Olmesartan medox te 14 Cpr 10 mg: Scheda Tecnica

Olmesartan medox te 14 Cpr 10 mg

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Olmesartan medox te 14 Cpr 10 mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 10 mg compresse rivestite con film OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 20 mg compresse rivestite con film

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 40 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 10 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di olmesartan medoxomil

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 20 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di

olmesartan medoxomil

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 40 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di

olmesartan medoxomil

Eccipienti con effetti noti:

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 10 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di lattosio monoidrato

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 20 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di lattosio

monoidrato

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 40 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 80 mg di lattosio

monoidrato

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film.

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 10 mg: compresse rivestite con film, di colore bianco, di forma rotonda convessa di 6,1 mm di diametro con impresso “O” su di un lato e “10” sull’altro lato.

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 20 mg: compresse rivestite con film, di colore bianco, di forma

rotonda convessa di 8,2 mm di diametro con impresso “O” su di un lato. L’altro lato della compressa

presenta una linea d’incisione e ha impresso “2” sulla parte sinistra dell’incisione e “0” sulla parte destra.

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 40 mg: compresse rivestite con film, di colore bianco, di forma ovale

con una lunghezza di 15,2 mm e 7,1 mm con impresso “O” su di un lato. L’altro lato della compressa

presenta una linea d’incisione e ha impresso “4” sulla parte sinistra dell’incisione e “0” sulla parte destra.

OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA 20 mg e 40 mg: la compressa può essere divisa in due dosi uguali.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale.

Trattamento dell’ ipertensione nei bambini e negli adolescenti da 6 a meno di 18 anni di età.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Adulti

La dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno. Nei pazienti per i quali questo dosaggio non garantisca un adeguato controllo pressorio, la dose di olmesartan medoxomil può essere aumentata a 20 mg una volta al giorno come dose ottimale. Se è richiesta un’ulteriore riduzione dei

valori pressori, la dose di olmesartan medoxomil può essere ulteriormente aumentata fino a un massimo di 40 mg al giorno o può essere associata terapia con idroclorotiazide.

L’effetto antiipertensivo di olmesartan medoxomil è sostanzialmente raggiunto entro 2 settimane dall’inizio della terapia e raggiunge il livello massimo entro circa 8 settimane dall’inizio del trattamento. Questi dati devono essere tenuti in considerazione nel pianificare un aggiustamento posologico per qualsiasi paziente.

Popolazioni speciali

Persone anziane (65 anni o più)

Non sono generalmente necessari aggiustamenti posologici nelle persone anziane (vedere sotto per le raccomandazioni posologiche nei pazienti con alterata funzionalità renale). Se fosse necessaria la somministrazione della dose massima di 40 mg al di, la pressione arteriosa deve essere attentamente monitorata.

Pazienti con danno renale

Il dosaggio massimo nei pazienti con danno renale da lieve a moderato (clearance della creatinina compresa tra 20 e 60 ml/min) è di 20 mg di olmesartan medoxomil una volta al giorno, a causa della limitata esperienza clinica con dosaggi maggiori in questo gruppo di pazienti. L’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave danno renale (clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min) non è raccomandato, a causa della limitata esperienza clinica in questo gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Pazienti con compromissione epatica

Non sono necessari aggiustamenti posologici per i pazienti con compromissione epatica lieve. Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Nei pazienti con compromissione epatica che assumono diuretici e/o altri farmaci antiipertensivi si consiglia un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale. Non vi è esperienza dell’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica, pertanto l’uso in questo gruppo di pazienti non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Olmesartan medoxomil non deve essere utilizzato in pazienti con ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).

Popolazione pediatrica

Bambini e adolescenti da 6 a meno di 18 anni di età

La dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil nei bambini da 6 a meno di 18 anni di età è di 10 mg una volta al giorno. Nei bambini la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con questo dosaggio, la dose di olmesartan medoxomil può essere aumentata a 20 mg una volta al giorno. Se è necessaria un ulteriore riduzione della pressione arteriosa in bambini che pesano > 35 kg, la dose di olmesartan medoxomil può essere aumentata ad un massimo di 40 mg. Nei bambini con peso corporeo < 35 kg la dose giornaliera non deve superare i 20 mg.

Altra popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di olmesartan medoxomil nei bambini da 1 a 5 anni di età non sono ancora state stabilite. I dati attualmente disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta nessuna raccomandazione sulla posologia.

Olmesartan medoxomil non deve essere usato in bambini al di sotto di 1 anno di età a causa di problemi sulla sicurezza e della mancanza di dati in questa fascia di età.

Modo di somministrazione

04.3 Controindicazioni

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o della somministrazione del medicinale Per una migliore compliance, si raccomanda di assumere le compresse di OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA ogni giorno approssimativamente alla stessa ora, con o senza cibo, ad esempio a colazione. Le compresse devono essere deglutite con una sufficiente quantità di liquido (per esempio un bicchiere d’acqua). Le compresse non devono essere masticate.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

Ostruzione biliare (vedere paragrafo 5.2).

L’uso concomitante di OLMESARTAN MEDOXOMIL TEVA con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o danno renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR

< 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Deplezione del volume intravascolare:

Nei pazienti con ipovolemia e/o deplezione di sodio causate da dosi elevate di diuretici, ridotto apporto sodico con la dieta, diarrea o vomito, può verificarsi ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose. Tali condizioni devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con olmesartan medoxomil.

Altre condizioni legate alla stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone:

Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendono principalmente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad esempio, pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o affetti da malattie renali, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con altri farmaci che intervengono su questo sistema è stato associato a ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, in rari casi, insufficienza renale acuta. La possibilità di effetti simili non può essere esclusa con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II.

Ipertensione renovascolare:

Nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria afferente al singolo rene funzionante, trattati con farmaci che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, esiste un rischio accentuato di grave ipotensione e insufficienza renale.

Danno renale e trapianto renale:

Se si somministra olmesartan medoxomil a pazienti con ridotta funzionalità renale, si raccomanda il controllo periodico dei livelli sierici di potassio e di creatinina. L’uso di olmesartan medoxomil non è raccomandato in pazienti con grave danno renale (clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min) (vedere paragrafi 4.2, 5.2). Non esiste esperienza di somministrazione di olmesartan medoxomil in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale o in pazienti con danno renale allo stadio terminale (clearance della creatinina

<12 ml/min).

Compromissione epatica:

Non vi è esperienza in pazienti con compromissione grave della funzionalità epatica, e pertanto l’uso di olmesartan medoxomil non è raccomandato in questo gruppo di pazienti (vedere paragrafo 4.2 per gli aggiustamenti posologici in pazienti con compromissione lieve o moderata della funzionalità epatica).

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS):

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Iperpotassiemia:

L’uso di farmaci che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone può determinare iperpotassiemia.

Il rischio, che può essere fatale, è aumentato nelle persone anziane, nei pazienti con insufficienza renale, nei diabetici, nei pazienti che assumono in concomitanza altri farmaci in grado di aumentare la potassiemia e/o nei pazienti con eventi intercorrenti.

Prima di prendere in considerazione l’uso concomitante di farmaci che intervengano sul sistema renina- angiotensina-aldosterone, si dovrebbe valutare il rapporto beneficio rischio e si dovrebbero considerare altre opzioni.

I principali fattori di rischio da considerare per l’iperpotassiemia sono:

Diabete, danno renale, età (>70 anni)

Associazione con uno o più farmaci che intervengono sul sistema renina- angiotensina-aldosterone e/o integratori di potassio. Alcuni farmaci o classi terapeutiche di farmaci possono provocare iperpotassiemia: sostituti del sale contenenti potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, antiinfiammatori non steroidei (inclusi gli inibitori selettivi della COX-2), eparina, immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim,

Eventi intercorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica, peggioramento della funzionalità renale, improvviso peggioramento delle condizioni renali (per esempio infezioni), lisi cellulare (per esempio ischemia acuta degli arti, rabdomiolisi, trauma esteso).

Nei pazienti a rischio deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di potassio (vedere paragrafo 4.5).

Litio:

Come con altri antagonisti dell’angiotensina II, non è raccomandata l’associazione di litio ed olmesartan medoxomil (vedere paragrafo 4.5).

Stenosi della valvola aortica o mitrale; cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva:

Come con gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

Aldosteronismo primario:

I pazienti con aldosteronismo primario non rispondono generalmente ai farmaci antiipertensivi che agiscano mediante l’inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l’uso di olmesartan medoxomil non è raccomandato nel trattamento di questi pazienti.

Enteropatia simile alla sprue

In casi molto rari, è stata riportata la comparsa di diarrea cronica severa con sostanziale perdita di peso, in pazienti in terapia con olmesartan, a pochi mesi o anni di distanza dall’inizio della terapia, probabilmente causata da una reazione di ipersensibilità locale ritardata. Le biopsie intestinali dei pazienti hanno spesso mostrato atrofia dei villi. Se un paziente sviluppa questi sintomi durante il trattamento con olmesartan, bisogna escludere altre eventuali eziologie e considerare l’interruzione del trattamento con olmesartan medoxomil, nei casi in cui non si identifica un’altra eziologia. Nei casi in cui i sintomi scompaiano e la biopsia confermi un’enteropatia simile alla sprue, il trattamento con olmesartan medoxomil non deve essere ricominciato.

Differenze etniche:

Come con tutti gli altri antagonisti dell’angiotensina II, l’effetto antiipertensivo di olmesartan medoxomil può essere inferiore nei pazienti neri, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa nera.

Gravidanza:

La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un antagonista del recettore dell’angiotensina II. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Altro:

Come con ogni agente antiipertensivo, un’eccessiva diminuzione dei valori pressori in pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare ischemica può causare infarto miocardico o ictus.

Lattosio:

Questo farmaco contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale

04.6 Gravidanza e allattamento

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pediatrica:

Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.

Non è noto se le interazioni nei bambini siano simili a quelle osservate negli adulti. Effetti degli altri medicinali con olmesartan medoxomil:

Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio:

L’esperienza clinica indica che l’uso di altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina in associazione con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio o altri farmaci in grado di determinare un aumento dei livelli del potassio sierico (ad esempio l’eparina) può causare un aumento del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4). Tale uso concomitante non è pertanto raccomandato.

Altri farmaci antiipertensivi:

L’effetto ipotensivo causato da olmesartan medoxomil può essere potenziato dall’uso concomitante di altri farmaci antiipertensivi.

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).

Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS):

I FANS (compresi l’acido acetilsalicilico a dosi > 3 g/die ed i COX-2 inibitori) e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II possono agire in modo sinergico riducendo la filtrazione glomerulare. Il rischio dell’uso concomitante di FANS ed antagonisti dell’angiotensina II consiste nell’insorgenza di insufficienza renale acuta. Si raccomanda di monitorare la funzionalità renale all’inizio del trattamento e di idratare regolarmente il paziente.

Inoltre, il trattamento concomitante può ridurre l’effetto antiipertensivo degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, portando ad una loro parziale perdita di efficacia.

Altri farmaci:

Dopo trattamento con antiacidi (magnesio alluminio idrossido), è stata osservata una modesta riduzione della biodisponibilità di olmesartan. La somministrazione concomitante di warfarin e digossina non ha effetto sulla farmacocinetica di olmesartan.

Effetti di olmesartan medoxomil su altri medicinali

Litio:

Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della sua tossicità sono stati riportati durante la somministrazione concomitante di litio con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e antagonisti dell’angiotensina II. Pertanto l’uso di olmesartan medoxomil e di litio in associazione non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4). Se l’uso di tale associazione fosse ritenuto necessario, si raccomanda un attento controllo dei livelli sierici di litio.

Altri farmaci:

Nel corso di studi clinici specifici condotti in volontari sani sono stati studiati warfarin, digossina, un antiacido (magnesio alluminio idrossido), idroclorotiazide e pravastatina. Non sono state osservate interazioni cliniche rilevanti e, in particolare, olmesartan medoxomil non ha presentato effetti significativi sulla farmacocinetica o la farmacodinamica del warfarin o sulla farmacocinetica della digossina.

Olmesartan non possiede effetti inibitori clinicamente rilevanti sugli enzimi 1A1/2, 2A6, 2C8/9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4 del citocromo P450 umano in vitro, e gli effetti di induzione sul citocromo P450 del ratto sono minimi o assenti. Pertanto, non sono stati condotti studi di interazioni in vivo con gli inibitori e gli induttori enzimatici noti del citocromo P450, e non sono da attendersi interazioni clinicamente rilevanti tra olmesartan e farmaci metabolizzati dai sopracitati enzimi del citocromo P450.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Gravidanza

L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione a ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II, un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

E’ noto che durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza, l’esposizione a antagonisti del recettore dell’angiotensina II induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un antagonista del recettore dell’angiotensina II dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto antagonisti del recettore dell’angiotensina II devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).

Allattamento

Olmesartan è escreto nel latte materno dei ratti, ma non è noto se lo stesso avvenga nel latte umano. Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di olmesartan medoxomil durante l’allattamento, OLMESARTAN

MEDOXOMIL TEVA non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

04.8 Effetti indesiderati

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Olmesartan medoxomil altera lievemente o moderatamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Capogiri o sintomi di affaticamento, che possono compromettere la capacità di reazione, possono manifestarsi occasionalmente in pazienti che seguono una terapia antiipertensiva.

04.9 Sovradosaggio

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sunto del profilo di sicurezza:

Le reazioni avverse più comunemente segnalate durante il trattamento con olmesartan medoxomil sono la cefalea (7,7%), i sintomi simil-influenzali (4,0%) e i capogiri (3,7%).

Negli studi sulla monoterapia controllati con placebo, la sola reazione avversa inequivocabilmente correlata al trattamento erano i capogiri (2,5% incidenza con olmesartan medoxomil e 0,9% con placebo).

L’incidenza era anche in qualche modo maggiore con olmesartan medoxomil in confronto al placebo per quanto riguarda l’ipertrigliceridemia (2,0% versus 1,1%) e per l’aumento della creatin-fosfochinasi (1,3% versus 0,7%).

Elenco tabulato delle reazioni avverse:

Nella seguente tabella sono riassunte le reazioni avverse da olmesartan medoxomil osservate negli studi clinici, negli studi di sicurezza post-registrativi e riportate spontaneamente.

E’ stata impiegata la seguente terminologia per classificare la frequenza delle reazioni avverse: molto comune (≥1/10);

comune (≥1/100, <1/10);

non comune (≥1/1.000, <1/100); rara (≥1/10.000, <1/1.000),

molto rara (<1/10.000).

Classificazione MedDRA per Organi e Sistemi Reazioni avverse Frequenza
Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia Non comune
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattica Non comune
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipertrigliceridemia Comune
Iperuricemia Comune
Iperkaliemia Rara
Patologie del sistema nervoso Capogiro Comune
Cefalea Comune
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigine Non comune
Patologie cardiache Angina pectoris Non comune
Patologie vascolari Ipotensione Rara
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Bronchite Comune
Faringite Comune
Tosse Comune
Rinite Comune
Patologie gastrointestinali Gastroenterite Comune
Diarrea Comune
Dolore addominale Comune
Nausea Comune
Dispepsia Comune
Vomito Non comune
Enteropatia simile alla sprue (vedere paragrafo 4.4) Molto rara
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Esantema Non comune
Dermatite allergica Non comune
Orticaria Non comune
Eruzione cutanea Non comune
Prurito Non comune
Angioedema Rara
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artrite Comune
Dolore dorsale Comune
Dolore scheletrico Comune
Mialgia Non comune
Spasmi muscolari Rara
Patologie renali ed urinarie Ematuria Comune
Infezione delle vie urinarie Comune
Insufficienza renale acuta Rara
Insufficienza renale Rara
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore Comune
Dolore toracico Comune
Edema periferico Comune
Sintomi simil-influenzali Comune
Affaticamento Comune
Edema della faccia Non comune
Astenia Non comune
Malessere Non comune
Letargia Rara
Esami diagnostici Enzimi epatici aumentati Comune
Urea ematica aumentata Comune
Creatin-fosfochinasi ematica aumentata Comune
Creatina ematica aumentata Rara

Sono stati riferiti casi singoli di rabdomiolisi in associazione temporale con l’assunzione di bloccanti dei recettori dell’angiotensina II.

Informazioni addizionali su popolazioni speciali

Nelle persone anziane, la frequenza dell’ipotensione è lievemente aumentata da rara a non comune.

Popolazione pediatrica

La sicurezza di olmesartan è stata monitorata in 361 bambini e adolescenti di età compresa tra 1-17 anni durante 2 studi clinici. Mentre la natura e la severità delle reazioni avverse sono simili a quelle riscontrate negli adulti, la frequenza di queste è più alta nei bambini.

L’epistassi è un evento avverso comune nei bambini (cioè ≥ 1/100 fino <1/10) che non è stato riportato negli adulti.

Nel corso delle 3 settimane di studio in doppio cieco, l’incidenza di capogiri e mal di testa emerse durante il trattamento è quasi raddoppiata nei bambini di 6-17 anni di età nel gruppo trattato con olmesartan ad alto dosaggio.

Il profilo di sicurezza complessivo per olmesartan nei pazienti pediatrici non differisce significativamente dal profilo di sicurezza negli adulti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione- avversa.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Sono disponibili solo dati limitati riguardanti il sovradosaggio nell’uomo. L’effetto più probabile causato da un sovradosaggio è l’ipotensione. In caso di sovradosaggio, il paziente dovrà essere attentamente controllato e il trattamento dovrà essere sintomatico e di supporto.

Non sono disponibili dati sulla dializzabilità di olmesartan.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Categoria farmacoterapeutica: Antagonisti dell’angiotensina II, codice ATC: C09CA08

Meccanismo d’azione/Effetti farmacodinamici

Olmesartan medoxomil è un potente antagonista selettivo del recettore dell’angiotensina II (tipo AT1) efficace per via orale. Il suo effetto è di bloccare tutte le attività dell’angiotensina II mediate dal recettore AT1, indipendentemente dall’origine e dalla via di sintesi dell’angiotensina II. L’antagonismo selettivo del recettore dell’angiotensina II (AT1) produce un aumento dei livelli plasmatici di renina e delle concentrazioni di angiotensina I e II e una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di aldosterone.

L’angiotensina II è il principale ormone vasoattivo del sistema renina-angiotensina-aldosterone e riveste un ruolo significativo nella fisiopatologia dell’ipertensione mediante il recettore di tipo 1 (AT1).

Efficacia e sicurezza clinica

Nei casi di ipertensione, olmesartan medoxomil determina una riduzione a lungo termine, dose-dipendente, della pressione arteriosa. Non sono riportati casi di ipotensione dopo la prima somministrazione, di tachifilassi nel corso di trattamenti prolungati o di ipertensione da rebound dopo l’interruzione della terapia.

La somministrazione di olmesartan medoxomil una volta al giorno assicura un’efficace e costante riduzione della pressione arteriosa nelle 24 ore di intervallo tra una dose e quella successiva. A parità di dosaggio complessivo, la monosomministrazione giornaliera ha prodotto gli stessi risultati nella diminuzione della pressione arteriosa rispetto alla somministrazione del farmaco due volte al giorno.

Con un trattamento continuato, la riduzione massima della pressione arteriosa viene raggiunta entro le 8 settimane successive all’inizio della terapia, sebbene una sostanziale diminuzione della pressione arteriosa venga già osservata dopo 2 settimane di trattamento. Se utilizzato in associazione con idroclorotiazide, si registra un’ulteriore diminuzione della pressione arteriosa e la co-somministrazione è ben tollerata.

Non sono al momento noti gli effetti di olmesartan sulla mortalità e sulla morbilità.

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II.

ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia. Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

Lo studio Randomised Olmesartan and Diabetes Microalbuminuria Prevention (ROADMAP) condotto in 4447 pazienti con diabete di tipo 2, normo-albuminuria e con almeno un fattore di rischio cardiovascolare addizionale, ha valutato se il trattamento con olmesartan possa ritardare l’insorgenza della microalbuminuria. I pazienti hanno ricevuto olmesartan o placebo in aggiunta ad altri agenti antipertensivi, esclusi gli ACE inibitori o gli ARB, per un periodo medio successivo di 3,2 anni.

Lo studio ha dimostrato come endpoint primario una significativa riduzione del rischio nel tempo di insorgenza della microalbuminuria, a favore dell’olmesartan. Questa riduzione del rischio non era più statisticamente significativa dopo l’aggiustamento delle differenze BP. L’8,2% (178 su 2160) dei pazienti del gruppo a cui era stato somministrato olmesartan e il 9,8% (210 su 2139) di quelli del gruppo del placebo hanno sviluppato microalbuminuria.

Per quanto riguarda gli endpoint secondari, eventi cardiovascolari si sono manifestati in 96 pazienti (4,3%) con olmesartan e in 94 pazienti (4,2%) con il placebo. L’incidenza della mortalità cardiovascolare è stata più alta con l’olmesartan in confronto al trattamento con il placebo (15 pazienti (0,7%) contro 3 pazienti (0,1%)), anche se risultati simili sono stati ottenuti per ictus non fatale (14 pazienti (0,6%) contro 8 pazienti (0,4%)), infarto miocardico non fatale (17 pazienti (0,8%) contro 26 pazienti (1,2%)) e mortalità non cardiovascolare (11 pazienti (0,5%) contro 12 pazienti (0,5%)). La mortalità complessiva con olmesartan è aumentata numericamente (26 pazienti (1,2%) contro 15 pazienti (0,7%)) e l’aumento è principalmente dovuto a un maggior numero di eventi cardiovascolari fatali.

L’Olmesartan Reducing Incidence of End-stage Renal Disease in Diabetic Nephropathy Trial (ORIENT) ha studiato gli effetti dell’olmesartan sugli outcome renali e cardiovascolari in 577 pazienti affetti da diabete di tipo 2, di nazionalità sia cinese che giapponese, e con nefropatia conclamata. I pazienti hanno ricevuto olmesartan o placebo in aggiunta ad altri agenti antipertensivi, inclusi gli ACE inibitori, per un periodo medio successivo di 3,1 anni.

L’endpoint composito primario (tempo al primo evento di raddoppiamento dei livelli di creatinina sierica, malattia renale allo stadio terminale, morte per tutte le cause) si è manifestato in 116 pazienti in trattamento con olmesartan (41,1%) e 129 pazienti in trattamento con il placebo (45,4%) (HR 0,96 (95% CI 0,75 fino a 1,24); p=0,791). L’endpoint composito secondario cardiovascolare si è manifestato in 40 pazienti trattati con

olmesartan (14,2%) e in 53 pazienti trattati con il placebo (18,7%). Questo endpoint composito cardiovascolare ha incluso morte cardiovascolare in 10 (3,5%) pazienti che ricevevano l’olmesartan contro 3 (1,1%) pazienti che ricevevano il placebo, mortalità complessiva 19 (6,7%) contro 20 (7,0%), ictus non

fatale 8 (2,8%) contro 11 (3,9%) e infarto miocardico non fatale 3 (1,1%) contro 7 (2,5%), rispettivamente.

Popolazione pediatrica

Gli effetti antipertensivi di olmesartan medoxomil nella popolazione pediatrica sono stati valutati in un studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, in 302 pazienti ipertesi di età compresa tra 6 e 17 anni. La popolazione dello studio era costituita da una coorte di 112 pazienti di colore e una coorte razziale mista di 190 pazienti, di cui 38 di colore. L’eziologia dell’ipertensione era prevalentemente ipertensione essenziale (87% nella coorte di pazienti di colore e 67% nella coorte di etnia mista). I pazienti di peso da 20 a < 35 kg sono stati randomizzati a 2,5 mg (basso dosaggio) o 20 mg (alto dosaggio) di olmesartan medoxomil una volta al giorno ed i pazienti di peso ≥ 35 kg sono stati randomizzati a 5 mg (basso dosaggio) o 40 mg (alto dosaggio) di olmesartan medoxomil una volta al giorno. Olmesartan medoxomil ha ridotto significativamente sia la pressione arteriosa sistolica che diastolica in maniera dose dipendente aggiustata per il peso corporeo. Olmesartan medoxomil a dosi sia basse che alte ha ridotto significativamente la pressione arteriosa sistolica rispettivamente di 6,6 e 11,9 mmHg rispetto al basale.

Questo effetto è stato osservato anche durante le 2 settimane di fase di sospensione randomizzata, per cui sia la pressione media arteriosa sistolica che diastolica hanno dimostrato un rebound statisticamente significativo nel gruppo trattato con placebo rispetto al gruppo trattato con olmesartan medoxomil. Il trattamento è stato efficace sia per i pazienti pediatrici con ipertensione primaria che per quelli con ipertensione secondaria. Come osservato in popolazioni adulte, la riduzione della pressione sanguigna è stata inferiore nei pazienti di colore.

Nello stesso studio, 59 pazienti di età compresa tra 1 e 5 anni e di peso ≥ 5 kg hanno ricevuto 0,3 mg/kg di olmesartan medoxomil una volta al giorno per 3 settimane nella fase in aperto, e poi sono stati randomizzati a ricevere olmesartan medoxomil o placebo nella fase in doppio cieco. Alla fine della seconda settimana di sospensione, la pressione media sistolica/diastolica del sangue era, al valore di valle, 3/3 mmHg più bassa nel gruppo randomizzato a olmesartan medoxomil; questa differenza nella pressione sanguigna non è stata statisticamente significativa (95% C.I. -2 a 7/-1 a 7).

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Assorbimento e distribuzione

Olmesartan medoxomil è un pro-farmaco rapidamente convertito in un metabolita farmacologicamente attivo, olmesartan, dalle esterasi nella mucosa intestinale e nella circolazione portale durante l’assorbimento dal tratto gastrointestinale.

Non vi è traccia di olmesartan medoxomil intatto o della catena laterale medoxomil intatta nel plasma o negli escreti. La biodisponibilità assoluta media di olmesartan, nella formulazione in compresse, è stata del 25,6%. Il picco medio di concentrazione plasmatica (Cmax) di olmesartan viene raggiunto in media entro circa 2 ore dalla somministrazione per via orale di olmesartan medoxomil; le concentrazioni plasmatiche di olmesartan aumentano in modo approssimativamente lineare all’aumentare della dose orale singola fino a circa 80 mg.

La somministrazione di cibo ha effetti minimi sulla biodisponibilità di olmesartan e, pertanto, olmesartan medoxomil può essere somministrato a digiuno o a stomaco pieno.

Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di olmesartan dipendenti dal sesso del paziente.

Olmesartan si lega fortemente alle proteine plasmatiche (99,7%), ma la possibilità di interazioni clinicamente significative da spiazzamento del legame proteico tra olmesartan ed altri farmaci ad elevato legame cosomministrati è bassa (come confermato dall’assenza di un’interazione clinicamente significativa tra olmesartan medoxomil e warfarin). Il legame di olmesartan con le cellule ematiche è trascurabile. Il volume di distribuzione medio dopo somministrazione endovenosa è di limitata entità (16–29 L).

Biotrasformazione ed eliminazione

La clearance plasmatica totale è risultata pari a 1,3 l/h (CV 19%), relativamente ridotta se confrontata al flusso epatico (ca. 90 l/h). Dopo assunzione di una singola dose per via orale di olmesartan medoxomil marcato con 14C, il 10-16% della radioattività somministrata è stata eliminata con le urine (in gran parte entro le 24 ore successive alla somministrazione), mentre la restante radioattività è stata eliminata con le feci. In base a una biodisponibilità sistemica del 25,6%, si può calcolare che l’olmesartan assorbito venga eliminato per escrezione renale (per circa il 40%) e epatobiliare (per circa il 60%). Tutta la radioattività recuperata è stata identificata come olmesartan. Nessun altro metabolita significativo è stato identificato. Il circolo enteroepatico di olmesartan è minimo. Poiché una grande quantità di olmesartan è eliminata per via biliare, l’uso in pazienti con ostruzione biliare è controindicato (vedere paragrafo 4.3).

L’emivita di eliminazione terminale di olmesartan varia tra le 10 e le 15 ore dopo somministrazioni ripetute per via orale. Lo stato di equilibrio è stato raggiunto dopo le prime somministrazioni e nessun ulteriore accumulo è stato rilevato dopo 14 giorni di somministrazione ripetuta. La clearance renale è stata di circa 0,5–0,7 l/h ed è risultata indipendente dalla dose.

Farmacocinetica in gruppi speciali di pazienti

Persone anziane (65 anni di età o più):

Nei pazienti ipertesi, l’AUC allo stato di equilibrio è risultata maggiore di circa il 35% nelle persone anziane (tra i 65 e i 75 anni) e di circa il 44% nelle persone molto anziane ( 75 anni) rispetto a pazienti più giovaniCiò potrebbe essere dovuto, almeno in parte, ad una riduzione media della funzionalità renale in questo gruppo di pazienti.

Danno renale:

Nei casi di danno renale, l’AUC allo stato di equilibrio è risultata maggiore del 62%, 82% e 179% rispettivamente nei pazienti con danno renale lieve, moderata e grave, rispetto a soggetti con funzionalità renale normale (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Compromissione epatica:

Dopo somministrazione orale singola, i valori di AUC di olmesartan sono risultati maggiori del 6% e del 65%, rispettivamente, in pazienti con compromissione epatica lieve e moderata rispetto a soggetti con funzionalità epatica normale. La frazione libera di olmesartan a due ore dalla somministrazione era 0,26% nei soggetti sani, 0,34% nei pazienti con alterata funzionalità epatica lieve e 0,41% in quelli con alterazione moderata della funzionalità epatica. A seguito di somministrazioni ripetute in pazienti con alterazione moderata della funzionalità epatica, l’AUC media di olmesartan era ancora maggiore di circa il 65% rispetto ai controlli sani. I valori medi di Cmax di olmesartan erano simili nei pazienti con funzionalità epatica compromessa e nei soggetti sani. Olmesartan medoxomil non è stato studiato nei pazienti con alterazione della funzionalità epatica grave (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Popolazione pediatrica

La farmacocinetica di olmesartan è stata studiata in pazienti pediatrici ipertesi di età compresa tra 1 e 16 anni. La clearance di olmesartan nei pazienti pediatrici era simile a quella dei pazienti adulti quando adattata in base al peso corporeo.

Non ci sono informazioni farmacocinetiche disponibili nei pazienti pediatrici con funzione renale compromessa.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

Indice

Negli studi di tossicità cronica condotti su ratti e cani, olmesartan medoxomil ha mostrato effetti analoghi ad altri ACE-inibitori e antagonisti del recettore AT1: aumento dell’azoto ureico (BUN) e della creatinina (per alterazioni funzionali del rene causate dal blocco del recettore AT1); riduzione ponderale del cuore; riduzione dei parametri eritocitrari (eritrociti, emoglobina, ematocrito); indicazioni istologiche di danno renale (lesioni rigenerative dell’epitelio renale, ispessimento della membrana basale, dilatazione dei tubuli). Tali effetti avversi causati dall’azione farmacologica di olmesartan medoxomil si sono verificati anche durante i trial

preclinici su altri ACE-inibitori e antagonisti del recettore AT1 e possono essere ridotti dalla simultanea somministrazione di cloruro di sodio.

In entrambe le specie, sono stati osservati aumento dell’attività della renina plasmatica e ipertrofia/iperplasia delle cellule iuxtaglomerulari renali. Tali variazioni, che rappresentano un effetto tipico della classe degli ACE-inibitori e di altri antagonisti del recettore AT1, non sembrano avere rilevanza clinica.

Come altri antagonisti del recettore AT1, olmesartan medoxomil determina un aumento dell’incidenza delle rotture cromosomiche in colture cellulari in vitro. Non sono stati osservati effetti rilevanti in numerosi studi in vivo nei quali olmesartan medoxomil è stato somministrato a dosaggi orali molto elevati fino a 2000 mg/kg. I dati complessivi dei test di genotossicità suggeriscono che molto difficilmente olmesartan manifesti effetti genotossici nelle condizioni di impiego clinico.

Olmesartan medoxomil non è risultato carcinogeno, né nei ratti in studi di 2 anni, né in topi studiati in due studi di carcinogenicità di 6 mesi che utilizzavano modelli transgenici.

Negli studi di riproduzione sui ratti, olmesartan medoxomil non ha compromesso la fertilità e non vi è stata indicazione di effetti teratogeni. Analogamente ad altri antagonisti dell’angiotensina II, la sopravvivenza della prole è stata ridotta in seguito all’esposizione a olmesartan medoxomil ed è stata osservata una dilatazione della pelvi renale in seguito all’esposizione delle femmine durante le ultime fasi della gravidanza e durante l’allattamento. Analogamente ad altri agenti antiipertensivi, olmesartan medoxomil ha mostrato un potenziale tossico maggiore nei conigli che nei ratti in stato di gravidanza. Tuttavia, non sono state riscontrate indicazioni di effetti fetotossici.

06.2 Incompatibilità

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Nucleo della compressa

Lattosio monoidrato Idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione Cellulosa microcristallina

Magnesio stearato

Rivestimento

Opadry II 85F18378 bianco [Poli(vinil alcool)-parzialmente idrolizzato, Titanio diossido (E 171), Macrogol 3350 (polietilen glicole), Talco].

06.3 Periodo di validità

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Non pertinente.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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2 anni

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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OPA/Alluminio/PVC – confezioni blister in alluminio. Le confezioni contengono 14, 28, 30, 56, 90 e 98 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

Precauzioni particolari per lo smaltimento <e la manipolazione>

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Teva Italia S.r.l.

Piazzale Luigi Cadorna, 4 20123 Milano, Italia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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043236013 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 14 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236025 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 28 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236037 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236049 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 56 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236052 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236064 – "10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 98 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236076 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 14 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236088 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 28 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236090 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236102 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 56 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236114 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236126 – "20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 98 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236138 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 14 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236140 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 28 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236153 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 30 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236165 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 56 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236177 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 90 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

043236189 – "40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM" 98 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 05 agosto 2015 Data del rinnovo più recente:

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 14/12/2018