzati.
In due studi con ranitidina, usata come principio attivo di confronto, Axagon ha dimostrato un miglior
effetto nella guarigione delle ulcere gastriche nei pazienti che assumono farmaci antinfiammatori non
steroidei, inclusi i COX-2 selettivi.
In due studi con placebo, usato come confronto, Axagon ha dimostrato un miglior effetto nella
prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali nei pazienti che assumono farmaci antinfiammatori non
steroidei (di età superiore a 60 anni e/o con precedenti di ulcera), inclusi i COX-2 selettivi.
Popolazione pediatrica
In uno studio in pazienti pediatrici con malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) (da <1 a 17 anni
di età) che ricevono un trattamento a lungo termine con inibitori della pompa protonica, il 61% dei
bambini ha sviluppato gradi minori di iperplasia delle cellule ECL senza alcun significato clinico noto
e senza alcuno sviluppo di gastrite atrofica o tumori carcinoidi.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento e distribuzione
L’esomeprazolo è sensibile all’ambiente acido ed è somministrato oralmente in forma di granuli
gastroresistenti. In vivo la conversione a R-isomero è irrilevante.
L’assorbimento di esomeprazolo è
rapido, con picchi di livelli plasmatici riscontrabili approssimativamente 1-2 ore dopo l’assunzione
della dose. La biodisponibilità totale è pari al 64% dopo una singola somministrazione di 40 mg ed
arriva all’89% dopo somministrazioni giornaliere ripetute. Per il dosaggio di 20 mg di esomeprazolo i
valori corrispondenti sono pari rispettivamente al 50% e al 68%. Il volume di distribuzione apparente
allo stato stazionario nei soggetti sani è di circa 0,22 L/kg di peso corporeo. Il 97% di esomeprazolo si
lega alle proteine plasmatiche.
L’assunzione di cibo ritarda e diminuisce l’assorbimento di esomeprazolo, sebbene questo non abbia
alcuna significativa influenza sull’effetto dell’esomeprazolo sull’acidità intragastrica.
Metabolismo ed eliminazione
L’esomeprazolo è completamente metabolizzato dal sistema del citocromo P450 (CYP). La maggior
parte del metabolismo dell’esomeprazolo è dipendente dal CYP2C19 polimorficamente espresso,
responsabile della formazione di idrossi- e desmetil metaboliti dell’esomeprazolo. La parte restante
dipende da un’altra isoforma specifica, CYP3A4, responsabile della formazione di esomeprazolo
sulfonato che rappresenta il principale metabolita plasmatico.
I parametri sotto riportati riflettono principalmente le farmacocinetiche negli individui rapidi
metabolizzatori forniti di un enzima CYP2C19 ben funzionante.
La clearance plasmatica totale è pari a circa 17 L/h dopo una singola dose e pari a circa 9 L/h dopo
somministrazioni ripetute. L’emivita di eliminazione plasmatica di esomeprazolo è di circa 1,3 ore
dopo somministrazioni giornaliere ripetute. La farmacocinetica di esomeprazolo è stata studiata a dosi
fino a 40 mg b.i.d.
L’area sotto la curva concentrazione plasmatica/tempo aumenta con la somministrazione ripetuta di
esomeprazolo. Questo aumento è dose dipendente e porta ad un aumento dell’AUC più che dose
proporzionale dopo somministrazioni ripetute. Questa dose-dipendenza e tempo-dipendenza sono
dovute alla diminuzione del metabolismo da primo passaggio e della clearance sistemica,
probabilmente dovuta all’inibizione dell’enzima CYP2C19 causata dall’esomeprazolo e/o dal suo
metabolita sulfonato. Nell’intervallo di tempo tra le somministrazioni, l’esomeprazolo è
completamente eliminato dal plasma e non ha tendenza all’accumulo quando somministrato una volta
al giorno.
I maggiori metaboliti dell’esomeprazolo non hanno effetti sulla secrezione acida. Almeno l’80% di
una dose orale di esomeprazolo viene escreta come metaboliti nelle urine, il rimanente si ritrova nelle
feci. Meno dell’1% del farmaco di origine si ritrova nelle urine.
Popolazione di pazienti particolari
Approssimativamente il 2,9±1,5% della popolazione, ha una funzionalità insufficiente dell’enzima
CYP2C19 ed è denominata lenti metabolizzatori. In questi individui è probabile che il metabolismo
dell’esomeprazolo sia principalmente catalizzato attraverso il CYP3A4. Dopo somministrazioni
giornaliere ripetute di 40 mg di esomeprazolo, la media dell’area sotto la curva concentrazione
plasmatica/tempo era approssimativamente più alta del 100% nei lenti metabolizzatori rispetto ai
soggetti con l’enzima CYP2C19 funzionante (rapidi metabolizzatori). Il picco medio di
concentrazione plasmatica era aumentato di circa il 60%.
Queste osservazioni non hanno implicazioni sulla posologia di esomeprazolo.
Il metabolismo di esomeprazolo non è significativamente modificato nei soggetti anziani (71-80 anni).
Dopo una singola somministrazione di 40 mg di esomeprazolo, la media dell’area sotto la curva
concentrazione plasmatica/tempo è approssimativamente più alta del 30% nelle donne rispetto agli
uomini. Dopo somministrazioni giornaliere ripetute non è stata osservata alcuna differenza tra i sessi.
Queste osservazioni non hanno implicazioni per la posologia dell’esomeprazolo.
Pazienti con disfunzioni di organo
Il metabolismo di esomeprazolo nei pazienti con disfunzioni epatiche lievi – moderate può essere
compromesso. La velocità metabolica è diminuita nei pazienti con gravi disfunzioni epatiche con
conseguente raddoppiamento dell’area sotto la curva concentrazione plasmatica/tempo
dell’esomeprazolo. Quindi nei pazienti con disfunzione grave non deve essere superata la dose
massima di 20 mg. L’esomeprazolo ed i suoi principali metaboliti non mostrano alcuna tendenza
all’accumulo quando somministrati una volta al giorno.
Non sono stati condotti studi nei pazienti con ridotta funzionalità renale.
Poiché il rene è responsabile
dell’escrezione dei metaboliti dell’esomeprazolo ma non dell’eliminazione del composto di origine, si
ritiene che il metabolismo dell’esomeprazolo non venga modificato nei pazienti con funzionalità
renale ridotta.
Pediatria:
Adolescenti dai 12 ai 18 anni di età
Dopo somministrazioni ripetute di esomeprazolo 20 mg e 40 mg, l’esposizione totale (AUC) ed il
tempo di raggiungimento della massima concentrazione plasmatica del farmaco (tmax) nei soggetti di
12-18 anni sono risultati simili a quelli osservati negli adulti per entrambe le dosi di esomeprazolo.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Gli studi preclinici convenzionali di tossicità, genotossicità e tossicità della riproduzione con
somministrazioni ripetute non hanno evidenziato particolari rischi per l’uomo.
Gli studi di
cancerogenesi nei ratti trattati con la miscela racemica hanno evidenziato un’iperplasia delle cellule
gastriche ECL e carcinoidi. Tali modificazioni osservate nei ratti sono il risultato di un’elevata e
pronunciata ipergastrinemia secondaria all’inibizione acida e sono state osservate nel ratto dopo
trattamenti protratti nel tempo con gli inibitori della secrezione acida gastrica.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Glicerolo monostearato 40-55, iprolosa,
ipromellosa,
ferro ossido (compresse da 20 mg e 40 mg: rosso-bruno; compresse da 20 mg: giallo) (E 172),
magnesio stearato,
acido metacrilico copolimerizzato etilacrilato (1:1) dispersione al 30%, cellulosa microcristallina,
paraffina sintetica, macrogoli, polisorbato 80,
crospovidone,
sodio stearil fumarato,
zucchero granulare (saccarosio e amido di mais), talco,
diossido di titanio (E 171), trietil citrato.
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
3 anni.
Nelle zone climatiche III e IV: 2 anni per le compresse da 40 mg e 18 mesi per le compresse da 20 mg.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Tenere il flacone ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità. Conservare nel blister originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flacone di polietilene a prova di manomissione, con tappo a vite in polipropilene fornito di capsula
disseccante. Blister in alluminio.
AXAGON 20 mg confezioni in flacone da: 2, 5, 7, 14, 15, 28, 30, 56, 60, 100,
140 (28×5) compresse.
AXAGON 20 mg confezioni in blister o wallet blister da: 3, 7, 7×1, 14, 15,
25×1, 28, 30, 50×1, 56, 60,
90, 98, 100×1, 140 compresse.
AXAGON 40 mg confezioni in flacone da: 2, 5, 7, 14, 15, 28, 30, 56, 60, 100,
140 (28×5) compresse.
AXAGON 40 mg confezioni in blister o wallet blister da: 3, 7, 7×1, 14, 15,
25×1, 28, 30, 50×1, 56, 60,
90, 98, 100×1, 140 compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Somministrazione attraverso sondino gastrico
Mettere la compressa in un’appropriata siringa e riempire la siringa con circa 25 ml di acqua e
circa 5 ml di aria. In alcuni sondini, al fine di prevenire l’ostruzione da parte dei granuli, è
necessaria una dispersione in 50 ml di acqua.
Disperdere la compressa agitando immediatamente la siringa per circa 2 minuti.
Tenere la siringa rivolta verso l’alto e controllare che nel cono non ci siano ostruzioni.
Innestare il sondino nella siringa mantenendo la posizione sopradescritta.
Agitare la siringa e posizionarla con il cono rivolto in basso. Iniettare immediatamente 5-10
ml nel sondino. Invertire la posizione della siringa dopo l’iniezione ed agitare (la siringa deve
essere tenuta con il cono verso l’alto per prevenire l’ostruzione dello stesso).
Girare la siringa con il cono verso il basso e iniettare immediatamente altri 5-10 ml nel
sondino. La procedura va ripetuta fino allo svuotamento della siringa.
Nel caso si dovesse sciacquare il sedimento rimasto nella siringa, riempire la siringa con 25 ml
di acqua e 5 ml di aria e ripetere le operazioni dal punto 5. Per alcuni sondini è necessario
usare 50 ml.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Simesa S.p.A. Palazzo Ferraris
Via Ludovico il Moro 6/C Basiglio (MI) 20080
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
Axagon 20 mg:
035035017 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 2 | COMPRESSE | IN |
---|---|---|---|---|---|---|---|
FLACONE | |||||||
035035029 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 5 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035031 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 7 | COMPRESSE | IN |
FLACONE |
035035043 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 14 COMPRESSE IN FLACONE
035035056 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 15 COMPRESSE IN FLACONE
035035068 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 28 | COMPRESSE | IN |
---|---|---|---|---|---|---|---|
FLACONE | |||||||
035035070 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 30 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035082 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 56 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035094 | – "20 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 60 | COMPRESSE | IN |
FLACONE |
035035106 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 100 COMPRESSE IN FLACONE
035035118 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 140 (28×5) COMPRESSE IN FLACONE
035035120 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 3 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035132 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 7 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035144 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 7xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035157 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 14 COMPRESSE IN
BLISTER AL/AL – in commercio
035035169 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 15 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035171 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 25xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035183 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 28 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035195 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 30 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035207 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 50xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035219 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 56 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035221 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 60 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035233 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 90 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035245 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 98 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035258 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 100xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035260 – "20 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 140 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
Axagon 40 mg:
035035423 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 2 | COMPRESSE | IN |
---|---|---|---|---|---|---|---|
FLACONE | |||||||
035035435 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 5 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035447 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 7 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035450 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 14 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035462 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 15 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035474 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 28 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035486 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 30 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035498 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 56 | COMPRESSE | IN |
FLACONE | |||||||
035035500 | – "40 | MG | COMPRESSE | GASTRORESISTENTI" | 60 | COMPRESSE | IN |
FLACONE |
035035512 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 100 COMPRESSE IN FLACONE
035035524 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 140 (28×5) COMPRESSE IN FLACONE
035035536 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 3 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035548 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 7 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035551 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 7xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035563 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 14 COMPRESSE IN
BLISTER AL/AL – in commercio
035035575 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 15 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035587 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 25xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035599 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 28 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035601 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 30 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035613 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 50xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035625 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 56 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035637 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 60 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035649 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 90 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035652 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 98 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035664 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 100xl COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
035035676 – "40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI" 140 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 5 Febbraio 2002. Data dell’ultimo rinnovo: marzo 2011.
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 17/03/2020