Tachifenekid: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Tachifenekid

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Tachifenekid: ultimo aggiornamento pagina: 18/06/2023 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Tachifenekid 32 mg/ml + 9,6 mg/ml sospensione orale Paracetamolo/ibuprofene

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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ml contiene 32 mg di paracetamolo e 9,6 mg di ibuprofene.

Eccipienti con effetti noti: Carmoisina (E122) 0,15 mg/ml Maltitolo liquido (E965) 250 mg/ml Glicole propilenico (E1520) 9,6 mg/ml Sodio benzoato (E211) 1 mg/ml Sodio 1,23 mg/ml Glicerolo (E422) 150 mg/ml Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Sospensione orale.

Sospensione viscosa di colore rosa, priva di sostanze estranee, dal caratteristico aroma di fragola.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Tachifenekid è indicato per il trattamento a breve termine del dolore acuto da lieve a moderato che non viene attenuato dal paracetamolo o dall’ibuprofene (da soli) nei bambini di età compresa tra 2 e 12 anni.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Da utilizzare esclusivamente per via orale e nel breve periodo.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace con una durata del trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4). Se i sintomi persistono o peggiorano dopo 3 giorni, il paziente deve consultare il medico.

Popolazione pediatrica

Tachifenekid è indicato per l’uso in bambini di età compresa tra 2 e 12 anni.

Il prodotto deve essere somministrato ogni 4-6 ore secondo necessità, senza superare le 4 dosi in 24 ore.

Nei bambini fino a 10 anni di età, è fondamentale rispettare la posologia in base al peso corporeo e non all’età, che è approssimativa e indicata solo a titolo informativo.

Peso corporeo Età (approssimativa) Dose (ml)
da 12 kg 2 anni 4,5
da 14 kg 3 anni 5,5
da 16 kg 4 anni 6
da 18 kg 5 anni 7
da 20 kg 6 anni 7,5
da 22 kg 7 anni 8,5
da 25 kg 8 anni 9,5
da 28 kg 9 anni 10,5
da 31 kg 10 anni 11,5
33-40 kg* 11-12 anni 12,5

* Nei bambini di età superiore a 10 anni, il rapporto tra peso ed età non è più uniforme per via dello sviluppo puberale, che determina un impatto diverso sul peso corporeo in base al sesso e alle caratteristiche individuali.

Modo di somministrazione Orale.

Il flacone deve essere agitato bene prima dell’uso. Per prelevare il volume corretto in millilitri deve essere utilizzata una siringa graduata.

Indicazioni per l’uso della siringa:

 Agitare il flacone per almeno 10 secondi prima dell’uso.

 Spingere in modo deciso la siringa nell’erogatore (foro) presente sul collo del flacone.

 Per riempire la siringa, capovolgere il flacone. Tenendo la siringa in posizione, tirare delicatamente lo stantuffo verso il basso prelevando il medicinale fino al segno corretto.

 Riportare il flacone in posizione verticale, quindi ruotare delicatamente la siringa per sganciarla dall’erogatore.

 Inserire l’estremità della siringa nella bocca del bambino (generalmente nella parte laterale tra le gengive e la guancia). Premere lo stantuffo per somministrare lentamente e delicatamente il medicinale.

 Se la tabella riportata sopra indica di somministrare più di 5 ml di medicinale, ripetere i passaggi da 2 a 5 fino al raggiungimento della quantità corretta.

 Dopo l’uso rimettere il tappo sul flacone e stringerlo. Conservare il medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.

 Lavare la siringa con acqua calda e lasciare asciugare.

Anziani

Questo prodotto è indicato per l’uso nei bambini. In assenza di compromissione della funzionalità epatica o renale, non sono necessarie specifiche modifiche della dose per l’uso negli anziani; in caso di compromissione epatica o renale il dosaggio deve essere stabilito su base individuale. Si raccomanda cautela nell’individuazione della posologia in questa categoria di pazienti (vedere paragrafo 4.4).

Pazienti con compromissione renale/epatica Compromissione renale

Nei pazienti con compromissione renale, si raccomanda cautela nell’individuazione della posologia dell’ibuprofene, che deve essere stabilita su base individuale.

La dose deve essere più bassa possibile ed è necessario monitorare la funzionalità renale (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica

Nei pazienti con compromissione epatica, si raccomanda cautela nell’individuazione della posologia dell’ibuprofene, stabilita su base individuale e la dose deve essere più bassa possibile (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica o sindrome di Gilbert, è necessario ridurre la dose di paracetamolo o prolungare l’intervallo di somministrazione.

 

04.3 Controindicazioni

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Il prodotto è controindicato:

nei pazienti con reazioni di ipersensibilità note al paracetamolo, all’ibuprofene, ad altri FANS o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; nei pazienti affetti da alcolismo, in quanto l’ingestione cronica di quantità eccessive di alcool può predisporre i pazienti a epatotossicità (a causa del contenuto di paracetamolo);

nei pazienti che hanno manifestato episodi di asma, orticaria o reazioni di tipo allergico a seguito dell’assunzione di acido acetilsalicilico o di altri FANS; in pazienti con anamnesi positiva o attualmente affetti da sanguinamento gastrointestinale o ulcera peptica;

nei pazienti affetti da forme gravi di insufficienza cardiaca (IV classe NYHA), epatica o renale (vedere paragrafo 4.4); nei pazienti affetti da sanguinamento cerebrovascolare o altro sanguinamento attivo;

nei pazienti affetti da disturbi dell’emopoiesi, disturbi della coagulazione e condizioni che implicano una maggiore tendenza alle emorragie; durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Questo prodotto non deve essere assunto con altri prodotti contenenti paracetamolo, ibuprofene, acido acetilsalicilico, salicilati o con altri farmaci antinfiammatori (FANS), se non su indicazione del medico (vedere paragrafo 4.5).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace con durata del trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi. Questo medicinale è destinato a brevi periodi di trattamento e il suo uso non è raccomandato per più di 3 giorni.

L’uso concomitante di Tachifenekid con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, deve essere evitato.

Compromissione epatica

L’assunzione di paracetamolo in dosi superiori a quelle raccomandate può provocare epatotossicità e persino insufficienza epatica e morte. Inoltre, i pazienti con compromissione epatica o anamnesi di epatopatie oppure quelli sottoposti a terapie a lungo termine con ibuprofene o paracetamolo devono essere sottoposti regolarmente a un monitoraggio della funzionalità epatica, in quanto è stato segnalato un effetto lieve e transitorio dell’ibuprofene sugli enzimi epatici. Sebbene siano rare, con l’uso di ibuprofene cosi come di altri FANS, sono state segnalate reazioni epatiche gravi, inclusi ittero e casi di epatite fatale. Se i valori degli esami epatici risultano persistentemente alterati o peggiorati, se si sviluppano segni clinici e sintomi riconducibili a epatopatia o se si verificano manifestazioni sistemiche (ad es. eosinofilia, rash, ecc.), il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto. È stato evidenziato che entrambi i principi attivi, ma in particolare il paracetamolo, causano epatotossicità e persino insufficienza epatica.

I pazienti che consumano regolarmente quantità di alcool in eccesso rispetto alle dosi raccomandate non devono assumere questo medicinale.

Compromissione renale

Il paracetamolo può essere utilizzato senza alcuna correzione del dosaggio nei pazienti affetti da nefropatie croniche. Il rischio di tossicità del paracetamolo nei pazienti affetti da insufficienza renale da moderata a grave è minimo. Tuttavia, a causa del contenuto di ibuprofene, si raccomanda cautela quando si inizia il trattamento con ibuprofene in pazienti disidratati. I due metaboliti principali dell’ibuprofene vengono eliminati prevalentemente con le urine e la compromissione renale può provocarne l’accumulo. Non si conosce la rilevanza di questo dato. È stato evidenziato che i FANS causano nefrotossicità in varie forme: nefrite interstiziale, sindrome nefritica e insufficienza renale. La compromissione renale derivante dall’uso di ibuprofene è generalmente reversibile. Nei pazienti affetti da compromissione renale, cardiaca o epatica, in quelli che assumono diuretici e ACE-inibitori e negli anziani, è necessaria una particolare attenzione poiché l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei può provocare deterioramento della funzionalità renale. In questi pazienti la dose deve essere la più bassa possibile ed è necessario monitorare la funzionalità renale.

Uso combinato di ACE-inibitori o antagonisti del recettore dell’angiotensina, farmaci antinfiammatori e diuretici tiazidici L’uso concomitante di un farmaco che inibisce l’ACE (ACE-inibitore o antagonista del recettore dell’angiotensina), di un farmaco antinfiammatorio (FANS o inibitore della COX-2) e di un diuretico tiazidico aumenta il rischio di compromissione renale (sono inclusi i prodotti a combinazione fissa che contengono più di una classe di farmaci). L’uso combinato di questi medicinali deve essere accompagnato da un più attento monitoraggio dei livelli di creatinina sierica, in particolare all’inizio dell’assunzione concomitante. La combinazione di farmaci di queste tre classi deve essere utilizzata con cautela, in particolare nei pazienti anziani o in quelli con compromissione renale preesistente.

Anziani

Per i pazienti anziani che devono essere sottoposti a una terapia a base di paracetamolo non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio indicato. Il prodotto deve essere utilizzato solo per brevi periodi di trattamento, pertanto, se la terapia deve essere proseguita per oltre 3 giorni, i pazienti devono consultare il medico per il monitoraggio delle loro condizioni di salute; non è tuttavia necessaria alcuna riduzione del dosaggio raccomandato. A causa di un maggiore rischio di effetti avversi, in particolare insufficienza cardiaca, ulcera gastrointestinale e compromissione renale, è necessario comunque prestare attenzione all’uso di ibuprofene, il quale non deve essere assunto da adulti di età superiore ai 65 anni senza considerare le comorbilità e gli altri medicinali concomitanti. Questo prodotto non è indicato per il trattamento a lungo termine del dolore cronico. La posologia per i pazienti anziani deve essere stabilita dal medico prescrittore.

Effetti ematologici

Raramente sono stati segnalati casi di discrasie ematiche. I pazienti sottoposti a terapie a lungo termine con ibuprofene devono sottoporsi a monitoraggio ematologico regolare.

Difetti della coagulazione

L’ibuprofene, come altri FANS, può inibire l’aggregazione piastrinica. È stato dimostrato che nei soggetti normali l’ibuprofene prolunga il tempo di sanguinamento (che resta comunque nel range di normalità). Dal momento che l’effetto di prolungamento del sanguinamento può risultare aumentato in pazienti con concomitanti difetti dell’emostasi, i prodotti contenenti ibuprofene devono essere utilizzati con cautela nei soggetti con difetti intrinseci della coagulazione e in quelli sottoposti a terapie anticoagulanti.

Eventi gastrointestinali

Con l’uso di FANS sono state riscontrate manifestazioni di ulcere, perforazione o abbondante sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore. I rischi aumentano in modo proporzionale alla dose e alla durata del trattamento e sono più comuni nei pazienti di età superiore ai 65 anni. Alcuni pazienti manifestano dispepsia, bruciore di stomaco, nausea, mal di stomaco o diarrea. Questi rischi sono minimi quando il prodotto viene utilizzato per pochi giorni e alle dosi prescritte.

I prodotti contenenti ibuprofene devono essere utilizzati con cautela, alla dose minima efficace e per il minor tempo possibile nei pazienti con anamnesi di emorragia o ulcera gastrointestinale, in quanto la loro condizione potrebbe aggravarsi.

A causa del contenuto di ibuprofene, questo medicinale deve essere somministrato con cautela ai pazienti con anamnesi di patologie gastrointestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn) e ai pazienti affetti da porfiria e varicella.

L’assunzione di questo prodotto deve essere interrotta in caso di evidenze riconducibili a sanguinamento gastrointestinale.

Anche l’uso concomitante di acido acetilsalicilico e FANS aumenta il rischio di eventi avversi gastrointestinali gravi.

Negli anziani aumenta la frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragia e perforazione gastrointestinale che potrebbero risultare fatali (vedere paragrafo 4.2).

Eventi trombotici cardiovascolari

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato a un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (es.  1.200 mg/die) siano associate a un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.

I rischi sono descritti come minimi alle dosi giornaliere massime pari a 1.200 mg di ibuprofene. La dose massima giornaliera raccomandata per questo prodotto è 900 mg. (La revisione dell’Agenzia europea per i medicinali stabilisce la positività del rapporto beneficio/rischio dei FANS non selettivi, ottobre 2006) Anche i pazienti affetti da patologie cardiovascolari o con fattori di rischio per malattie cardiovascolari possono essere maggiormente a rischio. Per ridurre al minimo il potenziale rischio di eventi avversi cardiovascolari nei pazienti che assumono un FANS, in particolare in quelli con fattori di rischio cardiovascolare, è necessario utilizzare la dose minima efficace per il minor tempo possibile.

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, arteropatia periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene soltanto dopo attenta considerazione evitando dosi elevate (2.400 mg/die).

Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di avviare il trattamento a lungo termine in pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo di sigaretta), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2.400 mg/die) di ibuprofene.

Ipertensione

I FANS possono provocare l’insorgenza di ipertensione o il peggioramento di una ipertensione preesistente. I pazienti che assumono medicinali antipertensivi in concomitanza con FANS potrebbero essere soggetti a una riduzione della risposta antipertensiva. Si consiglia cautela nella prescrizione di FANS ai pazienti affetti da ipertensione. È necessario monitorare attentamente la pressione arteriosa all’inizio del trattamento con i FANS e successivamente a intervalli regolari.

Insufficienza cardiaca

Sono stati osservati ritenzione di fluidi e edema in alcuni pazienti che assumono FANS, pertanto si consiglia cautela nel trattamento di pazienti affetti da ritenzione di fluidi o insufficienza cardiaca.

Reazioni cutanee gravi

Raramente sono state segnalate reazioni cutanee gravi, alcune delle quali fatali, tra cui dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica in associazione all’uso di FANS (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere esposti ad un rischio maggiore durante le prime fasi della terapia: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. È stata segnalata pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG) in relazione a medicinali contenenti ibuprofene. L’ibuprofene deve essere sospeso alla prima comparsa di segni e sintomi di reazioni cutanee gravi, come eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Asma preesistente

I prodotti contenenti ibuprofene non devono essere somministrati a pazienti con asma da acido acetilsalicilico e devono essere utilizzati con cautela nei pazienti affetti da asma preesistente.

Effetti oftalmici

Con l’uso di FANS sono stati osservati effetti avversi di tipo oftalmico, di conseguenza i pazienti che manifestano disturbi della vista durante il trattamento con prodotti contenenti ibuprofene devono essere sottoposti a un esame oculistico comprensivo di esami del campo visivo centrale.

Meningite asettica

Solo raramente la meningite asettica è stata segnalata in relazione a prodotti contenenti ibuprofene, generalmente (ma non sempre) in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES) o altre patologie del tessuto connettivo.

Potenziali interferenze con le analisi di laboratorio

Il paracetamolo non interferisce con i risultati delle analisi di laboratorio se esse vengono effettuate con gli attuali sistemi di analisi. Tuttavia, vi sono alcuni metodi che potrebbero subire tale interferenza, come indicato di seguito.

Analisi delle urine:

Il paracetamolo in dosi terapeutiche può interferire con la determinazione dell’acido 5-idrossiindolacetico (5HIAA), causando risultati falsi-positivi. La possibilità di errori può essere eliminata evitando l’assunzione di paracetamolo alcune ore prima e durante la raccolta del campione di urine.

Mascheramento dei segni di infezione

Questo prodotto, come altri farmaci della stessa classe contenenti ibuprofene, riducendo la febbre, potrebbe mascherare i classici segni di infezione.

In caso di uso prolungato di analgesici, può manifestarsi cefalea che non deve essere trattata aumentando la dose del medicinale.

Febbre

Non sono stati condotti studi clinici per la valutazione specifica della sicurezza o dell’efficacia dell’uso del prodotto combinato a dose fissa per la riduzione della febbre alta. Questo prodotto non è indicato per il trattamento della riduzione della febbre alta.

Precauzioni speciali

Al fine di evitare un aggravamento della patologia o l’insufficienza surrenalica, i pazienti sottoposti a terapia cronica a base di corticosteroidi devono sospenderla in modo graduale (e non improvviso) quando al loro programma terapeutico vengono aggiunti prodotti contenenti ibuprofene.

Vi sono alcune evidenze del fatto che gli inibitori della ciclo-ossigenasi/sintesi delle prostaglandine possano compromettere la fertilità femminile agendo sull’ovulazione. Questa condizione è reversibile con l’interruzione del trattamento.

Questo medicinale contiene 250 mg/ml di maltitolo liquido. I pazienti affetti da rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.

Questo medicinale contiene fino a 38 mg di sodio per dose, equivalenti all’1,9% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g per un adulto.

Questo medicinale contiene 0,15 mg/ml di carmoisina, che può causare reazioni allergiche. Questo medicinale contiene anche 9,6 mg/ml di glicole propilenico e 1 mg/ml di sodio benzoato.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Per il paracetamolo sono state rilevate le seguenti interazioni con altri medicinali:

farmaci anticoagulanti (warfarin) – può essere necessaria una riduzione del dosaggio se il paracetamolo e gli anticoagulanti vengono assunti per un periodo di tempo prolungato; l’assorbimento del paracetamolo è incrementato dalle sostanze che favoriscono lo svuotamento gastrico, ad esempio la metoclopramide;

l’assorbimento del paracetamolo è diminuito dalle sostanze che riducono lo svuotamento gastrico, ad esempio la propantelina, gli antidepressivi con proprietà anticolinergiche e gli analgesici narcotici; il paracetamolo può aumentare le concentrazioni plasmatiche di cloramfenicolo;

il rischio di tossicità del paracetamolo può essere maggiore nei pazienti che assumono altri farmaci potenzialmente epatotossici o gli induttori degli enzimi microsomiali epatici, come l’alcool o gli anticonvulsivanti; la somministrazione concomitante di probenecid può influire sull’escrezione del paracetamolo e alterarne le concentrazioni plasmatiche;

la colestiramina riduce l’assorbimento del paracetamolo se viene somministrata entro 1 ora dalla sua assunzione; nei pazienti sottoposti a trattamento con isoniazide in monoterapia o con altri farmaci per la tubercolosi è stata segnalata epatotossicità grave a dosi terapeutiche o con sovradosaggi moderati di paracetamolo; dopo l’uso di paracetamolo in un paziente che assumeva zidovudina e cotrimossazolo si è verificata epatotossicità grave.

Per l’ibuprofene sono state rilevate le seguenti interazioni con altri medicinali:

anticoagulanti, compreso il warfarin: l’ibuprofene interferisce con la stabilità dell’INR e può aumentare il rischio di sanguinamento grave e in alcuni casi emorragia fatale, in particolare del tratto gastrointestinale. I pazienti che assumono warfarin possono assumere ibuprofene soltanto se assolutamente necessario e sotto stretto monitoraggio; l’ibuprofene può ridurre la clearance renale e aumentare la concentrazione plasmatica del litio; l’ibuprofene può ridurre l’effetto antipertensivo degli ACE-inibitori, dei beta-bloccanti e dei diuretici e causare natriuresi e iperkaliemia nei pazienti sottoposti a questi trattamenti; l’ibuprofene riduce la clearance del metotrexato;

l’ibuprofene può aumentare i livelli plasmatici di glicosidi cardiaci;

l’ibuprofene può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale, in particolare se assunto con corticosteroidi; l’ibuprofene può prolungare il tempo di sanguinamento nei pazienti trattati con zidovudina; l’ibuprofene può anche interagire con il probenecid, i medicinali antidiabetici e la fenitoina; l’ibuprofene può anche interagire con il tacrolimus, la ciclosporina, le sulfaniluree e gli antibiotici chinolonici.

Acido acetilsalicilico

La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.

Dati sperimentali suggeriscono che quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto sull’aggregazione piastrinica dell’acido acetilsalicilico a basse dosi . Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinicamente rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).

Questo prodotto può interferire con alcuni medicinali, tra cui:

warfarin, un medicinale utilizzato per la prevenzione dei coaguli ematici;

medicinali per il trattamento dell’epilessia o degli attacchi convulsivi;

cloramfenicolo, un antibiotico utilizzato per il trattamento delle infezioni dell’occhio e dell’orecchio; probenecid, un medicinale utilizzato per il trattamento della gotta;

zidovudina, un medicinale utilizzato per il trattamento dell’HIV (il virus che causa l’AIDS); medicinali utilizzati per il trattamento della tubercolosi, come l’isoniazide;

acido acetilsalicilico, salicilati o altri FANS;

medicinali per il trattamento dell’ipertensione o di altre patologie cardiache;

diuretici;

litio, un medicinale utilizzato per il trattamento di alcune tipologie di depressione;

metotrexato, un medicinale utilizzato per il trattamento dell’artrite e di alcuni tipi di cancro; corticosteroidi, come il prednisone e il cortisone.

I medicinali indicati in precedenza potrebbero influire sull’azione di questo prodotto o potrebbero subirne l’influenza.

Combinazione con cibi e bevande

In assenza di studi di combinazione, Tachifenekid non dovrebbe essere associato con nessun cibo e/o bevanda.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Una vasta quantità di dati sulle donne in gravidanza non indica né tossicità malformativa, né fetale/neonatale. Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere usato durante la gravidanza, tuttavia dovrebbe essere usato alla dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile e con la più bassa frequenza possibile.

Non si ha esperienza sull’uso dell’associazione paracetamolo e ibuprofene nelle donne in gravidanza. Sono state segnalate anomalie congenite in associazione alla somministrazione di FANS, sebbene non si abbiano evidenze in merito a effetti avversi derivanti dal trattamento con paracetamolo in gravidanza.

Questo prodotto è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza, in particolare negli ultimi giorni prima della data prevista per il parto.

Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere usato durante la gravidanza, tuttavia dovrebbe essere usato alla dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile e con la più bassa frequenza possibile.

Inoltre, non si dispone di un’esperienza sufficiente in merito alla sicurezza d’uso dell’ibuprofene nelle donne in gravidanza. Pertanto, questo medicinale non dovrebbe essere utilizzato nei primi 6 mesi di gravidanza, a meno che i potenziali benefici per la paziente siano superiori agli eventuali rischi per il feto, ed è controindicato negli ultimi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

Allattamento

Il paracetamolo è escreto nel latte materno in quantità non clinicamente significative e i dati pubblicati non indicano controindicazioni per l’allattamento.

L’ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare nel latte materno in quantità molto ridotte. Non sono noti effetti nocivi sui lattanti.

Alla luce delle evidenze sopra indicate, non è necessario interrompere l’allattamento in caso di trattamento a breve termine alla dose raccomandata di questo medicinale.

Fertilità

L’uso del prodotto può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato per le donne che desiderino concepire. Deve essere considerata la sospensione dell’uso del prodotto nelle donne che abbiano difficoltà di concepimento o che siano sottoposte ad accertamenti sull’infertilità.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Dopo l’assunzione di FANS, sono possibili effetti indesiderati quali capogiri, sonnolenza, affaticamento e disturbi della vista. I pazienti che li manifestano non devono guidare veicoli o usare macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Gli studi clinici condotti sugli adulti trattati con paracetamolo 500 mg/ibuprofene 150 mg compresse rivestite con film e sui bambini con paracetamolo 32 mg/ml e ibuprofene 9,6 mg/ml sospensione orale (Tachifenekid) non hanno indicato nessun ulteriore effetto indesiderato rispetto a quelli segnalati per il paracetamolo da solo o l’ibuprofene da solo.

Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza ricorrendo alla seguente convenzione: 1. molto comuni (≥1/10) 2. comuni (≥1/100, <1/10) 3. non comuni (≥1/1.000, <1/100) 4. rare (≥1/10.000, <1/1.000) 5. molto rare (<1/10.000) 6. non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Infezioni ed
infestazioni
Molto rare: è stato descritto l’aggravamento delle infiammazioni associate a infezione (ad esempio sviluppo di fascite necrotizzante) in concomitanza con l’uso di FANS.
Patologie del sistema emolinfopoietico Non comuni: riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito. Sebbene non sia stata stabilita alcuna relazione causale, durante il trattamento con il medicinale sono stati riferiti episodi di sanguinamento (ad es. epistassi, menorragia).
Molto rare: a seguito dell’uso di ibuprofene sono stati segnalati disturbi ematopoietici (agranulocitosi, anemia, anemia aplastica, anemia emolitica, leucopenia, neutropenia, pancitopenia e trombocitopenia con o senza porpora), ma non necessariamente associate con rapporto di causalità al farmaco.
Disturbi del sistema immunitario Molto rare: sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, comprese eruzione cutanea e sensibilità crociata ai farmaci simpaticomimetici.
Non comuni: sono state segnalate ulteriori reazioni allergiche, ma non è stata stabilita una relazione causale. Malattia da siero, lupus eritematoso,
porpora di Schönlein-Henoch, angioedema.
Disturbi del
metabolismo e della nutrizione
Molto rare: nel caso dell’acidosi metabolica, il rapporto di causalità resta dubbio in quanto era stato assunto più di un farmaco. L’acidosi metabolica si è presentata a seguito dell’assunzione di 75 grammi di paracetamolo, 1,95 grammi di acido acetilsalicilico e una piccola quantità di detergente domestico liquido. Il paziente aveva anche un’anamnesi di crisi convulsive che, secondo gli autori, potrebbe aver contribuito all’aumento del livello di lattato, indicatore di acidosi metabolica.
Gli effetti indesiderati di tipo metabolico comprendevano ipokaliemia. Effetti indesiderati di tipo metabolico, compresa acidosi metabolica, sono stati segnalati a seguito di un massiccio sovradosaggio di paracetamolo.
Non comuni: ginecomastia, reazione ipoglicemica.
Patologie del sistema nervoso Comuni: capogiri, cefalea, nervosismo.
Non comuni: depressione, insonnia, confusione, labilità emotiva, sonnolenza, meningite asettica con febbre e coma.
Rare: parestesia, allucinazioni, alterazione dell’attività onirica.
Molto rare: stimolazione paradossa, neurite ottica, compromissione psicomotoria, effetti extrapiramidali, tremore e convulsioni.
Patologie dell’occhio Non comuni: è stata riscontrata ambliopia (offuscamento e/o riduzione della vista, scotoma e/o alterazioni nella percezione dei colori), che generalmente si è risolta dopo l’interruzione della terapia. I pazienti che manifestano disturbi oculari devono essere sottoposti a un esame oculistico comprensivo di test del campo visivo centrale.
Patologie dell’orecchio e del labirinto Molto rare: vertigini.
Comuni: tinnito (per i medicinali contenenti ibuprofene).
Patologie cardiache Comuni: edema, ritenzione di fluidi; in genere la ritenzione di fluidi si risolve tempestivamente con l’interruzione del farmaco.
Molto rare: sono state segnalate palpitazioni, tachicardia, aritmia e altre disritmie cardiache. Ipertensione e insufficienza cardiaca sono stati segnalati in associazione all’assunzione di FANS.
Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
Non comuni: ispessimento delle secrezioni del tratto respiratorio. Nei bambini sottoposti a tonsillectomia, è stato riferito stridore. È stata segnalata ipossiemia.
Molto rare: reattività respiratoria, inclusi: asma, aggravamento dell’asma, broncospasmo e dispnea.
Patologie gastrointestinali Comuni: dolore addominale, diarrea, dispepsia, nausea, fastidio allo stomaco e vomito, flatulenza, stipsi, lievi perdite di sangue gastrointestinali che in casi eccezionali possono causare anemia.
Non comuni: ulcera peptica/gastrointestinale, perforazione o emorragia gastrointestinale, con sintomi di melena ed ematemesi in alcuni casi fatali, in particolare negli anziani. A seguito della somministrazione sono state segnalate stomatite ulcerosa ed esacerbazione della colite e del morbo di Crohn. Con minore frequenza sono state rilevate gastrite e pancreatite. E’ stata segnalata malattia acido-peptica.
Molto rari: esofagite, formazione di stenosi intestinale diaframma-simile.
Patologie epatobiliari Molto rare: danno epatico, in particolare durante il trattamento a lungo termine, insufficienza epatica. Anomalie della funzionalità epatica, epatite e ittero. Il sovradosaggio di paracetamolo può causare insufficienza epatica acuta, insufficienza epatica, necrosi epatica e lesioni epatiche.
Patologie della cute e Comuni: rash (anche di tipo maculopapulare), prurito.
del tessuto
sottocutaneo
Molto rare: alopecia. Iperidrosi, porpora e fotosensibilità. Dermatiti esfoliative. Reazioni bollose, compresi eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Sono stati segnalati casi molto rari di reazioni cutanee gravi. In casi eccezionali, possono verificarsi gravi infezioni della cute e complicanze a carico dei tessuti molli durante infezioni da varicella.
Non nota: reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS), pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG).
Patologie renali e urinarie Non comuni: ritenzione urinaria.
Rare: danni al tessuto renale (necrosi papillare), in particolare con la terapia a lungo termine.
Molto rare: nefrotossicità in varie forme, comprese nefrite interstiziale, sindrome nefrosica e insufficienza renale acuta e cronica.
Effetti avversi renali sono stati riscontrati frequentemente a seguito di sovradosaggio, abuso cronico (spesso con diversi analgesici) o in associazione a epatotossicità correlata al paracetamolo.
In genere la necrosi tubulare acuta si manifesta in concomitanza con insufficienza epatica, e solo in casi rari si è presentata singolarmente. Anche il possibile aumento del rischio di carcinoma a cellule renali è stato associato all’uso cronico di paracetamolo.
Uno studio caso-controllo condotto su pazienti affetti da malattia renale terminale ha suggerito che l’assunzione di paracetamolo a lungo termine può aumentare in modo significativo il rischio di malattia renale terminale, in particolare nei pazienti che assumono più di 1.000 mg al giorno.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di
somministrazione
Non comuni: piressia.
Molto rare: affaticamento e malessere.
Traumatismo, avvelenamento e
complicazioni da procedura
Non comuni: è stata riferita emorragia post-operatoria in seguito a tonsillectomia.
Esami diagnostici Comuni: aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento della gamma glutamiltransferasi e anomalie negli esami della funzionalità epatica con il paracetamolo.
Aumento della creatinina ematica e dell’urea ematica.
Non comuni: aumento dell’aspartato aminotransferasi, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento della creatinfosfochinasi ematica, riduzione dell’emoglobina e aumento della conta piastrinica.
Rare: elevate concentrazioni di acido urico nel sangue.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato ad un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

Indice

Sintomi

Paracetamolo:

A seguito di sovradosaggio di paracetamolo possono verificarsi lesioni epatiche e anche insufficienza epatica. I sintomi del sovradosaggio di paracetamolo nelle prime 24 ore sono pallore, nausea, vomito, anoressia e dolore addominale. Il danno epatico può manifestarsi tra 12 e 48 ore dopo l’assunzione. Possono verificarsi anche anomalie del metabolismo del glucosio e acidosi metabolica. In caso di avvelenamento grave, l’insufficienza epatica può progredire in encefalopatia, coma e morte. L’insufficienza renale acuta con necrosi tubulare acuta può svilupparsi in assenza di un danno epatico grave. Sono state segnalate aritmie cardiache. È possibile il verificarsi di danno epatico in adulti che hanno assunto quantità pari o superiori a 10 g di paracetamolo, a causa dell’eccesso di un metabolita tossico.

Ibuprofene

I sintomi comprendono nausea, dolore addominale, vomito, capogiri, convulsioni e, raramente, perdita di coscienza. Le manifestazioni cliniche che possono derivare dal sovradosaggio di ibuprofene sono depressione del sistema nervoso centrale e dell’apparato respiratorio.

In casi di avvelenamento grave, è possibile che si verifichi acidosi metabolica.

Trattamento

Paracetamolo:

Nella gestione del sovradosaggio di paracetamolo il trattamento tempestivo è essenziale anche in assenza di sintomi evidenti, a causa dei rischi di lesioni epatiche che possono manifestarsi anche nelle ore o nei giorni successivi. È consigliato il trattamento medico immediato per tutti i pazienti che abbiano ingerito quantità pari o superiori a 7,5 g di paracetamolo nelle 4 ore precedenti. Deve essere presa in considerazione l’esecuzione di una lavanda gastrica. È necessario trattare la lesione epatica al più presto e in modo specifico con un antidoto come acetilcisteina (per endovena) o metionina (per via orale).

L’acetilcisteina è più efficace se somministrata nelle 8 ore successive al sovradosaggio e l’effetto si riduce progressivamente tra le 8 e le 16 ore. In passato si riteneva che iniziare il trattamento oltre 15 ore dopo il sovradosaggio non fosse di alcun beneficio e potesse anche incrementare il rischio di encefalopatia epatica. Tuttavia, è stata dimostrata la sicurezza della somministrazione tardiva e gli studi svolti sui pazienti trattati fino a 36 ore dopo l’ingestione suggeriscono che è possibile ottenere risultati positivi anche oltre le 15 ore. Inoltre, è stato dimostrato che la somministrazione endovenosa di acetilcisteina in pazienti che hanno già sviluppato insufficienza epatica fulminante ne riduce la morbilità e la mortalità.

Una dose iniziale pari a 150 mg/kg di acetilcisteina in 200 ml di glucosio 5% viene somministrata per via endovenosa in 15 minuti ed è seguita da un’infusione endovenosa di 50 mg/kg in 500 ml di glucosio 5% in 4 ore e quindi da 100 mg/kg in 1 litro di glucosio 5% in 16 ore. Per i bambini è necessario modificare il volume dei liquidi somministrati per via endovenosa.

La metionina viene somministrata per via orale in una dose pari a 2,5 g ogni 4 ore, fino a 10 g. Il trattamento con la metionina deve essere avviato entro 10 ore dall’ingestione del paracetamolo, diversamente risulterà inefficace e potrebbe aggravare il danno epatico.

Gli eventuali sintomi gravi potrebbero manifestarsi fino a 4 o 5 giorni dopo il sovradosaggio e i pazienti devono essere seguiti con attenzione per un periodo prolungato.

Ibuprofene:

In caso di sovradosaggio acuto, è necessario svuotare lo stomaco provocando il vomito o mediante una lavanda gastrica. Se è trascorsa più di un’ora dall’ingestione, è probabile che venga recuperata una quantità molto ridotta di farmaco. Dal momento che il prodotto è acido e viene escreto nelle urine, in teoria può essere di beneficio somministrare alcali e stimolare la diuresi. Oltre alle misure di supporto, l’utilizzo di carbone attivo per via orale può essere utile per ridurre l’assorbimento e il riassorbimento delle compresse di ibuprofene.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Codice ATC: N02BE51 – Sistema nervoso, analgesici. Altri analgesici e antipiretici; anilidi; paracetamolo, combinazioni esclusi psicolettici.

Meccanismo d’azione

Sebbene il meccanismo e la sede dell’azione analgesica del paracetamolo non siano stati definiti con esattezza, sembra che induca l’analgesia innalzando la soglia del dolore. Il possibile meccanismo potrebbe implicare l’inibizione della via dell’ossido nitrico mediata da diversi recettori dei neurotrasmettitori, compresi l’N-metil-D-aspartato e la sostanza P.

L’ibuprofene è un derivato dell’acido propionico con attività analgesica, antinfiammatoria e antipiretica. Gli effetti terapeutici del farmaco, in quanto FANS, derivano dall’effetto di inibizione svolto sull’enzima ciclossigenasi che comporta la riduzione della sintesi delle prostaglandine.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. In alcuni studi di farmacodinamica, dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene assunto entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg), si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano o sull’aggregazione piastrinica. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati al contesto clinico, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinicamente rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5).

Si ritiene che l’esatto meccanismo d’azione dell’ibuprofene consista nell’inibizione periferica della cicloossigenasi e nella conseguente inibizione della sintesi delle prostaglandine.

Studi clinici

Uno studio in aperto, a dose singola, di crossover è stato condotto su adulti sani per confrontare la farmacocinetica di Tachifenekid con un prodotto correlato formulato per adulti, paracetamolo/ibuprofene 500 mg/150 mg compresse rivestite con film. Tale studio ha dimostrato che: l’esposizione totale al paracetamolo e all’ibuprofene (area sotto la curva; AUC) è stata la medesima con Tachifenekid e Paracetamolo/ibuprofene 500 mg/150 mg compresse rivestite con film.

Il picco di concentrazione plasmatica è risultato leggermente superiore con Tachifenekid, mentre il tempo per il raggiungimento del picco di concentrazione plasmatica è stato il medesimo.

Il cibo ha ridotto il picco di concentrazione plasmatica e ha ritardato il tempo necessario per il raggiungimento del picco di concentrazione plasmatica, in particolare per il paracetamolo.

Con una formulazione della combinazione per adulti sono stati condotti studi randomizzati in doppio cieco utilizzando il modello del dolore acuto post-operatorio dentale. Tali studi hanno dimostrato che: Nelle 48 ore, Paracetamolo/ibuprofene 500 mg/150mg compresse rivestite con film ha mostrato un effetto più rapido rispetto ai singoli principi attivi e ha esercitato un’analgesia superiore rispetto alla stessa dose giornaliera di paracetamolo (p=0,007 a riposo, p=0,006 in attività) e ibuprofene (p=0,003 a riposo, p= 0,007 in attività).

Tutte e tre le dosi valutate (mezza compressa, una compressa e due compresse) sono state efficaci in confronto al placebo (p=0,004-0,002) e la dose più elevata (due compresse) ha mostrato la maggiore percentuale di risposta (50%), i punteggi più bassi relativi al massimo del dolore sulla VAS, il maggior tempo prima di ricorrere ai medicinali di emergenza e la più bassa percentuale di pazienti che vi ha fatto ricorso. Tutti questi parametri sono stati significativamente diversi rispetto al placebo (p˂0,05).

Uno studio randomizzato, in singolo cieco, per gruppi paralleli ha messo a confronto i profili farmacocinetici, la risposta alla dose, l’efficacia analgesica e la sicurezza di una dose elevata e di una dose ridotta di Tachifenekid (paracetamolo 32 mg/ml e ibuprofene 9,6 mg/ml sospensione orale), in 251 bambini sottoposti a tonsillectomia con o senza adenoidectomia (dose elevata: 15 mg/kg di paracetamolo + 4,5 mg/kg di ibuprofene, dose ridotta: 12 mg/kg di paracetamolo + 3,6 mg/kg di ibuprofene). Il giorno dell’intervento chirurgico, ai pazienti è stata somministrata una dose di carico (equivalente al doppio della dose di mantenimento) 30 minuti prima della procedura. Dopo l’intervento, il farmaco in studio è stato somministrato ogni 4-6 ore, fino a 4 dosi nelle 24 ore. Tale studio ha dimostrato che: La somministrazione della dose maggiore ha dato luogo a un aumento proporzionale alla dose dell’esposizione al paracetamolo e all’ibuprofene rispetto alla dose inferiore, con una Cmax media del paracetamolo di 22.7 µg/ml e una Cmax media dell’ibuprofene di 29.2 µg/ml nel gruppo della dose elevata. L’AUC0-6h media nel gruppo della dose elevata è stata pari a 69,0 µg.h/ml per il paracetamolo e a 79,4 µg.h/ml per l’ibuprofene. I picchi di concentrazioni plasmatiche sono stati raggiunti con lo stesso tempo nei due gruppi (circa 1,4 ore per entrambi i componenti).

Meno pazienti trattati con la dose elevata di Tachifenekid hanno necessitato di antidolorifici aggiuntivi il giorno dell’intervento rispetto ai pazienti trattati con la dose ridotta Tachifenekid (31,4% vs. 47,7%, p=0,019).

Entrambe le posologie hanno offerto un’analgesia equivalente il primo giorno dopo l’intervento.

La sicurezza di Tachifenekid è stata valutata fino a 10 giorni dopo l’intervento ed è risultata equivalente tra i due gruppi di trattamento.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Assorbimento

Il paracetamolo e l’ibuprofene vengono prontamente assorbiti dal tratto gastrointestinale con un picco di concentrazione plasmatica tra circa 10 e 60 minuti, dopo la somministrazione orale.

In uno studio su bambini sottoposti a intervento chirurgico di tonsillectomia, la somministrazione orale di Tachifenekid prima della procedura ha comportato picchi di concentrazione plasmatica di paracetamolo e ibuprofene dopo circa 80 minuti.

La velocità di assorbimento della combinazione paracetamolo e ibuprofene è leggermente ritardata in caso di assunzione a stomaco pieno.

Distribuzione

Il medicinale, come tutti i prodotti che contengono paracetamolo, si distribuisce nella maggior parte dei tessuti corporei.

L’ibuprofene si lega fortemente (90-99%) alle proteine plasmatiche. Metabolismo Il paracetamolo è ampiamente metabolizzato nel fegato ed escreto con le urine, principalmente come glucuronide inattivo e coniugati solfati. Meno del 5% viene escreto in forma immodificata. I metaboliti del paracetamolo comprendono un minore intermedio idrossilato dotato di attività epatotossica. Tale intermedio attivo viene detossificato mediante coniugazione con il glutatione, ma può accumularsi a seguito di sovradosaggio di paracetamolo e, se non trattato, può provocare danni epatici gravi talora irreversibili.

Il metabolismo del paracetamolo è diverso nei lattanti prematuri, nei neonati e nei bambini piccoli rispetto agli adulti, poiché il coniugato solfato è predominante.

L’ibuprofene è ampiamente metabolizzato in composti inattivi nel fegato, principalmente per glucuronidazione.

Le vie metaboliche del paracetamolo e dell’ibuprofene sono distinte e non dovrebbero verificarsi interazioni farmacologiche nel caso in cui il metabolismo di uno influisca su quello dell’altro. Al fine di approfondire questa possibilità è stato condotto uno studio formale utilizzando enzimi epatici umani , tuttavia non è stata evidenziata alcuna potenziale interazione farmacologica sulle vie metaboliche.

In un altro studio, è stato analizzato l’effetto dell’ibuprofene sul metabolismo ossidativo del paracetamolo in volontari sani a digiuno. I risultati dello studio hanno indicato che l’ibuprofene non altera la quantità di paracetamolo sottoposta a metabolismo ossidativo, poiché la quantità di paracetamolo e dei suoi metaboliti (paracetamolo-glutatione, -mercapturato, -cisteina, -glucuronide e -solfato) è risultata simile nella somministrazione del paracetamolo da solo rispetto alla somministrazione concomitante con ibuprofene (come combinazione fissa Maxigesic). Questo studio esclude altri rischi epatici derivanti dal metabolita epatotossico NAPQI del paracetamolo, in caso di somministrazione con l’ibuprofene.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione del paracetamolo è compresa tra 1 e 3 ore circa.

I metaboliti inattivi e una ridotta quantità di ibuprofene in forma immodificata vengono escreti rapidamente e completamente dai reni, con il 95% della dose somministrata eliminata attraverso le urine nelle quattro ore successive all’ingestione. L’emivita di eliminazione dell’ibuprofene è di circa 2 ore.

Relazione farmacocinetica

Uno studio specifico volto ad approfondire gli eventuali effetti del paracetamolo sulla clearance plasmatica dell’ibuprofene, e viceversa, non ha individuato alcuna interazione farmacologica.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Nelle sperimentazioni svolte sugli animali, la tossicità cronica e subcronica dell’ibuprofene si è manifestata principalmente sotto forma di lesioni e ulcere del tratto gastrointestinale. Studi in vitro e in vivo non hanno fornito evidenze clinicamente rilevanti di un potenziale mutageno dell’ibuprofene. Gli studi svolti su ratti e topi non hanno rilevato evidenze di effetti cancerogeni dell’ibuprofene. L’ibuprofene ha determinato l’inibizione dell’ovulazione nei conigli e un’alterazione della fase di impianto in varie specie animali (coniglio, ratto e topo). Studi sperimentali hanno dimostrato che l’ibuprofene attraversa la placenta. Somministrando dosi tossiche per la madre, è stato osservato un aumento dell’incidenza di malformazioni (difetti del setto ventricolare).

Studi di valutazione del rischio ambientale hanno dimostrato che l’ibuprofene potrebbe costituire un rischio per il comparto acquatico, in particolare per i pesci.

Paracetamolo

Il paracetamolo in dosi epatotossiche ha evidenziato un potenziale genotossico e cancerogeno (tumori del fegato e della vescica) nei topi e nei ratti. Tuttavia, si ritiene che questa attività genotossica e cancerogena sia associata ad alterazioni del metabolismo del paracetamolo a dosi/concentrazioni elevate e non costituisce un rischio per l’uso clinico.

Non sono disponibili studi convenzionali svolti secondo gli standard attualmente in vigore per la valutazione della tossicità riproduttiva e sullo sviluppo.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Acido citrico monoidrato (E330) Glicerolo (E422) Maltitolo liquido (E965) Polisorbato 80 (E433) Sodio benzoato (E211) Sodio citrato diidrato (E331) Sucralosio (E955) Vivapur MCG 591P (cellulosa microcristallina e carmellosa sodica) Gomma di xantano (E415) Aroma di mascheramento Aroma di fragola Aroma dolce Aroma di vaniglia Carmoisina (E122)

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente

 

06.3 Periodo di validità

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anni Il periodo di validità dopo l’apertura è di 3 mesi, se conservato a una temperatura pari o inferiore a 25°C.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare a temperatura inferiore a 25°C.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Tachifenekid è disponibile in flaconi in PET color ambra contenenti 100 ml o 200 ml di sospensione con una chiusura a prova di bambino. Una siringa dosatrice da 5 ml viene utilizzata come dispositivo di erogazione della dose.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

Questo medicinale potrebbe costituire un rischio per l’ambiente (vedere paragrafo 5.3).

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco – A.C.R.A.F. S.p.A Viale Amelia 70 00181 Roma

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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049580018 – "32 mg/ml + 9.6 mg/ml Sospensione Orale" 1 Flacone In Pet Da 100 ml Con Siringa Dosatrice Da 5 ml 049580020 – "32 mg/ml + 9.6 mg/ml Sospensione Orale" 1 Flacone In Pet Da 200 ml Con Siringa Dosatrice Da 5 ml

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione:

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 11/05/2023