Bortezomib Zentiva 3,5 mg: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Bortezomib Zentiva 3,5 mg

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Bortezomib Zentiva 3,5 mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Bortezomib Zentiva 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni flaconcino contiene 3,5 mg di bortezomib (come estere boronico del mannitolo).

Bortezomib Zentiva 3,5 mg

Dopo la ricostituzione, 1 ml di soluzione iniettabile per uso sottocutaneo contiene 2,5 mg di bortezomib. Dopo la ricostituzione, 1 ml di soluzione iniettabile per uso endovenoso contiene 1 mg di bortezomib.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Polvere per soluzione iniettabile.

Polvere di colore da bianco a bianco-crema.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Bortezomib Zentiva, in monoterapia o in associazione con doxorubicina liposomiale pegilata o desametasone, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo in progressione che abbiano già ricevuto almeno una precedente linea di trattamento e che siano già stati sottoposti, o non siano candidabili, a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib Zentiva, in associazione con melfalan e prednisone, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo precedentemente non trattato, non eleggibili a chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib Zentiva, in associazione con desametasone, o con desametasone e talidomide, è indicato per il trattamento di induzione di pazienti adulti con mieloma multiplo precedentemente non trattato, eleggibili a chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib Zentiva, in associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone è indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare precedentemente non trattato, non candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento di pazienti oncologici, tuttavia Bortezomib Zentiva può essere somministrato da un operatore sanitario esperto nell’uso di agenti chemioterapici. Bortezomib deve essere ricostituito da un operatore sanitario (vedere paragrafo 6.6).

Posologia per il trattamento del mieloma multiplo in progressione (pazienti che hanno ricevuto almeno una precedente linea di trattamento)

Monoterapia

La polvere per soluzione iniettabile di bortezomib 3,5 mg viene somministrata per via endovenosa o sottocutanea alla dose raccomandata di 1,3 mg / m

2 di superficie corporea due volte a settimana per due settimane nei giorni 1, 4, 8 e 11, in un ciclo di trattamento di 21 giorni. Questo

periodo di 3 settimane viene considerato un ciclo di trattamento. Si raccomanda che i pazienti ricevano la somministrazione di 2 cicli di bortezomib dopo la conferma del raggiungimento di una risposta completa. Ai pazienti che rispondono al trattamento, ma che non raggiungono una remissione completa, si raccomanda la somministrazione di un totale di 8 cicli di bortezomib. Fra la somministrazione di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

Aggiustamenti della dose durante il trattamento e la sua ripresa in monoterapia

La terapia con bortezomib deve essere sospesa all’insorgenza di qualsiasi effetto tossico non ematologico di Grado 3 o di qualsiasi effetto tossico ematologico di Grado 4, esclusa la neuropatia, come di seguito indicato (vedere anche paragrafo 4.4). Una volta risolti i sintomi della tossicità, il trattamento con bortezomib può essere ripreso a un dosaggio inferiore del 25% (1,3 mg/m2 ridotti a 1,0 mg/m2; 1,0 mg/m2 ridotti a 0,7 mg/m2). Nel caso in cui i sintomi della tossicità non si siano risolti, o nell’eventualità in cui si ripresentino a dosaggio ridotto, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento con bortezomib, a meno che i benefici della terapia non siano chiaramente superiori ai rischi.

Dolore neuropatico e/o neuropatia periferica

I pazienti che manifestino dolore neuropatico e/o neuropatia periferica correlati alla somministrazione di bortezomib, devono essere gestiti in base a quanto riportato nella Tabella 1 (vedere paragrafo 4.4). I pazienti con neuropatia grave preesistente possono essere trattati con bortezomib solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.

Gravità della neuropatia Aggiustamento della posologia
Grado 1 (asintomatica; perdita di riflessi tendinei profondi o parestesia) senza dolore o perdita di funzionalità Nessuno
Grado 1 con dolore o Grado 2 (sintomi moderati; limitazione delle attività strumentali della vita quotidiana (ADL)**) Ridurre bortezomib a 1,0 mg/m2 o
Modificare lo schema posologico di bortezomib a 1,3 mg/ m2 una volta alla settimana
Grado 2 con dolore o Grado 3 (gravi sintomi;
limitazione dell’autonomia individuale nelle ADL***)
Sospendere bortezomib fino alla risoluzione dei sintomi della tossicità.
Una volta risolti i sintomi della tossicità, riprendere la somministrazione di
Bortezomib Zentiva riducendo la dose a 0,7 mg/m2 una volta alla settimana.
Grado 4 (conseguenze pericolose per la vita; è indicato un intervento urgente)
e/o grave neuropatia autonomica
Interrompere bortezomib

Tabella 1: Modifiche della posologia raccomandata* in caso di neuropatia correlata alla somministrazione di bortezomib

Basate sulle modifiche della posologia negli studi clinici di Fase II e III condotti sul mieloma multiplo e sull’esperienza post-marketing. Classificazione basata sui “Criteri comuni di terminologia per gli eventi avversi v 4.0” (CTCAE; National Cancer Institute, NCI).

** ADL (attività della vita quotidiana) strumentali: si riferisce alla preparazione dei pasti, spesa per generi alimentari o vestiti, uso del telefono, gestione del denaro, etc;

*** Autonomia individuale per ADL: si riferisce a lavarsi, vestirsi e svestirsi, auto alimentarsi, usare la toilette, assumere medicinali e non essere costretti a letto.

Terapia in associazione con doxorubicina liposomiale pegilata

La polvere per soluzione iniettabile di bortezomib 3,5 mg viene somministrata per via endovenosa o sottocutanea alla dose raccomandata di 1,3 mg / m

2 di superficie corporea due volte a settimana per due settimane nei giorni 1, 4, 8 e 11, in un ciclo di trattamento di 21 giorni. Questo

periodo di 3 settimane viene considerato un ciclo di trattamento. Fra la somministrazione di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

Doxorubicina liposomiale pegilata è somministrata alla dose di 30 mg/m² nel giorno 4 del ciclo di trattamento di bortezomib con una infusione endovenosa della durata di 1 ora dopo l’iniezione di bortezomib.

Possono essere somministrati fino a 8 cicli di questa terapia di associazione finché i pazienti non mostrano progressione e tollerano il trattamento. I pazienti che raggiungono una risposta completa possono continuare il trattamento per almeno 2 cicli dopo la prima evidenza di risposta completa, anche se questo richiede un trattamento per più di 8 cicli. I pazienti i cui livelli di paraproteina continuano a diminuire dopo gli 8 cicli possono proseguire la terapia fino a quando il trattamento è tollerato e continuano a mostrare una risposta.

Per ulteriori informazioni riguardanti doxorubicina liposomiale pegilata, fare riferimento al rispettivo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

Associazione con desametasone

Bortezomib 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è somministrato per via endovenosa o sottocutanea

alla dose raccomandata di 1,3 mg/m

2

dell’area della superficie corporea due volte alla settimana, per due settimane, nei giorni 1, 4, 8 e 11 in un ciclo di trattamento di 21 giorni. Questo periodo di 3 settimane viene considerato un ciclo di trattamento. Fra le somministrazioni di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

Desametasone è somministrato per via orale alla dose di 20 mg nei giorni 1, 2, 4, 5, 8, 9, 11, e 12 del ciclo di trattamento con bortezomib. I pazienti che raggiungono una risposta o una stabilizzazione della malattia dopo 4 cicli di questa terapia di associazione possono continuare a ricevere la stessa associazione per un massimo di 4 cicli aggiuntivi.

Per ulteriori informazioni riguardanti desametasone, fare riferimento al rispettivo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

Aggiustamento della dose per la terapia di associazione nei pazienti con mieloma multiplo in progressione

Per gli aggiustamenti della dose di bortezomib nella terapia in associazione, seguire le raccomandazioni sulle modifiche della posologia descritte sopra nel paragrafo relativo alla monoterapia.

Posologia per il trattamento del mieloma multiplo precedentemente non trattato in pazienti non eleggibili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Terapia in associazione con melfalan e prednisone

Bortezomib 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è somministrato per via endovenosa o sottocutanea

in associazione con melfalan orale e prednisone orale come indicato nella Tabella 2.

Un periodo di 6 settimane è considerato un ciclo di trattamento. Nei cicli 1-4 bortezomib è somministrato 2 volte alla settimana nei giorni 1, 4, 8, 11, 22, 25, 29 e 32. Nei cicli 5-9 bortezomib è somministrato una volta alla settimana nei giorni 1, 8, 22 e 29. Fra la somministrazione di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore. Melfalan e prednisone devono essere entrambi somministrati oralmente nei giorni 1, 2, 3 e 4 della prima settimana di ogni ciclo di trattamento con bortezomib. Sono somministrati 9 cicli di trattamento di questa terapia di associazione.

Tabella 2: Schema della posologia raccomandata di bortezomib in associazione con melfalan e prednisone

Bortezomib Zentiva bisettimanale (Cicli 1-4)
Settimana 1 2 3 4 5 6
B (1,3
mg/m2)
gio rno 1

gior no 4 gior no 8 gio rn o 1

1

Periodo di riposo gio gio
r rn
n o
o 2

2 5

2

gio gio
r rn
n o
o 3

2 2

9

Periodo di riposo
M (9 mg/m2)
P (60 mg/m2)
giorno giorno giorno giorno 1 2 3 4 – –
– –
Periodo di riposo – –
– –
– –
– –
Periodo di riposo
Bortezomib Zentiva monosettimanale (Cicli 5-9)
Settimana 1 2 3 4 5 6
B (1,3 gio — — — giorno 8 Perio giorno 22 giorno Perio
mg/m2) rno

1

do di riposo 29 do di
ripos
o
M (9 mg/m2)
P (60 mg/m2)
gior giorno gior
no giorno no

1 2 3 4


Periodo di riposo
Periodo
di riposo

B=Bortezomib; M=melfalan, P=prednisone

Aggiustamenti della dose durante il trattamento e ripresa del trattamento in associazione con melfalan e prednisone

Prima di iniziare un nuovo ciclo di terapia:

la conta piastrinica deve essere ≥ 70 x 109/l e la conta assoluta dei neutrofili deve essere >1,0 x 109/l

le tossicità non ematologiche devono essersi ridotte al Grado 1 o al basale

Tabella 3: Variazioni della posologia durante i cicli successivi della terapia con bortezomib in associazione con melfalan e prednisone

Tossicità Aggiustamento o posticipo della posologia

Tossicità ematologica durante un ciclo

In caso di prolungata neutropenia o trombocitopenia di Grado 4, o di trombocitopenia con sanguinamento osservata

nel ciclo precedente

In caso di conta piastrinica < 30 x 109/l o di

ANC < 0,75 x 109/l nel giorno di somministrazione di bortezomib (diverso

dal giorno 1)

Nel caso in cui siano state saltate diverse dosi di bortezomib in un ciclo (≥ 3 dosi durante

il trattamento bisettimanale o ≥ 2 dosi durante il

trattamento monosettimanale)

Tossicità non ematologiche di Grado ≥ 3

Valutare la riduzione del 25% della dose di melfalan al ciclo successivo

Sospendere la somministrazione di bortezomib

Ridurre di un livello la dose di bortezomib (da 1,3 mg/m2 a 1 mg/m2, o da 1 mg/m2 a

0,7 mg/m2)

Sospendere la somministrazione di bortezomib fino alla riduzione dei sintomi di tossicità al Grado 1 o al basale. Quindi, è possibile riprendere il trattamento con bortezomib alla dose ridotta di un livello (da 1,3 mg/m2 a 1 mg/m2, o da 1 mg/m2 a 0,7 mg/m2). In caso di dolore neuropatico correlato a bortezomib e/o neuropatia periferica, sospendere e/o modificare la dose di bortezomib come indicato nella Tabella 1.

Per ulteriori informazioni riguardanti melfalan e prednisone, fare riferimento ai rispettivi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto.

Posologia per il trattamento del mieloma multiplo precedentemente non trattato in pazienti candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche (terapia di induzione).

Terapia in associazione a desametasone

Bortezomib Zentiva 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è somministrato per via endovenosa o

sottocutanea

alla dose raccomandata di 1,3 mg/m

2

dell’area della superficie corporea due volte alla settimana, per due settimane, nei giorni 1, 4, 8 e 11 in un ciclo di trattamento di 21 giorni. Questo periodo di 3 settimane viene considerato un ciclo di trattamento. Fra la somministrazione di due dosi

consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

Desametasone è somministrato per via orale alla dose di 40 mg nei giorni 1, 2, 3, 4, 8, 9, 10 e 11 del ciclo di trattamento con bortezomib.

Sono somministrati 4 cicli di trattamento con bortezomib di questa terapia di associazione.

Terapia in associazione a talidomide e desametasone

Bortezomib 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è somministrato per via endovenosa o

sottocutanea

alla dose raccomandata di 1,3 mg/m

2

dell’area della superficie corporea due volte alla settimana, per due settimane, nei giorni 1, 4, 8 e 11 in un ciclo di trattamento di 28 giorni. Questo periodo di 4 settimane viene considerato un ciclo di trattamento. Fra la somministrazione di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

Desametasone è somministrato per via orale alla dose di 40 mg nei giorni 1, 2, 3, 4, 8, 9, 10 e 11 del ciclo di trattamento con bortezomib.

Talidomide è somministrata per via orale alla dose giornaliera di 50 mg nei giorni 1-14; se tollerata, la dose è aumentata a 100 mg nei giorni 15-28 e successivamente può essere ulteriormente aumentata fino a 200 mg al giorno dal ciclo 2 (vedere Tabella 4).

Sono somministrati 4 cicli di trattamento di questa terapia di associazione. Ai pazienti che raggiungono almeno una risposta parziale, si raccomanda la somministrazione di 2 cicli aggiuntivi di trattamento.

B+Dx Cicli da 1 a 4
settimana 1 2 3
B (1,3 mg/m2) giorno 1, 4 giorno 8, 11 Periodo di riposo
Dx 40 mg giorno 1, 2, 3, 4 giorno 8, 9, 10, 11
B+Dx+T Ciclo 1
settimana 1 2 3 4
B (1,3 mg/m2) giorno 1, 4 giorno 8, 11 Periodo di riposo Periodo di riposo
T 50 mg giornaliero giornaliero
T 100 mga giornaliero giornaliero
Dx 40 mg giorno 1, 2, 3, 4 giorno 8, 9, 10, 11
Cicli da 2 a 4b
B (1,3 mg/m2) giorno 1, 4 giorno 8, 11 Periodo di
riposo
Periodo di
riposo
T 200 mga giornaliero giornaliero giornaliero giornaliero
Dx 40 mg giorno 1, 2, 3, 4 giorno 8, 9, 10, 11

Tabella 4: Posologia della terapia in associazione con bortezomib per il trattamento del mieloma multiplo precedentemente non trattato in pazienti candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

B = Bortezomib; Dx = desametasone; T = talidomide

a La dose di talidomide è aumentata a 100 mg a partire dalla settimana 3 del Ciclo 1 solo se sono tollerati i 50 mg, e a 200 mg dal Ciclo 2 in poi se sono tollerati 100 mg

b Possono essere somministrati fino a 6 cicli nei pazienti che hanno raggiunto almeno una risposta parziale dopo 4 cicli

Aggiustamento della dose per i pazienti candidabili al trapianto

Per l’aggiustamento della dose di bortezomib, devono essere seguite le linee guida sulla modifica della dose descritte per la monoterapia. In aggiunta, quando Bortezomib è somministrato in associazione ad altri chemioterapici, in caso di tossicità deve essere presa in considerazione una appropriata riduzione della dose di questi medicinali in accordo alle raccomandazioni riportate nei relativi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto.

Posologia per i pazienti con linfoma mantellare (MCL) precedentemente non trattato

Terapia di associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (BR -CAP)

Bortezomib 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è somministrato per via endovenosa o sottocutanea

alla dose raccomandata di 1,3 mg/m

2

dell’area della superficie corporea due volte alla settimana, per due settimane, nei giorni 1, 4, 8 e 11, seguito da un periodo di riposo di 10 giorni nei giorni 12-21. Questo periodo di 3 settimane è considerato un ciclo di trattamento. Sono raccomandati 6 cicli di trattamento con bortezomib sebbenea ai pazienti con una prima risposta documentata al ciclo 6, possono essere somministrati 2 cicli aggiuntivi di bortezomib. Fra la somministrazione di due dosi consecutive di bortezomib devono trascorrere almeno 72 ore.

I seguenti medicinali sono somministrati come infusione endovenosa nel giorno 1 di ogni ciclo di trattamento di 3 settimane con bortezomib: rituximab alla dose di 375 mg/m2, ciclofosfamide alla dose di 750 mg/m2 e doxorubicina alla dose di 50 mg/m2.

Prednisone è somministrato per via orale alla dose di 100 mg/m2 nei giorni 1, 2, 3, 4 e 5 di ogni ciclo di trattamento con bortezomib.

Aggiustamento della dose durante il trattamento di pazienti con linfoma mantellare precedentemente non trattato Prima di iniziare un nuovo ciclo di terapia:

La conta delle piastrine deve essere ≥ 100.000 cell/μl e la conta assoluta dei neutrofili (ANC) deve essere ≥ 1.500 cell/μl

La conta delle piastrine deve essere ≥ 75.000 cell/μl nei pazienti con infiltrazione del midollo osseo o sequestro

splenico

L’emoglobina deve essere ≥ 8 g/dl

Le tossicità non ematologiche devono essere ridotte al Grado 1 o al basale.

Il trattamento con bortezomib deve essere sospeso all’insorgenza di qualsiasi tossicità non ematologica di Grado ≥ 3 correlata a bortezomib (escludendo la neuropatia) o tossicità ematologiche di Grado ≥ 3 (vedere anche paragrafo 4.4). Per l’aggiustamento della dose, vedere la Tabella 5 seguente.

In caso di tossicità ematologica, possono essere somministrati fattori di crescita granulocitari in accordo alla pratica standard locale. In caso di ripetuti ritardi nella somministrazione dei cicli di terapia, deve essere preso in considerazione l’uso preventivo dei fattori di crescita granulocitari. Quando clinicamente appropriato, deve essere presa in considerazione la trasfusione di piastrine per il trattamento della trombocitopenia.

Tabella 5: Aggiustamento della dose durante il trattamento di pazienti con linfoma mantellare precedentemente non trattato

Tossicità

Aggiustamento o posticipo della posologia

Tossicità ematologica

Neutropenia di Grado ≥ 3 con febbre, neutropenia di Grado 4 di durata superiore ai 7 giorni, una conta piastrinica < 10.000 cell/μl

In caso di conta piastrinica < 25.000 cell/μl

o ANC < 750 cell/μl nel giorno di somministrazione di bortezomib (diverso

dal giorno 1 di ogni ciclo)

Tossicità non ematologiche di Grado ≥ 3 considerate correlate a bortezomib

La terapia con bortezomib deve essere sospesa, per un massimo di 2 settimane, fino a quando il paziente abbia una ANC ≥ 750 cell/μl e una conta piastrinica ≥ 25.000 cell/μl.

Se, dopo la sospensione di bortezomib, la

tossicità non si è risolta, come definito sopra, bortezomib deve essere interrotto.

Se la tossicità si risolve, cioè il paziente ha una

ANC ≥ 750 cell/μl e una conta piastrinica ≥

25.000 cell/μl, bortezomib può essere

ripreso alla dose ridotta di un livello (da 1,3 mg/m2 a 1 mg/m2, o da 1 mg/m2 a 0,7 mg/m2).

Sospendere la somministrazione di bortezomib

Sospendere la terapia con bortezomib fino alla riduzione dei sintomi di tossicità al Grado 2 o inferiore. Quindi, è possibile riprendere il trattamento con bortezomib alla dose ridotta di un livello (da 1,3 mg/m2 a 1 mg/m2, o da 1 mg/m2 a 0,7 mg/m2). In caso di dolore neuropatico correlato a bortezomib e/o neuropatia periferica, sospendere e/o modificare la dose di bortezomib come indicato nella Tabella 1.

Inoltre, quando bortezomib è somministrato in associazione ad altri chemioterapici, deve essere presa in considerazione un’appropriata riduzione della dose di questi medicinali in caso di tossicità, in accordo alle raccomandazioni riportate nei rispettivi Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

Popolazioni speciali

Pazienti anziani

Non esistono prove cliniche che suggeriscano la necessità di un aggiustamento della dose in pazienti al di sopra dei 65 anni di età con mieloma multiplo o con linfoma mantellare.

Non ci sono studi sull’uso di bortezomib nei pazienti anziani con mieloma multiplo precedentemente non trattato che sono candidabili a chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Pertanto, in questa popolazione non può essere fatta nessuna raccomandazione sulla dose.

In uno studio nei pazienti con linfoma mantellare precedentemente non trattato, il 42,9% ed il 10,4% dei pazienti esposti a bortezomib erano, rispettivamente, nell’intervallo di età 65-74 anni e ≥ 75 anni. Nei pazienti con età ≥ 75 anni, entrambi i regimi, BR-CAP cosi come R-CHOP, sono risultati meno tollerati (vedere paragrafo 4.8).

Compromissione epatica

I pazienti con compromissione epatica di grado lieve non richiedono alcun aggiustamento della dose e devono essere trattati con il dosaggio raccomandato. I pazienti con compromissione epatica di grado moderato o grave devono iniziare il trattamento con bortezomib alla dose ridotta di 0,7 mg/m2 per iniezione durante il primo ciclo di trattamento, e un successivo incremento della dose a 1,0 mg/m2 oppure un’ulteriore riduzione della dose a 0,5 mg/m2 possono essere presi in considerazione in base alla tolleranza del paziente (vedere Tabella 6 e paragrafi 4.4 e 5.2).

Tabella 6: Modifiche raccomandate della posologia iniziale di bortezomib per i pazienti con compromissione epatica

Gravità della compromissione
epatica*
Livelli di bilirubina Livelli di SGOT (AST) Aggiustamento della posologia iniziale
Lieve ≤ 1,0 x LSN > LSN Nessuno
> 1,0 -1,5 x LSN Qualsiasi Nessuno
Moderata > 1,5 – 3 x LSN Qualsiasi Ridurre bortezomib a 0,7 mg/m2 nel primo ciclo di trattamento.
Nei cicli successivi considerare un incremento della dose a 1,0 mg/m2 o un’ulteriore riduzione della dose a
0,5 mg/m2 in base alla tolleranza del
paziente.
Grave > 3 x LSN Qualsiasi

SGOT = transaminasi glutammico-ossalacetica sierica; AST = aspartato aminotransferasi; LSN = limite superiore dell’intervallo di normalità.

* Basata sulla classificazione NCI Organ Dysfunction Working Group per categorizzare la compromissione epatica (lieve, moderata, grave).

Danno renale

La farmacocinetica di bortezomib non subisce alterazioni in pazienti con danno renale da lieve a moderato (Clearance della creatinina [CrCL] > 20 ml/min/1,73 m2); perciò, non sono necessari aggiustamenti della dose in questi pazienti. Non è noto se la farmacocinetica di bortezomib subisca alterazioni in pazienti con danno renale di grado grave non in dialisi (CrCL < 20 ml/min/1,73 m2). Poiché la dialisi potrebbe ridurre le concentrazioni di bortezomib, bortezomib deve essere somministrato dopo la seduta dialitica (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di bortezomib in pazienti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

Modo di somministrazione

Bortezomib Zentiva 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è utilizzabile per la somministrazione endovenosa o sottocutanea.

Bortezomib Zentiva non deve essere somministrato per altre vie. La somministrazione intratecale ha causato morte.

Iniezione endovenosa

La soluzione ricostituita è somministrata per via endovenosa in bolo della durata di 3-5 secondi, mediante un catetere endovenoso periferico o centrale, seguita da un lavaggio con una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Devono trascorrere almeno 72 ore tra due dosi consecutive di Bortezomib Zentiva.

Iniezione sottocutanea

La soluzione ricostituita di Bortezomib Zentiva 3,5 mg è somministrata per via sottocutanea nelle cosce

(destra o sinistra) o nell’addome (destro o sinistro). La soluzione deve essere iniettata sottocute con un

angolo di 45- 90°. I siti di iniezione devono essere cambiati a rotazione nelle successive iniezioni.

Se si manifestano delle reazioni nel sito di iniezione dopo la somministrazione sottocutanea di Bortezomib

Zentiva, può essere somministrata per via sottocutanea una soluzione meno concentrata di Bortezomib

Zentiva (Bortezomib Zentiva 3,5 mg ricostituito ad 1 mg/ml invece di 2,5 mg/ml) o è raccomandato il

passaggio alla somministrazione per via endovenosa.

Quando Bortezomib Zentiva è somministrato in associazione ad altri medicinali, fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di questi medicinali per le istruzioni relative alla somministrazione.

04.3 Controindicazioni

Indice

Ipersensibilità al principio attivo, al boro o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Pneumopatia infiltrativa diffusa acuta e pericardiopatia.

Quando Bortezomib Zentiva viene somministrato in associazione ad altri medicinali, fare riferimento ai relativi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto per ulteriori controindicazioni.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

Indice

Quando bortezomib viene somministrato in associazione ad altri medicinali, devono essere consultati i relativi Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto prima dell’inizio del trattamento con bortezomib. Quando viene somministrata talidomide, è necessario prestare particolare attenzione al test di gravidanza e alle norme di prevenzione della gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Somministrazione intratecale

Si sono verificati casi di decesso in seguito alla somministrazione intratecale involontaria di bortezomib. Bortezomib 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è destinato all’uso endovenoso o sottocutaneo.

Bortezomib non deve essere somministrato per via intratecale.

Tossicità gastrointestinale

Gli effetti tossici gastrointestinali, compresa nausea, diarrea, vomito e costipazione, sono molto comuni durante il trattamento con bortezomib. Non comunemente sono stati segnalati casi di ileo (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, i pazienti che manifestino costipazione devono essere monitorati attentamente.

Tossicità ematologica

Il trattamento con bortezomib è molto spesso associato a effetti tossici ematologici (trombocitopenia, neutropenia e anemia). Negli studi condotti in pazienti con mieloma multiplo recidivato, trattati con bortezomib, e nei pazienti con MCL precedentemente non trattato, trattati con bortezomib in associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (BR-CAP), una delle tossicità ematologiche più comuni è stata la trombocitopenia transitoria. Le piastrine sono risultate al livello più basso al Giorno 11 di ogni ciclo di trattamento con bortezomib e, solitamente, sono ritornate ai valori basali nel ciclo successivo. Non vi è stata evidenza di trombocitopenia cumulativa. Il nadir del valore medio delle piastrine è stato pari a

circa il 40% del valore basale negli studi sul mieloma multiplo con bortezomib impiegato in monoterapia, e del 50% nello studio sul MCL. In pazienti con mieloma avanzato, la gravità della trombocitopenia era correlata ai valori piastrinici precedenti al trattamento: per valori piastrinici al basale < 75.000/µl, il 90% dei 21 pazienti ha raggiunto una conta piastrinica ≤ 25.000/µl durante lo studio, incluso un 14% di pazienti che ha raggiunto valori < 10.000/µl; al contrario, per valori piastrinici al basale > 75.000/µl, solo il 14% dei 309 pazienti ha mostrato una conta piastrinica ≤ 25.000/µl durante lo studio.

Nei pazienti con MCL (studio LYM-3002), si è avuta una più alta incidenza (56,7% versus 5,8%) di trombocitopenia di Grado ≥ 3 nel gruppo in trattamento con bortezomib (BR-CAP) rispetto al gruppo non trattato con bortezomib (rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone [R-CHOP]). I due gruppi di trattamento sono risultati simili sia per quanto riguarda l’incidenza complessiva di eventi di sanguinamento di tutti i gradi (6,3% nel gruppo BR-CAP e 5,0% nel gruppo R-CHOP) sia per gli eventi di sanguinamento di Grado 3 e maggiore (BR-CAP: 4 pazienti [1,7%]; R-CHOP: 3 pazienti [1,2%]). Nel gruppo BR-CAP, il 22,5% dei pazienti ha ricevuto una trasfusione di piastrine rispetto al 2,9% dei pazienti nel gruppo R-CHOP.

In associazione al trattamento con bortezomib sono state riportate emorragia gastrointestinale e intracerebrale. Pertanto, i livelli piastrinici devono essere monitorati prima della somministrazione di ogni dose di bortezomib. La terapia con bortezomib deve essere sospesa qualora la conta piastrinica raggiunga valori < 25.000/µl o, in caso di associazione con melfalan e prednisone, quando la conta piastrinica raggiunga valori ≤ 30.000/µl (vedere paragrafo 4.2). Il beneficio potenziale del trattamento deve essere accuratamente valutato rispetto ai rischi, particolarmente in caso di trombocitopenia da moderata a grave e in presenza di fattori di rischio emorragico.

L’emocromo completo, con i conteggi differenziali ed includendo la conta piastrinica, deve essere frequentemente monitorato nel corso del trattamento con bortezomib. Quando clinicamente appropriato, deve essere presa in considerazione la trasfusione di piastrine (vedere paragrafo 4.2).

Nei pazienti con MCL, è stata osservata neutropenia transitoria reversibile tra i cicli di trattamento, senza evidenza di neutropenia cumulativa. I neutrofili sono risultati al livello più basso al Giorno 11 di ogni ciclo di trattamento con bortezomib e, solitamente, sono ritornati ai valori basali nel ciclo successivo. Nello studio LYM-3002, il supporto con fattori di crescita è stato impiegato nel 78% dei pazienti nel braccio BR-CAP e nel 61% dei pazienti nel braccio R-CHOP. Poiché i pazienti con neutropenia sono esposti ad un maggior rischio di infezioni, questi devono essere monitorati per segni e sintomi di infezione e trattati tempestivamente. Fattori di crescita granulocitari possono essere somministrati per trattare la tossicità ematologica, secondo la pratica standard locale. In caso di ripetuti ritardi nella somministrazione dei cicli di terapia, deve essere preso in considerazione l’uso preventivo dei fattori di crescita granulocitari (vedere paragrafo 4.2).

Riattivazione del virus Herpes zoster

Nei pazienti in trattamento con bortezomib è raccomandata la somministrazione della profilassi antivirale. Nello studio di Fase III condotto in pazienti affetti da mieloma multiplo precedentemente non trattato, l’incidenza complessiva della riattivazione dell’herpes zoster è risultata più comune nei pazienti trattati con bortezomib + melfalan + prednisone rispetto ai pazienti trattati con melfalan + prednisone (rispettivamente 14% contro 4%).

Nei pazienti con MCL (studio LYM-3002), l’incidenza dell’infezione da herpes zoster è stata del 6,7% nel braccio BR-CAP e del 1,2% nel braccio R-CHOP (vedere paragrafo 4.8).

Riattivazione e infezione da virus dell’epatite B (HBV)

Quando rituximab è usato in associazione con bortezomib, nei pazienti a rischio di infezione da HBV deve essere sempre eseguito uno screening per l’HBV prima dell’inizio del trattamento. I portatori di epatite B e i pazienti con una storia di epatite B devono essere monitorati attentamente per segni clinici e di laboratorio di infezione attiva da HBV durante e dopo il trattamento di rituximab in associazione con bortezomib. Deve essere presa in considerazione una profilassi antivirale. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di rituximab.

Leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML)

Nei pazienti trattati con bortezomib sono stati riportati casi molto rari, con causalità non nota, di infezione da virus di John Cunningham (JC) risultante in PML e morte. I pazienti con diagnosi di PML avevano assunto terapia immunosoppressiva in precedenza o la stavano assumendo in concomitanza. La maggior parte dei casi di PML sono stati diagnosticati entro 12 mesi dall’assunzione della prima dose di bortezomib. I pazienti devono essere monitorati ad intervalli regolari per rilevare ogni sintomo, o segno neurologico nuovo o in peggioramento, che possa indicare PML come parte della diagnosi differenziale dei problemi del sistema nervoso centrale. Qualora si sospetti una diagnosi di PML, i pazienti devono essere indirizzati ad un medico specializzato nella gestione di PML e devono essere attuate misure diagnostiche appropriate per la PML. In caso di diagnosi confermata di PML, il trattamento con bortezomib deve essere interrotto.

Neuropatia periferica

Il trattamento con bortezomib è molto spesso associato all’insorgenza di neuropatia periferica, principalmente sensoriale. Tuttavia, sono stati riportati casi di grave neuropatia motoria con o senza neuropatia sensoriale periferica. L’incidenza di neuropatia periferica aumenta nella fase iniziale del trattamento e raggiunge il picco al ciclo 5.

Si consiglia di monitorare attentamente i pazienti per individuare i sintomi della neuropatia quali sensazione di bruciore, iperestesia, ipoestesia, parestesia, malessere, dolore neuropatico o debolezza.

Nello studio clinico di Fase III di confronto tra la somministrazione di bortezomib per via endovenosa verso

quella per via sottocutanea, l’incidenza di eventi di neuropatia periferica di Grado ≥ 2 è stata del 24% nel

gruppo della somministrazione sottocutanea e del 41% nel gruppo dell’iniezione endovenosa (p = 0,0124). Si

è verificata neuropatia periferica di Grado ≥ 3 nel 6% dei pazienti nel gruppo di trattamento per via

sottocutanea rispetto al 16% nel gruppo di trattamento per via endovenosa (p = 0,0264). L’incidenza di tutti i

gradi di neuropatia periferica con bortezomib somministrato per via endovenosa è stata più bassa nei

precedenti studi in cui bortezomib veniva somministrato per via endovenosa rispetto allo studio MMY-3021.

Si raccomanda la valutazione neurologica nei pazienti che manifestano insorgenza o peggioramento della neuropatia periferica, per i quali può essere necessaria una modifica della dose

o dello schema terapeutico o un cambiamento della via di somministrazione passando alla via

sottocutanea

(vedere paragrafo 4.2). La neuropatia è stata gestita con terapie di supporto o di altra natura.

Deve essere preso in considerazione un monitoraggio precoce e regolare per i sintomi della neuropatia correlata al trattamento, con una valutazione neurologica dei pazienti che ricevono bortezomib in associazione a medicinali che notoriamente sono associati a neuropatia (es. talidomide), e deve essere presa in considerazione una appropriata riduzione della dose o l’interruzione del trattamento.

Oltre alla neuropatia periferica, è possibile che la neuropatia autonomica contribuisca all’insorgenza di alcune reazioni avverse, quali ipotensione posturale e grave costipazione con ileo. Sono ancora limitate le informazioni disponibili sulla neuropatia autonomica e sul suo contributo a tali effetti indesiderati.

Crisi convulsive

In pazienti senza precedenti di crisi convulsive o epilessia sono stati riportati, non comunemente, episodi di crisi convulsive.

È richiesta particolare cautela in caso di trattamento in pazienti a rischio di crisi convulsive.

Ipotensione

Il trattamento con bortezomib è comunemente associato a ipotensione ortostatica/posturale. La maggior parte delle reazioni avverse sono di grado da lieve a moderato e sono state osservate durante il trattamento. I pazienti che hanno sperimentato ipotensione ortostatica con bortezomib (iniettato per via endovenosa), non avevano riferito precedenti episodi di ipotensione ortostatica prima del trattamento con bortezomib. Nella

maggior parte dei pazienti è stato necessario somministrare una terapia per il trattamento dell’ipotensione ortostatica. Una minoranza di pazienti con ipotensione ortostatica ha manifestato episodi di sincope.

L’ipotensione ortostatica/posturale non è stata pienamente correlata all’infusione in bolo di bortezomib. Il meccanismo di questo evento è sconosciuto, benché una componente possa essere determinata dalla neuropatia autonomica. La neuropatia autonomica può essere correlata a bortezomib, oppure è possibile che il farmaco possa aggravare una condizione preesistente, come la neuropatia diabetica o amiloidotica. Deve essere utilizzata la massima cautela nel trattamento di pazienti con anamnesi positiva per sincope in terapia con farmaci noti per la loro correlazione con l’ipotensione, o di pazienti che evidenziano una disidratazione generata da diarrea o vomito ricorrenti.

L’ipotensione ortostatica/posturale può essere trattata con l’aggiustamento del dosaggio dei farmaci antiipertensivi, la reidratazione o la somministrazione di mineralcorticosteroidi e/o farmaci simpaticomimetici. Ai pazienti deve essere suggerito di consultare il medico nel caso in cui si manifestino capogiri, sensazione di testa vuota o brevi episodi di svenimento.

Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES)

Sono stati riportati casi di PRES in pazienti in trattamento con bortezomib. La PRES è una rara forma neurologica caratterizzata da evoluzione rapida, spesso reversibile, che può manifestarsi con crisi convulsive, ipertensione, cefalea, letargia, confusione, cecità e altre alterazioni visive e neurologiche. La diagnosi è confermata da immagini radiologiche delle strutture cerebrali, preferibilmente ottenute con Risonanza Magnetica Nucleare (RMN). In pazienti che sviluppano PRES, la terapia con bortezomib deve essere interrotta.

Insufficienza cardiaca

L’insorgenza acuta o l’aggravamento dell’insufficienza cardiaca congestizia, e/o l’insorgenza di riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra sono stati osservati durante il trattamento con bortezomib. La ritenzione idrica potrebbe essere un fattore predisponente per segni e sintomi di insufficienza cardiaca. I pazienti con insufficienza cardiaca o con fattori di rischio per la stessa devono essere strettamente monitorati.

Indagini elettrocardiografiche

Negli studi clinici sono stati osservati casi isolati di prolungamento dell’intervallo QT, la cui causalità non è stata stabilita.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Indice

Sono stati riportati rari casi di pneumopatia infiltrativa diffusa acuta ad eziologia sconosciuta, quali polmoniti, polmoniti interstiziali, infiltrazione polmonare e sindrome acuta da distress respiratorio (ARDS), nei pazienti in trattamento con bortezomib (vedere paragrafo 4.8). Alcuni di questi episodi sono risultati fatali. Si raccomanda una radiografia toracica prima del trattamento, come riferimento basale per potenziali alterazioni polmonari successive al trattamento.

In caso di insorgenza o peggioramento di sintomi polmonari (ad es. tosse, dispnea), si deve procedere ad una tempestiva valutazione diagnostica del paziente e ad un conseguente trattamento appropriato. Il rapporto rischio/beneficio deve essere preso in considerazione prima di continuare la terapia con bortezomib.

Durante uno studio clinico, due pazienti (su 2) in trattamento con citarabina ad alte dosi (2 g/m2 al giorno) tramite infusione continua di 24 ore, in associazione con daunorubicina e bortezomib per il trattamento della leucemia mieloide acuta recidivata, sono deceduti a causa di ARDS nella fase iniziale della terapia, e lo studio è stato interrotto. Pertanto, questo specifico regime terapeutico di associazione con citarabina ad alte dosi (2 g/m2 al giorno) somministrata tramite infusione continua di 24 ore non è raccomandato.

Danno renale

Le complicanze a livello renale sono frequenti nei pazienti affetti da mieloma multiplo. I pazienti con danno renale devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Compromissione epatica

Bortezomib viene metabolizzato dagli enzimi epatici. Nei pazienti affetti da compromissione epatica di grado moderato o grave, l’esposizione a bortezomib è aumentata; tali pazienti devono essere trattati con un dosaggio ridotto di bortezomib e devono venire attentamente monitorati per osservare l’eventuale insorgenza di fenomeni di tossicità (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Reazioni epatiche

Rari casi di insufficienza epatica sono stati riportati in pazienti in trattamento concomitante con bortezomib ed altri farmaci e con gravi malattie pre-esistenti. Sono state riportate altre reazioni epatiche quali incremento degli enzimi epatici, iperbilirubinemia ed epatite. Tali alterazioni possono essere reversibili dopo l’interruzione del trattamento con bortezomib (vedere paragrafo 4.8).

Sindrome da lisi tumorale

Poiché bortezomib è un agente citotossico ed è quindi in grado di distruggere rapidamente le plasmacellule maligne e le cellule del MCL, è possibile osservare complicanze da sindrome da lisi tumorale. I pazienti a rischio di sviluppo della sindrome da lisi tumorale sono quelli che hanno evidenziato un’elevata massa tumorale prima dell’inizio del trattamento. È necessario monitorare attentamente questi pazienti e prendere le dovute precauzioni.

Somministrazione concomitante di altri farmaci

I pazienti in trattamento concomitante con bortezomib e potenti inibitori del CYP3A4 devono essere attentamente monitorati. Deve essere prestata particolare attenzione in caso di co-somministrazione di bortezomib e substrati del CYP3A4 o del CYP2C19 (vedere paragrafo 4.5).

In pazienti in trattamento con ipoglicemizzanti orali deve essere confermata la normale funzionalità epatica e deve essere usata cautela (vedere paragrafo 4.5).

Reazioni potenzialmente immuno-complesso mediate

Potenziali reazioni mediate da immunocomplessi, come malattia da siero, poliartrite con eruzione cutanea e glomerulonefrite proliferativa, sono state riportate non comunemente. È necessario interrompere la somministrazione di bortezomib in caso di eventi gravi.

Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Studi in vitro indicano che bortezomib è un debole inibitore degli isoenzimi (CYP) 1A2, 2C9, 2C19, 2D6 e 3A4 del citocromo P450. Dato il limitato contributo (7%) dell’isoenzima CYP2D6 al metabolismo di bortezomib, si prevede che il fenotipo di metabolizzatori lenti per CYP2D6 non influisca sulla disponibilità complessiva di bortezomib.

Uno studio clinico d’interazione farmaco-farmaco, basato sui dati provenienti da 12 pazienti al fine di verificare l’effetto del ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, sulla farmacocinetica di bortezomib (iniettato per via endovenosa), ha mostrato un aumento medio dell’AUC di bortezomib del 35% (IC 90% [1,032-1,772)]. Pertanto, i pazienti in trattamento concomitante con bortezomib e potenti inibitori del CYP3A4 (ad esempio ketoconazolo, ritonavir) devono essere attentamente monitorati.

In uno studio clinico d’interazione farmaco-farmaco, basato sui dati provenienti da 17 pazienti al fine di verificare l’effetto dell’omeprazolo, un potente inibitore del CYP2C19, sulla farmacocinetica di bortezomib (iniettato per via endovenosa), non si è evidenziato nessun effetto significativo sulla farmacocinetica di bortezomib.

Uno studio clinico d’interazione farmaco-farmaco, basato sui dati provenienti da 6 pazienti al fine di verificare l’effetto della rifampicina, un potente induttore di CYP3A4, sulla farmacocinetica di bortezomib (iniettato per via endovenosa), ha mostrato una riduzione media dell’AUC di bortezomib del 45%. Pertanto, non è raccomandato l’uso concomitante di bortezomib con potenti induttori di CYP3A4 (ad esempio rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital ed Erba di San Giovanni), perché l’efficacia può essere ridotta.

Nello stesso studio clinico d’interazione farmaco-farmaco, basato sui dati provenienti da 7 pazienti al fine di verificare l’effetto del desametasone, un debole induttore di CYP3A4, sulla farmacocinetica di bortezomib (iniettato per via endovenosa), non si è evidenziato un effetto significativo sulla farmacocinetica di bortezomib.

Uno studio d’interazione farmaco-farmaco, basato sui dati provenienti da 21 pazienti al fine di valutare l’effetto di melfalan-prednisone sulla farmacocinetica di bortezomib (iniettato per via endovenosa), ha mostrato un incremento dell’AUC di bortezomib del 17%. Questo non è stato considerato clinicamente rilevante.

Nel corso degli studi clinici, è stata segnalata non comunemente ipoglicemia e comunemente iperglicemia nei pazienti diabetici in terapia con farmaci ipoglicemizzanti orali. I pazienti in terapia con antidiabetici orali in trattamento con bortezomib possono richiedere un attento monitoraggio della glicemia ed un aggiustamento del dosaggio dei farmaci antidiabetici.

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

Contraccezione negli uomini e nelle donne

Uomini e donne in età fertile devono utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e nei 3 mesi successivi al trattamento.

Gravidanza

Non sono disponibili dati clinici relativi all’esposizione a bortezomib durante la gravidanza. Il potenziale teratogeno di bortezomib non è stato completamente studiato.

Negli studi preclinici, la somministrazione di bortezomib alle massime dosi tollerate dalla madre non ha mostrato alcun effetto sullo sviluppo embriofetale nei ratti e nei conigli. Non sono stati condotti studi sugli animali per determinare gli eventuali effetti sul parto e sullo sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3).

Bortezomib non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della paziente ne richiedano l’utilizzo. Se bortezomib viene somministrato durante la gravidanza, o se la paziente entrasse in stato di gravidanza durante il trattamento con questo medicinale, occorre informare la paziente dei rischi potenziali a carico del feto.

Talidomide, nell’uomo, è un potente agente teratogeno e induce gravi malformazioni congenite, pericolose per la vita. Talidomide è controindicato durante la gravidanza e nelle donne potenzialmente fertili, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni del programma di prevenzione della gravidanza di talidomide. I pazienti che ricevono Bortezomib Zentiva in associazione a talidomide devono aderire al Programma di Prevenzione della Gravidanza di talidomide. Fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di talidomide per informazioni aggiuntive.

Allattamento

Non è noto se bortezomib venga escreto nel latte materno. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi sui neonati allattati al seno, l’allattamento al seno deve essere interrotto durante la terapia con bortezomib.

Fertilità

Non sono stati condotti studi sulla fertilità con bortezomib (vedere paragrafo 5.3).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

Bortezomib potrebbe influenzare moderatamente la capacità di guidare veicoli o usare macchinari. Bortezomib può essere associato molto comunemente ad affaticamento, comunemente a capogiri, non comunemente a sincope e comunemente a ipotensione ortostatica/posturale o visione offuscata. I pazienti devono prestare la massima attenzione durante la guida di veicoli o l’uso di macchinari (vedere paragrafo 4.8).

04.8 Effetti indesiderati

Indice

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse gravi riportate non comunemente durante il trattamento con bortezomib includono insufficienza cardiaca, sindrome da lisi tumorale, ipertensione polmonare, sindrome da encefalopatia posteriore reversibile, pneumopatia infiltrativa diffusa acuta e, raramente, neuropatia autonomica.

Le reazioni avverse più comunemente riportate durante il trattamento con bortezomib sono nausea, diarrea, costipazione, vomito, affaticamento, piressia, trombocitopenia, anemia, neutropenia, neuropatia periferica

(inclusa quella sensoriale), cefalea, parestesia, appetito ridotto, dispnea, eruzione cutanea, herpes zoster e mialgia.

Riassunto delle reazioni avverse in forma tabulare

Mieloma Multiplo

Gli effetti indesiderati riportati in Tabella 7 sono quelli considerati dagli sperimentatori con una possibile o probabile relazione causale con bortezomib. Queste reazioni avverse sono basate su un insieme di dati integrati di 5.476 pazienti, di cui 3.996 trattati con 1,3 mg/m2 di bortezomib, ed incluse nella Tabella 7.

Bortezomib è stato somministrato complessivamente a 3.974 pazienti per il trattamento del mieloma multiplo.

Le reazioni avverse sono elencate qui di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e per gruppi di frequenza. La frequenza è classificata come: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non Comune (≥ 1/1.000, < 1/100); Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni raggruppamento, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente. La Tabella 7 è stata generata usando la versione

14.1 di MedDRA. Sono state anche riportate le reazioni avverse derivanti da segnalazioni post-marketing non osservate durante gli studi clinici.

Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Comune Herpes zoster (inc.
disseminato e oftalmico), Polmonite*, Herpes simplex*, Infezione fungina*
Non comune Infezione*, Infezioni batteriche*, infezioni virali*, Sepsi* (incluso shock settico), Broncopolmonite, Infezione da herpes virus*,
Meningoencefalite erpetica4, Batteriemia (inclusa
stafilococcica), Orzaiolo, Influenza, Cellulite, Infezioni associate al cateter Infezione della pelle*, Infezione dell’orecchio*, Infezione
da Stafilococco*, Infezione ai denti*
Raro Meningite (inclusa batterica), Infezione da virus di Epstein-Barr,
Herpes genitale, Tonsillite, Mastoidite, Sindrome da affaticamento post virale
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e
polipi compresi)
Raro Tumori maligni, Leucemia plasmocitaria, Carcinoma cellulare renale, Massa, Micosi fungoide, Tumori benigni*
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Trombocitopenia*, Neutropenia*, Anemia*
Comune Leucopenia*, Linfopenia*
Non comune Pancitopenia*, Neutropenia febbrile, Coagulopatia*,
Leucocitosi*, Linfoadenopatia, Anemia emolitica
Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
Raro Coagulazione intravascolare disseminata, Trombocitosi*, Sindrome da iperviscosità, Patologia delle piastrine NOS, Microangiopatia
trombotica (inclusa porpora trombocitopenica) 4, Patologia del sangue NOS, Diatesi emorragica, Infiltrazione linfocitica
Disturbi del
sistema immunitario
Non Comune Angioedema4, Ipersensibilità*
Raro Shock anafilattico, Amiloidosi, Reazione immuno-complesso mediata di tipo III

Tabella 7: Reazioni avverse in pazienti con mieloma multiplo trattati con bortezomib negli studi clinici e tutte le reazioni avverse riportate dopo la commercializzazione indipendentemente dall’indicazione

Patologie endocrine Non comune Sindrome di Cushing*, Ipertiroidismo*, Secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico
Raro Ipotiroidismo
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto
Comune
Riduzione dell’appetito
Comune Disidratazione, Ipocaliemia*, Iponatremia*, Alterazione del livello di glucosio nel sangue*, Ipocalcemia*, Alterazione
enzimatica*
Non comune Sindrome da lisi tumorale, Mancato accrescimento*, Ipomagnesiemia*, Ipofostatemia*, Ipercaliemia*, Ipercalcemia*,
Ipernatremia*, Livelli anormali di acido urico*, Diabete mellito*, Ritenzione idrica,
Raro Ipermagnesiemia*, Acidosi, Squilibrio elettrolitico*, Sovraccarico di fluidi, , Ipocloremia*, Ipovolemia,
Ipercloremia*,Iperfosfatemia*, Disturbi metabolici, Carenza del complesso di vitamina B, Carenza di vitamina B12, Gotta, Aumento
dell’appetito, Intolleranza all’alcool
Disturbi
psichiatrici
Comune Disordini e disturbi dell’umore*, Ansia*, Insonnia e disturbi del sonno*
Non comune Disturbi mentali*, Allucinazioni*, Disturbi psicotici*, Confusione*,
Irrequietezza
Raro Ideazione suicidaria*, Disturbo dell’adattamento, Delirio, Diminuzione della libido
Patologie del sistema nervoso Molto
comune
Neuropatie*, Neuropatia sensoriale periferica, Disestesia*, Neuralgia*
Comune Neuropatia motoria*, Perdita di coscienza (incluso sincope), Capogiri*, Disgeusia*, Letargia, Mal di testa*
Non comune Tremore, Neuropatia periferica sensomotoria, Discinesia*, Disturbi della coordinazione cerebellare e dell’equilibrio*, Perdita di memoria (esclusa demenza)*, Encefalopatia*, Sindrome di encefalopatia posteriore reversibile4, Neurotossicità,
Disturbi convulsivi*, Neuralgia post herpetica, Disturbi della parola*,
Sindrome da irrequietezza delle gambe, Emicrania, Sciatalgia, Disturbo dell’attenzione, Riflessi alterati*, Parosmia
Raro Emorragia cerebrale*, Emorragia intracranica (inclusa subaracnoidea)*, Edema cerebrale, Attacco ischemico transitorio, Coma, Squilibrio del sistema nervoso autonomo, Neuropatia autonomica, Paralisi dei nervi cranici*, Paralisi*, Paresi*, Presincope, Sindrome del tronco cerebrale, Disturbi cerebrovascolari, Lesione della radice nervosa, Iperattività psicomotoria, Compressione del midollo spinale, Disturbi
cognitivi NOS, Disfunzione motoria, Disturbi del sistema nervoso NOS, Radicoliti, Perdita di saliva, Ipotonia
Patologie dell’occhio Comune Gonfiore oculare*, Visione alterata*, Congiuntivite*
Non comune Emorragia oculare*, Infezione delle palpebre*, Calazio4, Blefarite4,
Infiammazione
Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
oculare*, Diplopia, Secchezza oculare*, Irritazione oculare*, Dolore oculare, Aumento della lacrimazione, Secrezioni oculari
Raro Lesione della cornea*, Esoftalmo, Retinite, Scotoma, Disturbi dell’occhio (incluse le palpebre) NOS, Dacrioadenite acquisita, Fotofobia, Fotopsia,
Neuropatia ottica4, Diversi gradi di disabilità visiva (fino alla cecità)*
Comune Vertigini*
Patologie dell’orecchio e del labirinto Non comune Disacusia (incluso tinnito)*, Compromissione dell’udito (fino ed inclusa sordità), Fastidio all’orecchio*
Raro Emorragia dell’orecchio, Neuronite vestibolare, Disturbi dell’orecchio NOS
Patologie cardiache Non comune Tamponamento cardiaco4, Arresto cardiopolmonare*, Fibrillazione cardiaca (inclusa atriale), Insufficienza cardiaca (inclusa ventricolare destra e sinistra)*, Aritmia*, Tachicardia*, Palpitazioni, Angina pectoris, Pericardite (incluso versamento pericardico)*, Cardiomiopatia*, Disfunzione ventricolare*,
Bradicardia
Raro Flutter atriale, Infarto del miocardio*, Blocco atrioventricolare*, Disturbi cardiovascolari (incluso shock cardiogeno), Torsione di punta, Angina instabile, Disturbi alle valvole cardiache*,
Insufficienza coronarica arteriosa, Arresto sinusale
Patologie vascolari Comune Ipotensione*, Ipotensione ortostatica, Ipertensione*
Non comune Incidente cerebrovascolare4, Trombosi venosa profonda*, Emorragia*, Tromboflebite (inclusa superficiale), Collasso circolatorio (incluso shock ipovolemico), Flebite, Vampate*, Ematoma (incluso perirenale)*, Scarsa circolazione periferica*,
Vasculite, Iperemia (incluso oculare)*
Raro Embolia periferica, Linfoedema, Pallore, Eritromelalgia, Vasodilatazione, Discolorazione della vena, Insufficienza venosa
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Dispnea*, Epistassi, Infezione del tratto respiratorio superiore/inferiore*, Tosse*
Non comune Embolia polmonare, Versamento pleurico, Edema polmonare (incluso acuto), Emorragia alveolare polmonare4, Broncospasmo, Patologia ostruttiva polmonare cronica*, Ipossiemia*, Congestione
del tratto respiratorio*, Ipossia, Pleurite*, Singhiozzo, Rinorrea, Disfonia, Dispnea sibilante
Raro Insufficienza respiratoria, Sindrome acuta da distress respiratorio, Apnea, Pneumotorace, Ateletassia, Ipertensione polmonare, Emottisi, Iperventilazione, Ortopnea, Polmonite, Alcalosi respiratoria, Tachipnea, Fibrosi polmonare, Disturbi bronchiali*, Ipocapnia*, Malattia interstiziale polmonare,
Infiltrazione polmonare, Sensazione di costrizione alla gola, Gola
secca, Aumento delle secrezione delle vie aeree superiori, Irritazione della gola, Sindrome della tosse delle vie respiratorie superiori
Patologie gastrointestinali Molto
Comune
Sintomi di nausea e vomito*, Diarrea*, Costipazione
Comune Emorragia gastrointestinale (incluso mucosale)*, Dispepsia, Stomatite*,
Distensione addominale, Dolore orofaringeo*, Dolore addominale (incluso dolore gastrointestinale e splenico)*,
Disturbi del cavo orale*, Flatulenza
Non comune Pancreatite (inclusa cronica)*, Ematemesi, Gonfiore del labbro*, Ostruzion
gastrointestinale (incluso ostruzione dell’intestino tenue,
Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
ileo)*, Disturbi addominali, Ulcera orale*, Enterite*, Gastrite*, Sanguinamento gengivale, Malattia da reflusso gastroesofageo*, Colite (incluso colite da clostridium difficile)*, Colite ischemica4, Infiammazione gastrointestinale*, Disfagia, Sindrome del colon
irritabile, Disturbi gastrointestinali NOS, Lingua biancastra, Disturbi della motilità gastrointestinale*, Disturbi delle ghiandole salivari*

,

Raro Pancreatite acuta, Peritonite*, Edema della lingua*, Ascite, Esofagite, Cheilite, Incontinenza fecale, Atonia dello sfintere anale, Fecaloma*, Ulcerazione e perforazione gastrointestinale*,
Ipertrofia gengivale, Megacolon, Perdite rettali, Vesciche
orofaringee*, Dolore al labbro, Periodontite, Ragade anale, Modifica delle abitudini intestinali, Proctalgia, Modificazioni delle feci
Patologie epatobiliari Comune Alterazione dei livelli enzimatici epatici*
Non comune Epatotossicità (incluso disturbo epatico), Epatite*, Colestasi
Raro Insufficienza epatica, Epatomegalia, Sindrome di Budd-Chiari, Epatite
da citomegalovirus, Emorragia epatica, Colelitiasi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Eruzione cutanea*, Prurito*, Eritema, Pelle secca
Non comune Eritema multiforme, Orticaria, Dermatosi febbrile neutrofilica acuta, Eruzione tossica della pelle, Necrolisi epidermica tossica 4, Sindrome di Stevens-Johnson4, Dermatite*, Alterazione dei capelli*, Petecchie, Ecchimosi, Lesione cutanea, Porpora, Massa cutanea*, Psoriasi, Iperidrosi, Sudorazione notturna, Ulcera da decubito4, Acne*, Vesciche*, Alterazione
della pigmentazione*
Raro Reazione cutanea, Infiltrazione linfocitica di Jessner, Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, Emorragia sottocutanea, Livedo reticularis Inspessimento della cute, Papule, Reazioni di fotosensibilità, Seborrea, Sudore freddo, Disturbi della pelle NOS,
Eritrosi, Ulcera della pelle, Alterazione delle unghie
Patologie del sistema muscoloscheletric o e del tessuto connettivo Molto Comune Dolore muscoloscheletrico*
Comune Spasmi muscolari*, Dolore agli arti, Debolezza muscolare
Non comune Spasmi muscolari, Gonfiore articolare, Artrite*, Rigidità articolare,
Miopatie*, Sensazione di pesantezza
Raro Rabdomiolisi, Sindrome dell’articolazione temporomandibolare, Fistola, Versamento articolare, Dolore alla mascella, Disturbo osseo, Infezioni ed infiammazione del sistema muscolo scheletrico e del
tessuto connettivo*, Ciste sinoviale
Patologie renali e urinarie Comune Danno renale*
Non comune Insufficienza renale acuta, Insufficienza renale cronica*, Infezione del tratto urinario*, Segni e sintomi al tratto urinario,
Ematuria*, Ritenzione urinaria, Disturbi della minzione*, Proteinuria, Azotemia, Oliguria*, Pollachiuria
Raro Irritazione della vescica
Patologie dell’apparato
riproduttivo e della mammella
Non comune Emorragia vaginale, Dolore genitale*, Disfunzione erettile
Raro Disturbo testicolare*, Prostatite, Disturbo alla mammella della
donna, Dolore all’epididimo, Epididimite, Dolore pelvico, Ulcera vulvare
Patologie congenite, familiari e Genetiche Raro Aplasia, Malformazione gastrointestinale, Ittiosi
Patologie Molto Piressia*, Affaticamento, Astenia
Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
sistemiche e Comune
Comune Edema (incluso periferico), Brividi, Dolore*, Malessere*

NOS = non altrimenti specificato

* Raggruppamento di più di un termine MedDRA. # Reazione avversa post-marketing indipendentemente dall’indicazione

Linfoma mantellare (MCL)

Il profilo di sicurezza di bortezomib in 240 pazienti trattati con bortezomib alla dose di 1,3 mg/m2 in associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (BR-CAP) versus 242 pazienti trattati con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone [R-CHOP] è risultato abbastanza simile a quello osservato nei pazienti con mieloma multiplo, e le principali differenze sono descritte di seguito. Le reazioni avverse al farmaco identificate associate all’uso della terapia di combinazione (BR-CAP) sono state infezione da epatite B (< 1%) e ischemia del miocardio (1,3%). La simile incidenza di questi eventi in entrambi i bracci indica che queste reazioni avverse al farmaco non sono attribuibili al solo bortezomib. Altre notevoli differenze osservate nello studio con pazienti con MCL rispetto ai pazienti con mieloma multiplo sono state un’incidenza ≥ 5% più elevata di reazioni avverse ematologiche (neutropenia, trombocitopenia, leucopenia, anemia, linfopenia), neuropatia sensoriale periferica, ipertensione, piressia, polmonite, stomatite e alterazioni dei capelli.

Le reazioni avverse al farmaco identificate con un’incidenza ≥ 1%, con una incidenza simile o maggiore nel braccio BR-CAP e con almeno una possibile o probabile correlazione causale con un componente del braccio BR-CAP sono elencate di seguito nella Tabella 8. Questa include anche le reazioni avverse al farmaco identificate nel braccio BR-CAP considerate dagli sperimentatori come aventi una possibile o probabile relazione causale con bortezomib sulla base dei dati storici provenienti dagli studi sul mieloma multiplo.

condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune Peggioramento generale della salute fisica*, Edema facciale*, Reazione ne sito di iniezione*, Disturbi della mucosa*, Dolore al petto, Disturbo dell’andatura, Sensazione di freddo, Stravaso*, Complicanze correlate al catetere*, Cambiamento della sensazione di sete*, Fastidio al torace,
Sensazione di cambiamento della
temperatura corporea*, Dolore nel sito di iniezione*
Raro Morte (inclusa improvvisa), Insufficienza multiorgano,
Emorragia nel sito di iniezione*, Ernia (incluso iato) *, Difficoltà di cicatrizzazione*, Infiammazione*, Flebite nel sito di iniezione*, Dolorabili Ulcera, Irritabilità, Dolore toracico non cardiaco,
Dolore nel sito del catetere, Sensazione di corpo estraneo
Esami diagnostici Comune Diminuzione del peso corporeo
Non comune Iperbilirubinemia*, Alterazione delle analisi delle proteine *, Aumento del peso corporeo, Alterazione degli esami del sangue,
Aumento della proteina C-reattiva
Raro Livelli di gas nel sangue anormali*, Alterazione dell’elettrocardiogramma (incluso prolungamento dell’intervallo QT)*, Alterazione dell’Indice internazionale normalizzato)*, Diminuzione del pH gastrico, Aumento dell’aggregazione piastrinica, Aumento della troponina I, Identificazione del virus e
sierologia*, Alterazione delle analisi delle urine*
Traumatismo, avvelenamento e
complicazioni da procedura
Non comune Caduta, Contusione
Raro Reazione trasfusionale, Fratture*, Rigidità*, Lesioni facciali, Lesioni articolari*, Ustioni, Lacerazione, Dolore procedurale,
Lesioni da radiazione*
Procedure
mediche e chirurgiche
Raro Attivazione macrofagica

Le reazioni avverse sono elencate qui di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e per gruppi di frequenza. Le frequenze sono classificate come: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100 to < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000 a < 1/100); Raro (≥ 1/10.000 a < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni raggruppamento, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente. La Tabella 8 è stata generata usando la Versione 16 della terminologia MedDRA.

Classificazione
per sistemi e organi
Incidenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Molto comune Polmonite*
Comune Sepsi (incluso shock settico)*, Herpes zoster (incluso disseminat oftalmico), Infezione da herpes virus*, Infezioni batteriche*, Infezione del tratto respiratorio superiore/inferiore*, Infezione fungina*, Herpes simplex*
Non comune Epatite B, Infezione*, Broncopolmonite
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Trombocitopenia*, Neutropenia febbrile, Neutropenia*, Leucopenia*, Anemia*, Linfopen
Non comune Pancitopenia*
Disturbi del
sistema immunitario
Comune Ipersensibilità*
Non comune Reazione anafilattica
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune Riduzione dell’appetito
Comune Ipocaliemia*, Alterazione del live di glucosio nel sangue*,
Iponatremia*, Diabete mellito*, Ritenzione idrica
Non comune Sindrome da lisi tumorale
Disturbi psichiatrici Comune Disordini e disturbi del sonno*
Patologie del sistema nervoso Molto comune Neuropatia sensoriale periferica, Disestesia*, Neuralgia*
Comune Neuropatie*, Neuropatia motoria Perdita di coscienza (incluso sincope), Encefalopatia*, Neuropatia sensomotoria periferic Capogiri*, Disgeusia*, Neuropati autonomica
Non comune Squilibrio del sistema nervoso autonomo
Patologie
dell’occhio
Comune Visione alterata*
Patologie dell’orecchio e del labirinto Comune Disacusia (incluso tinnito)*
Non comune Vertigini*, Compromissione dell’udito (fino ed inclusa sordità
Patologie Comune Fibrillazione cardiaca (inclusa

Tabella 8: Reazioni avverse in pazienti con linfoma mantellare trattati con BR-CAP in uno studio clinico

cardiache atriale), Aritmia*, insufficienza cardiaca (inclusa ventricolare des e sinistra)*, Ischemia del miocardio, Disfunzione ventricol
Non comune Disturbi cardiovascolari (incluso shock cardiogeno)
Patologie vascolari Comune Ipertensione*, Ipotensione*,
Ipotensione ortostatica
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Dispnea*, Tosse*, Singhiozzo
Non comune Sindrome acuta da distress respiratorio, Embolia polmonare, Polmonite, Ipertensione polmona Edema polmonare (incluso acuto)
Patologie gastrointestinali Molto comune Sintomi di nausea e vomito*, Diarrea*, Stomatite*, Costipazion
Comune Emorragia gastrointestinale (inclu mucosale)*, Distensione addominale, Dispepsia, Dolore orofaringeo*, Gastrite*, Ulcera orale*, Disturbo addominale, Disfagia, Infiammazione gastrointestinale*, Dolore addominale (incluso dolore
gastrointestinale e splenico)*, Disturbi del cavo orale*
Non comune Colite (incluso colite da clostridium difficile)*

*Raggruppamento di più di un termine MedDRA.

Descrizione delle reazioni avverse selezionate

Patologie epatobiliari Comune Epatotossicità (incluso disturbo
epatico)
Non comune Insufficienza epatica
Patologie della
cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune Alterazione dei capelli*
Comune Prurito*, Dermatite*, Eruzione
cutanea*
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Spasmi muscolari*, Dolore muscoloscheletrico*, Dolore agli
Patologie renali e
urinarie
Comune Infezioni del tratto urinario*
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Piressia*, Affaticamento, Astenia
Comune Edema (incluso periferico), Brividi, Reazione al sito di iniezione*, Malessere*
Esami diagnostici Comune Iperbilirubinemia*, Alterazione d analisi delle proteine*, Riduzione del peso corporeo,
Aumento del peso corporeo

Riattivazione del virus Herpes zoster

Mieloma multiplo

La profilassi antivirale è stata adottata nel 26% dei pazienti nel braccio di trattamento B+M+P. L’incidenza di herpes zoster tra i pazienti del braccio B+M+P è stata del 17% per i pazienti che non avevano ricevuto profilassi antivirale, rispetto al 3% per i pazienti che avevano ricevuto tale profilassi.

Linfoma mantellare

La profilassi antivirale è stata somministrata a 137 su 240 pazienti (57%) nel braccio BR-CAP. L’incidenza dell’herpes zoster tra i pazienti nel braccio BR-CAP è stata del 10,7% per i pazienti ai quali non è stata somministrata la profilassi antivirale, rispetto al 3,6% per i pazienti ai quali è stata somministrata la profilassi antivirale (vedere paragrafo 4.4).

Riattivazione e infezione da virus dell’epatite B (HBV)

Linfoma mantellare

L’infezione da HBV con esito fatale si è verificata nello 0,8% (n = 2) dei pazienti non trattati con bortezomib (rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone; R-CHOP) e nello 0,4% (n = 1) dei pazienti che hanno ricevuto bortezomib in associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (BR-CAP). L’incidenza globale dell’infezione da epatite B è stata simile nei pazienti trattati con BR-CAP o con R-CHOP (0,8% vs 1,2% rispettivamente).

Neuropatia periferica nei regimi in associazione

Mieloma multiplo

L’incidenza della neuropatia periferica nei regimi in associazione relativa agli studi clinici nei quali bortezomib è stato somministrato come trattamento di induzione in associazione a desametasone (studio IFM-2005-01), e a desametasone e talidomide (studio MMY-3010), è presentata nella tabella seguente.

Tabella 9: Incidenza della neuropatia periferica durante il trattamento di induzione per grado di tossicità ed interruzione del trattamento a causa della neuropatia periferica

IFM-2005-01
VDDx
BDx TDx MMY-3010
BTDx
(N=239) (N=239 (N=126) (N=130)
Incidenza di NP (%)
NP di tutti i gradi
3 15 12 45
NP ≥ Grado 2 1 10 2 31
NP ≥ Grado 3 <1 5 0 5
Interruzione a causa di NP (%) <1 2 1 5

VDDx = vincristina, doxorubicina, desametasone; BDX = bortezomib, desametasone; TDx = talidomide, desametasone; BTDx

= bortezomib, talidomide, desametasone; NP = neuropatia periferica

Nota: Neuropatia periferica include i termini: neuropatia periferica, neuropatia periferica motoria, neuropatia periferica sensoriale e polineuropatia.

Linfoma mantellare

L’incidenza di neuropatia periferica nei regimi di associazione relativa allo studio LYM-3002, nel quale bortezomib è stato somministrato con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (R-CAP), è presentata nella tabella seguente.

Tabella 10: Incidenza della neuropatia periferica nello studio LYM-3002 per grado di tossicità ed interruzione del trattamento a causa della neuropatia periferica

BR-CAP (N=240) R-CHOP (N=242)
Incidenza di NP (%)
NP di tutti i gradi 30 29
NP ≥ Grado 2 18 9
NP ≥ Grado 3 8 4
Interruzione a causa di NP (%) 2 < 1

BR-CAP = bortezomib, rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone; R-CHOP = rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone; NP = neuropatia periferica

Neuropatia periferica include i termini: neuropatia periferica sensoriale, neuropatia periferica, neuropatia periferica motoria e neuropatia sensomotoria periferica.

Pazienti anziani con MCL

Il 42,9% e il 10,4% dei pazienti nel braccio BR-CAP rientravano nell’intervallo 65-74 anni e ≥75 anni di età, rispettivamente. Sebbene nei pazienti di età ≥ 75 anni sia BR-CAP che R-CHOP siano risultati meno tollerati, la percentuale degli effetti indesiderati gravi nel gruppo BR-CAP è stato del 68%, rispetto al 42% nel gruppo R-CHOP.

Differenze rilevanti nel profilo di sicurezza di bortezomib in monoterapia somministrato per via sottocutanea

rispetto alla via endovenosa

I pazienti che nello studio di Fase III hanno ricevuto bortezomib per via sottocutanea, paragonati a quelli

trattati con la somministrazione endovenosa hanno mostrato un’incidenza complessiva delle reazioni avverse

tossiche di grado ≥ 3 legate al trattamento più bassa del 13% e un’incidenza di interruzione del trattamento

con bortezomib più bassa del 5%. Complessivamente, l’incidenza di diarrea, dolore gastrointestinale ed

addominale, astenia, infezioni del tratto respiratorio superiore e neuropatie periferiche è risultata inferiore del

12%-15% nel gruppo con trattamento sottocutaneo rispetto al gruppo con trattamento endovenoso. In

aggiunta, l’incidenza di neuropatie periferiche di grado ≥ 3 è stata inferiore del 10% e il tasso di interruzione

del trattamento a causa di neuropatie periferiche è stato inferiore dell’8% nel gruppo trattato per via

sottocutanea rispetto al gruppo trattato per via endovenosa.

Il 6% dei pazienti ha avuto una reazione avversa locale alla somministrazione sottocutanea, che è stata nella

maggior parte dei casi arrossamento. I casi si sono risolti in un tempo mediano di 6 giorni, ed è stato

necessario ricorrere alla modifica del dosaggio per due pazienti. Due di questi pazienti (1%) hanno avuto

reazioni avverse gravi: un caso di prurito e un caso di rossore.

L’incidenza dei decessi durante il trattamento è stata del 5% nel gruppo con trattamento sottocutaneo e del

7% nel gruppo con trattamento endovenoso. L’incidenza di morte da “Progressione della malattia” è stata del

18% nel gruppo sottocutaneo e del 9% nel gruppo endovenoso.

Ritrattamento dei pazienti con mieloma multiplo recidivante

In uno studio in cui il ritrattamento con bortezomib è stato somministrato a 130 pazienti con mieloma multiplo recidivante e che, in precedenza, avevano avuto una risposta almeno parziale al regime contenente bortezomib, i più comuni eventi avversi di ogni grado, che si sono verificati in almeno il 25% dei pazienti, sono stati: trombocitopenia (55%), neuropatia (40%), anemia (37%), diarrea (35%) e costipazione (28%). Neuropatia periferica di ogni grado e neuropatia periferica di grado ≥ 3 sono stati osservati, rispettivamente, nel 40% e nel 8,5% dei pazienti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare- una-sospetta-reazione-avversa.

04.9 Sovradosaggio

Indice

Nei pazienti trattati con una dose superiore al doppio rispetto a quella raccomandata, il sovradosaggio ha determinato l’insorgenza acuta di ipotensione sintomatica e trombocitopenia con esito fatale. Per gli studi di farmacologia preclinica sulla sicurezza cardiovascolare, vedere paragrafo 5.3.

Non è noto un antidoto specifico per il sovradosaggio di bortezomib. In caso di sovradosaggio, le funzioni vitali del paziente devono essere monitorate e deve essere istituita una adeguata terapia di supporto (come liquidi, vasopressori e/o agenti inotropi) per il controllo della pressione sanguigna e della temperatura corporea (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: Farmaci antineoplastici, altri farmaci antineoplastici Codice ATC: L01XX32.

Meccanismo di azione

Bortezomib è un inibitore del proteosoma. È specificatamente indicato per inibire l’attività chimotripsino- simile del proteosoma 26S nelle cellule dei mammiferi. Il proteosoma 26S è un grande complesso polipeptidico, responsabile della degradazione delle proteine ubiquitinate. La via metabolica ubiquitina- proteosoma svolge un ruolo essenziale nel controllo del ricambio di specifiche proteine, mantenendo quindi l’omeostasi nelle cellule. L’inibizione del proteosoma 26S impedisce questa proteolisi mirata e influisce sulla trasmissione del segnale all’interno della cellula, che si traduce nella morte della cellula cancerosa.

Bortezomib è altamente selettivo per il proteosoma. A concentrazioni di 10 µM, bortezomib non inibisce nessuno dei numerosi recettori e delle proteasi valutati ed è oltre 1.500 volte più selettivo per il proteosoma rispetto al secondo enzima target. La cinetica di inibizione del proteosoma è stata valutata in vitro e bortezomib si dissocia dal proteosoma con un t½ di 20 minuti, dimostrando cosi che l’inibizione di bortezomib è reversibile.

L’inibizione del proteosoma mediata da bortezomib ha numerosi effetti sulle cellule cancerogene, tra cui, ma non solo, l’alterazione delle proteine regolatrici che controllano la progressione del ciclo cellulare e l’attivazione del fattore nucleare kB (NF-kB). L’inibizione del proteosoma comporta l’arresto del ciclo cellulare e l’apoptosi. NF-kB è un fattore della trascrizione la cui attivazione è richiesta in molte fasi della cancerogenesi, comprese la crescita e la sopravvivenza cellulare, l’angiogenesi, l’interazione fra cellule e metastasi. Nel mieloma, bortezomib influisce sulla capacità delle cellule mielomatose d’interagire con il microambiente del midollo osseo.

Alcune sperimentazioni hanno dimostrato che bortezomib è citotossico verso numerosi tipi di cellule cancerose e che tali cellule sono molto più sensibili agli effetti proapoptotici dell’inibizione del proteosoma rispetto a quelle normali. Bortezomib provoca la riduzione della crescita tumorale in vivo in molti modelli tumorali preclinici, compreso il mieloma multiplo.

Dati in vitro, ex-vivo e in modelli animali suggeriscono che bortezomib incrementi la differenziazione e l’attività osteoblastica e inibisca la funzione osteoclastica. Questi effetti sono stati osservati in pazienti con mieloma multiplo affetti da malattia osteolitica avanzata e trattati con bortezomib.

Efficacia clinica nel mieloma multiplo precedentemente non trattato

È stato condotto uno studio clinico prospettico di Fase III (MMY-3002 VISTA), internazionale, randomizzato (1:1), in aperto, in 682 pazienti per valutare se bortezomib (1,3 mg/m2 iniettato per via endovenosa) in associazione con melfalan (9 mg/m2) e prednisone (60 mg/m2) migliorasse il tempo alla progressione (TTP) rispetto a melfalan (9 mg/m2) e prednisone (60 mg/m2) in pazienti con mieloma multiplo precedentemente non trattato. Il trattamento veniva somministrato per un massimo di 9 cicli (circa 54 settimane) e veniva sospeso anticipatamente in caso di progressione di malattia o tossicità inaccettabile. Nello studio, l’età mediana dei pazienti era di 71 anni, il 50% erano maschi, l’88% erano Caucasici ed il punteggio mediano del performance status di Karnofsky dei pazienti era di 80. I pazienti avevano mieloma di tipo IgG/IgA/Catena leggera nel 63%/25%/8% dei casi, un’emoglobina mediana pari a 105 g/l e una conta piastrinica mediana di 221,5 x 109/l. Nei due gruppi era simile la percentuale di pazienti che avevano una clearance della creatinina

< 30 ml/min (3% in ogni braccio).

Al momento dell’analisi ad interim pianificata, l’endpoint primario, il tempo alla progressione, era stato raggiunto e ai pazienti nel braccio M+P era stato offerto il trattamento Btz+M+P. Il follow-up mediano era 16,3 mesi. Dopo un follow-up mediano di 60,1 mesi, è stato aggiornato il dato finale di sopravvivenza. Si è osservato un beneficio statisticamente significativo della sopravvivenza a favore del gruppo di trattamento Btz+M+P (HR = 0,695, p = 0,00043), nonostante le terapie successive includessero regimi a base di bortezomib. La sopravvivenza mediana nel gruppo di trattamento Btz+M+P è stata di 56,4 mesi rispetto ai 43,1 mesi nel gruppo di trattamento M+P. I risultati di efficacia sono riportati in Tabella 1.

Tabella 11: Risultati di efficacia dopo l’aggiornamento finale dei dati di sopravvivenza dello studio VISTA

B+M+P n=344

M+P n=338

Tempo alla progressione
Eventi n (%)
101 (29) 152 (45)
Medianaa (95% IC) 20,7 mesi
(17,6; 24,7)
15,0 mesi
(14,1; 17,9)
Hazard ratiob (95% IC) 0,54
(0,42 / 0,70)
p-valuec 0,000002
Sopravvivenza libera da progressione
Eventi n (%)
135 (39) 190 (56)
Medianaa (95% IC) 18,3 mesi
(16,6; 21,7)
14,0 mesi
(11,1; 15,0)
Hazard ratiob (95% IC) 0,61
(0,49 /, 0,76)
p-valuec 0,00001
Sopravvivenza globale*
Eventi (decessi) n (%)
176 (51,2) 211 (62,4)
Medianaa (95% IC) 56,4 mesi
(52,8; 60,9)
43,1 mesi
(35,3; 48,3)
Hazard ratiob (95% IC) 0,695
(0,567 / 0,852)
p-valuec 0,00043
Tasso di risposta
popolazionee n = 668
n=337 n=331
CRf n (%) 102 (30) 12 (4)
PRf n (%) 136 (40) 103 (31)
nCR n (%) 5 (1) 0
CR+PRf n (%) 238 (71) 115 (35)
p-valued < 10-10
Riduzione della proteina M sierica
popolazioneg n = 667
n=336 n=331
≥90% n (%) 151 (45) 34 (10)
Tempo alla prima risposta in CR
+ PR
Mediana 1,4 mesi 4,2 mesi
Durata mediana della rispostaa
CRf 24,0 mesi 12,8 mesi
CR+PRf 19,9 mesi 13,1 mesi
Tempo alla terapia successiva
Eventi n (%)
224 (65,1) 260 (76,9)
Medianaa (95% IC) 27,0 mesi
(24,7; 31,1)
19,2 mesi
(17,0; 21,0)
Hazard ratiob (95% IC) 0,557
(0,462; 0,671)
p-valuec < 0,000001

a Stima secondo Kaplan-Meier

b Stima dell’hazard ratio basata sul modello Cox proportional-hazard aggiustato per fattori di stratificazione: β2-microglobulina, albumina e paese. Un hazard ratio inferiore a 1 indica un vantaggio per VMP

c p-value nominale basato sul test log-rank aggiustato per fattori di stratificazione: β2-microglobulina, albumina e paese

d p-value per il tasso di risposta (CR + PR) dal test del chi-quadro di Cochran-Mantel-Haenszel aggiustato per i fattori di stratificazione

e La popolazione valutata per la risposta comprende pazienti con malattia misurabile al basale

f CR = Risposta completa; PR = Risposta parziale. Criteri EBMT

g Tutti i pazienti randomizzati con malattia secernente

* Aggiornamento della sopravvivenza ad un follow-up mediano di 60,1 mesi IC = Intervallo di Confidenza

Pazienti candidabili per il trapianto di cellule staminali

Due studi clinici multicentrici di Fase III (IFM-2005-01, MMY-3010), randomizzati, in aperto, sono stati condotti al fine di dimostrare la sicurezza e l’efficacia di bortezomib in doppia e tripla associazione con altri agenti chemioterapici come terapia di induzione prima del trapianto di cellule staminali in pazienti precedentemente non trattati per il mieloma multiplo.

Nello studio IFM-2005-01, bortezomib in associazione a desametasone [BDx, n = 240] è stato confrontato con vincristina- doxorubicina-desametasone [VDDx, n = 242]. I pazienti nel gruppo BDx hanno ricevuto quattro cicli da 21 giorni, ognuno dei quali consistente in bortezomib (1,3 mg/m2 somministrato per via endovenosa due volte alla settimana nei giorni 1, 4, 8 e11) e desametasone orale (40 mg/giorno nei giorni da 1 a 4 e nei giorni da 9 a 12 nei Cicli 1 e 2, e nei giorni da 1 a 4 nei Cicli 3 e 4).

198 pazienti (82%) e 208 pazienti (87%), rispettivamente nei gruppi VDDx e BDx, erano stati sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali; la maggior parte dei pazienti è stata sottoposta ad un singolo trapianto. Le caratteristiche demografiche dei pazienti e della malattia al basale erano simili tra i due gruppi di trattamento. Nello studio, l’età mediana dei pazienti era 57 anni, 55% erano di sesso maschile e il 48% dei pazienti aveva alto rischio citogenetico. La durata mediana del trattamento è stata di 13 settimane per il gruppo VDDx e di 11 settimane per il gruppo BDx. Il numero mediano dei cicli ricevuti da entrambi i gruppi è stato di 4 cicli. L’endpoint di efficacia primaria dello studio era il tasso di risposta (CR+nCR) post- induzione. Una differenza statisticamente significativa in CR+nCR è stata osservata a favore del gruppo in trattamento con bortezomib in associazione a desametasone. Gli endpoint secondari di efficacia includevano tassi di risposta (CR+nCR, CR+nCR+VGPR+PR) post-trapianto, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale. I principali risultati di efficacia sono presentati nella Tabella 12.

Tabella 12: Risultati di efficacia nello studio IFM-2005-01

Endpoints BDx VDDx OR; 95% IC; P-valuea
IFM-2005-01 N=240 (popolazione ITT) N=242 (popolazione ITT)
RR (Post-induzione)
*CR+nCR
CR+nCR+VGPR+PR% (95% IC)
14,6 (10,4; 19,7)
77,1 (71,2; 82,2)
6,2 (3,5; 10,0)
60,7 (54,3; 66,9)
2,58 (1,37; 4,85); 0,003
2,18 (1,46; 3,24); < 0,001
RR (Post-trapianto)b
CR+nCR
CR+nCR+VGPR+PR% (95% CI)
37,5 (31,4; 44,0)
79,6 (73,9; 84,5)
23,1 (18,0; 29,0)
74,4 (68,4; 79,8)
1,98 (1,33; 2,95); 0,001
1,34 (0,87; 2,05); 0,179

IC = intervallo di confidenza; CR = risposta completa; nCR = risposta quasi completa; ITT: Intent to Treat; RR: tasso di risposta; B=bortezomib; BDx = bortezomib, desametasone; VDDx = vincristina, doxorubicina, desametasone; VGPR = risposta parziale molto buona; PR = risposta parziale; OR = odds ratio.

*Endpoint primario

a OR per i tassi di risposta basati su Mantel-Haenszel stimati per l’odds ratio per tabelle stratificate; p-value per il test Cochran Mantel- Haenszel.

b Riferito al tasso di risposta dopo il secondo trapianto per i soggetti che hanno ricevuto un secondo trapianto (42/240 [18% ] nel gruppo BDx e 52/242 [21%] nel gruppo VDDx).

Nota: Un OR > 1 indica un vantaggio per la terapia di induzione contenente B.

Nello studio MMY-3010, bortezomib in associazione a talidomide e desametasone [BTDx, n = 130] è stato confrontato con talidomide-desametasone [TDx, n = 127]. I pazienti nel gruppo BTDx hanno ricevuto sei cicli da 4 settimane, di cui ognuno consistente in bortezomib (1,3 mg/m2 somministrato due volte alla settimana nei giorni 1, 4, 8 e 11, seguito da un periodo di riposo di 17 giorni dal giorno 12 fino al giorno 28), desametasone (40 mg somministrato oralmente nei giorni da 1 a 4 e nei giorni da 8 a 11), e talidomide (50 mg giornalieri somministrati oralmente nei giorni 1-14, con dose aumentata fino a 100 mg nei giorni 15-28 e successivamente a 200 mg al giorno).

105 pazienti (81%) e 78 pazienti (61%), rispettivamente nei gruppi BTDx e TDx, erano stati sottoposti a un singolo trapianto autologo di cellule staminali. Le caratteristiche demografiche dei pazienti e della malattia al basale erano simili tra i due gruppi di trattamento. I pazienti nei gruppi BTDx e TDx avevano, rispettivamente, un’età mediana di 57 e 56 anni, il 99% e il 98% dei pazienti era Caucasica, ed il 58% e il 54% era di sesso maschile. Nel gruppo BTDx, il 12% dei pazienti era citogeneticamente classificato come ad alto rischio rispetto al 16% dei pazienti nel gruppo TDx. La durata mediana del trattamento è stata di 24,0

settimane e il numero mediano dei cicli di trattamento ricevuti era 6,0 ed era coerente tra i gruppi di trattamento. Gli endpoint primari di efficacia dello studio erano i tassi di risposta (CR+nCR) post-induzione e post- trapianto. Una differenza statisticamente significativa in CR+nCR è stata osservata in favore del gruppo di trattamento con bortezomib in associazione a desametasone e talidomide. Gli endpoint secondari di efficacia includevano la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale. I principali risultati di efficacia sono presentati nella Tabella 13.

Tabella 13: Risultati di efficacia dallo studio MMY-3010

Endpoints BTDx TDx OR; 95% IC; P-valuea
MMY-3010 N=130 (popolazione ITT) N=127 (popolazione ITT)
RR (Post-induzione)
*CR+nCR CR+nCR+PR
% (95% IC)
49,2 (40,4; 58,1)
84,6 (77,2; 90,3)
17,3 (11,2; 25,0)
61,4 (52,4; 69,9)
4,63 (2,61; 8,22); < 0,001a
3,46 (1,90; 6.,27); < 0,001a
RR (Post-trapianto) CR+nCR CR+nCR+PR
% (95% IC)
55,4 (46,4; 64,1)
77,7 (69,6; 84,5)
34,6 (26,4, 43,6)
56,7 (47,6; 65,5)
2,34 (1,42; 3,87); 0,001a
2,66 (1,55; 4,57); < 0,001a

IC = intervallo di confidenza; CR = risposta completa; nCR = risposta quasi completa; ITT = Intent to Treat; RR = tasso di risposta; B= bortezomib; BTDx = bortezomib, talidomide, desametasone; TDx = talidomide, desametasone; PR = risposta parziale; OR = odds ratio

*Endpoint primario

a OR per i tassi di risposta basati su Mantel-Haenszel stimati per l’odds ratio per tabelle stratificate; p-value per il test Cochran Mantel- Haenszel.

Nota: Un OR > 1 indica un vantaggio per la terapia di induzione contenente B.

Efficacia clinica in pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario

I profili di sicurezza e di efficacia di bortezomib (iniettato per via endovenosa) sono stati valutati in due studi alla dose raccomandata di 1,3 mg/m2: uno studio di Fase III (APEX) randomizzato e controllato verso desametasone (Dex), condotto in 669 pazienti affetti da mieloma multiplo recidivante e refrattario già sottoposti da la 3 precedenti linee di trattamento, e uno studio di Fase II a singolo braccio, condotto in 202 pazienti affetti da mieloma multiplo recidivante e refrattario già sottoposti ad almeno 2 linee di trattamento precedenti, con progressione della malattia dopo l’ultima terapia.

Nello studio di Fase III, in tutti i pazienti, compresi quelli che avevano ricevuto una sola linea precedente di terapia, il trattamento con bortezomib ha determinato un significativo allungamento del tempo alla progressione, un significativo prolungamento della sopravvivenza e un significativo aumento del tasso di risposta rispetto al trattamento con desametasone (vedere Tabella 14). In base ai dati emersi dall’analisi ad interim pre-pianificata, il Comitato di Monitoraggio ha raccomandato l’interruzione del trattamento con desametasone a favore del trattamento con bortezomib per tutti i pazienti randomizzati al trattamento con desametasone, indipendentemente dallo stato della malattia. A causa di questo precoce crossover, la durata mediana del follow-up dei pazienti vivi è di 8,3 mesi. Nel braccio di trattamento con bortezomib, la sopravvivenza globale è stata più lunga e il tasso di risposta è risultato più elevato sia nei pazienti refrattari alla loro ultima terapia sia in quelli che non lo erano.

Dei 669 pazienti arruolati, 245 (37%) avevano un età uguale o superiore ai 65 anni. I parametri di risposta, cosi come il TTP, sono stati significativamente migliori per bortezomib indipendentemente dall’età. Tutti i parametri di efficacia (tempo alla progressione, sopravvivenza globale e tasso di risposta) sono risultati significativamente migliorati nel braccio di trattamento con bortezomib, indipendentemente dai livelli di β2- microglobulina al basale.

Nella popolazione refrattaria dello studio di Fase II, le risposte sono state valutate da un Comitato indipendente ed i criteri di risposta applicati sono stati quelli stabiliti dall’European Bone Marrow Transplant Group. La sopravvivenza media globale di tutti i pazienti arruolati nello studio è stata di 17 mesi (range da

<1 a +36 mesi). Questa sopravvivenza è risultata superiore alla sopravvivenza mediana, pari a 6-9 mesi, prevista da ricercatori esperti per una popolazione simile. Attraverso l’analisi multivariata, la percentuale di risposta è risultata indipendente dal tipo di mieloma, dal Performance Status, dallo stato di delezione del cromosoma 13, o dal numero o tipo delle terapie precedenti. La percentuale di risposta dei pazienti già

sottoposti a 2-3 linee di trattamento è stata del 32% (10/32), mentre quella dei pazienti sottoposti a più di 7 linee di trattamento è stata del 31% (21/67).

Tabella 14: Sintesi dei risultati di efficacia degli studi di Fase III (APEX) e II

Fase III Fase III Fase III Fase II
Tutti i pazienti 1 precedente linea di terapia > 1 linee precedenti di terapia ≥ 2 linee precedent
i di terapia
Eventi tempo
correlati
B
n=333a
Dex
n=336a
B
n=132a
Dex
n=119a
B
n=200a
Dex
n=217a
B
n=202a
TTP, giorni [95% IC] 189b [148, 211] 106b [86,
128]
212d [188,
267]
169d [105,
191]
148b [129,
192]
87b [84,
107]
210
[154,
281]
Sopravvivenza ad 1 anno, %
[95% IC]
80d [74,85
]
66d [59,72
]
89d [82,95
]
72d [62,83
]
73
[64,82]
62
[53,71]
60
Miglior risposta
(%)
B
n=315c
Dex
n=312c
B
n=128
Dex
n=110
B
n=187
Dex
n=202
B
n=193
CR 20 (6)b 2 (< 1)b 8 (6) 2 (2) 12 (6) 0 (0) (4)**
CR+nCR 41 (13)b 5 (2)b 16 (13) 4 (4) 25 (13) 1 (< 1) (10)**
CR+nCR+PR 121 (38)b 56 (18)b 57 (45)d 29 (26)d 64 (34)b 27 (13)b (27)**
CR+nCR+PR+MR 146 (46) 108 (35) 66 (52) 45 (41) 80 (43) 63 (31) (35)**
Durata mediana
Giorni (mesi)
242
(8,0)
169
(5,6)
246
(8,1)
189
(6,2)
238
(7,8)
126
(4,1)
385*
Tempo alla risposta
CR + PR (giorni)
43 43 44 46 41 27 38*

a Popolazione Intent to Treat (ITT)

b p-value dal test log-rank stratificato; l’analisi per linea di terapia esclude la stratificazione per storia terapeutica; p < 0,0001

c Popolazione valutabile per la risposta: include pazienti con malattia misurabile al basale e che hanno ricevuto almeno una dose del medicinale in studio.

d p-value per l’analisi “Cochran-Mantel-Haenszel chi-square test” aggiustato per i fattori di stratificazione; l’analisi per linea di terapia esclude la stratificazione per storia terapeutica

*CR+PR+MR

** CR = CR, (IF-); nCR = CR (IF+)

NA = non applicabile; NE = non valutato; TTP-Tempo alla Progressione; IC = Intervallo di Confidenza; B = bortezomib; Dex = desametasone; CR = Risposta completa; nCR- Risposta quasi completa; PR = Risposta parziale; MR-.Risposta minima

Nello studio di Fase II, i pazienti che non avevano ottenuto una risposta ottimale alla terapia con bortezomib in monoterapia sono stati trattati con alte dosi di desametasone e bortezomib. Il protocollo consentiva ai pazienti che avevano ottenuto una risposta inferiore all’ottimale a bortezomib in monoterapia di ricevere desametasone. Un totale di 74 pazienti valutabili sono stati trattati con desametasone e bortezomib. Il trattamento combinato ha permesso di ottenere una risposta od un miglioramento della risposta [MR 11% o PR 7%] nel 18% dei pazienti.

Efficacia clinica con somministrazione sottocutanea di bortezomib in pazienti con mieloma multiplo

recidivante/refrattario

Uno studio clinico di Fase III di non inferiorità, in aperto e randomizzato ha comparato l’efficacia e la

sicurezza della somministrazione sottocutanea di bortezomib rispetto alla somministrazione endovenosa.

Questo studio ha incluso 222 pazienti con mieloma multiplo recidivante/refrattario, randomizzati in rapporto

2:1 per ricevere 1.3 mg/m2

di bortezomib per via sottocutanea o endovenosa per 8 cicli. Per quei pazienti che

non ottenevano, dopo 4 cicli, una risposta ottimale alla terapia con solo bortezomib (inferiore alla Risposta

Completa [CR]), era permesso ricevere 20 mg di desametasone il giorno della somministrazione di

bortezomib e il giorno successivo. I pazienti con neuropatia periferica al basale di grado ≥ 2 o con conta

piastrinica < 50.000/μl sono stati esclusi. Per l’analisi della risposta sono stati valutati 218 pazienti in totale.

Questo studio ha raggiunto l’obiettivo primario di non inferiorità valutato sul tasso di risposta (CR+PR) dopo

4 cicli di bortezomib in monoterapia per entrambe le vie di somministrazione, sottocutanea ed endovenosa,

facendo registrare un tasso di risposta del 42% in entrambi i gruppi. Inoltre, gli endpoint secondari

di efficacia correlati alla risposta e al tempo all’evento hanno mostrato risultati costanti sia per la via

di somministrazione sottocutanea sia per quella endovenosa (Tabella 15).

Tabella 15: Riassunto delle analisi di efficacia confrontando le somministrazioni sottocutanea ed endovenosa

di bortezomib

Bortezomib braccio endovenoso

Bortezomib braccio sottocutaneo

Popolazione valutabile per la n=73 n=145 risposta

Tasso di risposta a 4 cicli n (%)

ORR (CR+PR)

p-value

a

31 (42)

0,00201

61 (42)

CR n (%) 6 (8) 9 (6)

PR n (%) 25 (34) 52 (36)

nCR n (%) 4 (5) 9 (6)

Tasso di risposta a 8 cicli n (%)b

ORR (CR+PR)

p-value

a

38 (52)

0,0001

76 (52)

CR n (%) 9 (12) 15 (10)

PR n (%) 29 (40) 61 (42)

nCR n (%) 7 (10) 14 (10)

Popolazione Intent to Treatb n=74 n=148

TTP, mesi 9,4 10,4

(95% IC)

Hazard ratio (9,5% IC)c

(7,6; 10,6)

0,839 (0,564;

1,249)

(8,5; 11,7)

p-valued 0,38657

Sopravvivenza libera da 8,0 10,2

progressione, mesi

(95% IC)

Hazard ratio (9,5% IC)c

(6,7; 9,8)

0.824 (0.574;

1,183)

(8,1, 10,8)

p-valued 0,295

Sopravvivenza complessiva ad 1 anno (%)

e

76,7 72,6

(95% IC) (64,1; 85.4) (63,1; 80,0)

a Il p-value è per l’ipotesi di non inferiorità che il braccio SC conservi almeno il 60% del tasso di risposta nel braccio EV.

b 222 pazienti sono stati arruolati nello studio; 221 pazienti sono stati trattati con bortezomib.

c Stima dell’hazard ratio basata sul modello di Cox aggiustato per i seguenti fattori di stratificazione: stadio ISS e numero di linee precedenti di trattamento.

d Log rank test aggiustato per i seguenti fattori di stratificazione: stadio ISS e numero di linee precedenti di trattamento.

e Durata mediana del follow up di 11,8 mesi.

Trattamento con bortezomib in associazione con doxorubicina liposomiale pegilata (studio DOXIL-MMY- 3001)

Uno studio multicentrico randomizzato di Fase III, a gruppi paralleli, in aperto, è stato condotto in 646 pazienti confrontando la sicurezza e l’efficacia di bortezomib più doxorubicina liposomiale pegilata rispetto a bortezomib in monoterapia nei pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto almeno 1 terapia in precedenza e che non avevano mostrato progressione di malattia durante la terapia a base di antracicline.

L’endpoint primario di efficacia era il tempo alla progressione (TTP) mentre gli endpoint secondari di efficacia erano la sopravvivenza globale (OS) e il tasso di risposta globale (ORR (CR + PR)) usando i criteri dell’European Group for Blood and Marrow Transplantation (EBMT).

I risultati dell’analisi ad interim definita dal protocollo (sulla base di 249 eventi di TTP) hanno portato all’interruzione anticipata dello studio per efficacia. Questa analisi ad interim ha mostrato una riduzione del rischio di TTP del 45 % (95 % IC; 2957 %, p < 0,0001) nei pazienti trattati con la terapia di associazione di bortezomib con doxorubicina liposomiale pegilata. La mediana di TTP è stata pari a 6,5 mesi nei pazienti che assumevano bortezomib in monoterapia rispetto a 9,3 mesi nei pazienti che assumevano la terapia di

associazione bortezomib con doxorubicina liposomiale pegilata. Questi risultati, sebbene non maturi, hanno costituito l’analisi finale definita nel protocollo.

L’analisi finale per la sopravvivenza globale (OS) eseguita dopo un follow–up mediano di 8,6 anni non ha mostrato alcuna differenza significativa in termini di OS tra i due bracci di trattamento. L’OS mediana è stata di 30,8 mesi (95% IC; 25,2–36,5 mesi) per i pazienti in monoterapia con bortezomib e 33,0 mesi (95% IC; 28,9–37,1 mesi) per i pazienti in terapia di combinazione con bortezomib e doxorubicina liposomiale pegilata.

Trattamento con bortezomib in associazione con desametasone

In assenza di un confronto diretto tra bortezomib e bortezomib in associazione con desametasone nei pazienti con mieloma multiplo in progressione, è stata effettuata un’analisi statistica di dati appaiati al fine di confrontare i risultati del braccio non randomizzato di bortezomib in associazione con desametasone (studio di Fase II in aperto MMY-2045) con i risultati ottenuti nei bracci di trattamento con bortezomib in monoterapia da differenti studi randomizzati di Fase III (M34101-039 [APEX] e DOXIL MMY-3001) per la stessa indicazione.

L’analisi dei dati appaiati (Matched-Pair Analysis) è un metodo statistico nel quale i pazienti nel gruppo di trattamento studiato (ad es. bortezomib in associazione con desametasone) ed i pazienti nel gruppo di confronto (ad es. bortezomib) sono resi confrontabili rispetto ai fattori di confondimento attraverso l’appaiamento individuale dei soggetti in studio. Questa metodica riduce al minimo gli effetti dei fattori di confondimento osservati quando si stimano gli effetti del trattamento utilizzando dati non randomizzati.

Sono stati identificate 127 coppie di pazienti appaiati. L’analisi ha dimostrato un miglioramento del tasso di risposta globale (ORR (CR+PR)) (odds ratio 3,769; 95% IC 2,045-6,947; p < 0,001), della progressione libera da malattia (PFS) (hazard ratio 0,511; 95% IC 0,309-0,845; p = 0,008) e del tempo alla progressione (TTP) (hazard ratio 0,385; 95% IC 0,212-0,698; p = 0,001) per bortezomib in associazione con desametasone rispetto a bortezomib in monoterapia.

Le informazioni disponibili sul ritrattamento con bortezomib nel mieloma multiplo recidivante sono limitate. Lo studio di Fase II MMY-2036 (RETRIEVE), a singolo braccio in aperto, è stato condotto per determinare l’efficacia e la sicurezza del ritrattamento con bortezomib. 130 pazienti (età ≥ 18 anni) con mieloma multiplo, che in precedenza avevano avuto almeno una risposta parziale ad un regime contenente bortezomib, sono stati ritrattati dopo progressione. Almeno 6 mesi dopo la precedente terapia, è stato iniziato bortezomib all’ultima dose tollerata di 1,3 mg/m2 (n = 93) o ≤ 1,0 mg/m2 (n = 37) e somministrato ai giorni 1, 4, 8 e 11 ogni 3 settimane, per un massimo di 8 cicli, sia come monoterapia sia in associazione a desametasone, in accordo con lo standard di terapia. Desametasone è stato somministrato in associazione a bortezomib a 83 pazienti nel ciclo 1 ed ulteriori 11 pazienti hanno ricevuto desametasone nel corso dei seguenti cicli di ritrattamento con bortezomib. L’endpoint primario era la migliore risposta confermata al ritrattamento, in accordo ai criteri EBMT. Il miglior tasso di risposta globale (CR+PR) per il ritrattamento nei 130 pazienti è stato 38,5% (95% IC: 30,1; 47,4).

Efficacia clinica nei pazienti con linfoma mantellare (MCL) precedentemente non trattati

LYM-3002 è uno studio di Fase III, randomizzato, in aperto, che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza dell’associazione di bortezomib, rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (BR-CAP; n = 243) con quelle di rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone (R-CHOP; n = 244) in pazienti adulti con MCL precedentemente non trattati (Stadio II, III o IV). I pazienti nel braccio di trattamento BR-CAP hanno ricevuto bortezomib (1,3 mg/m2; nei giorni 1, 4, 8, 11, periodo di riposo 12-

21), rituximab 375 mg/m2 IV al giorno 1; ciclofosfamide 750 mg/m2 IV al giorno 1; doxorubicina 50 mg/m2 IV al giorno 1 e prednisone 100 mg/m2 per via orale dal giorno 1 al giorno 5 del ciclo di trattamento di 21 giorni con bortezomib. Ai pazienti con una prima risposta documentata al ciclo 6, sono stati somministrati due ulteriori cicli di trattamento.

L’endpoint primario di efficacia era la sopravvivenza libera da progressione, basata sulla valutazione di un Comitato Indipendente di Revisione (IRC). Gli endpoint secondari includevano il tempo alla progressione (TTP), il tempo al successivo trattamento anti-linfoma (TNT), la durata dell’intervallo senza trattamento (TFI), il tasso di risposta globale (ORR) e il tasso di risposta completa (CR/CRu), la sopravvivenza globale (OS) e la durata della risposta.

La demografia e le caratteristiche al basale della patologia sono risultate generalmente ben bilanciate tra i due bracci di trattamento: l’età mediana dei pazienti era di 66 anni, il 74% erano maschi, il 66% erano caucasici e il 32% Asiatici, il 69% dei pazienti mostrava un aspirato del midollo osseo positivo e/o una biopsia del midollo osseo positiva per MCL, il 54% dei pazienti aveva un punteggio dell’International Prognostic Index (IPI) ≥ 3 ed il 76% aveva la patologia allo Stadio IV. La durata del trattamento (mediana = 17 settimane) e la durata del follow-up (mediana = 40 mesi) erano confrontabili in entrambi i bracci di trattamento. I pazienti di entrambi i bracci di trattamento hanno ricevuto una mediana di 6 cicli, con il 14% dei soggetti nel gruppo BR-CAP e il 17% dei pazienti nel gruppo R-CHOP che hanno ricevuto i 2 cicli aggiuntivi. La maggior parte dei pazienti in entrambi i gruppi ha completato il trattamento, l’80% nel gruppo BR-CAP e l’82% nel gruppo R-CHOP. I risultati di efficacia sono presentati nella Tabella 16

:

Tabella 16

: Risultati di efficacia dallo studio LYM-3002

Endpoint di efficacia BR-CAP R-CHOP
n: pazienti ITT 243 244
Sopravvivenza libera da progressione (IRC)a
Eventi n (%) 133 (54,7%) 165 (67,6%) HRb (95% IC)=0,63
(0,50; 0,79)
p-valued < 0,001
Medianac (95% IC) (mesi) 24,7 (19,8; 31,8) 14,4 (12; 16,9)
Tasso di risposta
n: pazienti valutabili per la risposta 229 228
Risposta completa globale (CR+CRu)f n(%) 122 (53,3%) 95 (41,7%) ORe (95% IC)=1,688
(1,148; 2,481)
p-valueg=0,007
Risposta radiologica
globale (CR+CRu+PR)i n(%)
211 (92,1%) 204 (89,5%) ORe (95% IC)=1,428
(0,749; 2,722)
p-valueg
=0,275

a Basata sulla valutazione (delle sole indagini radiologiche) da parte del Comitato Indipendente di Revisione

b La stima dell’hazard ratio è basata sul modello di Cox stratificato per classe di rischio IPI e stadio della malattia. Un hazard ratio < 1 indica un vantaggio a favore di BR-CAP.

c Basata sul metodo Kaplan-Meier.

d Basata su Log rank test stratificato per classe di rischio IPI e stadio della malattia.

e Per realizzare la tabelle stratificate è stata impiegata la stima dei rischi comuni di Mantel-Haenszel, impiegando come fattori di stratificazione la classe di rischio IPI e lo stadio della malattia. Un odds ratio (OR) > 1 indica un vantaggio per BR-CAP.

f Include tutte le CR + CRu, confermate dal IRC da valutazione del midollo osseo e dell’LDH.

g P-value calcolato con il test del chi-quadro di Cochran Mantel-Haenszel, impiegando come fattori di stratificazione la classe di rischio IPI e lo stadio della malattia.

h Include tutte le CR+CRu+PR radiologiche confermate dal IRC indipendentemente dalla verifica di conferma basata sulla valutazione del midollo osseo e dell’LDH.

CR = risposta completa; CRu = risposta completa non confermata; PR = risposta parziale; CI = intervallo di confidenza; HR = Hazard Ratio; OR = Odds Ratio; ITT = Intent to Treat

La PFS mediana, come stabilito dallo sperimentatore, è stata di 30,7 mesi nel gruppo BR-CAP e di 16,1 mesi nel gruppo R-CHOP (Hazard Ratio [HR] = 0,51; p < 0,001). Un beneficio statisticamente significativo in favore del gruppo di trattamento BR-CAP rispetto al gruppo R-CHOP è stato osservato per TTP (mediana 30,5 contro 16,1 mesi), TNT (mediana 44,5 contro 24,8 mesi) ed TFI (mediana 40,6 contro 20,5 mesi). La durata mediana della risposta completa è stata di 42,1 mesi nel gruppo BR-CAP rispetto a 18 mesi nel gruppo R-CHOP. La durata della risposta globale è stata di 21,4 mesi più lunga nel gruppo BR- CAP (mediana di 36,5 mesi contro 15,1 mesi nel gruppo R-CHOP). L’analisi finale della sopravvivenza globale (OS) è stata effettuata dopo un follow-up mediano di 82 mesi. La OS mediana è stata di 90,7 mesi per il gruppo VcR-CAP rispetto a 55,7 mesi per il gruppo R-CHOP (HR=0,66; p=0,001). La differenza mediana finale osservata per la OS tra i 2 gruppi di trattamento è stata di 35 mesi.

Pazienti con amiloidosi a catene leggere (AL) precedentemente trattata

È stato condotto uno studio in aperto di Fase I/II, non randomizzato, per determinare la sicurezza di bortezomib in pazienti con amiloidosi a catene leggere (AL) precedentemente trattata. Non sono state osservate nuove problematiche di sicurezza durante lo studio e, in particolare, bortezomib non ha

determinato un peggioramento del danno d’organo (cuore, rene e fegato). In un’analisi esplorativa dell’efficacia, è stato riportato un tasso di risposta del 67,3% (di cui 28,6% di risposta completa), in termini di risposta ematologica (proteina M), in 49 pazienti valutabili trattati con le massime dosi permesse di 1,6 mg/m2 una volta alla settimana e 1,3 mg/m2 due volte alla settimana. Per le due corti di dosaggio associate, la sopravvivenza ad 1 anno è risultata dell’88,1%.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con bortezomib in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica con mieloma multiplo e linfoma mantellare (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

Uno studio di Fase II di attività, efficacia, sicurezza e farmacocinetica, a singolo braccio, condotto dal Children’s Oncology Group, ha valutato l’attività dell’aggiunta di bortezomib ad un regime polichemioterapico di re-induzione in pazienti pediatrici e giovani adulti affetti da neoplasie linfoidi (leucemia linfoblastica acuta [ALL] a cellule pre-B, ALL a cellule T e linfoma linfoblastico [LL] a cellule T). Un regime chemioterapico di re-induzione multifarmaco di nota efficacia è stato somministrato in 3 blocchi diversi di trattamento. Bortezomib è stato somministrato solo nei Blocchi 1 e 2 al fine di evitare potenziali tossicità da accumulo con i farmaci co-somministrati nel Blocco 3.

La risposta completa (CR) è stata valutata alla fine del trattamento del Blocco 1. Nei pazienti con B-ALL con recidiva entro 18 mesi dalla diagnosi (n = 27) la percentuale di CR è stata del 67% (95% IC:

46, 84); la percentuale di sopravvivenza libera da eventi a 4 mesi è stata del 44% (95% IC: 26, 62). Nei pazienti con B-ALL con recidiva a 18-36 mesi dalla diagnosi (n = 33) la percentuale di CR è stata del 79% (95% IC: 61, 91) e la percentuale di sopravvivenza libera da eventi a 4 mesi è stata del 73%

(95% IC: 54, 85). La percentuale di CR nei pazienti con ALL a cellule T in prima recidiva (n = 22) è stata del 68% (95% IC: 45, 86) e la percentuale di sopravvivenza libera da eventi a 4 mesi è stata del

67% (95% IC: 42, 83). I dati di efficacia riportati sono stati considerati inconclusivi (vedere paragrafo 4.2).

I soggetti affetti da ALL o LL arruolati nello studio e valutabili per la sicurezza sono 140, con età mediana pari a 10 anni (range da 1 a 26). Non sono state osservate nuove problematiche di sicurezza quando bortezomib è stato aggiunto ad uno schema chemioterapico standard di trattamento per i pazienti pediatrici con ALL a cellule pre-B. Le seguenti reazioni avverse (Grado ≥ 3) sono state osservate con una maggiore incidenza quando è stato utilizzato il regime di trattamento contenente bortezomib rispetto a quanto osservato in uno studio storico di controllo in cui il regime chemioterapico di base è stato somministrato da solo: nel Blocco 1 neuropatia sensoriale periferica (3% contro 0%); ileo (2,1% contro 0%); ipossia (8% contro 2%). In questo studio non era disponibile nessuna informazione sulle possibili conseguenze o sui tassi di risoluzione della neuropatia periferica. Inoltre, è stata notata un’incidenza più elevata di infezioni con neutropenia Grado ≥ 3 (24% contro 19% nel Blocco 1 e 22% contro 11% nel Blocco 2), incremento delle ALT (17% contro 8% nel

Blocco 2), ipopotassiemia (18% rispetto a 6% nel Blocco 1 e 21% rispetto a 12% nel Blocco 2) e

iponatriemia (12% contro 5% nel Blocco 1 e 4% rispetto a 0 nel Blocco 2).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Assorbimento

Dopo somministrazione endovenosa in bolo della dose da 1,0 mg/m2 e da 1,3 mg/m2 a 11 pazienti con mieloma multiplo e valori di clearance della creatinina superiori a 50 ml/min, le massime concentrazioni plasmatiche medie di bortezomib alla prima dose sono state rispettivamente pari a 57 e 112 ng/ml. Alle dosi successive, le massime concentrazioni plasmatiche medie osservate erano comprese tra 67 e 106 ng/ml per la dose da 1,0 mg/m2 e tra 89 e 120 ng/ml per la dose da 1,3 mg/m2.

Dopo somministrazione ripetuta di bolo endovenoso o iniezione sottocutanea di una dose di 1,3 mg/m2

in

pazienti con mieloma multiplo (n = 14 nel gruppo endovenoso, n = 17 nel gruppo sottocutaneo),

l’esposizione sistemica totale al farmaco (AUClast) è risultata equivalente per le vie di somministrazione

sottocutanea ed endovenosa. La Cmax dopo somministrazione sottocutanea (20,4 ng/ml) era più bassa rispetto

a quella endovenosa (223 ng/ml). Il rapporto medio geometrico AUClast era di 0,99 e gli intervalli di

confidenza al 90% erano 80,18% – 122,80%.

Distribuzione

In pazienti con mieloma multiplo, il volume di distribuzione medio (Vd) di bortezomib era compreso tra 1.659 l e 3.294 l a seguito di somministrazioni endovenose singole o ripetute alla dose di 1,0 mg/m2 o di 1,3 mg/m2.Questo suggerisce che bortezomib si distribuisce ampiamente nei tessuti periferici. Ad un range di concentrazione di bortezomib compreso fra 0,01 e 1,0 μg/ml, il legame con le proteine plasmatiche umane in vitro si è attestato a una media di 82,9%. La frazione di bortezomib legata alle proteine plasmatiche non era dipendente dalla concentrazione.

Biotrasformazione

Studi in vitro su microsomi epatici umani e su isoenzimi del citocromo P450 espressi mediante c-DNA umano indicano che bortezomib subisce principalmente un metabolismo ossidativo attraverso gli enzimi 3A4, 2C19 e 1A2 del citocromo P450. La principale via metabolica è costituita dalla deboronazione che conduce a due metaboliti deboronati i quali, successivamente, vengono idrossilati a diversi metaboliti. I metaboliti deboronati di bortezomib sono inattivi come inibitori del proteosoma 26S.

Eliminazione

L’emivita media di eliminazione (t1/2) di bortezomib durante il trattamento a dosi multiple è compresa tra 40 e 193 ore. Bortezomib è eliminato più rapidamente dopo la prima dose rispetto alle dosi seguenti. La clearance totale media è stata di 102 e 112 l/h dopo la prima dose da 1,0 mg/m2 e 1,3 mg/m2, rispettivamente, e compresa tra 15 e 32 l/h e tra 18 e 32 l/h per quelle successive con dosi di 1,0 mg/m2 e 1,3 mg/m2, rispettivamente.

Popolazioni speciali

Compromissione epatica

L’effetto della compromissione epatica sulla farmacocinetica di bortezomib è stato studiato, nel primo ciclo di trattamento, in uno studio clinico di Fase I condotto su 61 pazienti affetti principalmente da tumori solidi, con compromissione epatica di vario grado e trattati con dosaggi di bortezomib compresi tra 0,5 e 1,3 mg/m2. La compromissione epatica di grado lieve non ha alterato l’AUC di bortezomib normalizzata per il dosaggio quando confrontata con quella osservata nei pazienti con funzione epatica normale. Ad ogni modo, i valori medi dell’AUC normalizzati per il dosaggio risultavano aumentati di circa il 60% nei pazienti affetti da compromissione epatica di grado moderato o grave. Nei pazienti con compromissione epatica di grado moderato o grave, si raccomanda una dose iniziale più bassa, e tali pazienti devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafo 4.2, Tabella 6).

Danno renale

È stato condotto uno studio di farmacocinetica in pazienti con vari gradi di danno renale, che sono stati classificati in base ai valori di clearance della creatinina (CrCL) nei seguenti gruppi: Normale (CrCL ≥ 60 ml/min/1,73 m2, n = 12), Lieve (CrCL = 40-59 ml/min/1,73 m2, n = 10), Moderata (CrCL = 20-39 ml/min/1,73 m2, n = 9) e Grave (CrCL < 20 ml/min/1,73 m2, n = 3). Nello studio sono stati inclusi anche pazienti dializzati a cui veniva somministrato il farmaco dopo la dialisi (n = 8). Ai pazienti veniva somministrato bortezomib per via endovenosa a dosi comprese tra 0,7 e 1,3 mg/m2 due volte alla settimana. L’esposizione a bortezomib (AUC e Cmax normalizzate per la dose) era simile in tutti i gruppi di pazienti (vedere paragrafo 4.2).

Età

La farmacocinetica di bortezomib è stata valutata in 104 pazienti pediatrici (2-16 anni) con leucemia linfoblastica acuta (ALL) o leucemia mieloide acuta (AML) dopo somministrazione in bolo endovenoso due volte la settimana di una dose pari a 1,3 mg/m2. Sulla base di un’analisi farmacocinetica di popolazione, la clearance di bortezomib è risultata aumentare con l’incremento della superficie corporea (BSA). La media geometrica della clearance (% CV) è stata pari a 7,79 (25%) L/h/m2, il volume di distribuzione allo steady- state è stato pari a 834 (39%) L/m2, e l’emivita di eliminazione è stata pari a 100 (44%) ore. Dopo aver corretto per l’effetto della BSA, altri dati demografici come l’età, il peso corporeo e il sesso non hanno

mostrato effetti clinicamente significativi sulla clearance di bortezomib. La clearance di bortezomib BSA- normalizzata riportata nei pazienti pediatrici è risultata simile a quella osservata negli adulti.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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A concentrazioni < 3,125 μg/ml (concentrazione più bassa valutata), bortezomib ha dimostrato un attività clastogenica (aberrazioni cromosomiche strutturali) nel saggio in vitro su cellule ovariche di criceto cinese (CHO). Bortezomib non ha mostrato genotossicità nel test di mutagenesi in vitro (test di Ames), né nel test del micronucleo in vivo effettuato nei topi.

In studi di tossicità sullo sviluppo condotti nel ratto e nel coniglio, si è evidenziata una mortalità embriofetale a dosi tossiche per la madre, ma nessuna tossicità embriofetale al di sotto della dose tossica per la madre.

Non sono stati condotti studi sulla fertilità, ma è stata effettuata la valutazione dei tessuti riproduttivi negli studi di tossicità generale. Nello studio di 6 mesi condotto sui ratti, sono stati riscontrati effetti degenerativi a carico sia dei testicoli che delle ovaie. È quindi probabile che bortezomib possa avere un potenziale effetto sulla fertilità maschile e su quella femminile. Non sono stati condotti studi sullo sviluppo perinatale e postnatale.

Gli studi sulla tossicità generale con cicli multipli condotti nel ratto e nella scimmia, hanno rivelato che i principali organi bersaglio sono stati: il tratto gastrointestinale, con conseguenti episodi di vomito e/o diarrea; i tessuti ematopoietici e linfatici, con conseguente citopenia nel sangue periferico, atrofia del tessuto linfatico e ipocellularità ematopoietica del midollo osseo; neuropatia periferica (osservata nelle scimmie, nei topi e nei cani) a carico degli assoni dei nervi sensoriali; lievi modificazioni a livello renale. Dopo l’interruzione del trattamento, tutti questi organi bersaglio hanno evidenziato un recupero da parziale a completo.

Sulla base di studi negli animali, il passaggio di bortezomib attraverso la barriera ematoencefalica appare limitato, e non è nota la rilevanza nell’uomo.

Studi farmacologici di sicurezza cardiovascolare condotti nella scimmia e nel cane mostrano che la somministrazione endovenosa di dosi in mg/m2 da 2 a 3 volte superiori a quella clinicamente raccomandata provoca incremento della frequenza cardiaca, diminuzione della contrattilità cardiaca, ipotensione e morte. Nel cane, la diminuzione della contrattilità cardiaca e l’ipotensione erano controllate dal trattamento in acuto con agenti inotropi positivi o vasopressori, ed è stato osservato un leggero incremento nell’intervallo QT corretto.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Mannitolo (E421)

06.2 Incompatibilità

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Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

06.3 Periodo di validità

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Flaconcino non aperto 3 anni

Soluzione ricostituita

Da un punto di vista microbiologico, la soluzione ricostituita deve essere utilizzata immediatamente dopo la preparazione. Se non utilizzati immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore. Tuttavia, la stabilità chimica e fisica durante l’uso della soluzione ricostituita è stata dimostrata per 8 ore a 25 °C / 60% UR al buio se conservato in una fiala e in una siringa di polipropilene.

Il tempo di conservazione totale per il medicinale ricostituito non deve superare 8 ore prima della somministrazione.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.

Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Bortezomib Zentiva 3,5 mg è confezionato in un flaconcino di vetro tipo I 10R (volume nominale 10 ml) incolore con un tappo di gomma bromobutilica e un cappuccio rimovibile blu.

Ogni confezione contiene 1 flaconcino monouso.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Precauzioni generali

Bortezomib è un agente citotossico. Pertanto, è necessario prestare particolare attenzione durante la manipolazione e la preparazione di Bortezomib Zentiva. Si consiglia di indossare guanti e altri indumenti protettivi per impedire il contatto con la cute.

Data l’assenza di conservanti, durante la manipolazione di Bortezomib Zentiva devono essere rispettate le norme di tecnica asettica.

Si sono verificati casi di decesso in seguito alla somministrazione involontaria intratecale di bortezomib.Bortezomib Zentiva 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile è destinato all’uso endovenoso o

sottocutaneo

. Bortezomib Zentiva non deve essere somministrato per via intratecale.

Istruzioni per la ricostituzione

Bortezomib Zentiva deve essere ricostituito da un operatore sanitario.

Bortezomib Zentiva 3,5 mg

Iniezione endovenosa

Ogni flaconcino da 10 ml di Bortezomib Zentiva deve essere ricostituito con 3,5 ml di soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). La dissoluzione della polvere liofilizzata avviene in meno di 2 minuti.

Dopo la ricostituzione, ogni ml di soluzione contiene 1 mg di bortezomib. La soluzione ricostituita è limpida e incolore, con un pH finale compreso fra 4 e 7.

La soluzione ricostituita deve essere ispezionata visivamente prima della somministrazione per controllare l’eventuale presenza di particolato o cambiamento di colore. In presenza di particolato o cambiamento di colore, la soluzione ricostituita non deve essere utilizzata e deve essere eliminata.

Iniezione sottocutanea

Ogni flaconcino da 10 ml di Bortezomib Zentiva deve essere ricostituito con 1,4 ml di soluzione iniettabile

di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). La dissoluzione della polvere liofilizzata avviene in meno di 2 minuti.

Dopo la ricostituzione, ogni ml di soluzione contiene 2,5 mg di bortezomib. La soluzione ricostituita è

limpida e incolore, con un pH finale compreso fra 4 e 7. La soluzione ricostituita deve essere ispezionata

visivamente prima della somministrazione per controllare l’eventuale presenza di particolato o cambiamento

di colore. In presenza di particolato o cambiamento di colore, la soluzione ricostituita non deve essere

utilizzata e deve essere eliminata.

Smaltimento

Bortezomib Zentiva è monouso.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Zentiva Italia S.r.l. Viale L. Bodio, 37/B 20158 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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Bortezomib Zentiva 3,5 mg polvere per soluzione iniettabile – AIC n. 047113016

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data di prima autorizzazione:

Data dell’ultimo rinnovo:

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 20/04/2021