Ibuprofene DR – Ibuprofene: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Ibuprofene DR

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Ibuprofene DR: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Ibuprofene Dr. Reddy’s 400 mg soluzione per infusione Ibuprofene Dr. Reddy’s 600 mg soluzione per infusione

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni ml di soluzione contiene 4 mg di ibuprofene. Ogni sacca da 100 ml contiene 400 mg di ibuprofene. Ogni sacca da 150 ml contiene 600 mg di ibuprofene.

Eccipienti con effetto noto: ogni 100 mg contiene 13 mmol (303 mg) di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione per infusione. Soluzione chiara e incolore.

pH: 7,8-8,4

Osmolalità: 270-330 mOsm/l.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Ibuprofene 400 mg è indicato negli adulti per il trattamento sintomatico a breve termine del dolore acuto di intensità moderata e per il trattamento sintomatico a breve termine della febbre, quando la somministrazione per via endovenosa è clinicamente giustificata dal fatto che non sono possibili altre vie di somministrazione.

Ibuprofene 600 mg è indicato negli adulti per il trattamento a breve termine del dolore acuto di intensità moderata, quando la somministrazione per via endovenosa è clinicamente giustificata dal fatto che non sono possibili altre vie di somministrazione.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Deve essere mantenuta una adeguata idratazione del paziente per minimizzare il rischio di reazioni avverse a livello renale.

Adulti

Per Ibuprofene Dr,.Reddy’s 400 mg la dose raccomandata è di 400 mg di ibuprofene ogni 6-8 ore, se necessario, senza superare la dose massima giornaliera raccomandata di 1200 mg.

Per Ibuprofene Dr. Reddy’s 600 mg la dose raccomandata è di 600 mg di ibuprofene. Se clinicamente giustificato, può essere assunta una ulteriore dose da 600 mg dopo 6-8 ore, a seconda della intensità e della risposta al trattamento. La dose massima giornaliera è di 1200 mg.

Questo medicinale è indicato per il trattamento a breve termine (una durata massima di trattamento di 3 giorni) e la durata del trattamento deve essere limitata alla fase sintomatica acuta quando la somministrazione orale è inappropriata. I pazienti devono passare al trattamento orale il più presto possibile.

Anziani

Non è richiesta alcuna riduzione della dose. Tuttavia, devono essere prese precauzioni quando si trattano pazienti anziani in quanto sono generalmente più inclini ad effetti avversi (vedere paragrafi 4.4 e 4.8) e hanno maggiori probabilità di avere disfunzione renale, epatica e cardiovascolare e di usare medicinali concomitanti. A causa della possibilità di soffrire di reazioni avverse (vedere paragrafo 4.4) si raccomanda di monitorare questi pazienti. Il trattamento deve essere rivisto a intervalli regolari e interrotto se non si riscontra alcun beneficio o si verifica un’intolleranza. Utilizzare il dosaggio efficace più basso per la durata più breve compatibile con gli obiettivi del trattamento individuale del paziente.

Danno renale

Devono essere prese precauzioni quando i FANS sono utilizzati in pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con danno renale da lieve a moderato la dose iniziale deve essere ridotta e mantenuta più bassa possibile per il minor tempo possibile necessario per il controllo dei sintomi e la funzionalità renale deve essere monitorata.

Questo medicinale è controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).

Compromissione epatica

Devono essere prese precauzioni quando i FANS sono utilizzati in questa popolazione, sebbene non siano state osservate differenze nel profilo farmacocinetico.

I pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata devono iniziare il trattamento con dosi ridotte, la dose deve essere mantenuta il più bassa possibile per la durata minima necessaria e devono essere attentamente monitorati.

Questo medicinale è controindicato nei pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.3).

Popolazione pediatrica

Questo medicinale non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti. L’uso di Ibuprofene Dr. Reddy’s non è stato studiato in bambini e adolescenti. Pertanto la sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite.

Modo di somministrazione

Uso endovenoso.

Questo medicinale deve essere somministrato per infusione endovenosa per 30 minuti, vedere paragrafo 6.6.

La parte rimanente di soluzione deve essere eliminata, vedere paragrafo 6.6

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo, ad altri FANS o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Pazienti che hanno avuto in precedenza broncospasmo, asma, rinite, angioedema o orticaria con l’assunzione di acido acetilsalicilico o altri medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS).

Pazienti con storia di emorragia gastrointestinale o perforazione dovuta a precedente terapia con FANS.

Storia di ulcera peptica/emorragia gastrointestinale ricorrenti o in atto (due o più episodi distinti di ulcere o di sanguinamento dimostrabili).

Grave insufficienza epatica.

Grave insufficienza renale.

Grave insufficienza cardiaca (classe IV NYHA).

Sanguinamento cerebrovascolare o altro sanguinamento attivo.

Condizioni che comportano una maggiore tendenza al sanguinamento o sanguinamento attivo come trombocitopenia.

Disturbi della formazione delle cellule del sangue non chiariti.

Grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o inadeguata assunzione di liquidi).

Durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per il minor tempo necessario per controllare i sintomi (vedere rischi gastrointestinali e cardiovascolari).

I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragia e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.2).

Patologie respiratorie:

Nei pazienti affetti da o con storia di asma bronchiale o malattia allergica il broncospasmo può aggravarsi.

Reazioni anafilattoidi:

Come pratica standard durante l’infusione endovenosa, si raccomanda un attento monitoraggio del paziente, specialmente all’inizio dell’infusione per rilevare eventuali reazioni anafilattiche causate dal principio attivo o dagli eccipienti.

Reazioni di ipersensibilità gravi (ad es. shock anafilattico) sono state segnalate raramente.

Ai primi segni di reazione da ipersensibilità in seguito a somministrazione di ibuprofene, la terapia deve essere interrotta e deve essere stabilita una terapia sintomatica. Le misure mediche necessarie, in linea con i sintomi, devono essere avviate da personale specializzato.

Altri FANS:

L’uso di ibuprofene deve essere evitato in concomitanza con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 (vedere paragrafo 4.5).

LES e malattia mista del tessuto connettivo (MCTD):

Sono stati riportati alcuni casi di meningite asettica con l’uso di ibuprofene in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES). È più probabile che si manifesti meningite asettica in pazienti con lupus eritematoso sistemico e patologie del tessuto connettivo collegate (vedere paragrafo 4.8).

Danno renale ed epatico:

L’ibuprofene deve essere usato con cautela nei pazienti con storia di malattia renale o epatica e specialmente durante il trattamento concomitante con diuretici poiché l’inibizione delle prostaglandine può produrre ritenzione idrica e deterioramento della funzione renale (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). In caso di somministrazione a questi pazienti, la dose di ibuprofene deve essere la più bassa possibile e deve essere eseguito un monitoraggio regolare della funzione renale.

In caso di disidratazione, deve essere garantita un’adeguata assunzione di liquidi, poiché la disidratazione può essere un fattore scatenante per lo sviluppo dell’insufficienza renale.

In generale, l’uso abituale di analgesici, soprattutto delle associazioni di diversi principi analgesici, può portare a lesioni renali permanenti con rischio di insorgenza di insufficienza renale (nefropatia da analgesici). I pazienti a maggior rischio di questa reazione sono i pazienti anziani e quelli con funzionalità renale compromessa, disfunzione epatica, quelli che vengono trattati con diuretici o ACE inibitori.

L’interruzione della terapia con FANS è solitamente seguita dal recupero allo stato di pre-trattamento (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).

È stato riferito lo sviluppo di iperkaliemia in pazienti con danno renale e disidratazione dopo somministrazione di dosi elevate di trometamolo.

Come con altri FANS, l’ibuprofene può produrre lievi aumenti transitori di alcuni parametri della funzione epatica, oltre a significativi aumenti delle transaminasi. Nel caso in cui si verifichi un aumento importante di questi parametri, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).

Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari:

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg al giorno) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus). In generale, studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (es. ≥ 1200 mg/die) siano associati ad un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cardiovascolare devono essere trattati con ibuprofene soltanto se il medico ritiene che il rapporto beneficio/rischio sia favorevole e si devono evitare dosi elevate (2400 mg/die). Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di iniziare il trattamento a lungo termine per i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2400 mg/die) di ibuprofene.

Danni alla fertilità femminile:

L’uso di ibuprofene può compromettere la fertilità femminile per effetto sull’ovulazione (vedere paragrafo 4.6).

Patologie gastrointestinali:

I FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8).

Durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o storia di gravi eventi gastrointestinali, sono stati riportati sanguinamento gastrointestinale, ulcerazione o perforazione che possono essere fatali.

Il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e negli anziani. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (es. misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono base dosi di acido acetilsalicilico o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.

Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotononina e agenti antiaggreganti come l’acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).

Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono ibuprofene, il trattamento deve essere sospeso.

Reazioni cutanee:

Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (paragrafo 4.8). Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio; l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. L’ibuprofene deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa e qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

In casi eccezionali, la varicella può essere all’origine di gravi complicazioni cutanee e infettive dei tessuti molli. Finora, il contributo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni non può essere escluso. Pertanto, si consiglia di evitare l’uso di ibuprofene in caso di varicella.

Effetti ematologici:

L’ibuprofene può temporaneamente inibire la funzione piastrinica del sangue (aggregazione dei trombociti), aumentando il tempo di sanguinamento e il rischio di emorragia.

Pertanto, i pazienti con disturbi della coagulazione o sottoposti a chirurgia devono essere monitorati. È necessaria una speciale vigilanza medica per l’uso nei pazienti immediatamente dopo un intervento chirurgico maggiore.

L’ibuprofene deve essere usato con particolare cautela nei pazienti che ricevono ASA per inibire l’aggregazione piastrinica (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Effetti oftalmologici:

Visione offuscata o ridotta, scotomi e cambiamenti nella visione dei colori sono stati riportati con ibuprofene orale. Interrompere ibuprofene se il paziente sviluppa tali disturbi e indirizzarlo per un esame oftalmologico che includa campi visivi centrali e test di visione dei colori.

Altre speciali avvertenze e precauzioni per l’uso:

I FANS possono mascherare i segni di infezione.

Nei pazienti in trattamento a lungo termine con ibuprofene, la funzione renale, epatica ed ematologica e il conteggio ematico devono essere controllati come misura preventiva.

L’ipoglicemia transitoria è stata riportata con l’uso di Trometamolo. Si raccomanda di determinare i livelli plasmatici di glucosio durante il trattamento.

L’uso prolungato di medicinali analgesici può causare mal di testa che non deve essere trattato con dosi maggiori del medicinale.

Il paziente deve essere attentamente osservato all’inizio dell’infusione per reazioni anafilattoidi / di ipersensibilità a qualsiasi componente del prodotto. L’infusione deve essere interrotta e viene stabilito un trattamento sintomatico.

Interferenze con esami diagnostici:

Tempo di emorragia (può essere prolungato fino a 1 giorno dopo la sospensione della terapia).

Concentrazione di glucosio nel sangue (può diminuire).

Clearance della creatinina (può diminuire).

Ematocrito ed emoglobina (possono diminuire).

Concentrazioni ematiche di azoto ureico e concentrazioni sieriche di creatinina e potassio (possono aumentare).

Negli esami per valutare la funzionalità epatica: aumento dei valori delle

transaminasi.

L’ibuprofene deve essere usato solo dopo una rigorosa valutazione del rapporto rischi / benefici nei pazienti con disturbo congenito del metabolismo della porfirina (ad es. Porfiria intermittente acuta).

È necessaria cautela nei pazienti con determinate condizioni, che possono essere aggravate:

In pazienti che reagiscono in modo allergico ad altre sostanze, poiché esiste per

loro un rischio aumentato di reazioni di ipersensibilità con l’uso di questo medicinale.

Nei pazienti che soffrono di raffreddore da fieno, polipi nasali o disturbi respiratori

ostruttivi cronici esiste un rischio aumentato per loro che si verifichi reazione allergica. Queste possono presentarsi come attacchi d’asma (il cosiddetto asma analgesico), l’edema di Quincke o l’orticaria

Questo medicinale contiene 13 mmol (303 mg) di sodio ogni 100 ml di soluzione. Da tenere in considerazione in persone che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Altri FANS inclusi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 e salicilati:

Come risultato di effetti sinergici, l’uso concomitante di due o più FANS può aumentare il rischio di ulcere e sanguinamento gastrointestinali. Pertanto, l’uso concomitante di ibuprofene con altri FANS deve essere evitato (vedere paragrafo 4.4).

L’uso concomitante con altri FANS deve essere evitato in quanto può aumentare il rischio di ulcerazioni ed emorragie gastrointestinali (vedere paragrafo 4.4).

Acido acetilsalicilico:

La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazioni piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardo all’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito ad un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).

Digossina:

L’uso concomitante di ibuprofene con preparati a base di digossina può aumentare il livello sierico di digossina. Un controllo della digossina sierica non è richiesto di norma per l’uso corretto (massimo per 3 giorni).

Corticosteroidi:

I corticosteroidi possono anche aumentare il rischio di soffrire di reazioni avverse, specialmente quelle correlate al tratto gastrointestinale (ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale) (vedere paragrafo 4.3).

Agenti antipiastrinici (come clopidogrel e ticlopidina):

Aumentano il rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).

Anticoagulanti:

I FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti come il warfarin e l’eparina (vedere paragrafo 4.4). In caso di uso concomitante, si raccomanda di monitorare i livelli di coagulazione.

Fenitoina

L’uso concomitante di ibuprofene con preparati a base di fenitoina può aumentare il livello sierico di fenitoina. Un controllo dei livelli sierici di fenitoina non è di regola richiesto per l’uso corretto (massimo per 3 giorni).

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI):

Possono aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).

Litio:

L’uso concomitante di ibuprofene con preparati a base di litio può aumentare i livelli sierici di litio. Un controllo dei livelli sierici di fenitoina non è di regola richiesto per l’uso corretto (massimo per 3 giorni).

Probenecid e sulfinpirazone:

I medicinali contenenti probenecid e sulfinpirazone possono rallentare l’escrezione di ibuprofene.

Diuretici, ACE-inibitori, beta-bloccanti e antagonisti dell’angiotensina II:

I diuretici e gli ACE-inibitori possono aumentare la nefrotossicità dei FANS. I FANS possono ridurre gli effetti dei diuretici e degli altri antipertensivi. Nei pazienti con danno renale (es. pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) il trattamento concomitante con ACE-inibitori, beta-bloccanti o antagonisti dell’angiotensina II e di agenti che inibiscono la ciclossigenasi può essere associato a deterioramento della funzione renale, che comprende insufficienza renale

acuta, generalmente reversibile. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante e periodicamente durante il trattamento

La concomitante somministrazione di ibuprofene e ACE-inibitori può portare a iperkaliemia. .

Diuretici risparmiatori di potassio:

L’uso concomitante di ibuprofene e diuretici risparmiatori di potassio può essere associato ad un aumento dei livelli di potassio, pertanto si raccomanda il controllo dei livelli plasmatici di questo ione.

Metotressato:

I FANS inibiscono la secrezione tubulare del metotressato e possono verificarsi interazioni metaboliche con ridotta clearance del metotressato. Con la somministrazione di ibuprofene 24 ore prima o dopo la somministrazione di metotressato può verificarsi un aumento dei livelli plasmatici di metotressato con conseguente aumento dei suoi effetti tossici. Pertanto, l’uso concomitante di FANS e alte dosi di metotressato deve essere evitato. Inoltre, deve essere considerato il rischio potenziale di interazioni nel trattamento con metotressato a basse dosi, soprattutto in pazienti con funzionalità renale compromessa. Nel trattamento combinato deve essere monitorata la funzione renale.

Ciclosporina:

Il rischio di danno renale aumenta a causa della concomitante somministrazione di alcuni FANS. Questo effetto, inoltre, non può essere escluso per una combinazione di ciclosporina e ibuprofene.

Zidovudina:

Aumentato rischio di tossicità ematologica quando i FANS vengono somministrati con zidovudina. C’è un evidenza di un aumentato rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti emofilici sieropositivi per l’HIV se trattati contemporaneamente con zidovudina e ibuprofene. Si raccomanda la conta ematologica ogni 1-2 settimane dopo l’inizio dell’uso combinato.

Sulfoniluree:

Indagini cliniche hanno dimostrato interazioni tra FANS e sulfoniluree. Sebbene non siano state segnalate finora interazioni tra ibuprofene e sulfoniluree, si raccomanda di controllare i livelli plasmatici di glucosio come misura preventiva in una somministrazione concomitante.

Antibiotici chinolonici:

Dati provenienti da studi animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associate agli antibiotici chinolonici. I pazienti che assumono FANS e chinoloni possono avere un rischio aumentato di sviluppare convulsioni.

Mefipristone:

I FANS non devono essere somministrati per 8-12 giorni dopo la somministrazione di mefipristone poiché l’efficacia di questo farmaco può essere ridotta.

Baclofene:

L’ibuprofene può aumentare la tossicità del baclofene a causa di un possibile accumulo dovuto ad insufficienza renale causata da ibuprofene.

Pentossifillina:

Nei pazienti che ricevono trattamento con ibuprofene in combinazione con pentossifillina può aumentare il rischio di sanguinamento, pertanto si raccomanda di monitorare il tempo di sanguinamento.

Tacrolimus:

La somministrazione concomitante con ibuprofene può aumentare il rischio di tossicità.

Aminoglicosidi:

I FANS possono aumentare la nefrotossicità degli aminoglicosidi, soprattutto se gli aminogliosidi sono stati somministrati ad alte dosi e per un lungo periodo di tempo.

Alcol:

L’uso di ibuprofene in soggetti con consumo cronico di alcol (14-20 drik/settimana o più) deve essere evitato a causa dell’aumentato rischio di effetti avversi gastrointestinali significativi, compreso il sanguinamento.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può colpire negativamente la gestante e/o lo sviluppo embrio/fetale. Dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazioni cardiache o gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.

Negli animali la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostagladine, durante il periodo organogenetico (vedere paragrafo 5.3).

Durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, questo medicinale non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’ibuprofene è usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la più bassa e il più breve possibile.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:

Tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

Disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligoidroamniosi;

la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

Possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, dovuto a un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse;

Inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o prolungato.

Conseguentemente, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

Allattamento

L’ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare in basse concentrazioni nel latte materno. Nessun effetto pericoloso per i neonati è ad oggi conosciuto, quindi per trattamenti brevi, alla dose più bassa, l’interruzione dell’allattamento non è generalmente necessaria. Tuttavia, si raccomanda di interrompere all’allattamento al seno quando si usano dosi più alte di 1200 mg al giorno o per periodi di trattamento più lunghi a causa della potenziale inibizione delle prostaglandine nel neonato.

Fertilità

Ci sono dimostrazioni che i medicinali che inibiscono la sintesi di ciclossigenasi/prostaglandine possono causare un indebolimento della fertilità femminile per effetto sull’ovulazione. Questo effetto è reversibile dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4 relativo alla fertilità femminile).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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L’influenza di Ibuprofene Dr. Reddy’s sulla capacità di guidare e usare macchinari è minore.

Alcuni pazienti isolati possono avere capogiri e affaticamento, in modo che la capacità di guidare un veicolo e/o di usare macchinari possa essere compromessa (vedere paragrafo 4.9). Questo si applica in misura maggiore in combinazione con alcol.

04.8 Effetti indesiderati

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Tabella delle reazioni avverse

Gli eventi avversi possibilmente correlati ad ibuprofene sono elencati secondo la seguente classificazione per sistemi e organi e per frequenza: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1.000, <1/100); Raro (≥1/10.000,

<1/1.000), Molto raro (<1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili).

Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, talvolta fatale, possono verificarsi soprattutto negli anziani (vedere paragrafo 4.4). In seguito a somministrazione sono stati riportati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4). Meno frequentemente è stata osservata gastrite. In particolare il verificarsi di sanguinamento gastrointestinale dipende dall’intervallo di dosaggio e dalla durata di uso.

Molto raramente sono state riportate gravi reazioni di ipersensibilità (compresi reazioni al sito di infusione, shock anafilattico) e gravi reazioni avverse cutanee come reazioni bollose comprese la sindrome di Stevens-Johnson, la necrolisi epidermia tossica (sindrome di Lyell), eritema multiforme e alopecia.

È stata riportata esacerbazione di infiammazioni correlate ad infezioni (ad es. sviluppo di fascite necrotizzante) coincidente con l’utilizzo di medicinali antinfiammatori non steroidei. Questo è probabilmente associato al meccanismo di azione dei medicinali antinfiammatori non steroidei.

Durante un’infezione da varicella possono verificarsi fotosensibilità, vasculite allergica e, in casi eccezionali, gravi reazioni della pelle e complicazioni dei tessuti molli (vedere paragrafo 4.4).

In associazione a trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg/die) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per es. infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

Infezioni ed infestazioni Molto raro È stata riportata esacerbazione di infiammazioni correlate ad infezioni (ad es.
sviluppo di fascite necrotizzante) coincidente con l’utilizzo di medicinali antinfiammatori non steroidei.
Questo è probabilmente associato al meccanismo di azione dei
medicinali antinfiammatori non steroidei
Patologie del emolinfopoietico sistema Molto raro Disturbi della formazione del sangue (anemia, agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia e pancitopenia).
I primi sintomi sono: febbre, mal di gola, ulcere superficiali del cavo orale, sintomi simil-influenzali, spossatezza grave,
epistassi e sanguinamento della pelle
Disturbi del immunitario sistema Non comune Reazioni di ipersensibilità con eruzioni cutanee
e prurito, cosi come attacchi di asma (con possibile calo della pressione sanguigna)
Molto comune Lupus eritematoso sistemico, gravi reazioni di ipersensibilità, edema del viso, gonfiore della lingua, gonfiore della laringe interna con costrizione delle vie aeree, difficoltà a respirare, palpitazioni, ipotensione e shock
pericoloso per la vita
Disturbi psichiatrici Non comune Ansia, irrequietezza
Raro Reazioni psicotiche, nervosismo, irritabilità,
confusione o disorientamento, depressione
Patologie del nervoso sistema Molto comune Spossatezza o mancanza di sonno, mal di testa,
capogiri
Non comune Insonnia, agitazione, irritabilità o stanchezza
Molto raro Meningite asettica (rigidità nucale, cefalea, nausea, vomito, febbre o confusione).
Sembrano esserne predisposti i pazienti con disturbi autoimmuni (LES, malattia mista del
tessuto connettivo)
Patologie dell’occhio Non comune Disturbi visivi
Raro Ambliopia tossica reversibile
Patologie dell’orecchio e del labirinto Comune Vertigini
Non comune Tinnito
Raro Disturbi dell’udito
Patologie cardiache Molto raro Palpitazioni, insufficienza cardiaca, infarto del miocardio
Patologie vascolari Molto raro Ipertensione arteriosa
Patologie respiratorie,
toraciche e mediastiniche
Molto raro Asma, broncospasmo, dispnea e affanno
Patologie gastrointestinali Molto comune Pirosi, dolore addominale, nausea, vomito, flatulenza, diarrea, stitichezza, piccole perdite di sangue gastrointestinali che, in casi
eccezionali, possono causare anemia
Comune Ulcere gastrointestinali, a volte con sanguinamento e perforazione.
Stomatiti ulcerative, esacerbazione della colite e del
morbo di Crohn
Non comune Gastrite
Raro Stenosi esofagea, complicazione dei diverticoli, colite emorragica aspecifica.
Se si verifica sanguinamento gastrointestinale può
causare anemia ed ematemesi
Molto raro Esofagite, pancreatite, formazione di stenosi del diaframma intestinale
Patologie epatobiliari Raro Ittero, disfunzione epatica, danno epatico, soprattutto in seguito a terapia a lungo termine,
epatite acuta.
Non nota Insufficienza epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Eruzione cutanea
Non comune Orticaria, prurito, porpora (compresa porpora
allergica) rash cutaneo
Molto raro Reazioni cutanee bollose o vescilari, comprese sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell), eritema multiforme e alopecia.
Reazioni di fotosensibilità e vasculite allergica.
In casi eccezionali, durante un’infezione da varicella, gravi infezioni cutanee e complicazioni dei tessuti molli (vedere anche
“Infezioni ed infestazioni”)
Patologie del sistema
muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Raro Torcicollo
Patologie renali e urinarie Non comune Ridotta escrezione di urina e formazione di edemi, soprattutto in pazienti con ipertensione arteriosa o insufficienza renale, sindrome nefrotica, nefrite interstiziale che può essere
accompagnata da insufficienza renale acuta
Raro Danno al tessuto renale (necrosi papillare), in particolare con trattamento a lungo termine, aumento delle concentrazioni di acido urico
sierico nel sangue
Patologie sistemiche e
condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune Dolore e sensazione di bruciore nella sede di somministrazione
Non nota Reazioni al sito di iniezione come gonfiore, ematoma o sanguinamento.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta- reazione-avversa.

04.9 Sovradosaggio

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L’emivita plasmatica in caso di sovradosaggio è di 1,5-3 ore. Sintomi

La maggior parte dei pazienti che hanno ingerito quantitativi significativi di FANS svilupperanno nausea, vomito, dolore epigastrico o raramente diarrea. Altri possibili effetti sono: tinnito, cefalea, capogiro, ipotensione e sanguinamento gastrointestinale. In intossicazioni più gravi si osserva tossicità nel sistema nervoso centrale, che si manifesta come sonnolenza, agitazione (occasionalmente), disorientamento e coma. Alcun pazienti sviluppano convulsioni. In casi gravi di intossicazioni si può sviluppare acidosi metabolica e un prolungamento del tempo di protrombina/INR, probabilmente causato da un’interferenza con l’azione dei fattori della coagulazione presenti in circolo. Possono presentarsi insufficienza renale acuta e danno epatico. In pazienti asmatici si può avere esacerbazione dell’asma.

Trattamento

Non esiste alcun antidoto specifico e i pazienti devono iniziare un trattamento sintomatico. Le possibilità terapeutiche per il trattamento dell’intossicazione sono dettate dall’entità, dal livello e dai sintomi clinici secondo le comuni pratiche di terapia intensiva.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Farmaci antinfiammatori e antireumatici non steroidei, derivati dell’acido propionico, codice ATC: M01AE01

Meccanismo di azione

Ibuprofene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo che, nei modelli convenzionali di infiammazione sperimentale nell’animale, si è dimostrato efficace, probabilmente attraverso l’inibizione della sintesi delle prostaglandine. Nell’uomo, l’ibuprofene ha un effetto antipiretico, riduce il dolore e il gonfiore provocati dall’infiammazione. Inoltre, l’ibuprofene inibisce in modo reversibile l’aggregazione piastrinica indotta da ADP e collagene.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando in farmaci vengono somministrati contemporaneamente. In alcuni studi di farmacodinamica, dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene, assunto entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg) si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombassano e sull’aggregazione piastrinica.

Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati, alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene, possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito ad un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Ibuprofene Dr. Reddy’s viene somministrato per via endovenosa, in modo che non si verifichi alcun processo di assorbimento e la biodisponibilità di ibuprofene sia totale.

Distribuzione

Il volume di distribuzione stimato è compreso tra 0,11 e 0,21 L/kg.

L’ibuprofene è strettamente legato alle proteine plasmatiche, principalmente all’albumina.

Biotrasformazione

L’ibuprofene è metabolizzato nel fegato in due metaboliti inattivi che, insieme a ibuprofene non modificato, sono escreti attraverso in reni, come tali o coniugati.

Eliminazione

L’escrezione dai reni è rapida e completa. L’emivita di eliminazione è di circa 2 ore.

Linearità/non-linearità

L’ibuprofene mostra una linearità nell’AUC del tempo di concentrazione plasmatica dopo una singola somministrazione di ibuprofene (in un intervallo di 200-800 mg).

Relazione farmacocinetica/farmacodinamica

Esiste una correlazione tra i livelli plasmatici di ibuprofene, le sue proprietà farmacodinamiche e il suo profilo di sicurezza globale. La farmacocinetica di ibuprofene è stereoselettiva dopo somministrazione endovenosa o orale.

Il meccanismo di azione e la farmacologia di ibuprofene per via endovenosa non differiscono dal meccanismo di ibuprofene orale.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Negli esperimenti sugli animali la tossicità cronica e subcronica dell’ibuprofene si è principalmente manifestata sotto forma di lesioni ed ulcerazioni del tratto gastrointestinale. Studi in vitro e in vivo non hanno dato rilevanza clinica del potenziale mutageno dell’ibuprofene. In studi su ratti e topi non è comparsa evidenza degli effetti carcinogeni dell’ibuprofene.

L’ibuprofene porta ad inibizione dell’ovulazione nei conigli, cosi come disturbo dell’impianto in varie specie animali (conigli, ratti, topi). Studi sperimentali in ratti e conigli hanno dimostrato che l’ibuprofene attraversa la placenta. In seguito alla somministrazione di dosi tossiche per la madre, si è verificata una aumentata incidenza di malformazioni (difetti del setto ventricolare) nella progenie dei ratti.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Trometamolo Sodio cloruro

Acido cloridrico (per l’aggiustamento del pH) Sodio idrossido (per l’aggiustamento del pH) Acqua per preparazioni iniettabili

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di incompatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.

06.3 Periodo di validità

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24 mesi.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Confezioni: confezioni da 20 e 50 sacche poliolefiniche da 100 ml o 150 ml con rivestimento in alluminio.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Prima della somministrazione il prodotto deve essere ispezionato visivamente per rilevare eventuali particelle o cambiamenti nella colorazione.

La soluzione rimanente non deve essere utilizzata e deve essere smaltita. Per le istruzioni sulla somministrazione vedere il paragrafo 4.2.

Il principio attivo ibuprofene si presenta frequentemente nelle acque di superficie, il medicinale non utilizzato e i rifiuti devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Dr. Reddy’s S.r.l.

Piazza S. Maria Beltrade, 1 20123 Milano (MI)

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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045826017 – "400 mg soluzione per infusione" 20 sacche da 100 ml

045826029 – "400 mg soluzione per infusione" 50 sacche da 100 ml

045826031 – "600 mg soluzione per infusione" 20 sacche da 150 ml

045826043 – "600 mg soluzione per infusione" 50 sacche da 150 ml

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione:

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 11/04/2021