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Oridopa
Oridopa
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Oridopa: ultimo aggiornamento pagina: 30/03/2025 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Oridopa 25 mg/250 mg compresse Oridopa 25 mg/100 mg compresse
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Oridopa 25 mg/250 mg: ogni compressa contiene carbidopa monoidrato equivalente a 25 mg carbidopa e 250 mg levodopa.
Oridopa 25 mg/100 mg: ogni compressa contiene carbidopa monoidrato equivalente a 25 mg carbidopa e 100 mg levodopa.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compressa.
Oridopa 25 mg/250 mg: Compressa rotonda di colore bianco o biancastro, di 16 mm in lunghezza e 8 mm in spessore, con un’incisione e la dicitura “LC 250” su un lato. La compressa può essere suddivisa in dosi uguali Oridopa 25 mg/100 mg: Compressa rotonda di colore bianco o biancastro, di 10 mm di diametro, con un’incisione e la dicitura "LC 100" su un lato. La compressa può essere suddivisa in dosi uguali.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Oridopa è indicato per il trattamento del morbo di Parkinson negli adulti.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Il dosaggio ottimale di carbidopa/levodopa deve essere determinato individualmente mediante un’attenta titolazione. Il rapporto tra carbidopa e levodopa nelle compresse di Oridopa è 1:4 o 1:10 (Oridopa 25 mg/100 mg e Oridopa 25 mg/250 mg).
Per le dosi non praticabili con questo medicinale, fare riferimento agli altri medicinali autorizzati contenenti levodopa e carbidopa.
Considerazioni generali. Il dosaggio deve essere adattato alle esigenze individuali del paziente. Ciò può richiedere l’adeguamento sia della dose individuale che della frequenza di somministrazione.
Gli studi dimostrano che la carbidopa inibisce la funzione della dopadecarbossilasi periferica a dosi giornaliere di circa 70-100 mg. I pazienti che ricevono dosi di carbidopa inferiori a queste hanno maggiori probabilità di manifestare nausea e vomito.
I farmaci antiparkinsoniani standard, diversi dalla levodopa da sola, possono essere proseguiti durante la somministrazione di Oridopa, sebbene il dosaggio di tali medicinali debba essere modificato.
La dose iniziale abituale: la dose iniziale raccomandata è una compressa di Oridopa 25 mg/100 mg tre volte al giorno. La dose giornaliera di carbidopa è quindi di 75 mg. La dose può essere aumentata aggiungendo una compressa al regime ogni giorno o a giorni alterni, a seconda delle necessità, fino a quando la dose giornaliera totale è equivalente a otto compresse Oridopa 25 mg/100 mg.
La risposta è stata osservata entro un giorno, occasionalmente già dopo una dose. Una dose completamente efficace viene solitamente raggiunta entro sette giorni. Quando la levodopa viene utilizzata da sola, sono necessarie settimane o mesi.
Terapia di mantenimento: il trattamento deve essere adattato individualmente e in base alla risposta terapeutica desiderata. Per un’inibizione ottimale della decarbossilazione periferica della levodopa è necessaria una dose di carbidopa di almeno 70-100 mg/die.
Se necessario, il dosaggio di Oridopa 25 mg/100 mg compresse può essere aumentato di una compressa al giorno o a giorni alterni fino a un massimo di otto compresse al giorno.
Quando è necessaria più levodopa, le compresse da 25 mg/250mg devono essere sostituite con un dosaggio di una compressa tre o quattro volte al giorno. Se necessario, la dose delle compresse da 25 mg/250 mg può essere aumentata con una compressa al giorno o a giorni alterni fino a un massimo di otto compresse al giorno.
L’esperienza con un dosaggio totale giornaliero superiore a 200 mg di carbidopa è limitata. Interruzione della terapia: Se il trattamento con Oridopa deve essere interrotto temporaneamente, ad esempio prima di un’anestesia, la dose giornaliera abituale deve essere ripristinata non appena sia possibile la somministrazione orale.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono state stabilite, pertanto Oridopa non è consigliato per i bambini di età inferiore ai 18 anni.
Modo di somministrazione Per via orale
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
L’uso di inibitori non selettivi delle monoaminoossidasi (IMAO) è controindicato in relazione all’uso dicarbidoa/levidopa. L’uso di IMAO deve essere interrotto almeno due settimane prima dell’inizio della terapia con carbidopa/levodopa. Carbidopa/levodopa può essere usato in concomitanza con inibitori selettivi delle MAO-B (ad esempio selegilina cloridrato) alle dosi raccomandate dai produttori di questi medicinali (vedere paragrafo 4.5 Altri medicinali).
Condizioni in cui gli adrenergici sono controindicati, ad esempio feocromocitoma, ipertiroidismo, sindrome di Cushing, gravi malattie cardiovascolari.
Carbidopa/levodopa non deve essere somministrato a pazienti con glaucoma ad angolo stretto.
Poiché la levodopa può attivare il melanoma maligno, carbidopa/levodopa non deve essere usato in pazienti con lesioni cutanee sospette la cui natura non sia stata accertata o con un’anamnesi di melanoma.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Carbidopa/levodopa non è raccomandato per il trattamento dei sintomi extrapiramidali indotti dai farmaci.
Come la levodopa, carbidopa/levodopa può causare movimenti involontari e disturbi psichiatrici.
Si pensa che queste reazioni siano dovute a un aumento delle concentrazioni di dopamina nel cervello e il proseguimento della terapia con carbidopa/levodopa può causare una recidiva dei sintomi. In questi casi può essere necessaria una riduzione della dose. Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per individuare eventuali segni di cambiamenti mentali, depressione precoce e concomitante tendenza suicida. Pazienti con episodi di psicosi passati o in corso devono essere trattati con cautela.
Occorre prestare cautela nell’uso concomitante di psicofarmaci e carbidopa7levodopa compresse (vedere paragrafo 4.5).
Occorre prestare cautela nell’uso di carbidopa/levodopa in pazienti con malattie cardiovascolari o polmonari gravi, asma bronchiale, malattie renali, epatiche o endocrine, o con un’anamnesi di ulcera peptica (a causa del rischio di emorragia gastrointestinale superiore), o convulsioni.
Come per la levodopa, occorre prestare cautela nella somministrazione di carbidopa/levodopa a pazienti con una storia recente di infarto miocardico e che presentano aritmie atriali, ventricolari o nodali. In questi casi, la funzione cardiaca deve essere controllata con particolare attenzione all’inizio della terapia e durante l’aggiustamento del dosaggio.
Carbidopa/levodopa deve essere usato con cautela nei pazienti con glaucoma cronico ad angolo aperto, a condizione che la pressione intraoculare sia ben controllata e che venga monitorata attentamente per eventuali cambiamenti durante la terapia.
Una sindrome simile alla sindrome neurolettica maligna, che comporta rigidità muscolare, temperatura corporea elevata, alterazioni mentali e aumento della creatininfosfochinasi sierica, è stata osservata in concomitanza con la brusca interruzione dei farmaci antiparkinsoniani. Pertanto, le condizioni del paziente devono essere attentamente monitorate se il dosaggio di carbidopa/levodopa viene ridotto bruscamente o se il trattamento viene interrotto, soprattutto se il paziente fa uso di neurolettici.
Sonnolenza diurna ed episodi di sonno: Sono stati osservati episodi di sonnolenza e sonno in relazione all’uso di levodopa (vedere paragrafo 4.8). Molto raramente sono stati segnalati attacchi di sonno improvviso durante l’attività quotidiana, in qualche caso senza consapevolezza e senza segni premonitori. I pazienti devono essere informati di queste eventualità e avvertiti di usare cautela durante la guida di un veicolo a motore o l’uso di macchinari durante la terapia con levodopa. I pazienti che hanno sperimentato sonnolenza e/o episodi di sonno improvviso devono evitare di guidare veicoli a motore e di utilizzare macchinari.
Come per la levodopa, durante la terapia a lungo termine si raccomanda un regolare monitoraggio della funzionalità epatica, ematopoietica, cardiovascolare e renale (vedere paragrafo 4.8).
Se è necessaria l’anestesia generale, la terapia con carbidopa/levodopa può essere proseguita fino a quando è consentita l’ingestione orale di liquidi e farmaci. Se il trattamento viene interrotto, la somministrazione della normale dose giornaliera deve essere continuata non appena il paziente è in grado di assumere farmaci per bocca.
Melanoma: studi epidemiologici hanno dimostrato che il rischio di sviluppare un melanoma è più elevato (da 2 a circa 6 volte) nei pazienti con morbo di Parkinson rispetto alla popolazione generale. Non è stato studiato se l’aumento del rischio sia dovuto al morbo di Parkinson o ad altri fattori, quali l’uso di medicinali per il trattamento del morbo di Parkinson.
Per le ragioni sopra esposte, si raccomanda al paziente e agli operatori sanitari di effettuare frequentemente e con regolarità monitoraggi della pelle per individuare eventuali segni di melanoma quando il paziente utilizza carbidopa/levodopa per qualsiasi indicazione. Idealmente, devono essere effettuate visite periodiche della pelle da un esperto (ad esempio un dermatologo).
La sindrome da disregolazione della dopamina (DDS) è un disturbo da dipendenza diagnosticato in alcuni pazienti trattati con la combinazione di carbidopa e levodopa, che comporta un uso eccessivo del prodotto. Prima dell’inizio del trattamento, i pazienti e chi li assiste devono essere avvertiti del rischio di DDS (vedere anche paragrafo 4.8).
Disturbi del controllo degli impulsi: Le condizioni del paziente devono essere monitorate regolarmente per individuare eventuali disturbi del controllo degli impulsi (vedere paragrafo 4.8). I pazienti e coloro che li assistono devono essere consapevoli che i sintomi comportamentali associati ai disturbi del controllo degli impulsi (come il gioco d’azzardo patologico, l’aumento della libido, l’ipersessualità, lo shopping compulsivo o la spesa eccessiva, la bulimia e l’impulso incontrollato ad alimentarsi) possono verificarsi nei pazienti trattati con un agonista della dopamina o un altro medicinale dopaminergico contenente levodopa, come carbidopa/levodopa. In presenza di tali sintomi si raccomanda una rivalutazione del trattamento.
Ipotensione ortostatica: carbidopa/levodopa può indurre ipotensione ortostatica. Pertanto carbidopa/levodopa deve essere somministrata con cautela ai pazienti che stanno assumendo altri medicinali che possono causare ipotensione ortostatica (vedere anche paragrafi 4.5 e 4.8).
Eccipiente
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente "senza sodio".
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Occorre prestare attenzione quando si usa carbidopa/levodopa in combinazione con i seguenti farmaci: Antidepressivi
Gli inibitori delle monoamminossidasi sono controindicati nei pazienti trattati con carbidopa/levodopa (vedere paragrafo 4.3). In alcuni rari casi, l’uso concomitante di carbidopa/levodopa e antidepressivi triciclici è stato associato a effetti avversi, come ipertensione e disturbi del movimento.
Antipertensivi
Si è verificata ipotensione posturale sintomatica quando carbidopa/levodopa è stato aggiunto al regime di trattamento di pazienti che ricevevano antipertensivi. Pertanto, all’inizio della terapia con carbidopa/levodopa potrebbe essere necessario modificare il dosaggio del farmaco antipertensivo.
Prodotti a base di ferro
Alcuni studi hanno dimostrato che la biodisponibilità di carbidopa e/o levodopa è diminuita se assunta con solfato ferroso o gluconato ferroso.
Pertanto, la somministrazione di carbidopa/levodopa e di preparati a base di ferro deve essere separata dal più lungo intervallo di tempo possibile.
Anticolinergici
Gli anticolinergici possono agire sinergicamente con la levodopa per ridurre il tremore. Tuttavia, l’uso combinato può esacerbare i movimenti involontari anomali. Gli anticolinergici possono diminuire gli effetti della levodopa ritardandone l’assorbimento. Può essere necessario un aggiustamento della dose di carbidopa/levodopa.
Inibitori delle COMT (tolcapone, entacapone)
L’uso concomitante di inibitori delle COMT (catecol-0-metil transferasi) e carbidopa/levodopa può aumentare la biodisponibilità della levodopa. Potrebbe essere necessario modificare la dose di carbidopa/levodopa.
Altri farmaci
Antagonista del recettore D2
della dopamina Gli antagonisti del recettore D2 della dopamina (ad esempio fenotiazine, butirrofenoni e risperidone) e l’isoniazide possono ridurre gli effetti terapeutici della levodopa. Inoltre, è stato riscontrato che la fenitoina e la papaverina annullano gli effetti benefici della levodopa nel trattamento del morbo di Parkinson. I pazienti che prendono questi farmaci insieme alla terapia con carbidopa/levodopa devono essere attentamente controllati per la perdita della risposta terapeutica.
L’amantadina ha un effetto sinergico con la levodopa e può aumentare gli eventi avversi correlati alla levodopa. Può essere necessario un aggiustamento della dose di carbidopa/levodopa.
I simpaticomimetici possono aumentare gli eventi avversi cardiovascolari correlati alla levodopa.
L’uso concomitante di farmaci (come la reserpina e la tetrabenazina) che causano carenza di dopamina e di altre monoammine non è raccomandato con carbidopa/levodopa.
Grave ipotensione ortostatica
Una grave ipotensione ortostatica è stata associata all’uso concomitante di selegilina e di un preparato a base di carbidopa-levodopa, che non può essere attribuita alla carbidopa-levodopa
Poiché la levodopa compete con alcuni aminoacidi, una dieta ricca di proteine può ridurne l’assorbimento.
04.6 Gravidanza e allattamento
Gli effetti di carbidopa/levodopasulla gravidanza umana non sono noti, ma sia la levodopa che la carbidopa e le combinazioni di levodopa hanno causato malformazioni viscerali e scheletriche nei conigli (vedere paragrafo 5.3). La somministrazione di carbidopa/levodopaa donne che possono rimanere incinte richiede quindi una valutazione dei possibili benefici del farmaco e dei rischi durante la gravidanza.
Allattamento
Non è noto se la carbidopa venga escreta nel latte umano. È stato riportato che la levodopa viene escreta nel latte umano in uno studio in cui una madre con morbo di Parkinson che allattava al seno ha ricevuto una terapia con levodopa. Poiché molti farmaci sono escreti nel latte umano ed è possibile che si verifichino gravi effetti avversi per il bambino, si deve decidere se interrompere l’allattamento al seno o interrompere la terapia con carbidopa/levodopa, tenendo conto del beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Negli studi preclinici non sono stati rilevati effetti avversi sulla fertilità in caso di somministrazione di carbidopa da sola o in concomitanza con levodopa. Vedere anche paragrafo 5.3.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Carbidopa/levodopa può causare effetti avversi, come capogiri e sonnolenza, che possono compromettere la capacità del paziente di guidare e di utilizzare macchinari (vedere anche paragrafo 4.8).
I pazienti che ricevono levodopa e che manifestano sonnolenza e/o attacchi di sonno improvviso devono essere informati di astenersi dalla guida di veicoli a motore e dall’intraprendere qualsiasi attività (ad esempio l’uso di macchinari) in cui un’alterata attenzione potrebbe esporre loro stessi o altri al rischio di lesioni gravi o di morte, fino a quando gli episodi di sonno ricorrenti e la sonnolenza non si siano risolti (vedere anche paragrafo 4.4).
04.8 Effetti indesiderati
Gli effetti avversi che si verificano comunemente nei pazienti in terapia con carbidopa/levodopa sono dovuti agli effetti neurofarmacologici della dopamina sul SNC. Di solito possono essere attenuati riducendo il dosaggio. Gli effetti avversi più comuni sono disturbi del movimento, come disturbi del tono muscolare simili alla corea e altri movimenti involontari, e nausea. Le contrazioni muscolari e il blefarospasmo possono essere considerati come segnali precoci per prendere in considerazione una riduzione del dosaggio.
Molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000) molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Altri effetti avversi riportati negli studi clinici o nell’uso clinico includono:
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Effetti avversi |
---|---|---|
Infezioni e Infestazioni | Molto comune | Infezioni del tratto urinario |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Raro | Leucopenia, anemia emolitica e non emolitica, trombocitopenia, agranulocitosi |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Comune | Perdita di appetito |
Disturbi psichiatrici | Comune |
Allucinazioni, depressione che può comportare tendenze suicide, confusione, sogni anormali |
Non comune | Agitazione | |
Raro |
Episodi psicotici come deliri e paranoia |
|
Non nota |
Sindrome da disregolazione della dopamina |
|
Patologie del sistema nervoso | Molto comune |
Disturbi del movimento (come quelli che assomigliano alla corea), disturbi del tono muscolare e altri movimenti compulsivi |
Comune |
Episodi di movimento lento (fenomeno "on-off"), vertigini, disturbi sensoriali, sonnolenza, compresi casi molto rari di eccessiva sonnolenza diurna ed episodi improvvisi di sonno |
|
Non comune | Svenimento | |
Raro |
Sindrome da neurolettici (vedere paragrafo 4.4), demenza. Raramente si sono verificate convulsioni, ma non è stata stabilita una relazione causale con la terapia con carbidopa/levodopa. |
|
Patologie cardiache | Comune | Palpitazioni |
Raro | Funzione cardiaca irregolare | |
Patologie vascolari | Comune |
Effetti ortostatici, come episodi ipotensivi |
Raro |
Ipertensione, infiammazione delle vene |
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Comune | Respiro corto |
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Effetti avversi |
---|---|---|
Patologie gastrointestinali | Comune | Nausea, vomito, diarrea |
Raro | Emorragia gastrointestinale, ulcera duodenale, saliva scura | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune | Orticaria |
Raro |
Prurito, porpora di Henoch Schönlein, alopecia, eruzione cutanea, sudore scuro, angioedema |
|
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Non comune | Contrazione muscolare |
Patologie renali e urinarie | Rare | Urina scura |
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune | Dolore al petto |
MedDRA Altri effetti avversi che sono stati osservati in relazione alla terapia con levodopa o alla terapia combinata carbidopa/levodopa e che possono essere associati alla terapia con carbidopa/levodopa includono:
Classificazione per sistemi e organi | Effetti avversi |
---|---|
Tumori benigni, maligni e non specificati (inclusi cisti e polipi) | Melanoma maligno (vedere paragrafo 4.3) |
Disturbi psichiatrici |
Insonnia, ansia, euforia, disorientamento, bruxismo La sindrome da disregolazione della dopamina (DDS) è un disturbo da dipendenza diagnosticato in alcuni pazienti trattati con la combinazione di carbidopa e levodopa. Comporta l’abuso compulsivo di un farmaco dopaminergico e l’utilizzo di dosi di farmaco superiori al necessario per alleviare i sintomi motori. Questo può talvolta provocare gravi discinesie (vedere anche paragrafo 4.4). Disturbi del controllo degli impulsi: gioco d’azzardo patologico, aumento della libido, ipersessualità, spese o acquisti compulsivi, abbuffate e alimentazione compulsiva sono stati segnalati in pazienti che hanno fatto uso di un agonista della dopamina e/o di un altro medicinale dopaminergico e, in rari casi, in pazienti che hanno fatto uso di levodopa, incluso carbidopa/levodopa(vedere paragrafo 4.4). |
Patologie del sistema nervoso |
Riduzione della vigilanza, agitazione, sapore amaro in bocca, debolezza, cefalea, attivazione della sindrome di Horner latente, atassia, aumento del tremore delle mani, intorpidimento |
Patologie dell’occhio |
Diplopia, visione offuscata, pupille dilatate, crampi agli occhi, blefarospasmo |
Classificazione per sistemi e organi | Effetti avversi |
---|---|
Patologie vascolari | Vampate di calore, arrossamenti |
Patologierespiratorie, toraciche e mediastiniche |
Raucedine, alterazioni del ritmo respiratorio, singhiozzo |
Patologie gastrointestinali |
Secchezza delle fauci, aumento della salivazione, difficoltà a deglutire, dolore addominale e altri sintomi addominali, costipazione, flatulenza, disturbi addominali superiori, bruciore alla lingua |
Patologie della cutee del tessuto sottocutaneo | Aumento della sudorazione |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Crampi muscolari, trismo |
Patologie renali e urinarie | Ritenzione urinaria, incontinenza urinaria |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Priapismo |
Disturbi Patologie generali e condizioni relative del sito alla sede di somministrazione |
Astenia, malessere, gonfiore, debolezza, affaticamento, difficoltà di deambulazione |
Esami diagnostici |
Aumento o perdita di peso Sono state rilevate alterazioni dei valori di laboratorio in pazienti sottoposti a terapia combinata con carbidopa e levodopa e possono quindi verificarsi anche concarbidopa/levodopa . Questi includono risultati elevati dei test di funzionalità epatica, come fosfatasi alcalina, AST, ALT e lattato deidrogenasi, bilirubina e urea nel sangue, creatinina, urati e test di Coombs positivo. Si sono verificate diminuzioni dei valori di emoglobina ed ematocrito, innalzamento del glucosio sierico, nonché presenza di globuli bianchi, batteri e sangue nelle urine. I preparati a base di carbidopa-levodopa possono causare reazioni falsamente positive per i corpi chetonici urinari quando si utilizza una striscia reattiva per la determinazione della chetonuria. Questa reazione non viene alterata dalla bollitura del campione di urina. Possono verificarsi risultati falsi negativi quando si utilizzano i metodi della glucosio ossidasi per il test della glucosuria. |
Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura |
Tendenza alla caduta |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo reazioni-avverse.
04.9 Sovradosaggio
Tossicità: 100 mg somministrati a bambini di 2 anni non hanno causato alcun sintomo dopo la somministrazione di carbone. 5 g somministrati ad un adulto hanno provocato un’intossicazione moderata.
Sintomi:
Nausea, vomito, irrequietezza, irrequietezza motoria, agitazione, discinesie, movimenti coreici, allucinazioni, convulsioni, tachicardia sinusale, ipertensione (può essere seguita da ipotensione posturale) e disturbi elettrolitici.
In alcuni casi rabdomiolisi e insufficienza renale.
Trattamento:
Il trattamento del sovradosaggio acuto di carbidopa/levodopa è sostanzialmente uguale a quello del sovradosaggio acuto di levodopa, tuttavia la piridossina non contrasta efficacemente gli effettidi .carbidopa/levodopa.
È necessario avviare un monitoraggio ECG e monitorare attentamente il paziente per eventuali aritmie. Se necessario, deve essere somministrata un’adeguata terapia antiaritmica. Occorre inoltre tenere presente che, oltre alle compresse di carbidopa/levodopa, il paziente potrebbe aver assunto anche altri farmaci. A tutt’oggi non si ha esperienza dell’uso della dialisi e quindi non se ne conosce l’importanza nella gestione di un sovradosaggio.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: farmaci antiparkinsoniani, dopa e suoi derivati, codice ATC: N04BA02 Meccanismo d’azione Carbidopa/levodopa è una combinazione di carbidopa, un inibitore della decarbossilasi degli aminoacidi aromatici, e levodopa, il precursore metabolico della dopamina, per il trattamento del morbo di Parkinson. Carbidopa/levodopa è efficace nell’alleviare molti sintomi del morbo di Parkinson, in particolare la rigidità muscolare e la bradicinesia. Carbidopa/levodopa riduce il tremore, le difficoltà di deglutizione, la scialorrea e l’instabilità posturale spesso associate al morbo di Parkinson.
I sintomi del morbo di Parkinson sono stati associati allo svuotamento delle riserve di dopamina nel corpo striato del cervello. La levodopa allevia i sintomi del morbo di Parkinson in quanto viene decarbossilata a dopamina nel cervello.
Dopo la somministrazione orale, la levodopa viene rapidamente decarbossilata in dopamina nei tessuti extracerebrali e solo una piccola quantità di levodopa entra immutata nel sistema nervoso centrale. Pertanto, per ottenere una risposta terapeutica sufficiente è necessario somministrare dosi elevate di levodopa a brevi intervalli. Ciò causa spesso vari effetti avversi, alcuni dei quali sono dovuti alla formazione di dopamina nei tessuti extracerebrali.
La carbidopa, che non attraversa la barriera ematoencefalica, inibisce la decarbossilazione della levodopa nei tessuti extracerebrali, lasciando una maggiore quantità di levodopa disponibile per il trasporto al cervello e la successiva conversione in dopamina. Poiché carbidopa/levodopa riduce alcuni degli effetti avversi che si verificano con la monoterapia con levodopa, l’alleviamento dei sintomi del morbo di Parkinson con carbidopa/levodopaè possibile in un maggior numero di pazienti.
Effetti farmacodinamici
L’effetto di inibizione della decarbossilasi della carbidopa è limitato ai tessuti extracerebrali, per cui l’uso combinato di carbidopa e levodopa consente l’ingresso di una maggiore quantità di levodopa nel cervello. In caso di somministrazione concomitante di carbidopa e levodopa, la concentrazione di levodopa nel plasma è risultata notevolmente più elevata rispetto alla stessa dose di levodopa da sola, mentre le concentrazioni plasmatiche dei due principali metaboliti della levodopa, la dopamina e l’acido omovanillico, sono risultate notevolmente ridotte.
Il componente carbidopa di carbidopa/levodopa non riduce gli effetti negativi causati dagli effetti sul SNC della levodopa. Poiché carbidopa/levodopa consente l’ingresso nel cervello di quantità più elevate di levodopa, in particolare quando la nausea e il vomito non sono fattori limitanti la dose, alcuni effetti avversi di origine SNC, ad esempio le discinesie, possono verificarsi a dosi inferiori e prima durante la terapia con carbidopa/levodopa rispetto alla terapia con levodopa.
A dosi orali di 10-25 mg, è stato riscontrato che la piridossina cloridrato (vitamina B6) inverte rapidamente gli effetti antiparkinsoniani della levodopa.
È noto che la piridossina cloridrato (vitamina B6) accelera il metabolismo della levodopa in dopamina nei tessuti periferici, ma la carbidopa impedisce questo effetto. In uno studio in cui ai pazienti che ricevevano una combinazione di carbidopa e levodopa sono stati somministrati 100-500 mg di piridossina al giorno, non è stato osservato alcun annullamento dell’effetto terapeutico.
Popolazione pediatrica
Istruzioni per il trattamento dei pazienti pediatrici, vedere paragrafo 4.2.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Emivita. L’emivita della levodopa nel plasma è di circa 50 minuti. In caso di somministrazione concomitante di carbidopa e levodopa, l’emivita della levodopa viene prolungata a circa 1,5 ore.
Inizio dell’azione alle dosi standard. La risposta è stata osservata entro un giorno, occasionalmente già dopo una dose. L’effetto terapeutico completo si ottiene solitamente entro sette giorni.
Biotrasformazione
Metabolismo della carbidopa. Quando la carbidopa radiomarcata è stata somministrata per via orale a soggetti sani e a pazienti con morbo di Parkinson, i livelli plasmatici di picco della radioattività sono stati raggiunti entro 2-4 ore nei soggetti sani ed entro 1,5-5 ore nei pazienti. Quantità approssimativamente uguali sono state escrete nelle urine e nelle feci in entrambi i gruppi.
Il confronto dei metaboliti urinari nei soggetti sani e nei pazienti ha indicato che il medicinale è stato metabolizzato nella stessa misura in entrambi i gruppi. In termini pratici, il medicinale è stato escreto immutato nelle urine per 7 ore e ha rappresentato il 35% della radioattività totale escreta nelle urine. Successivamente, sono stati escreti solo i metaboliti. Non sono state osservate idrazine.
I metaboliti osservati nel corpo umano includono l’acido α-metil-3-metossi-4-idrossifenilpropionico e l’acido α-metil-3,4-diidrossifenilpropionico. Negli studi, questi rappresentano rispettivamente il 14% e il 10% della quantità totale di metaboliti radioattivi escreti. Inoltre, sono stati rilevati due metaboliti minori: uno è stato identificato come 3,4-diidrossifenilacetone e l’altro è stato identificato provvisoriamente come N-metilcarbidopa. Entrambi rappresentavano meno del 5% della quantità totale di metaboliti escreti nelle urine. Anche la carbidopa non modificata è stata escreta nelle urine. Non sono stati osservati coniugati
Metabolismo della levodopa. La levodopa viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale e ampiamente metabolizzata. Si possono formare più di 30 metaboliti, ma la levodopa viene metabolizzata principalmente in dopamina, epinefrina e noradrenalina, e successivamente in acido diidrossifenilacetico, acido omovanillico e acido vanillilmandelico. La 3-0-metildopa compare nel plasma e nel liquido cerebrospinale. Il suo significato è sconosciuto.
Quando singole dosi di levodopa radioattiva vengono somministrate a pazienti a digiuno con morbo di Parkinson, il picco plasmatico di radioattività viene raggiunto entro 0,5-2 ore e la radioattività rimane misurabile per 4-6 ore.
Circa il 30% della radioattività in relazione alle concentrazioni di picco appare come catecolamine, il 15% come dopamina e il 10% come dopa. I composti radioattivi sono rapidamente escreti nelle urine e un terzo della dose può essere rilevato nelle urine entro 2 ore. Nelle urine, l’80-90% dei metaboliti sono acidi fenilcarbossilici, soprattutto acido omovanillico. Nelle 24 ore, l’1-2% della radioattività recuperata è costituita da dopamina e meno dell’1% da epinefrina, noradrenalina e levodopa invariata.
L’effetto della carbidopa sul metabolismo della levodopa. In studi su soggetti sani, la carbidopa aumenta la concentrazione plasmatica di levodopa in modo statisticamente significativo rispetto al placebo. L’effetto è stato osservato sia quando la carbidopa è stata somministrata prima di prima della levodopa sia quando i due medicinali agenti sono stati somministrati contemporaneamente.
In uno studio, la somministrazione preventiva di carbidopa ha aumentato la concentrazione plasmatica di levodopa raggiunta con una singola dose di circa 5 volte e la durata delle concentrazioni plasmatiche di levodopa misurabili da 4 ore a 8 ore.
Risultati simili sono stati ottenuti in studi in cui i medicinali sono stati somministrati contemporaneamente.
In uno studio in cui ai pazienti con morbo di Parkinson sono stati somministrati carbidopa e successivamente una dose singola di levodopa marcata con staminali, l’emivita della radioattività plasmatica totale derivata dalla levodopa è stata prolungata da 3 ore a 15 ore. La carbidopa ha aumentato la proporzione di radioattività derivata dalla levodopa non metabolizzata di almeno 3 volte. La precedente somministrazione di carbidopa ha ridotto la quantità di dopamina e di acido omovanillico nel plasma e nelle urine.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Esami tossicologici. La DL50 della carbidopa somministrata per via orale è di 1.750 mg/kg nei topi adulti di sesso femminile, 4.810 mg/kg nei ratti giovani adulti di sesso femminile e 5.610 mg/kg nei ratti giovani adulti di sesso maschile. La tossicità acuta della carbidopa somministrata per via orale è simile nei topi adulti e appena svezzati, ma è più tossica per i topi neonati. Negli studi, gli effetti del medicinale sono stati simili nei topi e nei ratti, causando ptosi delle palpebre, atassia e riduzione dell’attività. Nei topi è stata osservata una diminuzione del ritmo respiratorio. Gli animali sono generalmente morti entro 12 ore, ma alcuni decessi sono stati osservati fino a 12 giorni dopo.
Il valore della DL50 della levodopa somministrata per via orale varia da 800 mg/kg osservati in ratti maschi e femmine appena nati a 2.260 mg/kg osservati in ratti femmina giovani e adulti. Negli studi sugli animali, la levodopa ha causato vocalizzazione, irritabilità, eccitazione, atassia e aumento dell’attività, seguiti da una riduzione dell’attività entro 1-2 ore. Gli animali sono generalmente morti entro 30 minuti e 12 ore, ma alcuni decessi sono stati osservati fino a 5 giorni dopo.
I valori di DL50 di varie combinazioni orali di carbidopa e levodopa nei topi variano da 1.930 mg/kg (rapporto carbidopa/levodopa 1:1) a 3.270 mg/kg (rapporto carbidopa/levodopa 1:3). Le cifre indicano la dose totale di carbidopa/levodopa. Negli studi, i valori di DL50 osservati con il rapporto 1:3 non sono stati sostanzialmente modificati con i rapporti 1:4, 1:5 e 1:10. I rapporti di 1:3, 1:4, 1:5 e 1:10 sono risultati meno tossici rispetto ai rapporti di 1:1 e 1:2. I sintomi di tossicità comprendevano posizione verticale della coda, piloerezione, atassia, lacrimazione e aumento dell’attività. A 1.500 mg/kg e a dosi superiori sono state osservate convulsioni cloniche e aumento dell’irritabilità. A dosi di 4.120 mg/kg e superiori, si sono osservati tremori grossolani della testa e del corpo. A dosi di 4.120-5.780 mg/kg, gli animali sono generalmente morti entro 30 minuti e 12 ore, mentre alla dose di 2.940 mg/kg sono stati osservati decessi fino a 12 giorni dopo.
La tossicità a lungo termine della carbidopa somministrata per via orale è stata esaminata a dosi giornaliere di 25-135 mg/kg in studi di un anno nelle scimmie e in studi di 96 settimane nei ratti. Nelle scimmie non sono stati osservati effetti attribuibili al medicinale. L’atonia si è verificata in alcuni ratti in tutti i gruppi di dosaggio. Nel gruppo di ratti che riceveva il dosaggio più alto, il peso medio dei reni era significativamente maggiore rispetto ai controlli comparabili, anche se non sono state riscontrate alterazioni macroscopiche o microscopiche che spiegassero questo risultato. Non sono state riscontrate alterazioni istologiche attribuibili all’esposizione. La carbidopa non ha avuto effetti sui tipi di tumore o sull’incidenza dei tumori in uno studio di 96 settimane sui ratti.
Nei cani, la carbidopa ha causato una carenza di piridossina, che poteva essere prevenuta con la somministrazione concomitante di piridossina.
Ad eccezione della carenza di piridossina osservata nei cani, non è stata osservata alcuna tossicità associata all’idrazina con la carbidopa.
Quando carbidopa e levodopa sono state somministrate per via orale a tre diversi rapporti di dose a scimmie per 54 settimane e a ratti per 106 settimane, gli effetti fisici principali erano dovuti agli effetti farmacologici dei medicinali. I dosaggi utilizzati nello studio sono stati (carbidopa/levodopa) 10/20, 10/50 e 10/100 mg/kg/die. Non sono stati osservati effetti fisici evidenti alla dose di 10/20 mg/kg/die.
Nelle scimmie è stata osservata iperattività ai livelli di dose di 10/50 e 10/100 mg/kg/die.
L’iperattività è persistita per 32 settimane al dosaggio di 10/100 mg/kg/die, ma al dosaggio di 10/50 mg/kg/die si è ridotta con il proseguire dello studio e non è stata più osservata dopo 14 settimane. Al dosaggio di 10/100 mg/kg/die, sono state osservate riduzione della coordinazione muscolare e debolezza muscolare fino alla 22a settimana di studio. Non sono stati osservati cambiamenti morfologici negli esami patologici.
Sono state osservate attività ridotte e anomalie nella postura corporea in ratti che ricevevano una combinazione di carbidopa e levodopa a 10/50 o 10/100 mg/kg/die. Quest’ultima dose ha causato un’eccessiva salivazione. L’aumento di peso è rallentato. Negli esami patologici è stata osservata una lieve ipertrofia degli adenociti sottomascellari in due ratti al dosaggio di 10/100 mg/kg/die per 26 settimane. Non sono stati osservati cambiamenti istomorfologici a nessun livello di dose dopo 54 settimane e 106 settimane. L’ipertrofia degli adenociti delle ghiandole salivari è stata osservata nei ratti che hanno ricevuto il prodotto combinato per periodi più brevi a dosi più elevate o la levodopa da sola.
Studi teratologici e di riproduzione. La carbidopa non ha mostrato di causare malformazioni nei topi e nei ratti a dosi di 120 mg/kg/die.
La levodopa ha causato malformazioni viscerali e scheletriche nei conigli alle dosi di 125 e 250 mg/kg/die.
La combinazione di carbidopa e levodopa ai dosaggi di 25/250-100/500 mg/kg/die non ha causato malformazioni nei topi, ma i conigli hanno sviluppato malformazioni viscerali e scheletriche quantitativamente e qualitativamente simili a quelle causate dalla sola levodopa.
La carbidopa somministrata per via orale a dosi di 30, 60 o 120 mg/kg/die non ha influenzato il comportamento riproduttivo, la fertilità o la vitalità della prole nei ratti. La dose più alta ha provocato un moderato ritardo nell’aumento di peso nei maschi.
La combinazione di carbidopa e levodopa alle dosi di 10/20, 10/50 o 10/100 mg/kg/die non ha compromesso la fertilità o la capacità riproduttiva nei ratti maschi o femmine, né la crescita e la vitalità della prole.
Studi di cancerogenicità. In uno studio in cui la carbidopa è stata somministrata per via orale a ratti a dosi di 25, 45 o 135 mg/kg/die per 96 settimane, non sono state riscontrate differenze significative nella mortalità o nella frequenza dei tumori tra i ratti esposti e quelli di controllo.
Negli studi, ai ratti è stata somministrata la combinazione di carbidopa e levodopa (10/20, 10/50 o 10/100 mg/kg/die) per via orale per 106 settimane. Non sono stati osservati effetti sulla mortalità, sull’incidenza dei tumori o sui tipi di tumore quando i ratti esposti sono stati confrontati con i controlli concomitanti.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Croscarmellosa sodica Magnesio stearato Amido di mais Mannitolo (E421) Povidone
06.2 Incompatibilità
Non pertinente
06.3 Periodo di validità
2 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Oridopa 25 mg/250 mg compresse Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
Oridopa 25 mg/100 mg compresse Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flacone in HDPE con chiusura in PP antimanomissione resistente ai bambini. Confezione: 100 compresse
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Orion Corporation Orionintie 1 FI-02200 Espoo Finlandia Concessionario per la vendita: Orion Pharma S.r.l. – Milano
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
050818018 – "25 Mg/100 Mg Compressa" 100 Compresse In Flacone HDPE 050818020 – "25 Mg/250 Mg Compressa" 100 Compresse In Flacone HDPE
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Oridopa 25 mg/250 mg compresse Data di prima autorizzazione: Data ultimo rinnovo: Oridopa 25 mg/100 mg compresse Data di prima autorizzazione: Data ultimo rinnovo:
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: