Prednisolone Medipha Sante: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Prednisolone Medipha Sante

Prednisolone Medipha Sante

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Prednisolone Medipha Sante: ultimo aggiornamento pagina: 21/01/2024 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Prednisolone Medipha Sante 5 mg compresse solubili Prednisolone Medipha Sante 10 mg compresse solubili

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Prednisolone Medipha Sante 5 mg compresse solubili Ogni compressa solubile contiene 5 mg di prednisolone (come sodio fosfato).

Prednisolone Medipha Sante 10 mg compresse solubili Ogni compressa solubile contiene 10 mg di prednisolone (come sodio fosfato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse solubili.

Prednisolone Medipha Sante 5 mg compresse solubili Compresse rosa, rotonde, piatte dai bordi smussati, con linea d’incisione su un lato e “5” impresso sull’altro lato, con diametro di circa 7 mm.

Prednisolone Medipha Sante 10 mg compresse solubili Compresse rosa, rotonde, piatte dai bordi smussati, con linea d’incisione su un lato e “10” impresso sull’altro lato, con diametro di circa 8,7 mm.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Prednisolone Medipha Sante è indicato negli adulti e nei bambini per il trattamento delle seguenti condizioni: asma bronchiale, gravi reazioni di ipersensibilità, anafilassi; artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, dermatomiosite, malattia del tessuto connettivo mista (esclusa sclerosi sistemica), poliarterite nodosa.

disturbi infiammatori della cute, inclusi pemfigo volgare, pemfigoide bolloso e pioderma gangrenoso; sindrome nefrosica a lesioni minime, nefrite interstiziale acuta;

colite ulcerosa, morbo di Crohn, sarcoidosi;

cardite reumatica;

anemia emolitica (autoimmune), leucemia linfoblastica acuta e leucemia linfocitica cronica, linfoma maligno, mieloma multiplo, porpora trombocitopenica idiopatica; immunosoppressione in caso di trapianto.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Deve essere usato il dosaggio più basso in grado di produrre un risultato accettabile (vedere il paragrafo sulle precauzioni); quando è possibile ridurre il dosaggio, ciò deve essere realizzato per gradi. Durante la terapia prolungata qualsiasi malattia intercorrente, trauma o procedura chirurgica richiederenno un temporaneo aumento del dosaggio; se i corticosteroidi sono stati interrotti dopo un terapia prolungata, può essere necessario reintrodurli temporaneamemente.

Adulti

La dose utilizzata dipenderà dalla malattia, dalla sua gravità e dalla risposta clinica ottenuta. I seguenti schemi posologici sono forniti solo in via indicativa. Generalmente il dosaggio utilizzato viene suddiviso in più somministrazioni.

Trattamento a breve termine:

20-30 mg al giorno per i primi giorni, successivamente ridurre il dosaggio di 2,5 o 5 mg ogni 2-5 giorni, in base alla risposta.

Artrite reumatoide:

Da 7,5 a 10 mg al giorno. Per la terapia di mantenimento viene utilizzato il dosaggio più basso efficace.

Maggior parte delle altre condizioni:

Da 10 a 100 mg al giorno per 1-3 settimane, poi ridurre al dosaggio minimo efficace.

Popolazione pediatrica

Possono essere utilizzate frazione del dosaggio per gli adulti (ad es. 75% a 12 anni, 50% a 7 anni e 25% a 1 anni) ma occorre dare il giusto peso ai fattori clinici.

Prednisolone Medipha Sante può essere somministrato in fase iniziale nel trattamento dell’asma acuta. Attacchi nei bambini. Per i bambini al di sopra dei 5 anni utilizzare una dose da 30-40 mg di prednisolone. Per i bambini di età compresa tra 2-5 anni utilizzare una dose da 20 mg di prednisolone. Quelli già in trattamento con compresse di steroidi per il mantenimento devono ricevere 2 mg/kg di prednisolone fini a un masismo di 60 mg. La dose di prednisolone può essere ripetuta nei bambini che vomitano; ma nei bambini che non sono in grado di trattenere medicinali ingeriti per via orale si devono considerare gli steroidi per via endovenosa. Generalmente è sufficiente un trattamento fino a 3 giorni, ma la durata del ciclo deve essere adattata al numero di giorni necessari per ottenere la guarigione. Non è necessario ridurre gradualmente la dose al termine del trattamento.

Per i bambini al di sotto dei 2 anni, Prednisolone Medipha Sante può essere usato in fase iniziale nel trattamento di episodi da moderati a gravi di asma acuta in ambiente ospedaliero, alla dose di 10 mg fino a 3 giorni.

Modo di somministrazione

Prednisolone Medipha Sante deve essere sciolto in acqua.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Infezioni sistemiche, tranne nel caso in cui sia in atto una specifica terapia anti-infettiva.

Immunizzazione con virus vivi.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Nei pazienti che hanno ricevuto dosi di corticosteroidi per via sistemica maggiori di quelle fisiologiche (approssimativamente 7,5 mg di prednisolone o farmaco equivalente) per periodi superiori a 3 settimane, l’interruzione del trattamento non può avvenire in maniera repentina. Le modalità di riduzione della dose dipendono in larga misura dalla possibilità di recidive della malattia, una volta ridotta la dose di corticosteroidi somministrati per via sistemica. Durante l’interruzione del farmaco può quindi essere necessaria una valutazione clinica dell’attività della malattia. Se risulta improbabile che la malattia recidivi durante l’interruzione dei corticosteroidi per via sistemica ma vi è incertezza riguardo alla soppressione dell’asse HPA, la riduzione della dose di corticosteroidi sistemici a livelli fisiologici può avvenire rapidamente. Una volta raggiunta una dose giornaliera equivalente a 7,5 mg di prednisolone, la riduzione della dose deve essere più lenta per permettere il ripristino dell’asse HPA.

La brusca interruzione di un trattamento con corticosteroidi sistemici, che si sia protratto per un massimo di 3 settimane, è appropriata se si ritiene che la recidiva sia improbabile. Nella maggior parte dei pazienti è improbabile che la brusca interruzione di dosi fino a 40 mg al giorno di prednisolone, o farmaco equivalente, assunte per 3 settimane produca una soppressione clinicamente rilevante dell’asse HPA.

Tuttavia, nei seguenti gruppi di pazienti, deve essere presa in considerazione la sospensione graduale della terapia con corticosteroidi sistemici anche dopo cicli di terapia di durata pari o inferiore a 3 settimane: Pazienti sottoposti a cicli ripetuti di corticosteroidi per via sistemica, in particolare per periodi superiori a 3 settimane, In caso di prescrizione di un ciclo di breve durata entro un anno dalla conclusione di una terapia a lungo termine (mesi o anni), Pazienti che potrebbero avere cause di insufficienza corticosurrenalica diverse dalla terapia corticosteroidea esogena, se sono stati interrotti dopo un terapia prolungata, può essere necessario reintrodurli temporaneamente Pazienti in terapia con dosi di corticosteroidi sistemici superiori a 40 mg al giorno di prednisolone (o farmaci equivalenti), Pazienti in cui la dose è stata ripetutamente assunta alla sera.

I pazienti devono portare con loro carte sul “trattamento con steroidi” che forniscano indicazioni chiare sulle precauzioni da prendere per minimizzare il rischio e che forniscono dettagli sul prescrittore, sul farmaco, sul dosaggio e sulla durata del trattamento.

Durante terapia prolungata può manifestarsi atrofia della corticale surrenalica, che può persistere per anni dopo l’interruzione del trattamento. Pertanto, dopo terapia prolungata, l’interruzione dell’uso di corticosteroidi deve essere effettuata sempre in modo graduale, al fine di evitare l’insufficienza surrenalica acuta che può essere fatale, riducendo progressivamente la dose nell’arco di settimane o mesi, a seconda del dosaggio e della durata del trattamento. Durante la terapia prolungata, qualsiasi malattia intercorrente, trauma o procedura chirurgica richiederenno un temporaneo aumento del dosaggio; se i corticosteroidi sono stati interrotti dopo un terapia prolungata, può essere necessario reintrodurli temporaneamente.

La soppressione dell’asse HPA e altri effetti indesiderati possono essere minimizzati utilizzando la dose più bassa efficace per il periodo di tempo minimo, e somministrando la dose giornaliera necessaria come dose singola al mattino o laddove possibile, come dose singola al mattino a giorni alterni. È richiesta una frequente revisione della terapia del paziente per titolare la dose in maniera appropriata rispetto all’attività della malattia. (Vedere paragrafo sul dosaggio).

Disturbi visivi

Con l’uso di corticosteroidi sistemici e topici possono essere riferiti disturbi visivi. Se un paziente si presenta con sintomi come visione offuscata o altri disturbi visivi, è necessario considerare il rinvio a un oculista per la valutazione delle possibili cause che possono includere cataratta, glaucoma o malattie rare come la corioretinopatia sierosa centrale (CSCR), che sono state segnalate dopo l’uso di corticosteroidi sistemici e topici.

Effetti antinfiammatori/immunosoppressivi e infezione

Nei pazienti in terapia con corticosteroidi è stata segnalata l’insorgenza di sarcoma di Kaposi.

L’immunosoppressione cronica (ad es. nel contesto del trapianto di organi), è stato associato a un aumentato rischio di tumori maligni.

La soppressione della risposta infiammatoria e della funzionalità immunitaria aumenta la suscettibilità alle infezioni e la loro gravità. Le infezioni opportunistiche risultanti possono essere fatali. Il quadro clinico può spesso presentarsi in modo atipico ed infezioni gravi quali setticemia e tubercolosi possono essere mascherate e raggiungere uno stadio avanzato prima di essere diagnosticate.

La varicella preoccupa in modo particolare, poiché questa malattia solitamente di modesta gravità può rivelarsi fatale in pazienti immunodepressi. I pazienti che non presentano una conferma anamnestica di varicella devono evitare contatti stretti con soggetti affetti da varicella o herpes zoster e, in caso di esposizione, devono richiedere immediata assistenza medica. Nel caso in cui il paziente sia un bambino, la raccomandazione sopra riportata deve essere comunicata ai genitori. Nei pazienti non immunizzati esposti al virus della varicella che stanno seguendo una terapia corticosteroidea sistemica o che hanno seguito tale terapia nei 3 mesi precedenti, è necessario ricorrere all’immunizzazione passiva con immunoglobuline per varicella zoster (VZIG); queste devono essere somministrate entro 10 giorni dall’esposizione alla varicella. In caso di conferma della diagnosi di varicella, la malattia dovrà essere seguita da uno specialista e richiederà un trattamento tempestivo.

La terapia con corticosteroidi non deve essere interrotta e potrebbero essere necessari aumenti del dosaggio.

I pazienti devono essere avvertiti di prestare particolare attenzione nell’evitare contatti con persone affette da morbillo e, in caso di esposizione, di richiedere immediatamente il consiglio del medico. Può risultare necessaria una profilassi con immunoglobuline normali per uso intramuscolare.

La somministrazione di vaccini vivi deve essere evitata nei soggetti con risposta immunitaria compromessa a causa dell’assunzione di alte dosi di corticosteroidi. La risposta anticorpale ad altri vaccini può risultare ridotta.

A causa della possibile ritenzione di liquidi, occorre prestare attenzione quando i corticosteroidi vengono somministrati a pazienti affetti da insufficienza renale, ipertensione o insufficienza cardiaca congestizia.

I corticosteroidi possono peggiorare il diabete mellito, l’osteoporosi, l’ipertensione, il glaucoma ed epilessia e pertanto i pazienti affetti o con un’anamnesi familiare per queste condizioni devono essere monitorati con frequenza.

È necessaria cautela e un frequente monitoraggio del paziente in caso di anamnesi di gravi disturbi affettivi (in particolare anamnesi di precedente psicosi da steroidi), precedente miopatia steroidea, ulcera peptica, ipotiroidismo, recente infarto miocardico o pazienti con anamnesi di tubercolosi.

Nei pazienti con insufficienza epatica, i livelli ematici di corticosteroidi possono risultare aumentati, come con altri farmaci metabolizzati dal fegato. È pertanto necessario un frequente monitoraggio del paziente.

Popolazione pediatrica

I corticosteroidi causano un ritardo della crescita dose-correlato nell’infanzia, nella fanciullezza e nell’adolescenza, che può essere irreversibile.

Anziani

Nei soggetti anziani, i comuni effetti avversi dei corticosteroidi somministrati per via sistemica, possono essere associati a ben più gravi conseguenze, specialmente osteoporosi, ipertensione, ipopotassiemia, diabete, suscettibilità alle infezioni e assottigliamento della cute. È richiesta una rigorosa supervisione clinica per evitare reazioni pericolose per la vita.

I pazienti e/o chi si prende cura di loro devono essere informati delle reazioni avverse psichiatriche potenzialmente gravi che si possono manifestare con gli steroidi sistemici (vedere Paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Tipicamente i sintomi emergono entro pochi giorni o settimane dall’inizio del trattamento. I rischi possono essere maggiori con un’esposizione sistemica ad alte dosi (vedere anche Paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione), sebbene i livelli della dose non consentano di prevedere insorgenza, natura, gravità o durata delle reazioni. La maggior parte delle reazioni avverse si risolve a seguito di riduzione della dose o dell’interruzione del farmaco, sebbene possa essere richiesto un trattamento specifico. I pazienti o chi li assiste devono essere incoraggiati a rivolgersi a un medico se temono lo sviluppo di sintomi psicologici, soprattutto in presenza di sospetta depressione dell’umore o idea suicida. I pazienti/chi si prende cura di loro devono essere allertati circa l’insorgenza di possibili disturbi psichiatrici che possono manifestarsi durante o immediatamente dopo la riduzione graduale della dose/interruzione degli steroidi somministrati per via sistemica, sebbene tali reazioni siano state segnalate sporadicamente.

Particolare attenzione è richiesta nel considerare l’impiego di corticosteroidi somministrati per via sistemica in pazienti con anamnesi esistente o gravi disturbi affettivi negli stessi pazienti o nei parenti di primo grado. Tali disturbi comprendono malattia depressiva o maniaco-depressiva e precedente psicosi da steroidi.

Crisi renale sclerodermica

Si richiede cautela in pazienti con sclerosi sistemica a causa di un aumento dell’incidenza di crisi renale sclerodermica (possibilmente fatale) con ipertensione e diuresi diminuita osservate in seguito all’assunzione di una dose giornaliera pari o superiore a 15 mg di prednisolone. La pressione arteriosa e la funzione renale (creatinina s), pertanto, devono essere sottoposte a controlli regolari. In caso di sospetta crisi renale, la pressione arteriosa deve essere sottoposta a controlli accurati.

Eccipienti

Prednisolone Medipha Sante 5 mg compresse solubili

Questo medicinale contiene 5,80 mg di sodio benzoato in ciascuna compressa.

Questo medicinale contiene 24,97 mg di sodio per compressa, equivalente all’1,25% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

Prednisolone Medipha Sante 10 mg compresse solubili

Questo medicinale contiene 11,60 mg di sodio benzoato in ciascuna compressa.

Questo medicinale contiene 49,94 mg di sodio per compressa, equivalente al 2,5% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Si ritiene che il trattamento concomitante con inibitori di CYP3A, compresi i medicinali contenenti cobicistat, possa aumentare il rischio di effetti indesiderati sistemici. L’associazione deve essere evitata a meno che il beneficio non superi il maggior rischio di effetti indesiderati sistemici dovuti ai corticosteroidi; in questo caso è necessario monitorare i pazienti per verificare l’assenza di effetti indesiderati sistemici dovuti ai corticosteroidi.

Rifampicina, rifabutina, carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, primidone, efedrina e aminoglutetimide aumentano il metabolismo dei corticosteroidi e il suo effetto terapeutico può essere ridotto.

Il mifepristone può ridurre l’effetto dei corticosteroidi per 3-4 giorni.

Eritromicina e ketoconazolo possono inibire il metabolismo di alcuni corticosteroidi.

La ciclosporina aumenta la concentrazione plasmatica del prednisolone. Lo stesso effetto è possibile con ritonavir.

Gli estrogeni ed altri contraccettivi orali possono potenziare gli effetti dei glucocorticoidi; possono essere pertanto necessari adattamenti del dosaggio da uno schema posologico definito, in caso di somministrazione o di interruzione di contraccettivi orali.

Gli effetti terapeutici desiderati degli agenti ipoglicemizzanti (inclusa l’insulina), degli antipertensivi e dei diuretici sono antagonizzati dai corticosteroidi.

L’effetto della somatotropina di stimolazione della crescita può essere inibito dall’uso concomitante di corticosteroidi.

Gli steroidi possono ridurre gli effetti degli anticolinesterasici nella miastenia grave e ei mezzi di contrasto radiografici per la colecistografia radiologica.

L’efficacia degli anticoagulanti cumarinici e di warfarin può risultare potenziata dalla somministrazione concomitante della terapia corticosteroidea, ed è quindi necessario un attento monitoraggio dell’INR o del tempo di protrombina per evitare sanguinamenti spontanei.

L’uso concomitante di aspirina e Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) con corticosteroidi aumenta il rischio di emorragie e ulcere gastrointestinali.

La clearance renale dei salicilati risulta aumentata dai corticosteroidi e la sospensione della terapia con steroidi può determinare un aumento dei livelli sierici di salicilato e indurre intossicazione da salicilati.

Gli effetti ipopotassiemici di acetazolamide, diuretici dell’ansa, diuretici tiazidici e carbenossolone sono potenziati dai corticosteroidi. Il rischio di ipopotassiemia aumenta con l’assunzione di teofillina ed amfotericina. I corticosteroidi non devono essere somministrati in concomitanza con amfotericina, a meno che non siano necessari per controllare le reazioni.

Il rischio di ipopotassiemia aumenta anche in caso di somministrazione concomitante di elevate dosi di corticosteroidi con alte dosi di bambuterolo, fenoterolo, formoterolo, ritodrina, salbutamolo, salmeterolo e terbutalina. La tossicità dei glicosidi cardiaci aumenta nel caso in cui l’ipopotassiemia si verifichi con i corticosteroidi.

L’uso concomitante con metrotrexato può aumentare il rischio di tossicità ematologica.

Elevate dosi di corticosteroidi compromettono la risposta immunitaria e pertanto deve essere evitata la somministrazione di vaccini vivi (vedere anche paragrafo sulle avvertenze).

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

La capacità di attarversare la placenta varia tra i singoli farmaci, tuttavia l’88% del prednisolone è inattivato quanto attarversa la placenta.

La somministrazione di corticosteroidi ad animali in stato di gravidanza può causare anomalie dello sviluppo fetale, quali palatoschisi, ritardo della crescita intrauterina ed effetti sulla crescita e sullo sviluppo cerebrale. Non vi è evidenza che i corticosteroidi producano nell’uomo un aumento dell’incidenza di anomalie congenite quali palatoschisi/labioschisi. Tuttavia, quando somministrati per periodi prolungati o ripetutamente durante la gravidanza, i corticosteroidi possono aumentare il rischio di ritardo della crescita intrauterina.

In teoria, a seguito di esposizione prenatale ai corticosteroidi, nel neonato può svilupparsi iposurrenalismo, condizione che di solito si risolve spontaneamente dopo il parto e raramente è di rilevanza clinica. Come tutti i medicinali, i corticosteroidi devono essere prescritti solo quando i benefici per la madre e il bambino superano i rischi. Tuttavia, quando la terapia con corticosteroidi risulta essenziale, le pazienti in cui la gravidanza presenti un decorso normale possono essere trattate come se non fossero in gravidanza.

Le pazienti con pre-eclampsia o ritenzione idrica richiedono un attento monitoraggio. In gravidanza è stata decsritta depressione dei livelli ormonali ma il significato di questo dato non è chiaro.

Allattamento

I corticosteroidi sono escreti in piccole quantità nel latte materno. Tuttavia, è improbabile che dosi fino a 40 mg al giorno di prednisolone possano causare effetti sistemici sul neonato. I neonati di madri che assumono dosi maggiori possono sviluppare un certo grado di soppressione surrenalica, ma è verosimile che i vantaggi dell’allattamento al seno superino qualsiasi rischio teorico.

Fertilità

I corticosteroidi possono causare mestruazioni irregolari o amenorrea. Negli studi sugli animali i corticosteroidi hanno dimostrato di compromettere la fertilità (vedere paragrafo 5.3).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari non sono stati studiati.

 

04.8 Effetti indesiderati

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L’incidenza degli effetti indesiderati prevedibili, inclusa la soppressione dell’asse dell’asse ipotalamo-ipofisi- surrene (HPA), è correlata alla potenza relativa del farmaco, al dosaggio, ai tempi di somministrazione e alla durata del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

I seguenti effetti indesiderati possono essere associati all’uso di corticosteroidi per via sistemica a lungo termine con la seguente frequenza: Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato
Infezioni ed infestazioni Non nota Aumentata suscettibilità e aumentata gravità delle infezioni con soppressione dei sintomi e segni clinici, infezioni opportunistiche, recidiva di tubercolosi latente (vedere paragrafo 4.4).
Tumori benigni, maligni e non specificati (incl. cisti e polipi) Non nota È stata segnalata insorgenza di sarcoma di Kaposi in pazienti in terapia con corticosteroidi.
L’interruzione dei corticosteroidi può dar luogo a remissione clinica.
Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota Leucocitosi.
Disturbi del sistema immunitario Non nota Ipersensibilità inclus anafilassi.
Patologie endocrine Non nota Soppressione dell’asse HPA. Facies cushingoide
Tolleranza compromessa ai carboidrati con
aumentata necessità di terapia antidiabetica, manifestazione di diabete mellito latente.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non nota Ritenzione idrica e di sodio, ipopotassiemia, alcalosi ipocaliemica, appetito aumentato,
equilibrio negativo delle proteine e del calcio.
Disturbi psichiatrici Non nota Umore euforico, dipendenza psicologica, umore
depresso, insonnia, aggravamento della schizofrenia.a
Patologie del sistema nervoso Non nota Capogiri, cefalea.
Pressione intracranica aumentata con papilloedema nei bambini (pseudotumor cerebri)
–generalmente dopo la sospensione del trattamento.
Aggravamento dell’epilessia.
Patologie dell’occhio Non nota Glaucoma, papilloedema, cataratte subcapsulari posteriori, corioretinopatia sierosa centrale,
esoftalmo, assottigliamento corneale e sclerale,
esacerbazione di infezioni oculari virali e fungine e visione offuscata (vedere anche paragrafo 4.4).
Patologie dell’orecchio e del labirinto Non nota Vertigini
Patologie cardiache Non nota Rottura del miocardio in seguito ad infarto miocardico recente.
Insufficienza cardiaca congestizia (in pazienti sensibili).
Patologie vascolari Non nota Ipertensione, embolia.
Patologie respiratorie, toraciche
e mediastiniche
Non nota Singhiozzo
Patologie gastrointestinali Non nota Dispepsia, nausea, vomiting, distensione addominale, dolore addominale, diarrea, ulcera esofagea, candidosi, pancreatite acuta.
Ulcera peptica con perforazione ed emorragia.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non nota Atrofia cutanea, strie della cute, acne,
telangiectasia, iperidrosi, eruzione cutanea, prurito, orticaria, irsutismo.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non nota Miopatia, osteoporosi, fratture vertebrali e delle ossa lunghe, osteonecrosi avascolare, mialgia. Ritardo nella crescita nella prima infanzia,
nell’infanzia e nell’adolescenza
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non nota Irregolarità mestruale, amenorrea.
Patologie generali e condizioni relative alla sede di
somministrazione
Non nota Guarigione compromessa, malessere.
Esami diagnostici s Non nota Peso aumentato.
Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura Non nota Rottura del tendine, contusione (lividi).

a) Sono state segnalate una vasta gamma di reazioni psichiatriche inclusi disturbi affettivi (come umore irritabile, euforico, depresso e labile e pensieri suicidari), reazioni psicotiche (inclusi mania, delirio, allucinazioni e aggravamento della schizofrenia), disturbi comportamentali, irritabilità, ansia, disturbi del sonno e disfunzione cognitiva incluse confusione e amnesia. Le reazioni sono comuni e possono verificarsi sia negli adulti che nei bambini. Negli adulti la frequenza delle reazioni gravi è stata stimata a circa il 5-6%. Sono stati segnalati effetti psicologici con l’interruzione di corticosteroidi; la frequenza non nota.

Crisi renale sclerodermica

Tra le diverse sottopopolazioni, l’insorgenza di crisi renali sclerodermiche varia. Il rischio più elevato è stato segnalato in pazienti con sclerosi sistemica diffusa; il rischio più basso è stato segnalato in pazienti con sclerosi sistemica limitata (2 %) e sclerosi sistemica ad esordio giovanile (1 %).

Sintomi da astinenza

Una riduzione troppo rapida del dosaggio di corticosteroide dopo trattamento prolungato può portare a insufficienza adrenocorticale acuta, ipotensione e morte (vedere Paragrafo 4.4) Può svilupparsi anche una “sindrome da astinenza” con febbre, mialgia, artralgia, rinite, congiuntivite, noduli cutanei pruriginosi e dolorosi e calo ponderale.

In alcuni casi, i sintomi da astinenza possono comportare o assomigliare a una recidiva clinica della malattia per la quale il paziente è stato sottoposto a trattamento.

Altri effetti collaterali che possono verificarsi durante la sospensione o la modifica della terapia corticosteroidea comprendono ipertensione intracranica benigna con cefalea e vomito e papilledema causato da edema cerebrale.

Rinite o eczema latente possono diventare manifesti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

 

04.9 Sovradosaggio

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Trattamento È indicato terapia sintomatica e di supporto. Devono essere monitorati gli elettroliti sierici.

Dosi elevate di corticosteroidi per via sistemica causate da uso cronico sono state associate a eventi avversi come i disturbi neuropsichiatrici (psicosi, depressione, allucinazioni), disritime cardiache e sindrome di Cushing.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: glucorticoidi, codice ATC: H02AB06

Prednisolone Medipha Sante contiene prednisolone in forma di 21-fosfato disodico estere. Il prednisolone sodio fosfato è un glucocorticoide sintetico con le stesse proprietà generali del prednisolone stesso e di altri composti classificati come corticosteroidi. A parità di peso di principio attivo il prednisolone è quattro volte più attivo dell’idrocortisone.

Il prednisolone sodio fosfato è molto solubile in acqua, ed è quindi meno probabile che causi irritazioni gastriche locali rispetto al prednisolone alcol, che è soltanto leggermente solubile. Questo è un aspetto importante quando sono necessari dosaggi elevati, come nella terapia immunosoppressiva.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Il prednisolone è prontamente assorbito dal tratto gastrointestinale e il picco delle concentrazioni plasmatiche viene raggiunto entro 1 o 2 ore dalla somministrazione di una dose orale. Il prednisolone plasmatico è principalmente legato alle proteine (70-90%), con legame all’albumina e alla globulina legante i corticosteroidi. L’emivita plasmatica del prednisolone, dopo una singola dose, è compresa tra le 2,5 e le 3,5 ore.

Distribuzione

Il volume di distribuzione e la clearance del prednisolone totale e non legato sono concentrazione dipendenti, e ciò è stato attribuito al legame saturabile alle proteine rispetto al range di concentrazione plasmatica terapeutica.

Biotrasformazione

Il prednisolone viene estesamente metabolizzato, principalmente nel fegato. Tuttavia le vie metaboliche non sono chiaramente definite.

Eliminazione

Oltre il 90% della dose di prednisolone viene escreta nelle urine, il 7-30% come prednisolone libero e il resto recuperato sotto forma di diversi metaboliti.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Tossicità acuta

In studi che valutavano la tossicità acuta nel ratto, il valore DL50 (seguito da morte dopo 7 giorni) dopo una dose singola è stato di 240 mg di prednisolone/kg di peso corporeo. Nei pazienti, sono non solo tollerate, ma persino raccomandate, dosi fino a 200 mg. In alcune indicazioni (ad es. forme specifiche di shock, shock polmonare o per l’immunosoppressione a seguito di trapianto d’organo) sono raccomandate dosi fino a 3000 mg di prednisolone.

Tossicità subcronica

Dopo la somministrazione intraperitoneale giornaliera di 33 mg/kg di peso corporeo di prednisolone per 7-14 giorni, sono stati osservati cambiamenti nelle osservazioni al microscopio ottico ed elettronico delle isole di Langerhans nel ratto. Nel coniglio, alterazioni epatica sperimentali sono state indotte dalla somministrazione giornaliera di dosi di 2-3 mg/kg di peso corporeo per 2-4 settimane. Gli effetti tossicologici tradotti da necrosi muscolari sono stati segnalati sopo diverse settimane di somministrazione di 0,5-5 mg/kg di peso corporeo nella cavia e 4 mg/kg di peso corporeo nel cane.

Carcinogenesi

Non sono disponibili studi a lungo termine negli animali che studiano gli effetti cancerogeni del prednisolone.

Tuttavia, c’è uno studio nel ratto Sprague-Dawley, in cui il prednisolone è stato somministrarto a una dose media giornaliera di 368 µg/kg per 104 giorni e che ha mostrato risultati positivi per il carcinoma epatocellulare.

Mutagenesi

Gli effetti mutageni del prednisolone non sono stati sufficientemente studiati. I rapporti preliminari hanno mostrato un effetto mutageno, in particolare nel ratto nel cui caso sono stati osservati linfomi. Tuttavia, l’entità della rilevanza di questi dati non è stata determinata.

Tossicità riproduttiva

Negli studi nel topo, nel criceto e nel coniglio, prednisolone ha causato palatoschisi. Dopo somministrazione parenterale nel ratto, sono state dimostrate lievi anomalie a livello del cranio, della mascella e della lingua. Son stati osservati anche disturbi della crescita intrauterina.

Nell’uomo, 200 casi pubblicati non hanno mostrato aumentato rischio di malformazione. Tuttavia, il numero di casi è relativamente basso per escludere qualsiasi rischio con adeguata certezza. L’esperienza clinica con i glucocorticoidi nel primo trimestre di gravidanza non ha comunque mostrato finora effetti teratogeni nell’uomo. La somministrazione di dosi elevate di prednisolone nell’arco di un periodo di tempo esteso (30 mg/die per almeno 4 settimane) ha causato alterazioni reversibili nella spermatogenesi, che persisteva per diversi mesi dopo l’interruzione del farmaco.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Citrato monosodico, bicarbonato di sodio, povidone K30, sodio benzoato (E211), polietilene glicole, saccarina sodica (E954), eritrosina (E127).

 

06.2 Incompatibilità

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Non note.

 

06.3 Periodo di validità

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24 mesi.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare a temperatura inferiore a 25C.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Le compresse sono confezionate in blister in alluminio-alluminio e sono fornite in scatole da 30 e 100 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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lt;e la manipolazione> Per le istruzioni d’uso dettagliate fare riferimento al Foglio Illustrativo per il paziente in ciascuna confezione.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Medipha Santé Les Fjords – Immeuble Oslo, 19 avenue de Norvège 91953 Courtaboeuf Cedex Francia

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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047315015 – "5 MG COMPRESSE OROSOLUBILI" 30 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL 047315027 – "5 MG COMPRESSE OROSOLUBILI" 100 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL 047315039 – "10 MG COMPRESSE OROSOLUBILI" 30 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL 047315041 – "10 MG COMPRESSE OROSOLUBILI" 100 COMPRESSE IN BLISTER AL/AL

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: {GG mese AAAA} [Completare con i dati nazionali]

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 05/01/2024