Snoverid: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Snoverid

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Snoverid: ultimo aggiornamento pagina: 18/06/2023 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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SNOVERID 20 mg/12,5 mg compresse rivestite con film SNOVERID 20 mg/25 mg compresse rivestite con film SNOVERID 40 mg/12.5 mg compresse rivestite con film SNOVERID 40 mg/25 mg compresse rivestite con film

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di olmesartan medoxomil e 12,5 mg di idroclorotiazide Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di olmesartan medoxomil e 25 mg di idroclorotiazide Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil e 12.5 mg di idroclorotiazide Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil e 25 mg di idroclorotiazide [si applica solo per 20mg/12.5 mg] Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa rivestita con film contiene 139.94 mg di lattosio monoidrato e 0.003 mg di giallo tramonto FCF (E110).

[si applica solo per 20 mg/25 mg] Eccipienti con effetti noti:

Ogni compressa rivestita con film contiene 127.44 mg di lattosio monoidrato.

[si applica solo per 40 mg/12.5 mg] Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa rivestita con film contiene 292.37 mg di lattosio monoidrato e 0.007 mg di giallo tramonto FCF (E110).

[si applica solo per 40 mg/25 mg] Eccipienti con effetti noti:

Ogni compressa rivestita con film contiene 279.87 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film.

SNOVERID 20 mg/12,5 mg compresse rivestite con film sono di colore arancione, rotonde, biconvesse con un diametro di 8.5 mm, con impressa su di un lato la sigla OH 22.

SNOVERID 20 mg/25 mg compresse rivestite con film sono di colore rosa, rotonde, biconvesse con un diametro di 8.5 mm, con impressa su di un lato la sigla OH 22.

SNOVERID 40 mg/12.5 mg compresse rivestite con film sono di colore arancione, ovali, biconvesse, 15 x 7 mm, con impressa su un lato la sigla OH 41.

SNOVERID 40 mg/25 mg compresse rivestite con film sono di colore rosa, ovali, biconvesse 15 x 7 mm, con impressa su un lato la sigla OH 42.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale.

SNOVERID, associazione a dose fissa, è indicata in pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan medoxomil da solo.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Adulti

SNOVERID è indicato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla monoterapia con olmesartan medoxomil alla dose di 20 mg e non deve essere impiegato come terapia iniziale. SNOVERID è somministrato una volta al giorno, a digiuno o a stomaco pieno.

Quando clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia con olmesartan medoxomil 20 mg all’associazione fissa, considerando che l’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil è massimo in circa 8 settimane dall’inizio della terapia (vedere paragrafo 5.1). Si raccomanda un aggiustamento della dose delle singole componenti: SNOVERID 20 mg/12,5 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla monoterapia ottimale con olmesartan medoxomil 20 mg da solo.

SNOVERID non deve essere utilizzato come terapia iniziale, ma in pazienti la cui pressione sanguigna non è adeguatamente controllata da olmesartan medoxomil 20 mg da solo. SNOVERID è somministrato una volta al giorno, a digiuno o a stomaco pieno.

Quando clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia con olmesartan medoxomil 20 mg all’associazione fissa, considerando che l’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil è massimo in circa 8 settimane dall’inizio della terapia (vedere paragrafo 5.1). Si raccomanda un aggiustamento della dose delle singole componenti: SNOVERID 20 mg/25 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla terapia con SNOVERID 20 mg/12,5 mg.

La dose raccomandata di SNOVERID 40 mg/12.5 mg è di una compressa al giorno.

SNOVERID 40 mg/12,5 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla terapia con olmesartan medoxomil 40 mg da solo.

Per comodità, i pazienti che ricevono olmesartan medoxomil e idroclorotiazide in monoterapia, possono passare a SNOVERID 40 mg/12,5 mg contenenti le stesse dosi dei componenti.

La dose raccomandata di SNOVERID 40 mg/25 mg è di una compressa al giorno.

SNOVERID 40 mg/25 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla combinazione a dose fissa di SNOVERID 40 mg/12.5 mg.

Per comodità, i pazienti che ricevono olmesartan medoxomil e idroclorotiazide in monoterapia, possono passare a SNOVERID 40 mg/25 mg contenenti le stesse dosi dei componenti.

Anziani (65 anni o più)

Nelle persone anziane è raccomandata la stessa posologia dell’associazione utilizzata negli adulti.

[Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] La pressione sanguigna deve essere attentamente monitorata.

Compromissione renale

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] Quando si somministra SNOVERID in pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min) si suggerisce di controllare periodicamente la funzionalità renale (vedere paragrafo 4.4). SNOVERID è controindicato in pazienti con compromissione della funzionalità renale di grado severo (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).

La dose massima di olmesartan medoxomil in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min) è di 20 mg di olmesartan medoxomil una volta al giorno, a causa della limitata esperienza di dosaggi più elevati in questo gruppo di pazienti, e si consiglia un monitoraggio periodico.

[Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] SNOVERID 40 mg/12.5 mg e SNOVERID 40 mg/25 mg sono pertanto controindicati in tutti gli stadi dell’insufficienza renale (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

Compromissione epatica

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] SNOVERID 20 mg/12.5 mg e SNOVERID 20 mg/25 mg devono essere usati con cautela nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Nei pazienti con compromissione epatica che assumono diuretici e/o altri medicinali antipertensivi si consiglia un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale.

Non vi è esperienza sull’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione epatica. SNOVERID 20 mg/12.5 mg e SNOVERID 20 mg/25 mg non devono essere utilizzati in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2), colestasi e ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).

[ Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] SNOVERID 40 mg/12.5 mg e SNOVERID 40 mg/25 mg devono essere usati con cautela in pazienti con compromissione epatica lieve (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Nei pazienti con compromissione epatica che assumono diuretici e/o altri medicinali antipertensivi si consiglia un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale). Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Non vi è esperienza sull’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione epatica. SNOVERID 40 mg/12.5 mg e SNOVERID 40 mg/25 mg pertanto non devono essere usati in pazienti con compromissione epatica moderata e grave (vedere paragrafi 4.3 e 5.2), colestasi e ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di SNOVERID nei bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età non sono state stabilite.

Non ci sono dati disponibili

Modo di somministrazione:

La compressa deve essere deglutita con una sufficiente quantità di liquido (per esempio un bicchiere d’acqua). La compressa non deve essere masticata e deve essere assunta ogni giorno alla stessa ora.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1 o ad altre sostanze sulfonamido-derivate (poiché idroclorotiazide è un medicinale sulfonamido-derivato).

Ipokaliemia refrattaria, ipercalcemia, iponatremia e iperuricemia sintomatica.

Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

L’uso concomitante di olmesartan medoxomil con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR<60 ml/min/1,73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] Compromissione renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) Compromissione epatica grave, colestasi e patologie biliari ostruttive (vedere paragrafo 5.2) [Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] Compromissione renale (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) Compromissione epatica moderata e grave, colestasi e patologie biliari ostruttive (vedere paragrafo 5.2).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Deplezione del volume intravascolare

Nei pazienti con ipovolemia e/o deplezione di sodio causate da dosi elevate di diuretici, ridotto apporto sodico con la dieta, diarrea o vomito, può verificarsi ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose. Tali condizioni devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con SNOVERID Altre condizioni legate alla stimolazione del sistema renina-angiotensina- aldosterone

Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendano principalmente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad esempio, pazienti con insufficienza cardiaca congestizia di grado severo o affetti da malattie renali, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con medicinali che intervengano su questo sistema è stato associato a ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, in rari casi, insufficienza renale acuta.

Ipertensione renovascolare

Nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria afferente al singolo rene funzionante, trattati con medicinali che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, esiste un rischio accentuato di ipotensione ed insufficienza renale di grado severo.

Compromissione renale e trapianto renale

SNOVERID non deve essere impiegato in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] Nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (la clearance della creatinina è ≥ 30 ml/min, < 60 ml/min) non è necessario un aggiustamento del dosaggio.

[Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] La dose massima di olmesartan medoxomil in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min) è di 20 mg di olmesartan medoxomil una volta al giorno. Tuttavia, in tali pazienti, SNOVERID 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg, devono essere somministrati con cautela e si raccomanda il monitoraggio periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale può verificarsi iperazotemia associata all’uso dei diuretici tiazidici. Se si evidenzia una progressiva compromissione renale, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, prendendo in considerazione la sospensione del diuretico.

SNOVERID 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg sono pertanto controindicati in tutti gli stadi di insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).

Non esiste esperienza di somministrazione di SNOVERID in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Compromissione epatica

Non vi è al momento esperienza con olmesartan medoxomil in pazienti con compromissione grave epatica. Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose massima è di 20 mg di olmesartan medoxomil. Inoltre, lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico durante la terapia con tiazidi possono indurre coma epatico in pazienti con compromissione epatica o epatopatia progressiva.

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] Pertanto, si deve esercitare cautela in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.2). L’impiego di SNOVERID 20 mg/12.5 mg e 20 mg/ 25 mg è controindicato in pazienti con compromissione epatica grave, colestasi o ostruzione biliare (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

[Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] Pertanto, l’uso di SNOVERID 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg è controindicato in pazienti con compromissione epatica moderata e grave, colestasi e ostruzione biliare (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

Prestare attenzione in pazienti con compromissione lieve (vedere paragrafo 4.2).

Stenosi della valvola aortica e mitrale, miocardiopatia ipertrofica ostruttiva:

Come con gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale o da miocardiopatia ipertrofica ostruttiva.

Aldosteronismo primario

I pazienti con aldosteronismo primario non rispondono generalmente ai medicinali antipertensivi che agiscono mediante l’inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l’uso di SNOVERID non è raccomandato in questi pazienti.

Effetti metabolici ed endocrini

La terapia con tiazidi può alterare la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici possono essere richiesti aggiustamenti posologici dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5). Un diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazidi.

L’aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi è un noto effetto indesiderato associato alla terapia con diuretici tiazidici.

In alcuni pazienti che ricevono la terapia tiazidica può verificarsi iperuricemia o gotta.

Squilibrio elettrolitico

Come per tutti i pazienti in terapia con diuretici, vanno effettuate periodiche determinazioni degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

Le tiazidi, inclusa idroclorotiazide, possono causare squilibrio idrico o elettrolitico (incluse, ipokaliemia iponatremia e alcalosi ipocloremica). Segni di allarme di squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza del cavo orale, sete, debolezza, letargia, sopore, irrequietezza, dolore o crampi muscolari, stanchezza muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito (vedere paragrafo 4.8).

Il rischio di ipokaliemia è maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con diuresi rapida, in pazienti che ricevano inadeguato apporto orale di elettroliti ed in pazienti che ricevano terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedede paragrafo 4.5).

Al contrario, a causa dell’antagonismo dei recettori dell’angiotensina II (AT-1) di olmesartan medoxomil contenuto in SNOVERID, può intervenire iperkaliemia, specialmente in presenza di compromissione della funzionalità renale e/o scompenso cardiaco e diabete mellito. Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio e gli altri prodotti medicinali che possono indurre incremento dei livelli sierici del potassio (come l’eparina) devono essere somministrati con cautela in concomitanza all’assunzione di SNOVERID (vedere paragrafo 4.5).

Non vi è evidenza che olmesartan medoxomil riduca o prevenga l’iponatremia indotta da diuretici. Il deficit di cloruri è generalmente lieve e, di solito, non richiede trattamento.

Le tiazidi possono ridurre l’escrezione urinaria del calcio e causare lieve ed intermittente incremento del calcio sierico in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio. Una ipercalcemia può essere una manifestazione di un iperparatiroidismo occulto. Le tiazidi devono essere sospese prima di effettuare un’analisi per la funzionalità paratiroidea.

E’ stato dimostrato che le tiazidi aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, con possibile ipomagnesemia.

Nei pazienti edematosi, in corso di esposizione ad alte temperature atmosferiche, può verificarsi iponatremia da diluizione.

Litio

Come con altri medicinali contenenti antagonisti del recettore dell’angiotensina II e tiazidi in associazione, la somministrazione concomitante di litio ed SNOVERID non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

Enteropatia simil-sprue

In casi molto rari, in pazienti in trattamento con olmesartan da pochi mesi o anni è stata riportata diarrea cronica con significativa perdita di peso, causata probabilmente da una reazione localizzata di ipersensibilità ritardata. Le biopsie intestinali dei pazienti hanno spesso messo in evidenza atrofia dei villi.

Se un paziente manifesta questi sintomi in corso di trattamento con olmesartan, e in assenza di altre eziologie evidenti, il trattamento con olmesartan deve essere immediatamente sospeso e non deve essere ripreso.

Se la diarrea non migliora entro una settimana dalla sospensione del trattamento deve essere consultato uno specialista (per esempio un gastroenterologo).

Versamento coroidale, miopatia acuta e glaucoma secondario ad angolo chiuso:

I farmaci e i derivati sulfonamidici possono causare una reazione idiosincrasica, con conseguente versamento coroidale difetto del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma ad angolo chiuso. I sintomi includono l’insorgenza acuta di una diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e si verificano in genere entro poche ore o settimane dall’inizio della terapia. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista. Il trattamento primario prevede di interrompere l’assunzione del farmaco più rapidamente possibile. Un rapido intervento medico o chirurgico potrebbero essere presi in considerazione se la pressione intraoculare rimane incontrollata. I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alle sulfonamidi o alla penicillina.

Differenze etniche

Come con tutti gli altri antagonisti del recettore dell’angiotensina II, l’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil è alquanto inferiore nei pazienti di etnia nera, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di etnia nera.

Test antidoping:

L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può determinare positività di alcuni test antidoping.

Gravidanza

La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Altro

Come un qualsiasi agente antipertensivo, nei pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare ishemica, vi è sempre il rischio che la riduzione della pressione arteriosa possa causare infarto miocardico o ictus.

Reazioni di ipersensibilità ad idroclorotiazide possono insorgere in pazienti con o senza anamnesi di allergia o asma bronchiale, ma sono più frequenti con tali riscontri anamnestici.

E’ stata riportata esacerbazione o attivazione di lupus eritematoso sistemico con l’impiego di diuretici tiazidici.

Carcinoma cutaneo non-melanoma

Con l’aumento della dose cumulativa di esposizione all’idroclorotiazide (HCTZ) è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma e cellule squamose (SCC)] in due stadi epidemiologici, basati sul Registro del Danish National Cancer. Le azioni fotosensibilizzanti dell’HCTZ potrebbero fungere da possibile meccanismo per NMSC.

I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di controllare regolarmente la propria pelle per eventuali nuove lesioni e segnalare tempestivamente eventuali lesioni cutanee sospette. Ai pazienti, per ridurre al minimo il rischio di cancro alla pelle, dovrebbero essere consigliate possibili misure preventive, come l’esposizione limitata alla luce solare a ai raggi UV e, in caso di esposizione, un’adeguata protezione. Le lesioni cutanee sospette devono essere prontamente esaminate, includendo potenzialmente esami istologici di biopsie. Anche nei pazienti che hanno precedenti di NMSC, potrebbe essere necessario riconsiderare l’uso di HCTZ (vedere paragrafo 4.8).

Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

SNOVERID 20 mg/12.5 mg contiene anche giallo tramonto FCF (E110) che può causare reazioni di ipersensibilità SNOVERID 40 mg/12.5 mg contiene anche giallo tramonto FCF (E110) che può causare reazioni di ipersensibilità

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Potenziali interazioni con olmesartan medoxomil e idroclorotiazide

Uso concomitante non raccomandato

Litio:

Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della sua tossicità sono stati riportati durante la somministrazione concomitante di litio con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e, raramente, con antagonisti del recettore dell’angiotensina II. Inoltre, la clearance renale del litio è ridotta dalle tiazidi e, di conseguenza, il rischio di tossicità da litio può essere aumentato. Pertanto, l’uso di SNOVERID e di litio in associazione non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4). Nel caso si ritenga necessario l’uso concomitante, si raccomanda un attento controllo dei livelli sierici di litio.

Uso concomitante che richiede cautela

Baclofene

Può verificarsi potenziamento dell’effetto antipertensivo.

Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS):

I FANS, ad esempio l’acido acetilsalicilico (>3 g/die), i COX-2 inibitori e i FANS non selettivi, possono ridurre l’effetto antipertensivo dei diuretici tiazidici e degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II.

In alcuni pazienti con compromissione della funzionalità renale (ad esempio pazienti disidratati o persone anziane con funzionalità renale compromessa), la somministrazione concomitante di antagonisti del recettore dell’angiotensina II e di inibitori della ciclo-ossigenasi può determinare ulteriore deterioramento della funzionalità renale, compresa la possibile insufficienza renale acuta, usualmente reversibile. Pertanto, tale associazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nelle persone anziane. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e si deve prendere in considerazione il controllo della funzionalità renale dopo l’inizio del trattamento concomitante e periodicamente nel corso di questo.

Uso concomitante da valutare

Amifostina

Può verificarsi potenziamento dell’effetto antipertensivo.

Altri medicinali antipertensivi:

L’effetto ipotensivo causato da SNOVERID può essere aumentato dall’impiego concomitante di altri medicinali antipertensivi.

Alcool, barbiturici, stupefacenti o antidepressivi

Può verificarsi potenziamento dell’ipotensione ortostatica. Potenziali interazioni con olmesartan medoxomil: Uso concomitante non raccomandato

ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).

Medicinali che influenzano i livelli di potassio:

Sulla base dell’esperienza dell’impiego di altri medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina, l’impiego concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, di integratori di potassio, di sostituti del sale contenenti potassio o di altri medicinali in grado di determinare un aumento dei livelli del potassio sierico (ad esempio eparina, ACE inibitori) può causare un aumento del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4). Qualora vengano prescritti medicinali in grado di agire sui livelli di potassio in associazione a SNOVERID si consiglia il controllo dei livelli plasmatici di potassio.

Colesevelam, sequestrante degli acidi biliari

La somministrazione concomitante del colesevelam cloridrato, sequestrante degli acidi biliari, riduce l’esposizione sistemica, la concentrazione massima plasmatica e il t1/2 di olmesartan. La somministrazione di olmesartan medoxomil almeno 4 ore prima del colesevelam cloridrato riduce l’effetto di questa interazione farmacologica. Deve essere presa in considerazione la somministrazione di olmesartan medoxomil almeno 4 ore prima della dose di colesevelam cloridrato (vedere paragrafo 5.2).

Informazioni aggiuntive

Dopo il trattamento con antiacidi (alluminio magnesio idrossido) è stata osservata una modesta riduzione della biodisponibilità di olmesartan.

Olmesartan medoxomil non ha effetti significativi sulla farmacocinetica o sulla farmacodinamica del warfarin o sulla farmacocinetica della digossina.

La somministrazione concomitante di olmesartan medoxomil e pravastatina non determina effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica delle due sostanze in soggetti sani.

Olmesartan non possiede effetti inibitori clinicamente rilevanti sugli enzimi del citocromo P450 umano 1A1/2, 2A6, 2C8/9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4 in vitro, mentre gli effetti di induzione sul citocromo P450 del ratto sono minimi o assenti. Non sono da attendersi interazioni clinicamente rilevanti tra olmesartan e medicinali metabolizzati dai succitati enzimi del citocromo P450.

Potenziali interazioni con idroclorotiazide:

Uso concomitante non raccomandato

Medicinali che influenzano i livelli di potassio:

L’effetto di deplezione potassica dell’idroclorotiazide (vedere paragrafo 4.4) può essere potenziato dalla somministrazione concomitante di altri medicinali associati a perdita di potassio e ipokaliemia (ad esempio altri diuretici che determinano potassiuria, lassativi, corticosteroidi, ACTH, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica o derivati dell’acido salicilico). Pertanto, tale uso concomitante non è raccomandato.

Uso concomitante che richiede cautela

Sali di calcio

I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio per diminuzione della loro escrezione. Se devono essere prescritti supplementi di calcio, i livelli sierici di calcio devono essere controllati e la posologia del calcio aggiustata di conseguenza.

Colestiramina e resine di colestipolo

L’assorbimento di idroclorotiazide viene compromesso in presenza di resine a scambio anionico.

Glicosidi della digitale

L’ipokaliemia o l’ipomagnesemia indotta da tiazidici possono favorire la comparsa di aritmie cardiache indotte da digitale.

Medicinali che risentono delle alterazioni della potassemia

Si raccomanda di effettuare il controllo periodico del potassio sierico e dell’ECG quando SNOVERID viene somministrato in concomitanza con medicinali che risentono delle alterazioni della potassiemia (ad esempio glicosidi della digitale e antiaritmici), o con i seguenti medicinali (inclusi alcuni antiaritmici) che possono indurre torsioni di punta (tachicardia ventricolare), in quanto l’ipokaliemia è un fattore predisponente per le torsioni di punta (tachicardia ventricolare): Antiaritmici di classe Ia (ad esempio chinidina, idrochinidina, disopiramide).

Antiaritmici di classe III (ad esempio amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide).

Alcuni antipsicotici (ad esempio tioridazina, clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina, ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo).

Altri (ad esempio bepridile, cisapride, difemanile, eritromicina ev, alofantrina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, terfenadina, vincamina ev).

Miorilassanti non depolarizzanti (ad esempio tubocurarina)

L’effetto dei miorilassanti non depolarizzanti può essere potenziato dall’idroclorotiazide.

Medicinali anticolinergici (ad esempio atropina, biperiden)

Aumento della biodisponibilità dei diuretici tiazidici dovuto a riduzione della motilità gastrointestinale e del tempo di svuotamento gastrico.

Medicinali antidiabetici (medicinali orali e insulina)

Il trattamento con un diuretico tiazidico può influenzare la tolleranza al glucosio. Possono essere richiesti aggiustamenti posologici dei medicinali antidiabetici (vedere paragrafo 4.4).

Metformina

La metformina deve essere impiegata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta dalla possibile insufficienza renale funzionale legata ad idroclorotiazide.

Beta bloccanti e diazossido

L’effetto iperglicemizzante dei beta bloccanti e del diazossido può essere aumentato dalle tiazidi.

Amine pressorie (noradrenalina)

L’effetto delle amine pressorie può essere ridotto.

Medicinali usati nel trattamento della gotta (per esempio probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo) Può essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali uricosurici, poiché idroclorotiazide può aumentare il livello sierico dell’acido urico. Può essere necessario un aumento del dosaggio di probenecid o sulfinpirazone. La somministrazione concomitante di un diuretico tiazidico può aumentare l’incidenza di reazioni da ipersensibilità ad allopurinolo.

Amantadina

Le tiazidi possono aumentare il rischio di reazioni avverse da amantadina.

Medicinali citotossici (ad esempio ciclofosfamide, metotressato)

Le tiazidi possono ridurre l’escrezione renale di medicinali citotossici e potenziare i loro effetti mielosoppressivi.

Salicilati

In caso di somministrazione di alte dosi di salicilati, idroclorotiazide può aumentare l’effetto tossico dei salicilati sul sistema nervoso centrale.

Metildopa

Sono stati segnalati casi isolati di anemia emolitica dopo uso concomitante di idroclorotiazide e metildopa.

Ciclosporina

Il trattamento concomitante con ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicanze simil gottose.

Tetracicline

La somministrazione concomitante di tetracicline e tiazidici incrementa il rischio di aumento dei livelli di urea indotto da tetracicline. Questa interazione probabilmente non si verifica con doxiciclina.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

Gravidanza

A causa degli effetti in gravidanza dei principi attivi di questa associazione, l’uso di SNOVERID non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso SNOVERID è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Olmesartan medoxomil

L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II, un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

E’ noto che l’esposizione ad antagonisti del recettore dell’angiotensina II durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (vedere anche paragrafo 5.3) Se dovesse verificarsi esposizione ad antagonisti del recettore dell’angiotensina II dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto antagonisti del recettore dell’angiotensina II devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Idroclorotiazide

L’esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre, è limitata. Gli studi condotti su animali sono insufficienti.

L’idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo di azione farmacologico dell’idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentare e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.

L’idroclorotiazide non deve essere impiegata nell’edema gestazionale, nell’ipertensione gravidica o preeclampsia a causa del rischio di deplezione del volume plasmatico e ipoperfusione placentare, senza effetti favorevoli sul decorso della malattia.

L’idroclorotiazide non deve essere impiegata per l’ipertensione essenziale in donne incinte eccetto quelle rare situazioni in cui nessun altro trattamento possa essere usato.

Allattamento

Olmesartan medoxomil

Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di SNOVERID durante l’allattamento, l’uso di SNOVERID non è raccomandato e si devono preferire terapie alternative con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento specialmente in caso di neonati o prematuri.

Idroclorotiazide

L’idroclorotiazide è escreta nel latte umano in piccole quantità. Alti dosaggi di tiazidi, comportando intensa diuresi, possono inibire la produzione di latte.

L’uso di SNOVERID non è raccomandato durante l’allattamento. Se si usa SNOVERID durante l’allattamento le dosi devono essere mantenute più basse possibile.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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SNOVERID può esercitare una lieve o moderata influenza sulla capacità di guidare i veicoli e sull’uso di macchinari. Capogiri o sintomi di affaticamento, in grado di compromettere la capacità di reazione, possono manifestarsi occasionalmente nei pazienti che seguono una terapia antipertensiva.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse più comunemente riportate in corso di trattamento con SNOVERID sono cefalea (2,9%), capogiri (1,9%) e affaticamento (1,0%).

L’idroclorotiazide può causare o aggravare una deplezione di liquidi che può condurre a squilibrio elettrolitico (vedere paragrafo 4.4).

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg] In studi clinici cui hanno partecipato 1155 pazienti che hanno ricevuto l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide a dosaggi di 20 mg/12,5 mg o 20 mg/25 mg e 466 pazienti che hanno ricevuto placebo per periodi fino a 21 mesi, la frequenza complessiva di reazioni avverse alla associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide è stata simile a quella relativa al placebo. Anche le interruzioni del trattamento dovute a reazioni avverse sono state simili per olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/12,5 mg – 20 mg/25 mg (2%) e per placebo (3%). La frequenza di reazioni avverse nel gruppo olmesartan medoxomil/idroclorotiazide in totale rispetto al placebo non è sembrata essere correlata all’età (<65 anni verso ≥65 anni), al sesso o al gruppo etnico, benché la frequenza di capogiri sia stata lievemente superiore nei pazienti di età ≥ a 75 anni.

Inoltre, la tollerabilità di SNOVERID ad alte dosi è stata valutata in studi clinici condotti in 3709 pazienti che hanno ricevuto olmesartan medoxomil in associazione con idroclorotiazide alle dosi di 40 mg/12,5 mg e 40 mg/25 mg.

[Si applica solo per 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg] La sicurezza di SNOVERID 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg è stata valutata in studi clinici a cui hanno partecipato 3709 pazienti trattati con olmesartan medoxomil in associazione con idroclorotiazide.

Ulteriori reazioni avverse riportate con l’associazione a dose fissa di olmesartan medoxomil e idroclorotiazide ai dosaggi più bassi di 20 mg/12.5 mg e 20 mg/25 mg, possono essere potenziali reazioni avverse con SNOVERID 40 mg/12.5 mg e 40 mg/25 mg.

Le reazioni avverse osservate con SNOVERID negli studi clinici, negli studi di tollerabilità post- autorizzazione e le segnalazioni spontanee sono riportate nella tabella sottostante, cosi come le reazioni avverse indotte dai singoli componenti olmesartan medoxomil e idroclorotiazide basate sul profilo di tollerabilità di queste sostanze.

Per classificare la frequenza delle reazioni avverse è stata impiegata la seguente terminologia: molto comune (1/10); comune (1/100 a <1/10); non comune (1/1.000 a <1/100); rara (1/10.000 a <1/1.000), molto rara (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione MedDRA per Organi e Sistemi Reazioni avverse Frequenza
SNOVERID Olmesartan HCTZ
Infezioni ed infestazioni Scialoadenite Rara
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Carcinoma cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma squamocellulare) Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia aplastica Rara
Depressione del midollo osseo Rara
Anemia emolitica Rara
Leucopenia Rara
Neutropenia/ Agranulocitosi Rara
Trombocitopenia Non comune Rara
Disturbi del sistema immunitario Reazioni anafilattiche Non comune Non comune
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia Non comune
Glicosuria Comune
Ipercalcemia Comune
Ipercolesterolemia Non comune Molto comune
Iperglicemia Comune
Iperkaliemia Rara
Ipertrigliceridemia Non comune Comune Molto comune
Iperuricemia Non comune Comune Molto comune
Ipercloremia Comune
Alcalosi ipocloremica Molto raro
Ipokaliemia Comune
Ipomagnesiemia Comune
Iponatremia Comune
Iperamilasemia Comune
Disturbi psichiatrici Apatia Rara
Depressione Rara
Irrequietezza Rara
Disturbi dei sonno Rara
Patologie del sistema nervoso Stato di confusione Comune
Convulsioni Rara
Disturbi della coscienza (come perdita di coscienza) Rara
Vertigini/stordimento Comune Comune Comune
Mal di testa Comune Comune Rara
Perdita dell’appetito Non comune
Parestesia Rare
Vertigini posturali Non comune
Sonnolenza Non comune
Sincope Non comune
Patologie dell’occhio Diminuzione della lacrimazione Rara
Visione offuscata transitoria Rara
Peggioramento della miopia preesistente Non comune
Xantopsia Rara
Versamento coroidale, miopia acuta, glaucoma acuto ad angolo chiuso Non nota
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigine Non comune Non comune Rara
Patologie cardiache Angina pectoris Non comune
Aritmia cardiaca Rara
Palpitazioni Non comune
Patologie vascolari Embolia Rara
Ipotensione Non comune Rara
Angiite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) Rara
Ipotensione ortostatica Non comune Non comune
Trombosi Rara
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Bronchite Comune
Tosse Non comune Comune
Dispnea Rare
Polmonite interstiziale Rare
Faringite Comune
Edema polmonare Rara
Problemi respiratori Non comune
Rinite Comune
Patologie gastrointestinali Dolore addominale Non comune Comune Comune
Stipsi Comune
Diarrea Non comune Comune Comune
Dispepsia Non comune Comune
Irritazione gastrica Comune
Gastroenterite Comune
Meteorismo Comune
Nausea Non comune Comune Comune
Pancreatite Rara
Ileo paralitico Molto rara
Vomito Non comune Non comune Comune
Enteropatia simil-sprue (vedere paragrafo 4.4) Molto rara
Patologie epatobiliari Colecistite acuta Rara
Ittero (ittero colestatico intraepatico) Rara
Epatite autoimmune* Non nota
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Dermatite allergica Non comune
Reazioni cutanee anafilattiche Rara
Edema angioneurotico Rara Rara
Reazioni simili al lupus eritematoso cutaneo Rara
Eczema Non comune
Eritema Non comune
Esantema Non comune
Reazioni di fotosensibilità Non comune
Prurito Non comune Non comune
Porpora Non comune
Rash Non comune Non comune Non comune
Riattivazione dei lupus eritematodi cutanei Rara
Necrolisi epidermica tossica Rara
Orticaria Rara Non comune Non comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia Non comune
Artrite Comune
Mal di schiena Non comune Comune
Spasmo muscolare Non comune Rara
Debolezza muscolare Rara
Mialgia Non comune Non comune
Dolore alle estremità Non comune
Paresi Rara
Dolore scheletrico Comune
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale acuta Rara Rara
Ematuria Non comune Comune
Nefrite interstiziale Rara
Insufficienza renale Rara
Disfunzione renale Rare
Infezione del tratto urinario Comune
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune Non comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Comune Non comune
Dolore al petto Comune Comune
Edema facciale Non comune
Fatica Comune Comune
Febbre Rara
Sintomi simil-influenzali Comune
Letargia Rara
Malessere Rara Non comune
Dolore Comune
Edema periferico Comune Comune
Debolezza Non comune
Esami diagnostici Aumento dell’alanina aminotransferasi Non comune
Aumento dell’aspartato aminotransferasi Non comune
Aumento del calcio nel sangue Non comune
Aumento della creatinina ematica Non comune Rara Comune
Aumento della
creatinfosfochinasi ematica
Comune
Aumento della glicemia Non comune
Diminuzione dell’ematocrito Rara
Diminuzione dell’emoglobina Rara
Aumento dei lipidi nel sangue Non comune
Diminuzione del potassio nel sangue Non comune
Aumento del potassio nel sangue Non comune
Aumento dell’urea nel sangue Non comune Comune Comune
Aumento dell’azoto ureico nel sangue Rara
Aumento dell’acido urico nel sangue Rara
Aumento della gamma glutamil transferasi Non comune
Aumento degli enzimi epatici Comune

* Dopo l’immissione in commercio sono stati segnalati casi di epatite autoimmune con una latenza che variava da pochi mesi ad anni, i quali si sono risolti dopo la sospensione di olmesartan.

Sono stati riferiti casi singoli di rabdomiolisi in associazione temporale con l’assunzione di bloccanti del recettore dell’angiotensina II.

Descrizione delle reazioni avverse selezionate

Carcinoma cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione cumulativa dose-dipendente tra HCTZ e NMSC (vedere anche paragrafi 4.4 e 5.1).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

Indice

Non sono disponibili informazioni specifiche sugli effetti o sul trattamento del sovradosaggio di SNOVERID. Il paziente deve essere attentamente controllato e il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. La gestione dipende dal tempo intercorso dall’assunzione e dalla severità della sintomatologia. Le misure suggerite comprendono l’induzione del vomito e/o la lavanda gastrica. Il carbone attivo può essere utile nel trattamento del sovradosaggio. Gli elettroliti sierici e la creatinina devono essere controllati frequentemente.

Se interviene ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina, con veloce ripristino del volume plasmatico e dei sali.

Le più probabili manifestazioni attese di sovradosaggio da olmesartan medoxomil sono l’ipotensione e la tachicardia; può manifestarsi anche bradicardia. Il sovradosaggio da idroclorotiazide è associato a deplezione elettrolitica (ipokalemia, ipocloremia) e disidratazione dovuta ad eccessiva diuresi. I più comuni segni e sintomi di sovradosaggio sono nausea e sonnolenza. L’ipokaliemia può determinare spasmi muscolari e/o aritmie cardiache accentuate associate all’uso concomitante di glicosidi della digitale o di certi medicinali antiaritmici.

Non sono disponibili dati sulla dializzabilità di olmesartan o idroclorotiazide.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Antagonisti dell’angiotensina II associati a diuretici, codice ATC: C09DA08..

Meccanismo d’azione/Effetti farmacodinamici

SNOVERID è un’associazione di un antagonista recettoriale dell’angiotensina II, olmesartan medoxomil, ed un diuretico tiazidico, idroclorotiazide. L’associazione di queste sostanze ha un effetto antipertensivo additivo, riducendo la pressione arteriosa in grado maggiore rispetto a ciascun componente da solo.

La monosomministrazione giornaliera di SNOVERID assicura un’efficace e graduale riduzione della pressione arteriosa nelle 24 ore tra due somministrazioni.

Olmesartan medoxomil

è un antagonista selettivo del recettore dell’angiotensina II (tipo AT 1) efficace per via orale. L’angiotensina II è il principale ormone vasoattivo del sistema renina-angiotensina-aldosterone e riveste un ruolo significativo nella fisiopatologia dell’ipertensione. Gli effetti dell’angiotensina II comprendono vasocostrizione, stimolazione della sintesi e del rilascio dell’aldosterone, stimolazione cardiaca e riassorbimento renale del sodio. L’olmesartan blocca gli effetti vasocostrittore e aldosterone- secretorio dell’angiotensina II bloccando il suo legame al recettore AT 1 nei tessuti, compresa la muscolatura liscia vascolare e la ghiandola surrenale. L’azione dell’olmesartan è indipendente dall’origine o dalla via di sintesi dell’angiotensina II. L’antagonismo selettivo dell’olmesartan nei confronti del recettore dell’angiotensina II (AT 1) produce un aumento dei livelli plasmatici di renina e delle concentrazioni di angiotensina I e II e una qualche diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di aldosterone.

Nei casi di ipertensione, l’olmesartan medoxomil determina una riduzione a lungo termine, dose-dipendente, della pressione arteriosa. Non sono riportati casi di ipotensione dopo la prima somministrazione, di tachifilassi nel corso di trattamenti prolungati o di ipertensione da rimbalzo all’interruzione improvvisa della terapia.

La somministrazione di olmesartan medoxomil una volta al giorno assicura un’efficace e costante riduzione della pressione arteriosa nelle 24 ore di intervallo tra una dose e quella successiva. A parità di dosaggio complessivo, la mono-somministrazione giornaliera ha prodotto diminuzioni simili della pressione arteriosa rispetto alla somministrazione del medicinale due volte al giorno.

Con un trattamento continuato, la riduzione massima della pressione arteriosa viene raggiunta entro le 8 settimane successive all’inizio della terapia, sebbene una quota sostanziale dell’effetto di diminuzione della pressione arteriosa venga già osservata dopo 2 settimane di trattamento.

Non sono al momento noti gli effetti dell’olmesartan sulla mortalità e sulla morbilità. Lo studio Randomised Olmesartan and Diabetes Microalbuminuria Prevention (ROADMAP), condotto in 4447 pazienti con diabete di tipo 2, normoalbuminuria e almeno un fattore di rischio cardiovascolare addizionale, ha valutato se il trattamento con olmesartan potesse ritardare la comparsa di microalbuminuria. Durante il periodo mediano di follow-up di 3.2 anni, i pazienti hanno ricevuto olmesartan o placebo più altri farmaci antipertensivi esclusi ACE-inibitori o sartani.

Lo studio ha dimostrato una significativa riduzione del rischio in termini di aumento del tempo di comparsa di microalbuminuria (endpoint primario) a favore di olmesartan. Dopo aggiustamento per i valori di pressione arteriosa, tale riduzione del rischio non era più statisticamente significativa. L’8.2% (178 su 2160) dei pazienti del gruppo olmesartan e il 9.8% (210 su 2139) del gruppo placebo hanno manifestato la comparsa di microalbuminuria.

Per quanto riguarda gli endpoint secondari, si sono verificati eventi cardiovascolari in 96 pazienti (4.3%) del gruppo olmesartan e in 94 pazienti (4.2%) del gruppo placebo. L’incidenza della mortalità cardiovascolare è stata superiore nel gruppo olmesartan rispetto al gruppo placebo (15 pazienti [0.7%] vs. 3 pazienti [0.1%]), nonostante valori simili per l’ictus non fatale (14 pazienti [0.6%] vs. 8 pazienti [0.4%]), l’infarto miocardico non fatale (17 pazienti [0.8%] vs. 26 pazienti [1.2%]) e la mortalità per cause non cardiovascolari (11 pazienti [0.5%] vs. 12 pazienti [0.5%]). La mortalità complessiva con olmesartan era numericamente superiore (26 pazienti [1.2%] vs. 15 pazienti [0.7%]) a causa, principalmente, di un maggior numero di eventi cardiovascolari fatali.

Lo studio Olmesartan Reducing Incidence of End-stage Renal Disease in Diabetic Nephropathy Trial (ORIENT) ha valutato gli effetti di olmesartan sugli eventi renali e cardiovascolari in 577 pazienti cinesi e giapponesi con diabete di tipo 2 e nefropatia conclamata. Durante il periodo mediano di follow-up di 3.1 anni, i pazienti hanno ricevuto olmesartan o placebo più altri farmaci antipertensivi compresi ACE-inibitori.

L’endpoint composito primario (tempo al primo evento di raddoppio della creatinina sierica, nefropatia all’ultimo stadio, morte per tutte le cause) si è verificato in 116 pazienti nel gruppo olmesartan (41.1%) e in 129 pazienti del gruppo placebo (45.4%) (HR 0.97 [IC 95% 0.75-1.24]; p=0.791). L’endpoint secondario cardiovascolare composito si è verificato in 40 pazienti trattati con olmesartan (14.2%) e in 53 pazienti trattati con placebo (18.7%). Tale endpoint cardiovascolare composito comprendeva morte cardiovascolare in 10 pazienti (3.5%) che ricevevano olmesartan verso 3 pazienti (1.1%) che ricevevano placebo, mortalità totale 19 (6.7%) verso 20 (7.0%), ictus non fatale 8 (2.8%) verso 11 (3.9%) e infarto miocardico non fatale 3 (1.1%) verso 7 (2.5%), rispettivamente.

L’idroclorotiazide

è un diuretico tiazidico. Il meccanismo dell’effetto antipertensivo dei diuretici tiazidici non è pienamente conosciuto. Le tiazidi agiscono sui meccanismi di riassorbimento elettrolitico del tubulo renale, aumentando direttamente l’escrezione del sodio e del cloro in quantità approssimativamente equivalenti. L’azione diuretica dell’idroclorotiazide riduce il volume plasmatico, aumenta l’attività della renina plasmatica ed aumenta la secrezione di aldosterone, con conseguente aumento della perdita di bicarbonato e potassio con le urine, e riduzione del potassio sierico. Il legame renina-aldosterone è mediato dall’angiotensina II e, pertanto, la somministrazione concomitante di un antagonista recettoriale dell’angiotensina II tende a contrastare la perdita di potassio associata ai diuretici tiazidici. Con l’idroclorotiazide, l’inizio della diuresi avviene dopo circa due ore e il picco dell’effetto dopo circa quattro ore dalla somministrazione, mentre l’effetto persiste approssimativamente per 6-12 ore.

Studi epidemiologici hanno evidenziato che il trattamento a lungo termine con l’idroclorotiazide in monoterapia riduce i rischi di mortalità e morbilità cardiovascolare.

Efficacia e sicurezza clinica

L’associazione di olmesartan medoxomil e idroclorotiazide

determina riduzione additiva della pressione arteriosa che generalmente aumenta all’aumentare della dose di ciascun componente.

Nei dati complessivi degli studi controllati con placebo, la somministrazione dell’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/12,5 mg e 20 mg/25 mg ha determinato una riduzione media (detratta la riduzione dovuta al placebo) della pressione arteriosa sistolica/diastolica al valore più basso, rispettivamente, di 12/7 mmHg e di 16/9 mmHg. L’età ed il sesso non hanno avuto alcun effetto clinicamente rilevante sulla risposta al trattamento con l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide.

La somministrazione di 12,5 mg e di 25 mg di idroclorotiazide in pazienti insufficientemente controllati da terapia con solo olmesartan medoxomil 20 mg ha comportato un’ulteriore riduzione della pressione arteriosa diastolica/sistolica nelle 24 ore, misurata mediante monitoraggio pressorio ambulatoriale, rispettivamente, di 7/5 mmHg e di 12/7 mmHg, rispetto ai valori basali dopo monoterapia con olmesartan medoxomil. La riduzione ulteriore media della pressione arteriosa sistolica/diastolica al valore più basso rispetto ai valori basali, misurati convenzionalmente, era rispettivamente di 11/10 mmHg e 16/11 mmHg.

L’efficacia dell’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide è stata mantenuta nel corso di trattamenti a lungo termine (un anno). La sospensione del trattamento con olmesartan medoxomil, con o senza concomitante idroclorotiazide, non ha determinato una ipertensione da rimbalzo.

Gli effetti dell’associazione fissa olmesartan medoxomil/idroclorotiazide su morbilità e mortalità cardiovascolari non sono attualmente noti.

[Si applica solo per 40 mg/12.5mg e 40mg/25 mg] Gli effetti dell’associazione fissa olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/12,5 mg e 40 mg/25 mg sono stati studiati in tre studi clinici che hanno coinvolto 1482 pazienti ipertesi. Uno studio in doppio cieco nell’ipertensione essenziale ha valutato l’efficacia della terapia con l’associazione olmesartan medoxomil/idrocolorotiazide 40 mg/12,5 mg verso la monoterapia con olmesartan medoxomil 40 mg, prendendo come parametro primario di efficacia la riduzione della pressione arteriosa media in posizione seduta. Dopo otto settimane di trattamento, la pressione arteriosa sistolica/diastolica era ridotta di 31,9/18,9 mmHg nel gruppo che aveva ricevuto l’associazione e di 26,5/15,8 nel gruppo che aveva ricevuto la monoterapia (p<0,0001). Nella seconda fase di tale studio, in doppio cieco, ma non controllata, la titolazione dei non responder dalla monoterapia con olmesartan medoxomil 40 mg a olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/12,5 mg, cosi come la titolazione dei non responder da olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/12,5 mg a olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/25 mg, ha determinato un’ulteriore rilevante riduzione della pressione arteriosa sistolica/diastolica, confermando cosi che tale titolazione costituisce una valida strategia per migliorare il controllo della pressione arteriosa.

Un secondo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ha valutato l’efficacia dell’aggiunta di idroclorotiazide al trattamento di pazienti non adeguatamente controllati dopo otto settimane di trattamento con olmesartan medoxomil 40 mg. I pazienti continuavano ad assumere olmesartan medoxomil 40 mg oppure ricevevano un’aggiunta di idroclorotiazide 12,5 mg o 25 mg, rispettivamente, per ulteriori otto settimane. Un quarto gruppo era randomizzato a ricevere olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/12,5 mg. L’aggiunta di idroclorotiazide 12,5 mg o 25 mg determinava una ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistolica/diastolica di, rispettivamente, 5,2/3,4 mmHg (p<0,0001) e 7,4/5,3 mmHg (p<0,0001) rispettivamente, in confronto a olmesartan medoxomil 40 mg da solo. Un confronto tra i pazienti che avevano ricevuto olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/12,5 mg e quelli che avevano ricevuto 40 mg/12,5 mg ha mostrato una differenza statisticamente significativa della riduzione della pressione sistolica di 2,6 mmHg in favore della associazione a più elevato dosaggio (p=0,0255), mentre, per quanto riguarda la riduzione della pressione diastolica, si osservava una differenza di 0,9 mmHg. Il monitoraggio della pressione arteriosa ambulatoria (ABPM), basato sulle variazioni medie dei dati relativi alla pressione sistolica e diastolica nelle 24 ore, diurna e notturna, hanno confermato i risultati ottenuti con le misurazioni convenzionali della pressione arteriosa. Un altro studio randomizzato in doppio cieco ha confrontato l’efficacia di un trattamento con l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/25 mg all’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/25 mg in pazienti con inadeguato controllo della pressione arteriosa dopo otto settimane di trattamento con olmesartan medoxomil 40 mg.

Dopo otto settimane di terapia con l’associazione, la pressione arteriosa sistolica/diastolica era significativamente ridotta, rispetto al basale, di 17,1/10,5 mmHg nel gruppo olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/25 mg e di 17,4/11,2 mmHg nel gruppo olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/25 mg. Le differenze tra i due gruppi di trattamento non erano statisticamente significative quando si usava la misurazione convenzionale della pressione arteriosa, il che potrebbe essere spiegato dal noto andamento piatto della curva dose risposta degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, come olmesartan medoxomil. Tuttavia, una differenza statisticamente e clinicamente significativa in favore di olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 40 mg/25 mg rispetto a olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20 mg/25 mg, è stata osservata per quanto riguarda la pressione sistolica e diastolica media nelle 24 ore (ABPM), diurna e notturna. L’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil non era influenzato da età, sesso o presenza di diabete Altre informazioni

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VE Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II.

ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia.

Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

Cancro della pelle non melanoma

Sulla base dei dati disponibili da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione cumulativa dose- dipendente tra HCTZ e NMSC. Uno studio ha incluso una popolazione composta da 71.533 casi di BCC e da 8.629 casi di SCC confrontati rispettivamente con 1.430.833 e 172.462 controlli di popolazione. Un uso elevato di HCTZ (≥50.000 mg cumulativi) è stato associato a un OR aggiustato di 1,29 (95% CI: 1,23-1,35) per BCC e 3,98 (95% CI: 3,68-4,31) per SCC. Una chiara relazione cumulativa dose-risposta è stata osservata sia per BCC che per SCC. Un altro studio ha mostrato una possibile associazione tra il cancro alle labbra (SCC) e l’esposizione all’HCTZ: 633 casi di cancro alle labbra sono stati confrontati con 63.067 controlli della popolazione, utilizzando una strategia di campionamento a rischio. È stata dimostrata una relazione cumulativa dose-risposta con un OR aggiustato 2,1 (95% CI: 1,7-2,6) che aumenta a OR 3,9 (3,0- 4,9) per un uso elevato (~25.000 mg) e OR 7,7 (5,7-10,5) per la dose cumulativa più alta (~100.000 mg) (vedi anche sezione 4.4).

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Assorbimento e distribuzione

Olmesartan medoxomil:

L’olmesartan medoxomil è un pro-farmaco rapidamente convertito in un metabolita farmacologicamente attivo, olmesartan, dalle esterasi nella mucosa intestinale e nella circolazione portale durante l’assorbimento dal tratto gastrointestinale. Non vi è traccia di olmesartan medoxomil intatto o della catena laterale medoxomil intatta nel plasma o negli escreti. La biodisponibilità assoluta media di olmesartan, nella formulazione in compresse, è stata del 25,6%.

Il picco medio di concentrazione (Cmax) di olmesartan viene raggiunto in media entro circa 2 ore dalla somministrazione per via orale di olmesartan medoxomil; le concentrazioni plasmatiche di olmesartan aumentano in modo approssimativamente lineare all’aumentare della dose orale singola fino a circa 80 mg.

La somministrazione di cibo ha effetti minimi sulla biodisponibilità di olmesartan e, pertanto, olmesartan medoxomil può essere somministrato a digiuno o a stomaco pieno.

Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di olmesartan dipendenti dal sesso del paziente.

Olmesartan si lega fortemente alle proteine plasmatiche (99,7%), ma la possibilità di interazioni clinicamente significative da spiazzamento del legame proteico tra olmesartan ed altri principi attivi ad elevato legame somministrati contemporaneamente, è bassa (come confermato dall’assenza di un’interazione clinicamente significativa tra olmesartan medoxomil e warfarin). Il legame di olmesartan con le cellule ematiche è trascurabile. Il volume di distribuzione medio dopo somministrazione endovenosa è di limitata entità (16–29 L).

Idroclorotiazide:

Dopo somministrazione orale di olmesartan medoxomil ed idroclorotiazide in associazione, la mediana del tempo di raggiungimento del picco di concentrazione plasmatica di idroclorotiazide è risultata compresa tra 1,5 e 2 ore dalla somministrazione. Idroclorotiazide si lega con le proteine plasmatiche per il 68% ed il suo volume apparente di distribuzione è di 0,83- 1,14 L/kg.

Biotrasformazione ed eliminazione

Olmesartan medoxomil:

La clearance plasmatica totale di olmesartan è risultata pari a 1,3 L/h (CV 19%), relativamente ridotta se confrontata al flusso epatico (ca 90 L/h). Dopo assunzione orale di una singola dose di olmesartan medoxomil marcato con 14C, il 10-16% della radioattività somministrata è stato eliminato con le urine (in gran parte entro le 24 ore successive alla somministrazione), mentre la restante radioattività è stata eliminata con le feci. In base a una biodisponibilità sistemica del 25,6%, si può calcolare che l’olmesartan assorbito venga eliminato per escrezione renale (per circa il 40%) e epatobiliare (per circa il 60%). Tutta la radioattività recuperata è stata identificata come olmesartan. Nessun altro metabolita significativo è stato identificato. Il circolo enteroepatico di olmesartan è minimo. Poiché una grande quantità di olmesartan è eliminata per via biliare, l’uso in pazienti con ostruzione biliare è controindicato (vedereparagrafo 4.3).

L’emivita di eliminazione terminale di olmesartan varia tra 10 e 15 ore dopo somministrazioni ripetute per via orale. Lo stato di equilibrio è stato raggiunto dopo le prime somministrazioni e nessun ulteriore accumulo è stato rilevato dopo 14 giorni di somministrazioni ripetute. La clearance renale è stata di circa 0,5–0,7 L/h ed è risultata indipendente dalla dose.

Idroclorotiazide:

L’idroclorotiazide non è metabolizzata nell’uomo ed è escreta quasi interamente come sostanza attiva immodificata nelle urine. Circa il 60% della dose orale è eliminata come sostanza attiva immodificata entro 48 ore. La clearance renale è di circa 250-300 mL/min. L’emivita di eliminazione terminale di idroclorotiazide è di 10-15 ore.

Olmesartan medoxomil/hydrochlorothiazide

La disponibilità sistemica di idroclorotiazide è ridotta di circa il 20% quando somministrata insieme ad olmesartan medoxomil, ma tale modesta riduzione non ha rilevanza clinica. La cinetica di olmesartan non è influenzata dalla somministrazione concomitante di idroclorotiazide.

Farmacocinetica in popolazioni speciali

Anziani (dai 65 anni in su):

Nei pazienti ipertesi, l’AUC dell’olmesartan allo stato stazionario è risultata incrementata di circa il 35% nelle persone anziane (tra i 65 e i 75 anni) e di circa il 44% nelle persone molto anziane (≥ 75 anni) rispetto a pazienti più giovani (vedere paragrafo 4.2).

Dati, peraltro limitati, suggeriscono che la clearance sistemica dell’idroclorotiazide sia ridotta negli anziani, sani od ipertesi, rispetto ai volontari sani giovani.

Compromissione renale:

Nei casi di compromissione renale, l’AUC dell’olmesartan allo stato stazionario è risultata incrementata del 62%, 82% e 179% rispettivamente nei pazienti con compromissione renale lieve, moderata e severa, rispetto ai controlli sani (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).

La dose massima di olmesartan medoxomil in pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina di 30 – 60 ml/min) è di 20 mg di olmesartan medoxomil una volta al giorno. L’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) non è raccomandato.

L’emivita dell’idroclorotiazide è prolungata nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.

Compromissione epatica:

Dopo somministrazione orale singola, i valori di AUC dell’olmesartan sono risultati maggiori del 6% e del 65%, rispettivamente, in pazienti con compromissione epatica lieve e moderata rispetto a soggetti con funzionalità epatica normale. La frazione libera di olmesartan a due ore dalla somministrazione e risultata 0,26% nei soggetti sani, 0,34% nei pazienti con compromissione epatica lieve e 0,41% in quelli con compromissione epatica moderata. A seguito di somministrazioni ripetute in pazienti con compromissione epatica moderata, l’AUC media di olmesartan era ancora maggiore di circa il 65% rispetto ai controlli sani. I valori medi di Cmax di olmesartan erano simili nei pazienti con compromissione epatica e nei soggetti sani.

Nei pazienti con compromissione epatica moderata, si raccomanda una dose iniziale di 10 mg di olmesartan medoxomil una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Olmesartan medoxomil non è stato valutato in pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.4).

La compromissione epatica non influenza significativamente la farmacocinetica dell’idroclorotiazide. Interazioni farmacologiche

Colesevelam, sequestrante degli acidi biliari

La somministrazione concomitante di olmesartan medoxomil 40 mg e di colesevelam cloridrato 3750 mg in soggetti sani ha determinato riduzione del 28% della Cmax e del 39% dell’AUC di olmesartan. Effetti minori di riduzione del 4% e del 15%, rispettivamente della Cmax e dell’AUC sono stati osservati quando olmesartan medoxomil era somministrato 4 ore prima del colesevelam cloridrato. L’emivita di eliminazione di olmesartan era ridotta del 50-52% indipendentemente dalla somministrazione concomitante o 4 ore prima del colesevelam cloridrato. L’emivita di eliminazione di olmesartan era ridotta del 50-52% indipendentemente dalla somministrazione concomitante o 4 ore prima del colesevelam cloridrato (vedere paragrafo 4.5).

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

La tossicità potenziale dell’associazione olmesartan medoxomil/ idroclorotiazide e stata valutata in studi di tossicità orale a dosi ripetute di durata fino a sei mesi condotti nei ratti e nei cani.

Come per entrambi i singoli componenti ed altri medicinali appartenenti a questa classe, l’organo bersaglio tossicologico principale dell’associazione è il rene. L’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide ha indotto alterazioni della funzionalità renale (aumento dell’azoto ureico sierico e della creatinina sierica). Dosaggi elevati hanno provocato degenerazione e rigenerazione tubulare nei reni dei ratti e dei cani, probabilmente mediante alterazioni dell’emodinamica renale (ridotta perfusione renale dovuta a ipotensione con ipossia tubulare e degenerazione cellulare tubulare). Inoltre, l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide ha causato riduzione dei parametri eritrocitari (conta degli eritrociti, emoglobina, ematocrito) e riduzione ponderale del cuore nei ratti.

Questi effetti sono stati osservati anche con gli altri antagonisti del recettore AT1 e con gli ACE-inibitori; essi sembrano essere stati indotti da un’azione farmacologica di olmesartan medoxomil ad alte dosi e non sembrano essere rilevanti nell’uomo alle dosi terapeutiche consigliate.

Studi di genotossicita con olmesartan medoxomil e idroclorotiazide, in associazione o usati singolarmente, non hanno evidenziato alcun segno di attività genotossica clinicamente rilevante.

Il potenziale carcinogenico dell’associazione di olmesartan medoxomil e idroclorotiazide non è stato studiato in quanto non vi sono evidenze di effetti carcinogeni rilevanti dei due singoli componenti nelle condizioni di impiego clinico.

Non vi sono evidenze di teratogenicità in topi o ratti trattati con l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide. Come era da attendersi per questa classe di medicinali, è stata osservata tossicità fetale nel ratto, evidenziata da un basso peso dei feti di madri trattate con olmesartan medoxomil e idroclorotiazide durante la gravidanza (vedere paragrafi 4.3, 4.6).

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa Lattosio monoidrato

Idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione Idrossipropilcellulosa

Cellulosa microcristallina Tipo 102 Magnesio stearato

Rivestimento

[Si applica solo per 20 mg/12.5 mg e 40 mg/12.5 mg] Opadry II arancione 33G34149 contenente: Ipromellosa 6cP Biossido di titanio (E171) Lattosio monoidrato

Macrogol 3350 · Triacetina (E1518)

Ossido di ferro giallo (E172) Ossido di ferro rosso (E172)

Lago in alluminio FCF giallo tramonto (E110)

[Si applica solo per 20 mg/25 mg e 40 mg/25 mg] Opadry II Rosa 33G34149 contenente:

Ipromellosa 6cP

Biossido di titanio (E171) Lattosio monoidrato Macrogol 3350 · Triacetina (E1518)

Ossido di ferro giallo (E172) Ossido di ferro rosso (E172)

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

 

06.3 Periodo di validità

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3 anni

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna speciale precauzione per la conservazione.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

Indice

Blister di poliamide laminata/alluminio/polivinil cloruro/alluminio. Confezioni: 28 compresse rivestite con film.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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S.F. Group s.r.l. Via Tiburtina, 1143 00156 – Roma Italia

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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AIC n. 049860012 – "20 Mg/12,5 Mg Compresse Rivestite Con Film" 28 Compresse In Blister Al/Al AIC n. 049860024 – "20 Mg/25 Mg Compresse Rivestite Con Film" 28 Compresse In Blister Al/Al AIC n. 049860036 – "40 Mg/12,5 Mg Compresse Rivestite Con Film" 28 Compresse In Blister Al/Al AIC n. 049860048 – "40 Mg/25 Mg Compresse Rivestite Con Film" 28 Compresse In Blister Al/Al

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 26/04/2023